Visualizza wikitesto di Transito di Venere

{| class="wikitable" align="right"
|+ Transiti di Venere dalla Terra
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| 7 dicembre 1631 || [https://web.archive.org/web/20101229210411/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1631/]
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| 4 dicembre 1639 || [https://web.archive.org/web/20101225000551/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1639/]
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| 6 giugno 1761 || [https://web.archive.org/web/20101225000600/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1761/]
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| 3 giugno 1769 || [https://web.archive.org/web/20101225000545/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1769/]
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| 9 dicembre 1874 || [https://web.archive.org/web/20101225000543/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1874/]
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| 6 dicembre 1882 || [https://web.archive.org/web/20101225000544/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1882/]
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| 8 giugno 2004 || [https://web.archive.org/web/20101225000546/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2004/]
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| 6 giugno 2012 || [https://web.archive.org/web/20110123191744/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2012/]
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| 11 dicembre 2117 || [https://web.archive.org/web/20101225000538/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2117/]
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| 8 dicembre 2125 || [https://web.archive.org/web/20101225000559/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2125/]
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| 11 giugno 2247 || [https://web.archive.org/web/20101225000558/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2247/]
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| 9 giugno 2255 || [https://web.archive.org/web/20101225000553/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2255/]
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| 13 dicembre 2360 || [https://web.archive.org/web/20101225000550/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2360/]
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| 10 dicembre 2368 || [https://web.archive.org/web/20101225000541/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2368/]
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| 12 giugno 2490 || [https://web.archive.org/web/20101225000540/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2490/]
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| 10 giugno 2498 || [https://web.archive.org/web/20101225000549/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_2498/]
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Un '''[[transito (astronomia)|transito]] di [[Venere (astronomia)|Venere]]''' viene osservato dalla [[Terra]] ogni qualvolta Venere si interpone fra il nostro pianeta e il [[Sole]], oscurandone una piccola parte del [[disco solare|disco]]; durante un simile evento, un osservatore può vedere Venere come un disco nero che attraversa il disco solare.

I transiti di Venere sono tra gli eventi astronomici predicibili più rari e avvengono con uno schema che si ripete ogni 243 anni, con coppie di transiti separate da un intervallo di 8 anni che si ripetono in periodi più ampi di 121,5 e 105,5 anni. La penultima coppia di transiti avvenne nel 1874 e nel 1882. Il primo transito della coppia attuale è avvenuto l'8 giugno 2004, mentre il [[Transito di Venere del 2012|successivo]] è avvenuto il 6 giugno 2012. Quest'ultimo non è stato visibile nell'area [[Oceano Atlantico|atlantica]] (tra l'[[Argentina]] e i Paesi dell'[[Africa]] occidentale), mentre ha raggiunto lo [[zenit]] nell'area [[polinesia]]na dell'[[oceano Pacifico]]; in [[Italia]], come in quasi tutta [[Europa]], è stato visibile all'alba.<ref>{{Cita web|url=https://eclipse.gsfc.nasa.gov/OH/transit12.html|titolo=NASA - 2012 Transit of Venus|sito=eclipse.gsfc.nasa.gov|accesso=2022-04-24}}</ref><ref>Per approfondire vedi [[Transito di Venere del 2012]].</ref>

I prossimi transiti avverranno l'11 dicembre 2117 e l'8 dicembre 2125.<ref name="westfall">{{cita web|https://www.lpl.arizona.edu/~rhill/alpo/transitstuff/transit2004.html|June 8, 2004: The Transit of Venus|autore=John E. Westfall|accesso=25 settembre 2006}}</ref>

== Congiunzioni ==
[[File:Earth-Venus transit diagram.svg|thumb|upright=1.2|left|Diagramma dei transiti di Venere e l'angolo tra i piani orbitali della Terra e di Venere]]
Quando la Terra e Venere sono in [[congiunzione (astronomia)|congiunzione]] normalmente non si trovano allineati con il Sole, essendo l'orbita di Venere inclinata di 3,4° rispetto a quella terrestre. In questo modo il pianeta Venere passa, dal punto di vista di un osservatore terrestre, ''sopra'' o ''sotto'' al Sole.<ref name="ESA">{{cita web|http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Express/SEM9C3808BE_0.html|Venus compared to Earth|editore=European Space Agency|accesso=25 settembre 2006}}</ref>
I transiti avvengono quando i due pianeti sono in congiunzione e si trovano anche nei punti dove i loro piani orbitali si incrociano.

