Seconda Guerra Mondiale

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LA SECONDA

GUERRA
MONDIALE
LE ORIGINI DEL
CONFLITTO
La Seconda guerra mondiale
I trattati di Rapallo e Locarno
■ Negli anni Venti le relazioni tra Germania e
Unione Sovietica furono cordiali, come mostra
la firma del Trattato di Rapallo nel 1922, che
prevedeva l’attivazione di un regolare commercio
fra i due paesi. Il primo dicembre 1925 la
Germania firmò anche il Trattato di Locarno,
con cui accettava come definitivo l’assetto
territoriale fissato dai vincitori a Versailles, in
particolare la Germania rinunciava all’Alsazia-
Lorena, ma il trattato rimaneva ambiguo circa le
sorti dei confini orientali, la cui revisione non era
esclusa a priori.
La Società delle Nazioni
■ Il trattato di Locarno prevedeva anche l’ingresso della
Germania nella Società delle Nazioni, organismo voluto da
Wilson, per promuovere la collaborazione internazionale.

Cartolina commemorativa sulle


origini della Società delle Nazioni (al
centro il Presidente degli Stati Uniti
Woodrow Wilson, che nel 1919 fu
insignito del Nobel per la Pace)
Il Giappone occupa la Manciuria
La capacità d’azione della Società delle Nazioni
fu messa alla prova quando il Giappone occupò
la Manciuria nel 1931.
Essa condannò l’intervento giapponese, ma di
fatto non fu capace di prendere alcun Truppe giapponesi entrano a Mukden
provvedimento. Da un lato la condanna formale
irritò profondamente il Giappone (che uscì dalla
Società delle Nazioni), dall’altro mostrò
l’impotenza dell’organismo nel mettere davvero
un argine alle violazioni del diritto
internazionale.
Per questo la Società elaborò un complesso
sistema di sanzioni economiche che divennero
effettivamente operanti, per la prima volta, nel
1935, in occasione dell’aggressione italiana
all’Etiopia.
La politica estera tedesca negli anni
1933-1936
■ Con l’avvento al potere di Hitler cessò il rapporto di
collaborazione tra Germania e URSS.
■ Anche con le altre potenze europee i rapporti cominciarono a
farsi più tesi, come nel caso dell’Italia, quando Mussolini si
oppose al tentato colpo di stato nazista in Austria. Nel 1934,
infatti, i nazisti austriaci tentarono un colpo di stato in
Austria, assassinando il cancelliere Dollfus, contrario
all’unione con la Germania, come da diverse parti si
richiedeva in nome del principio di nazionalità, dopo la fine
dell’Impero asburgico. Mussolini minacciò di intervenire
militarmente, e la crisi fu superata solo dopo che il governo
austriaco ebbe riacquistato il controllo della situazione.
■ http://www.youtube.com/watch?v=auCoZq13VL8 (Discorso di Mussolini contro la Germania, 1 minuto)
■ http://www.youtube.com/watch?v=c7OmLSN8K0U (2 minuti, manifestazione)
Hitler ripudia
il Trattato di Versailles
■ Nel 1935, con un referendum gli abitanti della Saar scelsero la
riunificazione con la Germania, scaduti i 15 anni di occupazione
francese previsti dal trattato di pace.
■ http://
www.britishpathe.com/video/germany-takes-over-saar-after-referendu
m-1935
(gli abitanti della Saar salutano Hitler come un liberatore)
■ La prima violazione del Trattato di Versailles si ebbe nel marzo
1935, quando venne ripristinata in Germania la coscrizione
obbligatoria.
■ Nel maggio 1935 Hitler annunciò solennemente che la Germania
ripudiava le residue clausole sul disarmo del Trattato di Versailles.
Il fronte di Stresa

■ Nell’aprile, Francia, Gran Bretagna e Italia si riunirono a Stresa e


concordarono di mantenere l’assetto europeo esistente.

Nelle giornate della conferenza di


Stresa (Lago Maggiore), furono
discussi fra Mussolini, Mac Donald
(Inghilterra), Flandin e Laval
(Francia), tutti i problemi europei,
con particolare riferimento alla
necessità di adeguare la posizione
della Germania al suo nuovo peso
politico-militare
La conquista italiana
dell’Etiopia
■ L’Italia, nell’estate del 1935, era alleata di Francia e Gran Bretagna.
Mussolini, tuttavia, aveva già deciso di conquistare l’Etiopia, per
trasformare l’Italia in una grande potenza (laddove lo stato liberale
aveva sempre fallito, come nella disfatta di Adua del 1896).
■ Gran Bretagna e Francia non avevano in Etiopia interessi
significativi e non sollevarono particolari obiezioni. D’altro canto,
l’Etiopia faceva parte della Società delle Nazioni.
■ https://www.youtube.com/watch?v=Md7fxR3RiUU (Discorso di
Salassié alla SNU, 15 minuti)
La conquista italiana dell’Etiopia
■ Nei primi giorni d’ottobre 1935, l’esercito italiano varcò il confine
con l’Etiopia; subito la Società delle Nazioni emanò delle sanzioni
economiche contro l’Italia, ma si trattava di misure blande, in quanto
seppur vietasse il commercio con l’Italia agli stati membri della
Società, tuttavia non venne proibita l’esportazione verso l’Italia di
ferro, acciaio, carbone, petrolio. Quindi le sanzioni non impedirono
al regime fascista di portare avanti la guerra (anche con l’uso di gas
asfissianti). Il 9 maggio 1936, il re d’Italia venne proclamato dal
Duce “Imperatore d’Etiopia”.
■ http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=ZYnG8i8THWM&featur
e=endscreen
(12 minuti, periodo precedente l’attacco; donazione delle fedi;
attacco e uso dei gas)
■ http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=g4_uzlAkikI
&NR=1
(12 minuti, conquista di Addis Abeba, proclamazione dell’Impero)
■ https://www.youtube.com/watch?v=solnz01FSVU (Mussolini
annuncia l’uscita dell’Italia dalla Società delle Nazioni)7u6
Impero coloniale italiano
Si incrina il Fronte di Stresa
■ Nonostante la reazione di Francia e Inghilterra fu debole (ad esempio
l’Inghilterra non chiuse il canale di Suez), a Mussolini parve ugualmente di
essere stato tradito e ciò incrinò al cosiddetto “fronte di Stresa” (l’intesa
fra Francia, Inghilterra e Italia).

