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Marche

Coordinate: 43°37′00″N 13°31′00″E
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Marche
regione a statuto ordinario
(IT) Regione Marche
Marche – Veduta
Marche – Veduta
Palazzo delle Marche ad Ancona, sede del consiglio regionale
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Amministrazione
CapoluogoAncona
PresidenteFrancesco Acquaroli (FdI) dal 30-9-2020
Data di istituzione1º gennaio 1948[1]
Territorio
Coordinate
del capoluogo
43°37′00″N 13°31′00″E
Altitudine343[2] m s.l.m.
Superficie9 344,49 km²
Abitanti1 483 846[3] (31-7-2024)
Densità158,79 ab./km²
ProvinceAncona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino
Comuni225[4]
Regioni confinanti  Abruzzo,   Emilia-Romagna,   Lazio,   Toscana,   Umbria
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-57
Codice ISTAT11
Nome abitantimarchigiani
PatronoMaria Santissima di Loreto[5]
PIL(nominale) 41.183 mln
PIL procapite(nominale) 26.800 [6](2017)
(PPA) 27.200 [6](2017)
Rappresentanza parlamentare10 deputati
5 senatori
InnoInno delle Marche
Cartografia
Marche – Localizzazione
Marche – Localizzazione
Marche – Mappa
Marche – Mappa
Mappa della regione con le sue province
Sito istituzionale

Le Marche sono una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia centrale di 1 483 846 abitanti[3], con capoluogo Ancona, affacciata verso est sul mar Adriatico. L'Appennino umbro-marchigiano segna ad ovest il confine con la Toscana e l'Umbria; a nord la regione confina con l'Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino, a sud con l'Abruzzo e il Lazio. Sono parte dell'Euroregione Adriatico Ionica il cui forum (Iniziativa Adriatico Ionica) ha la sede del segretariato ad Ancona.

La regione si distingue per una forte omogeneità[7]: gran parte del territorio è collinare, i centri abitati sono per lo più posti sulle sommità dei rilievi e il paesaggio agrario, derivato dalla mezzadria, è ovunque caratterizzato da numerosi piccoli appezzamenti, bordati da querce secolari e segnati da case coloniche; la percentuale di popolazione sparsa è a tal proposito tra le più alte d'Italia[8]. Dal punto di vista antropico la regione è altrettanto omogenea: nonostante la notevole varietà dei dialetti, l'indole degli abitanti è descritta nei testi come uniforme in tutto il territorio[9]. Inoltre, la storia marchigiana è stata caratterizzata da una serie di autonomie parallele in ogni zona; lo stesso plurale del nome ne sancisce infatti l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. La vocazione all'autonomia di ogni zona è anzi paradossalmente il fattore maggiormente unificante. L'economia si caratterizza per un modello economico-imprenditoriale peculiare, definito "modello marchigiano"[10].

La singolare ricchezza di artisti e studiosi nati nelle Marche e celebri a livello internazionale è un'altra caratteristica della regione; sono infatti marchigiani: Raffaello Sanzio (1483 - 1520), uno dei più grandi pittori di tutti i tempi[11]; Gioachino Rossini (1792 - 1868), uno dei maggiori compositori operisti della storia della musica[12]; Giacomo Leopardi (1798 - 1837), uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi[13]; Maria Montessori (1870 - 1952), ideatrice di un rivoluzionario metodo didattico diffuso in tutto il mondo[14]; Gentile da Fabriano (1370 - 1427), pittore tra i più rappresentativi del Gotico internazionale[15]; Ciriaco d'Ancona (1391 - 1452), padre dell'Archeologia[16]; Donato Bramante (1444 - 1514), architetto e pittore, tra i principali artisti del Rinascimento[17]; Padre Matteo Ricci (1552 - 1610), tra i più grandi divulgatori della cultura occidentale in Cina e studioso della civiltà orientale[18]; infine i due celebri compositori Giovanni Battista Pergolesi (1710 - 1736)[19] e Gaspare Spontini (1774 - 1851)[20].

Geografia fisica

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Le Marche per zone di territorio

Le Marche sono collocate sul versante del medio Adriatico e occupano 9.365,86 km²[21] di territorio italiano, che si estende tra il fiume Conca a nord e il Tronto a sud; a ovest la regione è limitata dall'Appennino umbro-marchigiano. Essa presenta una forma caratteristica di pentagono irregolare e si sviluppa perlopiù longitudinalmente da nord-ovest a sud-est.

Colline e montagne

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Veduta fra le verdi colline marchigiane

Le pianure, non rilevabili percentualmente, sono limitate ad una stretta fascia costiera e alla parte delle valli più vicine alla foce dei fiumi. Il territorio marchigiano è dunque interamente collinare e montuoso. In particolare, le Marche sono una delle regioni più collinari d'Italia: le colline comprendono il 69% del territorio (6.462,90 km²) e ben l'82% dei comuni si trova nella fascia collinare[22].

Cecco d'Ascoli, il noto poeta e studioso medievale, rivolgendosi alle Marche, non a caso disse:

«O bel paese con li dolci colli…»

Il restante 31% (2.902,96 km²) del territorio è dunque montuoso[23][24]. L'Appennino che attraversa le Marche è chiamato umbro-marchigiano; esso è costituito da cinque pieghe, parallele e incurvate con la convessità diretta verso la costa. La piega occidentale si estende interamente in Umbria, le altre quattro interessano invece il territorio regionale e sono descritte di seguito, da ovest verso est[25].

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Panorama delle colline marchigiane da Cingoli, il balcone delle Marche; sullo sfondo il Mar Adriatico ed il Monte Conero
Le quattro pieghe marchigiane dell'Appennino
Monte Vettore: Pizzo del Diavolo.
Le grotte di Frasassi.
I Monti Sibillini visti da Fermo
Monte Catria visto da Arcevia
Costa alta del San Bartolo: Gabicce.
Promontorio del Conero: scogli delle Due Sorelle.

La piega centrale dell'Appennino umbro-marchigiano è quella che fa da confine con l'Umbria e che si estende a sud della Bocca Trabaria. Da nord a sud essa comprende i seguenti monti alti più di 1.500 metri: Monte Nerone, Monte Catria, Monte Cucco, Monte Pennino, Monte Fema. Tra il Nerone e il Catria si estende la Serra di Burano. Oltre alla già citata Bocca Trabaria, i passi più notevoli sono quelli di Bocca Serriola, della Scheggia, il Valico di Fossato e il Passo di Colfiorito. La maggior parte dei fiumi della regione nasce da questa piega.

La piega orientale si estende dalla Gola del Furlo a quella di Arquata, per poi continuare per un breve tratto in territorio prima laziale e poi abruzzese, sino al passo di Montereale. Comprende, da nord a sud, Monte Paganuccio, Monte San Vicino, Monte Letegge e la quinta maestosa dei Monti Sibillini, con il Monte Vettore (2478 m), il massimo rilievo regionale, e numerose altre montagne che superano i 2.000 m. Questa piega è contraddistinta da numerose gole, che i fiumi nati più ad occidente devono attraversare per giungere al mare. I passi più noti sono Passo Cattivo, Forca di Presta e Forca Canapine. Nelle prime due pieghe si trovano importanti complessi carsici, tra cui le notissime Grotte di Frasassi.

La terza, breve piega ha una forma ellissoidale ed è compresa tra le valli del Musone e del Potenza. Su di essa sorge Cingoli, a 631 m s.l.m.; la cittadina è circondata da colline più basse e domina quasi tutto il territorio marchigiano, meritandosi l'appellativo di "balcone delle Marche". La massima elevazione di questa piega è quella del Monte Acuto (824 m)[26].

L'ultima piega arriva a lambire il mare ed è costituita dal promontorio del Monte Conero (o Monte d'Ancona), che si protende verso est con le sue alte rupi, a metà della costa adriatica, tra Ancona e Numana. Anche questa piega, come la precedente, ha forma ellissoidale; inoltre ha il versante marittimo molto più ripido rispetto a quello interno.

A nord del passo di Bocca Trabaria[27] c'è un limitato, ma importante, settore appartenente all'Appennino tosco-romagnolo, con il Monte Carpegna, di 1415 m. È marchigiana anche la porzione più settentrionale dei Monti della Laga, che si estende a sud di Arquata del Tronto e dove svetta il Monte Macera della Morte, di 2073 m.

I monti più alti

Il massiccio montuoso più elevato della regione, e tra i primi quattro dell'intero Appennino, è quello dei pittoreschi Monti Sibillini, situato a cavallo delle province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata; si ambientano qui suggestive e antiche leggende, come quella di Guerin Meschino, della Grotta della Sibilla e del Lago di Pilato.

Qui si erge il già ricordato Monte Vettore (2476 m), il più alto della regione, e numerose altre montagne che superano i 2000 metri[28]:

Al di fuori del gruppo dei Sibillini si ricordano[25][29]:

Il litorale, lungo 173 km,[30] ha un andamento rettilineo, con lunghe spiagge sabbiose o ghiaiose.

La costa bassa è interrotta a metà dal promontorio del Conero, che divide la costa marchigiana in due tratti con andamento diverso: quello settentrionale è orientato da nord-ovest a sud-est, il meridionale da nord-nord-ovest a sud-sud-est. Monte Conero, il nucleo del promontorio, dà origine ad alte e spettacolari falesie calcaree e rappresenta il punto più alto della costa marchigiana e dell'intero litorale adriatico, con rupi alte più di 500 m a picco sul mare.[31] Il Conero protegge a nord il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna è situato il porto di Ancona.

Altro tratto di costa alta è quello del Monte San Bartolo, nei pressi di Pesaro; il colle dell'Ardizio, invece, a sud di Pesaro, pur essendo vicinissimo al mare, non lo tocca.

Secondo il Ministero della salute, il 98,2% della costa è balneabile.[32]

Al 2023, secondo il rapporto sul consumo di suolo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Marche e Liguria detengono il primato italiano di cementificazione delle coste.[33]

Fiumi e gole montane

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Gola del Furlo

I fiumi hanno carattere torrentizio e sono tipicamente paralleli tra loro, formando una struttura di valli che spesso è chiamata "a pettine".[34] Raramente i fiumi marchigiani sono affluenti di altri corsi d'acqua maggiori. Altra importante caratteristica è il fatto che essi nascono quasi tutti nella catena appenninica che fa da confine con l'Umbria e che dunque, per giungere al mare, attraversano la catena orientale formando gole pittoresche come quelle del Furlo, di Frasassi, della Rossa, di Pioraco, dell'Infernaccio, delle Fucicchie e di Arquata.[35]

È marchigiana l'alta valle del fiume Nera, affluente del Tevere e dunque appartenente al versante tirrenico, mentre tutti gli altri fiumi ricadono nel versante adriatico[36].

