Visualizza wikitesto di Libero (quotidiano)

{{Testata giornalistica
|nome = Libero
|logo = 
|stato = ITA
|paese = 
|codlingua = 
|lingua = [[lingua italiana|italiano]]
|periodicità = [[quotidiano]]
|genere = stampa nazionale
|sovvenzione = 3.895.331,17 euro
|formato = [[Berlinese]] <small>a 6 colonne</small>
|tiratura = {{formatnum:Soldini finiti}}<ref name="ads2022">{{cita web|url=http://www.adsnotizie.it|titolo=Accertamenti Diffusione Stampa|accesso=01 febbraio 2022}}</ref>
|data-tiratura = 2022
|diffusione = {{formatnum:18928}}<ref name="ads2022"/>
|data-diff = 2022
|diffusione digitale = {{formatnum:1185}}<ref name="ads2022"/>
|data-diff-digitale = 2022
|sede = Via dell'Aprica, 18, [[Milano]]
|proprietà = Editoriale Libero S.r.l.<ref>Proprietari: [[Fondazione San Raffaele]], 60% e [[Tosinvest]], 40% (dal 2014), entrambe riconducibili alla famiglia di [[Antonio Angelucci]].</ref>
|direttore = [[Daniele Capezzone]] (direttore editoriale)<br />[[Mario Sechi]] (direttore responsabile)
|condirettore = [[Pietro Senaldi]]
|vicedirettore = Lorenzo Mottola, Fausto Carioti e Andrea Tempestini
|redattore capo = Lorenzo Mottola
|cartacea = singola copia/<br />abbonamento
|digitale = su abbonamento
|sito = [http://www.liberoquotidiano.it/ liberoquotidiano.it]
|tv = [https://www.liberoquotidiano.it/liberotv/ Libero TV]
|politica = liberal-conservatore
|orientamento politico = centro-destra
}}

'''''Libero''''' è un [[quotidiano]] [[italia]]no fondato nel 2000 da [[Vittorio Feltri]], con sede a [[Milano]] e una diffusione media di 18.400 copie a marzo 2024.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/charlie/i-quotidiani-a-marzo-2/|titolo=I quotidiani a marzo|sito=Il Post|lingua=it-IT|accesso=2024-07-10}}</ref>

Collocato tra i principali quotidiani italiani politicamente vicini all'area di [[Centro-destra in Italia|centro-destra]], è di proprietà dell'imprenditore della sanità, immobiliarista e politico [[Antonio Angelucci]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/17/giu-le-mani-dalla-lombardia-su-libero-la-difesa-della-sanita-regionale-e-a-firma-di-formigoni-condannato-per-tangenti-nella-sanita-regionale/5804609/|titolo='Giù le mani dalla Lombardia': su Libero la difesa della sanità regionale è a firma di Formigoni, condannato per tangenti nella sanità regionale|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2020-05-17|lingua=it-IT|accesso=2020-05-18|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200523023622/https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/17/giu-le-mani-dalla-lombardia-su-libero-la-difesa-della-sanita-regionale-e-a-firma-di-formigoni-condannato-per-tangenti-nella-sanita-regionale/5804609/|dataarchivio=23 maggio 2020|urlmorto=no}}</ref>, che controlla la società Editoriale Libero attraverso la Fondazione San Raffaele e [[Tosinvest|Finanziara Tosinvest]].

== Storia ==
Il primo numero del quotidiano esce in edicola il 18 luglio 2000, sotto la direzione di Vittorio Feltri e Franco Garnero. La testata è stata disegnata dal grafico Franco Bevilacqua e il nuovo quotidiano appartiene all'area del [[centro-destra]]. Come ha scritto [[Oscar Giannino]] (2007): {{citazione|Molti dei nostri lettori comprano ''Libero'' e ''Libero mercato'' perché ci trovano una voce fuori dal coro e dai partiti, ma a favore di una visione nettamente liberale e liberista, antitassaiola e antisprechi pubblici, diffidente di ogni eccesso partitico [...], oltre che diffidente degli eccessi della magistratura, quando poi la giustizia e la sicurezza per i cittadini qualunque non sono garantiti.}}

L'organico è costituito da venti giornalisti professionisti e altrettanti praticanti. Tra i professionisti, [[Renato Farina]] (vicedirettore) e [[Luigi Santambrogio]] costituiscono, insieme con il direttore, lo “stato maggiore” del quotidiano. [[Gianluca Marchi]] è il caporedattore centrale; [[Mattias Mainiero]] guida la redazione romana (incarico assolto nei primi anni). Nel 2001 giunge in redazione, proveniente dal settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', [[Alessandro Sallusti]], il quale salirà tutti i gradini della gerarchia fino a diventare direttore responsabile.

In occasione dei [[fatti del G8 di Genova]] ''Libero'' tocca la vetta delle 70.000 copie vendute<ref>Vittorio Feltri, ''Libero è vivo e rompe ancora le scatole'' in «Libero», 18 luglio 2018, pag. 19.</ref>.

