Alfa Romeo Arna
Alfa Romeo Arna | |
---|---|
Descrizione generale | |
Costruttore | Alfa Romeo |
Tipo principale | Berlina |
Produzione | dal 1983 al 1987 |
Esemplari prodotti | 53.047[1] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4000 mm |
Larghezza | 1620 mm |
Altezza | 1340 mm |
Passo | 2416 mm |
Massa | 850 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Pratola Serra |
Progetto | Alfa Romeo-Nissan |
Stessa famiglia | Alfa Romeo Alfasud Nissan Pulsar/Cherry Holden Astra |
Auto simili | Fiat Ritmo Opel Kadett Volkswagen Golf Renault 14 Talbot Horizon |
L'Alfa Romeo Arna (acronimo di Alfa Romeo Nissan Auto) è una berlina di segmento C[2], costruita dalla casa automobilistica Alfa Romeo in collaborazione con la Nissan e prodotta dal 1983 al 1987.
Il contesto e l'accordo
[modifica | modifica wikitesto]«Arna, e sei subito Alfista»
Alla fine degli anni settanta l'Alfa Romeo, a quel tempo di proprietà dell'IRI, decise di proporre una vettura a 2 volumi da affiancare all'Alfa Romeo Alfasud nella fascia di prezzo più bassa del segmento C allo scopo di inserirsi nel settore di mercato originato nel 1974 dal debutto della Volkswagen Golf, cui il Gruppo Fiat aveva risposto contrapponendo, con qualche anno di ritardo la Fiat Ritmo e altri gruppi generalisti avevano fatto con auto di simile impostazione che tanto successo stavano riscuotendo in tutta Europa in quegli anni, come Renault 14 o Talbot Horizon o come le nuove versioni compatte di Opel Kadett e Ford Escort.
Piuttosto che creare una vettura completamente nuova, operazione inattuabile per tempi e costi, la dirigenza Alfa optò per utilizzare, con alcune modifiche, le scocche di un'auto già in produzione, adattandole alla meccanica derivata dall'Alfasud. La scelta cadde sul modello Nissan Pulsar N10, lanciato in Giappone nel maggio 1978 ed in Europa (con il nome Cherry) nel marzo 1979, anche se in realtà le scocche utilizzate sarebbero state quelle della successiva Nissan Pulsar N12[3], commercializzata dal 1983. A tal fine venne stilato un accordo di associazione temporanea globale con la Nissan in base al quale fu costituita una nuova società con sede in Italia, la Alfa Romeo Nissan Automobili S.p.A.
L'accordo societario, firmato a Tokyo il 9 ottobre 1980 da Takashi Ishihara e da Ettore Massacesi, presidenti rispettivamente di Nissan e di Alfa Romeo, a prescindere dal risultato commerciale (le iniziali stime erano per 3.500 nuovi posti di lavoro e l'assemblaggio di 60.000 auto all'anno), appariva piuttosto una novità in Europa, permettendo una completa fusione di sviluppo e costruzione, ancorché limitate ad un singolo modello. L'unico precedente simile era l'accordo British Leyland/Honda del 1979 per produrre in Inghilterra la Triumph Acclaim, che però era una copia identica, anche sul piano tecnico, della Honda Ballade. In entrambi i casi le imprese giapponesi, servendosi dell'Alfa e della Triumph, potevano aggirare il contingentamento e i dazi doganali allora in vigore nella CEE per le importazioni di auto nipponiche.
Nel caso dell'Arna, i giapponesi avrebbero fornito il 20% del lavoro necessario all'assemblaggio di ogni vettura; le parti spedite dal Giappone all'Italia sarebbero state completate con meccanica e componentistica italiana[4].
