Visualizza wikitesto di Centro storico di Catanzaro

== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Catanzaro}}
=== Le origini della città e il medioevo ===
Le origini di Catanzaro sono incerte. Sicuramente la città ha origini bizantine. Secondo alcune fonti, la fondazione si deve a due mitici militari bizantini, [[Cattaro e Zaro]], che nell'[[804]] guidarono la popolazione costiera [[Magna Grecia|magno-greca]] sul Triavonà, con lo scopo di ripararsi dalle incursioni [[Saraceni|saracena]]. Altre fonti attribuiscono la nascita di ''Catanzarium'' (o ''Catanzaron'') al generale bizantino [[Flagizio]], il quale, in egual modo, portò in salvo la sua gente. Il primo nucleo della città è considerato il quartiere [[Grecìa (Catanzaro)|Grecìa]],<ref>{{cita|Mazza|p. 54}}.</ref> chiamato così perché vi si stabilì la popolazione greca.<ref name=damato8>{{cita|D'Amato|p. 8}}.</ref> Esso fu caratterizzato dalla presenza di alcune chiese, di cui due dedicate a San Nicolò, al quale i greci erano particolarmente devoti.<ref name=damato8/><ref>{{cita|Mazza|p. 59}}.</ref> La città si dotò di un sistema difensivo che prevedeva un muro di cinta e delle porte; le principali erano la porta Granara a sud<ref>{{cita|D'Amato|p. 7}}.</ref> e la Porta di Pratica ad occidente.<ref name="cita-D-Amato-p19">{{cita|D'Amato|p. 19}}.</ref>

[[File:Czportadimare.jpg|thumb|La Porta di mare, anticamente ''Granara'', demolita nel 1936.]]
Nel [[1055]] la città fu conquistata dal condottiero [[Normanni|normanno]] [[Roberto il Guiscardo]]<ref>{{cita|Sinopoli, Pagano, Frangipane|p. 35}}.</ref> che nel [[1060]] fece erigere un castello all'estremità dell'abitato, sulla cima di uno dei tre colli su cui sorge il centro storico della città.<ref>{{cita|Sinopoli, Pagano, Frangipane|p. 36}}.</ref> La posizione naturale strategica della fortezza, circondata da torri e da una cinta muraria, la rese difficile da espugnare.<ref>{{cita|D'Amato|p. 17}}.</ref> I normanni introdussero, nel [[1072]], l'arte della lavorazione della seta in città, che ben presto rese famosa Catanzaro e i suoi velluti in tutto il mondo.<ref>{{cita|D'Amato|p. 18}}.</ref>

Nel [[1073]] arrivarono in Calabria gli [[ebrei]]. A Catanzaro vi si stabilì oltre il dieci per cento del totale,<ref>{{cita|Piromalli|p. 34}}.</ref> il quale fu ghettizzato nel quartiere della ''Giudecca'', nei pressi della via Mesa, il principale asse viario del centro medievale.<ref name="cita-D-Amato-p19"/> Nonostante la difficile integrazione con la popolazione locale anche a causa delle leggi irriguardose nei loro confronti, gli ebrei dettero un notevole impulso al commercio dei tessuti e dei damaschi prodotti nella città, favorendone il commercio in tutto il continente.<ref name=frang37>{{cita|Sinopoli, Pagano, Frangipane|p. 37}}.</ref> In seguito al bando dal [[Regno di Napoli]], nel [[1512]] lasciarono la città.<ref name=frang37/>

Il castello iniziò il suo declino a partire dal [[1460]], allorquando fu attaccato dai cittadini stanchi dei soprusi ai quali erano costretti a sottostare dal conte di Catanzaro [[Antonio Centelles]]. Prima di abbandonare la città, in seguito ad un lungo combattimento con la popolazione, lo stesso fece appiccare un incendio che divampò nel quartiere posto immediatamente ai piedi della fortezza, chiamato ''Paradiso''. Da qual momento la zona prese il nome di [[Case Arse]].<ref name=damato112>{{cita|D'Amato|p. 112}}.</ref>

