Implicazioni Mimesi e Umani
Implicazioni Mimesi e Umani
Implicazioni Mimesi e Umani
Attraverso il surrealismo alla ricerca della scienza poetica Saggi e scritti Le Mythe et lHomme LHomme et le Sacr Meduse et Cie Les Jeux et les Hommes Art potique Naissance de Lucifr
Le Fleuve Alphe
Parte seconda
Dagli insetti alluomo: antropomorfismo e implicazioni del mimetismo entomologico Insetti, entomologia e sociologia Formazione di un metodo critico e il nuovo metodo scientifico Materia e immaginario: ponti sinaptici
Conclusioni
Introduzione In questo scritto cercher di individuare le ragioni di indagine e i risvolti ottenuti da Caillois, nel corso della sua formazione eterogenea; compiendo studi di entomologia, anche indirizzati verso le questioni della visibilit e dellimmaginazione, i giochi del travestimento e la biologia comparata. Questo ramo della biologia pu fornire riscontri preziosi, in quanto pu fare brillare le virtualit psicologiche delluomo, giacch, come afferma Caillois ne Le Mythe et Lhomme: gli uomini e gli insetti fanno parte della stessa natura. In qualche misura, sono retti dalle stesse leggi e i loro comportamenti rispettivi possono spiegarsi reciprocamente. Caillois non accoglie la classica interpretazione che la biologia supporta, secondo cui il mimetismo sarebbe una funzione delladattamento e della sopravvivenza della specie, supposti questi come il canone della vita. A questo proposito egli riporta molti casi che sembrano mostrare le difficolt e le contraddizioni, spesso irrisolte, delle teorie che si fondano su tale presupposto e come queste non siano in grado di descriverne le particolarit. Passando con analogie, da uomo a insetto, da micro a macro sistemi e vice versa, sottolineer i passaggi che lo videro impegnato nella titanica impresa di scoprire il linguaggio regolatore dellesistente, celato anche nei meandri della mente umana; capace di giustificare il tracciamento di quei solchi diagonali tra discipline del sapere da
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sempre parallelamente incanalate tra loro senza mai per convergere. Proprio partendo dallosservazione dei comportamenti di un insetto egli tenta di trovare le origine del mito umano, e le ripercussioni di questa scelta si riverseranno sulla sua intera opera. Il fascino che nutre per gli insetti innegabile: essi riproducono in un micro cosmo qualcosa che ci familiare, qualcosa che va a premere i tasti reconditi dei meccanismi cognitivi del reale. Il tutto avviene attraverso quelle regole del gioco universale al quale entrambi sono spinti a partecipare.
Roger Caillois
Nasce a Reims in una famiglia piccolo-borghese il 13 marzo 1913 dove1913, dove passa la sua infanzia e la sua giovinezza fino alla fine degli anni 20, quando con la famiglia si trasferisce nella capitale francese. La sua formazione secondaria si svolge nel liceo di Reims; durante quegli anni frequenta anche Roger Gilbert-Lecomte1 e il gruppo
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della
rivista
il
Gran
Jeu,,
sperimentando
Roger Gilbert-Lecomte (1907-1943) , stato un poeta francese. E 'stato un pilastro della rivista parasurrealista Le Grand jeu . Ren Daumal , il pittore Joseph Sima , Roger Vailland , Robert Meyrat , Pierre Minet, Andr Rolland Renville e lo stesso giovane Caillois, hanno partecipato tutti allo sviluppo della rivista, sia regolarmente che temporaneamente. Il gruppo si concentra sul sollevare la questione della ricerca di un punto di incontro tra il visibile e invisibile, e il tentativo, attraverso vari mezzi ( farmaci , perdita della nozione di spazio, tempo, privazione del sonno e, in particolare per Lecomte, l'eccesso in qualsiasi cosa), di creare una sintesi tra uomo e il divinamente invisibile.