Non sono grandi le differenze di lunghezza tra un fiume marchigiano e l'altro: il più lungo è il Metauro (121 km), seguito dal Tronto (115 km), dal Potenza (95 km), dal Chienti (91 km) e dall'Esino (90 km).

Riguardo al bacino idrografico e alla portata idrica media, i maggiori risultano il fiume Metauro, con 1.325 km² e 20,8 m³/s; seguito dall'Esino con 1.203 km² e 18 m³/s, e dal Tronto, con 1.192 km² e 17 m³/s.

Il centro di alcune città è attraversato dal corso di fiumi: nei pressi della foce del fiume Foglia sorge Pesaro; il fiume Misa, prima di giungere al mare, attraversa Senigallia; il centro di Ascoli Piceno è circondato da due corsi d'acqua, il Tronto e il Castellano, che ivi confluiscono. Alcune foci di fiumi sono state utilizzate per ricavare dei porti canale, come nei casi di Pesaro, e Senigallia; nel caso del porto canale di Fano, è la parte terminale del canale Albani, che prende origine dal Metauro, ad essere utilizzata come parte del porto.

Il Lago di Pilato a fine maggio.

Nelle Marche non ci sono grandi laghi naturali. Nonostante la loro piccola estensione, sono molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico i due laghi di Portonovo, costieri, e il Lago di Pilato, glaciale, posto a 1.941 m di altezza. I principali laghi per estensione sono artificiali: il Lago di Cingoli e il Lago di Fiastra.

Confini geografici e amministrativi

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Monte Grimano Terme, che nel referendum 2008 ha respinto l'aggregazione all'Emilia-Romagna
Mercatino Conca, che nel referendum del 2008 ha respinto l'aggregazione all'Emilia-Romagna

A nord le Marche confinano con l'Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e la Repubblica di San Marino; ad ovest con la Toscana (provincia di Arezzo), l'Umbria (provincia di Perugia) e il Lazio (provincia di Rieti); a sud con l'Abruzzo (provincia di Teramo) e ad est con il Mar Adriatico. I punti estremi dei confini politici sono Gabicce Mare a nord, Acquasanta Terme a sud, Borgo Pace a ovest e San Benedetto del Tronto a est.

Si può adottare come confine fisico delle Marche la linea che:

  • segue lo spartiacque tra Tirreno e Adriatico (a ovest),
  • segue la costa adriatica dal promontorio del San Bartolo alla foce del Tronto (ad est)
  • delimita il bacino del fiume Conca dalla sorgente fino a Monte Grimano Terme e quello del fiume Foglia (a nord).
  • delimita il bacino del Tronto (a sud).

Con questo criterio la regione amministrativa coincide in genere con quella geografica; esistono però alcune eccezioni, elencate di seguito.

Fino al 2009 erano marchigiani, in quanto già parte del Ducato di Urbino, sette comuni interamente compresi nella Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria, Talamello), che in quell'anno furono annessi all'Emilia-Romagna in seguito a referendum; altri due comuni della Provincia di Pesaro e Urbino, Montecopiolo e Sassofeltrio, in seguito a dei referendum consultivi con esito favorevole, sono stati aggregati alla regione Emilia-Romagna il 17 giugno 2021. Monte Grimano e Mercatino Conca hanno invece respinto, sempre tramite referendum, l'aggregazione all'Emilia-Romagna[37].

Il territorio marchigiano è soggetto a terremoti: infatti, il 97,3% della regione, pari a 230 comuni,[38] è stato classificato a rischio medio o alto.

Le Marche sono state colpite negli ultimi decenni da diverse scosse telluriche, tra cui: il terremoto di Montefortino e il terremoto di Ancona del 1972, il terremoto di Fermo e Porto San Giorgio del 1987, il terremoto di Umbria e Marche del 1997, il terremoto dell'Aquila del 2009 (che interessò in forma lieve anche alcune località della provincia di Ascoli Piceno) e il terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017.

Le Lame Rosse.
Il Monte Conero emergente dalla nebbia, visto da Loreto.
La moneta greca di Ancona

Nella zona litoranea a nord di Ancona il clima è submediterraneo con sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate dalla benevola brezza marina, e inverni freddi (a Pesaro la temperatura media di gennaio è di 3,8 °C) con regolari piogge di stagione. A sud di Ancona la subcontinentalità si attenua per lasciare posto a un clima sublitoraneo che assume caratteri più spiccatamente mediterranei nella Riviera delle Palme (a Grottammare la temperatura media di gennaio è di 7,6 °C).[39]

Nelle aree vallive e nelle zone collinari basse regna un clima piuttosto subcontinentale, con estati assai afose e inverni rigidi caratterizzati da nebbie dense in autunno e possibili abbondanti nevicate in inverno. La primavera può essere abbastanza piovosa.

Nelle zone montuose e di alta collina vi sono estati fresche e inverni rigidi con ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone collinari interne dove si possono verificare basse temperature. Infatti le Marche sono state una delle regioni italiane più colpite durante la nevicata del 2012.

Corona celtica al Museo archeologico nazionale delle Marche di Ancona.

Civiltà picena

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Lo stesso argomento in dettaglio: Piceni e Museo archeologico nazionale delle Marche.

Il primo periodo di unità culturale delle Marche fu nell'Età del ferro, quando la regione era abitata per la quasi totale interezza dai Piceni. La diffusione della civiltà picena segna il passaggio dall'Età del Bronzo a quella del Ferro, nonché l'introduzione della scrittura.

Le testimonianze lasciate da questa civiltà sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'astrattismo, nell'originalità delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'ambra, nella grande varietà di armi, nei vistosi corredi femminili. La lingua picena è italica ed era diffusa in tutte le attuali province delle Marche; l'enigmatica lingua di Novilara è attestata da quattro iscrizioni.

Invasione gallica e fondazione greca di Ancona

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Lo stesso argomento in dettaglio: Ankón e Senoni.

Nel IV secolo a.C., la regione vide l'arrivo dei Galli Senoni, popolazione gallica proveniente dalla provincia francese dello Champagne[40], che occuparono tutto il settore settentrionale della regione, fino al fiume Esino, ma anche alcune zone più a sud.

Nello stesso periodo i Greci di Siracusa fondarono la colonia di Ankón, l'attuale Ancona. Con la fondazione siracusana l'emporio divenne una città di lingua, cultura ed aspetto greco, che poi mantenne a lungo, quando già la regione circostante e l'Italia centrale erano entrate prima nell'influsso e poi nello stato romano.

I Piceni, dunque, che prima dell'arrivo dei Sènoni vivevano in tutto il territorio che oggi definiamo marchigiano, si trovarono a convivere con culture diverse, che influirono profondamente sul loro modo di vivere, tanto che gli archeologi parlano di una nuova fase della civiltà picena: la "Piceno IV", l'ultima di questo popolo italico prima della sua romanizzazione[41]. Nello stesso tempo, anche l'originaria cultura celtica dei Sènoni, a contatto con Piceni e Greci, subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una koiné celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per ciò che riguarda l'armamento[42]

Ankón, attraverso il suo porto, mantenne rapporti intensi con i principali centri del Mediterraneo orientale, come provano le testimonianze archeologiche, numerose e significative specialmente per l'età ellenistica. Tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. fu gradatamente assorbita nello stato romano, pur rimanendo per alcuni decenni un'isola linguistica e culturale greca[43].

Periodo romano

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L'Arco di Traiano ad Ancona.

Dopo la battaglia del Sentino, nel 295 a.C., i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno (la più importante Firmum Picenum, odierna Fermo), i Piceni si ribellarono dando vita alla guerra picentina, che si concluse con la sottomissione ai Romani, e poi alla guerra sociale.

Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia, che raggiungeva l'Adriatico a Fano e terminava a Rimini, e la Salaria, che arrivava a Porto d'Ascoli. Inoltre durante il periodo imperiale, Ancona venne scelta da Traiano come porto di Roma verso oriente, come testimonia anche l'iscrizione dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato accessum Italiae, cioè "ingresso d'Italia".

Come tutti i territori delle moderne regioni italiane, anche quello marchigiano ebbe nel periodo romano diverse variazioni amministrative. Sotto l'impero di Augusto il sud della regione faceva parte della Regio V, detta Picenum, mentre la parte nord, detta Ager gallicus picenus, era compresa nella Regio VI, che comprendeva anche i territori orientali dell'attuale Umbria. Con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano, tutto il territorio delle attuali Marche era riunito nella Flaminia et Picenum, che comprendeva anche la Romagna. Questa provincia venne suddivisa sotto l'impero di Teodosio I in due circoscrizioni: le Marche settentrionali, dette Picenum Annonarium, formarono con la Romagna la Flaminia et Picenum Annonarium, mentre il sud della regione costituì il Picenum Suburbicarium[44]. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, le Marche, dopo aver fatto parte del regno di Odoacre, entrarono nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente come il resto d'Italia, mentre il vecchio nome "Piceno" si perse.

Alto Medioevo

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La Pentapoli marittima.

Durante la Guerra gotico-bizantina, il territorio delle odierne Marche fu teatro di importanti azioni militari; Ancona ed Osimo furono due capisaldi delle azioni militari, la prima bizantina e la seconda gotica. Dopo la vittoria bizantina, la regione, insieme al resto d'Italia, fu sotto il dominio dell'Impero d'Oriente.

Successivamente, in seguito all'invasione dei Longobardi, il territorio regionale si ritrovò spezzato in due parti: le città del nord della regione fino ad Ancona rimasero sotto la giurisdizione dell'Impero romano d'Oriente, costituendo la Pentapoli bizantina, a sua volta divisa fra le città costiere inglobate nella Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano) e quelle interne comprese nella Pentapoli annonaria (Gubbio, Cagli, Urbino, Fossombrone, Jesi e Osimo).

Il sud della regione e la parte nord dell'Abruzzo (odierne province di Macerata, Fermo, Ascoli, Teramo e Pescara) furono invece conquistati dai Longobardi, che istituirono la Marca Fermana, la quale confinava ad ovest con il Ducato di Spoleto e a sud con il Ducato di Benevento, anch'essi di istituzione longobarda. La presenza dei Longobardi ha lasciato notevoli vestigia, come ad esempio la necropoli a Castel Trosino sulla via Salaria.