Nel marzo 2005 Libero lancia una raccolta di firme affinché il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] nominasse [[Oriana Fallaci]]<ref>La grande giornalista toscana pubblicò degli articoli su «Libero» tra il 2003 e il 2006. Vittorio Feltri, [https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13503458/vittorio-feltri-oriana-fallaci-anniversario-ricordo-.html "Vi racconto la mia amica e i suoi ultimi giorni con me"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20191022224258/https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13503458/vittorio-feltri-oriana-fallaci-anniversario-ricordo-.html |data=22 ottobre 2019 }}, Libero, 16 Settembre 2019.</ref> [[senatore a vita (ordinamento italiano)|senatrice a vita]], raggiungendo la quota di 75.000 firme<ref>I documenti di Panorama n. 19</ref>. Nel 2006 ''Libero'' ha sostenuto il movimento dei [[Riformatori Liberali]] di [[Benedetto Della Vedova]], minoranza [[Radicali Italiani|radicale]] passata al centro-destra. Vittorio Feltri è uno dei firmatari del loro manifesto<ref>{{cita web|url=http://www.benedettodellavedova.com/blog_archive/000981.html|titolo=Riformatori Liberali: Siamo l'anima libertaria della Cdl|editore=benedettodellavedova.com|data=14 ottobre 2006|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090211112020/http://www.benedettodellavedova.com/blog_archive/000981.html|dataarchivio=11 febbraio 2009|urlmorto=sì}}</ref>. Nello stesso anno il quotidiano pubblica un "falso" dossier di Renato Farina, preparato dal [[Servizio per le informazioni e la sicurezza militare|Sismi]], secondo cui [[Romano Prodi]] avrebbe autorizzato, come [[Presidente della Commissione europea|Presidente della Commissione Europea]], le '"[[extraordinary rendition|consegne extralegali]]" della [[CIA]] in Europa, come nel caso di [[Caso Abu Omar|Abu Omar]]. Per tale dossier Farina viene condannato a sei mesi di reclusione per favoreggiamento<ref name="d'avanzo">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/11/news/dossier_d_avanzo-7933677/?ref=HRER1-1|titolo=Così colpisce la fabbrica dei dossier al servizio del Cavaliere|editore=La Repubblica|data=11 ottobre 2010|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151121023623/http://www.repubblica.it/politica/2010/10/11/news/dossier_d_avanzo-7933677/?ref=HRER1-1|dataarchivio=21 novembre 2015|urlmorto=no}}</ref>. Durante la campagna elettorale del 2006 ''Libero'' raggiunge le 100.000 copie di vendita media mensile, grazie anche all'annuncio del ''[[Corriere della Sera]]'', primo quotidiano italiano, di schierarsi a favore di una delle due coalizioni in campo, [[L'Ulivo]]<ref>Stefano Lorenzetto, ''Il Vittorioso'', Marsilio, 2010. Pag. 182.</ref>.

Dal 1º gennaio 2007 al 15 luglio 2008 Alessandro Sallusti assume la carica di direttore responsabile, con Vittorio Feltri direttore editoriale. Le pagine di economia diventano un dorso allegato al giornale, con una propria [[testata giornalistica|testata]], ''Libero mercato'', ed un proprio direttore, Oscar Giannino. Il progetto termina nel febbraio 2009, quando si interrompe la collaborazione di Giannino al quotidiano. Nel febbraio 2007 sono stati arrestati alcuni membri di una cellula delle [[Brigate Rosse]] con l'accusa di aver progettato un attentato terroristico alla sede di ''Libero''. Secondo tale accusa, dopo ripetuti appostamenti i neo-brigatisti Ghirardi e Latino intendevano compiere un attentato incendiario per il giorno di [[Pasqua]] con «benzina ed acido da versare dentro»<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/14/br_biondani.shtml|titolo=Capi br arrestati all'alba dopo summit segreto|editore=corriere.it|data=14 febbraio 2007|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117022731/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/14/br_biondani.shtml|dataarchivio=17 novembre 2015|urlmorto=no}}</ref>.

Nell'agosto 2009 Vittorio Feltri, direttore editoriale del quotidiano ininterrottamente dalla sua fondazione (dal 15 luglio 2008 anche direttore responsabile) ed Alessandro Sallusti lasciano per andare al ''[[Il Giornale|Giornale]]'', quotidiano concorrente. Viene nominato direttore [[Maurizio Belpietro]], proveniente da ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]''. Dal novembre del 2009 il quotidiano è consultabile online nella versione uguale al formato cartaceo. Dal 26 ottobre 2015 il quotidiano esce anche il lunedì, passando da sei a sette uscite settimanali. Tra il 21 dicembre 2010 e il 3 giugno 2011 Feltri è di nuovo direttore editoriale del quotidiano, lasciando poi la direzione a Belpietro.