Oltre ai rioni Grecìa e Case Arse, in epoca medievale nacquero altri quartieri che formano l'impianto urbanistico storico della città, nei quali sono ubicati numerosi palazzi nobiliari caratterizzati da pregevoli cortili interni;<ref>{{cita|Beni culturali|p. 47}}.</ref> fra i principali, Filanda, Stella, Pianicello, Cocole, Gelso Bianco e Montecorvino.<ref>{{cita|Beni culturali|p. 23}}.</ref><ref name=bc62>{{cita|Beni culturali|p. 62}}.</ref><ref name=bc203>{{cita|Beni culturali|p. 203}}.</ref>

=== Il piano Manfredi ===
Nel [[1870]] Michele Manfredi, Vincenzo Parisi e Pasquale Gigliotti ricevettero l'incarico di redigere un piano regolatore, poi messo in pratica, a partire dal [[1871]], dal solo Manfredi.<ref>{{cita|Touring club|p. 525}}.</ref> Il piano puntava principalmente a migliorare il sistema viario: in particolare fu modificato l'assetto di via Bellavista attraverso la demolizione del cosiddetto "arco della villa", una componente della cinta muraria che delimitava la strada e furono costruiti nuovi punti d'accesso intervenendo sulla collina che, nella parte settentrionale di Catanzaro, ospita il castello normanno.<ref name=cstiscali>{{Cita web|url=http://web.tiscalinet.it/liceosiciliani/catanzaro%203.htm|titolo=Catanzaro-Centro storico|editore=http://web.tiscalinet.it/liceosiciliani/|data=|accesso=5 aprile 2020|urlmorto=sì|dataarchivio=22 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210422115400/http://web.tiscalinet.it/liceosiciliani/catanzaro%203.htm}}</ref> Il principale obiettivo era tuttavia, la creazione di un corso principale tramite l'allargamento in più punti della via Mesa, il maggiore asse viario dell'originario nucleo medievale della città, che tuttavia a causa delle ristrette dimensioni (da un minimo di cinque a un massimo di otto metri) appariva ormai inadeguato a soddisfare il crescente sviluppo commerciale e urbanistico del centro. Con questi presupposti iniziarono dunque gli interventi volti alla creazione di corso Vittorio Emanuele, l'odierno Corso Mazzini.<ref name=cstiscali/>

[[File:CsovittorioemanueleCZ.jpg|thumb|upright=1.3|left|Corso Vittorio Emanuele (oggi ''Mazzini''), concepito dal piano Manfredi. Si notano il Banco di Napoli, sulla sinistra, distrutto dai bombardamenti, i binari del [[Automotofunicolare di Catanzaro|tram]], soppresso nell'immediato secondo dopoguerra, e palazzo Grimaldi-Montuori, sulla destra, sede della camera di commercio.]]
Il piano, le cui tavole sono scomparse, può essere ricostruito grazie ad alcune relazioni del [[1877]], ad alcuni stralci pervenuti ai giorni nostri e ad alcune perizie: il progetto prevedeva la demolizione, completa o parziale, di 44 edifici a est di corso Vittorio Emanuele e l'allineamento di quelli a ovest. Più specificamente, le demolizioni erano previste, oltre che sul corso, anche sulle parallele via Poerio e via Monte, con l'obiettivo di permettere l'ampliamento della carreggiata e di realizzare di un nuovo impianto simmetrico.<ref name=cstiscali/> L'obiettivo fu perseguito tramite la costruzione di edifici tuttora esistenti. Nell'area dell'antica [[Giudecca (quartiere ebraico)|giudecca]], il quartiere ebraico, la principale azione fu l'edificazione di Palazzo Fazzari, voluto da [[Achille Fazzari]], generale garibaldino originario di [[Stalettì]]. L'edificio viene considerato un simbolo della città ed è uno dei maggiori esempi in Calabria di architettura eclettica, caratterizzato da elementi rinascimentali della scuola fiorentina. I lavori, iniziati nel 1870, si protrassero fino al [[1874]].<ref>{{cita|Beni culturali|p. 29}}.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-fazzari/?lang=it|titolo=PALAZZO FAZZARI|editore=http://www.visitcatanzaro.it/|data=|accesso=5 aprile 2020|urlmorto=sì|dataarchivio=11 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150111124456/http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-fazzari/?lang=it}}</ref>

