Roberto Cacciari
Roberto Cacciari (Bologna, 4 aprile 1882 – Bologna, 24 novembre 1934) è stato un architetto italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Roberto Cacciari nasce a Bologna il 4 aprile 1882.[1]
Dopo aver compiuto gli studi artistici sotto la guida del pittore Silvio Gordini, da cui apprende ad amare il barocco bolognese e la decorazione architettonica di Alfonso Torreggiani, si forma con gli architetti Azzolini, Collamarini e Pontoni e con il decoratore Dagnini.[1]
Durante la sua carriera, Roberto Cacciari lavora all'Ufficio Tecnico Municipale (o Ufficio Edilità e Arte) e, a partire dal 1906[1], nel tempo libero si dedica alla pittura. Fine disegnatore, Cacciari dipinge anche all'acquerello e fa parte del Circolo Artistico Bolognese con cui espone.[2][3][4][5][6]
Per il Comune disegna i decori in conglomerato cementizio dell'ex Forno del Pane, oggi sede del MAMbo; il panificio comunale è ideato nel 1914 dall'ingegnere Rienzo Bedetti per volontà dal neoeletto sindaco Francesco Zanardi che vuole provvedere alle necessità delle fasce meno abbienti della popolazione.[7][8][9] Sempre per conto del Comune di Bologna, Cacciari realizza anche i bozzetti per la lapide ai dipendenti caduti della Grande Guerra, scolpita da Arturo Orsoni ed esposta nel 1924 nel cortile della Cisterna di Palazzo d'Accursio.[10] In ambito privato, progetta i locali della pasticceria Zanarini in via d'Azeglio 34 «con squisito intendimento d'arte».[11]
Professore di disegno architettonico, nel 1927 è iscritto all'albo degli architetti.[12]
Il nome di Cacciari è legato a quello della Certosa di Bologna. Negli anni venti del Novecento il cimitero cittadino viene ampliato verso est. Con Giacomo Enrico Casati dell'Ufficio Tecnico Comunale[13], Cacciari progetta il Chiostro IX[14][15] e la Galleria del Chiostro IX nella fascia di terreno confinante con via della Certosa, nei pressi della Nuova Entrata Monumentale. Iniziata nel 1924 e completata nel 1927, la Galleria è indicata «tra gli spazi più eleganti e suggestivi della Certosa».[14][16] Nel 1931 è chiamato di nuovo a collaborare con Casati per riadattare gli spazi del Chiostro X.[17]
Sempre con l'ingegner Casati, l'architetto cura il rifacimento del portico di Santa Maria dei Servi: «gli esagerati pesi nelle volte furono eliminati mediante l'uso del cemento armato, dalla fondazione al tetto; e il muro d'appoggio, forato dai fornici, ha dato all'intera costruzione una certezza di stabilità e sicurezza.».[18]
Roberto Cacciari si spegne a Bologna il 24 novembre 1934. È sepolto nel cimitero monumentale cittadino.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Crisantemi, Il Comune di Bologna, novembre 1934, p. 106
- ^ 21 dicembre 1933 - Si ricostituisce il Circolo Artistico Bolognese, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Sala Borsa, 2 ottobre 2020. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Mostra del Circolo Artistico, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 9 luglio 2021., trascrizione di Italo Cinti, "Circolo Artistico Bolognese", Il Comune di Bologna, maggio 1934, p. 50
- ^ Mostra del circolo artistico, Il Comune di Bologna, maggio 1934, pp. 47-53
- ^ La nuova copertina della nostra rassegna, Il Comune di Bologna, gennaio 1928, p. 15
- ^ La sepoltura di Santa Cecilia e i SS. Cecilia e Valeriano, dipinto a carboncino e gessetto su carta di Roberto Cacciari, 1904
- ^ Secondo le indicazioni, «le decorazioni sono da effettuarsi "con getti di cemento con motivo architettonico elegante e moderno, disegnato dal prof. Roberto Cacciari, in armonia coll'organismo della fabbrica e colla sua speciale destinazione".» Cfr. Forno del Pane, su www.mambo-bologna.org. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Storia amministrativa > Il "panificio pubblico", Gaetano Miti, su Iperbole, Comune di Bologna. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Paola Furlan, Mettiamo in prima linea il pane quotidiano, Scuola Officina, a cura del Museo del Patrimonio industriale, numero 1, XXXVII, gennaio-giugno 2018, pp. 4-9
- ^ Comune di Bologna Dipendenti Caduti nella Prima Guerra Mondiale, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Un locale che fa onore a Bologna, Vita nova pubblicazione quindicinale illustrata dell'Università fascista di Bologna, 1926, p. 90
- ^ Giancarlo Bernabei, Giuliano Gresleri, Stefano Zagnoni, Bologna moderna, 1860-1980, Pàtron, 1984, p. 294 ISBN 8855519166
- ^ Mauro Felicori (a cura di), Gli spazi della memoria architettura dei cimiteri monumentali europei, Luca Sossella Editore, 2005 ISBN 9788887995923
- ^ a b Roberto Martorelli (a cura di), p. 88.
- ^ Giancarlo Bernabei, p. 100.
- ^ 1924 - Ampliamento della Certosa, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Sala Borsa. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Roberto Martorelli, Chiostro X - Sala San Paolo - Logge a Levante e Ponente, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 9 luglio 2021.
- ^ Giulio Ricci, Santa Maria dei Servi, Il Comune di Bologna, agosto 1930, pp. 66-67
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Martorelli (a cura di), Certosa di Bologna. Guida (nuova edizione riveduta), Minerva Edizioni, 2016, ISBN 9788873818991.
- Giancarlo Bernabei (a cura di), La Certosa di Bologna, collana Le Meraviglie di Bologna, Bologna, Santarini, 1993.
- Giuliano Gresleri e Pier Giorgio Massaretti (a cura di), Norma e arbitrio: architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950, Venezia, Marsilio, 2001
Altri progetti
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