La direzione di Belpietro è caratterizzata da un forte calo delle copie vendute, che calano di più del 70% nel periodo tra il 2011 ed il 2016, fino a toccare il minimo storico nel 2017. Nel maggio 2016 l'editore Angelucci rimuove Belpietro dalla carica di direttore, richiamando al suo posto Feltri, affiancato da [[Pietro Senaldi]], rispettivamente come direttore editoriale e direttore responsabile. In seguito a ciò, Belpietro lascia ''Libero'' insieme ad alcuni giornalisti della redazione e fonda il quotidiano ''[[La Verità (quotidiano)|La Verità]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2016/05/17/libero-maurizio-belpietro_n_10006670.html|titolo=Libero, Maurizio Belpietro licenziato per divergenze con l'editore. Al suo posto Vittorio Feltri|sito=L’Huffington Post|data=2016-05-17|lingua=it|accesso=2019-01-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181116001145/https://www.huffingtonpost.it/2016/05/17/libero-maurizio-belpietro_n_10006670.html|dataarchivio=16 novembre 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilquotidianodellazio.it/articoli/21343/belpietro-fonda-la-verita-e-racconta-i-segreti-di-renzi|titolo=Belpietro fonda "La Verità" e racconta "I Segreti di Renzi" {{!}} Il Quotidiano del Lazio {{!}}|accesso=2019-01-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190123223751/https://www.ilquotidianodellazio.it/articoli/21343/belpietro-fonda-la-verita-e-racconta-i-segreti-di-renzi|dataarchivio=23 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>

Nel 2018, dopo diversi anni di perdite, si assiste ad una crescita delle copie vendute<ref>{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/13366860/libero-vendite-mese-giugno-salgono-10-per-cento-rispetto-stesso-mese-2017.html|titolo=Un grazie a tutti i lettori, salgono le vendite di Libero. Cifre: primi in Italia per crescita|accesso=2019-01-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190123223525/https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/13366860/libero-vendite-mese-giugno-salgono-10-per-cento-rispetto-stesso-mese-2017.html|dataarchivio=23 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13398685/vittorio-feltri-libero-record-vendite-grazie-lettori-nostra-aspirazione-avere-vostra-stima.html|titolo=Per Libero vendite da record. Vittorio Feltri ringrazia i nostri lettori: "Qual è la mia vera aspirazione"|accesso=2019-01-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190124041251/https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13398685/vittorio-feltri-libero-record-vendite-grazie-lettori-nostra-aspirazione-avere-vostra-stima.html|dataarchivio=24 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref>. Il 6 novembre 2019, in un'intervista al quotidiano ''[[Italia Oggi]]'', il direttore editoriale Vittorio Feltri annuncia la chiusura in utile del bilancio 2019<ref>{{Cita news|autore=Claudio Pellizzotta|url=https://www.italiaoggi.it/news/stringi-e-stringi-libero-e-salvo-2400254|titolo=Stringi e stringi Libero è salvo|pubblicazione=Italia Oggi|data=6 novembre 2019|accesso=6 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191106164726/https://www.italiaoggi.it/news/stringi-e-stringi-libero-e-salvo-2400254|dataarchivio=6 novembre 2019|urlmorto=no}}</ref>. Nel maggio 2021 [[Alessandro Sallusti]] torna a ''Libero'', subentrando nel ruolo di direttore responsabile a Senaldi, che rimane condirettore.

[[Maurizio Costanzo]] ha tenuto una rubrica di [[critica televisiva]] sul quotidiano. Il suo ultimo pezzo è stato pubblicato il 21 febbraio 2023, tre giorni prima della sua morte.

Il 7 settembre 2023 il direttore editoriale Feltri cede il ruolo a [[Daniele Capezzone]], mentre il direttore responsabile Sallusti torna a dirigere ''[[Il Giornale]]'', dove era già stato per 11 anni, e viene sostituito da [[Mario Sechi]], già capo dell'[[ufficio stampa]] della [[Presidenza del Consiglio dei ministri|Presidenza del Consiglio]].

== Direttori ==
* Franco Garnero, direttore responsabile (18 luglio 2000 - 1º gennaio 2007), [[Vittorio Feltri]], direttore editoriale (18 luglio 2000 - 15 luglio 2008)
*[[Alessandro Sallusti]], direttore responsabile (1º gennaio 2007 - 15 luglio 2008), [[Vittorio Feltri]], direttore editoriale (18 luglio 2000 - 15 luglio 2008)
* [[Vittorio Feltri]] (15 luglio 2008 - 1º agosto 2009)
* [[Gianluigi Paragone]], ''ad interim'' (1º agosto 2009 - 13 agosto 2009)
* [[Maurizio Belpietro]], direttore responsabile (13 agosto 2009 - 18 maggio 2016), [[Vittorio Feltri]], direttore editoriale (21 dicembre 2010 - 3 giugno 2011)
*[[Pietro Senaldi]], direttore responsabile (19 maggio 2016<ref>{{Cita web|url=http://www.lettera43.it/esclusive/libero-senaldi-nominato-direttore-responsabile_43675246256.htm|titolo=Libero, Senaldi nominato direttore responsabile|accesso=24 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160521074732/http://www.lettera43.it/esclusive/libero-senaldi-nominato-direttore-responsabile_43675246256.htm|dataarchivio=21 maggio 2016|urlmorto=sì}}</ref> - 16 maggio 2021), condirettore responsabile (17 maggio 2021 - in carica), [[Vittorio Feltri]], direttore editoriale (19 maggio 2016<ref>{{Cita web|url=http://algheronewsitaly.com/2016/05/19/vittorio-feltri-direttore-di-libero-e-maurizio-belpietro.html|titolo=Vittorio Feltri direttore di Libero. E Maurizio Belpietro…|sito=algheronewsitaly.com|accesso=24 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160630122750/http://algheronewsitaly.com/2016/05/19/vittorio-feltri-direttore-di-libero-e-maurizio-belpietro.html|dataarchivio=30 giugno 2016|urlmorto=sì}}</ref> - 6 settembre 2023)
* [[Alessandro Sallusti]], direttore responsabile (17 maggio 2021 - 6 settembre 2023)
* [[Mario Sechi]], direttore responsabile (7 settembre 2023 - in carica)
* [[Daniele Capezzone]], direttore editoriale (7 settembre 2023 - in carica)