Hitler occupa la Renania


Hitler approfittò di questa nuova situazione
(rottura del Fronte di Stresa) per denunciare il
Patto di Locarno e occupare la Renania
smilitarizzata (7 marzo 1936).
La guerra civile spagnola
■ I rapporti tra Italia fascista e Germania nazista (fino a quel momento
tiepidi a causa della questione austriaca) a partire dalla conquista
dell’Etiopia si fecero sempre più stretti, al punto che nel novembre
1936 Mussolini proclamò solennemente l’esistenza di un Asse
Roma-Berlino.
■ Nel 1931 la Spagna era diventata una repubblica in seguito alla
vittoria delle forze di sinistra; ma nel 1933 la coalizione di destra
espresse un governo che attuò una sanguinosa repressione degli
scioperi dei minatori delle Asturie. Le nuove elezioni del 1936
furono vinte da una coalizione di sinistra, il Fronte popolare.
■ Il 7 luglio 1936, il generale Francisco Franco, che comandava le
truppe stanziate in Marocco, si mise alla guida di una rivolta contro
il governo e cercò di impadronirsi del potere con l’appoggio della
grande borghesia, dei proprietari terrieri e della Chiesa. Ne seguì
una sanguinosa guerra civile, che si concluse nel 1939, con la
vittoria delle forze reazionarie.
■ http://www.youtube.com/watch?v=jxuyU4lYRdI (documentario)
La guerra civile spagnola

■ La guerra civile vide il coinvolgimento di varie potenze.


L’Italia fascista sostenne i ribelli, inviando armi e truppe e
anche la Germania mandò aiuti a Franco (il bombardamento
compiuto dagli aerei tedeschi sulla città di Guernica fu
immortalato dal celebre quadro di Pablo Picasso). La
repubblica fu invece appoggiata dall’Unione Sovietica,
Francia e Inghilterra, invece, optarono per il non intervento.
Pablo Picasso, Guernica. La città basca fu attaccata il 26 aprile 1937 e rasa al
suolo: si trattò del primo bombardamento aereo compiuto a scopo terroristico
contro un obiettivo non militare
La politica estera tedesca negli
anni 1937-1938
■ Il 25 novembre 1936 la Germania firmò il Patto anti-
Comintern (Internazionale Comunista) con il Giappone, in
direzione antisovietica e il 6 novembre 1937 anche l’Italia fu
accolta nel Patto. La Francia, che si considerava il vero garante
dell’ordine uscito da Versailles, era ormai il principale ostacolo
alla politica estera tedesca, cioè al programma hitleriano di
espansione verso est.
La politica estera tedesca negli anni
1937-1938
■ La politica delle grandi potenze occidentali nei confronti di Hitler fu
inizialmente ambigua o debole. In particolare l’Inghilterra era disponibile ad
accettare una revisione dei confini tedeschi fissati a Versailles, a patto che ciò
non alterasse eccessivamente l’equilibrio europeo. Tale politica condotta dal
primo ministro Neville Chamberlain fu detta di appeasement (pacificazione,
mediante concessioni).
La politica estera tedesca negli anni
1937-1938
• La prima mossa tedesca nei confronti dello scardinamento
dell’ordine di Versailles, fu l’Anschluss, l’annessione
dell’Austria al Terzo Reich, il 13 marzo 1938. Questa volta tale
atto non suscitò più alcuna reazione da parte dell’Italia.
• Hitler fece suggellare a posteriori l'unione dell'Austria con la
Germania con un plebiscito indetto per il 10 aprile 1938.
– « Sei d'accordo con la riunificazione dell'Austria con il
Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938 e voti per la lista
del nostro Führer Adolf Hitler? »
–  99,71% in Austria e del 99,60% in Germania
• https://www.youtube.com/watch?v=ERXnTLCJzok
(cinegiornale, 1 minuto)
La politica estera tedesca negli anni
1937-1938
■ Subito dopo, Hitler sollevò la questione dei tre milioni di
tedeschi presenti entro i confini della Cecoslovacchia e il 29
settembre 1938 fu convocata a Monaco una Conferenza a
quattro: Hitler, Mussolini, Chamberlain, Deladier (primo
ministro francese), in cui si decise, senza interpellare il governo
della Cecoslovacchia, che essa doveva cedere al Terzo Reich la
regione dei Sudeti (popolata da quasi tre milioni di tedeschi e
un milioni di cechi). Chamberlain disse: “credo che sia la pace
per il nostro tempo”. Si trattava di un’illusione, basata
sull’ipotesi errata che Hitler fosse un politico tradizionale e che
la sua aspirazione fosse solo quella di permettere alla Germania
di contare di più in Europa. L’obiettivo finale del Führer era
invece la conquista degli immensi spazi orientali e la sua meta
era l’egemonia continentale.
■ https://www.youtube.com/watch?v=Y9ms4y1zT1E
(cinegiornale, firma, 1 minuto)
La politica estera tedesca negli
anni 1937-1938
■ Nel marzo 1939 la Germania occupò anche il resto della
Cecoslovacchia, creando il protettorato di Boemia e Moravia.
L’Inghilterra accettò anche questa nuova aggressione,
giustificandola con il fatto che la Boemia nell’Ottocento aveva
fatto parte della Confederazione germanica ed era stata legata
all’Austria fino al 1918.
■ Questi territori diverranno tristemente noti anche per il campo di
concentramento di Terezin (Theresienstadt), che raccoglieva tra
gli altri molti bambini.
■ https://www.youtube.com/watch?v=Kn-COB4d6XY (poesie e
disegni dei bambini di Terezin, 5 minuti)
Inghilterra garante
dell’indipendenza della Polonia
■ Hitler rivolse alla Polonia una perentoria richiesta: entrare a
far parte del Patto anti-Comintern. Il 26 marzo 1939, la
Polonia rifiutò ufficialmente, Hitler decise allora di invaderla.
L’occupazione avrebbe irrimediabilmente compromesso
l’equilibrio europeo; ormai pienamente consapevole delle
intenzioni egemoniche di Hitler, il 30 marzo 1939 Chamberlain
pronunciò una solenne dichiarazione di garanzia di
indipendenza della Polonia.
Patto d’acciaio

• La Germania si trovò costretta ad appoggiarsi all’Italia, con la


quale il 22 maggio 1939 firmò il Patto d’acciaio, un’alleanza
militare che sarebbe dovuta scattare immediatamente qualora
una delle due parti contraenti “venisse ad essere impegnata in
complicazioni belliche”.
• https://www.youtube.com/watch?v=y8s_fgWuTqk
(Cinegiornale, discorso di Ciano, 1 minuto)
Patto Molotov-Ribbentrop
Nell’agosto 1939 Hitler, consapevole della debolezza
militare dell’Italia, giocò a sorpresa la carta Firma del trattato da parte
sovietica. di Molotov alla presenza di
Poiché l’attacco alla Polonia avrebbe provocato Ribbentrop e Stalin.
l’intervento angolo-francese, Hitler scelse di
giungere ad un provvisorio accordo tattico con
Stalin, offrendogli un patto di non aggressione, che
fu firmato il 23 agosto 1939, dai rispettivi ministri
degli esteri, Molotov e von Ribbentrop.
Questo patto aveva anche un protocollo segreto che
prevedeva una vera e propria spartizione della
Polonia stessa. Nelle intenzioni di Hitler il patto
avrebbe dovuto indurre Francia e Inghilterra a non
intervenire a fianco della Polonia, ma se anche le due
potenze occidentali avessero dichiarato guerra, Hitler
si era garantito di evitare l’impegno dell’esercito
tedesco su due fronti.
LA DINAMICA
DELLA GUERRA
La Seconda guerra mondiale
La guerra lampo in Polonia

