La Rete (partito politico): differenze tra le versioni

La Rete
Leader	Leoluca Orlando
Presidente	Leoluca Orlando
Coordinatore	Alfredo Galasso (1991-1996),; Franco Piro (1996-1999)
Portavoce	Franco Piro (1992-1996)
Stato	Italia
Sede	via Federico Cesi n° 21, Roma(1991-1992),; via Tomacelli n° 103, Roma(1992-1993),; Lungotevere Marzio n° 3, Roma (1993-1999)
Fondazione	24 gennaio 1991
Dissoluzione	27 febbraio 1999
Confluito in	I Democratici
Ideologia	Ambientalismo; Antimafia; Anticorruzione; Progressismo; Cristianesimo sociale; Pacifismo; Antifascismo
Collocazione	Centro-sinistra/Sinistra
Coalizione	Alleanza dei Progressisti (1994-1996); L'Ulivo (1996-1999)
Partito europeo	Federazione Europea dei Partiti Verdi
Gruppo parl. europeo	Gruppo Verde (1994-1999)
Seggi massimi Camera	12 / 630 (1992)
Seggi massimi Senato	6 / 315 (1994)
Seggi massimi Europarlamento	1 / 73 (1994)
Testata	InRete (settimanale)
Iscritti	15 000 (1991)
Sito web	www.larete.it
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La Rete (ufficialmente: Movimento per la Democrazia - La Rete; successivamente: La Rete per il Partito Democratico)^[9] è stato un partito politico italiano di sinistra,^[10]^[11]^[12] attivo dal 1991 al 1999, con una forte caratterizzazione antimafia.^[3]

Fu fondato a Roma il 24 gennaio 1991 da Leoluca Orlando, Nando dalla Chiesa, Claudio Fava, Alfredo Galasso, Carmine Mancuso e Diego Novelli, come aggregazione tra forze cattoliche e forze di sinistra,^[6] e concepito come movimento a termine.^[3]

Alle politiche del 1994 si presentò nell'Alleanza dei Progressisti, mentre dal 1996 aderì alla coalizione dell'Ulivo.

Il movimento confluì, infine, ne I Democratici il 27 febbraio 1999.

Storia

Le premesse: la primavera di Palermo

Leoluca Orlando, fondatore e presidente del partito nel 1992

Leoluca Orlando, esponente siciliano della sinistra democristiana e sindaco di Palermo dal 1985 grazie al sostegno di uno dei leader delle corrente morotea in Sicilia, Sergio Mattarella, fratello di Piersanti di cui Orlando era stato collaboratore alla regione siciliana,^[13] fu il principale promotore della primavera di Palermo, l'esperienza amministrativa ispirata alle idee del gesuita Ennio Pintacuda^[14] durante la quale, a partire dal 15 agosto 1987, Orlando dette vita alla prima «giunta anomala», il cosiddetto pentacolore, con una maggioranza costituita dalla DC, dalla Sinistra indipendente, dai Verdi, dai Socialdemocratici e dalla lista civica cattolica di «Città per l'Uomo», lasciando all'opposizione il Partito Socialista, i liberali, i repubblicani, ed emarginando le correnti più conservatrici della DC.

Il 15 aprile 1989 la maggioranza fu allargata anche al Partito Comunista Italiano,^[15] che entrò, per la prima volta nella sua storia, nel governo della città. L'ingresso del PCI accese lo scontro tra Orlando e il proprio partito, in particolare con la destra andreottiana^[16] che lo costrinse il 24 gennaio 1990 a dimettersi da sindaco,^[17] rimanendo dimissionario fino al maggio 1990.^[18] Alle elezioni successive, tenute il 6 e 7 maggio 1990, nonostante Giulio Andreotti avesse invitato pubblicamente in tv a non votare per Orlando che era capolista^[19], l'affermazione personale alle urne del sindaco dimissionario fu determinante per il successo del partito. Ma non bastò, tanto che nell'agosto 1990 i vertici della DC, insieme alla corrente di sinistra demitiana, elessero in consiglio comunale come nuovo sindaco di Palermo il gavianeo Domenico Lo Vasco,^[18] preferito a Orlando, nonostante quest'ultimo fosse stato rieletto con oltre 60 000 voti di preferenza.

L'imminente spaccatura tra Orlando e il suo partito non era ancora consumata, quando nell'agosto del 1990 Orlando partecipò a Brentonico, in Trentino, a un incontro organizzato dalla Rosa Bianca, associazione politica che raggruppa militanti del mondo cattolico schierati in maniera trasversale nei partiti di sinistra. Negli stessi giorni, Lorenzo Dellai organizzò a Trento quello che è considerato una delle prime riunioni organizzative dei seguaci di Orlando, «una rete di presenze che si riconoscono nella tradizione cattolico-democratica» volta, a detta del suo ideatore, a «spezzare l'inganno per cui la DC chiede il consenso di milioni di cattolici progressisti per poi fare una politica conservatrice».^[4] Il 5 novembre Orlando annunciò che avrebbe lasciato la DC per fare de La Rete un nuovo partito,^[20]^[21] aperto a tutte le forze progressiste di sinistra che si riconoscessero nei valori della legalità e nella lotta alla mafia.^[22]

La fondazione del movimento

«Sono trasversali per scelta e convinzione, raccogliendo ideali cattolici e idealità progressiste della sinistra tradizionale, intransigenze laiche ma anche attenzioni radicali e ambientaliste. (...) Eppure mica tanto naif gli adepti della Rete che scendono in campo. Borghesi, anzitutto. E spesso di buona cultura. Delusi certamente. In arrivo dalle tante bandiere della sinistra, ma non solo.»

Il 24 gennaio 1991 fu annunciata ufficialmente a Roma la nascita del Movimento per la Democrazia - La Rete,^[24] ma simbolicamente il gruppo dirigente, che comprendeva politici di differente estrazione politica e culturale all'interno del recinto della sinistra, preferì costituire la Rete in sede notarile il successivo 21 marzo, primo giorno di primavera.^[25] I cinque firmatari del manifesto costitutivo furono Leoluca Orlando, Carmine Mancuso, Nando dalla Chiesa, Diego Novelli e Alfredo Galasso. Mentre i componenti del comitato promotore furono Claudio Fava, Laura Rozza Giuntella, Letizia Battaglia, Angelo Tartaglia, Vincenzo Passerini, Marco Bardesono.

Il 9 marzo a Roma Orlando, Diego Novelli e Alfredo Galasso presentarono ufficialmente il nuovo partito.^[26]

La prima sede nazionale fu in via Federico Cesi a Roma, nel quartiere Prati, mentre per le riunioni e i primi incontri pubblici furono inizialmente utilizzati i locali della vicina chiesa Valdese.

Poco dopo iniziò la campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane. Per l'occasione Orlando fu capolista a Palermo e in altre quattro province, seguirono esponenti dell'antimafia siciliana: a Catania Claudio Fava; ad Agrigento Giuseppe Livatino, fratello del giudice assassinato Rosario; a Palermo Carmine Mancuso, ispettore di Polizia presidente del coordinamento antimafia.^[27]

La Rete ottenne così 211 423 voti, pari al 7,3%, di cui 101 585 preferenze solo per Orlando nel palermitano^[28]. A Palermo la Rete col 26% diventò il secondo partito^[29]. All'Assemblea Regionale Siciliana la Rete ottenne cinque seggi: Orlando, Mancuso, Letizia Battaglia, Franco Piro (tutti e quattro eletti a Palermo) e Fava (a Catania)^[30].

Dal 22 al 24 novembre si svolse a Firenze la prima assemblea nazionale retina con 505 delegati in rappresentanza di 15 000 iscritti, "trasversali per scelta e convinzione, raccogliendo ideali cattolici e idealità progressiste della sinistra tradizionale, intransigenze laiche ma anche attenzioni radicali e ambientaliste".^[23]

Il movimento diventò così un "intreccio tra identità diverse"^[23], convergenza di gruppi di varia estrazione politica^[31], dalla sinistra democristiana, da indipendenti dell'area comunista, dalla sinistra laica, da esponenti della società civile e del mondo ambientalista^[3].

Il 7 febbraio 1992 venne presentato il simbolo per le elezioni politiche: sette volti stilizzati di persone sorridenti su fondo rosso^[32]. Così facendo, spiegò Orlando, «il nostro è l'unico simbolo con la gente dentro»^[33]. Elesse 12 deputati e 3 senatori.

La Rete ebbe una forte caratterizzazione antimafia e anti-corruzione^[3], lasciando libertà di scelta sulle questioni etiche della sfera personale, come l'aborto^[34].

Nato come «movimento politico con durata limitata»^[31] a partire dal 1994 diversi esponenti lasciarono il movimento in polemica con Orlando. Nando dalla Chiesa dichiarò pubblicamente di lasciare la Rete, non riconoscendosi più nel suo progetto politico^[35]. Lo seguì a ruota Claudio Fava, che accusò Orlando di voler puntare troppo sul voto moderato, all'interno del recinto di matrice cattolica^[36], e aderì a Italia Democratica appena fondata da Nando dalla Chiesa^[37]. Nel 1995, fu il turno del senatore Carmine Mancuso che passò dal gruppo Verdi-Rete a quello di Forza Italia, pur "considerando se stesso ancora un uomo di sinistra"^[38], e aderì a Italia Democratica appena fondata da Nando dalla Chiesa^[37].

Il 15 dicembre 1996 mutò nome in La Rete per il Partito Democratico. Suo ultimo coordinatore nazionale fu Franco Piro. Il partito confluì ne I Democratici il 27 febbraio 1999.

Il 21 marzo 2011 Leoluca Orlando, a 12 anni dalla fine dell'esperienza retina, ha dato vita a un nuovo soggetto politico, La Rete 2018, che in occasione delle elezioni politiche del 2013 sostiene Rivoluzione Civile.

Rappresentanza politica

È stato rappresentato in Parlamento e in numerose assemblee locali. Ottenne buoni risultati alle elezioni regionali siciliane del 16-17 giugno 1991 (7,3% dei voti e 5 deputati eletti) e nelle elezioni politiche del 1992 dove ottenne l'1,86% alla Camera dei Deputati (Diego Novelli, Carlo Palermo, Laura Rozza Giuntella, Rino Piscitello, Paolo Bertezzolo, Antonio Borruso, Nando Dalla Chiesa, Claudio Fava, Alfredo Galasso, Giuseppe Gambale, Gaspare Nuccio, Salvatore Pollichino, Paolo Prodi) e lo 0,72% al Senato (Carmine Mancuso, Girolamo Cannariato, Vito Ferrara), dove formò il Gruppo Verdi - La Rete con presidente Carla Rocchi e vicepresidente Carmine Mancuso.

