Polieno di Lampsaco
Polieno di Lampsaco (in greco antico: Πoλύαινoς Λαμψακηνός?, Polýainos Lampsakēnós; seconda metà del IV secolo a.C. – prima metà del III secolo a.C.[1]) è stato un filosofo greco antico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di Lampsaco[2], fu tra gli intimi di Epicuro, che non accompagnò subito ad Atene come Metrodoro[3]. Di carattere moralmente integerrimo e devotissimo a Epicuro, da frammenti di lettere a lui indirizzate si ricava che egli ebbe comportamenti tali da ricevere benevolo rispetto non solo dagli epicurei, ma anche dai filosofi suoi avversari, tra i quali gli stoici[4]. Questa ὲυμένεια (eumeneia, benevolenza) nei suoi confronti si ricava da una lettera di Epicuro sulla Stoà scritta a Polieno e da un'altra lettera a lui indirizzata da un epicureo di Atene, dove si testimonia che Polieno fu maestro di una scuola e dove si riferisce che egli tenacemente convinse un discepolo a praticare la παρρησία (parresia).
Morì prima del suo maestro, di consunzione[5], lasciando un figlio in tutela all'amico Epicuro, che nel suo testamento raccomandò agli eredi e ad Ermarco.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la testimonianza di Cicerone[6] Polieno si interessò di matematica e ne abbandonò la configurazione tradizionale quando incontrò Epicuro con il quale si impegnò a scrivere sui minima una teoria che non si sa se egli intendesse riferire alla fisica o a una nuova matematica atomistica diversa da quella euclidea: ipotesi, quest'ultima, confortata dal fatto che egli scrisse Le aporie, dove si contrapponeva agli Elementi di Euclide.[7]
Incerta l'attribuzione a lui di un frammento dove Polieno esprimerebbe dei commoventi affetti familiari alla piccola Apia figlia di Metrodoro:
«Siamo arrivati in buona salute a Lampsaco io e Pitocle e Ermarco e Ctesippo e lì abbiamo trovato in buona salute Temista e gli altri amici. Fai bene se anche tu stai bene e anche la tua mamma e obbedisci a papà e a Matrone in tutto così come prima; sappi bene, o Apia, che se io e gli altri tutti ti vogliamo molto bene è perché tu obbedisci a loro in tutto.[8]»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Guido Calogero, Enciclopedia Italiana (1935), alla voce corrispondente.
- ^ Diogene Laerzio, X, 369, 4.
- ^ Fr. 115 Usener.
- ^ Fr. 156 ss. Usener.
- ^ Suda, s.v. "Epicuro".
- ^ De finibus bonorum et malorum, I 6, 20.
- ^ Adele Tepedino, in Ercolano, 1738-1988: 250 anni di ricerca archeologica..., cit., p. 313.
- ^ Anna Angeli in Ercolano, 1738-1988: 250 anni di ricerca archeologica : atti del Convegno internazionale Ravello-Ercolano-Napoli-Pompei, 30 ottobre-5 novembre, 1988, a cura di Luisa Franchi Dell'Orto, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1993, pp. 301 ss.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Adele Tepedino, Un maestro del Giardino di Epicuro: Polieno di Lampsaco, in "Euresis", n. 8 (1992), pp. 35–46.
- Adele Tepedino, Polieno. Frammenti, collana "La Scuola di Epicuro, 11", Napoli, Bibliopolis, 1991, pp. 219.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Calogero, POLIENO di Lampsaco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- (EN) Opere di Polieno di Lampsaco, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 37005497 · ISNI (EN) 0000 0000 8344 6497 · SBN SBNV043910 · CERL cnp00545306 · LCCN (EN) nr92011362 · GND (DE) 11902702X · BNF (FR) cb12412018w (data) |
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