■ La seconda guerra mondiale ebbe inizio il 1° settembre 1939,


quando le truppe tedesche penetrarono in territorio polacco.
■ Il 3 settembre, Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla
Germania.
■ http://www.youtube.com/watch?v=BeN1A0xSwI0 (un minuto
di storia)
La guerra lampo - Varsavia

■ Il 28 settembre Varsavia capitolò, si trattò di una guerra


lampo, favorita da due nuove armi che resero la seconda guerra
mondiale un conflitto radicalmente diverso rispetto alla prima:
l’aviazione e il carro armato. In verità, per la Germania la
guerra lampo era una necessità, visto che non era ancora del
tutto pronta dal punto di vista del riarmo e della produzione
bellica.
■ http://www.youtube.com/watch?v=efRWxW2_TEs (Aerei nella
WWII, documentario)
■ http://www.youtube.com/watch?v=v2UtBT4N890&list=UUwj5
NEVus6MTRr8MEqM9fwQ
(duelli aerei, prima parte)
L’intervento sovietico

■ Il 17 settembre, da est, anche l’Armata Rossa, con l’obiettivo di


occupare la porzione di Polonia che era stata assegnata
all’URSS dal Protocollo segreto siglato assieme al patto di non
aggressione Molotov-Ribbentrop. Germania e Russia si
accordarono sulle rispettive sfere di influenza nell’Europa
orientale, il che permise all’URSS di sottomettere gli stati
baltici della Lettonia, dell’Estonia e della Lituania.
URSS vs Finlandia
URSS espulsa da SNU
Anche la Finlandia avrebbe dovuto cedere, nelle intenzioni di
Stalin una parte del proprio territorio all’URSS; i finnici si opposero
e iniziò un conflitto che si risolse a favore dell’Armata Rossa
nella primavera del 1940.
Il 14 dicembre 1939, in conseguenza di questa aggressione,
l’Unione Sovietica fu espulsa dalla Società delle Nazioni, mentre
in Inghilterra da più parti si proponeva di intervenire a fianco della
Finlandia contro la Russia, considerata in quel momento alleata del
Terzo Reich.
Dunque, alla fine del 1939, la guerra mondiale avrebbe potuto
prendere un indirizzo diverso da quello che poi effettivamente
assunse.
La guerra sui varia fronti della Finlandia, ma soprattutto nella zona dei laghi e
nell'estremo nord, ebbe aspetti completamente inediti, per le particolarissime
condizioni ambientali e climatiche. I finnici, sotto l'abile guida del maresciallo
Mannerheim, seppero sfruttare a fondo la conformazione geografica del loro paese ed
organizzarono le truppe in modo da tenere in scacco i massicci attacchi sovietici. Anche
la renna, fu un'alleata preziosa nella battaglia invernale.
Al successo delle operazioni in Norvegia, la Lutwaffe diede un
contributo formidabile soprattutto nei primissimi giorni.

Nella foto: Junkers da trasporto tedeschi in volo verso l'estremo nord


(portavano le truppe per l’attacco di terra).

Il fiordo di Oslo fu il centro


principale di irradiazione delle
colonne motorizzate tedesche
verso l'interno della Norvegia
meridionale

In Occidente la guerra divampò solo nella


primavera del 1940. Dapprima l’esercito
tedesco occupò la Danimarca e la Norvegia,
poi l’Olanda, il Belgio e la Francia
Contemporaneamente alle operazioni in Norvegia si svolse l'occupazione tedesca della Danimarca, che
avvenne senza alcuna resistenza da parte danese. Re Cristiano X, in un proclama alla nazione, dichiarò di
cedere soltanto alla forza, e le due camere ratificarono la sua decisione di porre la neutralità del paese
sotto la protezione delle forze armate tedesche.
Nella foto truppe germaniche entrano a Lindholm.
Nella foto di sinistra Re
Leopoldo II del Belgio. Nella
foto di destra truppe belghe
passate in rassegna a
Bruxelless davanti al Palazzo
Reale.

Nella foto truppe belghe


durante un mitragliamento
aereo tedesco.
1 maggio 1940. Per occupare le località strategiche sulla costa prima che potessero sopraggiungere i
rinforzi alleati, i tedeschi impiegarono in massa per la prima volta i paracadutisti, che presero possesso di
Rotterdam aiutati da un'efficiente quinta colonna. Al terzo giorno dell'offensiva le avanguardie tedesche
raggiungevano Ulbrecht e quindi l'Aia e Amsterdam.
Nella foto lancio in massa di paracadutisti nei dintorni di Rotterdam.
Nella foto colonne di carri armati francesi verso il fronte nel disperato tentativo di arrestare l'avanzata tedesca.
Lo sfondamento della linea Maginot e la disfatta
anglo-francese. L’evacuazione dei soldati a
Dunkerque

Risultarono decisivi la velocità e la capacità d’urto delle forze


corazzate tedesche, appoggiate dall’aviazione, che aggirarono da
nord la linea fortificata Maginot (un sistema di fortificazioni collegate
tra loro che si estendeva lungo tutto il confine con la Germania, dalla
Svizzera fino al Belgio) e sfondarono il fronte alleato vicino a Sedan,
così facendo, isolarono le armate nemiche impegnate nel Nord della
Francia.
La disfatta anglo-francese fu totale; l’unico successo consistette nel
fatto che gli inglesi riuscirono a evacuare dal porto di Dunkerque
200000 soldati britannici e 140000 francesi.
Linea
Maginot
La sorte delle armate franco britanniche serrate nella morsa di Dunkerque è ormai
definitivamente segnata, ma gli alleati resistono disperatamente alle
incalzanti forze germaniche nel tentativo di consentire il salvataggio via mare del maggior
numero possibile di soldati.
Nella foto a sinistra
soldati inglesi si affollano
sotto le murate di una
nave.

Nella foto in basso a


destra un caccia
britannico imbarca feriti
francesi.

Dove si trova Dunkerque?