== Struttura, allegati e inserti ==
Il giornale è composto dalle seguenti sezioni: Primo Piano, [[Politica interna|Italia]], [[Politica estera|Esteri]], [[Economia]], [[Salute]], [[Spettacolo]], [[Sport]] e "Le Lettere", [[rubrica (giornalismo)|rubrica]] curata da Fausto Carioti.
Il quotidiano presenta una foliatura media di 32 pagine, ad eccezione del lunedì, quando esce in 24 pagine. Nella [[provincia di Milano]], gli viene allegato ''Libero Milano'', inserto locale di 8 pagine. 

Tra maggio 2007 e febbraio 2009 ''Libero'' è uscito con un doppio dorso. L'edizione principale era accompagnata, in abbinamento obbligatorio, da ''LiberoMercato'', inserto economico-finanziario. In seguito l'inserto è stato riassorbito all'interno del quotidiano.

Nel marzo 2011 ''Libero'' ha distribuito gratuitamente, in 30 fascicoli allegati, i cosiddetti «[[Diari di Mussolini]]». L'iniziativa fu presa 4 anni dopo la presunta scoperta dei diari da parte di [[Marcello Dell'Utri]], che raccontò di averli ricevuti dai figli di un partigiano deceduto del quale si rifiutò di rivelare il nome<ref>I diari erano già stati ritenuti falsi nel 1980 da una perizia commissionata dal quotidiani londinese ''[[Times]]'', nei primi anni 90 dalla casa d'aste [[Sotheby's]], nel 1992 da una perizia commissionata dalla [[Feltrinelli]] e nel 2004 dagli storici [[Emilio Gentile]] e [[Roberto Travaglini]].</ref>.

Dall'8 gennaio 2012 al 15 maggio 2016, per un totale di 216 numeri, ''Libero'' ha ospitato ogni domenica un inserto satirico denominato ''LiberoVeleno'', fondato e diretto da [[Francesco Borgonovo]] e [[Alessio Di Mauro (disegnatore)|Alessio Di Mauro]]. A ''LiberoVeleno'' hanno collaborato fra gli altri [[Giuseppe Pollicelli]], Walter Leoni, [[Maurizio Milani]], [[Ottavio Cappellani]], [[Gemma Gaetani]] e Stefano Pisani.

== Variazioni dell'assetto proprietario ==
*All'atto della fondazione (luglio 2000) Vittorio Feltri detiene il 51% delle quote; il resto è suddiviso tra altri tre soci: [[Umberto Giovine]], Lello Garosci (imprenditore nella grande distribuzione) e Massimo Massano, editore del settimanale «[[Il Borghese]]». Pochi mesi dopo l'imprenditore riminese Stefano Patacconi rileva il 18,6% della società. Successivamente diventa l'azionista di riferimento<ref>Mario Guarino, ''Mercanti di parole. Storie e nomi del giornalismo asservito al potere'', Edizioni Dedalo, 2012, pag. 185. Patacconi muore il 3 ottobre 2001.</ref>;
*Nel 2001 ''Libero'' è rilevato dal gruppo [[Tosinvest]] di [[Antonio Angelucci]], attivo nel settore della sanità e dell'immobiliare. Con l'aiuto della banca romana [[Capitalia]], gli Angelucci hanno investito 30 milioni nel quotidiano, trasformandolo da giornale regionale a giornale nazionale.<ref name="pan">Marco Cobianchi, ''Niente fidi per "L'Unità" alla famiglia Angelucci'', «Panorama», 27/11/2007</ref>
*Nel 2007 l'Editoriale Libero S.r.l., società editrice del quotidiano, viene ceduta alla Fondazione San Raffaele, controllata dalla famiglia di Angelucci.
*A fine 2010 Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro (direttore responsabile) diventano azionisti del quotidiano<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_17/feltri-belpietro-azionisti-libero_c335f98a-0a00-11e0-b36f-00144f02aabc.shtml|titolo=Feltri e Belpietro diventano azionisti di «Libero»|editore=corriere.it|data=17 dicembre 2010|accesso=18 dicembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101219121443/http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_17/feltri-belpietro-azionisti-libero_c335f98a-0a00-11e0-b36f-00144f02aabc.shtml|dataarchivio=19 dicembre 2010|urlmorto=no}}</ref>. I due giornalisti acquistano il 10% ciascuno della società editrice. Nonostante posseggano una quota di minoranza, ottengono la gestione del giornale. Grazie a una serie di patti parasociali, Feltri e Belpietro detengono anche la maggioranza nel consiglio di amministrazione.