Lo schema di periodicità di 105,5, 8, 121,5 e 8 anni non è il solo possibile, a causa della leggera sfasatura dei tempi con la quale Venere e la Terra giungono in congiunzione. Prima del 1518 lo schema dei transiti era di 8, 113,5 e 121,5 anni, mentre lo schema attuale continuerà fino al 2846 quando sarà sostituito con lo schema 105,5, 129,5 e 8 anni. Il periodo completo di 243 anni è relativamente stabile, ma il numero di transiti e la loro successione si modificano col passare del tempo.<ref name="FL">{{cita web|https://www.fourmilab.ch/documents/canon_transits/tr_Venus_from_Earth.html.gz|Transits of Venus from Earth|editore=Fourmilab Switzerland|autore=John Walker|accesso=21 settembre 2006}}</ref>

== Osservazioni ==
[[File:Venus Transit & Parallax.svg|thumb|upright=1.2|Misurazione degli istanti del transito per il metodo della [[parallasse]]]]
A parte la sua rarità, un transito di Venere sul Sole era in passato importante per determinare la dimensione del [[sistema solare]] tramite il metodo della [[parallasse]]. Questo sistema prevede l'osservazione del transito da diversi punti della superficie terrestre, lontani tra loro, e la misurazione della leggera differenza nel momento di inizio e di termine del transito. Attraverso la [[triangolazione]], conoscendo la distanza tra i punti di osservazione sulla Terra, si può calcolare la distanza di Venere dal Sole.<ref name="halley">{{cita libro | nome=Edmund | cognome=Halley | titolo=A New Method of Determining the Parallax of the Sun, or His Distance from the Earth, Sec. R. S., N0 348 | pagina=454 | url=http://sunearth.gsfc.nasa.gov/eclipse/transit/HalleyParallax.html | lingua=en | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110624032215/http://eclipse.gsfc.nasa.gov/transit/HalleyParallax.html | dataarchivio=24 giugno 2011 }}</ref>

Anche se gli astronomi del XVII secolo erano in grado di calcolare la distanza relativa del pianeta dal Sole in termini di distanza della Terra dal Sole (ovvero una [[unità astronomica]]), un valore assoluto della distanza non era stato calcolato.

[[File:Horrocks Venus in sole.jpg|thumb|left|upright=1.2|Il transito del 1639 nella pubblicazione ''Venus in sole visa'' del 1662 di Jeremiah Horrocks]]

[[Keplero]] fu il primo a prevedere un transito di Venere nel 1631, ma nessuno fu in grado di osservarlo perché i calcoli dell'astronomo non furono sufficientemente accurati da prevedere che non sarebbe stato visibile dall'Europa.<ref>{{cita web |1=http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1631/ |2=1631 Transit of Venus |autore=HM Nautical Almanac Office |accesso=28 agosto 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101229210411/http://www.hmnao.com/nao/transit/V_1631/ |dataarchivio=29 dicembre 2010 |urlmorto=sì }}</ref>

La prima osservazione di un transito venne effettuata da [[Jeremiah Horrocks]] dalla sua casa in [[Much Hoole]], vicino a [[Preston]] nel [[Regno Unito]] il 4 dicembre 1639. Anche il suo amico [[William Crabtree]] osservò quel transito da [[Salford]], vicino a [[Manchester]]. Horrocks corresse i calcoli di Keplero, che aveva previsto i transiti del 1631 e 1761 ma non quello del 1639, e capì che quei transiti sarebbero avvenuti in coppie nell'arco di 8 anni. Per questo motivo calcolò correttamente il transito del [[1639]]. Anche se non era sicuro dell'ora esatta, calcolò che il transito sarebbe iniziato approssimativamente alle 15:00; fortunatamente riuscì a vederlo quando le nubi che oscuravano il Sole si spostarono verso le 15:15, appena mezz'ora prima del tramonto. Queste osservazioni gli permisero di fare una buona stima della dimensione di Venere, e di stimare la distanza tra Terra e Sole, calcolata in 95,6 milioni di km (0,639 [[unità astronomica|UA]]). Anche se il valore accertato è quasi il doppio, questa fu la stima più accurata di quel tempo. Queste osservazioni non furono pubblicate prima del 1661, appena dopo la sua morte.<ref name="UCL-book">{{cita libro|titolo=Jeremiah Horrocks - young genius and first Venus transit observer|autore= Paul Marston|data=2004|editore=University of Central Lancashire|pagine=14-37}}</ref>