Un nuovo successo venne conseguito alle elezioni comunali a Palermo del 1993, nelle quali Leoluca Orlando fu eletto al primo turno, mentre Giorgio Chinnici assunse la carica di Presidente del Consiglio comunale. Notevoli i risultati ottenuti anche nelle altre provincie siciliane, in particolare nel catanese dove furono eletti tra gli altri Paolo Castorina sindaco ad Acicastello, Graziella Ligresti sindaco a Paternò, Carmelo Milazzo Presidente del Consiglio comunale di Catania. In occasione delle elezioni politiche del 1994 entrò a far parte della coalizione dei Progressisti, eleggendo 8 deputati (Franco Danieli, Michele Del Gaudio, Giuseppe Gambale, Carmelo Incorvaia, Giuseppe Lumia, Francesco Manganelli, Diego Novelli e Giuseppe Scozzari) e 6 senatori (Bruno de Maio, Anna Maria Abramonte, Giovanni Campo, Pietro Cangelosi, Carmine Mancuso, eletti in Sicilia, nonché Francesco de Notaris, eletto in Campania)^[39].

In occasione delle elezioni politiche del 1996, La Rete avrebbe dovuto presentarsi insieme alla Federazione dei Verdi, con la quale aveva già iniziato un percorso federativo attraverso la costituzione di un gruppo unitario al Senato. L'accordo, tuttavia, non fu concluso; la rottura si riflesse anche nella decisione, promossa dalla Rete, di porre fine al gruppo unitario^[40]. Fu così che la Rete presentò candidati propri all'interno della coalizione del L'Ulivo, ottenendo cinque deputati (Rino Piscitello, Giuseppe Scozzari, Franco Danieli, Diego Novelli e Giuseppe Gambale) e un senatore (Mario Occhipinti).

Alle elezioni regionali siciliane di poco successive ottenne il 3,6% e tre deputati regionali. Il 15 dicembre 1996 mutò nome in "La Rete per il Partito Democratico"e confluì ne I Democratici il 27 febbraio 1999, non avendo più, da allora, una sua rappresentanza istituzionale autonoma e distinta.

Esponenti de La Rete

Assemblee Nazionali

I Assemblea nazionale (Assemblea costitutiva) - Firenze, 22-24 novembre 1991
II Assemblea - Perugia, 20-22 novembre 1992^[41]
III Assemblea - 1993
IV Assemblea - 1994
V Assemblea - 1995
VI Assemblea - Roma 14-15 dicembre 1996
VII Assemblea - 1997

Congressi Nazionali

Congresso Nazionale - Palermo, 6-8 novembre 1998

Risultati elettorali

Elezione		Voti	%	Seggi
Politiche 1992	Camera	730 293	1,86	12
Politiche 1992	Senato	239 868	0,72	3
Politiche 1994	Camera	719 841	1,86	8
Politiche 1994	Senato ^a	Nell'Alleanza dei Progressisti		6
Europee 1994		366 393	1,11	1
Politiche 1996	Camera	Nell'Ulivo		5
Politiche 1996	Senato	Nell'Ulivo		1
^a In Sardegna il partito si presentò autonomamente con proprie liste, in concorrenza coi Progressisti, ottenendo 12 560 voti (l'1,47% su base regionale) e nessun eletto.

Note

^ Leoluca Orlando, Acquasparta nel cuore, 2012, su umbriatouring.it. URL consultato il 29 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ «MOVIMENTO PER LA DEMOCRAZIA LA RETE ROMA (00186). v. Tomacelli 103 - Tel. (06) 68.30.04.46 - 68.30.04.47 - Fax 68300448 Codice Fiscale 97079930588 Coordinator naz. Orlando on. prof. avv. Leoluca, Garante, Novelli on. Diego » in Guida Monaci: Annuario amministrativo italiano, Volume 1, Editore Guida Monaci, 1992.
^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g Geoff Andrews, Un paese anormale. L'Italia di oggi raccontata da un cronista inglese, Monte Porzio Catone, Effepi libri, 2006, p. 60 e ss..
^ ^a ^b ^c ^d Stefano Marroni, Sinistra Dc, ascoltami o morrai, in La Repubblica, 26 agosto 1990, p. 13. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ Al Movimento per la Democrazia-La Rete, appartennero sia esponenti della sinistra che del centro-sinistra
^ ^a ^b Dizionario di Storia, Treccani 2011, ad vocem., su treccani.it. URL consultato il 29 marzo 2014 (archiviato il 29 marzo 2014).
^ In quanto partito espressione del Gruppo Verde
^ European Union Basics (FAQ), Part3/8, su faqs.org. URL consultato il 31 dicembre 2013 (archiviato il 1º gennaio 2014).
^ Statuto, artt. 1 e 6
^ Carlo Felice Casula, Partiti e movimenti di sinistra, in Cristiani d'Italia (2011), Treccani, 2011. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
«Il terzo soggetto degli ultimi due decenni della storia politica italiana, riconducibile, nella sua ispirazione di fondo all'universo della sinistra cristiana, è costituito da La Rete, fondata nel 1991 da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, entrato in polemica e in rottura con la Democrazia Cristiana, specialmente sulla questione della lotta alla mafia. Con la collaborazione di Carmine Mancuso, Nando dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso, Orlando ottiene la convergenza di gruppi di varia estrazione, di diverse regioni (anche se la Sicilia continua a essere il suo vero punto di radicamento), portatori di un programma di difesa della democrazia e delle istituzioni e di valorizzazione delle spinte della società civile.»
^ Domenico Carzo, I media e la polis: la costruzione giornalistica delle campagne elettorali amministrative, Milano, FrancoAngeli, 2001, p. 42 n 4. URL consultato il 30 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
«contemporaneamente all'elezione diretta, come nel caso di Orlando, leader nazionale di una formazione politica, il movimento La Rete, che nel 1994 sedeva al tavolo della sinistra»
^ «Sinistra di valori» in Civiltà cattolica, 1993, p. 397 Archiviato il 30 marzo 2014 in Internet Archive.
^ Sebastiano Messina, Sergio Mattarella, dalla morte del padre al no sulla Mammì, una carriera con la schiena dritta, in La Repubblica, 29 gennaio 2015. URL consultato il 29 gennaio 2015 (archiviato l'8 febbraio 2015).
^ Sandra Bonsanti, Martinazzoli ammonisce l'altra Dc, in La Repubblica, 2 settembre 1990, p. 11. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 21 febbraio 2014).
^ Maggioranza, dopo l'ingresso nella maggioranza del PCI, chiamata esacolore.
^ Mario Guarino, Ladri di stato: storie di malaffare, arricchimenti illeciti e tangenti, Edizioni Dedalo, Bari 2010, p. 210., su books.google.it. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ Attilio Bolzoni, Stefano Rosso, Orlando, dimissioni con rabbia, in La Repubblica, 24 gennaio 1990, p. 3. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ ^a ^b Stefano Marroni, Palermo, un sindaco di passaggio, in La Repubblica, 14 dicembre 1990, p. 11. URL consultato il 9 aprile 2011 (archiviato l'11 marzo 2014).
^ Valdo Spini, Il terremoto del 6 maggio, in La Repubblica, 22 maggio 1990, p. 11. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 marzo 2014).
«Il Presidente del Consiglio Andreotti, annuncia in Tv agli italiani che l'elettore DC di Palermo non deve votare il capolista, Leoluca Orlando, ma questi riceve, con settantamila preferenze, un successo politico e personale. Impazza nei partiti la corsa alle preferenze.»
^ Alessandra Ziniti, Orlando ha deciso: "Ora lascio la Dc", in La Repubblica, 6 novembre 1990, p. 14. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 29 marzo 2014).
^ Orazio La Rocca, Orlando non torna indietro. 'Sì, me ne vado dalla Dc, in La Repubblica, 14 novembre 1990, p. 15. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 21 febbraio 2014).
^ Civiltà cattolica, 1993, p. 397, su books.google.it. URL consultato il 30 marzo 2014 (archiviato il 30 marzo 2014).
^ ^a ^b ^c Giorgio Battistini, Quei 15mila delusi dalla politica finiti nella Rete, La Repubblica, 24 novembre 1991, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 aprile 2011 (archiviato il 4 marzo 2016).
^ Fondazione del Movimento per la Democrazia La Rete, su radioradicale.it. URL consultato il 6 gennaio 2008 (archiviato il 2 maggio 2014).
^ La Rete - La Storia
^ I leader della Rete "Il presidente non è equilibrato!, in La Repubblica, 12 marzo novembre 1991, p. 17. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ Attilio Bolzoni, La mina Orlando nelle urne siciliane, in La Repubblica, 1º giugno 1991, p. 15. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).
^ Giorgio Battistini, Orlando: la carica dei centomila, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 7. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).
^ Giorgio Battistini, La valanga bianca spazza la Sicilia, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 4. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).
^ Alessandra Ziniti, Tutti gli eletti a Palazzo dei Normanni, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 5. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).
^ ^a ^b Leoluca Orlando, Fighting the Mafia and renewing Sicilian culture, New York, Encounter books, 2001, p. 146.
^ Il simbolo de La Rete per le prossime elezioni politiche
^ Per la Rete volti sorridenti su fondo rosso, in La Repubblica, 8 febbraio 1992, p. 11. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).
^ Gianna Fregognara, Orlando è antiabortista ma la Rete è libera, in Corriere della Sera, 10 febbraio 1993, p. 7. URL consultato il 29 maggio 2013.
^ Dalla Chiesa: abbandono la Rete, Corriere della Sera, 14 aprile 1994, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato l'8 aprile 2011 (archiviato il 14 giugno 2011).
^ Felice Cavallaro, Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese, in Corriere della Sera, 13 luglio 1994, p. 8. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato il 1º gennaio 2014).
^ ^a ^b Dalla Chiesa ci riprova Nasce Italia democratica, in Corriere della Sera, 1º dicembre 1994, p. 46. URL consultato il 31 ottobre 2009 (archiviato il 14 giugno 2011).
^ Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese, in Corriere della Sera, 13 luglio 1994, p. 8. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014).
^ Adnkronos, 29/03/1994, Elezioni, La Rete conferma gruppo uscente
^ Ulivo: Sciolto Il Gruppo Parlamentare Verdi-La Rete, su adnkronos.com. URL consultato il 9 maggio 2011 (archiviato il 5 marzo 2016).
^ Radio Radicale - [50316] - Presentazione dell'Assemblea Nazionale del Movimento per Democrazia La Rete (Perugia, 20/22 novembre 1992)

Bibliografia

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Davide Camarrone, La Rete. Un movimento per la democrazia, Roma, Edizioni associate, 1992.
Raffaello Canteri, Rete Italia, Trento, Publiprint, 1993. ISBN 88-85179-37-1.
Ennio Pintacuda, La scelta, Casale Monferrato, Piemme, 1993. ISBN 88-384-1917-5.
Massimo Morisi (a cura di), Far politica in Sicilia. Deferenza, consenso e protesta, Milano, Feltrinelli, 1993. ISBN 88-07-08119-9.
Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia, 1960-1995, Roma-Bari, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4847-X.
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Voci correlate

Risultati elettorali de La Rete per regione italiana

Altri progetti

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Collegamenti esterni

Rete, La, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Rete, La, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
Logo del Movimento per la Democrazia - La Rete (1992-1996), su elezionistorico.interno.gov.it.
Logo de La Rete per il Partito Democratico (1996-1999) (GIF) ^{[collegamento interrotto]}, su replay.waybackmachine.org.