L’occupazione di Parigi

■ Il 14 giugno 1940 le truppe tedesche entrarono trionfalmente


a Parigi, il governo francese fu costretto alla resa.
■ La Francia fu divisa in due zone:
– il Nord fu posto sotto il diretto controllo tedesco,
– al Sud venne instaurato un governo conservatore
(Repubblica di Vichy), disposto a collaborare con i nazisti
e guidato dal maresciallo Pétain.
■ http://www.youtube.com/watch?v=KAFc1ED_oPs (Hitler e Wehrmacht a Parigi,
3 minuti)
Hitler offre la pace alla GB
Il 19 luglio in un discorso al Reichstag, Hitler offrì alla
Gran Bretagna la pace.
A Londra, il 10 maggio era diventato primo ministro
Winston Churchill, il più fiero avversario della politica
di appeasement condotta da Chamberlain.
Il nuovo governo inglese respinse l’offerta hitleriana.
Operazione leone marino.
Battaglia d’Inghilterra
Lo Stato Maggiore tedesco iniziò a progettare l’invasione della Gran
Bretagna, con il nome in codice “Operazione leone marino”.
Nel corso dell’estate 1940, ebbe luogo la cosiddetta battaglia d’Inghilterra,
caratterizzata dallo sforzo dei bombardieri tedeschi di mettere fuori uso gli
aeroporti inglesi, di acquistare il dominio assoluto dei cieli e di rendere
possibile l’invasione dell’isola. L’aviazione inglese, tuttavia, riuscì ad infliggere
gravi perdite a quella avversaria, in virtù della superiorità tecnica dei propri
caccia (gli Spitfire) e del rivoluzionario utilizzo dei radar. Ciò indusse Hitler a
rimandare l’invasione della Gran Bretagna.
http://www.youtube.com/watch?v=usG4spQaRJc (La battaglia d’Inghilterra, film)
http://www.youtube.com/watch?v=KVbNj3f2YMs (un minuto di storia)
http://www.youtube.com/watch?v=Z9T1LVpGVZU (documentario, 8 minuti)
http://www.youtube.com/watch?v=9O3Uhqt3ucY (documentario, 45 minuti)
L'aereo da caccia britannico Spitfire.
Hermann Göring, capo
della Luftwaffe.

Hugh Dowding,
comandante del Comando
Caccia della RAF.

Una vedetta scruta i cieli sul tetto di


un edificio a Londra
L’attacco tedesco all’Unione
Sovietica: Operazione Barbarossa

■ Nel settembre 1940 Hitler aveva rinunciato al progetto di


invadere la Gran Bretagna; ma fin dall’estate aveva
progettato di procedere contro l’URSS, visto che la sconfitta
della Francia gli aveva assicurato quella “sicurezza alle spalle”
da lui considerata essenziale per la guerra contro la Russia.
■ Il 27 settembre 1940 la Germania strinse con Italia e
Giappone il Patto tripartito.
L’attacco tedesco all’Unione
Sovietica: Operazione Barbarossa
http://www.youtube.com/watch?v=1bKOWeLjTbk (La storia siamo noi)
Nell’estate 1940, la Germania occupò la Romania, che aderì al Patto
tripartito insieme a Ungheria e Slovacchia.
Si stava delineando la strategia di accerchiamento per un attacco alla
Russia, ma i piani di Hitler subirono un ritardo di un paio di mesi a
causa della necessità di intervenire in aiuto dell’Italia in Africa – in
Libia l’esercito italiano era incalzato dagli inglesi - e nei Balcani – in
Albania il contingente italiano era in difficoltà contro i greci.
L’offensiva (denominata in codice Operazione Barbarossa) iniziò il
22 giugno 1941, cogliendo di sorpresa Stalin, che fino all’ultimo
aveva prestato fede al patto di non aggressione.
La speranza di Hitler era di sconfiggere l’URSS con una nuova
guerra lampo. Il fine era quello di conquistare lo spazio vitale (il
Lebensraum) per il Volk tedesco e sfruttare le immense risorse della
Russia, trasformando la sua popolazione in una moltitudine di schiavi.
L'operazione Barbarossa, nei primi giorni di guerra, fruttò
alla Wehrmacht un grandissimo numero di prigionieri;
nell'immagine soldati sovietici catturati nella sacca di Minsk
Formazione di cacciabombardieri da picchiata Junkers Ju 87 Stuka; la Luftwaffe ottenne molto
rapidamente il predominio dell'aria
L’arresto dell’offensiva sul fronte
orientale

L’attacco tedesco alla Russia registrò, in un primo momento, un


successo clamoroso (penetrando per 800 Km), tuttavia a nord
Leningrado non capitolò e a sud la conquista dell’Ucraina non
significò il collasso dell’industria bellica sovietica.
Le truppe di Hitler arrivarono in novembre fino ai sobborghi di
Mosca; ma il 5 dicembre quando già l’inverno russo infieriva e
causava terribili problemi ai soldati tedeschi, l’esercito sovietico
contrattaccò, provocando la definitiva cessazione della guerra lampo e
la sua trasformazione in una micidiale guerra di logoramento.
Stalin inoltre adottò la tattica della terra bruciata (“Non bisogna
lasciare una sola locomotiva, non un vagone, non un chilo di grano, un
litro di carburante”).
Mappa raffigurante la linea della massima avanzata tedesca al 9 dicembre
1941 (in rosso i grandi accerchiamenti realizzati dalla Wehrmacht).
Clicca sull’immagine per ingrandire
Il terreno, reso fangoso e molle a causa delle piogge
autunnali, e la scarsità di strade praticabili per i mezzi
corazzati compromisero l'avanzata tedesca verso Mosca
Soldati tedeschi tentano di sbloccare dalla neve un panzer IV D, slittato a lato della carreggiata

Novembre 1941:
fanti tedeschi, privi di
equipaggiamento invernale,
soccorrono un camerata ferito
Il progressivo allargamento del
conflitto nel 1941

L’Inghilterra godeva già, fin dall’autunno del 1940, dell’appoggio


politico ed economico degli Stati Uniti.
Nel 1941 l’aiuto americano trovò un’espressione più efficace mediante la
Legge affitti e prestiti, con cui il Presidente aveva il potere di mettere
risorse americane a disposizione di quegli stati la cui sconfitta avrebbe
rappresentato un pericolo per la sicurezza USA.
Di questi aiuti ne approfittò in primis la Gran Bretagna, l’URSS invece
venne aiutata solo a partire dal novembre 1941.
Il presidente Franklin D. Roosevelt mentre firma il
patto lend-lease per aiuti a Gran Bretagna e Cina.
Il Giappone rifiuta di intervenire
contro l’URSS

