Esperimento carcerario di Stanford: differenze tra le versioni
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* Philip G. Zimbardo, ''L'effetto Lucifero. Cattivi si diventa?'', Raffaello Cortina, Milano 2008, 769 pp - ISBN 978-88-6030-157-4 |
* Philip G. Zimbardo, ''L'effetto Lucifero. Cattivi si diventa?'', Raffaello Cortina, Milano 2008, 769 pp - ISBN 978-88-6030-157-4 |
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* Salvatore Cianciabella (prefazione di Philip Zimbardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis). ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza''. Franco Angeli, 2014. [[Speciale%3ARicercaISBN/9788890708145|ISBN 978-88-204-9248-9]]. Sito: [http://www.siamouominiecaporali.it/ www.siamouominiecaporali.it] |
* Salvatore Cianciabella (prefazione di Philip Zimbardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis). ''Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza''. Franco Angeli, 2014. [[Speciale%3ARicercaISBN/9788890708145|ISBN 978-88-204-9248-9]]. Sito: [http://www.siamouominiecaporali.it/ www.siamouominiecaporali.it] |
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* Philip G. Zimbardo, Nikita Coulombe, ''Maschi in difficoltà,'' Franco Angeli, 2017 - <nowiki>ISBN 978-88-9174-406-7</nowiki>. Edizione italiana a cura di Salvatore Cianciabella. Sito: [[www.disconnessi.eu]]. |
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== Voci correlate == |
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* [[Esperimento di Milgram]] |
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Versione delle 23:32, 23 set 2017
L'esperimento della prigione di Stanford fu un esperimento psicologico volto a indagare il comportamento umano in una società in cui gli individui sono definiti soltanto dal gruppo di appartenenza. L'esperimento prevedeva l'assegnazione, ai volontari che accettarono di parteciparvi, dei ruoli di guardie e prigionieri all'interno di un carcere simulato. Fu condotto nel 1971 da un team di ricercatori diretto dal professor Philip Zimbardo della Stanford University. Gli inattesi risultati ebbero dei risvolti così drammatici da indurre gli autori dello studio a sospendere la sperimentazione.
L'esperimento
Zimbardo riprese alcune idee dello studioso francese del comportamento sociale Gustave Le Bon; in particolare la teoria della deindividuazione, la quale sostiene che gli individui di un gruppo coeso costituente una folla, tendono a perdere l'identità personale, la consapevolezza, il senso di responsabilità, alimentando la comparsa di impulsi antisociali. Tale processo fu analizzato da Zimbardo nel celebre esperimento, realizzato nell'estate del 1971 nel seminterrato dell'Istituto di psicologia dell'Università di Stanford, a Palo Alto, dove fu riprodotto in modo fedele l'ambiente di un carcere.
Fra i 75 studenti universitari che risposero a un annuncio apparso su un quotidiano che chiedeva volontari per una ricerca, gli sperimentatori ne scelsero 24, maschi, di ceto medio, fra i più equilibrati, maturi, e meno attratti da comportamenti devianti; furono poi assegnati casualmente al gruppo dei detenuti o a quello delle guardie. I prigionieri furono obbligati a indossare ampie divise sulle quali era applicato un numero, sia davanti che dietro, un berretto di plastica, e fu loro posta una catena a una caviglia; dovevano inoltre attenersi a una rigida serie di regole. Le guardie indossavano uniformi color kaki, occhiali da sole riflettenti che impedivano ai prigionieri di guardare loro negli occhi, erano dotate di manganello, fischietto e manette, e fu concessa loro ampia discrezionalità circa i metodi da adottare per mantenere l'ordine. Tale abbigliamento poneva entrambi i gruppi in una condizione di deindividuazione.
Risultati
I risultati di questo esperimento sono andati molto al di là delle previsioni degli sperimentatori, dimostrandosi particolarmente drammatici. Dopo solo due giorni si verificarono i primi episodi di violenza: i detenuti si strapparono le divise di dosso e si barricarono all'interno delle celle inveendo contro le guardie; queste iniziarono a intimidirli e umiliarli cercando in tutte le maniere di spezzare il legame di solidarietà che si era sviluppato fra essi. Le guardie costrinsero i prigionieri a cantare canzoni oscene, a defecare in secchi che non avevano il permesso di vuotare, a pulire le latrine a mani nude. A fatica le guardie e il direttore del carcere (lo stesso Zimbardo) riuscirono a contrastare un tentativo di evasione di massa da parte dei detenuti. Al quinto giorno i prigionieri mostrarono sintomi evidenti di disgregazione individuale e collettiva: il loro comportamento era docile e passivo, il loro rapporto con la realtà appariva compromesso da seri disturbi emotivi, mentre per contro le guardie continuavano a comportarsi in modo vessatorio e sadico. A questo punto i ricercatori interruppero l'esperimento suscitando da un lato la soddisfazione dei carcerati e dall'altro un certo disappunto da parte delle guardie.