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[1] Leoluca Orlando, Acquasparta nel cuore, 2012, su umbriatouring.it. URL consultato il 29 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).

[2] «MOVIMENTO PER LA DEMOCRAZIA LA RETE ROMA (00186). v. Tomacelli 103 - Tel. (06) 68.30.04.46 - 68.30.04.47 - Fax 68300448 Codice Fiscale 97079930588 Coordinator naz. Orlando on. prof. avv. Leoluca, Garante, Novelli on. Diego » in Guida Monaci: Annuario amministrativo italiano, Volume 1, Editore Guida Monaci, 1992.

[geoff-3] ^ ^a ^b ^c ^d ^e ^f ^g Geoff Andrews, Un paese anormale. L'Italia di oggi raccontata da un cronista inglese, Monte Porzio Catone, Effepi libri, 2006, p. 60 e ss..

[Rep1-4] Stefano Marroni, Sinistra Dc, ascoltami o morrai, in La Repubblica, 26 agosto 1990, p. 13. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).

[5] Al Movimento per la Democrazia-La Rete, appartennero sia esponenti della sinistra che del centro-sinistra

[Treccanidizstoria-6] Dizionario di Storia, Treccani 2011, ad vocem., su treccani.it. URL consultato il 29 marzo 2014 (archiviato il 29 marzo 2014).

[7] In quanto partito espressione del Gruppo Verde

[8] European Union Basics (FAQ), Part3/8, su faqs.org. URL consultato il 31 dicembre 2013 (archiviato il 1º gennaio 2014).

[9] Statuto, artt. 1 e 6

[10] Carlo Felice Casula, Partiti e movimenti di sinistra, in Cristiani d'Italia (2011), Treccani, 2011. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
«Il terzo soggetto degli ultimi due decenni della storia politica italiana, riconducibile, nella sua ispirazione di fondo all'universo della sinistra cristiana, è costituito da La Rete, fondata nel 1991 da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, entrato in polemica e in rottura con la Democrazia Cristiana, specialmente sulla questione della lotta alla mafia. Con la collaborazione di Carmine Mancuso, Nando dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso, Orlando ottiene la convergenza di gruppi di varia estrazione, di diverse regioni (anche se la Sicilia continua a essere il suo vero punto di radicamento), portatori di un programma di difesa della democrazia e delle istituzioni e di valorizzazione delle spinte della società civile.»

[11] Domenico Carzo, I media e la polis: la costruzione giornalistica delle campagne elettorali amministrative, Milano, FrancoAngeli, 2001, p. 42 n 4. URL consultato il 30 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).
«contemporaneamente all'elezione diretta, come nel caso di Orlando, leader nazionale di una formazione politica, il movimento La Rete, che nel 1994 sedeva al tavolo della sinistra»

[12] «Sinistra di valori» in Civiltà cattolica, 1993, p. 397 Archiviato il 30 marzo 2014 in Internet Archive.

[13] Sebastiano Messina, Sergio Mattarella, dalla morte del padre al no sulla Mammì, una carriera con la schiena dritta, in La Repubblica, 29 gennaio 2015. URL consultato il 29 gennaio 2015 (archiviato l'8 febbraio 2015).

[14] Sandra Bonsanti, Martinazzoli ammonisce l'altra Dc, in La Repubblica, 2 settembre 1990, p. 11. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 21 febbraio 2014).

[15] Maggioranza, dopo l'ingresso nella maggioranza del PCI, chiamata esacolore.

[16] Mario Guarino, Ladri di stato: storie di malaffare, arricchimenti illeciti e tangenti, Edizioni Dedalo, Bari 2010, p. 210., su books.google.it. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).

[RepBolzoniRosso-17] Attilio Bolzoni, Stefano Rosso, Orlando, dimissioni con rabbia, in La Repubblica, 24 gennaio 1990, p. 3. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 aprile 2014).

[RepMarroni-18] Stefano Marroni, Palermo, un sindaco di passaggio, in La Repubblica, 14 dicembre 1990, p. 11. URL consultato il 9 aprile 2011 (archiviato l'11 marzo 2014).

[RepSpini-19] Valdo Spini, Il terremoto del 6 maggio, in La Repubblica, 22 maggio 1990, p. 11. URL consultato il 31 marzo 2014 (archiviato il 7 marzo 2014).
«Il Presidente del Consiglio Andreotti, annuncia in Tv agli italiani che l'elettore DC di Palermo non deve votare il capolista, Leoluca Orlando, ma questi riceve, con settantamila preferenze, un successo politico e personale. Impazza nei partiti la corsa alle preferenze.»

[20] Alessandra Ziniti, Orlando ha deciso: "Ora lascio la Dc", in La Repubblica, 6 novembre 1990, p. 14. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 29 marzo 2014).

[21] Orazio La Rocca, Orlando non torna indietro. 'Sì, me ne vado dalla Dc, in La Repubblica, 14 novembre 1990, p. 15. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 21 febbraio 2014).

[22] Civiltà cattolica, 1993, p. 397, su books.google.it. URL consultato il 30 marzo 2014 (archiviato il 30 marzo 2014).

[batt-23] Giorgio Battistini, Quei 15mila delusi dalla politica finiti nella Rete, La Repubblica, 24 novembre 1991, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 9 aprile 2011 (archiviato il 4 marzo 2016).

[24] Fondazione del Movimento per la Democrazia La Rete, su radioradicale.it. URL consultato il 6 gennaio 2008 (archiviato il 2 maggio 2014).

[25] La Rete - La Storia

[26] I leader della Rete "Il presidente non è equilibrato!, in La Repubblica, 12 marzo novembre 1991, p. 17. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).

[27] Attilio Bolzoni, La mina Orlando nelle urne siciliane, in La Repubblica, 1º giugno 1991, p. 15. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 7 aprile 2014).

[28] Giorgio Battistini, Orlando: la carica dei centomila, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 7. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).

[29] Giorgio Battistini, La valanga bianca spazza la Sicilia, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 4. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).

[30] Alessandra Ziniti, Tutti gli eletti a Palazzo dei Normanni, in La Repubblica, 18 giugno 1991, p. 5. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).

[fight-31] Leoluca Orlando, Fighting the Mafia and renewing Sicilian culture, New York, Encounter books, 2001, p. 146.

[32] Il simbolo de La Rete per le prossime elezioni politiche

[33] Per la Rete volti sorridenti su fondo rosso, in La Repubblica, 8 febbraio 1992, p. 11. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato il 4 marzo 2016).

[34] Gianna Fregognara, Orlando è antiabortista ma la Rete è libera, in Corriere della Sera, 10 febbraio 1993, p. 7. URL consultato il 29 maggio 2013.

[35] Dalla Chiesa: abbandono la Rete, Corriere della Sera, 14 aprile 1994, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato l'8 aprile 2011 (archiviato il 14 giugno 2011).

[36] Felice Cavallaro, Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese, in Corriere della Sera, 13 luglio 1994, p. 8. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato il 1º gennaio 2014).

[archiviostorico.corriere.it-37] Dalla Chiesa ci riprova Nasce Italia democratica, in Corriere della Sera, 1º dicembre 1994, p. 46. URL consultato il 31 ottobre 2009 (archiviato il 14 giugno 2011).

[38] Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese, in Corriere della Sera, 13 luglio 1994, p. 8. URL consultato il 25 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2014).

[39] Adnkronos, 29/03/1994, Elezioni, La Rete conferma gruppo uscente

[40] Ulivo: Sciolto Il Gruppo Parlamentare Verdi-La Rete, su adnkronos.com. URL consultato il 9 maggio 2011 (archiviato il 5 marzo 2016).

[41] Radio Radicale - [50316] - Presentazione dell'Assemblea Nazionale del Movimento per Democrazia La Rete (Perugia, 20/22 novembre 1992)

