Ischiazza
Ischiazza frazione | |
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Vista aerea delle rovine del paese | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Valfloriana |
Territorio | |
Coordinate | 46°15′49.97″N 11°21′53.78″E |
Altitudine | 700 m s.l.m. |
Abitanti | 0 |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Ischiazza era una frazione del comune di Valfloriana, in provincia di Trento, abbandonata dopo essere stata gravemente danneggiata da un'alluvione nel 1966.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il paese era la più bassa e la più orientale delle frazioni di Valfloriana, situata su un pianoro lungo il corso del torrente Avisio; il nome stesso, anticamente anche Ischiacia, deriva da "ischia", toponimo assai comune in Trentino, indicante un deposito di sabbia e detriti depositati da un torrente, su cui è cresciuta una vegetazione incolta[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le informazioni storiche sul centro abitato sono scarse; appare già su una carta geografica del 1734[2]. Nel 1867 venne edificata la chiesetta, dedicata all'Esaltazione della Santa Croce, che venne benedetta nel 1869 o nel 1870[3][4][5]; oltre ad essa, in paese esistevano anche una calcara[6] e un forno per il pane (i cui ruderi sono visibili lungo la mulattiera che scende al paese)[7]. Nel 1909 venne istituita, in locali privati, anche una scuola (prima i bambini dovevano recarsi a Casatta, sede municipale del comune), rimasta attiva fino all'anno scolastico 1946-47[8]. Prima dello sfollamento, le famiglie portavano tutte il cognome Tonini[9].
Il paese venne devastato dalle piogge torrenziali che colpirono tutto il Trentino a novembre 1966; dopo un'iniziale frana che travolse alcune case, la popolazione evacuò spontaneamente in tutta fretta, soprattutto per il timore che potesse cedere la diga di Stramentizzo, situata appena mezzo chilometro più a monte. Ciò non avvenne, ma comunque acqua e detriti tracimarono dallo sbarramento e nella notte di venerdì 4 novembre l'Avisio in piena investì il villaggio. Non si registrò alcuna vittima, tuttavia il paese venne giudicato irrecuperabile e anche nel resto del territorio i danni furono consistenti; sorte analoga a Ischiazza fu quella di Maso, altra frazione di Valfloriana, che venne dissestata dal rio Barcatta[10][11]. In seguito, la chiesetta venne spogliata degli arredi sacri, che vennero portati in processione nella parrocchiale di San Floriano di Casatta[10][3].
Il disastro venne documentato fotograficamente da Flavio Faganello e attirò l'attenzione a livello nazionale dopo che il comune venne visitato anche dall'allora presidente del consiglio Aldo Moro[10]. Per gli sfollati di Ischiazza e di Maso venne costruito, da parte della Croce Rossa Svizzera e con il contributo del Comune e della Regione, un nuovo insediamento permanente tra le frazioni di Barcatta e Casanova, detto "villaggio italo-svizzero", che corrisponde all'odierna frazione di Villaggio[10][11].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pernbrunner Bazzanella, pp. 9-11.
- ^ Lozzer, Cristellon, p. 14.
- ^ a b Lozzer, Cristellon, pp. 150-151.
- ^ Costa, p. 340.
- ^ Parrocchia di San Floriano in Casatta (Valfloriana). Inventario dell’archivio storico (1558 -1954), su Trentino Cultura. URL consultato il 3 novembre 2020.
- ^ Lozzer, Cristellon, pp. 181-182.
- ^ Paolo Tessadri, Rover e Ischiazza paesi ormai fantasma, su Trentino, 1º novembre 2016. URL consultato il 17 gennaio 2021.
- ^ Lozzer, Cristellon, p. 121-122.
- ^ Lozzer, Cristellon, p. 69.
- ^ a b c d Lozzer, Cristellon, pp. 47-52.
- ^ a b Pernbrunner Bazzanella, pp. 99-101.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.
- Renato Lozzer, Silvano Cristellon (a cura di), Valfloriana: la sua gente e i suoi luoghi, Trento, Nuove Arti Grafiche, 2009.
- Rita Pernbrunner Bazzanella, Nel paese del nonno, Comune di Valfloriana, 2006.
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