probabilmente pratiche dindagine patafisiche e letture di testi mistici, con lobbiettivoobiettivo di indagare linesplorato attraverso viaggi onirici e alterazioni degli stati di coscienza. Se cos fosse in questo periodo vi si potrebbero ritrovare le basi per il suo successivo avvicinamento al movimento surrealista e della sua attitudine ada esplorare i mondi poetici dellimmaginario. Dopo il trasferimento a Parigi frequenta un liceo per prepararsi ada essere ammesso alla cole Normale Suprieure2, che inizier a frequentare nel 1933. In questo stesso corrente allcole lanno pratique successivo. des Vive insegnando e periodo si grammatica, avvicina a Breton e ai surrealisti, per poi distanziarsi dalla loro frequentando da uditore le conferenze del suo amico Dumzil 3 Hautes tudes4 appassionandosi allesplorazione di tutto ci che reputa sacro, nutrendosi e applicandosi in sociologia e antropologia.
L'cole Normale Suprieure un ente di insegnamento superiore francese, costituito al fine di creare la classe insegnante francese ed legata alla Scuola Normale Superiore italiana, la quale era inizialmente una filiale della scuola della capitale francese. Fondata a Parigi il 9 brumaio anno III, calendario repubblicano (30 ottobre 1794), con lo scopo di formare degli insegnanti in grado a loro volta di formare i maestri, fu poi soppressa nel maggio 1795. Venne quindi rifondata da Napoleone il 17 marzo 1808 su basi pi rigide. Nel 1810 un decreto napoleonico sanc la nascita di una succursale italiana: la Scuola Normale Superiore istituita a Pisa. 3 Georges Dumzil (1898 1986) stato uno storico delle religioni, linguista e filologo francese. Dumzil divenuto universalmente noto per le sue teorie sociologiche, sullideologia e la religione degli antichi popoli indoeuropei, sviluppate comparando tra loro i miti di quei popoli e scoprendovi una stessa sequenza narrativa che per Dumzil rifletteva essenzialmente una stessa visione della societ e della realt tangibile. Oltre che nei miti, questa struttura si ritrova, secondo Dumzil, anche nell'organizzazione sociale di alcuni popoli indoeuropei, a cominciare dalle caste della societ indiana.
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L'cole pratique des hautes tudes (EPHE) un'istituzione pubblica a carattere scientifico, inserita nel sistema francese di insegnamento superiore. Il suo fine, quello di formare alla pratica della ricerca fondamentale ed applicata. Fondata nel 1868, l'EPHE si compone oggi di tre sezioni - Scienze della vita e della terra, Scienze storiche e filologiche, Scienze religiose - e dall'Istituto Europeo di Scienze delle religioni.
Ricerche e collaborazioni Dopo linizio del conflitto bellico si trasferisce in Argentina dalla produttrice, editrice e filantropa Victoria Ocampo. Proprio in quegli anni fonda listituto francese di Buenos Aires e incontra la sua futura moglie Yvette Billod con la quale collabora alla rivista
Les Lettres franaises, e che sposer poi nel 1940. I due avranno
una figlia, ma una volta in Francia, dopo la liberazione alleata, divorzieranno. Lesperienza sudamericana avr molta rilevanza nei suoi studi. Letteratura e natura di quei luoghi lo affascinano a tal punto che una volta nominato alto funzionario Unesco per la direzione della divisione di lettere e sviluppo culturale nel 1948, oltre a viaggiare attorno al mondo, porta allattenzione del pubblico letterario francese tutta una produzione latinoamericana a esso sconosciuta, anche con la collana Croix du Sud5 in cui sono raccolti scritti di Neruda6 e di altri autori di letteratura dellAmerica Latina. Siamo nel 1952 quando fonda la rivista pluridisciplinare e di stampo internazionale Diogne7 che dirige fino alla sua morte. Nel 1957 si sposa per la seconda volta con Alena Vichr, conosciuta allUnesco, e il 14 gennaio 1971 eletto allAcadmie franaise8.