[[File:JeremiahHorrocks.jpg|thumb|Jeremiah Horrocks effettua la prima osservazione del transito nel 1639]]

In base alle osservazioni del transito del [[1761]] compiute all'[[osservatorio di San Pietroburgo]], [[Michail Vasil'evič Lomonosov|Mikhail Lomonosov]] ipotizzò l'esistenza di un'atmosfera su Venere. Lomosonov infatti, mentre stava iniziando il transito e il pianeta non era ancora in contatto con il disco solare, rilevò una rifrazione dei raggi solari sotto forma di un anello luminoso attorno al bordo di Venere. Egli dedusse quindi che solo l'atmosfera poteva spiegare questo fenomeno.<ref name="ML">{{Cita pubblicazione|rivista=Proceedings of the International Astronomical Union|titolo=Mikhail Lomonosov and the discovery of the atmosphere of Venus during the 1761 transit|autore = Mikhail Ya. Marov |data=2004|pp=209-219|editore= Cambridge University Press}}</ref> {{vedi anche|Atmosfera di Venere}}

[[File:1882 transit of venus.jpg|thumb|upright=0.8|left|Transito del 1882]]

La coppia di transiti del 1761 e del 1769 venne sfruttata per determinare attraverso la [[parallasse]] il valore preciso della distanza Terra-Sole. Questa tecnica venne descritta per la prima volta da [[James Gregory (astronomo)|James Gregory]] in ''Optica Promota'' nel 1663 e sviluppata in seguito da [[Edmond Halley]]. Vennero create numerose spedizioni in varie parti del mondo per seguire il transito, in uno dei primi esempi di collaborazione scientifica internazionale, dove astronomi ed esploratori dal [[Regno Unito]], [[Austria]] e [[Francia]] si spostarono in varie destinazioni nel mondo, tra cui la [[Siberia]], la [[Norvegia]], [[Terranova]] e [[Madagascar]].<ref name="RP">{{cita web|1= http://www-astronomy.mps.ohio-state.edu/~pogge/Ast161/Unit4/venussun.html|2= How far to the sun? The Venus Transits of 1761 & 1769|autore= Prof. Richard Pogge|accesso= 25 settembre 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060909114806/http://www-astronomy.mps.ohio-state.edu/~pogge/Ast161/Unit4/venussun.html|dataarchivio= 9 settembre 2006|urlmorto= sì}}</ref>
Tra tutti questi studiosi, [[Jeremiah Dixon]] e [[Charles Mason]] compirono delle eccellenti osservazioni del transito nel [[capo di Buona Speranza]].<ref name="MD">{{cita web|1= http://www.hyperarts.com/pynchon/mason-dixon/extra/dixon_bio.html|2= National Dictionary of Biography - Biography of Jeremiah Dixon|editore= Oxford University Press|accesso= 25 settembre 2006|dataarchivio= 9 maggio 2008|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20080509092124/http://www.hyperarts.com/pynchon/mason-dixon/extra/dixon_bio.html|urlmorto= sì}}</ref>
Durante il transito del 1769 scienziati giunsero nella [[baia di Hudson]], [[Bassa California]] (allora sotto controllo spagnolo) e [[Norvegia]]. [[James Cook]] effettuò il suo primo viaggio per osservare il transito da [[Tahiti]].<ref name="cook-book">{{cita libro|titolo=The Voyages of Captain Cook|data=1999|editore=Wordsworth Editions Ltd|pagine=29-30|isbn=1-84022-100-3}}</ref>
L'astronomo [[Repubblica Ceca|Ceco]] [[Christian Mayer (astronomo)|Christian Mayer]] fu inviato da [[Caterina II di Russia]] per osservare il transito a [[San Pietroburgo]], ma le osservazioni furono molto ostacolate dalle nubi.<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://visualiseur.bnf.fr/Visualiseur?O=NUMM-55859&I=203&M=tdm|autore = Christian Mayer|p=163|volume=54|rivista=Royal society (GB). Philosophical transactions|titolo=An Account of the Transit of Venus: In a Letter to Charles Morton, M. D. Secret. R. S. from Christian Mayer, S. J. Translated from the Latin by James Parsons, M. D.}}</ref>
Lo sfortunato astronomo [[Guillaume Le Gentil]] viaggiò per otto anni per tentare di osservare entrambi gli eventi; non ci riuscì e venne considerato morto, perdendo i suoi beni e la moglie, che si risposò.

