Vai al contenuto

Centrale elettronucleare Montalto di Castro

Coordinate: 42°21′33″N 11°31′47″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Centrale elettronucleare
Montalto di Castro
Sulla sinistra la centrale nucleare, sulla destra la centrale Alessandro Volta
Informazioni generali
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàMontalto di Castro (VT)
Coordinate42°21′33″N 11°31′47″E
Situazioneaccantonata
ProprietarioEnel S.p.A.
GestoreEnel S.p.A.
Anno di costruzione1982
Chiusura1988
Reattori
TipoBWR
Accantonati2 (1964 MW)
Ulteriori dettagli
Costo7.000 miliardi lire[1]
CostruttoreAnsaldo Impianti S.p.A.
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Centrale elettronucleare Montalto di Castro
Dati aggiornati al 15 marzo 2010

La centrale elettronucleare Montalto di Castro, conosciuta anche come centrale elettronucleare Alto Lazio, doveva essere una centrale elettronucleare situata nel comune di Montalto di Castro (VT) e costituita da due reattori da 982 MW di potenza elettrica netta ciascuno, a uranio leggermente arricchito, moderati ad acqua leggera e raffreddati secondo lo schema ad acqua bollente (BWR).

La centrale in una foto del 2008

La sua costruzione, da parte di un consorzio tra Ansaldo Impianti S.p.A. e General Electric, su richiesta di Enel S.p.A., iniziò il 1º luglio 1982. Il reattore è un General Electric BWR/6 su progetto Ebasco con contenimento di tipo Mark III e di 981 MW di potenza di riferimento (nominale).[2][3]

Dopo un fermo a seguito dell'esito dei referendum del 1987, nel 1988, il governo Goria tenta la ripresa dei lavori, ma viene fatto cadere dal Partito Socialista[4][5] e tra il 1988 ed il 1990 i governi De Mita e Andreotti VI decisero di chiudere tutte le centrali elettronucleari italiane.

Non ha mai operato, essendone stati interrotti i lavori di realizzazione il 1º gennaio 1988, ossia due mesi e mezzo in anticipo rispetto alla relativa deliberazione (datata 17 marzo 1988) del consiglio comunale di Montalto di Castro e più di un anno prima della decisione del governo De Mita di procedere alla sua riconversione in un impianto termoelettrico.

La sua area limitrofa, sfruttando unicamente le prese per l'acqua a mare già realizzate, venne quindi riutilizzata per la realizzazione della centrale a policombustibile "Alessandro Volta". Visto lo stato di avanzamento dei lavori e l'impossibilitá di convertire il resto delle strutture e del sito, quello che rimaneva della centrale è rimasto inutilizzato rappresentando un'enorme perdita per Enel S.p.A..

Rispetto alle altre centrali nucleari italiane, non essendo mai entrata in servizio, non è passata sotto il controllo di SOGIN. Il suo smantellamento rimane quindi sotto la responsabilità di Enel S.p.A..

  1. ^ Montalto di Castro in bilico tra nucleare e solare
  2. ^ Reliability Data Collection and Use in Risk and Availability Assessment Proceedings of the 5th EuReDatA Conference, Heidelberg, Germany, April 9–11, 1986, pagina 663, "An extensive probabilistic safety study was performed for the Alto Lazio Nuclear Plant, a two-unit BWR/6 plant presently being constructed ..."
  3. ^ The Non-Nuclear Conversion of the Montalto BWR/6-Mark III Plant: A Technical and Economical Assessment of the Proposed Options
  4. ^ 'Troppe bugie, Bettino' ecco l'addio di Goria, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica.it, 13 marzo 1988. URL consultato il 28 ottobre 2015.
  5. ^ MONTALTO DOPO GORIA, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica.it, 13 marzo 1988. URL consultato il 28 ottobre 2015.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN132624104 · LCCN (ENn87942218