Croix du Sud la collana di letteratura sudamericana promossa da Caillois e pubblicata dalla casa editrice francese Gallimard che rese noti in Europa e nel mondo alcuni dei pi importanti scrittori latinoamericani.
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Pablo Neruda lo pseudonimo del poeta cileno Neftal Ricardo Reyes Basoalto (1904- 1973), insignito del premio Nobel alla letteratura nel 1971. 7 Diogne una rivista transdisciplinare di scienze umane e sociali, pubblicata per le Presses universitaires de France. Attualmente digitalizzata e diffusa per Caim.info.
Mor successivamente nel 1978 e ora i suoi resti si trovano nel cimitero di Montparnasse. Poetica e percorso letterario Caillois fu uno degli autori forse pi eccentrici e poliedrici del panorama europeo pre e post bellico. Un uomo che mise in discussione se stesso, i suoi scritti e addirittura il metodo scientifico tradizionale, senza mai abbandonarsi completamente a correnti o movimenti, ma bens mantenendo come il pilota di un aliante ben dritto il filo di lana, quasi a non curarsi di dove e come potr avvenire latterraggio, ma con una certezza quasi disarmante di riuscire poi in qualche modo a venire a capo del problema. Caillois mantiene ma sempre molto una posizione perch estremamente originale, anche isolata,
difficilmente collocabile e altrettanto difficilmente riconducibile ad un'unica corrente di pensiero. Numerose furono le critiche al suo metodo ma, nonostante ci, cerc sempre quella traccia trasversale tra i diversi tipi di conoscenza, quella scienza diagonale che attraversa il sapere, trattenendo a s solo il necessario. Unica bussola e mezzo per indagare concretamente la realt nella sua essenza, questo approccio al sapere, gli eviter di perdersi in territori dindagine molto vasti, di abbandonarsi totalmente alla fascinazione del surreale e di limitarsi a rinchiudendosi negli spazi culturali preesistenti. Ogni suo studio, ogni sua indagine, ha lo scopo di catalogare e porre il noto in un inventario personale, al fine di rilevarne i principi e le contraddizioni apparenti per comporli poi in una
L'Acadmie franaise, o Accademia francese, fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu, una delle pi antiche istituzioni di Francia ed composta di quaranta membri eletti dai loro pari.
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sintassi dellesistenza che si fa carico di teorizzare come principio fondamentale lasimmetria, una regola non-regola che per presente in tutti i sistemi indagati dalla mente umana e nella struttura stessa di essa.___ Le sue teorie si fondano su elementi che provengono tanto dalla psicoanalisi freudiana quanto dal romanticismo, tanto dallantropologia quanto dalla filosofia, tanto dal darwinismo quanto dalla sociologia. Caillois fu senzaltro un intellettuale eccentrico, ma la diversit dei temi che tratt nei suoi scritti non deve far pensare a una superficialit nel suo lavoro perch ogni scritto e argomento trattato sempre con molto rigore. Attraverso il surrealismo: fondando le basi per una scienza poetica Nonostante abbia sempre mostrato cautela nei confronti della scrittura automatica, lungo il suo percorso accetta volentieri il reclutamento (termine che lui stesso usa)9 da parte di Breton nel 1932, divenendo un membro fedele del gruppo surrealista, per poi distaccarsene successivamente per divergenze di metodo. Vi sono sicuramente punti comuni tra gli studi di Caillois e i contenuti espressi nei manifesti del movimento surrealista nel 1924 ma, come lui stesso dir successivamente, logica e rigore gli erano assolutamente necessari per lindagine che stava compiendo alla ricerca di una nuova scienza, pi ampia, che prendesse si in considerazione leccentrico, il marginale, lapparentemente illogico. La principale differenza di metodo sta proprio in questo: lanalisi
