Aiuto:Esonimi italiani

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Sportello informazioni

Questa pagina di servizio intende raccogliere alcune note circa l'uso in it.wiki degli esonimi italiani (cioè i nomi impiegati dagli italofoni per riferirsi a località poste in zone in cui non si parla la lingua italiana) e degli endonimi stranieri (cioè i nomi con cui le località in aree in cui non si parla la lingua italiana sono chiamate da chi parla la lingua del posto).

Si intende qui tracciare qualche linea-guida che valga per i casi in cui vi sia da scegliere fra l'uso di una forma o un'altra, in particolare riguardo gli esonimi italiani, ma anche altri casi di toponimia dubbia, sia per i titoli delle voci, che per il testo in esse contenuto.

Sfogliando le pagine di Wikipedia, quindi, o effettuando ricerche nella banca dati, potremo con maggiore facilità seguire ciò che ci interessa se useremo delle convenzioni di generale comprensibilità.

Tutte le volte che se ne ravvisi la necessità, è bene usare dei redirect che puntino alla versione che reputiamo più idonea.

È importante notare che queste sono convenzioni, non regole scritte sulla pietra. Mentre Wikipedia si sviluppa e cambia, alcune convenzioni che una volta hanno avuto significato, domani potrebbero essere antiquate. Inoltre possono ovviamente presentarsi dei rari casi che figurano come eccezioni alla presente linea guida; tali eccezioni devono essere tuttavia discusse e valutate caso per caso.

In caso di dubbio, seguite la convenzione.

Linee guida

Premessa: endonimi italiani e zone italofone

  1. Sono sempre da usare i toponimi italiani laddove la lingua italiana sia ufficialmente riconosciuta, anche se parlata da comunità alloglotte, che sono cioè italofone in territori dove la lingua maggioritaria non sia l'italiano.
    Ci si riferisce in particolare, al di fuori dell'Italia, della Città del Vaticano e di San Marino, a tutti gli endonimi italiani del Canton Ticino e delle zone italofone dei Grigioni (Grigioni italiano), e agli endonimi italiani delle zone ufficialmente bilingui di Slovenia (comuni di Ancarano[1], Capodistria[2], Pirano[3] e Isola[4]) e Croazia (regione istriana[5])[6].
  2. Verranno inoltre utilizzati gli endonimi italiani relativi a zone con popolazione italofona autoctona (anche se minoritaria) anche in zone dove la lingua italiana non è riconosciuta ufficialmente.
    Ci si riferisce, in particolare, ad alcuni comuni delle regioni costiere dell'Adriatico orientale[6]: in tal senso la presenza italofona può essere evinta dai dati di dettaglio di censimenti nazionali[7] oppure dalla presenza di comunità italofone ufficialmente riconosciute da tali Paesi (esempi: Fiume, Abbazia, Lussinpiccolo, Cherso, Zara, Spalato)
    Si fa notare che potrebbe esservi conflitto, in tali zone, tra un toponimo italiano "utilizzato" dalla popolazione italofona e un toponimo italiano "ufficiale" risalente a una precedente amministrazione italiana. In tal caso si preferisce il toponimo presente nell'uso odierno (esempi: Scoffie in luogo di Albaro Vescovà).

Gli endonimi italiani che non ricadano nelle due categorie sopra descritte vengono trattati secondo le regole di cui al punto seguente, ovvero come se fossero degli esonimi, pur raccomandando di indicarli in corsivo nell'incipit con una breve specificazione o (eventualmente) paragrafo riguardante la storia e/o l'utilizzo del nome.

Esonimi italiani

Come regola generale, va impiegato sempre l'endonimo straniero ufficiale, salvo che il corrispondente esonimo italiano esista e non sia desueto[8]. Nel dettaglio, questa regola può essere precisata come segue:

  1. Vanno usati quegli esonimi italiani entrati per tradizione nell'uso della lingua italiana e notevolmente stabilizzati, ossia il cui uso è attestato, in maniera non sporadica, in enciclopedie, atlanti o carte geografiche autorevoli edite negli ultimi 50 anni (esempi: Amburgo, Nizza, Anversa, Pechino, Samarcanda, Lettonia, Inghilterra, Borgogna, Creta, Tamigi, Fiume Giallo, Appalachi, Urali, ecc.). Nel caso di discordanza fra tali fonti, possono essere considerati anche altri tipi di fonti bibliografiche, privilegiando ovviamente quelle maggiormente specialistiche, autorevoli e recenti.

In ogni caso, l'esonimo italiano, anche se desueto, va sempre indicato in corsivo nell'incipit, eventualmente con una breve specificazione o paragrafo dedicato, riguardante la storia o l'utilizzo del nome.

Endonimi ed esonimi in altre lingue

Di norma, gli esonimi stranieri che non corrispondano agli endonimi non vanno mai usati, se non come redirect (a titolo di esempio, sono da evitare Kuwait City per Madinat al-Kuwait, Ho Chi Minh City per Ho Chi Minh, Kishinev per Chișinău, ecc.).