La produzione
[modifica | modifica wikitesto]La nuova unità produttiva fu impiantata in un apposito stabilimento costruito in tempi record a Pratola Serra, in provincia di Avellino, anche se parte del processo, relativo all'innesto della meccanica, fu terminato nello stabilimento dell'Alfasud a Pomigliano d'Arco[5]. La macchina definitiva risultò essere un'integrazione tecnica delle due vetture: carrozzeria, retrotreno, interni, plancia e sedili erano della Nissan, con qualche modifica minore. Il motore boxer 4 cilindri 1.2 da 63 cv, la trasmissione e l’avantreno erano quelli dell'Alfasud.[5]
Proprio l'avantreno Alfa (strutturato a ruote indipendenti, con triangoli inferiori oscillanti, agganciati a montanti verticali con molle elicoidali e ammortizzatori idraulici) causò problemi agli ingegneri e ne complicò il lavoro:[6] allorché si iniziò l’assemblaggio, ci si rese conto che le scocche Pulsar/Cherry dovevano essere modificate più del previsto, con la sostituzione di alcuni lamierati frontali e del compartimento motore, per accogliere correttamente le sospensioni, il cambio, e la meccanica derivata dall'Alfasud[7], la stessa che sarà poi montata sulla serie Alfa 33.[8]. A causa di ciò, la presentazione della vettura dovette essere ritardata e avvenne nel settembre 1983 al Salone di Francoforte, quasi un anno dopo le previsioni iniziali.
L'impressione degli addetti ai lavori e del pubblico non fu positiva; il disegno della carrozzeria rimaneva infatti in larga parte quello decisamente convenzionale della Pulsar/Cherry, peraltro commercializzata in quegli stessi anni da Nissan sia in Europa sia in Oriente, con alcuni esemplari presenti già in Italia. Anche gli interni, per quanto razionali e moderni, erano identici alla versione giapponese, eccetto il volante e il pomello del cambio, quindi con nessuna somiglianza stilistica rispetto al resto della gamma Alfa. Gli sforzi dei progettisti italiani, volti a richiamare esteticamente il family feeling delle Alfa Romeo dei primi anni 1980, poterono esprimersi solo in maniera alquanto limitata e mirata sulle fanalerie e sulla mascherina anteriore.
A complicare il quadro, a fronte dei ritardi del progetto Arna e alla necessità di garantire quote di produzione allo stabilimento di Pomigliano d'Arco, vi fu la decisione della dirigenza Alfa Romeo di realizzare una nuova vettura su meccanica e pianale dell'Alfasud ma di segmento superiore, la Alfa 33, che fu presentata al salone di Ginevra 1983, cioè addirittura sei mesi prima dell'Arna, e uscì sui mercati all'inizio del 1984, praticamente in contemporanea. Questo modello, più brillante ed esteticamente riuscito, mise immediatamente in ombra la vettura italo-nipponica, sottraendole molti eventuali clienti interessati.
Sul mercato, al momento del lancio l'Arna costava 9.980.000 lire per la versione L e 10.730.000 Lire per la SL. I numeri di vendita evidenziarono subito uno scollamento fra le attese e l'effettiva domanda. Nel 1984 - che si rivelerà l'anno di maggiore successo - vennero vendute sole 31.066 Arna, la metà di quanto stimato. Nel 1985 le auto immatricolate si fermarono a 10.976. Quando, nel 1987, l'ultima Arna lasciò la catena di montaggio, erano state assemblate appena 53.047 scocche[9], molte delle quali rimasero a lungo invendute.
Nel 1987 - nonostante fossero stati commissionati alcuni studi per un restyling della vettura - la nuova dirigenza Fiat, nel frattempo subentrata ad IRI nel controllo dell'Alfa Romeo, decise lo stop immediato e definitivo della produzione[5], che avveniva in forte perdita, sia per i costi dello stabilimento (che Fiat successivamente riconvertì nella produzione di motori), sia per il rialzo del valore dello yen, valuta con cui venivano pagati i lamierati e le componenti in Giappone. Il basso numero di esemplari venduti posizionò l'Arna fra gli insuccessi di vendita delle case automobilistiche.[10]
La vettura
[modifica | modifica wikitesto]L'Arna è stata costruita nelle versioni L (3 porte) ed SL (5 porte) dotate della motorizzazione Alfasud base, ovvero del boxer 1.2 da 63 CV. A queste, si affiancava la versione sportiva TI (3 porte) che, motorizzata con il più potente 1.3 da 86 CV, raggiungeva facilmente velocità superiori a 170 km/h.