Fin dal 1937 il Giappone era in guerra con la Cina, di cui aveva
conquistato le regioni settentrionali e orientali. Nel 1941, l’impero
nipponico si trovò di fronte a una alternativa: Hitler lo sollecitava a
intervenire in Siberia, ad occupare Vladivostock e a schiacciare
l’URSS su due fronti.
Il Giappone però rifiutò e non aprì le ostilità contro l’URSS
(preferì impegnarsi nella conquista dei possedimenti francesi e
olandesi in Estremo Oriente). Fino alla sconfitta della Germania,
l’URSS a sua volta non dichiarò guerra al Giappone, che condusse
pertanto solo una sorta di guerra regionale in Estremo Oriente,
dettata da propri interessi economici.
L’entrata in guerra del
Giappone
Il 24 luglio, l’esercito giapponese entrò nella regione di Saigon,
nell’Indocina francese.
Roosvelt reagì il 26 luglio annunciando il blocco di tutti i beni giapponesi
negli USA e l’embargo di ogni prodotto nei confronti del Giappone. A tale
chiusura delle forniture si associarono anche la Gran Bretagna, i paesi del
Commonwealth e l’Olanda.
Fu allora che il Giappone si decise per la guerra nei confronti delle
potenze occidentali. Il 7 dicembre 1941, l’aviazione nipponica attaccò la
base americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii: quattro corazzate furono
affondate ed altre dieci navi vennero gravemente danneggiate, tuttavia le
portaerei non si trovavano in porto al momento dell’incursione, che sortì
quindi un effetto limitato dal punto di vista militare.
http://www.youtube.com/watch?v=admZqmo3hDU (scena del film)
Mattino del 7 dicembre 1941: La USS Arizona in fiamme. Fu la nave che riportò il maggior
numero di vittime tra l'equipaggio.
Alle Midway si arresta l’espansione
giapponese nel Pacifico
Nei primi mesi del 1942 il Giappone riportò notevoli successi: furono
conquistati i principali possedimenti inglesi e americani in Asia orientale
(Hong Kong, Singapore, Filippine) e l’occupazione della Birmania portò
l’esercito giapponese praticamente ai confini con l’India britannica.
La prima vera battuta d’arresto si verificò il 4 giugno 1942, al largo delle
isole Midway, allorché l’aviazione americana riuscì ad affondare quattro
grandi portaerei nipponiche, permettendo agli USA di acquisire una
superiorità aeronavale nel Pacifico.
http://www.youtube.com/watch?v=P4c4HERoO8c (un minuto di storia)
L'ammiraglio Isoroku Yamamoto, comandante in capo della
Marina Imperiale e ideatore del complesso piano di attacco
alle isole Midway. Dopo tante vittorie, questa battaglia
avrebbe segnato la sua prima grande sconfitta
La ripresa dell’avanzata in
territorio sovietico. Stalingrado

■ L’11 dicembre 1941 Hitler dichiarò guerra agli Stati Uniti (già in
uno stato di semi-belligeranza con la Germania, per via dell’appoggio
economico alla Gran Bretagna).
■ Nell’estate del 1942, l’esercito tedesco riprese la sua avanzata in
territorio sovietico. Ma Hitler commise un errore strategico,
attaccando contemporaneamente il Caucaso e Stalingrado, con il
risultato che nessuno dei due obiettivi venne conseguito.
Battaglia di Stalingrado e resa

Nel novembre 1942, l’Armata Rossa passò al contrattacco e


riuscì ad accerchiare i 250000 soldati della VI Armata tedesca
impegnata a Stalingrado.
Hitler vietò al generale von Paulus ogni ritirata, con il risultato che
una volta assediati i tedeschi, il 31 gennaio 1943, furono costretti ad
arrendersi.
Quella di Stalingrado fu la battaglia decisiva di tutta la guerra.
http://www.youtube.com/watch?v=nVm0xTkN4O4 (cinegiornale
fascista 2 minuti, propaganda altera la realtà)
Gennaio 1943: soldati sovietici snidano gli
ultimi tedeschi tra le macerie di Stalingrado.
2 febbraio 1943,
la bandiera sovietica
sventola sulla piazza
centrale: l’Armata Rossa
ha vinto
L’organizzazione della produzione
bellica in Germania
Hitler decise nel 1943 una mobilitazione di tutte le risorse tedesche: per la
prima volta in Germania gli investimenti diretti ai beni di consumo furono
ridotti e il tenore di vita ridimensionato.
Albert Speer nel settembre 1943 assunse la carica di Ministro per
l’Armamento e la Produzione di guerra. I risultati ottenuti da Speer
furono miracolosi (nel 1944 la Germania produceva una quantità di cannoni
pesanti, aerei, carri armati ben più grande di quella del 1942), soprattutto se
si considera che nel 1943 le incursioni aeree anglo-americane sui centri
industriali della Germania si fecero sempre più massicce. Per sopperire alla
carenza di manodopera si deportarono in Germania tecnici e operai dai
territori occupati (si arrivò ad una presenza di 7 milioni di lavoratori
stranieri, fra cui francesi, belgi e olandesi – trattati in modo relativamente
decente – e russi e polacchi – trattati come schiavi).
Albert Speer (Mannheim, 19 marzo 1905 – Londra, 1º settembre 1981) è stato un politico e architetto tedesco.
Fu architetto personale di Adolf Hitler e Ministro per gli armamenti del Reich, oltre che l'autore dei maggiori
progetti monumentali ed urbanistici promossi personalmente da Hitler

Il progetto
della
Nuova Berlino

Albert Speer
nel 1946
al processo
di Norimberga
Albert Speer nel 1933.
Le Conferenze di Teheran e di
Casablanca del 1943
■ A Casablanca (13-24 gennaio 1943) Churchill, Roosvelt
decisero di non interrompere la guerra fino alla resa
incondizionata della Germania. Tale formula aveva lo scopo
di rassicurare Stalin, timoroso che gli anglo-americani
lasciassero l’URSS a dissanguarsi da sola contro il Terzo Reich.
■ Nella Conferenza di Teheran (22-26 novembre 1943), a cui
partecipò anche Stalin, fu deciso che entro il 1944 gli anglo-
americani avrebbero aperto un secondo fronte in Francia,
dopo quello già aperto in Italia, dopo lo sbarco in Sicilia nel
luglio 1943
Da sinistra: Stalin, Franklin D. Roosevelt, e Winston
Churchill.
Estate 1944: sbarco in Normandia
e offensiva sovietica
Il 6 giugno 1944 (D-Day) gli anglo-americani procedettero
all’invasione della Francia, che ebbe inizio con lo sbarco in
Normandia. Fu un’operazione colossale (200000 uomini, 6500
mezzi da sbarco, 200 navi da guerra, 13000 aerei), che si concluso
alla fine di agosto, quando ormai gli Alleati erano riusciti a sbarcare
in Francia più di 2 milioni di uomini, 438000 veicoli e tre milioni di
tonnellate di rifornimenti.
http://www.ovo.com/sbarco-normandia (3 minuti)
Sbarco di fanti statunitensi della 1ª Divisione ad Omaha Beach.
Parigi liberata

Il 25 agosto, Parigi venne liberata. Le prime


truppe ad entrare nella capitale furono francesi. Si
trattava di reparti che avevano aderito ad un
appello lanciato all’indomani della disfatta, il 18
giugno 1940, dal generale Charles De Gaulle.
Rientrato a Parigi, De Gaulle assunse la carica di
Presidente della Repubblica francese.
Sfilata sugli Champs-Élysées il 26 agosto 1944
L’offensiva sovietica

■ Il 20 luglio 1944, un gruppo di ufficiali mise in atto un attentato


contro Hitler, mettendo una bomba nel suo quartier generale, in
Prussia Orientale. Hitler sopravvisse all’esplosione e subito attuò
una brutale repressione che colpì tutti i militari e i funzionari civili
sospettati.
■ Inoltre, la Germania cercò di reagire all’offensiva nemica
mettendo in funzione una serie di nuove armi, ovvero gli aerei a
reazione e i razzi a lunga gittata, noti con le sigle V1 e V2, capaci
di colpire Londra e l’Inghilterra meridionale, ma che a causa degli
insopportabili costi di produzione non furono impiegati.
■ Il 23 giugno 1944 l’Armata Rossa scagliò l’offensiva decisiva sul
fronte orientale, catturando 350000 tedeschi e aprendo così le
porte della Polonia e dell’Europa centrale. L’avanzata si fermò a
Budapest e alle porte di Varsavia, conquistata solo nel gennaio
1945.
La fine della guerra in Europa