==Finanziamenti pubblici==
Nel 2003 ''Libero'' ha chiesto ai proprietari del bollettino ''Opinioni Nuove'' di prendere in affitto la testata. Il quotidiano è diventato ufficialmente il supplemento dell'organo ufficiale del [[Movimento Monarchico Italiano]]. In questo modo ha potuto beneficiare di 5.371.000 euro come finanziamento pubblico agli organi di partito<ref>{{cita web|url=http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-3ea096b8-f58b-436c-81b3-15d5654cf179.html|titolo=Il finanziamento quotidiano|editore=report.rai.it|data=23 aprile 2006|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101117050834/http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-3ea096b8-f58b-436c-81b3-15d5654cf179.html|dataarchivio=17 novembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>, secondo quanto previsto dalla Legge 7 marzo 2001, n. 62<ref>''Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416''.</ref>.

Il d.P.R. 7 novembre 2001, n. 460 ha favorito la trasformazione in cooperative per tutte le imprese che intendono chiedere finanziamenti pubblici. Nel 2004 ''Libero'' ha acquistato la testata ''Opinioni Nuove'' e si è poi trasformato in cooperativa di giornalisti. Nei sette anni che intercorrono dal 2003 al 2009, ''Libero'' ha beneficiato di contributi pubblici per 40 milioni di [[euro]]<ref>[[Aldo Forbice]], [[Giancarlo Mazzuca]], ''I Faraoni. Come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l'Italia''. Piemme, 2009, pag. 262.</ref>. Nel 2006 il quotidiano ha chiuso il bilancio con profitti per {{M|187000|ul=euro}}<ref name="pan"/>.

Nel febbraio 2011, l'[[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni]] (Agcom) con la delibera 63/11/CONS<ref>{{Cita web|url=https://www.agcom.it/documentazione/documento?p_p_auth=fLw7zRht&p_p_id=101_INSTANCE_kidx9GUnIodu&p_p_lifecycle=0&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=1&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_struts_action=/asset_publisher/view_content&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_assetEntryId=705176&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_type=document|titolo=Delibera 63-11-CONS - Documento - AGCOM|accesso=8 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908205307/https://www.agcom.it/documentazione/documento?p_p_auth=fLw7zRht&p_p_id=101_INSTANCE_kidx9GUnIodu&p_p_lifecycle=0&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=1&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_struts_action=%2Fasset_publisher%2Fview_content&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_assetEntryId=705176&_101_INSTANCE_kidx9GUnIodu_type=document|dataarchivio=8 settembre 2017|urlmorto=no}}</ref>, ha sanzionato il senatore Antonio Angelucci per omessa comunicazione di controllo per i giornali «Opinioni Nuove Libero Quotidiano» («Libero») e «[[Il Riformista|Il Nuovo Riformista]]». La Commissione Consultiva sull'editoria presso la Presidenza del Consiglio, preso atto della sanzione comminata dall'Agcom, ha stabilito che i due quotidiani dovranno restituire i circa 43 milioni di euro di contributi percepiti negli anni 2006-2010<ref>{{cita web|url=http://ilmanifesto.info/storia/feltri-e-riformista-senza-contributi-pubblici/|titolo=Feltri e Riformista senza contributi pubblici|editore=ilmanifesto.info|data=30 marzo 2011|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151120225106/http://ilmanifesto.info/storia/feltri-e-riformista-senza-contributi-pubblici/|dataarchivio=20 novembre 2015|urlmorto=no}}</ref>.

== Controversie ==
===Titoli===
''Libero'' è spesso oggetto di controversie per i suoi titoli irriverenti, forti o di dubbia veridicità. All'accusa di essere l'espressione di sentimenti anti-sinistra (soprattutto contro il [[Partito Democratico (Italia)|PD]], al governo nella [[XVII legislatura della Repubblica Italiana|XVII legislatura]]), il fondatore Vittorio Feltri ha risposto con queste parole: «Noi non insultiamo nessuno, noi registriamo la realtà. La raccontiamo per quello che è, punto e chiuso»<ref>{{Cita web|url=https://www.wired.it/attualita/media/2017/09/08/titoli-libero-scandalizzano-ancora|titolo=I titoli di Libero scandalizzano ancora?|accesso=29 settembre 2017|4=Wired|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170929215237/https://www.wired.it/attualita/media/2017/09/08/titoli-libero-scandalizzano-ancora/|dataarchivio=29 settembre 2017|urlmorto=no}}</ref>. 