Successivamente l'intero territorio regionale venne unificato prendendo il nome di Marca di Ancona (chiamata anche Marca Guarnerii, dal nome del primo marchese, Guarnieri appunto, della fine dell'XI secolo[45]), indicata sulle antiche carte con il nome di Marca Anconitana olim Picenum. Il termine marca, o "marka", introdotto dai Longobardi, deriva dal germanico e significa "territori di confine" del Sacro Romano Impero. Il governatore inizialmente aveva sede ad Ancona, poi, quando questa città si svincolò dal controllo dello Stato della Chiesa, il governo della Marca si spostò a Fermo, che era la seconda città della regione per importanza politica.

Età comunale

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La Loggia dei Mercanti di Ancona, simbolo della potenza marinara cittadina.
Il Palazzo della Signoria di Jesi, simbolo delle Libertà comunali.

Si ha un quadro molto chiaro della situazione regionale nel XIV secolo grazie alle Costituzioni egidiane, che servono ad identificare i confini della Marca, in pratica coincidenti con quelli attuali; si elencano anche le cinque città maggiori (Urbino, Ancona, Camerino, Fermo, Ascoli Piceno) e le città grandi (tra cui Pesaro, Fano, Fabriano, Jesi, Recanati, Macerata).[46]

In epoca comunale fiorirono i comuni di Pesaro, Fano, Ancona, Jesi, Fermo e Ascoli Piceno. In particolare la Repubblica di Ancona ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; è infatti una delle repubbliche marinare[47][48] il cui stemma non compare nella bandiera della marina militare.

Il 26 dicembre 1194 nasceva a Jesi Federico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, che onorò la città nel 1216 col titolo di Città Regia[49] conferendole anche il titolo di Respublica Aesina, confermando tutti i suoi diritti sulle terre del Contado. Questi privilegi permisero a Jesi una certa autonomia anche durante la successiva dominazione papale.

Durante il Rinascimento il Ducato di Urbino fu celebre in tutta Europa, un vero e proprio faro dell'arte e della cultura italiana. Altre città sede di signorie importanti economicamente e culturalmente sono state Camerino, Fano, Pesaro, Senigallia, Fabriano e San Severino Marche. Ancona mantenne invece il suo regime repubblicano, come le altre città marinare italiane.

Periodo pontificio

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In sfumature di viola, le 6 delegazioni (1816-60) dello Stato Pontificio dal 1850 raggruppate nella Legazione delle Marche, che con alcune modifiche di confine nel 1860 costituì la regione Marche del Regno d'Italia
La Legazione delle Marche (1850)
Le Marche all'interno del Regno d'Italia (1860)

Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono nello Stato della Chiesa, che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di Clemente XII che nel Settecento tracciò la strada oggi detta Vallesina e diede respiro all'economia regionale dichiarando Ancona porto franco.

Periodo napoleonico e risorgimentale

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Scorcio del Monumento nazionale delle Marche, celebrante la Battaglia di Castelfidardo.

Con l'arrivo delle truppe francesi, le Marche si diedero ordinamento repubblicano costituendosi nel 1797 in Repubblica Anconitana, poi assorbita dalla Repubblica Romana. Durante il Regno d'Italia napoleonico, le Marche furono ridenominate Dipartimento del Metauro, esistito dal 1808 al 1815, che prendeva il nome dal fiume Metauro e aveva per capoluogo Ancona.

Durante il periodo risorgimentale le Marche parteciparono alle lotte per l'unificazione con i moti di Macerata e con l'eroica resistenza di Ancona durante l'assedio austriaco del 1849, in contemporanea con Roma e Venezia. La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche nel 1860: si tratta della battaglia di Castelfidardo, che consentì l'unione dei territori conquistati al sud da Garibaldi, con la spedizione dei Mille, con quelli acquisiti al nord da Vittorio Emanuele II, con la Seconda guerra d'indipendenza; ciò permise l'anno successivo la proclamazione del Regno d'Italia.

Periodo contemporaneo

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Nella storia più recente si ricorda la Settimana rossa, la Rivolta dei Bersaglieri e la partecipazione alla Resistenza, tra le più massicce e popolari d'Italia.

Variazioni territoriali recenti

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L'orologio planetario di Macerata, reinserito nella torre civica nel 2015; è possibile ammirare il carosello dei Magi.

Fino al 2009 la regione includeva il territorio dell'alta valle del fiume Marecchia, già parte del Ducato di Urbino (fin dal XV secolo) e la cui appartenenza alla delegazione di Urbino e Pesaro fu confermata da Pio VII con motu proprio il 6 luglio 1816. Nel 2009 esso venne però distaccato dalle Marche a seguito di un referendum a favore dell'entrata nella Regione Emilia-Romagna e, a seguito dell'esito positivo di quest'ultimo, aggregato alla stessa. Le Marche proposero ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato[50][51].

Nel comune di Monte Grimano Terme, il 9 e 10 marzo 2008, contemporaneamente al comune di Mercatino Conca si è tenuto un referendum per chiedere alla popolazione di far parte integrante della regione Emilia-Romagna sotto la provincia di Rimini. L'esito è stato negativo in quanto i voti favorevoli non hanno raggiunto il 50%+1 degli aventi diritto e tra i votanti la maggioranza ha votato contro l'aggregazione all'Emilia-Romagna[52][53][54].

  • Tasso di attività: 51,7%
  • Occupati per tipo di attività:
    • agricoltura 2%
    • industria 39,3%
    • altre 58,7%
  • Tasso di disoccupazione: 6,6%

Fonte:[55]

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti (migliaia)

Nel 2006[56] i nati sono stati 13.757 (9,0‰), e i morti 15.809 (10,3‰), con un incremento naturale di -2.052 unità rispetto al 2005 (-1,3‰). Le famiglie contano in media 2,5 componenti. Il 31 dicembre 2007 su una popolazione di 1.520.636 abitanti e una densità di 157 abitanti per km² si contavano 81.890 stranieri (5,4%). Nel 2010, la popolazione straniera è aumentata notevolmente superando le 155000 persone e raggiungendo il 10% del totale.[57]

Città più popolate

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Ancona: il duomo di San Ciriaco.
Ascoli Piceno: Piazza del Popolo.
Pesaro: il Palazzo Ducale.
Urbino: Palazzo Ducale.
Macerata.
Fermo: duomo

Comuni più popolati della regione, al 31 dicembre 2021, secondo la stima dell'ISTAT[58].

Comune Popolazione

(31-7-2024)

Provincia Superficie

(km²)

1 Ancona 99 413   Ancona 124,84
2 Pesaro 95 525   Pesaro e Urbino 126,77
3 Fano 59 946   Pesaro e Urbino 121,84
4 San Benedetto del Tronto 47 018   Ascoli Piceno 25,31
5 Ascoli Piceno 45 385   Ascoli Piceno 158,02
6 Senigallia 43 976   Ancona 117,77
7 Civitanova Marche 41 990   Macerata 45,8
8 Macerata 40 626   Macerata 92
9 Jesi 39 526   Ancona 108,9
10 Fermo 35 912   Fermo 124,17
11 Osimo 34 875   Ancona 106,74
12 Fabriano 28 726   Ancona 272,08
13 Falconara Marittima 25 863   Ancona 25,82
14 Porto Sant'Elpidio 25 862   Fermo 18,14
15 Recanati 20 696   Macerata 102
16 Castelfidardo 18 437   Ancona 33,39
17 Tolentino 17 646   Macerata 94,86
18 Sant'Elpidio a Mare 16 434   Fermo 50,37
19 Grottammare 15 908   Ascoli Piceno 17,66
20 Porto San Giorgio 15 594   Fermo 8,58
21 Potenza Picena 15 492   Macerata 48,2
22 Corridonia 14 719   Macerata 62
23 Chiaravalle 14 236   Ancona 17,6
24 Vallefoglia 15 023   Pesaro e Urbino 39,57
25 Mondolfo 14 437   Pesaro e Urbino 22,82
26 Urbino 13 843   Pesaro e Urbino 226,50

Le città sedi di studi universitari sono quindici, appartenenti a quattro università: Università Politecnica delle Marche di Ancona (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, San Benedetto del Tronto, Pesaro), Università di Urbino[59] (con sedi anche a Fano e Pesaro), Università di Macerata (con sedi anche a Civitanova Marche, Fermo, Jesi, Osimo, Spinetoli), Università di Camerino (con sedi anche ad Ascoli Piceno, Matelica, Recanati, San Benedetto del Tronto); ciò rende le Marche la seconda regione d'Italia per rapporto tra abitanti ed università (388.242 abitanti per università) e per rapporto tra abitanti e sede universitarie (103.000 abitanti per sede).

Etnie e minoranze straniere

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Nella seguente tabella sono riportati gli stranieri residenti in regione al 31 dicembre di ogni anno.[60]