Versione | Anni di produzione |
---|---|
Arna L | dal 1983 al 1987 |
Arna SL | dal 1983 al 1987 |
Arna TI | dal 1984 al 1987 |
Dal punto di vista prettamente tecnico, l'Arna presentava alcune novità rispetto al passato: il motore boxer, collaudato e revisionato (aveva un cavallo in più della versione precedente) garantiva prestazioni brillanti soprattutto sulla versione TI[5], mentre le dimensioni e il bilanciamento dell'auto assicuravano una tenuta di strada molto al di sopra degli standard delle concorrenti; al contrario, il cambio risultava poco fluido.[7]
Gli stessi lamierati Nissan, a struttura differenziata e trattati con metodo zincrometal, avevano in buona parte risolto gli annosi problemi di corrosione che avevano afflitto la precedente produzione Alfasud. Anche gli interni e le plastiche, di produzione asiatica, erano di qualità buona rispetto agli abituali standard. Sempre dal punto di vista tecnico, la vettura presentava altre particolarità aggiunte dai tecnici italiani: i freni a disco anteriori erano stati spostati dal semiasse alle ruote.
Nell’edizione del 1985, si rinuncia ad un qualsiasi restyling, mentre vengono apportate alcune modifiche tecniche: il motore - ad esempio - non ha più il carburatore monocorpo e trova un cavallo in più di potenza.[5] Nel 1987 - nonostante fossero stati commissionati alcuni studi per un restyling della vettura - la nuova dirigenza Fiat decide lo stop definitivo della produzione[5].
L'Arna e gli enti pubblici
[modifica | modifica wikitesto]Numerosi esemplari di Arna - fra cui parte degli invenduti a fine produzione - vengono ceduti a taluni enti pubblici[11], che li impiegano prevalentemente per compiti di servizio e, in alcuni casi, per attività di polizia municipale[12]. Se non risultano oggi esemplari di Arna delle FFOO conservati in musei, qualcuno di essi, restaurato, viene utilizzato per manifestazioni[13].
L'Arna nella cultura popolare e nei media
[modifica | modifica wikitesto]Nella cultura popolare, anche a distanza di anni, la reputazione del modello l'ha portata ad essere giudicata - nel 2008 - l'auto più brutta, in un "sondaggio"[14] lanciato da parte dal quotidiano nazionale Il Sole 24 Ore.[15] Ad ogni modo, sebbene nel 2013 ACI l'abbia inserita fra le auto "storiche",[16] l'Arna continua a non essere al centro dell'attenzione del collezionismo del marchio Alfa Romeo.
Ai tempi la vettura fece la sua comparsa in alcuni film e fiction[17]; in epoche successive, complice la sua "fama", il suo impiego in lavori per la televisione (quali I Cesaroni) e come oggetto di canzoni e spettacolarizzazioni ha assunto una sfumatura prettamente negativa e parodistica[5].
«In vacanza sull'Arno, in vacanza sull'Arna, / questa collaborazione fra l'Italia e il Giappone / che ha dato i suoi frutti e io li metto nel forno.»
L'Arna all′estero
[modifica | modifica wikitesto]La Nissan, nel resto del mercato europeo ed in quello domestico, seppe trarre beneficio dall'accordo con Alfa Romeo, nonostante i limiti che questo le imponeva. In Europa, ad esempio, fu posta in commercio la Cherry Europe GTI (ma non nel mercato italiano). Era identica all'Arna TI (ad esclusione del marchio), ma aveva il motore Alfa Romeo 1.5 da 105 CV.[18]. In Giappone, la Nissan sfruttò l'effetto traino della casa del biscione lanciando una versione della Pulsar chiamata Pulsar Milano X-1, approntata anche per le competizioni[19]. In un tentativo di riprendere gli stilemi Alfa, pur non essendo autorizzata ad usarne esplicitamente il logo o il motore, l'auto venne dotata - al pari della Cherry Europe GTI - degli interni neri e verdi già montati sulla Arna TI, mentre la locale pubblicità si richiamava all'Alfa Romeo[20].
Nel 1983 la Nissan N12 è stata brevemente venduta (con scarso successo) anche negli Stati Uniti come Nissan Pulsar[21].
Dal 1984 al 1987 è stata prodotta in Australia la Holden Astra, nella sola configurazione a 5 porte. Le differenze con la versione originale giapponese erano minime: una nuova griglia anteriore, fanali posteriori e le targhette identificative. La meccanica era basata su un motore Nissan 1500cc costruito sul posto.
