Fabio De Felice: differenze tra le versioni
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A [[Trieste]] l'8 marzo [[1953]] dopo un comizio del segretario nazionale del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]] [[Augusto De Marsanich]], un gruppo di giovani missini improvvisò un corteo lungo le vie della città. Il gruppo, si diresse verso la sede del [[Fronte dell'Indipendenza per il Libero Stato Giuliano|Fronte dell'Indipendenza]], partito composto in parte dalla minoranza [[Sloveni|slovena]], intonando slogan per l'[[Italia]] e contro [[Josip Broz Tito|Tito]] e la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]]. Nei pressi della sede indipendentista, un ordigno lanciato da mano ignota ferì il 26enne De Felice, [[Cesare Pozzo (politico)|Cesare Pozzo]] e altre 22 persone tra manifestanti e passanti. Negli ambienti missini e patriottici Pozzo e De Felice vennero considerati degli eroi. Il MSI decise di candidarli al [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] alle [[Elezioni politiche in Italia del 1953|elezioni nazionali del 7 giugno 1953]]. Fu così eletto deputato nella seconda legislatura per le file del [[Movimento Sociale Italiano]] nella circoscrizione Perugia-Rieti fino al 14 dicembre 1955 quando passò al [[Gruppo misto]]. Restò alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] fino al 1958. Dopo aver aderito al [[Partito Nazionale Monarchico]], non venne eletto alle [[Elezioni politiche in Italia del 1958|politiche del 1958]]. |
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Insieme al fratello Alfredo frequentò l'Istituto di studi strategici della Difesa diretto da [[Filippo De Jorio]] (consigliere di [[Giulio Andreotti]] e coinvolto nel progetto golpista della [[Rosa dei venti (storia)|Rosa dei venti]]). Negli anni sessanta si avvicinò a [[Ordine nuovo (movimento)|Ordine nuovo]]; dopo lo scioglimento forzato del movimento nel 1973 rimase nell'area degli ordinovisti partecipando alla stesura dei "fogli d'ordine", con i quali il gruppo continuava clandestinamente la propria attività eversiva<ref>Sentenza della Corte d'Assiste di Bologna contro Paolo Bellini, 6 aprile 2022, p. 648.</ref>. Fu coinvolto nel tentato [[golpe Borghese]] e nel 1974 divenne latitante. Una volta revocato il mandato di cattura, nel 1977 aderì al gruppo neofascista [[Costruiamo l'azione]], fondato dagli ex [[Ordine Nuovo (movimento)|ordinovisti]] [[Paolo Signorelli (politico)|Paolo Signorelli]], [[Sergio Calore]] e [[Paolo Aleandri]] (suo ex alievo). Ebbe rapporti consolidati con [[Federico Umberto D'Amato]] e [[Licio Gelli]]<ref>Giorgio Gazzotti, "Quelli che mettevano le bombe", in ''Alto tradimento'', Castelvecchi Editore, 2016. ISBN 9788869446535</ref>. Venne coinvolto nel processo per la [[Strage di Bologna]] e infine assolto. |
Insieme al fratello Alfredo frequentò l'Istituto di studi strategici della Difesa diretto da [[Filippo De Jorio]] (consigliere di [[Giulio Andreotti]] e coinvolto nel progetto golpista della [[Rosa dei venti (storia)|Rosa dei venti]]). Negli anni sessanta si avvicinò a [[Ordine nuovo (movimento)|Ordine nuovo]]; dopo lo scioglimento forzato del movimento nel 1973 rimase nell'area degli ordinovisti partecipando alla stesura dei "fogli d'ordine", con i quali il gruppo continuava clandestinamente la propria attività eversiva<ref>Sentenza della Corte d'Assiste di Bologna contro Paolo Bellini, 6 aprile 2022, p. 648.</ref>. Fu coinvolto nel tentato [[golpe Borghese]] e nel 1974 divenne latitante. Una volta revocato il mandato di cattura, nel 1977 aderì al gruppo neofascista [[Costruiamo l'azione]], fondato dagli ex [[Ordine Nuovo (movimento)|ordinovisti]] [[Paolo Signorelli (politico)|Paolo Signorelli]], [[Sergio Calore]] e [[Paolo Aleandri]] (suo ex alievo). Ebbe rapporti consolidati con [[Federico Umberto D'Amato]] e [[Licio Gelli]]<ref>Giorgio Gazzotti, "Quelli che mettevano le bombe", in ''Alto tradimento'', Castelvecchi Editore, 2016. ISBN 9788869446535</ref>. Venne coinvolto nel processo per la [[Strage di Bologna]] e infine assolto. |