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 }}
-'''La Rete''' (ufficialmente: '''Movimento per la Democrazia - La Rete''', o '''La Rete per il Partito Democratico''')<ref>[https://web.archive.org/web/19991005024902/http://www.larete.it/statuto.htm Statuto, artt. 1 e 6]</ref> è stato un [[partito politico]] italiano di [[Sinistra (politica)|sinistra]],<ref>{{Cita libro|titolo = Cristiani d'Italia (2011)|autore = Carlo Felice Casula|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/partiti-e-movimenti-di-sinistra_%28Cristiani-d%27Italia%29/|editore = Treccani|città = |anno = 2011|capitolo = Partiti e movimenti di sinistra|citazione = Il terzo soggetto degli ultimi due decenni della storia politica italiana, riconducibile, nella sua ispirazione di fondo all'universo della sinistra cristiana, è costituito da La Rete, fondata nel 1991 da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, entrato in polemica e in rottura con la Democrazia Cristiana, specialmente sulla questione della lotta alla mafia. Con la collaborazione di Carmine Mancuso, Nando dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso, Orlando ottiene la convergenza di gruppi di varia estrazione, di diverse regioni (anche se la Sicilia continua a essere il suo vero punto di radicamento), portatori di un programma di difesa della democrazia e delle istituzioni e di valorizzazione delle spinte della società civile.|accesso = 31 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407055303/http://www.treccani.it/enciclopedia/partiti-e-movimenti-di-sinistra_%28Cristiani-d%27Italia%29/|dataarchivio = 7 aprile 2014|urlmorto = no}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo = I media e la polis: la costruzione giornalistica delle campagne elettorali amministrative|autore = Domenico Carzo|url = http://books.google.it/books?id=k9tfxZXN5LIC&pg=PA42|editore = FrancoAngeli|città = Milano|anno = 2001|p = 42 n 4|citazione = contemporaneamente all'elezione diretta, come nel caso di Orlando, leader nazionale di una formazione politica, il movimento La Rete, che nel 1994 sedeva al tavolo della sinistra|accesso = 30 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407070024/http://books.google.it/books?id=k9tfxZXN5LIC&pg=PA42|dataarchivio = 7 aprile 2014|urlmorto = no}}</ref><ref>«Sinistra di valori» in [http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 Civiltà cattolica, 1993, p. 397] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140330064628/http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |data=30 marzo 2014 }}</ref> attivo dal [[1991]] al [[1999]], con una forte [[Movimento antimafia|caratterizzazione antimafia]].<ref name=geoff>Geoff Andrews, ''Un paese anormale. L'Italia di oggi raccontata da un cronista inglese'', Monte Porzio Catone, Effepi libri, 2006, p. 60 e ss..</ref>
+'''La Rete''' (ufficialmente: '''Movimento per la Democrazia - La Rete'''; successivamente: '''La Rete per il Partito Democratico''')<ref>[https://web.archive.org/web/19991005024902/http://www.larete.it/statuto.htm Statuto, artt. 1 e 6]</ref> è stato un [[partito politico]] italiano di [[Sinistra (politica)|sinistra]],<ref>{{Cita libro|titolo = Cristiani d'Italia (2011)|autore = Carlo Felice Casula|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/partiti-e-movimenti-di-sinistra_%28Cristiani-d%27Italia%29/|editore = Treccani|città = |anno = 2011|capitolo = Partiti e movimenti di sinistra|citazione = Il terzo soggetto degli ultimi due decenni della storia politica italiana, riconducibile, nella sua ispirazione di fondo all'universo della sinistra cristiana, è costituito da La Rete, fondata nel 1991 da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, entrato in polemica e in rottura con la Democrazia Cristiana, specialmente sulla questione della lotta alla mafia. Con la collaborazione di Carmine Mancuso, Nando dalla Chiesa, Diego Novelli, Alfredo Galasso, Orlando ottiene la convergenza di gruppi di varia estrazione, di diverse regioni (anche se la Sicilia continua a essere il suo vero punto di radicamento), portatori di un programma di difesa della democrazia e delle istituzioni e di valorizzazione delle spinte della società civile.|accesso = 31 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407055303/http://www.treccani.it/enciclopedia/partiti-e-movimenti-di-sinistra_%28Cristiani-d%27Italia%29/|urlmorto = no}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo = I media e la polis: la costruzione giornalistica delle campagne elettorali amministrative|autore = Domenico Carzo|url = http://books.google.it/books?id=k9tfxZXN5LIC&pg=PA42|editore = FrancoAngeli|città = Milano|anno = 2001|p = 42 n 4|citazione = contemporaneamente all'elezione diretta, come nel caso di Orlando, leader nazionale di una formazione politica, il movimento La Rete, che nel 1994 sedeva al tavolo della sinistra|accesso = 30 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407070024/http://books.google.it/books?id=k9tfxZXN5LIC&pg=PA42|urlmorto = no}}</ref><ref>«Sinistra di valori» in [http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 Civiltà cattolica, 1993, p. 397] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140330064628/http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |data=30 marzo 2014 }}</ref> attivo dal 1991 al 1999, con una forte [[Movimento antimafia|caratterizzazione antimafia]].<ref name=geoff>Geoff Andrews, ''Un paese anormale. L'Italia di oggi raccontata da un cronista inglese'', Monte Porzio Catone, Effepi libri, 2006, p. 60 e ss..</ref>
 Fu fondato a [[Roma]] il 24 gennaio 1991 da [[Leoluca Orlando]], [[Nando dalla Chiesa]], [[Claudio Fava]], [[Alfredo Galasso]], [[Carmine Mancuso]] e [[Diego Novelli]], come aggregazione tra forze cattoliche e forze di [[Sinistra (politica)|sinistra]],<ref name=Treccanidizstoria /> e concepito come movimento a termine.<ref name=geoff />
-Alle elezioni politiche del 1994 si presentò nell'[[Alleanza dei Progressisti]], mentre dal 1996 aderì alla coalizione dell'[[L'Ulivo|Ulivo]].
+Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|politiche del 1994]] si presentò nell'[[Alleanza dei Progressisti]], mentre dal 1996 aderì alla coalizione dell'[[L'Ulivo|Ulivo]].
-Il movimento confluì, infine, ne [[I Democratici]] il 27 febbraio [[1999]].
+Il movimento confluì, infine, ne [[I Democratici]] il 27 febbraio 1999.
 == Storia ==
-===Le premesse: la primavera di Palermo===
+=== Le premesse: la primavera di Palermo ===
+[[File:Leoluca Orlando 1992.jpg|thumb|sinistra|[[Leoluca Orlando]], fondatore e presidente del partito nel 1992]]
-Leoluca Orlando, esponente siciliano della sinistra democristiana e sindaco di [[Palermo]] dal 1985 grazie al sostegno di uno dei leader delle corrente morotea in Sicilia, [[Sergio Mattarella]], fratello di [[Piersanti Mattarella|Piersanti]] di cui Orlando era stato collaboratore alla regione siciliana,<ref>{{cita news |autore=[[Sebastiano Messina]] |url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2015/2015/01/29/news/sergio_mattarella_dalla_morte_di_piersanti_al_no_sulla_mamm_una_carriera_con_la_schiena_dritta-106032107/ |titolo=Sergio Mattarella, dalla morte del padre al no sulla Mammì, una carriera con la schiena dritta |pubblicazione=La Repubblica |data=29 gennaio 2015 |accesso=29 gennaio 2015 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6WBw9hjUk?url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2015/2015/01/29/news/sergio_mattarella_dalla_morte_di_piersanti_al_no_sulla_mamm_una_carriera_con_la_schiena_dritta-106032107/ |dataarchivio=8 febbraio 2015 |urlmorto=no }}</ref> fu il principale promotore della [[primavera di Palermo]], l'esperienza amministrativa ispirata alle idee del gesuita [[Ennio Pintacuda]]<ref>{{Cita news|autore=Sandra Bonsanti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/02/martinazzoli-ammonisce-altra-dc.html|titolo=Martinazzoli ammonisce l'altra Dc|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=2 settembre 1990|pagina=11|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140221190323/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/02/martinazzoli-ammonisce-altra-dc.html|dataarchivio=21 febbraio 2014|urlmorto=no}}</ref> durante la quale, a partire dal 15 agosto 1987, Orlando dette vita alla prima «giunta anomala», il cosiddetto pentacolore, con una maggioranza costituita dalla DC, dalla [[Sinistra indipendente]], dai [[Federazione dei Verdi|Verdi]], dai [[PSDI|Socialdemocratici]] e dalla lista civica cattolica di «[[Città per l'Uomo]]», lasciando all'opposizione il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]], i liberali, i repubblicani, ed ermarginando le correnti più conservatrici della DC.
+Leoluca Orlando, esponente siciliano della sinistra democristiana e sindaco di [[Palermo]] dal 1985 grazie al sostegno di uno dei leader delle corrente morotea in Sicilia, [[Sergio Mattarella]], fratello di [[Piersanti Mattarella|Piersanti]] di cui Orlando era stato collaboratore alla regione siciliana,<ref>{{cita news |autore=[[Sebastiano Messina]] |url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2015/2015/01/29/news/sergio_mattarella_dalla_morte_di_piersanti_al_no_sulla_mamm_una_carriera_con_la_schiena_dritta-106032107/ |titolo=Sergio Mattarella, dalla morte del padre al no sulla Mammì, una carriera con la schiena dritta |pubblicazione=La Repubblica |data=29 gennaio 2015 |accesso=29 gennaio 2015 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/6WBw9hjUk?url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2015/2015/01/29/news/sergio_mattarella_dalla_morte_di_piersanti_al_no_sulla_mamm_una_carriera_con_la_schiena_dritta-106032107/ |dataarchivio=8 febbraio 2015 |urlmorto=no }}</ref> fu il principale promotore della [[primavera di Palermo]], l'esperienza amministrativa ispirata alle idee del gesuita [[Ennio Pintacuda]]<ref>{{Cita news|autore=Sandra Bonsanti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/02/martinazzoli-ammonisce-altra-dc.html|titolo=Martinazzoli ammonisce l'altra Dc|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=2 settembre 1990|p=11|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140221190323/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/02/martinazzoli-ammonisce-altra-dc.html|urlmorto=no}}</ref> durante la quale, a partire dal 15 agosto 1987, Orlando dette vita alla prima «giunta anomala», il cosiddetto pentacolore, con una maggioranza costituita dalla DC, dalla [[Sinistra indipendente]], dai [[Federazione dei Verdi|Verdi]], dai [[PSDI|Socialdemocratici]] e dalla lista civica cattolica di «[[Città per l'Uomo]]», lasciando all'opposizione il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]], i [[Partito Liberale Italiano|liberali]], i [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicani]], ed emarginando le correnti più conservatrici della DC.