Dati tecnici
[modifica | modifica wikitesto]
|
Motorizzazioni
[modifica | modifica wikitesto]Modello | Disponibilità | Motore | Cilindrata (cm³) | Potenza | Coppia Massima (Nm) | Emissioni CO2 (g/km) |
0–100 km/h (secondi) |
Velocità max (km/h) |
Consumo medio (km/l) |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1.2 63 | dal debutto al 1984 | Benzina | 1186 | 46 kW (63 Cv) | 88 | n.d | n.d | 150 | 12,1 |
1.2 68 | dal 1985 al 1987 | Benzina | 1186 | 50 kW (68 Cv) | 90 | n.d | n.d | 155 | 12,7 |
1.3 TI | dal debutto al 1987 | Benzina | 1351 | 63 kW (86 Cv) | 118 | n.d | n.d | 173 | 12,4 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (NL) DOORZAAG-ZATERDAG: ALFA ROMEO ARNA, su autoweek.nl, 16 aprile 2016. URL consultato il 4 novembre 2019.
- ^ Arna: perché fu prodotta l'Alfa Romeo più brutta di sempre, su motori.it, 1º febbraio 2018. URL consultato il 1º febbraio 2018.
- ^ (EN) Alfa Romeo Arna, su autocade.net. URL consultato il 1º febbraio 2018.
- ^ (EN) Now it's Nissan Alfa in Italy, in The Citizen, Ottawa, 22 settembre 1980, p. 33.
- ^ a b c d e f g Storia dell'Arna, l’Alfa «sbagliata», su motori.corriere.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Le in-dimenticabili: Alfa Romeo Arna, su corrieredellosport.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ a b Vi ricordate l'Alfa Romeo Arna? Adesso è un veicolo storico, una storia "difficile", su gazzetta.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Rubrica Amarcord: Alfa Romeo Arna - Incompresa o Incomprensibile?, su autoblog.it. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2018).
- ^ (NL) Cornelis Kit, Doorzaag-zaterdag: Alfa Romeo Arna, su autoweek.nl, 16 aprile 2016. URL consultato il 1º febbraio 2018.
- ^ Alfa Romeo Arna: l'auto che ha messo d'accordo alfisti e mercato, su tuttosport.com. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Le in-dimenticabili: Alfa Romeo Arna, su corrieredellosport.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ (EN) 090101-Milano-Livrea Vigili Urbani - Alfa Romeo Arna - Foto Album Fiamme Blu, su fiammeblu.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Polizia Locale. Ferrari, Arna e Giulietta all’autodromo di Monza a “6 ruote di speranza”, su comune.milano.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Auto brutte: maglia nera all'Alfa Romeo Arna - Il Sole 24 ORE, su ilsole24ore.com. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Articolo su Autoblog (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2009).
- ^ Lista auto storiche, su aci.it, 11 luglio 2016. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ IMCDb.org: Alfa Romeo Arna in movies and TV series, su imcdb.org. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ Sito targhenere.net.
- ^ (EN) Nissan | Heritage Collection | Pulsar Milano X-1, su nissan-global.com. URL consultato il 1º febbraio 2018.
- ^ Detailed specs review of 1986 Nissan Pulsar 3Door Hatchback 1500 Milano X1 offered up to May 1986 for Japan, su automobile-catalog.com. URL consultato il 1º febbraio 2018.
- ^ (EN) Paul Niedermeyer, Curbside Classic: 1983 Nissan Pulsar Five Door – So Rare I Forgot It Existed, su curbsideclassic.com, 15 febbraio 2019. URL consultato il 12 gennaio 2022.
- ^ Dati tecnici Alfa Romeo Arna, su automoto.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Automobilismo d'epoca, n°12/1, Dic2013/Gen2014, pag.78-89, Edisport Editoriale SRL
- Lorenzo Ardizio, Tutto Alfa Romeo, pag.382,408, Giorgio Nada Editore ISBN 978-88-7911-705-0
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sull'Alfa Romeo Arna
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Alfa Romeo Arna
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Storia ed immagini, su cuorialfisti.com.