Conclusioni
Secondo l'opinione di Philip Zimbardo, la prigione finta, nell'esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera.
Assumere una funzione di controllo sugli altri nell'ambito di una istituzione come quella del carcere, assumere cioè un ruolo istituzionale, induce ad assumere le norme e le regole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi, induce cioè quella "ridefinizione della situazione" utilizzata anche da Stanley Milgram per spiegare le conseguenze dello stato eteronomico (assenza di autonomia comportamentale) sul funzionamento psicologico delle persone. Il processo di deindividuazione induce una perdita di responsabilità personale, ovvero la ridotta considerazione delle conseguenze delle proprie azioni, indebolisce i controlli basati sul senso di colpa, la vergogna, la paura, così come quelli che inibiscono l'espressione di comportamenti distruttivi. La deindividuazione implica perciò una diminuita consapevolezza di sé, e un'aumentata identificazione e sensitività agli scopi e alle azioni intraprese dal gruppo: l'individuo pensa, in altri termini, che le proprie azioni facciano parte di quelle compiute dal gruppo.
L'importanza e l'attualità degli studi di Zimbardo e di altri ricercatori, sarebbe dimostrata dalle vicende riguardanti le torture cui furono sottoposti i prigionieri iracheni nella Prigione di Abu Ghraib, ad opera di militari statunitensi, durante l'occupazione militare dell'Iraq, iniziata nel 2003. Le immagini diffuse dai media, che ritraggono le sevizie e le umiliazioni subite dai prigionieri, risultano drammaticamente simili a quelle prodotte durante l'esperimento dell'Università di Stanford.[1]
Le tesi alla base di questo esperimento vengono analizzate da Zimbardo in un suo saggio del 2007 (in Italia, pubblicato nel 2008) intitolato L'effetto Lucifero.
Opere ispirate
All'esperimento sono ispirate le seguenti opere:
Cinema
- La gabbia, film di Carlo Tuzii del 1977
- The Experiment - Cercasi cavie umane, film di Oliver Hirschbiegel del 2001
- The Experiment, film di Paul Scheuring del 2010 (remake della pellicola di Hirschbiegel)
- Effetto Lucifero (The Stanford Prison Experiment), film di Kyle Patrick Alvarez (2015)
Teatro
- Effetto Lucifero, pièce teatrale a cura della compagnia Oyes, drammaturgia di Dario Merlini (2010)
Letteratura
- Black Box, libro di Mario Giordano
- Prigioni della mente. Relazioni di oppressione e resistenza, libro di Adriano Zamperini (Einaudi, 2004 ISBN 978-88-06-16589-5)
- Siamo uomini e caporali. Psicologia della dis-obbedienza. Libro di Salvatore Cianciabella (prefazione di Philip Zimbardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis), Franco Angeli, 2014. ISBN 978-88-204-9248-9. Sito: www.siamouominiecaporali.it
Musica
- Prisoner 709, settimo album di Caparezza, trae il suo titolo dall'esperimento, che ne è il fil rouge.[2]
Note
- ^ Philip Zimbardo, Introduzione al sito ufficiale dedicato all'esperimento, Esperimento Carcerario di Stanford: Uno Studio Simulato sulla Psicologia della Vita in Prigione Condotto.
- ^ Intervista a Caparezza all'uscita dell'album, su 105.net.
Bibliografia
- Philip G. Zimbardo, L'effetto Lucifero. Cattivi si diventa?, Raffaello Cortina, Milano 2008, 769 pp - ISBN 978-88-6030-157-4
- Salvatore Cianciabella (prefazione di Philip Zimbardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis). Siamo uomini e caporali. Psicologia della disobbedienza. Franco Angeli, 2014. ISBN 978-88-204-9248-9. Sito: www.siamouominiecaporali.it
- Philip G. Zimbardo, Nikita Coulombe, Maschi in difficoltà, Franco Angeli, 2017 - ISBN 978-88-9174-406-7. Edizione italiana a cura di Salvatore Cianciabella. Sito: www.disconnessi.eu.
Voci correlate
- Esperimento di Milgram
- La Terza Onda di Ron Jones, 1967
- Esperimento Klee-Kandinskij di Henri Tajfel, 1971
- Prigione di Abu Ghraib
Collegamenti esterni
- Esperimento Carcerario di Stanford, su prisonexp.org.
- L'effetto lucifero, su lucifereffect.com.
- Zimbardo, P. (2007). From Heavens to Hells to Heroes. In-Mind Magazine.
- Sito ufficiale di Zimbardo: http://www.zimbardo.com