=== Effetto black drop ===
[[File:PSM V06 D236 Portion of the sun at first internal contact of venus.jpg|thumb|left|Il primo contatto di Venere con l'interno del disco solare in un'illustrazione del transito del [[1874]]. È stato rappresentato l'effetto ''black drop''.]]

Sfortunatamente, è impossibile prevedere l'esatto istante di inizio e di termine del transito a causa di un fenomeno detto "black drop". La presenza di [[atmosfera]] su Venere venne considerata per molto tempo la causa di questo effetto, e venne ritenuta una prova della sua esistenza, ma studi recenti hanno dimostrato che si tratta di un effetto ottico causato dalla "spalmatura" dell'immagine di Venere dovuta alla [[Seeing|turbolenza dell'atmosfera terrestre]] o alle imperfezioni del mezzo ottico di osservazione.<ref name="aas">{{cita web|1=http://www.aas.org/publications/baas/v35n5/aas203/26.htm|2=Explanation of the Black-Drop Effect at Transits of Mercury and the Forthcoming Transit of Venus|editore=AAS|data=4 gennaio 2004|accesso=21 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060710203358/http://www.aas.org/publications/baas/v35n5/aas203/26.htm|dataarchivio=10 luglio 2006|urlmorto=sì}}</ref><ref name="economist">{{cita web | url=https://www.economist.com/science/displayStory.cfm?story_id=2705523 | titolo=Transits of Venus - Kiss of the goddess | editore=The Economist | accesso=25 settembre 2006 | lingua=en}}</ref>

Nel 1771 l'astronomo francese [[Jérôme Lalande]], usando i dati dei transiti del 1761 e del 1769, calcolò l'[[unità astronomica]] in circa 153 milioni di chilometri, con una precisione inferiore alle aspettative a causa dell'effetto ''black drop'', ma considerevolmente più accurata rispetto alla precedente stima di Horrocks.<ref name="RP" /> Le osservazioni dei transiti del 1874 e del 1882 permisero di raffinare ulteriormente questo valore: unendoli ai dati precedenti l'astronomo [[Simon Newcomb]] calcolò un valore di 149,59 milioni di chilometri. Le moderne tecniche di [[astronomia radar|osservazione radar]] e l'ausilio delle [[sonde spaziali]] hanno permesso di ricavare un valore molto preciso della distanza Terra-Sole (con un'approssimazione di 30 metri), rendendo non più necessario il metodo della parallasse.<ref name="RP" /><ref name="economist" />

[[File:Venustransit 2004-06-08 07-44.jpg|thumb|Effetto ''black drop'' durante il transito del [[2004]]]]