riga 23 Roger Caillois a cura di Ugo M. Olivieri, Marcos y Marcos 2004, p.25 tradotto da Cahiers pour un temps-Roger Caillois, 1981
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rigorosa del mistero in quanto tale, della provenienza di quella meraviglia che luomo prova di fronte ad esso. Questo per lui necessario a costo di riconsiderare il meraviglioso in maniera scientifica, anche se questo avrebbe significato dover perdere quellalone magico che circonda la sfera del misterioso al fine di una comprensione sempre pi necessaria pi doveroso e unificante Caillois un dellesistenza. Diviene sempre per
paradigma che condiziona il sapere) con un intransigenza razionale alla quale impossibile rinunciare; diversamente dai surrealisti, con i quali ha per in comune la predilezione ad esaminare degli aspetti eccentrici e insoliti della realt. Il distaccamento dal movimento surrealista viene fatto risalire da Caillois stesso allepisodio del 26 dicembre 1934, dove al caff parigino di place Blanche, luogo in cui erano soliti riunirsi i surrealisti, Breton mostra agli amici una scatola contenente dei fagioli messicani, i quali avrebbero avuto il magico dono di poter saltare. Tutti i presenti si congratulano con Breton , tranne Caillois, il quale avanza la proposta di sezionare i magici legumi per vedere se al loro interno vi si trovasse una larva (come effettivamente dimostrato), o qualcosa di simile, che potesse scaturire il sobbalzo dei fagioli in questione. Ovviamente tutti i surrealisti si indignano per il sacrilego atteggiamento tenuto dal giovane Roger, il quale discute animatamente con Breton sulla questione e il giorno dopo rassegna le dimissioni dal gruppo mediante una lettera, in cui evidenza i propri principi estetici e denuncia unincompatibilit di metodi con il movimento. Limpressione quella che non fu probabilmente soltanto una questione di fagioli salterini, perch lo stesso atteggiamento
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revisionista delle proprie teorie e dei propri metodi Caillois lo ebbe anche con il marxismo e le teorie psicanalitiche di Freud10. Vide in queste forme di pensiero, e anche nel surrealismo, un tentativo di creare nuovi preconcetti infallibili che, secondo lui, proprio in quanto si pongono senza margini di errore, confluiranno probabilmente in un fallimento a causa della comune tendenza di queste correnti a rinchiudersi nelle loro chiese. Questi recinti culturali (dovuti al periodo storico), gli stavano stretti, e fecero sorgere nel giovane Caillois la necessit di dirigere i suoi studi e le sue teorie verso lo strano e il misterioso, per fare in qualche modo luce su ci che dalla scienza tradizionale veniva valutato non indagabile. Fermarsi alla meraviglia in s diventa per inconcepibile, perch significherebbe far pendere lago dellanalisi pi dal lato dellarte che da quello della scienza. Essenziale scoprire la provenienza di tale meraviglia e teorizzarla. In un paesaggio dominato da dogmi e ideologie, i suoi concetti si pongono attraversando prospettive decentrate e originali, orientati soprattutto pi alla scoperta del nuovo che alla rielaborazione dellesistente. Per ci diviene necessario trovare nuova regole a quelle che erano considerate eccezioni, muovendosi secondo schemi ben precisi su quei terreni che risultavano annessi razionalizzabili. alla sfera dellessere umano, ma che il sapere detto tradizionale non considerava
Nonostante dai giovane fosse stato promotore di fermenti sociali e ader ai primi movimenti letterari della sinistra francese, Caillois si disinteress sempre pi dellaspetto politico, concentrandosi su quello sacro. Anche su alcune teorie di Freud e sul ruolo che linconscio riveste nellindividuo e a sua volta nella societ. Pi che un rinnegamento delle sue teorie, sar una continua rielaborazione del suo pensiero che, lungo la strada, tratterr a se solamente il necessario.