Nazionalità 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
Romania (bandiera) Romania 2.748 4.728 6.158 7.494 8.504 15.400 19.602 21.679 22.959 20.615 22.767 24.986 25.784 25.649 25.976 26.204 25.118 25.005 23.382 23.419 23.336
Albania (bandiera) Albania 10.939 13.352 15.316 16.952 18.183 19.701 21.531 22.246 21.982 20.525 20.888 20.739 20.062 18.484 16.760 15.904 15.184 14.850 14.486 13.936 14.025
Marocco (bandiera) Marocco 8.120 9.354 10.416 11.034 11.635 12.597 14.070 14.642 14.675 13.439 13.116 13.203 12.621 11.735 10.929 10.625 10.309 10.272 10.116 9.631 9.329
Cina (bandiera) Cina 1.762 2.582 3.710 4.678 5.499 6.288 7.279 8.171 9.163 8.152 9.061 9.861 9.938 9.863 9.690 9.542 9.021 9.076 9.939 8.809 8.695
Pakistan (bandiera) Pakistan 1.287 1.671 1.999 2.226 2.366 2.651 3.010 3.573 4.031 3.951 4.093 4.271 4.528 4.488 4.564 4.928 5.238 5.571 6.428 6.367 6.733
Bangladesh (bandiera) Bangladesh 721 979 1.267 1.553 1.890 2.215 2.863 3.311 3.712 3.523 3.690 4.299 4.088 4.184 4.134 4.368 4.170 4.496 4.855 5.018 5.793
Ucraina (bandiera) Ucraina 665 2.245 2.917 3.179 3.456 3.851 4.394 4.778 5.365 4.975 4.934 5.410 5.576 5.632 5.625 5.605 5.390 5.328 5.465 5.252 5.755
Macedonia del Nord (bandiera) Macedonia del Nord 5.472 7.014 7.547 8.320 9.409 9.730 10.409 10.789 10.875 9.877 9.827 9.911 9.324 8.476 7.452 6.781 6.121 5.542 5.125 4.718 4.547
Nigeria (bandiera) Nigeria 992 1.304 1.589 1.792 1.910 2.099 2.346 2.591 2.801 2.765 3.020 3.278 3.327 3.397 3.563 4.019 4.015 4.005 4.115 3.959 3.987
India (bandiera) India 1.053 1.297 1.610 1.882 2.100 2.451 2.978 3.429 3.744 3.700 3.950 4.167 4.291 4.262 4.055 4.025 3.892 4.017 3.960 3.744 3.668
Moldavia (bandiera) Moldavia 272 1.058 1.328 1.629 1.868 2.599 3.286 4.001 4.738 4.905 5.061 5.102 4.925 4.612 4.266 4.139 3.831 3.710 3.739 3.664 3.488
Tunisia (bandiera) Tunisia 3.081 3.424 3.872 4.098 4.361 4.625 5.067 5.133 5.135 4.316 4.380 4.410 4.309 3.987 3.705 3.580 3.364 3.343 3.409 3.341 3.436
Polonia (bandiera) Polonia 1.097 1.843 2.412 2.950 3.616 4.503 4.946 5.098 5.181 4.229 4.463 4.690 4.556 4.389 4.389 4.282 4.032 3.913 3.469 3.337 3.291
Senegal (bandiera) Senegal 1.096 1.464 1.648 1.707 1.830 1.923 2.172 2.406 2.607 2.356 2.538 2.833 2.950 2.954 2.965 3.131 2.966 3.030 3.095 3.136 3.227
Totale 54.660 70.557 81.890 91.325 99.285 115.299 131.033 140.457 146.368 133.995 139.800 146.152 145.130 140.341 136.199 136.045 130.903 130.595 130.462 126.820 129.067
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti marchigiani.

Le Marche, insieme all'Umbria e al Lazio, si contraddistinguono per la presenza di un continuum fra tre ripartizioni dialettali, una delle quali ulteriormente suddivisa. Le suddivisioni dialettali sono dunque quattro, che sfumano impercettibilmente una nell'altra:

Tre degli otto grandi gruppi dialettali italiani sono così rappresentati nelle Marche: uno diffuso soprattutto in Italia settentrionale, uno in Italia centrale, uno in Italia meridionale.

Suddivisione amministrativa

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Dal 1º gennaio 1948, ex art. 131 della nostra vigente Costituzione, le Marche sono una regione ad autonomia ordinaria della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.

Al 1 Luglio 2020 la regione Marche è suddivisa in 5 province e 225 comuni.

Stemma Provincia Mappa Comuni Abitanti
(31/12/2021)[58]
Superficie
(km²)
Presidente Sito Istituzionale
Provincia di Ancona 47 461 745 1.963 Daniele Carnevali Ancona
Provincia di Ascoli Piceno 33 202 317 1.228 Sergio Loggi Ascoli Piceno
Provincia di Fermo 40 168 485 862 Michele Ortenzi Fermo
Provincia di Macerata 55 305 249 2.779 Sandro Parcaroli Macerata
Provincia di Pesaro e Urbino 50 349 159 2.507 Giuseppe Paolini Pesaro e Urbino Archiviato il 29 aprile 2011 in Internet Archive.
Marche 225 1 486 955 9.339 Francesco Acquaroli Marche

Istituzioni, enti e associazioni

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Fano: Arco di Augusto
Gradara
Jesi
Fabriano: piazza del Comune
Senigallia: la Rotonda

Sono organi della Regione il Consiglio regionale, la Giunta e il suo Presidente. Tutti gli organi della regione sono ad Ancona.

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti delle Marche.

Il Presidente della Giunta regionale è eletto a suffragio universale e diretto in concomitanza con l'elezione del Consiglio regionale, e fa parte dell'organo consiliare. Nella prima seduta del nuovo Consiglio regionale il Presidente della giunta espone il programma del governo regionale e presenta gli assessori, tra i quali indica il Vicepresidente chiamato a sostituirlo in caso di assenza o impedimento temporaneo. Il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli assessori previa comunicazione al Consiglio regionale.

Il Presidente della giunta regionale ha le seguenti funzioni:

  • Rappresenta la Regione.
  • Nomina e revoca gli assessori, fra i quali il Vicepresidente, attribuisce le deleghe agli assessori e può revocarle.
  • Può conferire incarichi particolari a singoli consiglieri regionali.
  • Dirige la politica della Giunta e ne è responsabile.
  • Promulga le leggi, emana i regolamenti, indice i referendum previsti dallo Statuto
  • Sovrintende all'azione amministrativa regionale.
  • Partecipa ai lavori della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio.
  • Promuove, su deliberazione della Giunta, la questione di legittimità costituzionale e i conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale e ne dà immediata comunicazione al Consiglio.

Giunta regionale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Giunta regionale delle Marche.
  • La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composta dal Presidente e da non più di dieci assessori, compreso il Vicepresidente.
  • La Giunta opera collegialmente, in armonia con le direttive impartite dal Presidente della Giunta.
  • La Giunta adotta, su proposta del suo Presidente, un regolamento interno che ne disciplina il funzionamento.
  • Le deliberazioni della Giunta non sono valide se non è presente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono assunte a maggioranza dei presenti.
  • Le sedute della Giunta non sono pubbliche, salvo diversa decisione della Giunta stessa.
  • La Giunta regionale pubblica periodicamente il Notiziario della Giunta regionale Marche[61], che può essere sia letto direttamente on line in versione digitale, che in versione cartacea facendone richiesta gratuita dal suddetto sito. Data la varietà e la facilità di fruizione dei servizi offerti, il sito è visitato periodicamente dai marchigiani residenti all'estero, in particolare da quelli che si trovano negli Stati Uniti e in Argentina. Il Notiziario, sia in versione cartacea che in digitale, e la newsletter permettono infatti loro di restare in contatto con la Regione Marche e con ciò che vi avviene.

Consiglio regionale (Assemblea legislativa delle Marche)

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Lo stesso argomento in dettaglio: Consiglio regionale delle Marche.

Il Consiglio regionale è l'organo legislativo e della rappresentanza democratica della Regione ed è eletto a suffragio universale e diretto; esso svolge la funzione di indirizzo e di controllo politico del governo regionale.

Il Consiglio della regione Marche è formato da quarantadue consiglieri regionali. Ha il compito di eleggere il proprio presidente e l'ufficio di presidenza, e approvare a maggioranza assoluta dei componenti il proprio regolamento di organizzazione e funzionamento interno ed il regolamento interno di amministrazione e contabilità.

Il Consiglio organizza i suoi lavori in commissioni permanenti per l'esame, in sede referente, delle proposte di legge regionale e di altre deliberazioni consiliari e per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo sull'amministrazione regionale, nelle materie di rispettiva competenza. Il Consiglio può inoltre istituire Commissioni speciali e di inchiesta.

Stemma, gonfalone e inno

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Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma delle Marche.
Gonfalone della regione

Con legge regionale n. 13 del 15 marzo 1980[62] e pubblicata sul bollettino regionale n. 28 del 22 marzo 1980, vengono definiti lo stemma ed il gonfalone della regione.

«Lo stemma della regione Marche è costituito dal disegno stilizzato di un picchio verde che si sovrappone in parte alla lettera maiuscola m, di colore nero, in campo bianco delimitato da una striscia verde in forma di scudo.»

«Il gonfalone della regione è di colore bianco con la scritta "Regione Marche" in colore verde e reca al centro lo stemma di cui all'articolo precedente. Il gonfalone si completa con il nastro tricolore (verde, bianco, rosso) annodato al di sotto del puntale.»

Nel 1980 la Regione ha adottato come stemma l'immagine di un picchio verde, in quanto simbolo e totem dei Piceni, cioè della prima civiltà che caratterizzò tutta la regione nell'Età del Ferro.[63]

Nel 2007 è stato commissionato al musicista ascolano Giovanni Allevi l'Inno delle Marche.[64]

Nel 2013 la regione Marche decide di aggiungere un testo all'Inno delle Marche e incarica una commissione di cui fa parte Giulio Rapetti, in arte Mogol, di scegliere il miglior testo tra tutti quelli partecipanti al pubblico concorso indetto. La scelta della commissione cade sulle parole scritte dal marchigiano Giacomo Greganti e vengono scelti i BTwins, due allievi di Mogol, per l'interpretazione del pezzo. Ed è stato proprio Mogol nel corso delle celebrazioni della Giornata delle Marche il 10 dicembre 2013 a San Benedetto del Tronto a tenere a battesimo l'esecuzione dell'Inno cantato dai due gemelli ascolani.

Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza»
— Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010 [65]

Industria e artigianato: il modello marchigiano

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Museo della fisarmonica a Castelfidardo

L'economia marchigiana è caratterizzata da una fiorente piccola-media industria ad alta specializzazione distribuita equamente in tutto il suo territorio, ma concentrata soprattutto sul litorale e nelle valli, in distretti industriali specializzati; tali industrie sono la naturale evoluzione di antiche attività artigianali. Si tratta del cosiddetto "modello marchigiano", espressione coniata da Giorgio Fuà, il padre fondatore dell'ISTAO di Ancona, centro di formazione dell'imprenditoria marchigiana, dai fratelli Merloni ai Guzzini ai Della Valle. Nelle Marche ci sono ventotto distretti industriali, come in Lombardia, ma con una buona qualità della vita e senza i problemi di periferie, ritmi frenetici, pendolarismo. Altra caratteristica fondamentale del modello marchigiano è un'imprenditoria che non dipende né da aiuti statali né da grandi prestiti chiesti alle banche, come al Nord. Piuttosto questa forma di economia si può avvicinare a quella del Veneto e del Friuli[66].