L'interesse per il transito del 2004 era invece dovuto ai tentativi di misurare l'oscuramento provocato da Venere quando blocca parte della luce solare, per raffinare le tecniche che si useranno per cercare [[pianeta extrasolare|pianeti extrasolari]].<ref name="economist"/><ref name="NS">{{cita web | url=https://www.newscientist.com/article.ns?id=dn5074 | titolo=Extrasolar planet hunters eye Venus transit | editore=New Scientist | nome=Maggie | cognome=McKee | accesso=27 settembre 2006 | lingua=en | dataarchivio=11 febbraio 2007 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070211021837/http://www.newscientist.com/article.ns?id=dn5074 | urlmorto=sì }}</ref>
Gli attuali metodi di ricerca infatti funzionano solo per pianeti molto grandi (più simili a [[Giove (astronomia)|Giove]] che alla Terra), la cui gravità sia abbastanza intensa da poter rilevare cambiamenti nel [[moto proprio]] o cambiamenti di tipo [[Effetto Doppler|doppler]] della [[velocità radiale]]. La misurazione della intensità della luce durante un transito, mentre il pianeta blocca parte della luce, è una tecnica molto più sensibile e può essere utilizzata per rilevare pianeti di dimensione inferiore.<ref name="economist" /> La tecnica richiede tuttavia misura estremamente precise: ad esempio il transito di Venere provoca una diminuzione della [[magnitudine apparente]] di un valore pari solo a 0,001 e ci si aspetta un valore ugualmente piccolo per i [[Pianeta extrasolare|pianeti extrasolari]].<ref name="NASA">{{cita web|1=http://sunearth.gsfc.nasa.gov/eclipse/transit/venus0412.html|2=2004 and 2012 Transits of Venus|editore=NASA|data=18 giugno 2002|autore=Fred Espenak|accesso=25 settembre 2006|urlarchivio=https://archive.is/20120523224458/sunearth.gsfc.nasa.gov/eclipse/transit/venus0412.html|dataarchivio=23 maggio 2012|urlmorto=sì}}</ref>

== Transiti passati e futuri ==

I transiti avvengono solo a giugno e a dicembre (vedere tabella) attualmente, mentre prima del 1631 essi avvenivano a maggio e novembre. Essendo la lunghezza di 8 anni terrestri pari circa a quella di 13 anni venusiani, dopo un tale periodo di tempo i pianeti si ritrovano quasi nella stessa posizione. Questa congiunzione approssimata non permette di avere una tripletta di transiti perché Venere giunge alla congiunzione con 22 ore di anticipo ogni volta. L'ultimo transito singolo avvenne nel 1153 e il prossimo avverrà nel 3089.<ref name="nao1">{{cita web|1=http://www.hmnao.com/nao/transit/|2=Transits of Venus 1000 AD 2700 AD|autore=Steve Bell|editore=HM Nautical Almanac Office|data=2004|accesso=25 settembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080108215023/http://www.hmnao.com/nao/transit/|dataarchivio=8 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref>

== Note ==
<references/>

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|https://www.repubblica.it/scienze/2017/09/18/news/il_lato_oscuro_di_venere_strane_nubi_si_muovono_di_notte-175810081/?refresh_ce|Il lato oscuro di Venere}}
* {{cita web|http://ssd.jpl.nasa.gov/?horizons|JPL HORIZONS System|lingua=en}}
* {{cita web|http://space.jpl.nasa.gov/|JPL Solar System Simulator|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://www.transitofvenus.nl/details.html|2=Predictions for the 2012 transit of Venus|lingua=en|accesso=1 gennaio 2019|dataarchivio=29 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190129061457/http://www.transitofvenus.nl/details.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://rathnasree.htmlplanet.com/transitfaq.htm|Venus Transit FAQ|lingua=en}}
* {{en}} [http://www.perseus.gr/Astro-Planet-Ven-Tr2004.htm The 2004 Transit of Venus] &nbsp; Time Series for Ingress, Maximum and Egress.
* {{cita web|1=http://skytonight.com/observing/objects/daylightphenomena/3308756.html|2=''Reanimating the 1882 Transit of Venus'', in ''Sky and Telescope'' magazine online|lingua=en|accesso=2 gennaio 2007|dataarchivio=14 marzo 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070314195637/http://skytonight.com/observing/objects/daylightphenomena/3308756.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.transit-of-venus.org.uk/transit.htm|2=Transit of Venus|lingua=en|accesso=2 gennaio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040613184324/http://www.transit-of-venus.org.uk/transit.htm|dataarchivio=13 giugno 2004|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.astronet.nl/venustransit|June 5/6, 2012: Venus Transit|lingua=en}}
* {{cita web|https://www.bbc.co.uk/dna/h2g2/A9913908|The History of the Transits of Venus at h2g2|lingua=en}}
* {{cita web|1=https://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2004/pr-11-04.html|2=Two exoplanets discovered by transit light dimming method|lingua=en|accesso=5 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080706023228/http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2004/pr-11-04.html|dataarchivio=6 luglio 2008|urlmorto=sì}}

{{transiti}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Astronomia}}

[[Categoria:Transiti astronomici|Venere]]
[[Categoria:Venere]]
[[Categoria:Astrometria]]