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Il Collge de Sociologie In un periodo storico che svolta drasticamente passando per la grande crisi economica del 29 lasciandosi dietro lalone di ottimismo della Blle poque, gli intellettuali si interrogano su problemi concretamente esistenziali, influenzati sicuramente dai fermenti sociali e politici mezzo ormai che del tempo. Sono ormai due anni e ha abbandonato i surrealisti, Caillois
proseguendo la sua ricerca personale. Nel 1937 fonda il Collge de Sociologie. I membri del collegio, oltre Caillois, erano Michel Leiris11, Pierre Klossowski12 e Georges Bataille13, con il quale collaborer anche alla rivista Acphale14 e
Michel Leiris (1901-1990), parigino, svolse il suo lungo itinerario intorno alla questione del senso e del valore del linguaggio. Interessato dapprima alla poetica surrealista, egli comprese i rischi dell'immaginazione "automatica", esaltata da Breton. Dopo la rottura con il movimento si dedic all'etnologia e si rec in Africa per studiare il comportamento dell'uomo primitivo, per analizzarvi aspetti circa l'inconscio, l'intuizione, il sogno e il mito. Ne nacque il diario riflessione L'Afrique fantme (1934). In seguito i suoi testi pi significativi (L'ge d'homme, 1939; La rgle du jeu, 1948-76) rinnovarono profondamente la tradizione dell'autobiografia. Egli volle approfondire la ricerca di s, esplorare il mondo sotterraneo di immagini, sensazioni, associazioni, per decifrare le regole che sorreggono la base di vita e scrittura.
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Pierre Klossowski, romanziere francese di origine polacca (1905-2001). Fratello del noto pittore Balthus e amico di G. Bataille, con cui collabor alla rivista Acphale, Klossowski incarn bene l'inquietudine dell'intellettuale europeo in qualit di teologo, e fu profondo ammiratore di de Sade, a cui dedic Sade mon prochain, (1947); fu saggista, mistico dell'erotismo, narratore e traduttore di Kafka e Nietzsche.
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Georges Bataille, saggista e romanziere francese (1897-1962). Attratto dal movimento surrealista (anche se a esso non volle mai aderire), cerc, attraverso i postulati erotici, magici e metafisici, di esprimere letterariamente la sua natura di mistico senza Dio. Giunto alla conclusione che l'unica realt consiste nella propria esistenza, si impegn alla ricerca di una comunicazione tra gli uomini per la conquista stessa dell'uomo.
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La rivista Acphale venne fondata da Georges Bataille, Pierre Klossowski e Andr Masson, e usc in quattro numeri tra il giugno del 1936 e il giugno del 1939. Nel primo numero apparve, con il titolo La congiura sacra, il suo manifesto, a firma di Bataille, nel quale si rivendicava il carattere ferocemente religioso e metapolitico dell'impresa. Nelle due uscite
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con cui fin da subito si instaura un rapporto che con un suo termine si potrebbe definire osmotico15. I due inizieranno lo studio in maniera sistematica dei fenomeni che regolano i cicli vitali delle societ. Porranno alla base gli elementi emotivi, irrazionali e religiosi alla base di un nuovo tipo di studio sociologico. Ma dati i differenti punti di vista, per Caillois significher estendere il suo studio della sacralit dei fattori lirici della realt alle societ, per Bataille invece diverr osservare societ e religione dal punto di vista delle loro congruenze manifeste per unificarle. Lintento comune era comunque quello di individuare la sacralit attiva nella societ in cui vivevano. La sacralit del potere diverr un cardine dellintera filosofia di Caillois, che nella pubblicazione Le Vent dHiver16 mostrer uno dei suoi lati pi idealisti oltre che evidenziare le sue aspirazioni di una conversione di carattere aristocratico ed elitario (quasi sacro) del Collge. Nel 39 viene invitato da Victoria Ocampo in Sud America dove vedr le desertiche distese della Patagonia e dove, sorpreso dallo scoppio della guerra in Europa, sar costretto a dimorare per gli anni successivi. Nonostante il forzato distacco,