■ All’inizio del 1945, gli eserciti degli Alleati penetrarono da


est a ovest all’interno del territorio tedesco, devastato dai
bombardamenti (come quello massiccio di Dresda). Il 25
aprile 1945, sovietici e americani riuscirono a incontrarsi a
Torgau, sul fiume Elba, nel cuore della Germania.
■ Il 12 aprile, morto improvvisamente Roosvelt, fu eletto nuovo
presidente Harry S. Truman, il quale non mutò linea politica,
sebbene fosse ben più diffidente nei confronti di Stalin rispetto
al suo predecessore.
La fine della guerra in Europa

■ Chiuso nel suo Führerbunker di Berlino, Hitler perse


completamente il controllo della situazione. Non solo
continuava a dirigere eserciti e divisioni corazzate ormai
inesistenti, ma, cosa ancor più grave, comunicò a Speer il
cosiddetto Ordine Nerone, con cui auspicava la completa
distruzione del suo popolo, reo di averlo tradito e di non essere
stato all’altezza dell’impresa. L’ordine diceva: “tutti gli impianti
militari, di trasporto, di comunicazione, industriali e di
approvigionamento che il nemico può in qualsiasi modo
utilizzare nell’immediato e in tempi ravvicinati per la
prosecuzione del conflitto vanno distrutti”.
La fine della guerra in Europa

■ L’ordine di distruzione totale non fu eseguito. Il 30 aprile Hitler si


tolse la vita, esortando i suoi seguaci a proseguire l’osservanza delle
leggi razziali la lotta contro il giudaismo internazionale.
■ http://
www.youtube.com/watch?NR=1&v=OyfyMcxHEVE&feature=fvw
p
(dal film la caduta)
■ I russi intanto avevano già sferrato l’attacco finale contro Berlino,
che riuscirono a conquistare definitivamente il 2 maggio. La resa
ufficiale avvenne 5 giorni dopo, in modo da permettere alla maggior
parte dei soldati tedeschi di consegnarsi prigionieri agli anglo-
americani invece che ai russi. Alla mezzanotte dell’8 maggio 1945,
in Europa la seconda guerra mondiale era ufficialmente finita.
■ http://www.raistoria.rai.it/articoli/la-battaglia-di-berlino/12887/
default.aspx (1 minuto)
Daghestan Abdulkhakim Ismailov.
Il soldato russo che issa la bandiera sui tetti del Reichstag
La fine della guerra in Asia

Nel Pacifico si giunse alla pace solo ai primi di settembre 1945. Il


Giappone era allo stremo (due terzi della flotta mercantile
affondati, fabbriche chiuse, situazione alimentare tragica,
bombardamenti sulle città – l’8 marzo, in una sola incursione su
Tokyo, persero la vita 83000 persone, 20000 in più di tutti i civili
inglesi periti nell’intero conflitto per le incursioni aeree), eppure
voleva a tutti i costi resistere per evitare l’umiliazione della resa
incondizionata; tanto che in marzo e giugno l’occupazione delle
isole giapponesi di Iwo Jima e Okinawa costarono agli
americani migliaia di morti.
Il generale MacArthur, nella primavera del 1945, pronosticò che
un’invasione del Giappone avrebbe richiesto l’impiego di almeno
5 milioni di soldati e la morte di un milione.
Hiroshima e Nagasaki

Truman sollecitò l’intervento sovietico contro il Giappone, a cui


l’URSS dichiarò guerra l’8 agosto; ma a quella data, ormai, gli Stati
Uniti avevano già impiegato l’arma nucleare.
La prima bomba atomica fu fatta esplodere a titolo sperimentale il 16
luglio ad Alamogordo, nel New Mexico; il 6 agosto, invece, venne
bombardata Hiroshima (l’80% degli edifici venne raso al suolo, 70000
persone uccise all’istante, 40000 feriti, molti svilupparono conseguenze
patologiche, come leucemie e forme tumorali); il 9 agosto, una seconda
bomba fu sganciata su Nagasaki (40000 morti, 60000 feriti).
A quel punto il Giappone chiese la resa, ufficialmente stipulata il 2
settembre 1945 a bordo di una corrazzata americana all’ancora nella
baia di Tokyo.
http://www.youtube.com/watch?v=j_xSyrJVx3Q (Ulisse 10 min)
L’ITALIA IN
GUERRA
La Seconda guerra mondiale
La non belligeranza

Nel momento in cui elaborò i piani per l’invasione della Polonia, lo


Stato Maggiore tedesco non tenne neanche conto di un eventuale
contributo italiano e l’Italia non fu consultata.
In teoria il Patto d’acciaio implicava il sostegno dell’Italia alla
Germania in guerra, ma Mussolini optò per la non belligeranza, che
significava appoggio politico alla Germania, senza diretta
partecipazione al conflitto.
L’Italia non era pronta dal punto di vista militare e economico a
sostenere una guerra, ma, sarebbe potuta intervenire nel giro di due o tre
anni.
Tuttavia, la repentina sconfitta della Francia sconvolse i piani di
Mussolini, che il 10 giugno 1940 annunciò la decisione di scendere in
campo.
L’intervento

L’Italia non era assolutamente preparata a sostenere il peso di una guerra


moderna:
•la sua industria era dipendente dall’estero per le materie prime (ferro, carbone,
petrolio);
•sul piano militare le carenze erano clamorose (nessun sistema di difesa contro i
bombardamenti; assenza di aerei, carri armati e artiglieria moderni; le navi non
erano muniti di radar).
La ragione per cui Mussolini scelse ugualmente di gettare il paese nel conflitto
era basata su un errato calcolo: sconfitta la Francia (Parigi fu occupata il 14
giugno 1940), secondo Mussolini, l’Inghilterra sarebbe scesa a patti con la
Germania, e se l’Italia avesse partecipato al conflitto avrebbe potuto sedersi al
tavolo dei vincitori.
Invece, nel 1940 la Gran Bretagna respinse ogni offerta di armistizio, così
l’Italia si ritrovò in un conflitto che non aveva possibilità di vincere e nel
giro di poco si trasformò in un satellite della potenza tedesca.
https://www.youtube.com/watch?v=q0dn513XHhs
(discorso alla folla: dicharazione di guerra, 8 min)
La guerra parallela.
Le sconfitte in Africa e nei Balcani
I risultati dei primi mesi di guerra, mostrarono l’incoscienza della scelta di
Mussolini.
Il 6 aprile 1941, in Etiopia, le truppe italiane subirono gravi sconfitte e gli
inglesi occuparono Addis Abeba, riportando sul trono il negus Selassiè.
Il 28 dicembre 1940 Mussolini aveva dichiarato guerra alla Grecia.
Avviando la Campagna di Grecia, egli voleva mostrare che l’Italia non era una
semplice pedina tedesca e poteva condurre una guerra parallela, con obiettivi
propri. L’insuccesso fu totale e l’esercito italiano fu salvato solo
dall’intervento tedesco.
Nel medesimo anno, in Africa settentrionale, le truppe italiane guidate dal
maresciallo Graziani ottennero inizialmente alcuni successi contro gli inglesi,
ma dal dicembre 1940, le truppe britanniche contrattaccarono mettendo in
difficoltà gli italiani, che persero la Cirenaica. L’offensiva inglese in Libia
poté essere tamponata solo dall’arriva di un contingente, l’Afrika Korps,
guidato dal generale Erwin Rommel.
Le sconfitte del 1942-1943 in Africa del
Nord (El Alamein) e in URSS