-Il 15 aprile 1989 la maggioranza fu allargata anche al [[Partito Comunista Italiano]],<ref>Maggioranza, dopo l'ingresso nella maggioranza del PCI,  chiamata ''esacolore''.</ref> che entrò, per la prima volta nella sua storia, nel governo della città. L'ingresso del PCI accese lo scontro tra Orlando e il proprio partito, in particolare con la destra andreottiana<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=JlAjL-igXGAC&pg=PA210 |titolo=Mario Guarino, ''Ladri di stato: storie di malaffare, arricchimenti illeciti e tangenti'', Edizioni Dedalo, Bari 2010, p. 210. |accesso=31 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407071457/http://books.google.it/books?id=JlAjL-igXGAC&pg=PA210 |dataarchivio=7 aprile 2014 |urlmorto=no }}</ref> che lo costrinse il 24 gennaio 1990 a dimettersi da sindaco,<ref name=RepBolzoniRosso>{{Cita news|autore=[[Attilio Bolzoni]], Stefano Rosso|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/24/orlando-dimissioni-con-rabbia.html|titolo=Orlando, dimissioni con rabbia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 gennaio 1990|pagina=3|accesso=31 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407051720/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/24/orlando-dimissioni-con-rabbia.html|dataarchivio=7 aprile 2014|urlmorto=no}}</ref> rimanendo dimissionario fino al maggio [[1990]].<ref name=RepMarroni /> Alle elezioni successive, tenute il 6 e 7 maggio 1990, nonostante [[Giulio Andreotti]] invitò pubblicamente in [[Televisione|tv]] a non votare per Orlando che era capolista<ref name=RepSpini>{{Cita news|autore=Valdo Spini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/il-terremoto-del-maggio.html|citazione=Il Presidente del Consiglio Andreotti, annuncia in Tv agli italiani che l'elettore DC di Palermo non deve votare il capolista, Leoluca Orlando, ma questi riceve, con settantamila preferenze, un successo politico e personale. Impazza nei partiti la corsa alle preferenze.|titolo=Il terremoto del 6 maggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=22 maggio 1990|pagina=11|accesso=31 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140307190314/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/il-terremoto-del-maggio.html|dataarchivio=7 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref>, l'affermazione personale alle urne del sindaco dimissionario fu determinante per il successo del partito. Ma non bastò, tanto che nell'agosto 1990 i vertici della DC, insieme alla corrente di sinistra demitiana, elessero in consiglio comunale come nuovo sindaco di Palermo il gavianeo Domenico Lo Vasco,<ref name=RepMarroni>{{Cita news|autore=Stefano Marroni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/15/palermo-un-sindaco-di-passaggio.html|titolo=Palermo, un sindaco di passaggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 dicembre 1990|pagina=11|accesso=9 aprile 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140311021433/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/15/palermo-un-sindaco-di-passaggio.html|dataarchivio=11 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref> preferito a Orlando, nonostante quest'ultimo fosse stato rieletto con oltre {{formatnum:60000}} voti di preferenza.
+Il 15 aprile 1989 la maggioranza fu allargata anche al [[Partito Comunista Italiano]],<ref>Maggioranza, dopo l'ingresso nella maggioranza del PCI,  chiamata ''esacolore''.</ref> che entrò, per la prima volta nella sua storia, nel governo della città. L'ingresso del PCI accese lo scontro tra Orlando e il proprio partito, in particolare con la destra andreottiana<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=JlAjL-igXGAC&pg=PA210 |titolo=Mario Guarino, ''Ladri di stato: storie di malaffare, arricchimenti illeciti e tangenti'', Edizioni Dedalo, Bari 2010, p. 210. |accesso=31 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407071457/http://books.google.it/books?id=JlAjL-igXGAC&pg=PA210 |urlmorto=no }}</ref> che lo costrinse il 24 gennaio 1990 a dimettersi da sindaco,<ref name=RepBolzoniRosso>{{Cita news|autore=[[Attilio Bolzoni]], Stefano Rosso|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/24/orlando-dimissioni-con-rabbia.html|titolo=Orlando, dimissioni con rabbia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=24 gennaio 1990|p=3|accesso=31 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407051720/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/24/orlando-dimissioni-con-rabbia.html|urlmorto=no}}</ref> rimanendo dimissionario fino al maggio 1990.<ref name=RepMarroni /> Alle elezioni successive, tenute il 6 e 7 maggio 1990, nonostante [[Giulio Andreotti]] avesse invitato pubblicamente in [[Televisione|tv]] a non votare per Orlando che era capolista<ref name=RepSpini>{{Cita news|autore=Valdo Spini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/il-terremoto-del-maggio.html|citazione=Il Presidente del Consiglio Andreotti, annuncia in Tv agli italiani che l'elettore DC di Palermo non deve votare il capolista, Leoluca Orlando, ma questi riceve, con settantamila preferenze, un successo politico e personale. Impazza nei partiti la corsa alle preferenze.|titolo=Il terremoto del 6 maggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=22 maggio 1990|p=11|accesso=31 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140307190314/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/22/il-terremoto-del-maggio.html|urlmorto=no}}</ref>, l'affermazione personale alle urne del sindaco dimissionario fu determinante per il successo del partito. Ma non bastò, tanto che nell'agosto 1990 i vertici della DC, insieme alla corrente di sinistra demitiana, elessero in consiglio comunale come nuovo sindaco di Palermo il gavianeo [[Domenico Lo Vasco]],<ref name=RepMarroni>{{Cita news|autore=Stefano Marroni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/15/palermo-un-sindaco-di-passaggio.html|titolo=Palermo, un sindaco di passaggio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 dicembre 1990|p=11|accesso=9 aprile 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140311021433/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/15/palermo-un-sindaco-di-passaggio.html|urlmorto=no}}</ref> preferito a Orlando, nonostante quest'ultimo fosse stato rieletto con oltre {{formatnum:60000}} voti di preferenza.
-L'imminente spaccatura tra Orlando e il suo partito non era ancora consumata, quando nell'agosto del 1990 Orlando partecipò a [[Brentonico]], in [[Trentino]], a un incontro organizzato dalla [[Rosa Bianca (associazione)|Rosa Bianca]], associazione politica che raggruppa militanti del mondo cattolico schierati in maniera trasversale nei partiti di sinistra. Negli stessi giorni, [[Lorenzo Dellai]] organizzò a Trento quello che è considerato una delle prime riunioni organizzative dei seguaci di Orlando, «una rete di presenze che si riconoscono nella tradizione cattolico-democratica» volta, a detta del suo ideatore, a «spezzare l'inganno per cui la [[Democrazia Cristiana|DC]] chiede il consenso di milioni di cattolici progressisti per poi fare una politica conservatrice».<ref name=Rep1/> Il 5 novembre Orlando annunciò che avrebbe lasciato la DC per fare de La Rete un nuovo partito,<ref>{{Cita news|autore=Alessandra Ziniti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/06/orlando-ha-deciso-ora-lascio-la-dc.html|titolo=Orlando ha deciso: "Ora lascio la Dc"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=6 novembre 1990|pagina=14|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140329231415/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/06/orlando-ha-deciso-ora-lascio-la-dc.html|dataarchivio=29 marzo 2014|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Orazio La Rocca|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/14/orlando-non-torna-indietro-si-me.html|titolo=Orlando non torna indietro. 'Sì, me ne vado dalla Dc|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 novembre 1990|pagina=15|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140221190332/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/14/orlando-non-torna-indietro-si-me.html|dataarchivio=21 febbraio 2014|urlmorto=no}}</ref> aperto a tutte le forze progressiste di sinistra che si riconoscessero nei valori della legalità e nella lotta alla mafia.<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |titolo=Civiltà cattolica, 1993, p. 397 |accesso=30 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140330064628/http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |dataarchivio=30 marzo 2014 |urlmorto=no }}</ref>
+L'imminente spaccatura tra Orlando e il suo partito non era ancora consumata, quando nell'agosto del 1990 Orlando partecipò a [[Brentonico]], in [[Trentino]], a un incontro organizzato dalla [[Rosa Bianca (associazione)|Rosa Bianca]], associazione politica che raggruppa militanti del mondo cattolico schierati in maniera trasversale nei partiti di sinistra. Negli stessi giorni, [[Lorenzo Dellai]] organizzò a Trento quello che è considerato una delle prime riunioni organizzative dei seguaci di Orlando, «una rete di presenze che si riconoscono nella tradizione cattolico-democratica» volta, a detta del suo ideatore, a «spezzare l'inganno per cui la [[Democrazia Cristiana|DC]] chiede il consenso di milioni di cattolici progressisti per poi fare una politica conservatrice».<ref name=Rep1/> Il 5 novembre Orlando annunciò che avrebbe lasciato la DC per fare de La Rete un nuovo partito,<ref>{{Cita news|autore=Alessandra Ziniti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/06/orlando-ha-deciso-ora-lascio-la-dc.html|titolo=Orlando ha deciso: "Ora lascio la Dc"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=6 novembre 1990|p=14|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140329231415/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/06/orlando-ha-deciso-ora-lascio-la-dc.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Orazio La Rocca|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/14/orlando-non-torna-indietro-si-me.html|titolo=Orlando non torna indietro. 'Sì, me ne vado dalla Dc|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=14 novembre 1990|p=15|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140221190332/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/14/orlando-non-torna-indietro-si-me.html|urlmorto=no}}</ref> aperto a tutte le forze progressiste di sinistra che si riconoscessero nei valori della legalità e nella lotta alla mafia.<ref>{{Cita web |url=http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |titolo=Civiltà cattolica, 1993, p. 397 |accesso=30 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140330064628/http://books.google.it/books?id=lAY5AQAAMAAJ&pg=PA397 |urlmorto=no }}</ref>
 ===La fondazione del movimento===
 {{citazione|Sono trasversali per scelta e convinzione, raccogliendo ideali cattolici e idealità progressiste della sinistra tradizionale, intransigenze laiche ma anche attenzioni radicali e ambientaliste. (...) Eppure mica tanto naif gli adepti della Rete che scendono in campo. Borghesi, anzitutto. E spesso di buona cultura. Delusi certamente. In arrivo dalle tante bandiere della sinistra, ma non solo.|Giorgio Battistini, Repubblica, 1991<ref name=batt />}}