Tra i settori di spicco e di rilevanza nazionale si segnalano (da nord a sud):

Si devono inoltre ricordare le industrie diffuse su tutto il territorio regionale, non propriamente inseribili nel modello marchigiano:

PIL delle Marche[pil 1]
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Prodotto interno lordo
(milioni di Euro)
30.527,8 32.291,3 33.912,9 34.794,0 36.170,9 36.994,1 38.542,6 40.929,7 41.612,2
PIL ai prezzi di mercato per abitante[pil 1]
(Euro)
20.898,0 22.002,8 22.946,7 23.278,2 23.925,7 24.277,5 25.150,1 26.166 26.652
Ripartizione del PIL per macro-attività economiche[pil 1][pil 2]
Macro-attività economica PIL prodotto % settore su PIL regionale % settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca € 598,0 1,55% 1,84%
Industria in senso stretto € 8.967,9 23,27% 18,30%
Costruzioni € 2.006,3 5,21% 5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni € 7.166,9 18,59% 20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali € 8.711,1 22,60% 24,17%
Altre attività di servizi € 6.753,5 17,52% 18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni € 4.338,9 11,26%% 10,76%
PIL Marche ai prezzi di mercato € 38.542,6
  1. ^ a b c Dati Istat - Tavole regionali, su istat.it. URL consultato il 5 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2008).
  2. ^ Milioni di euro, ai prezzi correnti di mercato nel 2006
Monumento al pescatore, a San Benedetto del Tronto
Pescherecci a Civitanova Marche
Pescherecci nel mandracchio di Ancona. Al centro il Lazzaretto

Per ciò che riguarda la pesca, le Marche rivestono un importante ruolo a livello nazionale. Le statistiche nazionali per la consistenza della flotta vedono infatti ben quattro porti marchigiani tra i primi venti italiani per tonnellata di stazza lorda (TSL): il porto di Ancona è al terzo posto, quello di San Benedetto al nono posto, quello di Civitanova Marche al quattordicesimo, quello di Fano al diciassettesimo. Complessivamente le Marche sono al secondo posto nella classifica nazionale per tonnellaggio, con 11.200 TSL, dopo la Sicilia, che ha 29.800 TSL[81]. Dato che la Sicilia ha però uno sviluppo costiero notevolmente maggiore (1500 km contro i 173 marchigiani), le Marche risultano avere il primato in Italia nel rapporto tra tonnellaggio della flotta peschereccia e sviluppo costiero: 64 TSL/km contro i 19,8 TSl/km dell'Sicilia.

Anche per quanto riguarda la commercializzazione del pescato, le Marche hanno rilevanza nazionale: i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico[82] e al sesto posto in ambito nazionale[83].

Porto classifica nazionale per TSL stazza lorda (t) n° imbarcazioni
Ancona 4.566 207
San Benedetto 2.845 123
Civitanova Marche 14° 2.167 84
Fano 17° 1.812 90
Marche 11.200 -

Infrastrutture e trasporti

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Aeroporti civili

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L'aeroporto di Ancona-Falconara visto dall'alto

Il maggiore aeroporto della regione è l'aeroporto di Ancona-Falconara, in cui operano sia i vettori di linea, sia le più importanti compagnie charter internazionali. Di importanza locale è l'Aeroporto di Fano.

Il porto di Ancona

Il porto principale è il porto di Ancona, nel 2010 risultò essere il primo in Italia per traffico internazionale di veicoli e passeggeri, con oltre 1,5 milioni di passeggeri e 200.000 TIR ogni anno[84], e uno dei primi dell'Adriatico per le merci[85]. È sede di autorità portuale e di direzione marittima.

Sono sedi di capitaneria il porto di Pesaro e il porto di San Benedetto del Tronto; sedi di circondario marittimo sono il porto di Fano, il porto di Civitanova Marche e il porto di Porto San Giorgio. Si ricordano inoltre il porto di Senigallia e il porto di Numana[86].

Strade principali

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Lo stesso argomento in dettaglio: Strade regionali delle Marche.

Lungo il litorale corrono le principali arterie stradali: l'autostrada A14 - Adriatica e la statale 16 - Adriatica, che collegano la regione con l'Emilia-Romagna a nord e con l'Abruzzo a sud.

Dalla costa risalgono le valli e si dirigono verso l'Appennino e il confine con l'Umbria quattro strade principali (statali e con la caratteristica di superstrade) e varie provinciali, elencate di seguito da nord a sud[87]:

Tagliano invece trasversalmente le valli le seguenti strade:

Distanze stradali (minime)
in km Ancona Ascoli Piceno Fermo Macerata Pesaro Urbino
Ancona - 119 63 50 62 90
Ascoli Piceno 119 - 60 87 177 192
Fermo 63 60 - 39 120 148
Macerata 50 87 39 - 102 116
Pesaro 62 177 120 102 - 35
Urbino 90 192 148 116 35 -

Le due strade consolari che interessano la regione, la Flaminia e la Salaria, già strade statali, sono ora di competenza provinciale:

Sono raccordi stradali la statale 76 dir, che collega la statale 76 con l'aeroporto di Ancona-Falconara, e la statale 681, asse attrezzato del porto di Ancona.

Interessano il territorio regionale i seguenti itinerari europei:

Linee ferroviarie

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Lo stesso argomento in dettaglio: Rete ferroviaria delle Marche.

La linea ferroviaria più importante che percorre la regione è la Milano-Lecce, classificata tra le linee fondamentali italiane[88]; essa comprende il tratto Bologna–Ancona, aperto nel 1861, e il tratto Ancona-Lecce, aperto tra il 1863 e il 1866. Linea fondamentale[88] è anche la linea ferrovia Roma-Ancona, completata nel 1866.

Ferrovie di interesse regionale sono le linee Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, Pergola–Fabriano e Civitanova Marche–Fabriano.

Linee dismesse sono la Fano–Urbino, la Fermignano–Pergola e la Porto San Giorgio–Amandola.

Nodi logistici

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Il Consiglio regionale delle Marche ha individuato tre nodi logistici[89]: il porto di Ancona, l'interporto di Jesi e l'aeroporto di Ancona-Falconara.

Lo stesso argomento in dettaglio: Centro rurale di ristoro e degustazione.
Uno scorcio della campagna marchigiana
Il Polittico di Sant'Emidio di Carlo Crivelli nel Duomo di Ascoli Piceno

I dati riguardanti il turismo nelle Marche indicano un aumento costante anno dopo anno. Nel 2007 si sono registrati più di 2 milioni di arrivi (1.820.473 italiani e 349.898 stranieri[90]) e 12 milioni e mezzo di presenze.[91]

Diciassette sono le bandiere blu assegnate ai comuni della costa, diciannove quelle arancioni assegnate dal Touring Club Italiano ai comuni montani e dell'entroterra; ventidue borghi inoltre rientrano nell'"Associazione dei borghi più belli d'Italia". Inoltre quasi il 10% della superficie regionale risulta tutelata, tra cui due parchi nazionali, quattro parchi regionali, sei riserve naturali.

Promozione turistica

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Sino al 2010, lo slogan scelto dalla regione Marche per la promozione turistica era Le Marche: l'Italia in una regione, tratto dal libro di Guido Piovene Viaggio in Italia del 1957[92].

Nel gennaio 2010 è stato prodotto uno spot televisivo e cinematografico della regione dal titolo Marche: le scoprirai all'infinito, in cui Dustin Hoffman legge L'infinito del poeta recanatese Giacomo Leopardi.[93]

Sempre nel 2010, in occasione della fiera del turismo di Shanghai, la Rainbow ha prodotto un filmato dove le Winx illustrano le risorse turistiche della regione; da esso è stato tratto uno spot, trasmesso durante la prima edizione di Carosello Reloaded.

Le "Marche non ti abbandonano mai" è lo spot di promozione delle Marche interpretato da Neri Marcorè nel 2014.[94]

La promozione turistica delle Marche punta su sei temi[95]: "Marche in blu", "Made in Marche", "The Genius of Marche", "Spiritualità e Meditazione", "Parchi e Natura", "Dolci colline e antichi borghi".

Nel 2014 e nel 2017 nelle Marche, e precisamente Fabriano, sono stati girati gli esterni della terza e della quarta stagione della fiction Che Dio ci aiuti; gli episodi erano preceduti da brevi video promozionali (Su e giù per le Marche aspettando Suor Angela).

L'Expo 2015 è stata una sede privilegiata per valorizzare le eccellenze regionali sotto il profilo enogastronomico, culturale e turistico, per comunicare le strategie di internazionalizzazione e presentare le qualità dei prodotti marchigiani[96].

Una nuova campagna promozionale è lanciata nel 2019, con lo slogan Bellezza infinita, e con testimonial Vincenzo Nibali.

Località balneari

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Le Marche hanno ottenuto nel 2016 diciassette bandiere blu, che salgono a 19 nel 2024[97], seguendo in Italia soltanto la Liguria (34) e la Toscana (19); in rapporto allo sviluppo costiero la regione è al primo posto in Italia, con una bandiera blu ogni 10,5 km, mentre la Liguria ne ha una ogni 13,2 km e la Toscana una ogni 20 km[98].

Gabicce Monte e Vallugola visti da Gabicce Mare
La Spiaggia dei Sassi Neri, nella Riviera del Conero
Lungomare di San Benedetto del Tronto

Bandiere blu 2024, elencate da nord a sud.

Città d'arte

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Il Palazzo Ducale di Urbino
Piazza del Popolo di Ascoli Piceno
La galleria rococo di Palazzo Pianetti a Jesi

Notevole è il patrimonio artistico regionale, con opere che vanno dal Romanico al Gotico cistercense, dalla pittura trecentesca a quella rinascimentale di Raffaello, Carlo Crivelli e Lorenzo Lotto. Le città della regione sono ricche di luoghi con atmosfere medievali o settecentesche, oppure hanno il carattere di "città ideali" del Rinascimento, capitali di piccole repubbliche. Nei centri urbani, spesso ancora cinti da mura, si alternano antichi luoghi commerciali e di potere, piazze toccate da antiche vie romane, palazzi di antiche famiglie nobili o luoghi dello spirito e sedi ecclesiastiche.

La città di Urbino, con la sua architettura rinascimentale, è patrimonio dell'umanità, ed insieme ad Ascoli Piceno, con il suo centro storico interamente costruito in travertino, sono tra le mete più visitate.

I borghi più belli d'Italia

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Corinaldo, uno de I borghi più belli d'Italia

Bandiere arancioni

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Veduta di Offagna con la sua Rocca, bandiera arancione dal 2013

Città murate

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Le quattrocentesche Mura di Jesi
Le Mura di Corinaldo

Castelli e fortezze

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Mappa dei castelli e fortezze fra la Romagna e le Marche
Il Castello di Gradara
La Rocca di Sassocorvaro
Il Castello della Rancia a Tolentino

Santuari ed abbazie

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Basilica della Santa Casa di Loreto
La Basilica di Santa Maria Piè di Chienti
L'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra
Tolentino: Basilica di San Nicola
Il Teatro delle Muse di Ancona
Il Teatro Pergolesi di Jesi
Il Teatro dell'Aquila di Fermo
Teatro Lauro Rossi Macerata
Il Teatro comunale di Cagli
Lo stesso argomento in dettaglio: Teatri delle Marche.

