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Cati (famiglia)

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Cati
Inquartato; nel 1° e 4° d'oro all'aquila coronata di nero; nel 2° e 3° fasciato di 4 pezzi di nero e di argento; la 1^ fascia d'argento caricata di una croce ricrocettata di nero; la 2^ di due crescenti di nero in palo e rivolti; la 2^ fascia di nero caricata di due crescenti d'argento in palo e rivolti.[1]
StatoSignoria di Ferrara
Ducato di Ferrara
Titoli
  • Conte Palatino del Sacro Romano Impero
  • Nobile di Ferrara
ConcessioneSecondo alcune fonti l'imperatore Carlo V,[2][3] secondo altre l'imperatore Massimiliano II nel 1573, mentre Carlo V nel 1527 concesse solo ampi privilegi, ivi l'uso dell'aquila imperiale[4][5]
FondatoreCato de Lendinara
Data di fondazioneXIV secolo
Data di estinzionefine XVII secolo[1]
EtniaItaliana

I Cati sono stati una famiglia nobile minore[6], ma tra le 34 più antiche di Ferrara.[7] Nel XVI secolo ottennero il titolo di conti palatini del Sacro Romano Impero.[8][7]

Il capostipite della famiglia fu Cato de Lendinara.[4] Figlio del pellicciaio Benvenuto, si trasferì a Ferrara per esercitare come notaio; il primo atto che porta la sua firma è datato 1308.[9] La sua professione lo portò al servizio del marchese Aldobrandino II d'Este, di cui fu cancelliere.[10]

I discendenti furono vicini alla casa d'Este,[8] per la quale furono ministri e ambasciatori. Nel XVI secolo ottennero dall'imperatore Carlo V la concessione l'uso dell'aquila nera in campo oro sul loro stemma e dall'imperatore Massimiliano II il titolo di conti palatini del Sacro Romano Impero.[7][8]

Membri illustri

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Stemma del vescovo Giovanni Cati

Inquartato; nel 1° e 4° d'oro all'aquila coronata di nero; nel 2° e 3° fasciato di 4 pezzi di nero e di argento; la 1^ fascia d'argento caricata di una croce ricrocettata di nero; la 2^ di due crescenti di nero in palo e rivolti; la 2^ fascia di nero caricata di due crescenti d'argento in palo e rivolti.[7]

  1. ^ a b Libro d'Oro del Ducato di Ferrara, Roma, Collegio Araldico, Anno VIII- 1910, p. 562.
  2. ^ Giannandrea Barotti e Lorenzo Barotti, Memorie istoriche di letterati Ferraresi, a cura di G. Rinaldi, 1793, p. 85.
  3. ^ a b Tiziano Ascari, Ludovico Cati, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 22, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
  4. ^ a b c d e f Luigi Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri Ferraresi, Tomo I, 1804, p. 120.
  5. ^ Giornale araldico genealogico diplomatico, Volume 2, 1893, p. 395.
  6. ^ a b (EN) Lisa Kattenberg, Reading Lipsius in early modern Italy: Ercole Cato and the transformation of the Politicorum Libri Sex, History of European Ideas, vol. 48, n. 7, 2022, pp. 1021-1038, DOI:10.1080/01916599.2022.2084634.
  7. ^ a b c d Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Forni, 1886, p. 262.
  8. ^ a b c d e Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi tanto estinte quanto viventi fino all'anno 1800, Tipografia della Pace, 1852, p. 542.
  9. ^ Archivio segreto estense - Documenti riguardanti la Casa e lo Stato Membranacei (PDF), Archivio di Stato di Modena, pp. 63, 109.
  10. ^ Emanuele Carlett, "Per lo buono istato de la città": I Servi di s. Maria nella società dell'Italia centro-settentrionale tra XIII e XIV secolo, Firenze University Press, 2023, p. 156.
  11. ^ Antonio Libanori, Ferrara d'oro. Imbrunito dall'abbate Antonio Libanori, p. 76.
  12. ^ Tiziano Ascari, Renato Cati, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 22, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
  13. ^ Tiziano Ascari, Ercole Cati, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 22, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
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