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Diocesi di Noto

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Diocesi di Noto
Dioecesis Netensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Siracusa
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoSalvatore Rumeo
Vicario generaleIgnazio Petriglieri
Vescovi emeritiGiuseppe Malandrino,
Antonio Staglianò
Presbiteri120, di cui 97 secolari e 23 regolari
1.791 battezzati per presbitero
Religiosi27 uomini, 143 donne
Diaconi22 permanenti
 
Abitanti220.584
Battezzati215.000 (97,5% del totale)
StatoItalia
Superficie1.323 km²
Parrocchie98 (8 vicariati)
 
Erezione15 maggio 1844
Ritoromano
CattedraleSan Nicolò
Santi patroniSan Corrado Confalonieri
Santa Maria Scala del Paradiso
IndirizzoVia Mons. Giovanni Blandini 6, 96017 Noto [Siracusa], Italia
Sito webwww.diocesinoto.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il santuario di san Corrado Confalonieri, patrono della diocesi, nella valle dei Pizzoni, presso Noto.

La diocesi di Noto (in latino: Dioecesis Netensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Siracusa appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2021 contava 215.000 battezzati su 220.584 abitanti. È retta dal vescovo Salvatore Rumeo.

La diocesi comprende 5 comuni del libero consorzio comunale di Siracusa (Noto, Avola, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini) e 4 del libero consorzio comunale di Ragusa (Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli).

Sede vescovile è la città di Noto, dove si trova la basilica cattedrale di San Nicolò. Nella valle dei Pizzoni, presso Noto, sorge il santuario di san Corrado Confalonieri, compatrono della diocesi.

Il territorio si estende su 1.323 km² ed è suddiviso in 98 parrocchie, raggruppate in 8 vicariati: Noto, Avola, Pachino (che comprende anche Portopalo), Rosolini, Ispica, Pozzallo, Scicli, Modica.

La città di Noto è stata eretta a sede vescovile e la chiesa madre a cattedrale da papa Gregorio XVI con la bolla Gravissimum sane munus il 15 maggio 1844, ricavandone il territorio dalla diocesi di Siracusa, concretizzando l'impegno del suo predecessore Pio VII, il quale si era proposto di accrescere in Sicilia il numero delle diocesi per rendere più agevole il servizio pastorale dei vescovi, modificando così i confini dell'arcidiocesi di Siracusa.

Il desiderio dei Netini di avere in città la sede vescovile risaliva al 1212, quando Isimbardo Morengia, signore della città, fondava con la dote di quattro feudi il monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco. Insignita del titolo di città da Alfonso il Magnanimo il 27 dicembre 1432, in un momento di particolare prestigio anche culturale, Noto richiese l'erezione a diocesi il 14 giugno 1433 a papa Eugenio IV e ancora il 22 gennaio 1450 a Niccolò V.[1] Altre iniziative vengono promosse nel 1594 e nel 1609; le argomentazioni addotte a favore della nuova sede vescovile erano diverse, tra queste la presenza di due prestigiosi centri di spiritualità: l'abbazia benedettina di Santa Lucia del Mendola e quella cistercense di Santa Maria dell'Arco, allora rilevanti motivi ecclesiastici, e l'essere la città di Noto "capovalle" e al pari delle altre due esistenti in Sicilia, Messina e Mazara, meritava la sede vescovile. L'ostacolo alla realizzazione di tale desiderio veniva dall'opposizione dei vescovi di Siracusa dalla cui diocesi quella di Noto doveva trarre territorio, facendole perdere potere e introiti.

La nascita della diocesi di Noto faceva parte del piano di ampliamento delle diocesi siciliane per favorire la cura pastorale delle popolazioni, deciso dal parlamento di Sicilia e presentato al re Ferdinando III il 5 aprile 1778.[2] Il re, favorevole al progetto, dette incarico alla Deputazione del Regno di studiare la fattibilità dell'operazione, previa una indagine conoscitiva in vista di un riesame complessivo delle diocesi dell'isola. L'iter di fondazione delle nuove diocesi fu interrotto durante il periodo della rivoluzione francese e ripreso dal parlamento siciliano il 24 marzo 1802, quando fu presentata una nuova istanza per il riordino delle diocesi siciliane, accolta anche questa volta favorevolmente dal re.[3]

La prima istanza per l'erezione della diocesi netina fu presentata alla Deputazione del Regno il 17 febbraio 1783. Ma fu solo con il nuovo secolo che il progetto venne ripreso e portato a termine, malgrado la viva opposizione della curia siracusana, e che Noto vide concretizzarsi l'antico desiderio, approfittando dei tumulti verificatisi a Siracusa durante l'epidemia di colera che portarono al trasferimento a Noto, da parte di Ferdinando II, della sede della provincia.[4]

È proprio in questo periodo che re Ferdinando II chiese alla Santa Sede di erigere la diocesi di Noto, approfittando del fatto che la sede vescovile di Siracusa era vacante per la morte del vescovo Giuseppe Amorelli, avvenuta il 13 dicembre 1840. Alla nuova diocesi, oltre a Noto furono assegnati, sottraendoli a Siracusa, i comuni di Avola, Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla, Giarratana, Modica, Pachino, Palazzolo Acreide, Pozzallo, Portopalo, Rosolini, Scicli e Spaccaforno (ora Ispica).[5]

I primi vescovi si impegnarono nella costruzione della nuova diocesi e nell'acquisizione delle principali strutture diocesane; «la loro attività pastorale si concentrò sulla inaugurazione di nuovi edifici ecclesiastici (fra cui alcune chiese madri), sulla catechesi, sulla formazione del laicato, sull'alfabetizzazione, sulla conoscenza e l'unificazione della diocesi con le visite pastorali».[6] nel 1851 venne fondato il seminario vescovile ad opera del vescovo Giovanni Battista Naselli, mentre nel 1855 il vescovo Mario Giuseppe Mirone acquisì parte del palazzo Trigona Cannicarao come sede dell'episcopio.