Fanno eccezione quegli esonimi stranieri che sono sensibilmente più frequenti nelle fonti bibliografiche recenti in lingua italiana[9] e sempre che la lingua "scelta" per l'esonimo abbia comunque un certo utilizzo ufficiale nell'ambito del luogo o sia fortemente legata ad esso per motivi storici o ambientali (esempi: l'esonimo francese Bruges in luogo del fiammingo Brugge, o l'esonimo russo Kiev in luogo dell'ucraino Kyiv). Tali eccezioni devono comunque essere sempre discusse e analizzate caso per caso.

Nelle zone ufficialmente plurilingui, laddove non sia individuabile nessun toponimo prevalente nelle fonti in lingua italiana, va usato l'endonimo ufficiale nella lingua localmente più usata.[10]

Toponimi di valenza storica o letteraria

I toponimi di valenza storica o letteraria - siano essi esonimi italiani, oppure endonimi o esonimi stranieri - il cui uso non è più prevalente per indicare la località, qualora enciclopedici, possono essere oggetto di una voce a sé stante (per esempio Bisanzio e Costantinopoli differenziate da Istanbul, o Königsberg separata da Kaliningrad).

Negli altri casi, essi possono essere redirect alla voce principale, sia essa relativa alla località attuale (es.: Buglione -> Bouillon, Stalingrado -> Volgograd o Austerlitz -> Slavkov u Brna) o al contesto storico (es.: Manzicerta -> Battaglia di Manzicerta), Auschwitz -> Campo di concentramento di Auschwitz).

Convenzioni tipografiche

Nel caso di endonimi con lettere non presenti sulla tastiera italiana (ma che siano comunque estensioni dell'alfabeto latino) dev'essere preferita la trascrizione originale in particolare per il titolo della voce, lasciando come redirect la forma (anche se non corretta) costruita esclusivamente con lettere della tastiera italiana (es.: Oswiecim -> Oświęcim, Lodz -> Łódź, Ceske Budejovice -> České Budějovice, ecc…).

Per altri alfabeti si fa riferimento alla traslitterazione convenzionale, ove esistente. A tal proposito, si veda Wikipedia:Titolo della voce#Traslitterazione o le pagine specifiche:

Aiuto:Arabo;
Aiuto:Armeno;
Aiuto:Cinese;
Aiuto:Cirillico;
Aiuto:Coreano;
Aiuto:Georgiano;
Aiuto:Giapponese;
Aiuto:Greco moderno.

Note

  1. ^ Cfr. lo Statuto comunale di Ancarano.
  2. ^ Cfr. sul Decreto sull'attuazione pubblica del bilinguismo nei territori nazionalmente misti
  3. ^ Cfr. lo Statuto comunale di Pirano.
  4. ^ Cfr. lo Statuto comunale di Isola.
  5. ^ Cfr. sullo Statuto della Regione Istriana
  6. ^ a b Nonché ovviamente a suddivisioni interne, parti o elementi della geografia fisica riferibili a tali entità.
  7. ^ Vedi ad esempio censimento croato del 2011 o del 2021, suddivisi per lingua madre.
  8. ^ Secondo Sandro Toniolo i toponimi possono essere categorizzati come segue:

    «

    • esonimi validi: definiti come quelli tuttora vivi e vitali nella lingua di tutti i giorni e difficilmente sostituibili con i corrispondenti nomi ufficiali senza correre il rischio di cadere nell'affettato e nel ridicolo (non si può dire, infatti: «sono stato in Deutschland» oppure «Paris è una bella città»).
    • esonimi desueti: quegli esonimi non più vitali come in passato, ma ancora usati dalle persone di una certa età che li hanno appresi in gioventù, quando tali esonimi erano ancora vivi nell'uso di tutti i giorni; essi tendono ad essere gradualmente sostituiti dai corrispondenti nomi ufficiali.
    • esonimi abbandonati: esonimi validi in passato, ma ormai completamente sostituiti nell'uso corrente dai nomi ufficiali corrispondenti.
    • esonimi letterari: esonimi desueti o più spesso abbandonati, impiegati ormai esclusivamente in un contesto letterario, spesso con preciso riferimento a una determinata opera o a un certo autore.
    • esonimi storici: esonimi desueti o più spesso abbandonati, impiegati ormai solo in testi storici o con precisi riferimenti a località note per particolari avvenimenti storici, per le quali in passato era vivo, neli'uso comune, l'esonimo, ora normalmente sostituito dal corrispondente nome ufficiale; si tratta di toponimi italiani o da molto tempo italianizzati oppure di toponimi stranieri che possono essere di una lingua diversa da quella ufficiale odierna o della stessa lingua ma non più ufficiali.»
  9. ^ Per l'analisi delle fonti si veda quanto precisato al punto 1 del paragrafo precedente.
  10. ^ La fonte a supporto del maggior uso di una lingua rispetto a un'altra è costituita dall'ultimo censimento ufficiale condotto da autorità internazionalmente riconosciuta, qualora questo abbia indicazione delle lingue utilizzate. Vanno considerati i dati relativi al livello amministrativo a cui si riferisce il toponimo, dunque quelli relativi al comune per il toponimo del comune, alla regione per il toponimo della regione, e così via. Nel caso in cui la lingua sia rilevata secondo metodi diversi (ad esempio indicazione della lingua madre e delle lingue conosciute), va considerata la lingua madre.

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