-Il 24 gennaio [[1991]] fu annunciata ufficialmente a Roma la nascita del Movimento per la Democrazia - La Rete,<ref>{{Cita web |url=http://www.radioradicale.it/scheda/64984/65053-fondazione-del-movimento-per-la-democrazia-la-rete |titolo=Fondazione del Movimento per la Democrazia La Rete |accesso=6 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502173011/http://www.radioradicale.it/scheda/64984/65053-fondazione-del-movimento-per-la-democrazia-la-rete |dataarchivio=2 maggio 2014 |urlmorto=no }}</ref> ma simbolicamente il gruppo dirigente, che comprendeva politici di differente estrazione politica e culturale all'interno del recinto della sinistra, preferì costituire la Rete in sede notarile il successivo 21 marzo, primo giorno di primavera.<ref>[https://web.archive.org/web/19990418025249/http://www.larete.it/storia2.htm La Rete - La Storia]</ref> I cinque firmatari del manifesto costitutivo furono Leoluca Orlando, [[Carmine Mancuso]], [[Nando Dalla Chiesa]], [[Diego Novelli]] e [[Alfredo Galasso]]. Mentre i componenti del comitato promotore furono [[Claudio Fava]], [[Laura Rozza|Laura Rozza Giuntella]], [[Letizia Battaglia]], Angelo Tartaglia, Vincenzo Passerini.
+Il 24 gennaio 1991 fu annunciata ufficialmente a Roma la nascita del Movimento per la Democrazia - La Rete,<ref>{{Cita web |url=http://www.radioradicale.it/scheda/64984/65053-fondazione-del-movimento-per-la-democrazia-la-rete |titolo=Fondazione del Movimento per la Democrazia La Rete |accesso=6 gennaio 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502173011/http://www.radioradicale.it/scheda/64984/65053-fondazione-del-movimento-per-la-democrazia-la-rete |urlmorto=no }}</ref> ma simbolicamente il gruppo dirigente, che comprendeva politici di differente estrazione politica e culturale all'interno del recinto della sinistra, preferì costituire la Rete in sede notarile il successivo 21 marzo, primo giorno di primavera.<ref>[https://web.archive.org/web/19990418025249/http://www.larete.it/storia2.htm La Rete - La Storia]</ref> I cinque firmatari del manifesto costitutivo furono Leoluca Orlando, [[Carmine Mancuso]], [[Nando dalla Chiesa]], [[Diego Novelli]] e [[Alfredo Galasso]]. Mentre i componenti del comitato promotore furono [[Claudio Fava]], [[Laura Rozza|Laura Rozza Giuntella]], [[Letizia Battaglia]], Angelo Tartaglia, Vincenzo Passerini, Marco Bardesono.
-Il 9 marzo a Roma Orlando, Diego Novelli e Alfredo Galasso presentarono ufficialmente il nuovo partito.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/03/12/leader-della-rete-il-presidente-non.html|titolo=I leader della Rete "Il presidente non è equilibrato!|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=12 marzo novembre 1991|pagina=17|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407053640/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/03/12/leader-della-rete-il-presidente-non.html|dataarchivio=7 aprile 2014|urlmorto=no}}</ref>
+Il 9 marzo a Roma Orlando, Diego Novelli e Alfredo Galasso presentarono ufficialmente il nuovo partito.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/03/12/leader-della-rete-il-presidente-non.html|titolo=I leader della Rete "Il presidente non è equilibrato!|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=12 marzo novembre 1991|p=17|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407053640/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/03/12/leader-della-rete-il-presidente-non.html|urlmorto=no}}</ref>
 La prima sede nazionale fu in via Federico Cesi a [[Roma]], nel [[Prati (rione di Roma)|quartiere Prati]], mentre per le riunioni e i primi incontri pubblici furono inizialmente utilizzati i locali della vicina [[Tempio valdese di piazza Cavour|chiesa Valdese]].
-Poco dopo iniziò la campagna elettorale per le [[elezioni regionali in Sicilia del 1991|elezioni regionali siciliane]]. Per l'occasione Orlando fu capolista a Palermo e in altre quattro province, seguirono esponenti dell'antimafia siciliana: a [[Catania]] Claudio Fava; ad [[Agrigento]] [[Giuseppe Livatino]], fratello del giudice assassinato [[Rosario Livatino|Rosario]]; a Palermo Carmine Mancuso, ispettore di Polizia presidente del coordinamento antimafia.<ref>{{Cita news|autore=[[Attilio Bolzoni]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/la-mina-orlando-nelle-urne-siciliane.html|titolo=La mina Orlando nelle urne siciliane|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º giugno 1991|pagina=15|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407050235/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/la-mina-orlando-nelle-urne-siciliane.html|dataarchivio=7 aprile 2014|urlmorto=no}}</ref>
+Poco dopo iniziò la campagna elettorale per le [[elezioni regionali in Sicilia del 1991|elezioni regionali siciliane]]. Per l'occasione Orlando fu capolista a Palermo e in altre quattro province, seguirono esponenti dell'antimafia siciliana: a [[Catania]] Claudio Fava; ad [[Agrigento]] [[Giuseppe Livatino]], fratello del giudice assassinato [[Rosario Livatino|Rosario]]; a Palermo Carmine Mancuso, ispettore di Polizia presidente del coordinamento antimafia.<ref>{{Cita news|autore=[[Attilio Bolzoni]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/la-mina-orlando-nelle-urne-siciliane.html|titolo=La mina Orlando nelle urne siciliane|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=1º giugno 1991|p=15|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407050235/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/01/la-mina-orlando-nelle-urne-siciliane.html|urlmorto=no}}</ref>
-La Rete ottenne così {{formatnum:211423}} voti, pari al 7,3%, di cui {{formatnum:101585}} preferenze solo per Orlando nel palermitano<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Battistini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|titolo=Orlando: la carica dei centomila|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|pagina=7|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304205708/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>. A Palermo la Rete col 26% diventò il secondo partito<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Battistini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|titolo=La valanga bianca spazza la Sicilia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|pagina=4|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304205708/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>. All'[[Assemblea Regionale Siciliana]] la Rete ottenne cinque seggi: Orlando, Mancuso, [[Letizia Battaglia]], [[Francesco Piro|Franco Piro]] (tutti e quattro eletti a Palermo) e Fava (a Catania)<ref>{{Cita news|autore=Alessandra Ziniti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/tutti-gli-eletti-palazzo-dei-normanni.html|titolo=Tutti gli eletti a Palazzo dei Normanni|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|pagina=5|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304211150/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/tutti-gli-eletti-palazzo-dei-normanni.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>.
+La Rete ottenne così {{formatnum:211423}} voti, pari al 7,3%, di cui {{formatnum:101585}} preferenze solo per Orlando nel palermitano<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Battistini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|titolo=Orlando: la carica dei centomila|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|p=7|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304205708/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|urlmorto=no}}</ref>. A Palermo la Rete col 26% diventò il secondo partito<ref>{{Cita news|autore=Giorgio Battistini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|titolo=La valanga bianca spazza la Sicilia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|p=4|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304205708/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/orlando-la-carica-dei-centomila.html|urlmorto=no}}</ref>. All'[[Assemblea Regionale Siciliana]] la Rete ottenne cinque seggi: Orlando, Mancuso, [[Letizia Battaglia]], [[Francesco Piro|Franco Piro]] (tutti e quattro eletti a Palermo) e Fava (a Catania)<ref>{{Cita news|autore=Alessandra Ziniti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/tutti-gli-eletti-palazzo-dei-normanni.html|titolo=Tutti gli eletti a Palazzo dei Normanni|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=18 giugno 1991|p=5|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304211150/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/18/tutti-gli-eletti-palazzo-dei-normanni.html|urlmorto=no}}</ref>.
-Dal 22 al 24 novembre si svolse a [[Firenze]] la prima assemblea nazionale retina con 505 delegati in rappresentanza di 15&nbsp;000 iscritti, "trasversali per scelta e convinzione, raccogliendo ideali cattolici e idealità progressiste della sinistra tradizionale, intransigenze laiche ma anche attenzioni radicali e ambientaliste".<ref name=batt>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/24/quei-15mila-delusi-dalla-politica-finiti-nella.html |titolo=Giorgio Battistini, ''Quei 15mila delusi dalla politica finiti nella Rete'', La Repubblica, 24 novembre 1991 |accesso=9 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304120813/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/24/quei-15mila-delusi-dalla-politica-finiti-nella.html |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=no }}</ref>.
+Dal 22 al 24 novembre si svolse a [[Firenze]] la prima assemblea nazionale retina con 505 delegati in rappresentanza di 15&nbsp;000 iscritti, "trasversali per scelta e convinzione, raccogliendo ideali cattolici e idealità progressiste della sinistra tradizionale, intransigenze laiche ma anche attenzioni radicali e ambientaliste".<ref name=batt>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/24/quei-15mila-delusi-dalla-politica-finiti-nella.html |titolo=Giorgio Battistini, ''Quei 15mila delusi dalla politica finiti nella Rete'', La Repubblica, 24 novembre 1991 |accesso=9 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304120813/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/24/quei-15mila-delusi-dalla-politica-finiti-nella.html |urlmorto=no }}</ref>
 Il movimento diventò così un "intreccio tra identità diverse"<ref name=batt />, convergenza di gruppi di varia estrazione politica<ref name=fight />, dalla sinistra [[Democrazia Cristiana|democristiana]], da indipendenti dell'area [[Partito Comunista Italiano|comunista]], dalla sinistra laica, da esponenti della [[società civile]] e del mondo ambientalista<ref name=geoff />.
-Il 7 febbraio [[1992]] venne presentato il simbolo per le [[Elezioni politiche italiane del 1992|elezioni politiche]]: sette volti stilizzati di persone sorridenti su fondo rosso<ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/44597/44657-il-simbolo-de-la-rete-per-le-prossime-elezioni-politiche Il simbolo de La Rete per le prossime elezioni politiche ]</ref>. Così facendo, spiegò Orlando, «il nostro è l'unico simbolo con la gente dentro»<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/08/per-la-rete-volti-sorridenti-su-fondo.html|titolo=Per la Rete volti sorridenti su fondo rosso|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=8 febbraio 1992|pagina=11|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304203538/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/08/per-la-rete-volti-sorridenti-su-fondo.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>. Elesse 12 deputati e 3 senatori.