La diocesi rimase vacante nel 1864 per la morte di mons. Mario Giuseppe Mirone, anche per i tentativi del governo liberale di intervenire nella nomina dei vescovi, che era soggetta all'exequatur e alla pretesa di subentrare nel regio patronato ai precedenti monarchi, ossia di godere del diritto di presentazione dei vescovi. Nel 1865 il governo propose in colloqui informali la nomina di Antonio Gibilara, vicario capitolare della diocesi di Girgenti, ma non si trovò un accordo con la Santa Sede. Dopo la frattura tra Chiesa e Stato con la presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Santa Sede rifiutò di concordare le nomine dei vescovi e tra il 1871 e il 1872 procedette a nomine unilaterali per le diocesi siciliane, scegliendo per Noto Benedetto Lavecchia Guarnieri (1872-1875).[7]

Una decisa pastorale vocazionale fu attuata dai vescovi Giovanni Blandini (1875-1913) e Giuseppe Vizzini (1913-1935); il primo ebbe difficoltà a ricevere l'exequatur; gli fu recapitata l'ingiunzione di lasciare il palazzo episcopale. Un'eventuale resistenza avrebbe potuto comportare non solo l'uso della forza, ma anche l'allontanamento coatto dalla diocesi e l'affidamento della diocesi a un vicario capitolare.[8]; successivamente affidò la direzione del seminario prima ai gesuiti e poi ai lazzaristi; Vizzini assunse in prima persona la direzione del seminario e indisse il primo sinodo diocesano nel 1923.

Nel 1950, con l'erezione della diocesi di Ragusa, Noto rischiò la soppressione. Fu deciso di scorporare Giarratana per aggregarla alla sede di Ragusa, mentre i comuni montani di Buccheri, Buscemi, Cassaro, Ferla e Palazzolo Acreide tornarono alla sede di Siracusa.[9] Successivamente, nel 1954, anche la frazione di San Giacomo Bellocozzo, passata quattro anni prima sotto la giurisdizione della città iblea, fu aggregata alla sede di Ragusa.[10]

Il 27 novembre 1963, con la lettera apostolica Scandere caelum, papa Paolo VI ha proclamato la Beata Maria Vergine, invocata con il titolo di "Scala del Paradiso", e San Corrado Confalonieri patroni principali della diocesi.[11]

Il 18 giugno 2007 è stata riaperta al culto la cattedrale, dopo il disastroso crollo del 1996.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi oriundi

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La diocesi nel 2021 su una popolazione di 220.584 persone contava 215.000 battezzati, corrispondenti al 97,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 190.400 190.800 99,8 179 115 64 1.063 70 160 53
1969 201.165 201.675 99,7 162 131 31 1.241 49 68 79
1980 195.465 200.116 97,7 121 91 30 1.615 37 330 88
1990 207.500 208.950 99,3 118 82 36 1.758 51 286 98
1999 207.000 209.000 99,0 115 84 31 1.800 7 40 255 98
2000 207.000 210.825 98,2 119 88 31 1.739 10 40 255 98
2001 207.000 210.825 98,2 120 90 30 1.725 10 39 255 98
2002 209.500 210.825 99,4 119 90 29 1.760 14 38 255 98
2003 211.000 212.119 99,5 117 90 27 1.803 14 43 233 98
2004 211.000 212.546 99,3 117 90 27 1.803 16 47 233 98
2013 213.900 220.000 97,2 119 96 23 1.797 22 25 194 98
2016 219.000 220.700 99,2 123 101 22 1.780 22 26 116 98
2019 214.380 220.135 97,4 116 94 22 1.848 22 23 92 98
2020 214.000 219.720 97,4 116 94 22 1.845 22 23 92 98
2021 215.000 220.584 97,5 120 97 23 1.791 22 27 143 98
  1. ^ Bolla di negazione della diocesi in: Zito, Nascita di una diocesi..., pp. 607 e seguenti.
  2. ^ Zito, Nascita di una diocesi..., p. 574.
  3. ^ Zito, Nascita di una diocesi..., pp. 576-577.
  4. ^ Zito, Nascita di una diocesi..., p. 586.
  5. ^ Zito, Nascita di una diocesi..., p. 599.
  6. ^ Dal sito BeWeb - Beni ecclesiastici in web.
  7. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, pp. 257-260, ISBN 978-88-87617-56-6
  8. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, p. 272, ISBN 978-88-87617-56-6
  9. ^ Decreto in AAS 42 (1950), p. 828.
  10. ^ Decreto in AAS 47 (1955), p. 410.
  11. ^ (LA) Lettera apostolica Scandere caelum, AAS 56 (1964), pp. 517-518.
  12. ^ Nominato vescovo titolare di Vergi.
  13. ^ Rimase amministratore apostolico fino al 18 marzo 2023, giorno della presa di possesso di Salvatore Rumeo.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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