Nel [[1879]] iniziarono gli interventi che interessavano l'area compresa fra Palazzo Fazzari e piazza Grimaldi, che all'epoca si chiamava piazza Mercanti, con l'espropriazione dei fabbricati interessati.<ref name=serg38>{{cita|Sergi|p. 38}}.</ref> Nella zona di piazza Mercanti, in particolare, era previsto l'arretramento della facciata di Palazzo Grimaldi-Montuori, sede della [[Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura|Camera di commercio]]. I lavori furono affidati ai medesimi professionisti incaricati della redazione del piano regolatore, Manfredi e Parisi, che progettarono il riassetto dei prospetti dell'imponente edificio secondo canoni ottocenteschi integrando elementi tipici dell'architettura romana e fiorentina.<ref name=serg38/><ref>{{Cita web|url=http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-grimaldi-montuori/?lang=it|titolo=PALAZZO GRIMALDI-MONTUORI|editore=http://www.visitcatanzaro.it/|data=|accesso=5 aprile 2020|urlmorto=sì|dataarchivio=11 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150111124501/http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-grimaldi-montuori/?lang=it}}</ref> I successivi interventi prevedevano la modifica dell'assetto urbanistico fra Palazzo Fazzari e la zona di "fuori porte" (l'odierna [[Piazza Matteotti (Catanzaro)|piazza Matteotti]]) e l'omogeneizzazione del collegamento con la zona di Porta di Mare attraverso l'allineamento delle facciate principali della caserma (ex convento di San Rocco) e di Palazzo Ruggero-Raffaelli con la [[Chiesa di San Francesco di Paola (Catanzaro)|Chiesa di San Francesco di Paola]], sulla quale fu eseguito anche un intervento di manutenzione della scalinata di ingresso.<ref name=cstiscali/>

A partire dal [[1899]], e fino ai primi anni del [[XX secolo]], fu abbassata la sede stradale fra la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Catanzaro)|Chiesa di San Giovanni Battista]] e il liceo Galluppi, del quale fu anche modificata la facciata, fu adeguata via Cavour e furono realizzati numerosi interventi a ridosso di Palazzo Fazzari.<ref name=cstiscali/><ref>{{Cita web|url=http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-doria/?lang=it|titolo=PALAZZO DORIA|editore=http://www.visitcatanzaro.it/|data=|accesso=5 aprile 2020|urlmorto=sì|dataarchivio=11 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150111124452/http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-doria/?lang=it}}</ref>

A causa dell'inadeguatezza della nascente legislazione unitaria, delle difficili trattative per l'acquisto degli edifici, delle risicate finanze del comune e della frastagliata altimetria del centro storico, le opere furono condotte con lentezza o non furono completate.<ref name=cstiscali/> Gli ultimi lavori a essere completati furono quelli fra piazza Santa Caterina e San Rocchello, una zona nella quale numerosi proprietari si opposero all'espropriazione. In questo contesto fu edificato il palazzo dell'Intendenza di Finanza, nel [[1910]].<ref>{{Cita web|url=http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-dell-intendenza-di-finanza/?lang=it|titolo=PALAZZO DELL'INTENDENZA DI FINANZA|editore=http://www.visitcatanzaro.it/|data=|accesso=5 aprile 2020|urlmorto=sì|dataarchivio=11 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150111085102/http://www.visitcatanzaro.it/cosa-vedere/centro-storico/i-palazzi-storici/palazzo-dell-intendenza-di-finanza/?lang=it}}</ref>

