Ritratto di Isabella d'Este (Tiziano): differenze tra le versioni

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===Identificazione del soggetto===
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[[File: Isabella d'Este vs Isabella in Black.jpg|thumb|I tre ritratti a colori di Isabella d'Este nel Kunsthistorisches Museum Vienna]]
[[File: Isabella d'Este vs Isabella in Black.jpg|thumb|I tre ritratti a colori di Isabella d'Este nel Kunsthistorisches Museum Vienna]]
Ripensamenti recenti sull'identificazione si baserebbero sulla mancanza di somiglianza tra vari ritratti della nobildonna. Alcuni vi hanno visto una somiglianza con [[Margherita Paleologa]] (da cui è documentata anche una commissione a Tiziano nel 1531<ref>{{de}}Lisa Zeitz, ''Tizian, teurer Freund – Tizian und Federico Gonzaga, Kunstpatronage in Mantua im 16. Jahrhundert'', Petersberg 2000, p. 194.</ref>) e della quale era esistito un perduto ritratto di [[Francesco Francia]].


L'identificazione di ''Isabella in nero'' è incerta.
Per Leandro Ozzola, Isabella sarebbe da identificare col soggetto del dipinto ''[[La Bella]]'' nella [[Galleria Palatina]] di [[Firenze]], essendo la modella molto somigliante a Isabella d'Este come appare nel ritratto in miniatura di [[Ambras]]<ref>Leandro Ozzola: ''Isabella d'Este e Tiziano''. In: ''Bolletino d'Arte del Ministero della pubblica istruzione''. Rom 1931 Nr. 11, S. 491-494; Download: http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1407155929929_06_-_Ozzola_491.pdf</ref>.


Un tempo, i ritratti con il "balzo" - la particolare acconciatura invenzione di Isabella prima del 1509<ref>Luzio and Renier: ''Il lusso di Isabella d’Este, Marchesa di Mantova: la guardaroba'', Nuova antologia, 63 (1896), 462 and 667.</ref> e diffusa come moda negli anni 1520/1530 - erano facilmente commercializzati come Isabella<ref>Vedi p.e.:
C'è stato un tempo in cui tutti i ritratti con il balzo (lo speciale copricapo inventato di Isabella d'Este prima del 1509 e diffusa come moda negli anni 1520/1530)<ref>Luzio and Renier: ''Il lusso di Isabella d’Este, Marchesa di Mantova: la guardaroba'', Nuova antologia, 63 (1896), 462 and 667.</ref> erano in blocco commercializzati come Isabella. A causa delle contraddizioni risultanti, tutti i ritratti di Isabella sono stati ritirati.<ref>Vedi p.e.:
* [[Royal Collection]], London (RCIN 405777): [[Giulio Romano]] ''Margherita Paleologa'' (1531)
* [[Royal Collection]], London (RCIN 405777): [[Giulio Romano]] ''Margherita Paleologa'' (1531)
* Royal Collection, London (RCIN 405762): [[Lorenzo Costa]] ''Portrait of a Lady with a Lapdog'' (c. 1500–05)
* Royal Collection, London (RCIN 405762): [[Lorenzo Costa]] ''Portrait of a Lady with a Lapdog'' (c. 1500–05)
* [[Currier Museum of Art]], Manchester (inv. 1947.4): Lorenzo Costa ''Portrait of a Woman'' (1506–10)
* Currier Museum of Art, Manchester (inv. 1947.4): Lorenzo Costa ''Portrait of a Woman'' (1506–10)
* [[Louvre]], Paris (inv 894): [[Giovanni Francesco Caroto]] ''Portrait de femme'' (c. 1505–10)</ref>
* [[Louvre]], Paris (inv 894): [[Giovanni Francesco Caroto]] ''Portrait de femme'' (c. 1505–10)</ref>
Fanno eccezione tre dipinti del Kunsthistorisches Museum di Vienna, che non permettono ancora il riconoscimento: ''Ambras Miniature'' (anonimo del 16° secolo), ''Isabella in Rosso'' (copia di Rubens del 1606 circa dopo l'originale perduto di Tiziano del 1523-30) e ''Isabella in Nero'' (Tiziano del 1536).<ref>KHM Vienna: Inv GG 5081, Inv. GG 83, Inv GG 1534</ref>
Fanno eccezione tre dipinti del Kunsthistorisches Museum di Vienna, che rappresentano anche delle contraddizioni: ''Ambras Miniature'' (anonimo del 16° secolo), ''Isabella in Rosso'' (copia di Rubens del 1606 circa dopo l'originale perduto di Tiziano del 1523-30) e ''Isabella in Nero'' (Tiziano del 1536).<ref>KHM Vienna: Inv GG 5081, Inv. GG 83, Inv GG 1534</ref>

Nel 1536 Isabella aveva già 62 anni. Il ritratto di Tiziano doveva quindi rappresentare un'idealizzazione della sua giovinezza. Discussioni sull'identificazione ''Isabella in Nero'' si basano sulla mancanza di somiglianza e mancanza di idealizzazione della bellezza. In alternativa, alcuni vedono somiglianze con [[Margherita Paleologa]] (il successore di Isabella da cui è documentata anche una commissione a Tiziano nel 1531)<ref>{{de}}Lisa Zeitz, ''Tizian, teurer Freund – Tizian und Federico Gonzaga, Kunstpatronage in Mantua im 16. Jahrhundert'', Petersberg 2000, p. 194.</ref>.