La guerra in Africa del Nord proseguì fino al 1943, con sostanziali


sconfitte.
•Nell’autunno 1942 gli inglesi scatenarono una grande offensiva nei
pressi di El Alamein e ricacciarono indietro le truppe italiane e
tedesche. Gli Alleati erano divenuti i padroni dell’intero Mediterraneo.
La controffensiva sovietica nel novembre 1942 portò alla completa
disfatta del corpo di spedizione che Mussolini aveva inviato in URSS.
Gli alpini furono costretti a una terribile ritirata in mezzo alla neve
(molti dei soldati e ufficiali sopravvissuti alla ritirata, dopo l’8 settembre
1943, si unirono alla Resistenza).
Alcuni soldati italiani durante la ritirata
dell'inverno 1942-'43
Il fronte interno
In Italia, la situazione economica ed alimentare era diventata
drammatica (gli alimenti erano razionati: 150 grammi di pane al giorno
per persona, 400 gr di grassi e 500 di zuccheri; i prezzi aumentarono
enormemente ma i salari rimasero fermi).
Nella primavera del 1943, scoppiarono una serie di scioperi, prima a
Torino (5 marzo) e poi a seguire in diverse industrie milanesi. A questi
scioperi parteciparono fascisti e non fascisti e segnarono per la prima
volta una netta incrinatura del consenso del popolo italiano nei
confronti del fascismo.
Dall’altra parte, anche la borghesia cominciava a prendere le distanze
da Mussolini, come dimostrano le dimissioni del conte Cini da Ministro
delle Comunicazioni, il 14 giugno 1943.
Scioperi del marzo 1943
Lo sbarco in Sicilia degli
Alleati
Nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1943, gli Alleati attaccarono la Sicilia.
Mussolini si rifiutò di intavolare trattative di pace con gli anglo-americani
e ciò determinò la crisi definitiva del fascismo.
Il re, infatti, desideroso di sganciare la monarchia dal fascismo,
progettò, insieme con l’esercito un colpo di stato per estromettere
Mussolini e dare al paese un nuovo governo.
Il 19 luglio Roma fu pesantemente bombardata e Mussolini non ebbe
coraggio di porre a Hitler la questione del ritiro dell’Italia dal conflitto.
Il re prese allora accordi con il generale Ambrosio e con il comandante
dei Carabinieri per arrestare Mussolini il 26 luglio, in occasione
dell’udienza che in quel giorno il Duce avrebbe avuto presso il sovrano.
https://www.youtube.com/watch?v=FSheDd-i3to (testimonianze di
cittadini siciliani e del giornalista radio che ha annunciato le «dimissioni»
di Mussolini e nomina Badoglio, 10 minuti)
Soldati inglesi impegnati nelle operazioni di sbarco in Sicilia il mattino
dell’11 luglio 1943
La seduta del Gran Consiglio
del Fascismo del 24/25 luglio

La seduta del Gran Consiglio del Fascismo, la notte tra il 24 e il


25 luglio, fece precipitare gli eventi.
Un gruppo di alti esponenti del partito decise di sfruttare l’occasione
della riunione del supremo organo per mettere sotto accusa
Mussolini e chiederne la destituzione. Tale nucleo era guidato da
Dino Grandi (ambasciatore a Londra dal 1932 al 1939 e poi
Presidente della Camera) e Galeazzo Ciano (genero di Mussolini e
Ministro degli Esteri dal giugno 1936 al febbraio 1943).
La caduta del fascismo (25
luglio 1943)

La riunione del Gran Consiglio del Fascismo ebbe inizio alle 17 del
24 luglio 1943; Grandi pose in votazione un proprio ordine del
giorno che esautorava Mussolini da ogni potere.
Grandi e i suoi sostenitori prospettavano una sorta di fascismo
senza Mussolini, di regime autoritario senza la dittatura personale
del Duce; inoltre, essi puntavano allo sganciamento dalla
Germania e a firmare un armistizio con gli anglo-americani. La
drammatica riunione durò dieci ore ed ebbe termine alle 2,40 del
mattino del 25 luglio, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno
Grandi.
Esito della votazione nominativa e riassuntiva dell'Ordine del Giorno Grandi
L’arresto di Mussolini
Mussolini, in realtà, non riteneva vincolante tale votazione, perché il Gran
Consiglio aveva una funzione solo consultiva e non deliberativa, pertanto non
prese nell’immediato alcun provvedimento, ma chiese di essere al più presto
ricevuto dal re, il quale, invece, vide nella votazione la legittimazione del colpo
di stato che stava per attuare e che ebbe effettivamente luogo il pomeriggio di
quello stesso 25 luglio.
Recatosi alla residenza di Vittorio Emanuele III, Mussolini si sentì dire dal
sovrano che egli non era più il capo del governo e che al suo posto il re aveva già
nominato il maresciallo Pietro Badoglio. Mussoli fu arrestato e portato in una
località segreta. Alle 22,45 del 25 luglio furono trasmessi due radiomessaggi al
popolo italiano, nei quali si annunciavano la destituzione di Mussolini, la
nomina di Badoglio alla guida del governo e l’assunzione da parte del re del
comando delle Forze Armate; nel contempo si dichiarava anche che la guerra
continuava.
http://www.raistoria.rai.it/articoli/fascismo-1943-la-seduta-del-gran-consiglio/
6765/default.aspx (16 minuti, Rai Storia)
http://www.youtube.com/watch?v=b5D8hxE9xFw (annuncio, 2 minuti)
L’armistizio dell’8 settembre