Musei e aree archeologiche

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Lo stesso argomento in dettaglio: Musei delle Marche.

Le Marche hanno una singolare ricchezza di musei ed aree archeologiche: sono più di 400, tra pubblici e privati, appartenenti alle più svariate tipologie[99]. Si elencano qui i soli musei nazionali o statali[100].

Parchi e Riserve Naturali nelle Marche

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I Monti Sibillini visti da Montefortino
Parchi regionali
Parchi nazionali

Arquata del Tronto è l'unico comune d'Europa racchiuso all'interno di due parchi nazionali: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a sud, ed il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a nord[101]

Riserve naturali
La Gola del Furlo

Piste ciclabili

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ZPS - Zone di Protezione Speciale

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Questi sono, per quanto concerne la regione Marche, i siti delle Zone di Protezione Speciale[103].

Provincia di Ancona
Provincia di Ascoli Piceno
  • Litorale di Porto d'Ascoli (La Sentina)
  • Montagna dei Fiori
  • Monte dell'Ascensione
  • Monte Oialona - Colle Propezzano
Provincia di Macerata
  • Dalla Gola del Fiastrone al Monte Vettore
  • Gola di Sant'Eustachio, Monte d'Aria e Monte Letegge
  • Monte Giuoco del Pallone
  • Monte San Vicino e Monte Canfaito
  • Valle Rapegna e Monte Cardosa
  • Valle Scurosa, Piano di Montelago e Gola di Pioraco
  • Valnerina, Montagna di Torricchio, Monte Fema e Monte Cavallo
Provincia di Pesaro e Urbino

Tradizioni e folclore

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Un biroccio, tradizionale carro agricolo marchigiano, negli anni sessanta del Novecento. Si nota a destra un acero che sostiene una vite, elemento un tempo caratteristico del paesaggio marchigiano.

Il ciclo dell'anno

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Nel corso dell'anno si susseguono nelle Marche diversi eventi legati al ciclo delle stagioni. Non si riportano qui le manifestazioni e le usanze nate dopo gli anni sessanta del Novecento.

Gennaio

La festa dell'Epifania, oltre che con le usanze diffuse in tutta Italia, come quella della Befana, è celebrata anche con i canti rituali di questua detti "della Pasquella", che è il nome locale della festa. Vivissima un tempo, poi quasi caduta in disuso, l'usanza si è salvata dall'oblio grazie all'impegno di alcuni gruppi musicali e di alcuni comuni. I canti, nei diversi dialetti della regione, hanno un testo antico, sono accompagnati dall'organetto e sono itineranti, in quanto hanno lo scopo di augurare il buon anno casa per casa, raccogliendo offerte di cibi e di vino.[104][105]

Carnevale
Il Cavallo di fuoco di Ripatransone

La celebrazione del Carnevale è diffusa ovunque, ma assume carattere particolarmente spettacolare nel Carnevale di Fano, nel Carnevale di Offida e nel Carnevale di Ascoli; tra le maschere carnevalesche antiche e recenti si ricordano il Rabachén e la Cagnèra, di Pesaro[106], Mosciolino[107] e Papagnoco[108], di Ancona, il costume del guazzaró, di Offida[109], lu sfrigne, di Ascoli.[110]

Quintana di Ascoli Piceno
Pasqua

Legate al periodo pasquale sono: il Cavallo di fuoco di Ripatransone, risalente al 1682 consistente in un peculiare spettacolo pirotecnico; la Turba, di Cantiano (PU), sacra rappresentazione del Venerdì Santo risalente al 1440.

Pentecoste
Sciò la pica di Monterubbiano

Durante la Pentecoste dal 1965 si svolge a Monterubbiano (FM) la festa di Sciò la Pica, legata all'origine mitica del popolo piceno e al suo totem, il picchio verde, oggi emblema delle Marche.[111]

Giugno

Il ventiquattro giugno è la festa di San Giovanni Battista, che è celebrata nelle Marche con l'usanza di lavarsi il viso con acqua profumata, come in un rito di purificazione; l'acqua si prepara raccogliendo fiori ed erbe profumate e immergendoli in un catino, tenuto fuori dalla finestra per tutta la notte.[104] Lo stesso giorno, ogni anno, a Fabriano si chiude il Palio di San Giovanni Battista, dove le quattro porte delle città competono nella tradizionale sfida del maglio.

Agosto
La Festa del Mare di Ancona

Ad agosto si svolgono tre delle più note manifestazioni tradizionali marchigiane, sul tipo delle giostre e dei tornei medievali: la Cavalcata dell'Assunta a Fermo (dal 1182, ripresa nel 1982), la Quintana ad Ascoli (almeno dal 1377, ripresa nel 1955), la Contesa del secchio a Sant'Elpidio a Mare (dal 1953).

Settembre

Nel mese di settembre, si svolge ad Urbino dal 1955 la Festa dell'aquilone, legata alla nota poesia di Giovanni Pascoli; in questa occasione centinaia di aquiloni volteggiano sopra il cielo della città ducale. Inoltre in settembre si tiene a Loreto sin dal XVIII secolo la Corsa del drappo, spettacolare corsa di cavalli lungo la ripida salita di Montereale.

Feste del raccolto

Le feste del raccolto più importanti, denominate "feste del covo", sono la Festa del Covo di Campocavallo di Osimo, risalente al 1939[112], e la Festa del Covo di Candia di Ancona, risalente nelle sue attuali forme al 1932.[113]

Fisarmonica fabbricata a Castelfidardo
Dicembre

In dicembre si deve ricordare anzitutto l'antichissima festa della Venuta, festa medievale che nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso,[114] si diffuse capillarmente in tutte le Marche;[115] a questa celebrazione è dedicato il successivo paragrafo. Si ricorda anche la tradizione del presepe marchigiano, affermatasi in seguito della precoce diffusione dei conventi francescani, risalente al tempo in cui San Francesco era ancora in vita e frequentava la regione.[116] L'ambientazione è la tipica campagna collinare marchigiana, ma rivisitata in chiave medio-orientale.

Feste del mare

Nei porti marchigiani il legame con il mare si celebra durante le varie feste del mare, consistenti tutte in processioni religiose in mare con seguito di barche, nel ricordare coloro che hanno perso la vita in mare durante l'anno, nella degustazione di specialità gastronomiche legate alla pesca, in fuochi d'artificio che si specchiano sul mare. Da oltre trent'anni si celebrano: la Festa del mare di Ancona, la Festa del mare di Fano (PU), la Festa del mare di Porto San Giorgio (FM), la Festa del Mare di Campofilone (FM). Da oltre dieci anni si celebrano la Festa del mare di Porto Recanati (MC) e la Festa del mare di Civitanova Marche (MC).

Musica, danza e giochi

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I tre assi, massimo punteggio del gioco marchigiano della Petrangola.

Il ballo tradizionale tipico marchigiano è il Saltarello, che ancora vanta scuole di ballo ed entusiasmo popolare[117]; è accompagnato dal tamburello e dall'organetto. Lo strumento musicale per eccellenza delle Marche è la fisarmonica, prodotta artigianalmente nella zona di Castelfidardo[118].

Viva è la tradizione degli stornelli[119] e dei canti popolari in dialetto, accompagnati dalla fisarmonica o dall'organetto; alcune cittadine organizzano rassegne ad essi dedicate[120].

Nelle Marche, come in altre regioni che un tempo appartenevano allo Stato della Chiesa, si gioca a carte con le carte piacentine. Gioco di carte tipico marchigiano è la Petrangola; il fatto di poter essere giocato anche in più di dieci persone lo fanno preferire specialmente durante le festività natalizie, in occasione di raduni di parenti ed amici[121]. Un altro gioco di carte popolare in questo territorio è la Cispa; anche in questo gioco si usano le carte piacentine[122].

Festa delle Marche e Festa della Venuta

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Lo stesso argomento in dettaglio: Festa della Venuta.
Focaraccio della Venuta

Il consiglio regionale ha deciso nel 2004 di celebrare il 10 dicembre la giornata delle Marche[123], allo scopo di "riflettere e sottolineare la storia, la cultura, le tradizioni e le testimonianze della comunità marchigiana, per rafforzarne la conoscenza e il senso di appartenenza".[124] La data scelta è quella in cui, in ogni parte del mondo, le tante comunità marchigiane residenti all'estero ricordano da sempre, spontaneamente, le loro origini; lo stesso 10 dicembre è infatti anche la festa della Madonna di Loreto, riconosciuta dai marchigiani come riferimento ideale e spirituale della propria terra e delle proprie origini. Infatti, nelle due notti che precedono la ricorrenza, nelle città e nelle campagne marchigiane si usa celebrare la festa della Venuta, accendendo grandi focaracci, o favori, o falò[125].

In occasione della celebrazione viene assegnato il "Picchio d'oro" ai marchigiani "che si sono distinti nei rispettivi settori professionali o che con il loro nome abbiano portato lustro alla comunità regionale".[126]

L'idea di celebrare una giornata delle Marche è nata tra le comunità marchigiane dell'Argentina, in cui tra il XIX secolo e il XX secolo emigrarono migliaia di marchigiani contribuendo al progresso argentino, che coltivano il legame con la loro terra d'origine.

Le prime dieci edizioni sono state dedicate ai temi seguenti:

  • 2005: "Le Marche nel mondo"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Buenos Aires;
  • 2006: "Le Marche e l'Europa"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Bruxelles;
  • 2007: "I giovani delle Marche"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Montréal;
  • 2008: "Gli anziani delle Marche, pieni di vita"; giornata celebrata in collaborazione con la comunità marchigiana di Sydney;
  • 2009: "Anniversario di padre Matteo Ricci - le Marche e l'Oriente";
  • 2010: "Anniversario di Giovanni Battista Pergolesi";
  • 2011: "Le Marche e l'Unità d'Italia", in concomitanza con i festeggiamenti per il centocinquantenario dello Stato italiano;
  • 2012: "Lo sport: vincere per la vita", per festeggiare gli atleti marchigiani che hanno partecipato alle Olimpiadi.
  • 2013: "I Marchigiani. La forza della nostra comunità"
  • 2014: "Crescita, sviluppo, lavoro"; Giacomo Leopardi
  • 2015: "Le Marche, il territorio, la comunità"
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina marchigiana.
Lo stesso argomento in dettaglio: Prodotti agroalimentari tradizionali marchigiani.

