Nome teoforico: differenze tra le versioni

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Un '''nome teoforico''' (dal [[greco antico]], "portatore di [[deità]]") è un [[nome proprio]] che contiene il nome ed esprime il concetto di un [[dio]], tanto a fini della diffusione del nome sacro, quanto per invocarne la protezione sulla persona che lo porta.
Un '''nome teoforico''' (dal [[greco antico]], "portatore di [[deità]]") è un [[nome proprio]] che contiene il nome ed esprime il concetto di un [[dio]], tanto a fini della diffusione del nome sacro, quanto per invocarne la protezione sulla persona che lo porta.


I primi esempi conosciuti sono relativi alle civiltà mesopotamiche, ad esempio in [[Nabucodonosor I|Nabucodonosor]] ("il dio [[Nabu|Nabū]] protegga il confine"). In [[età classica]] fu assai diffuso l'uso di chiamare i nuovi nati con nomi riferiti, ad esempio, ad [[Apollo]] ([[Apollonio (nome)|Apollonio]], [[Apollodoro (nome)|Apollodoro]] eccetera). E l'uso era anche più vasto nel [[Vicino Oriente antico]]: nell'area siro-palestinese, la divinità suprema era chiamata con piccole variazioni della radice ''[[El (divinità)|El]]'', trasmessasi a molte lingue dell'area mediterranea. Vi sono pertanto moltissimi nomi che la richiamano, anche per effetto della menzione nella [[Bibbia]], ad esempio, di [[Michele]] ("chi è come [[Dio]]?"), [[Gabriele]] ("uomo di Dio"), [[Raffaele]] ("Dio è salvezza"), [[Emanuele]] ("[[Dio]] è con noi"), [[Ezechiele (nome)|Ezechiele]] ("in Dio la forza"), [[Gioele]] ("il Signore è Dio") e molti altri.
I primi esempi conosciuti sono relativi alle civiltà mesopotamiche, ad esempio in [[Nabucodonosor I|Nabucodonosor]] (adattamento antico-testamentario dell'accadico Nabû-kudurri-uṣur: "il dio [[Nabu|Nabū]] protegga la mia stirpe"). In [[età classica]] fu assai diffuso l'uso di chiamare i nuovi nati con nomi riferiti, ad esempio, ad [[Apollo]] ([[Apollonio (nome)|Apollonio]], [[Apollodoro (nome)|Apollodoro]] eccetera). E l'uso era anche più vasto nel [[Vicino Oriente antico]]: nell'area siro-palestinese, la divinità suprema era chiamata con piccole variazioni della radice ''[[El (divinità)|El]]'', trasmessasi a molte lingue dell'area mediterranea. Vi sono pertanto moltissimi nomi che la richiamano, anche per effetto della menzione nella [[Bibbia]], ad esempio, di [[Michele]] ("chi è come [[Dio]]?"), [[Gabriele]] ("uomo di Dio"), [[Raffaele]] ("Dio è salvezza"), [[Emanuele]] ("[[Dio]] è con noi"), [[Ezechiele (nome)|Ezechiele]] ("in Dio la forza"), [[Gioele]] ("il Signore è Dio") e molti altri.


Il riferimento alla divinità è comune a numerose lingue, come ad esempio [[Teofilo (nome)|Teofilo]] ("amico di Dio") e [[Dorotea]] ("dono di Dio") in greco, [[Amedeo]] ("colui che ama Dio") e [[Adeodato (nome)|Adeodato]] ("dato da Dio") in latino, il germanico [[Gottlieb (nome)|Gottlieb]] ("amato da Dio") e lo slavo [[Bogdan]] ("dato da Dio").
Il riferimento alla divinità è comune a numerose lingue, come ad esempio [[Teofilo (nome)|Teofilo]] ("amico di Dio") e [[Dorotea]] ("dono di Dio") in greco, [[Amedeo]] ("colui che ama Dio") e [[Adeodato (nome)|Adeodato]] ("dato da Dio") in latino, il germanico [[Gottlieb (nome)|Gottlieb]] ("amato da Dio") e lo slavo [[Bogdan]] ("dato da Dio"). Nel mondo vicino e mediorientale si riscontrano i nomi arabi che includono il nome di Dio o i suoi attributi, per esempio Abdallah o Abd al-Malik, il cognome turco Tanrıverdi ("dato da Dio") e il suo analogo iranico, quest'ultimo non nome di persona ma di una città ben nota: Baghdād. Entrambi hanno lo stesso significato di Teodoro e di Diodato.


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione attuale delle 15:41, 16 ott 2023

Un nome teoforico (dal greco antico, "portatore di deità") è un nome proprio che contiene il nome ed esprime il concetto di un dio, tanto a fini della diffusione del nome sacro, quanto per invocarne la protezione sulla persona che lo porta.

I primi esempi conosciuti sono relativi alle civiltà mesopotamiche, ad esempio in Nabucodonosor (adattamento antico-testamentario dell'accadico Nabû-kudurri-uṣur: "il dio Nabū protegga la mia stirpe"). In età classica fu assai diffuso l'uso di chiamare i nuovi nati con nomi riferiti, ad esempio, ad Apollo (Apollonio, Apollodoro eccetera). E l'uso era anche più vasto nel Vicino Oriente antico: nell'area siro-palestinese, la divinità suprema era chiamata con piccole variazioni della radice El, trasmessasi a molte lingue dell'area mediterranea. Vi sono pertanto moltissimi nomi che la richiamano, anche per effetto della menzione nella Bibbia, ad esempio, di Michele ("chi è come Dio?"), Gabriele ("uomo di Dio"), Raffaele ("Dio è salvezza"), Emanuele ("Dio è con noi"), Ezechiele ("in Dio la forza"), Gioele ("il Signore è Dio") e molti altri.

Il riferimento alla divinità è comune a numerose lingue, come ad esempio Teofilo ("amico di Dio") e Dorotea ("dono di Dio") in greco, Amedeo ("colui che ama Dio") e Adeodato ("dato da Dio") in latino, il germanico Gottlieb ("amato da Dio") e lo slavo Bogdan ("dato da Dio"). Nel mondo vicino e mediorientale si riscontrano i nomi arabi che includono il nome di Dio o i suoi attributi, per esempio Abdallah o Abd al-Malik, il cognome turco Tanrıverdi ("dato da Dio") e il suo analogo iranico, quest'ultimo non nome di persona ma di una città ben nota: Baghdād. Entrambi hanno lo stesso significato di Teodoro e di Diodato.

Collegamenti esterni

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