Il governo Badoglio stipulò con gli Alleati un armistizio, che


venne firmato a Cassibile, in Sicilia, il 3 settembre; tuttavia, per
timore della reazione tedesca, il patto non venne reso noto fino
all’8 settembre.
In quel giorno Badoglio si rassegnò a diffondere via radio la
notizia che l’Italia aveva cessato le ostilità con la Gran Bretagna
e gli Stati Uniti. Ma nel contempo, sebbene il testo del comunicato
lasciasse intendere che ci sarebbe immediatamente stata una dura
reazione da parte tedesca, i comandanti dei vari reparti
dell’esercito furono lasciati del tutto privi di ordini e di
indicazioni operative coerenti (ascolta il comunicato).
Il Nord occupato dai tedeschi.
Fuga del Re
In seguito all’armistizio, l’Italia al Nord subì l’occupazione
tedesca. Le truppe tedesche affluirono sempre più numerose dal
Brennero e occuparono il territorio nazionale.
La mancanza di direttive provocò un caos generalizzato e la
maggio parte dell’esercito si disgregò (al grido “Tutti a casa!”).
Molti reparti furono catturati dai tedeschi praticamente senza
resistenza; vi furono anche episodi di opposizione armata, come a
Cefalonia, ma vennero stroncati sanguinosamente dai tedeschi.
Il re e il governo, il 9 settembre abbandonarono in segreto la
capitale e si rifugiarono a Brindisi, appena liberata dagli Alleati.
La Repubblica Sociale Italiana
(RSI)
Il 12 settembre 1943, un reparto di paracadutisti tedeschi liberò
Mussolini, che era detenuto in un albergo nella zona del Gran
Sasso.
https://www.youtube.com/watch?v=BUhz7xePZIY (un minuto di
storia)
Portato in Germania, il Duce ottenne da Hitler il permesso di
ricostruire uno stato fascista in Italia; nacque la Repubblica
Sociale Italiana (RSI), nota anche come Repubblica di Salò (dal
nome della cittadina dove aveva luogo il ministero degli esteri).
Il Nord occupato

La RSI, in realtà, fu trattata dai tedeschi al pari di uno territorio


conquistato e l’Italia occupata fu sottoposta ad uno spietato
sfruttamento economico. Inoltre, iniziarono anche le
deportazioni di ebrei, radunati a Fossoli, verso i campi di
sterminio.
Furono pochi i giovani che rispondevano ai bandi di
arruolamento della Repubblica di Salò e tra coloro che si
arruolavano, molti erano quelli che alla prima occasione
disertavano, di questi una parte andò ad ingrossare le file della
Resistenza.
La svolta di Salerno

Nella primavera del 1944 Vittorio Emanuele III accettò


di nominare come luogotenente del regno il proprio
figlio Umberto e di abdicare in suo favore non appena
Roma fosse stata liberata dagli Alleati.
Nello stesso tempo il leader del PCI Palmiro Togliatti
dichiarò che il suo partito era disposto a partecipare ad
un governo di unità nazionale, rinviando la questione
istituzionale (mantenimento della monarchia o
instaurazione della repubblica) al periodo successivo alla
vittoria. Fu la cosiddetta svolta di Salerno, dove il
governo si era trasferito.
La Resistenza
La decisione di Togliatti nasceva dalla consapevolezza che la Resistenza
era un fenomeno unitario: ufficiali filo-monarchici combattevano al
fianco di intellettuali favorevoli ad una svolta in senso repubblicano e
democratico dello stato, per non parlare del fatto che partigiani
comunisti collaboravano con partigiani di matrice cattolica.
Liberazione di Roma. Formazione
del governo Bonomi
Subito dopo la liberazione di Roma (4 giugno 1944) fu possibile la
formazione di un governo aperto a tutte le formazioni politiche
antifasciste, presieduto dall’anziano leader del socialismo
riformista Ivanoe Bonomi.
http://www.governo.it/Governo/Governi/governi.html
(elenco governi italiani)
Il problema dell’insurrezione
popolare
Nell’Italia Centrale si aprì un dibattito circa il ruolo della
Resistenza e in particolare circa il rischio di feroci rappresaglie
naziste in seguito a operazioni partigiane, ad esempio in seguito
all’attentato partigiano di via Rasella a Roma, nel corso del quale
morirono 33 soldati tedeschi (23 marzo 1944), l’esercito tedesco
reagì con l’operazione delle Fosse Ardeatine, nel corso della quale
furono uccise 335 persone.
http://www.raistoria.rai.it/articoli/fosse-ardeatine-il-massacro-roma-
1944/3278/default.aspx (15 minuti)
La Resistenza nel Nord Italia.
Il CLNAI
Nell’Italia centro-settentrionale, a partire dall’agosto 1944
(insurrezione di Firenze), la sollevazione popolare si fece sempre
più massiccia.
In Toscana, in particolare, la Resistenza assunse un elevato livello di
efficienza militare.
L’insurrezione divenne il grande obiettivo politico dell’organismo
dirigente della Resistenza, il Comitato di Liberazione Nazionale
per l’Alta Italia (CLNAI).
Proclama Alexander

Il 13 novembre 1944, il generale inglese Alexander rivolse un proclama ai


“patrioti al di là del Po”, esortandoli a “cessare le operazioni su larga scala”
e a “non esporsi in azioni troppo arrischiate”.
Era di poche settimane prima l’eccidio di Marzabotto (tra il 29 e 5 ottobre
1944, un reparto di SS comandato da Reder distrusse numerosi paesi
annientandone gli abitanti; le vittime furono complessivamente 1676,
http://www.youtube.com/watch?v=NHNJTm_o6iU 7 min.).
Nonostante l’invito alla moderazione l’attività politica del CLNAI continuò,
con l’obiettivo di coinvolgere settori sempre più ampi della popolazione
nell’attività antifascista, in modo da garantire per il futuro un assetto più
democratico alle istituzioni. In effetti, l’importanza storica della Resistenza,
come scrive Chabod, sta nel fatto che tutte le classi parteciparono, e si trattò di
una rinnovata partecipazione attiva, decisa, delle masse alla vita politica.
La fine della guerra in Italia

All’inizio dell’aprile 1945, gli anglo-americani iniziarono la loro


ultima e decisiva offensiva in Italia; dopo le prime sconfitte
tedesche, in tutte le principali città dell’Italia settentrionale
scattò l’insurrezione popolare diretta dal CLNAI, che il 25
aprile, a Milano, assunse i pieni poteri “in nome del popolo
italiano e quale delegato del Governo italiano”.
Mussolini, che aveva tentato di fuggire in Svizzera, venne
arrestato il 27 aprile a Dongo e lì fucilato il giorno seguente; il suo
corpo (assieme a quello della sua amante Claretta Petacci e di altri
gerarchi fascisti giustiziati) venne poi appeso a testa in giù a
Milano, in Piazza Loreto, ove pochi mesi prima era stato ucciso un
gruppo di partigiani.
http://www.youtube.com/watch?v=2OOggVjdc8A
(filmato molto crudo)
Porzus

La Resistenza, come si è detto, ebbe prevalentemente un carattere


unitario. Tuttavia, ci furono episodi di tensioni, legati alla più vasta
questione del rapporto con la Jugoslavia di Tito. Il 7 febbraio 1945 a
Porzus nella regione del Venezia Giulia, venti italiani del
movimento di resistenza, di orientamento cattolico-moderato,
vennero uccisi da un gruppo di partigiani comunisti, essi pure
italiani.

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