=== Il periodo fascista ===
Un nuovo piano di modifica fu stilato durante il [[Ventennio fascista]]: [[Marcello Piacentini]], su incarico del podestà Larussa, progettò un intervento urbanistico che prevedeva la realizzazione della Casa del Fascio, di una galleria civica, di un teatro e di numerosi uffici e case. Allo scopo di creare una piazza, si optò per la demolizione del popoloso quartiere Paesello,<ref>{{cita|Mazza|p. 343}}.</ref> composto da vecchie abitazioni malfamate e caratterizzate da una scarsa condizione igienica abitate dal ceto operaio cittadino.<ref>{{cita|Mazza|p. 197}}.</ref> L'intervento, eccezion fatta per lo sventramento dell'area in questione, non fu portato a termine, come non fu completata la riqualificazione della zona fra piazza Prefettura, vico Preti, via Raffaelli e la [[Basilica dell'Immacolata Concezione (Catanzaro)|Basilica dell'Immacolata]] disposta nel [[1939]].<ref name=cstiscali/>

[[File:TeatroCz1900.jpg|thumb|upright=1.3|La zona dell'attuale piazza Prefettura all'inizio del XX secolo. In primo piano il Real Teatro S. Francesco, demolito nel 1938, sullo sfondo la [[Basilica dell'Immacolata Concezione (Catanzaro)|Basilica dell'Immacolata]] e sulla destra Palazzo Morano.]]
L'unico edificio che vide la luce fu la sede dell'[[Istituto Nazionale delle Assicurazioni]], nel [[1936]].<ref name=cstiscali/> Nello stesso anno fu demolita Porta di mare, l'antica via di accesso al centro storico in direzione sud. Quest'ultimo intervento, tuttavia, subì numerose resistenze a causa della valenza storica dell'opera.<ref name=cstiscali/><ref name=ledda>{{Cita web|url=http://catanzaropolitica.it/catanzaro-lidentita-perduta-e-la-demolizione-dei-simboli-urbanistici-lintervista-a-quirino-ledda/|titolo=Catanzaro: L’identità perduta e la demolizione dei simboli urbanistici. L’intervista a Quirino Ledda|editore=http://catanzaropolitica.it/|data=5 marzo 2014|accesso=7 aprile 2020|dataarchivio=7 aprile 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200407011901/http://catanzaropolitica.it/catanzaro-lidentita-perduta-e-la-demolizione-dei-simboli-urbanistici-lintervista-a-quirino-ledda/|urlmorto=sì}}</ref>

Nel [[1938]], infine, fu demolito lo storico Real Teatro San Francesco, edificato nel [[1830]], conosciuto con l'appellativo di "San Carlino" in virtù delle analogie strutturali ed estetiche che lo legavano al [[Teatro di San Carlo|San Carlo]] di [[Napoli]], considerato il punto focale della cultura in città oltre che uno dei suoi simboli. L'azione fu infatti accolta con disappunto dalla popolazione, nonostante un iniziale favore.<ref name=ledda/><ref>{{Cita web|url=http://www.politeamacatanzaro.net/?page_id=532|titolo=Il Teatro Mario Foglietti|editore=http://www.politeamacatanzaro.net/|data=|accesso=10 aprile 2020}}</ref><ref name=bc67>{{cita|Beni culturali|p. 67}}.</ref>