Il 14 novembre 2015, all'indomani degli [[attentati di Parigi del 13 novembre 2015|attacchi terroristici islamisti di Parigi]], nei quali persero la vita 137 persone e ne rimasero ferite altre 368, il quotidiano uscì con in prima pagina un editoriale del direttore Belpietro intitolato ''Bastardi islamici''<ref>{{Cita web|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/editoriali/11848405/Belpietro--Bastardi-islamici.html|titolo=Belpietro: Bastardi islamici|data=14 novembre 2015|4=Liberoquotidiano|accesso=15 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180415191646/http://www.liberoquotidiano.it/news/editoriali/11848405/Belpietro--Bastardi-islamici.html|dataarchivio=15 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>, scatenando numerose polemiche, soprattutto tra la comunità musulmana. Il giorno dopo Belpietro si difese dichiarando: "È come se un cattolico uccidesse delle persone e qualcuno scrivesse "bastardi cattolici", ci è stato obiettato. Non tutti gli islamici sono terroristi, non tutti i cattolici sono persone pacifiche. Vero. Ma noi non abbiamo scritto che tutti gli islamici sono terroristi né lo abbiamo pensato (...) Noi non abbiamo insultato gli islamici in generale. Noi abbiamo scritto: Bastardi (sostantivo) islamici (aggettivo). La lingua italiana è chiara, non lo è solo per chi è in malafede e non vuole vedere la realtà."<ref>{{Cita web|url=http://www.today.it/rassegna/bastardi-islamici-titolo-libero.html|titolo="Bastardi islamici": bufera su Libero|data=15 novembre 2015|4=Today|accesso=15 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180415192157/http://www.today.it/rassegna/bastardi-islamici-titolo-libero.html|dataarchivio=15 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref>. A seguito di tale avvenimento, tuttavia, Belpietro venne rinviato a giudizio nel marzo 2017 dal tribunale di Milano con l'accusa per istigazione all'odio razziale. Nel dicembre dello stesso anno venne assolto, in quanto il fatto non costituisce reato<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2017/03/01/belpietro-bastardi-islamici-copertina-libero_n_15077410.html|titolo=Maurizio Belpietro rinviato a giudizio per il titolo "Bastardi Islamici" sulla copertina di Libero dopo la strage del Bataclan|data=1º marzo 2017|4=Huffington Post|accesso=15 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180415190827/https://www.huffingtonpost.it/2017/03/01/belpietro-bastardi-islamici-copertina-libero_n_15077410.html|dataarchivio=15 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/18/belpietro-assolto-per-il-titolo-su-libero-bastardi-islamici-per-pm-era-un-insulto-a-oltre-un-miliardo-di-persone/4046060/|titolo=Belpietro assolto per il titolo su Libero ‘Bastardi islamici’. ‘Non volevo offendere’|data=18 dicembre 2017|4=Il Fatto Quotidiano|accesso=15 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180415191326/https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/18/belpietro-assolto-per-il-titolo-su-libero-bastardi-islamici-per-pm-era-un-insulto-a-oltre-un-miliardo-di-persone/4046060/|dataarchivio=15 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref>.

Il 23 gennaio 2019 il quotidiano titolò in prima pagina ''Calano il fatturato e il Pil ma aumentano i gay,'' scatenando non poche polemiche.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/politica/2019/01/23/news/gay_titolo_libero_crimi_blocco_fondi-217249366/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P9-S1.4-T1|titolo=Editoria, Crimi: "Ignobile titolo omofobo di 'Libero', valutiamo lo stop ai fondi". La replica: "Ci chiudano pure, il governo non può censurarci"|accesso=23 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190123223848/https://www.repubblica.it/politica/2019/01/23/news/gay_titolo_libero_crimi_blocco_fondi-217249366/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P9-S1.4-T1|dataarchivio=23 gennaio 2019|urlmorto=no}}</ref> Il 18 aprile 2019 il quotidiano derise l’incontro tra [[Papa Francesco]] e la giovane ambientalista svedese [[Greta Thunberg]], suscitando notevole indignazione.

Il 4 marzo 2020, mentre in tutta Italia stava esplodendo la [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2021|pandemia di COVID-19]], il quotidiano venne deferito al Consiglio Nazionale di Disciplina dell'[[Ordine dei Giornalisti]] per aver reiterato scelte scorrette sul titolo in prima pagina, scrivendo: "L'infezione crea l'unità d'Italia, Virus alla conquista del sud".<ref>{{cita web|url=https://www.odg.it/libero-deferito-a-consiglio-di-disciplina-scelta-reiterata-su-temi-di-rilevanza-sociale-libero-deferito-a-consiglio-di-disciplina-scelta-reiterata-su-temi-di-rileva/36871|titolo=Libero deferito al Consiglio di Disciplina, “Scelta reiterata su temi di rilevanza sociale”|accesso=5 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200310123528/https://www.odg.it/libero-deferito-a-consiglio-di-disciplina-scelta-reiterata-su-temi-di-rilevanza-sociale-libero-deferito-a-consiglio-di-disciplina-scelta-reiterata-su-temi-di-rileva/36871|dataarchivio=10 marzo 2020|urlmorto=no}}</ref>