Le Marche offrono un'ampia varietà di piatti, contando su sapori provenienti sia dal pesce dell'Adriatico che da quelli tipici della collina e della montagna. Inoltre 20 vini, tra DOC e DOCG, accompagnano le creazioni della cucina locale con aromi più o meno intensi.

L'antipasto tipico della regione è freddo e si può comporre di un'ampia varietà di salumi e formaggi locali come il salame di Fabriano, i salamini alla cacciatora, il prosciutto, il ciauscolo, la lonza, il lonzino, il prosciutto di Carpegna, il ciarimbolo, la coppa marchigiana, il mazzafegato, la galantina, il migliaccio, il salame di pecora, il prosciutto aromatizzato del Montefeltro, il salame soppressato lardellato e di Frattula, la salsiccia di fegato, il casecc, il formaggio di fossa, il pecorino in botte, il raviggiolo e la casciotta d'Urbino).

Tra i formaggi, la cui produzione è diffusa in tutto il territorio regionale, in particolare vanno menzionati i pecorini, che si differenziano in base all'area di produzione: nelle province di Pesaro-Urbino, Ancona e Macerata, finita la salatura, le forme vengono scottate con il siero per ritardare la maturazione; ai monti Sibillini si utilizza il caglio aromatizzato coi profumi e sapori quali fiori di basilico, maggiorana, chiodi di garofano, noce moscata; nel Montefeltro si fa stagionare il pecorino nelle caverne di tufo e prende il nome di formaggio di fossa. La pancetta, la goletta e la salsiccia sono tra i prodotti più frequentemente usati per il condimento.

Una presenza costante nell'alimentazione marchigiana sono gli animali da allevamento di bassa corte, ossia polli, conigli, tacchini e altri, e a tal proposito è nota la ricetta tipica del coniglio in porchetta.

Nell'entroterra, nel corso dell'anno, è possibile trovare tartufi bianchi e neri. Le zone tipiche del tartufo sono l'entroterra della provincia di Pesaro-Urbino, parte di quello di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona. Il tartufo bianco, il più pregiato, si può trovare in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino, nelle zone di Sant'Angelo in Vado, Acqualagna (capitale del tartufo), Pergola e Apecchio. Ad Amandola, nel Fermano, in autunno, si tiene la mostra mercato del tartufo bianco pregiato dei monti Sibillini. Il tartufo nero è diffuso nelle zone interne dell'intero territorio regionale, soprattutto ad Acqualagna, Cagli, Acquasanta Terme, Roccafluvione, Comunanza, Montefortino, Camerino, Castelsant'Angelo sul Nera e Visso.

L'olio marchigiano è di antiche origini e veniva apprezzato sin dal XIII secolo. Si distinguono quattro distretti produttivi: Colli Pesaresi, Colline Anconetane, Castelli di Jesi e Ascolano. Tuttavia l'olio extravergine di oliva di Cartoceto è l'unico marchigiano a denominazione DOP. Esistono poi i seguenti oli di oliva monovarietali: Coroncina, Piantone di Mogliano, Mignola, Raggia, Raggiola, Sargano di Fermo e Piantone di Falerone.

Per lungo tempo il simbolo gastronomico della regione marchigiana è stata la polenta, tanto che i marchigiani, proprio per questo, erano definiti 'magna-pulenda'. Versata fumante sulla spianatora (grande tavolo di legno), riuniva la famiglia 2 volte al giorno. Ancora oggi i condimenti sono numerosi e molteplici, e variano durante il periodo dell'anno e le zone. Sul territorio regionale si può provare la polenta con ceci e fave, allo stoccafisso, con ricotta e saba, alla carbonara, il pulendo' a butta' ggjio e persino la polenta Vruscata, ovvero avvolta in foglie di cavolo e lasciata per tutta la notte a cuocere sotto la brace. Numerosi sono gli adagi popolari al riguardo: "Trenda di', sessanda pulende" (in trenta giorni si mangia sessanta volte la polenta), "La pulenda preshto tira e preshto 'llenda" (la polenta sazia subito, ma altrettanto presto fa perdere quel senso di pienezza).

Tuttavia vi sono anche altri primi piatti tipici nelle Marche. Fra tutti meritano di essere menzionati i frascarelli, diversi tipi di gnocchi, che vengono chiamati "surcitti", i celebri cappelletti e il brodetto di pesce, che viene preparato in maniera diversa in ogni località costiera marchigiana (brodetto di Porto Recanati, alla fanese, alla sambenedettese, all'anconitana). La regione è anche celebre, come l'Emilia-Romagna, per la produzione di pasta all'uovo, fra cui spiccano i maccheroncini di Campofilone e i Vincisgrassi, specialità culinaria simile alle lasagne, dalle quali però differiscono per la sfoglia più sottile e per la presenza di animelle e chiodi di garofano nel sugo.

La crescia, da cui ha preso origine la moderna piadina romagnola, è una focaccia originaria di Urbino, diffusa però su tutto il territorio regionale. Particolare è "la crescia co' lu paulittu" preparata il primo gennaio. Si tratta di una specie di pizza con dentro una piccola moneta, detta paulittu (da Paolo, moneta di 50 centesimi dello Stato pontificio). Chi l'avesse trovata nella sua fetta di pizza sarebbe diventato padrone di casa per un anno intero.

Il chichì ripieno è una focaccia rustica tipica di Offida, condita con tonno, acciughe, peperoncino, capperi e carciofi sottaceto.

È nei secondi piatti che il carattere del popolo marchigiano si delinea in modo più preciso, esprimendo sempre la sua predilezione per un mangiare semplice e talvolta robusto. Il piccione ha da sempre rappresentato per la gente delle Marche un boccone appetitoso ed esistono numerose ricette che vedono come ingrediente questo volatile. Ascoli Piceno è una delle città italiane in cui il fritto è parte integrante della tradizione e della cultura popolare. Nel Piceno sono molti gli alimenti che vengono fritti, soprattutto durante le ricorrenze religiose. Le olive ascolane, ripiene di carne o pesce, sono oggi diffuse in tutto il mondo. Meno famose, ma altrettanto buone, sono le cotolette d'agnello fritte, la crema fritta (servita con le olive), i carciofi fritti, le cervella d'agnello fritte, la salvia in pastella fritta e le zucchine fritte.

Ma è nei secondi piatti di pesce che la cucina regionale è più nota: per comprendere quanto è variegata e ampia la cucina di mare, basti sapere che le Marche sono la regione italiana in cui il rapporto fra pesce pescato e abitanti è il più alto. San Benedetto del Tronto, primo porto peschereccio dell'Adriatico, è l'emblema delle tradizioni culinarie della costa marchigiana. Sarebbe prolisso dilungarsi a citare ogni ricetta a base di pesce in uso nella regione, così ci si può limitare a citarne le più famose. Primi fra tutti il brodetto di pesce, i "guatti" e i bombetti (molluschi endemici del medio-alto Adriatico), le cozze e lo stoccafisso, specialità all'anconetana.

Alcuni dei dolci tipici marchigiani sono il salame di fichi, di cui Giacomo Leopardi era ghiotto, il pan nociato, il ciambellone, i fuscelli al forno, le zeppole, diffuse anche in altre regioni, il frustingo, antichissimo e tipico del periodo natalizio, la rocciata, dolce invernale, i ravioli dolci, detti calcioni, i cavallucci e la serpe di Apiro, la tartaruga e i ciceru', ovvero una sfoglia ripiena di ceci, zucchero e saba e lu serpe, dolce natalizio. Nel periodo pasquale ancora oggi si prepara la pizza dolce, detta anche crescia brusca o caciu', le ciambelle, spesso insaporite con l'anice, e la rècina di Camerino. I dolci tipici del periodo di Carnevale sono le sfrappe, gli scroccafusi, le castagnole, la cicerchiata, il sanguinaccio dolce, i caciune di Monte Urano, gli Arancini (dolce) e la frustenga.

Le Marche vantano inoltre la produzione di alcuni particolari tipi di marmellata, come quella di pomodori verdi, o la confettura di bacche di rosa canina, la marmellata di mele cotogne e radici di cicoria, e la visciolata.

Prodotti di qualità riconosciuti e regolamentati

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Tra i prodotti agroalimentari tradizionali si ricorda il pecorino marchigiano, sia fresco, sia stagionato.

Vini e alcolici

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Lo stesso argomento in dettaglio: Vini delle Marche.

Altre bevande alcoliche:

Si ricorda infine la sapa che, pur derivata dal mosto, non è una bevanda, ma un condimento.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sport nelle Marche.
La Robursport Volley Pesaro festeggia la vittoria dello scudetto 2008-09

Impianti sportivi

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Gli impianti sportivi all'aperto più capienti della regione sono lo stadio Del Conero di Ancona (23.976 posti), lo stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno (20.550 posti) e lo stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto (15.000 posti). I principali palasport sono l'Adriatic Arena di Pesaro (10 323 posti) e il PalaRossini di Ancona (5 066 posti). La capienza indicata è in tutti i casi relativa ai posti a sedere.

Il calcio occupa una fetta importante degli sport più praticati nella regione Marche, in particolare dal secondo dopoguerra. Le squadre più rappresentative sono l'Ascoli, l'Ancona, la Sambenedettese, il Fano, la Vis Pesaro e la Fermana. In particolare l’Ascoli e l’Ancona hanno partecipato alla massima serie diverse volte, rispettivamente 16 e 2 partecipazioni.

Pallacanestro

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Altro sport molto diffuso è la pallacanestro, rappresentata a livello nazionale in particolare dalla Victoria Libertas Pallacanestro, conosciuta in passato come Scavolini Pesaro, che ha vinto due scudetti. Le altre società di pallacanestro marchigiane che hanno disputato la massima serie nazionale sono la Sutor, il Fabriano Basket e l'Aurora Basket Jesi.

Per la pallavolo spiccano squadre rilevanti a livello nazionale ed internazionale sia maschili che femminili: la Volley Lube, squadra maschile di Treia, vanta la conquista di 5 scudetti e due Champions League, mentre la Robursport, squadra femminile di Pesaro, ha ottenuto la vittoria di 3 scudetti.

Tra gli atleti di successo si ricordano Paolo Tofoli e Samuele Papi.