=== I bombardamenti del 1943 e la ripresa ===
Nell'estate del [[1943]], nel periodo compreso fra il 3 giugno e il 10 settembre,<ref>{{cita|Castagna|p. 68}}.</ref> Catanzaro subì dei bombardamenti aerei da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] che causarono ingenti danni al patrimonio architettonico del centro storico. In particolare, furono gravemente danneggiati la [[Cattedrale di Catanzaro|Cattedrale]], la vecchia sede della [[Banca d'Italia]] e il palazzo del [[Vescovo]], che sorgeva in piazza Duomo.<ref>{{cita|Lombardi|p. 22}}.</ref> Risentirono dell'azione bellica anche una cinquantina fra abitazioni civili e palazzi storici.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/catanzaro_res-6c2a6353-87e5-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=CATANZARO (1948)|editore=http://www.treccani.it/|data=1948|accesso=4 aprile 2020}}</ref> Se i bombardamenti che colpirono precedentemente o nello stesso periodo altre zone della città, come ad esempio la [[Stazione di Catanzaro (1899)|stazione di Catanzaro Sala]]<ref>{{cita|Lombardi|p. 24}}.</ref> o la [[Catanzaro Lido|zona marinara]] apparivano come delle azioni assolutamente strategiche e programmate, quelli che colpirono il nucleo antico della città non avevano apparentemente alcun preciso obiettivo.<ref>{{cita|Lombardi|p. 21}}.</ref>

[[File:BombardamentiCz43.jpg|thumb|left|Il centro distrutto dai bombardamenti.]]
Dopo i bombardamenti, il consiglio comunale approvò un progetto di ricostruzione redatto da Francesco Armogida, varato il 17 dicembre [[1947]] e autorizzato con [[decreto ministeriale|D.M.]] del 4 novembre [[1948]].<ref>{{Cita web|url=http://www.mit.gov.it/mit/media/anpr/RAPu2001/piani2/piani2_cal.html|titolo=Piani di ricostruzione - Calabria|editore=http://www.mit.gov.it/|data=|accesso=4 aprile 2020|dataarchivio=11 aprile 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200411231726/http://www.mit.gov.it/mit/media/anpr/RAPu2001/piani2/piani2_cal.html|urlmorto=sì}}</ref> Il piano, per quel che riguarda il centro storico, prevedeva il completamento dei lavori sul corso cittadino iniziati nel [[XIX secolo]], in particolar modo l'allargamento dell'asse viario,<ref name=fonti21>{{cita|Fonti|p. 21}}.</ref> tramite l'abbattimento degli edifici bombardati e l'arretramento di alcuni edifici, fra i quali Palazzo Mannella e Palazzo Susanna. In questo periodo, fu portato a termine lo sventramento del lato est di corso Mazzini, di fronte al cinquecentesco palazzo del Liceo Galluppi; nell'area in questione furono edificati il Teatro Comunale, nel [[1953]],<ref>{{cita|Berlingieri, Thermes|pp. 156-157}}.</ref> e il complesso architettonico di galleria Mancuso, nel [[1959]],<ref>{{cita|Berlingieri, Thermes|pp. 158-159}}.</ref> entrambi opere dell'architetto catanzarese [[Saul Greco]].

Nel [[1952]] iniziano i lavori per la redazione del [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore generale]], adottato il 7 novembre [[1957]].<ref name=fonti21/><ref name=iann8/> Lo stesso verrà approvato dal consiglio comunale solamente nel mese di dicembre del [[1968]], dopo la bocciatura decretata dal [[Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca|Ministero dell'istruzione]] l'anno prima a causa delle lacune presenti in materia di edilizia scolastica.<ref name=iann8>{{cita|Iannino|p. 8}}.</ref> Il P.R.G. agiva sulla zona centrale di Corso Mazzini, in particolar modo sull'area compresa fra la [[Basilica dell'Immacolata Concezione (Catanzaro)|Basilica dell'Immacolata]] e piazza Grimaldi, prevedendo la demolizione degli edifici in precario stato conservativo, compreso il complesso edilizio Serravalle e la sua caratteristica "strettoia", col fine di migliorare la viabilità cittadina.<ref name=iann9>{{cita|Iannino|p. 9}}.</ref> Il piano inizialmente includeva anche massicci interventi anche in alcune zone sfuggite ai processi di riassetto urbanistico, quali il rione Cocole e la zona di via XX settembre, nei pressi del Duomo, e che quindi avevano mantenuto la loro originaria conformazione.