=== Provvedimenti di censura ===
Il 29 settembre 2000 ''Libero'' pubblica fotografie [[pornografia|pornografiche]] di minori giudicate ''impressionanti e raccapriccianti'', che costano a Vittorio Feltri un provvedimento di censura da parte dell'[[Ordine dei giornalisti]]<ref>La prima decisione venne presa a Milano e fu la radiazione (21 novembre 2000). Il fatto contestato fu la «pubblicazione alla pagina 3 dell'edizione del 29 settembre 2000 del quotidiano di sette fotografie impressionanti e raccapriccianti di bambini ricavate da un sito pornografico reso disponibile dai pedofili russi e di un'ottava fotografia a pagina 4 (raffigurante una scena di violenza tratta dai video di pedofilia sequestrati dalla magistratura), fotografie che appaiono tutte contrarie al buon costume e tali (…), da poter turbare il comune sentimento della morale e l'ordine familiare». Nel febbraio del 2003 l'Ordine Nazionale dei giornalisti di Roma annullò il provvedimento di radiazione che era stato preso a Milano e lo convertì in censura.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.odg.it/files/Massimario2006.pdf|titolo=Ordine dei giornalisti - Decisioni, documenti e giurisprudenza dal 1996|editore=odg.it|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722043625/http://www.odg.it/files/Massimario2006.pdf|dataarchivio=22 luglio 2011|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.difesadellinformazione.com/22/il-caso-feltri-/|titolo=Il 'caso Feltri'|editore=difesadellinformazione.com|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150407235117/http://www.difesadellinformazione.com/22/il-caso-feltri-/|dataarchivio=7 aprile 2015|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=1646|titolo=Immagini raccapriccianti e impressionanti, reato letto attraverso le sentenze dei giudici|editore=francoabruzzo.it|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151121045808/http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=1646|dataarchivio=21 novembre 2015|urlmorto=no}}</ref>.

=== Accuse di disinformazione ===
'''Islam'''

Il 30 gennaio 2016 il quotidiano pubblica l'articolo ''L’Islam si evolve: dal burqa alla museruola'', a cura di [[Souad Sbai]]<ref>{{Cita web|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/12295745/museruola-islamica-si-compra-anche-online.html?refresh_ce|titolo=Museruola islamica, donne sottomesse: il "gingillo" spopola e si compra online|accesso=1º marzo 2017|4=Liberoquotidiano|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302113245/http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/12295745/museruola-islamica-si-compra-anche-online.html?refresh_ce|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=sì}}</ref>, dove viene riportata la notizia della diffusione nel [[mondo islamico]] di una sorta di "museruola per donne", definita nell'articolo come "un attrezzo per azzittire e umiliare" introdotta da [[fondamentalismo islamico|fondamentalisti]] [[salafismo|salafiti]]. Nonostante le immagini presenti nell'articolo siano autentiche, la notizia si rivela manipolata, se non una vera e propria bufala<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2017/01/30/bufala-libero-museruole-islamiche/|titolo=La bufala di Libero sulle “museruole islamiche”|accesso=1º marzo 2017|4=IlPost|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302114546/http://www.ilpost.it/2017/01/30/bufala-libero-museruole-islamiche/|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>; infatti gli oggetti presenti nelle foto non sono "museruole" ma maschere boregheh, oggetto tradizionale utilizzato dalle donne del popolo dei Bandari, originariamente con lo scopo di simulare dei baffi, probabilmente per disincentivare gli abusi degli [[schiavismo|schiavisti]] che si aggiravano per i villaggi. L'articolo inoltre contiene altri errori, come l'attribuzione delle maschere ai salafiti, ramo ortodosso del [[sunnismo]], quando invece la maggioranza dei Bandari è [[sciismo|sciita]] e vive nell'[[Iran]] meridionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.wired.it/attualita/media/2017/01/31/museruola-donne-islamiche-bufala/|titolo=Le donne islamiche non portano la “museruola”|accesso=1º marzo 2017|4=Wired|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302114015/https://www.wired.it/attualita/media/2017/01/31/museruola-donne-islamiche-bufala/|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>