successive della rivista evidente lettura batailleana di Nietzsche, con la quale il filosofo tedesco veniva sottratto all'uso ideologico che ne avevano fatto i nazisti. Acphale anche il nome della societ segreta che raccoglieva attorno a Bataille alcuni dei suoi amici e collaboratori. Il rapporto intellettuale tra Caillois e Bataille definibile in termini di osmose. Durante il periodo del Collge elaborarono molti concetti influenzandosi a tal punto che l contributo dell'uno o dell'altro non ditinguibile. All'amico e collaboratore Caillois dedica qualche riga dell'introduzione di le Mythe et l'Homme: Je dois enfin exprier ma gratitude Georges Bataille: il me semble que sur cette question (le sacre) s'est tabli entre nous une sorte d'osmose intellectuelle, qui ne me permet pas, quant a moi, de distinguer avec certitude, aprs tant de discussions, sa part de la mienne dans l'oeuvre qe nous pousuivions en commun. 16 Le Collge de Sociologie, 1979, Gallimard
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Caillois non rinnegher mai gli anni e gli studi del collegio, ma ne filtrer la lezione continuando ad esplorare lanimo umano e le sue pulsioni tendenti alla vertigine per renderle pi intellegibili alla coscienza. Il suo iniziale attivismo non solo letterario nelle file del Collge, si placher con linizio del conflitto bellico, la lontananza dalla Francia e con la riscoperta del linguaggio della poesia perch: del mito questa conserva inalterata la forza dappello legata al suo enorme potere sullimmaginario17.
Saggi e scritti Le mythe et lHomme Il primo dei saggi scritti da Caillois Le Mythe et l'Homme, opera del 1938 sulla quale si porranno poi le basi dellintera produzione dello scrittore francese. Qui cerca di analizzare quelli che sono e sono stati i processi messi in atto delluomo nel percepire la realt che fino a quel momento lo aveva circondato. _ Sulle linee guida del suo percorso, all'intervistatrice18 che gli chiede in quale senso viene da lui utilizzata la parola mito, lui stesso afferma:
Non un racconto di fate. Il mito mito anche per chi no lo consideri tale: in questo senso un po' come il sogno. A partire dal momento in cui viene riconosciuto come mito, non si tratta pi di un mito, ma di una storia.(...) al contrario della letteratura che mi appariva come cosa leggera, mi rivolgevo
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In Jeannine Worms, Entretiens avec Roger Caillois, La Diffrence, 1991. Trad. it. di Annamaria Laserra.
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al mito come a qualcosa di molto pi consustanziale () Ci che mmi interessava era il lato un po' pi ambiguo del mito, prossimo alla religione, ma una religione che pur riposando sui riti, e anche su una liturgia, non coinvolge le forme, chiamandole estreme,della religione, quali la mistica, l'identificazione con Dio, o l'illuminazione estatica. () Il mito la religione degli altri. Nessuno oserebbe mai chiamare 'mito' la propria religione. Mi ricordo che, nel momento in cui ho pubblicato L'Homme et le Mythe19, una casa editrice mi chiese di fare una mitologia universale. Vi avevo incluso il Cristianesimo. La cosa fece scandalo!
Caillois trova sicuramente ispirazione per il suo lavoro nellesperienza surrealista e, nonostante il successivo distaccamento dal movimento, lavora a stretto contatto con Dal traducendo un suo articolo per la rivista Minotaure20 dove lartista spagnolo riconduceva la donna in preghiera ritratta nellAngelus di Millet alla figura di una mantide. Il saggio, che colp molto i surrealisti, s. Nella prima parte Caillois studia i ruoli e le forme che assume nelle diverse societ e nei differenti rituali la figura della mantide religiosa. Questo insetto protagonista di differenti racconti mitologici, secondo lautore, proprio per il modo in cui la si gioca sullinquietante metodo analitico che luomo mette in campo per rapportare gli insetti a
Si tratta di Le Mythe et l'Homme, ma ho scelto di rispettare il lapsus di Caillois (nota originale dell'intervistatrice.