[[File:CsoMazziniCz1975.png|thumb|Il corso dopo la demolizione di Palazzo Serravalle. Oggi al suo posto sorgono i giardini Nicholas Green.]]
In seguito all'approvazione da parte del [[Ministero dei lavori pubblici]], nel [[1970]], iniziarono gli interventi.<ref name=iann9/> In un'ottica di conservazione del nucleo antico della città, al progetto di abbattimento della strettoia seguì una lunga discussione. Il Ministero dei Beni Culturali e diverse voci della cultura cittadina si erano opposti al progetto di demolizione dello storico edificio ritenendo più proficuo ristrutturarlo, sottraendolo allo stato di abbandono in cui versava.<ref>{{cita|Iannino|pp. 11-12}}.</ref> Un incendio doloso del quale mai si trovarono gli autori,<ref>{{cita|Iannino|p. 20}}.</ref> fece pendere la bilancia verso la decisione dell'abbattimento, avvenuta nel [[1975]].

Nel mese di gennaio del 1970 crollò il muro di cinta del San Giovanni, affacciato su via Carlo V, l'antico castello normanno della città che fu adibito a carcere a partire dall'unità d'Italia. A partire dalla seconda metà degli [[anni 1980|anni ottanta]], si pensò al recupero degli spazi dello storico edificio. Nel [[1986]] iniziarono i lavori che, terminati ne [[1998]], dettero nuova linfa al Complesso monumentale del San Giovanni, permettendone il completo recupero strutturale e funzionale e dotando la città di un importante polo museale e culturale in generale fra i più importanti del Sud Italia.<ref>{{Cita web|url=https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=151185&pagename=57|titolo=Complesso monumentale San Giovanni di Catanzaro|editore=https://www.beniculturali.it/|data=|accesso=7 aprile 2020|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneroccoguglielmo.it/IL%20COMPLESSO%20MONUMENTALE%20DEL%20SAN%20GIOVANNI.asp|titolo=SAN GIOVANNI|editore=http://www.fondazioneroccoguglielmo.it/|data=|accesso=7 aprile 2020}}</ref>

=== Il nuovo millennio ===
Con l'inizio del [[anni 2000|nuovo millennio]], sono state intraprese una serie di azioni dirette al recupero storico e funzionale del tessuto urbano del centro antico e di alcune importanti architetture civili. Nel [[2002]] è stato inaugurato il [[Teatro Politeama (Catanzaro)|Teatro Politeama]], opera dell'architetto [[Paolo Portoghesi]], struttura eclettica, moderna ed elegante che restituisce alla città un importante palcoscenico dopo la demolizione del Real Teatro San Francesco patita nel [[1938]].<ref name=bc67/>

Nel [[2007]], tramite l'utilizzo di [[fondi strutturali|fondi comunitari]], viene avviata una massiccia opera di ripristino, riqualificazione e antichizzazione della pavimentazione di corso Mazzini e di alcune vie e piazze del centro storico, mediante la posa di basoli in pietra e sampietrini che sostituiscono l'asfalto.<ref>{{Cita web|url=http://regione.calabria.it/calabriaeuropa/allegati/por_2000_2006/piano_di_comunicazione_200006/prodotti_realizzati/infopackage_06ok.pdf|titolo=Abbellite strade e piazze del centro storico di Catanzaro|editore=http://regione.calabria.it/|data=5 luglio 2008|accesso=4 aprile 2020|dataarchivio=12 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160812112824/http://www.regione.calabria.it/calabriaeuropa/allegati/por_2000_2006/piano_di_comunicazione_200006/prodotti_realizzati/infopackage_06ok.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Inoltre, a più riprese, vengono riqualificate e strappate al degrado alcune zone di alcuni [[antichi rioni di Catanzaro|antichi rioni]] facenti parte del nucleo medievale della città ([[Grecìa (Catanzaro)|Grecìa]], [[Case Arse]], Gelso Bianco, Carmine).<ref>{{Cita web|url=http://www.kernel-sesias.net/PSCZ/public/Cap_2-102008.pdf|titolo=Piano Strategico_BOZZA 17 OTTOBRE 2008|editore=http://www.kernel-sesias.net/|data=17 ottobre 2008|accesso=4 aprile 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.strill.it/citta/2016/11/catanzaro-consegnati-lavori-di-riqualificazione-urbana-di-alcune-vie-del-centro-storico/|titolo=CATANZARO – CONSEGNATI LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA DI ALCUNE VIE DEL CENTRO STORICO|editore=https://www.strill.it/|data=17 novembre 2016|accesso=4 aprile 2020}}</ref>

