Ponte di Westminster
Ponte di Westminster Westminster Bridge | |
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Localizzazione | |
Stato | Regno Unito |
Città | Londra |
Attraversa | Tamigi |
Coordinate | 51°30′03″N 0°07′19″W |
Dati tecnici | |
Tipo | ponte ad arco |
Materiale | ferro |
Campate | 7 |
Lunghezza | 250 m |
Larghezza | 26 m |
Realizzazione | |
Progettisti | Thomas Page, Charles Barry |
Costruzione | ...-24 maggio 1862 |
Inaugurazione | 24 maggio 1862 e 18 novembre 1750 |
Intitolato a | Westminster |
Mappa di localizzazione | |
Il ponte di Westminster (in lingua inglese: Westminster Bridge) è un'opera pedonale e carrabile che attraversa il fiume Tamigi tra Westminster, sulla riva nord, e Lambeth, sulla riva sud, a Londra. L'attuale struttura fu aperta nel 1862, in sostituzione di due precedenti attraversamenti e in particolare al posto di un ponte costruito nel 1750 che tendeva a deformarsi in maniera allarmante. Il ponte di Westminster è di ferro con sette arcate e decorazioni neogotiche attribuite a Charles Barry.
Il colore dominante del ponte è il verde, in assonanza con le sedute della Camera dei Comuni, che occupa la parte del Palazzo di Westminster ad esso più vicina e in contrasto col colore rosso del Lambeth Bridge che ricorda il rivestimento delle sedute della Camera dei Lord, situata nella parte più occidentale del vicino palazzo.
Il ponte successivo a valle è l'Hungerford Bridge mentre il primo a monte è il Lambeth Bridge.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Per più di seicento anni, il ponte più vicino al centro della città (dove già si ergeva il London Bridge) si trovava a Kingston. Per ovviare a questo problema, nel 1664 si propose la costruzione di un ponte presso Westminster; quest'eventualità, tuttavia, fu fortemente avversata dai barcaioli e cittadini locali, che temevano non poco «l'edificazione del nuovo ponte tra Lambeth e Westminster che, così come concepito, avrebbe comportato diverse conseguenze nefaste per la City».[1] Ulteriori polemiche ebbero luogo nel 1722, quando venne redatto un documento dove si discuteva della fattibilità del progetto, e - soprattutto - del pericolo che questo avrebbe comportato per il benessere dei barcaioli locali e per la navigabilità del fiume.[2]
La Westminster settecentesca, tuttavia, era un quartiere in rapida crescita, e l'assenza di una comoda struttura - quale il ponte - utile ad attraversare il Tamigi iniziò a pesare sempre di più. Fu così che, nel 1735, finalmente il Westminster Bridge ricevette l'approvazione parlamentare.
Il ponte venne progettato da Charles Labelye, architetto svizzero naturalizzato; Andrews Jelfe e Samuel Tufnell vennero impiegati come capomastri, mentre James King come mastro carpentiere.[3] Il progetto prevedeva una struttura in pietra basata su supporti in legno; nel 1739, tuttavia, una variante in corso d'opera impose la costruzione di un ponte interamente in pietra.
Il nuovo ponte - battezzato «Westminster Bridge» - venne inaugurato il 18 novembre 1750. Entusiastiche furono le recensioni: The Gentleman's Magazine lo descrisse come «un grandioso ornamento alla metropoli, che verrà ammirato e invidiato da tutti gli stranieri». Non mancarono, tuttavia, le voci pronte a manifestare il proprio scontento: furono in molti a lamentarsi della presenza di alcune nicchie, progettate per il brutto tempo, ma che avrebbero potuto offrire riparo anche ad accaniti rapinatori, che in questo modo potevano derubare agevolmente i turisti.[1] Per ovviare a questo problema vennero prontamente insediate dodici sentinelle.
Dal 1810 in poi il Westminster Bridge iniziò a cadere in un inesorabile declino: sussistevano infatti numerosi problemi strutturali, a causa dei quali la struttura iniziò a deformarsi in maniera allarmante. Il ponte di Labelye venne quindi demolito; sul suo sito ne venne costruito un altro, su progetto di Thomas Page (e la coadiuvazione di Charles Barry), che venne aperto al pubblico il 24 maggio 1862.[4][5] Nel 2017 il ponte fu teatro di un attacco terroristico, in cui ci furono 5 vittime tra cui l'attentatore, legato al gruppo islamista jihadista, ISIS o Stato Islamico.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il ponte, in stile neogotico, riprende l'architettura del contiguo palazzo di Westminster. La struttura, lunga 250 m e larga 26 m,[6] poggia su sette arcate, delle quali la centrale è larga circa 40 metri.
Le arcate, di forma semiellittica, poggiano su degli eleganti frangicorrenti; sopra di essi vi sono dei pilastri semiottagonali, supportati da plinti modellati e capitelli su cui poggiano i lampioni. I materiali più utilizzati sono il granito grigio (usato per i pilastri), la ghisa - con cui è stato realizzato il parapetto, ornato da fori trilobati - e la pietra di Portland, parzialmente recuperata dal ponte precedente prima che questo venisse distrutto.
Il ponte è decorato con stemmi araldici, della regina Vittoria, del suo sposo Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, e del III visconte Palmerston, primo ministro del Regno Unito al tempo dell'apertura del ponte attuale.
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Gli stemmi della regina Vittoria e del principe Alberto sul ponte
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Lo stemma del visconte Palmerston sul ponte
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Turnpikes and Tollbars, Mark Searle, 1930.
- ^ Guildhall Library. Westminster Bridge, ... 1722.
- ^ L.C.C., Westminster Bridge, manoscritti originali.
- ^ (EN) John Eade, Where Thames Smooth Waters Glide, su thames.me.uk. URL consultato il 28 novembre 2011.
- ^ Thames Bridges, James Dredge, 1897.
- ^ (EN) Thames Tideway Tunnel, Tunnel and Bridge Assessments: Central Zone: Westminster Bridge (PDF), su infrastructure.planningportal.gov.uk, Thames Water Utilities, settembre 2013, p. 4. URL consultato il 13 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul ponte di Westminster
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Il ponte di Westminster (1750) su Structurae
- Il ponte di Westminster (1862) su Structurae
- Panorama interattivo del ponte di Westminster, su earthpano.com. URL consultato il 4 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2010).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315529943 · LCCN (EN) sh88000115 · J9U (EN, HE) 987007546355305171 |
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