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La rivista Minotaure fu stampata dall'editore svizzero Albert Skira (19031973) in associazione con il greco Triade (1897-1983), a Parigi dal 1933 al 1939 per 13 numeri. stata una delle pi importanti riviste d'arte contemporanea d'ispirazione surrealista, voluta da Andr Breton per ospitare testi teorici, poesie e immagini del movimento d'avanguardia da lui promosso.
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femmina, alla fine del rapporto, divora il maschio21; gesto che, antropomorfizzato psicanalitico, ed esaminato negli uomini attraverso paure il metodo che suscita ataviche
riconducono ad unevirazione subita da parte del maschio. Sacrificio tra laltro che non ha nulla a che vedere con latto sessuale in s ne con listinto di conservazione della specie, reputato dalla scienza una delle leggi principali che regola lintero ecosistema. Il metodo scientifico fin allora seguito ribaltato da Caillois che nota come il banchetto nuziale non sia necessario ne per il sostentamento della mantide femmina ne quindi per la procreazione e la sopravvivenza della specie, esiste come comportamento in quanto tale, con tutto il fascino e il mistero che accompagna questo gesto apparentemente frutto di uninnata crudelt; di questo gesto sottolinea soprattutto il carattere ideogrammatico, cio la connotazione che assume trasponendosi dal mondo animale degli insetti a quello umano. Nel suo saggio sulla mantide non si limita ad analizzare mettendone in fila quelle che erano tutta una serie di figure popolari e mitiche riconducibili allinsetto, ma dichiara apertamente quella che sar la chiave di volta delle sue indagini successive: luomo e linsetto sono strettamente legati, per il semplice fatto che appartengono allo stesso sistema e rispondono al medesimo ordine naturale delle cose. Linsetto dominato dallistinto che lo porta di conseguenza a una forma di automatismo che si verifica ogni volta che stimolato dallambiente circostante a compiere unazione, mentre luomo pu accettare o rifiutare, riflettere o giudicare; questo rende, secondo Caillois, pi distanti i rapporti tra rappresentazione e
Comportamento che si manifesta in questi insetti principalmente in condizioni di cattivit.
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conseguente azione. I miti quindi non sono altro che il luogo in cui gli istinti degli uomini sono soddisfatti, contrariamente a ci che avviene nella realt, dove luomo attribuisce loro quella funzione affabulatrice che analogicamente contrapposta allistinto dellinsetto. Sono presi in esame anche i nomi scientifici attribuiti ai diversi tipi di mantide, nomi che non si discostano per nulla da un mondo mitologico, al quale si saranno certamente ispirati gli studiosi che le hanno battezzate e vede in questo unulteriore tentativo di ponte dal sacro al tangibile e viceversa. Attraversando il concetto di mimetismo ne esplora, sviscerandoli, gli aspetti duali pi psicologici, come la catalessi assunta dalla preda quando si sente in pericolo, quando inerme si abbandona allo spazio circostante. Non attribuisce funzioni particolari ai disegni delle ali della farfalla, la vede piuttosto come un surplus della natura che fa leva sullistinto dimitazione e sulla capacit di adattamento per progredire, ma senza scorgere uneffettiva e reale utilit. Allinterno della terza e ultima parte del viaggio esaminata con accezione quasi negativa lEllade, simbolo del classicismo e luogo colpevole di essere stato posto al centro di un riesame da parte dei romantici che ne consideravano alcuni rari e circoscritti momenti a monito di unintera civilt; e allo stesso modo negativamente indicata Parigi, citt che, sempre per intervento di matrice romantica, era ormai possibile conoscere quasi esclusivamente lesperienza. Quando, riferendoci di nuovo all'intervista sul mito, l'interlocutrice gli chiede in che modo essi intendesse attribuire a Parigi delle caratteristiche di 'mito' lui risponde:
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attraverso
la
letteratura
pi
che
con