E per Leandro Ozzola, ''Ritratto di Isabella d'Este'' (Tiziano dopo Francesco Francia nel 1536) sarebbe da identificare col dipinto ''[[La Bella]]'' nella [[Galleria Palatina]] di [[Firenze]].<ref>Leandro Ozzola: ''Isabella d'Este e Tiziano''. In: ''Bolletino d'Arte del Ministero della pubblica istruzione''. Rom 1931 Nr. 11, S. 491-494; Download: http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1407155929929_06_-_Ozzola_491.pdf</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 14:17, 7 apr 2022

Isabella in Nero
AutoreTiziano
Data1534-1536
TecnicaOlio su tela
Dimensioni102×64 cm
UbicazioneKunsthistorisches Museum, Vienna

Il Ritratto di Isabella d'Este (o Isabella in Nero) è un dipinto a olio su tela (102x64 cm) di Tiziano, databile al 1534-1536 e conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Storia

Secondo Cavalcaselle, l'opera è da identificare nel dipinto eseguito da Tiziano su commissione della sessantenne Isabella d'Este, in base a un suo giovanile ritratto (1511) eseguito da Francesco Francia. Il 4 marzo 1534 Isabella desiderava aver di ritorno il quadro del Francia, e due anni dopo Tiziano inviò la tela.[1] Isabella commentò la tela in una lettera del 1536: «Il ritratto nostro di man di Titiano ne piace di sorte che dubitiamo di non esser stata in quell'etade ch'egli rappresenta di quella beltà che in sè contiene».[2]

A questa identificazione, basata sulla iscrizione d'una stampa barocca del Lucas Vorsterman tratta da una copia del Pieter Paul Rubens dall'originale del Tiziano, si oppongono Wilhelm Suida e Leandro Ozzola. La datazione entro i termini del 1534 e del 1536 è invece accolta da quasi tutta la critica.[3]

Il dipinto, tagliato a destra e a sinistra probabilmente per adattarsi a una cornice in una quadreria, fu venduto dall'ultimo Gonzaga all'arciduca Leopoldo Guglielmo, con l'identificazione con la regina di Cipro.[4]

Descrizione e stile

La donna è ritratta a mezza figura su sfondo scuro (vi si intravede solo una tenda scostata), ruotante leggermente verso sinistra. Indossa il copricapo voluminoso a ciambella che essa aveva reso popolare in tutto in nord-Italia (il "balzo"), qui descritto con nastri e fili dorati e un grande diadema fatto di oro, perle e una pietra preziosa centrale. La veste è ricchissima, con maniche estraibili, sbuffi e ricami dorati; una pelliccia pende con eleganza dalla spalla sinistra.

Isabella d'Este era famosa come collezionista e come donna alla moda, tanto che le nobildonne chiedevano di potersi abbigliare come lei e la stessa regina di Francia stessa le richiese di predisporre un manichino abbigliato esattamente come lei stessa.

Identificazione del soggetto

I tre ritratti a colori di Isabella d'Este nel Kunsthistorisches Museum Vienna

L'identificazione di Isabella in nero è incerta.

C'è stato un tempo in cui tutti i ritratti con il balzo (lo speciale copricapo inventato di Isabella d'Este prima del 1509 e diffusa come moda negli anni 1520/1530)[5] erano in blocco commercializzati come Isabella. A causa delle contraddizioni risultanti, tutti i ritratti di Isabella sono stati ritirati.[6] Fanno eccezione tre dipinti del Kunsthistorisches Museum di Vienna, che rappresentano anche delle contraddizioni: Ambras Miniature (anonimo del 16° secolo), Isabella in Rosso (copia di Rubens del 1606 circa dopo l'originale perduto di Tiziano del 1523-30) e Isabella in Nero (Tiziano del 1536).[7]

Nel 1536 Isabella aveva già 62 anni. Il ritratto di Tiziano doveva quindi rappresentare un'idealizzazione della sua giovinezza. Discussioni sull'identificazione Isabella in Nero si basano sulla mancanza di somiglianza e mancanza di idealizzazione della bellezza. In alternativa, alcuni vedono somiglianze con Margherita Paleologa (il successore di Isabella da cui è documentata anche una commissione a Tiziano nel 1531)[8].

E per Leandro Ozzola, Ritratto di Isabella d'Este (Tiziano dopo Francesco Francia nel 1536) sarebbe da identificare col dipinto La Bella nella Galleria Palatina di Firenze.[9]

Note

  1. ^ Valcanover (1969), p. 108
  2. ^ Alessandro Luzio, Arte Retrospettiva: I ritratti d’Isabella d’Este in: Emporium Vol. XI, n. 66, 1900, p. 432
  3. ^ Valcanover (1969), p. 108
  4. ^ Valcanover (1969), p. 108
  5. ^ Luzio and Renier: Il lusso di Isabella d’Este, Marchesa di Mantova: la guardaroba, Nuova antologia, 63 (1896), 462 and 667.
  6. ^ Vedi p.e.:
  7. ^ KHM Vienna: Inv GG 5081, Inv. GG 83, Inv GG 1534
  8. ^ (DE) Lisa Zeitz, Tizian, teurer Freund – Tizian und Federico Gonzaga, Kunstpatronage in Mantua im 16. Jahrhundert, Petersberg 2000, p. 194.
  9. ^ Leandro Ozzola: Isabella d'Este e Tiziano. In: Bolletino d'Arte del Ministero della pubblica istruzione. Rom 1931 Nr. 11, S. 491-494; Download: http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1407155929929_06_-_Ozzola_491.pdf

Bibliografia

  • Francesco Valcanover, L'opera completa di Tiziano, Milano, Rizzoli, 1969.
  • Sylvia Ferino-Pagden, La Prima Donna del Mondo - Isabella d'Este, Catalogo della mostra, Vienna, Kunsthistorisches Museum, 1994.
  • Cecilia Gibellini (a cura di), Tiziano, I Classici dell'arte, Milano, Rizzoli, 2003.

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