+Il 7 febbraio 1992 venne presentato il simbolo per le [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche]]: sette volti stilizzati di persone sorridenti su fondo rosso<ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/44597/44657-il-simbolo-de-la-rete-per-le-prossime-elezioni-politiche Il simbolo de La Rete per le prossime elezioni politiche ]</ref>. Così facendo, spiegò Orlando, «il nostro è l'unico simbolo con la gente dentro»<ref>{{Cita news|autore=|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/08/per-la-rete-volti-sorridenti-su-fondo.html|titolo=Per la Rete volti sorridenti su fondo rosso|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=8 febbraio 1992|p=11|accesso=29 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304203538/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/08/per-la-rete-volti-sorridenti-su-fondo.html|urlmorto=no}}</ref>. Elesse 12 deputati e 3 senatori.
-La Rete ebbe una forte caratterizzazione [[Movimento antimafia|antimafia]] e anti-corruzione<ref name=geoff />, lasciando libertà di scelta sulle questioni etiche della sfera personale, come l'[[aborto]]<ref>{{Cita news|autore=Gianna Fregognara|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/10/Orlando_antiabortista_Rete_libera__co_0_9302104598.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/10/Orlando_antiabortista_Rete_libera__co_0_9302104598.shtml|titolo= Orlando è antiabortista ma la Rete è libera|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=10 febbraio 1993|pagina=7|accesso=29 maggio 2013}}</ref>.
+La Rete ebbe una forte caratterizzazione [[Movimento antimafia|antimafia]] e anti-corruzione<ref name=geoff />, lasciando libertà di scelta sulle questioni etiche della sfera personale, come l'[[aborto]]<ref>{{Cita news|autore=Gianna Fregognara|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/10/Orlando_antiabortista_Rete_libera__co_0_9302104598.shtml|urlarchivio=|titolo= Orlando è antiabortista ma la Rete è libera|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=10 febbraio 1993|p=7|accesso=29 maggio 2013}}</ref>.
-Nato come «movimento politico con durata limitata»<ref name=fight>Leoluca Orlando, ''Fighting the Mafia and renewing Sicilian culture'', New York, Encounter books, 2001, p. 146.</ref> a partire dal [[1994]] diversi esponenti lasciarono il movimento in polemica con Orlando. [[Nando Dalla Chiesa]] dichiarò pubblicamente di lasciare la Rete, non riconoscendosi più nel suo progetto politico<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/14/Dalla_Chiesa_abbandono_RETE_co_0_940414785.shtml |titolo=Dalla Chiesa: abbandono la Rete, Corriere della Sera, 14 aprile 1994 |accesso=8 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110614213402/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/14/Dalla_Chiesa_abbandono_RETE_co_0_940414785.shtml |dataarchivio=14 giugno 2011 |urlmorto=no }}</ref>. Lo seguì a ruota [[Claudio Fava]], che accusò Orlando di voler puntare troppo sul voto moderato, all'interno del recinto di matrice cattolica<ref>{{Cita news|autore=Felice Cavallaro|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/13/Fava_lascio_Rete_perche_Orlando_co_8_9407132118.shtml|titolo=Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 luglio 1994|pagina=8|accesso=25 gennaio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140101081723/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/13/Fava_lascio_Rete_perche_Orlando_co_8_9407132118.shtml|dataarchivio=1 gennaio 2014|urlmorto=no}}</ref>, e aderì a [[Italia Democratica]] appena fondata da [[Nando Dalla Chiesa]]<ref name="archiviostorico.corriere.it">{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/01/Dalla_Chiesa_riprova_Nasce_Italia_co_0_9412019541.shtml|titolo=Dalla Chiesa ci riprova Nasce Italia democratica|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=01|mese=12|anno=1994|pagina=46|accesso=31 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110614213300/http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/01/Dalla_Chiesa_riprova_Nasce_Italia_co_0_9412019541.shtml|dataarchivio=14 giugno 2011|urlmorto=no}}</ref>. Nel 1995, fu il turno del senatore [[Carmine Mancuso]] che passò dal gruppo Verdi-Rete a quello di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]], pur "considerando se stesso ancora un uomo di sinistra"<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/14/Carmine_Mancuso_passa_dalla_Rete_co_0_95121413123.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140101081930/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/14/Carmine_Mancuso_passa_dalla_Rete_co_0_95121413123.shtml|titolo=Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 luglio 1994|pagina=8|accesso=25 gennaio 2011|urlmorto=sì|dataarchivio=1º gennaio 2014}}</ref>, e aderì a [[Italia Democratica]] appena fondata da [[Nando Dalla Chiesa]]<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>.
+Nato come «movimento politico con durata limitata»<ref name=fight>Leoluca Orlando, ''Fighting the Mafia and renewing Sicilian culture'', New York, Encounter books, 2001, p. 146.</ref> a partire dal 1994 diversi esponenti lasciarono il movimento in polemica con Orlando. [[Nando dalla Chiesa]] dichiarò pubblicamente di lasciare la Rete, non riconoscendosi più nel suo progetto politico<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/14/Dalla_Chiesa_abbandono_RETE_co_0_940414785.shtml |titolo=Dalla Chiesa: abbandono la Rete, Corriere della Sera, 14 aprile 1994 |accesso=8 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110614213402/http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/14/Dalla_Chiesa_abbandono_RETE_co_0_940414785.shtml |urlmorto=no }}</ref>. Lo seguì a ruota [[Claudio Fava]], che accusò Orlando di voler puntare troppo sul voto moderato, all'interno del recinto di matrice cattolica<ref>{{Cita news|autore=Felice Cavallaro|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/13/Fava_lascio_Rete_perche_Orlando_co_8_9407132118.shtml|titolo=Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 luglio 1994|p=8|accesso=25 gennaio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140101081723/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/13/Fava_lascio_Rete_perche_Orlando_co_8_9407132118.shtml|urlmorto=no}}</ref>, e aderì a [[Italia Democratica]] appena fondata da [[Nando dalla Chiesa]]<ref name="archiviostorico.corriere.it">{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/01/Dalla_Chiesa_riprova_Nasce_Italia_co_0_9412019541.shtml|titolo=Dalla Chiesa ci riprova Nasce Italia democratica|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=01|mese=12|anno=1994|p=46|accesso=31 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110614213300/http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/01/Dalla_Chiesa_riprova_Nasce_Italia_co_0_9412019541.shtml|urlmorto=no}}</ref>. Nel 1995, fu il turno del senatore [[Carmine Mancuso]] che passò dal gruppo Verdi-Rete a quello di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]], pur "considerando se stesso ancora un uomo di sinistra"<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/14/Carmine_Mancuso_passa_dalla_Rete_co_0_95121413123.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140101081930/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/14/Carmine_Mancuso_passa_dalla_Rete_co_0_95121413123.shtml|titolo=Fava: lascio la Rete perché Orlando l'ha trasformata in un partito albanese|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=13 luglio 1994|p=8|accesso=25 gennaio 2011|urlmorto=sì}}</ref>, e aderì a [[Italia Democratica]] appena fondata da [[Nando dalla Chiesa]]<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>.
-Il 15 dicembre [[1996]] mutò nome in ''La Rete per il Partito Democratico''. Suo ultimo coordinatore nazionale fu [[Francesco Piro|Franco Piro]]. Il partito confluì ne [[I Democratici]] il 27 febbraio [[1999]].
+Il 15 dicembre 1996 mutò nome in ''La Rete per il Partito Democratico''. Suo ultimo coordinatore nazionale fu [[Francesco Piro|Franco Piro]]. Il partito confluì ne [[I Democratici]] il 27 febbraio 1999.
-Il 21 marzo 2011 Leoluca Orlando, a 12 anni dalla fine dell'esperienza retina, ha dato vita a un nuovo soggetto politico, La Rete 2018, che in occasione delle [[elezioni politiche italiane del 2013]] sostiene [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]].
+Il 21 marzo 2011 Leoluca Orlando, a 12 anni dalla fine dell'esperienza retina, ha dato vita a un nuovo soggetto politico, La Rete 2018, che in occasione delle [[elezioni politiche in Italia del 2013|elezioni politiche del 2013]] sostiene [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]].
 === Rappresentanza politica ===
-È stato rappresentato in Parlamento e in numerose assemblee locali. Ottenne buoni risultati alle [[elezioni regionali in Sicilia del 1991|elezioni regionali siciliane]] del 16-17 giugno [[1991]] (7,3% dei voti e 5 deputati eletti) e nelle [[Elezioni politiche italiane del 1992|elezioni politiche del 1992]] dove ottenne l'1,86% alla Camera dei Deputati (Diego Novelli, Laura Rozza Giuntella, Rino Piscitello, Paolo Bertezzolo, Antonio Borruso, Nando Dalla Chiesa, Claudio Fava, [[Alfredo Galasso]], Giuseppe Gambale, [[Gaspare Nuccio]], Salvatore Pollichino, Paolo Prodi) e lo 0,72% al Senato (Carmine Mancuso, Girolamo Cannariato, Vito Ferrara), dove formò il Gruppo Verdi - La Rete con presidente [[Carla Rocchi]] e vicepresidente [[Carmine Mancuso]].
+È stato rappresentato in Parlamento e in numerose assemblee locali. Ottenne buoni risultati alle [[elezioni regionali in Sicilia del 1991|elezioni regionali siciliane]] del 16-17 giugno 1991 (7,3% dei voti e 5 deputati eletti) e nelle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]] dove ottenne l'1,86% alla Camera dei Deputati (Diego Novelli, Carlo Palermo, Laura Rozza Giuntella, Rino Piscitello, Paolo Bertezzolo, Antonio Borruso, Nando Dalla Chiesa, Claudio Fava, [[Alfredo Galasso]], Giuseppe Gambale, [[Gaspare Nuccio]], Salvatore Pollichino, Paolo Prodi) e lo 0,72% al Senato (Carmine Mancuso, Girolamo Cannariato, Vito Ferrara), dove formò il Gruppo Verdi - La Rete con presidente [[Carla Rocchi]] e vicepresidente [[Carmine Mancuso]].
-Un nuovo successo venne conseguito nelle elezioni per il sindaco di [[Palermo]] ([[1993]]), nelle quali Leoluca Orlando fu eletto al primo turno. Nel [[1994]] il movimento si presentò alle elezioni con i [[Progressisti]]. In quelle elezioni furono eletti sei deputati (Diego Novelli, Franco Danieli, Michele Del Gaudio, Giuseppe Gambale, Francesco Manganelli, Giuseppe Scozzari) e [[Senatori della XII Legislatura della Repubblica italiana#Progressisti - Verdi - Rete|altrettanti senatori]] di cui cinque in [[Sicilia]] (Bruno de Maio, Anna Maria Abramonte, Giovanni Campo, Pietro Cangelosi, Carmine Mancuso) e uno in [[Campania]] (Francesco de Notaris).