Versione delle 20:21, 29 ago 2024
Fabio De Felice | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1953 – 1958 |
Legislatura | II |
Gruppo parlamentare | MSI, dal 1955 al Gruppo misto |
Collegio | Perugia |
Incarichi parlamentari | |
Componente della IX Commissione (Agricoltura e alimentazione) dal 1º luglio 1953 all'11 giugno 1958 | |
Dati generali | |
Partito politico | Movimento Sociale Italiano (fino al 1955), Partito Nazionale Monarchico (dal 1955) |
Fabio De Felice (Alessandria, 13 luglio 1927 – Poggio Catino, 11 gennaio 2024[1]) è stato un politico italiano.
Biografia
A Trieste l'8 marzo 1953 dopo un comizio del segretario nazionale del MSI Augusto De Marsanich, un gruppo di giovani missini improvvisò un corteo lungo le vie della città. Il gruppo, si diresse verso la sede del Fronte dell'Indipendenza, partito composto in parte dalla minoranza slovena, intonando slogan per l'Italia e contro Tito e la Jugoslavia. Nei pressi della sede indipendentista, un ordigno lanciato da mano ignota ferì il 26enne De Felice, Cesare Pozzo e altre 22 persone tra manifestanti e passanti. Negli ambienti missini e patriottici Pozzo e De Felice vennero considerati degli eroi. Il MSI decise di candidarli al Parlamento alle elezioni nazionali del 7 giugno 1953. Fu così eletto deputato nella seconda legislatura per le file del Movimento Sociale Italiano nella circoscrizione Perugia-Rieti fino al 14 dicembre 1955 quando passò al Gruppo misto. Restò alla Camera fino al 1958. Dopo aver aderito al Partito Nazionale Monarchico, non venne eletto alle politiche del 1958.
Insieme al fratello Alfredo frequentò l'Istituto di studi strategici della Difesa diretto da Filippo De Jorio (consigliere di Giulio Andreotti e coinvolto nel progetto golpista della Rosa dei venti). Negli anni sessanta si avvicinò a Ordine nuovo; dopo lo scioglimento forzato del movimento nel 1973 rimase nell'area degli ordinovisti partecipando alla stesura dei "fogli d'ordine", con i quali il gruppo continuava clandestinamente la propria attività eversiva[2]. Fu coinvolto nel tentato golpe Borghese e nel 1974 divenne latitante. Una volta revocato il mandato di cattura, nel 1977 aderì al gruppo neofascista Costruiamo l'azione, fondato dagli ex ordinovisti Paolo Signorelli, Sergio Calore e Paolo Aleandri (suo ex alievo). Ebbe rapporti consolidati con Federico Umberto D'Amato e Licio Gelli[3]. Venne coinvolto nel processo per la Strage di Bologna e infine assolto.
Lavorò anche come professore di liceo. Morì all'età di 96 anni l'11 gennaio 2024.
Note
- ^ A 97 anni è morto Fabio De Felice: dai Figli del Sole alla accuse di strage una vita da leader nero, Fascinazione, 12 gennaio 2024.
- ^ Sentenza della Corte d'Assiste di Bologna contro Paolo Bellini, 6 aprile 2022, p. 648.
- ^ Giorgio Gazzotti, "Quelli che mettevano le bombe", in Alto tradimento, Castelvecchi Editore, 2016. ISBN 9788869446535
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fabio De Felice
Collegamenti esterni
- Fabio De Felice, su storia.camera.it, Camera dei deputati.