Anche il complesso monumentale del San Giovanni viene sottoposto ad una consistente opera di restyling. A partire dal [[2012]], a distanza di oltre quarant'anni dal crollo, viene ricostruito il muro che affaccia su via Carlo V.<ref>{{Cita web|url=http://www.cn24tv.it/news/56347/partono-i-lavori-di-completamento-del-muro-del-san-giovanni.html|titolo=Partono i lavori di completamento del muro del San Giovanni|editore=http://www.cn24tv.it/|data=9 ottobre 2012|accesso=4 aprile 2020}}</ref> Viene inoltre ripristinato il muro che cinge la fontana monumentale del Cavatore, uno dei simboli cittadini.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.catanzaro.it/facciata-cavatore-torna-al-suo-antico-splendore/|titolo=Facciata Cavatore torna al suo antico splendore|editore=https://www.comune.catanzaro.it/|data=|accesso=4 aprile 2020}}</ref>

Nel [[2016]] iniziano i lavori per il recupero delle gallerie del San Giovanni, le segrete dell'antico castello normanno.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.catanzaro.it/al-via-riqualificazione-gallerie-san-giovanni/|titolo=FOCUS/ Pronta la riqualificazione delle gallerie San Giovanni|editore=https://www.comune.catanzaro.it/|data=|accesso=7 aprile 2020}}</ref> Nel [[2017]] vengono inaugurate e riaperte al pubblico tramite visite guidate.<ref>{{Cita web|url=http://www.giornaledicalabria.it/?p=69633|titolo=CATANZARO/ RIAPERTE AL PUBBLICO LE GALLERIE DEL SAN GIOVANNI|editore=http://www.giornaledicalabria.it/|data=28 aprile 2017|accesso=7 aprile 2020}}</ref> Nello stesso anno viene portata a termine la riqualificazione di due importanti edifici storici che riacquistano piena fruibilità, Palazzo Fazzari<ref>{{Cita web|url=https://www.catanzaroinforma.it/arte-e-cultura/2017/07/07/palazzo-fazzari-quasi-ultimati-i-lavori-a-settembre-inaugurazione/101554/|titolo=Palazzo Fazzari, quasi ultimati i lavori. A settembre inaugurazione|editore=https://www.catanzaroinforma.it/|data=7 luglio 2017|accesso=4 aprile 2020}}</ref> e l'ex Educandato, con quest'ultimo destinato a diventare sede dell'[[Accademia di belle arti di Catanzaro|Accademia di belle arti]],<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.catanzaro.it/ex-educandato-completati-i-lavori-di-riqualificazione/|titolo=Ex Educandato, completati i lavori di riqualificazione|editore=https://www.comune.catanzaro.it/|data=7 settembre 2017|accesso=4 aprile 2020}}</ref> nell'ambito di un piano di integrazione delle istituzioni universitarie cittadine nel tessuto del centro storico iniziato nel [[2016]] col trasferimento della facoltà di sociologia dell'[[Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro|Università Magna Græcia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.catanzaro.it/focus-nel-centro-storico-la-facolta-di-sociologia/|titolo=FOCUS/ Nel centro storico la facoltà di Sociologia, il sindaco Abramo: un sogno che si realizza|editore=https://www.comune.catanzaro.it/|data=|accesso=4 aprile 2020}}</ref>