+Un nuovo successo venne conseguito alle [[elezioni amministrative in Italia del 1993#Palermo|elezioni comunali a Palermo del 1993]], nelle quali Leoluca Orlando fu eletto al primo turno, mentre Giorgio Chinnici assunse la carica di Presidente del Consiglio comunale. Notevoli i risultati ottenuti anche nelle altre provincie siciliane, in particolare nel catanese dove furono eletti tra gli altri Paolo Castorina sindaco ad Acicastello, Graziella Ligresti sindaco a Paternò, Carmelo Milazzo Presidente del Consiglio comunale di Catania. In occasione delle [[elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]] entrò a far parte della coalizione dei [[Alleanza dei Progressisti|Progressisti]], eleggendo 8 deputati (Franco Danieli, Michele Del Gaudio, Giuseppe Gambale, Carmelo Incorvaia, Giuseppe Lumia, Francesco Manganelli, Diego Novelli e Giuseppe Scozzari) e 6 senatori (Bruno de Maio, Anna Maria Abramonte, Giovanni Campo, Pietro Cangelosi, Carmine Mancuso, eletti in Sicilia, nonché Francesco de Notaris, eletto in [[Campania]])<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/03/29/Politica/ELEZIONI-LA-RETE-CONFERMA-GRUPPO-USCENTE_162200.php Adnkronos, 29/03/1994, Elezioni, La Rete conferma gruppo uscente]</ref>.
-In occasione delle [[Elezioni politiche italiane del 1996|elezioni politiche del 1996]], La Rete avrebbe dovuto presentarsi insieme alla [[Federazione dei Verdi]], con la quale aveva già iniziato un percorso federativo attraverso la costituzione di un gruppo unitario al Senato. L'accordo, tuttavia, non fu concluso; la rottura si riflesse anche nella decisione, promossa dalla Rete, di porre fine al gruppo unitario<ref>{{Cita web |url=http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/03/07/Politica/ULIVO-SCIOLTO-IL-GRUPPO-PARLAMENTARE-VERDI-LA-RETE_164500.php |titolo=Ulivo: Sciolto Il Gruppo Parlamentare Verdi-La Rete<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=9 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305012351/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/03/07/Politica/ULIVO-SCIOLTO-IL-GRUPPO-PARLAMENTARE-VERDI-LA-RETE_164500.php |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlmorto=no }}</ref>. Fu così che la Rete presentò candidati propri all'interno della coalizione del [[L'Ulivo]], ottenendo cinque deputati ([[Rino Piscitello]], [[Giuseppe Scozzari]], [[Franco Danieli]], [[Diego Novelli]] e [[Giuseppe Gambale]]) e un senatore ([[Mario Occhipinti]]).
+In occasione delle [[Elezioni politiche in Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]], La Rete avrebbe dovuto presentarsi insieme alla [[Federazione dei Verdi]], con la quale aveva già iniziato un percorso federativo attraverso la costituzione di un gruppo unitario al Senato. L'accordo, tuttavia, non fu concluso; la rottura si riflesse anche nella decisione, promossa dalla Rete, di porre fine al gruppo unitario<ref>{{Cita web |url=http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/03/07/Politica/ULIVO-SCIOLTO-IL-GRUPPO-PARLAMENTARE-VERDI-LA-RETE_164500.php |titolo=Ulivo: Sciolto Il Gruppo Parlamentare Verdi-La Rete<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=9 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305012351/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/03/07/Politica/ULIVO-SCIOLTO-IL-GRUPPO-PARLAMENTARE-VERDI-LA-RETE_164500.php |urlmorto=no }}</ref>. Fu così che la Rete presentò candidati propri all'interno della coalizione del [[L'Ulivo]], ottenendo cinque deputati ([[Rino Piscitello]], [[Giuseppe Scozzari]], [[Franco Danieli]], [[Diego Novelli]] e [[Giuseppe Gambale]]) e un senatore ([[Mario Occhipinti]]).
-Alle [[elezioni regionali in Sicilia del 1996|elezioni regionali siciliane]] di poco successive ottenne il 3,6% e tre deputati regionali. Il 15 dicembre [[1996]] mutò nome in "La Rete per il Partito Democratico"e confluì ne [[I Democratici]] il 27 febbraio [[1999]], non avendo più, da allora, una sua rappresentanza istituzionale autonoma e distinta.
+Alle [[elezioni regionali in Sicilia del 1996|elezioni regionali siciliane]] di poco successive ottenne il 3,6% e tre deputati regionali. Il 15 dicembre 1996 mutò nome in "La Rete per il Partito Democratico"e confluì ne [[I Democratici]] il 27 febbraio 1999, non avendo più, da allora, una sua rappresentanza istituzionale autonoma e distinta.
 == Esponenti de La Rete ==
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-* [[Letizia Battaglia]]
+*[[Letizia Battaglia]]
-* [[Giovanni Campo]]
+*[[Giovanni Campo]]
-* [[Girolamo Cannariato]]
+*[[Girolamo Cannariato]]
-* [[Antonino Caponnetto]]
+*[[Antonino Caponnetto]]
-* [[Nando Dalla Chiesa]]
+*[[Nando dalla Chiesa]]
-* [[Franco Danieli]]
+*[[Marco Damilano]]
-* [[Francesco de Notaris]]
+*[[Franco Danieli]]
-* [[Claudio Fava]]
+*[[Francesco de Notaris]]
-* [[Alfredo Galasso]]
+*[[Claudio Fava]]
-* [[Giuseppe Gambale]]
+*[[Alfredo Galasso]]
-* [[Raniero La Valle]]
+*[[Giuseppe Gambale]]
-* [[Carmine Mancuso]]
+*[[Raniero La Valle]]
-* [[Diego Novelli]]
+*[[Carmine Mancuso]]
-* [[Mario Occhipinti]]
+*[[Diego Novelli]]
-* [[Leoluca Orlando]]
+*[[Mario Occhipinti]]
-* [[Carlo Palermo]]
+*[[Leoluca Orlando]]
-* [[Maria Cristina Perugia]]
+*[[Carlo Palermo]]
+*[[Maria Cristina Perugia]]
-* [[Ennio Pintacuda]]
+*[[Ennio Pintacuda]]
-* [[Francesco Piro]]
+*[[Francesco Piro]]
-* [[Rino Piscitello]]
+*[[Rino Piscitello]]
-* [[Paolo Prodi]]
+*[[Paolo Prodi]]
-* [[Giuseppe Scozzari]]
+*[[Giuseppe Scozzari]]
-* [[Laura Rozza]]
+*[[Laura Rozza]]
-* [[Marilena Samperi]]
+*[[Marilena Samperi]]
+*[[Alessandra Siragusa]]
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 == Assemblee Nazionali ==
-* I Assemblea nazionale (Assemblea costitutiva) - [[Firenze]], 22-24 novembre [[1991]]
+*I Assemblea nazionale (Assemblea costitutiva) - [[Firenze]], 22-24 novembre 1991
-* II Assemblea - [[Perugia]], 20-22 novembre [[1992]]<ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/50254/50316-presentazione-dellassemblea-nazionale-del-movimento-per-democrazia-la-rete-perugia-20-22-novembre-199 Radio Radicale - &#91;50316&#93; - Presentazione dell'Assemblea Nazionale del Movimento per Democrazia La Rete (Perugia, 20/22 novembre 1992)]</ref>
+*II Assemblea - [[Perugia]], 20-22 novembre 1992<ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/50254/50316-presentazione-dellassemblea-nazionale-del-movimento-per-democrazia-la-rete-perugia-20-22-novembre-199 Radio Radicale - &#91;50316&#93; - Presentazione dell'Assemblea Nazionale del Movimento per Democrazia La Rete (Perugia, 20/22 novembre 1992)]</ref>
-* III Assemblea - [[1993]]
+*III Assemblea - 1993
-* IV Assemblea - [[1994]]
+*IV Assemblea - 1994
-* V Assemblea -   [[1995]]
+*V Assemblea - 1995
-* VI Assemblea - [[Roma]] 14-15 dicembre [[1996]]
+*VI Assemblea - [[Roma]] 14-15 dicembre 1996
-* VII Assemblea - [[1997]]
+*VII Assemblea - 1997
 ==Congressi Nazionali==
-* Congresso Nazionale - [[Palermo]], 6-8 novembre [[1998]]
+*Congresso Nazionale - [[Palermo]], 6-8 novembre 1998
 == Risultati elettorali ==
+{{vedi anche|Risultati elettorali de La Rete per regione italiana}}
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 ! <small>Camera</small>
 | colspan=2| <small>Nell'[[L'Ulivo|Ulivo]]</small>
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 == Bibliografia ==
-* Tano Gullo, Andrea Naselli, ''Leoluca Orlando. Il paladino nella «Rete». Un'intervista lunga cinquecento domande all'enfant terrible della politica italiana che ha sconvolto gli equilibri di potere tra mafia e partiti'', Roma, Newton Compton, 1991.
+*Tano Gullo, Andrea Naselli, ''Leoluca Orlando. Il paladino nella «Rete». Un'intervista lunga cinquecento domande all'enfant terrible della politica italiana che ha sconvolto gli equilibri di potere tra mafia e partiti'', Roma, Newton Compton, 1991.
-* Davide Camarrone, ''La Rete. Un movimento per la democrazia'', Roma, Edizioni associate, 1992.
+*Davide Camarrone, ''La Rete. Un movimento per la democrazia'', Roma, Edizioni associate, 1992.
-* Raffaello Canteri, ''Rete Italia'', Trento, Publiprint, 1993. ISBN 88-85179-37-1.
+*Raffaello Canteri, ''Rete Italia'', Trento, Publiprint, 1993. ISBN 88-85179-37-1.
-* [[Ennio Pintacuda]], ''La scelta'', Casale Monferrato, Piemme, 1993. ISBN 88-384-1917-5.
+*[[Ennio Pintacuda]], ''La scelta'', Casale Monferrato, Piemme, 1993. ISBN 88-384-1917-5.
-* Massimo Morisi (a cura di), ''Far politica in Sicilia. Deferenza, consenso e protesta'', Milano, Feltrinelli, 1993. ISBN 88-07-08119-9.
+*Massimo Morisi (a cura di), ''Far politica in Sicilia. Deferenza, consenso e protesta'', Milano, Feltrinelli, 1993. ISBN 88-07-08119-9.
-* Donatella Della Porta, ''Movimenti collettivi e sistema politico in Italia, 1960-1995'', Roma-Bari, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4847-X.
+*Donatella Della Porta, ''Movimenti collettivi e sistema politico in Italia, 1960-1995'', Roma-Bari, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4847-X.
-* [[Gianni Barbacetto]], [[Peter Gomez]], [[Marco Travaglio]], ''Mani pulite. La vera storia. Da Mario Chiesa a Silvio Berlusconi'', Roma, Editori Riuniti, 2002. ISBN 88-359-5241-7.
+*[[Gianni Barbacetto]], [[Peter Gomez]], [[Marco Travaglio]], ''Mani pulite. La vera storia. Da Mario Chiesa a Silvio Berlusconi'', Roma, Editori Riuniti, 2002. ISBN 88-359-5241-7.
-* Laura Azzolina, ''Palermo e Catania: note per una valutazione dei percorsi elettorali degli ultimi dieci anni'', in Francesco Raniolo (a cura di), ''Le trasformazioni dei partiti politici'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004. ISBN 88-498-1126-8.
+*Laura Azzolina, ''Palermo e Catania: note per una valutazione dei percorsi elettorali degli ultimi dieci anni'', in Francesco Raniolo (a cura di), ''Le trasformazioni dei partiti politici'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004. ISBN 88-498-1126-8.
+==Voci correlate==
+*[[Risultati elettorali de La Rete per regione italiana]]
+== Altri progetti ==
+{{interprogetto}}
 == Collegamenti esterni ==
+*{{Collegamenti esterni}}
-* {{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=I&ne=5&tpseg=C&nlg=2&ccp=782|titolo=Logo del Movimento per la Democrazia - La Rete (1992-1996)}}
+*{{cita web|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/imgContrassegno.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=I&ne=5&tpseg=C&nlg=2&ccp=782|titolo=Logo del Movimento per la Democrazia - La Rete (1992-1996)}}
-* {{cita web | 1 = http://replay.waybackmachine.org/19990125100740im_/http://www.larete.it/pic/retelogo.gif | 2 = Logo de La Rete per il Partito Democratico (1996-1999) | urlmorto = sì }}
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-{{Portale|Politica|Italia|Ecologia e ambiente|Cattolicesimo}}
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 [[Categoria:La Rete (partito politico)| ]]

La Rete (partito politico): differenze tra le versioni

Versione attuale delle 16:06, 18 ott 2024

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