Il 31 marzo 2016 pubblica in prima pagina l'articolo ''Il Comune che vieta la minigonna: vergognosa sottomissione all'islam'', poi ripreso anche da ''[[Il Giornale]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/mondo/minigonna-sconsigliata-comune-fa-infuriare-l-olanda-1240433.html|titolo=Per non urtare i musulmani l'Olanda vieta la minigonna|accesso=1º marzo 2017|4=IlGiornale|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302115737/http://www.ilgiornale.it/news/mondo/minigonna-sconsigliata-comune-fa-infuriare-l-olanda-1240433.html|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>, dove viene riportata una notizia secondo cui nel [[stadsdeel|municipio]] di [[Amsterdam]] di [[Amsterdam Nieuw-West|Nieuw West]], nei [[Paesi Bassi]], sarebbe stato vietato alle donne di indossare la [[minigonna]] in pubblico per evitare di offendere o irritare gli immigrati [[Musulmano|musulmani]].<ref>{{Cita web|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11893040/olanda-comune-vieta-minigonna-per-non-turbare-islamici.html|titolo=Il Comune che vieta la minigonna: vergognosa sottomissione all'islam|accesso=1º marzo 2017|4=Liberoquotidiano|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302112457/http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11893040/olanda-comune-vieta-minigonna-per-non-turbare-islamici.html|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref> La notizia viene in seguito smentita da altri giornali<ref>{{Cita web|url=http://www.butac.it/lolanda-vieta-la-minigonna-non-urtare-musulmani/|2=Butac|titolo=L’Olanda vieta la minigonna per non urtare i musulmani|accesso=5 ottobre 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171005153019/http://www.butac.it/lolanda-vieta-la-minigonna-non-urtare-musulmani/|dataarchivio=5 ottobre 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/esteri/16_marzo_29/sconsigliata-minigonna-comune-fa-infuriare-l-olanda-0eadfb66-f5eb-11e5-a42a-1086cb13ad60.shtml|titolo=«Sconsigliata la minigonna» - Il Comune fa infuriare l’Olanda|accesso=1º marzo 2017|4=Il Corriere della Sera|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302112151/http://www.corriere.it/esteri/16_marzo_29/sconsigliata-minigonna-comune-fa-infuriare-l-olanda-0eadfb66-f5eb-11e5-a42a-1086cb13ad60.shtml|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>, dove viene dichiarato che il divieto della minigonna esiste ma non ha nulla a che fare con l'Islam, risultando parte di un codice di abbigliamento a cui sono sottoposti i dipendenti pubblici.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/03/31/olanda-paesi-bassi-minigonna-musulmani/|titolo=L’Olanda ha davvero vietato la minigonna?|accesso=1º marzo 2017|4=IlPost|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170302113158/http://www.ilpost.it/2016/03/31/olanda-paesi-bassi-minigonna-musulmani/|dataarchivio=2 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>

==== Negazionismo del riscaldamento globale ====
La testata ha negato in più occasioni il problema del [[riscaldamento globale]]<ref>{{Cita news|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/12296895/john-bates-bufala-global-warming-ci-guadagna-green-economy.html|titolo="Sul meteo 15 anni di menzogne". Truffa planetaria: chi ora è ricco|accesso=29 agosto 2018|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180829142506/https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/12296895/john-bates-bufala-global-warming-ci-guadagna-green-economy.html|dataarchivio=29 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/12403313/global-warming-riscaldamento-globale-fa-bene-alla-terra-scienza-ecocatastrofismi.html|titolo=Il riscaldamento globale fa un gran bene alla Terra. Il documento che smonta la scienza catastrofista|accesso=29 agosto 2018|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180829142500/https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/12403313/global-warming-riscaldamento-globale-fa-bene-alla-terra-scienza-ecocatastrofismi.html|dataarchivio=29 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>, asserendo invece che la temperatura della Terra si stia alzando per cause esclusivamente o quasi esclusivamente naturali.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.nextquotidiano.it/bufale-agosto/|titolo=Tutte le bufale riciclate ad agosto {{!}} nextQuotidiano|pubblicazione=nextQuotidiano|data=28 agosto 2018|accesso=29 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180828165851/https://www.nextquotidiano.it/bufale-agosto/|dataarchivio=28 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref><br />Il 18 aprile 2019, in occasione della visita di Greta Thunberg a [[Papa Francesco]], il giornale, come già citato, esce con una [[prima pagina]] fortemente provocatoria dedicata alla sedicenne attivista contro il [[cambiamento climatico]].<ref>{{cita news | 1 = Gianmichele Laino | 2 = https://www.giornalettismo.com/archives/2701322/greta-in-italia-insulti | 3 = Greta in Italia, gli insulti di Libero: «Vieni avanti Gretina» | 4 = 18 aprile 2019 | 5 = 19 aprile 2019 | 6 = it | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190419172020/https://www.giornalettismo.com/archives/2701322/greta-in-italia-insulti | dataarchivio = 19 aprile 2019 | urlmorto = no }}</ref><ref>{{cita news | 1 = autore | 2 = https://www.globalist.it/media/2019/04/18/libero-colpisce-ancora-insulta-greta-thunberg-in-prima-pagina-come-fa-con-tutte-le-donne-2040301.html | 3 = Libero colpisce ancora: insulta Greta Thunberg in prima pagina, come fa con tutte le donne | 4 = 18 aprile 2019 | 5 = 19 aprile 2019 | 6 = it | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190419172020/https://www.globalist.it/media/2019/04/18/libero-colpisce-ancora-insulta-greta-thunberg-in-prima-pagina-come-fa-con-tutte-le-donne-2040301.html | dataarchivio = 19 aprile 2019 | urlmorto = no }}</ref>.

== Diffusione ==
<small>La [[diffusione (editoria)|diffusione]] di un quotidiano si ottiene, secondo i criteri di [[Accertamenti Diffusione Stampa]] (ADS), dalla somma di: Totale Pagata<ref>Che a sua volta comprende le vendite per copia singola e gli abbonamenti.</ref> + Totale Gratuita + Diffusione estero + Vendite in blocco.<br/>
Dal 2021 ADS ha abbandonato la distinzione tra copia cartacea e copia digitale, che è stata sostituita dalla distinzione tra «vendite individuali» (copie pagate dall’acquirente) e «vendite multiple» (copie pagate da terzi).</small>
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== Note ==
<references/>

==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
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{{Stampa italiana}}
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