Nelle Marche sono nate grandi marchi, tecnici e piloti di levatura mondiale. L'azienda motociclistica di maggior rilevanza nazionale e internazionale è la Benelli, fondata nel 1911 a Pesaro, dove tuttora risiede. Il pilota di maggior rilievo è stato Valentino Rossi, nato ad Urbino e vissuto a Tavullia, considerato uno dei più grandi di tutti i tempi. Sono molto attivi i Moto Club regionali sia in ambito crossistico che di velocità. Nel 2017 è nata un'associazione denominata Terra di Piloti e Motori, con sede a Tavullia, per la promozione del turismo motociclistico nella regione.

Trainata dalla storica piazza di Senigallia - con lunga militanza nelle serie A e B - e da varie città limitrofe, le Marche hanno anche in questo sport una discreta tradizione ed hanno visto fiorire campioni di livello nazionale ed europeo.

Nella città di Pesaro (Provincia di Pesaro e Urbino) ha sede la squadra di futsal Italservice Pesaro, squadra che milita nella massima serie Italiana di futsal e che nella stagione 2019-2020 vinse il campionato posizionandosi prima.

  1. ^ Operativa dal 1970.
  2. ^ db-city.com
  3. ^ a b Bilancio demografico 30 giugno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Istituto nazionale di statistica, CODICI STATISTICI DELLE UNITÀ AMMINISTRATIVE TERRITORIALI: COMUNI, CITTÀ METROPOLITANE, PROVINCE E REGIONI (XLS), su istat.it, 30 giugno 2023. URL consultato il 23 settembre 2023.
  5. ^ I Vescovi delle Marche salutano i turisti (DOC), su chiesacattolica.it, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'8 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2006).
  6. ^ a b [1]
  7. ^ Marche: Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro-Urbino edito dal Touring club italiano nel 1988 (pagina 16). ISBN 9788836511495.
  8. ^ Guido Piovene, Viaggio in Italia
  9. ^ Sul carattere dei marchigiani si vedano:
    • Autori vari, Letture delle Marche, R.A.D.A.R., 1969 (pagina 59)
    • Paolo Volponi (a cura di) Scrittori di "Attraverso l'Italia," 1930/1972, Touring club italiano, 1984 (pagina 212)
    • Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23)
  10. ^ Sull'unità e pluralità delle Marche si vedano:
    • Autori vari, Studi maceratesi, Volume 16, Centro di studi storici maceratesi, 1982 (pagina 13): ...non è unità nella uniformità, ma unità nella pluralità;
    • Sergio Anselmi, Le Marche, Giulio Einaudi, 1987 (pagina 53): ...la sostanziale unità della regione;
    • Elisée Reclus, Attilio Brunialit, L'Italia nella natura, nella storia, negli abitanti, nell'arte e nella vita presente, Società editrice libraria, 1904 (pagina 23): Alla varietà del suolo corrisponde grande varietà di abitudini e linguaggio... permane però la nota comune che è il carattere dei marchigiani...
  11. ^
    • (EN) Bernard Berenson, Italian Painters of the renaissance, vol. 2, Phaidon 1952 (p. 94). Da questo testo si cita: the "most famous and most loved" master of the High Renaissance ("il più famoso e più amato maestro del Rinascimento");
    • (EN) Robert Williams, Raphael and the Redefinition of Art in Renaissance Italy, Cambridge University Press, 2017 (p. 1). Da questo testo si cita: ..the gratest pinter of all time ("...il più grande pittore di tutti i tempi").
  12. ^ In Inglese: Oxford History of Western Music, da cui si cita: Rossini's fame surpassed that of any previous composer, and so, for a long time, did the popularity of his works (la fama di Rossini ha superato quella di qualsiasi compositore precedente, e così, per lungo tempo, la popolarità delle sue opere").
  13. ^ In Italiano: Autori vari, Tutto letteratura italiana, De Agostini, 2010 (pagina 182);
  14. ^ In Inglese: Sito di biografie, da cui si cita: Maria Montessori was a pioneer of theories in early childhood education, which are still implemented in Montessori schools all over the globe ("Maria Montessori è stata una pioniera delle teorie di educazione della prima infanzia, ancora applicate in scuole Montessori in tutto il mondo"). Per il numero delle scuole Montessori nel mondo vedi: Sito statunitense sul Metodo Montessori Archiviato il 30 ottobre 2019 in Internet Archive., da cui si cita: there are about 4,500 Montessori schools in the United States and about 20,000 worldwide (Ci sono circa 4.500 scuole Montessori negli Stati Uniti, e circa 20.000 in tutto il mondo).
  15. ^ In Inglese: Colum Hourihane, The Grove Encyclopedia of Medieval Art and Architecture, volume 2, OUP USA, 2012 (voce Gentile da Fabriano) da cui si cita: "He was the most important italian representative of the elaborate Late Gothic style of painting that dominated European painting around 1400 ("fu il più importante rappresentante italiano dello stile tardo gotico che dominò la pittura europea nel tardo Quattrocento").
  16. ^ In Inglese: Edward W. Bodnar, with Clive Foss Later travels, Harvard University Press, 2003, da cui si cita: Cyriac of Ancona was the most enterprising and prolific recorder of Greek and Roman antiquities in the fifteenth century and the accuracy of his records entitles him to be called the founding father of modern classical archeology (Ciriaco d'Ancona è stato il raccoglitore più intraprendente e prolifico di antichità greche e romane nel XV secolo e la precisione dei suoi scritti permette di considerarlo il padre fondatore della moderna archeologia classica).
  17. ^ In Inglese: Catholic Encyclopedia, da cui si cita: with Michaelangel, Raphael, and Leonardo, he is one of the great intellects of the High Renaissance (con Michelangelo, Raffaello e Leonardo è uno dei grandi intelletti del primo Rinascimento").
  18. ^ In Inglese: Encyclopaedia Britannica, voce Matteo Ricci da cui si cita: was a pioneer in the attempt at mutual comprehension between China and the West (pioniere nel tentativo di comprensione reciproca tra la Cina e l'Occidente).
  19. ^ Encyclopaedia Britannica, voce Giovanni Battista Pergolesi, da cui si cita: Italian composer whose intermezzo La serva padrona (“The Maid Turned Mistress”) was one of the most celebrated stage works of the 18th century ("Compositore italiano il cui intermezzo La Serva Padrona fu una delle più celebrate composizioni del Settecento"). Si veda anche: M. Accattatis, Giovanni Battista Pergolesi: la creazione del mito nell'ideologia romantica, consultabile qui da cui si cita: Why has this musician in particular been elevated as a symbol not only of a period of Italian music, but as a symbol of music itself, of its capacity to express the history and destiny of man? Why a myth of Pergolesi? We must not forget that the myth of Pergolesi is also a historic reality (Perché questo musicista in particolare è stato elevato come simbolo non solo di un periodo della musica italiana, ma come un simbolo della musica in sé, della sua capacità di esprimere la storia e il destino dell'uomo? Perché un mito di Pergolesi? Non dobbiamo dimenticare che il mito di Pergolesi è anche una realtà storica).
  20. ^ In Francese: François-Joseph Fétis, Correspondance, da cui ci cita: célèbre compositeur italien d'opéra, connu particulariement pour "La Vestale" et "Ferdinand Cortez" (celebre compositore d'opera italiano, conosciuto particolarmente per "La Vestale" e "Ferdinand Cortez").
  21. ^ Dopo lo scorporo dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia ceduti alla regione Emilia-Romagna nel 2009.
  22. ^ Rete rurale; numero di comuni per zone altimetriche
  23. ^ Dei comuni dell'Alta Valmarecchia distaccati nel 2009 Casteldelci e Pennabilli sono considerati montani, gli altri collinari
  24. ^ Zone altimetriche ISTAT della provincia di Pesaro e Urbino Archiviato il 10 febbraio 2013 in Internet Archive.
  25. ^ a b Guida rossa del TCI, edizione 1979, (da pagina 12)
  26. ^ Da non confondersi con il Monte Acuto situato nella piega centrale, nelle vicinanze di Monte Catria
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    • Viaggio in Italia - anno II nº 37 - Appennino Umbro-Marchigiano, (Gruppo Editoriale Fabbri);
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    • Silvano Vinceti, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Armando Editore, 2007;
    • Renzo Roiati, La Sibilla appenninica e le nove stelle maggiori della vergine, Lìbrati Editrice, 2006 (pagina 87), per Cima Vallelunga, Monte Torrone e Cima di Prato Pulito
    • G. Colombo, Who's who in Italy - parte 3, (pagina 2892): per la cima dell'Osservatorio.
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    • Curzio Maltese, I padroni delle città, Feltrinelli Editore, 2007 (capitolo "Ancona, modello Marche"), ISBN 978-88-588-0177-2. Testo consultabile su Google Libri a questa pagina. Si cita la frase: Ancona è al centro esatto, nel cuore del "modello marchigiano", il Sud del Nord e il Nord del Sud, nel senso che si lavora e si guadagna molto, ma si campa bene.
    Sull'origine e sulle caratteristiche del modello marchigiano si vedano i seguenti articoli di giornale, scritti nel 1980, ossia nel momento in cui si cominciò a parlare a livello nazionale della peculiare situazione economica delle Marche, tutti riportati in stralcio nel volume di Francesco Flamini Marche...isola felice?, ediz. f.lli Aniballi, 1981 (pagine 131-205):
    • G. Da Rold, Corriere della Sera del 13 maggio 1980;
    • R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980;
    • L. Vergani e A. Giuliani, Corriere della Sera;
    • A. Mazzuca, Il Giornale del 26 marzo 1980;
    Si riportano infine gli articoli del numero speciale della Stampa dedicato al modello marchigiano, consultabile a questa pagina:
    • C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Il nuovo slogan è produrre meglio, non di più
    • F.A., La Stampa del 5 marzo 1980: Non basta lavorare bene, bisogna saper vendere
    • F.C., La Stampa del 5 marzo 1980: Quasi 50.000 le imprese artigiane, spesso al confine tra industria ed arte
    • R.L., La Stampa del 5 marzo 1980: Qui l'emiro viene a scegliersi la barca che costa miliardi
    • R. Lugli, La Stampa del 5 marzo 1980: Forse in questa terra vent'anni fa è nato il «boom» economico
    • C. Granata, La Stampa del 5 marzo 1980: Con scarpe e strumenti musicali Macerata ha invaso l'Europa
    • V.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Record di produzione a Pesaro. Due ruote per fuggire il traffico
    • R.S., La Stampa del 5 marzo 1980: Il gusto di un ragazzino marchigiano cent'anni fa inventò la fisarmonica
    • M.V., La Stampa del 5 marzo 1980: I mobili di Pesaro prendono la strada dell'Arabia Saudita
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