Ma proprio il caso di dire che la parola 'mito' mi pare sia impegnata davvero abusivamente. La si usa pi o meno a proposito di tutto e del contrario di tutto () Quando io ho usato la parola 'mito', 'mito di Parigi', non si trattava di un fatto religioso, beninteso, ma di una creazione anonima che possiede forza coercitiva,e alla quale viene attribuita una certa credibilit. Si pensava davvero che Parigi, nel XIX secolo, nel momento in cui il mito si costituito e sviluppato, era ci che a quei tempi veniva chiamato la Babilonia moderna. E, di ma fatto, stata cio con inventata voglio dei unaParigi dire... sto dei completamente esagerando... immaginaria, comunque
sotterrnei,
La citt viene considerata come un personaggio mitico, un vero e proprio organismo animato e vivente, dotato addirittura di una doppia identit inafferrabile. Naissance de Lucifr Questopera il frutto di una raccolta di saggi pubblicati tra il 1936 e il 1939 su diversi periodici tra cui spicca Acphale, limportante rivista di sociologia di Bataille, frutto del lavoro del collegio di cui lo stesso Caillois fu uno dei fondatori. Le questioni trattate sono raccolte in sequenza cronologica per consentire una lettura pi chiara dellelaborazione teorica dello scrittore e sociologo francese. Una riflessione sulla situazione politica a cavallo tra le due guerre lo porta a indagare quegli equilibri presenti da secoli se non millenni nelle gerarchie e nellordine, in un periodo di totalitarismi imperanti e di profonda crisi democratica.
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Nel saggio di queste raccolte forse considerato pi importante, La gerarchia degli esseri. Relazioni e opposizioni della Democrazia, dei Regimi totalitari e della nozione dordine, Caillois critica nettamente e senza risparmiarsi la democrazia. La sua idea di un modello politico decadente ormai sovrastato dai fascismi che, per sua stessa definizione in essere pu solo essere attaccata da questi ultimi con armi che lei non potr utilizzare per difendersi, perch antidemocratiche; e se anche dovesse per assurdo cercare in maniera democratica di sovrastare gli autoritarismi non potrebbe, perch il suddetto voto democratico implicherebbe anche quello dei contrari alla democrazia, la quale intrinsecamente non potrebbe considerare lipotesi di estinguersi, nemmeno per suffragio. Il fascismo non per questo preservato da ogni contraddizione. Esso pu essere, in effetti, considerato come una variet patologica, come un tipo di perversione della democrazia. Sembra quasi interpretare il fascismo come una protesi della democrazia, un insano ribaltamento di quelle che dovrebbero essere le basi del processo democratico, che considerato debole dal fascismo, rappresentava comunque la fragile base su cui questultimo si posava. Come possibile soluzione Caillois non si tira indietro dal teorizzare le possibili prospettive necessarie allaffermarsi del superamento delle debolezze democratiche. Lo fa ponendo alla base di questi tentativi rinnovate concezioni di ordine, di una gerarchia degli esseri omnivalente a tutte le specie di determinazione di carattere collettivo o esteriore come nazionalit, religione, razza ecc. Sarebbe quindi secondo lui necessaria una comunit in grado di spezzare vecchi equilibri di
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potere, unlite di pochi eletti in grado di portare alla luce i difetti di un sistema democratico che si rifletteva forzatamente anche nei totalitarismi che lo rinnegano ma da esso derivano. Partendo dagli imperi cinesi autoreferenziali, che esistevano se non per essi stessi, passando per il racconto biblico di Babele e la sua torre, arriva alla conclusione finale di una necessaria lotta contro gli dei della democrazia, senza la quale non nemmeno immaginabile per lui poter pensare di guidare un popolo. Il principio lo stesso rielaborato e ripreso in seguito, quello di una dicotomia della realt senza la quale presa di coscienza non sarebbe concepibile un progresso. Per salire verso il cielo, infatti, Caillois ipotizza una precedente tappa negli inferi, stadio di esplorazione necessario per comprendere la potenza della morte, la stessa fine che nellordine reale delle cose imprescindibilmente legata alla vita. Le teorie e le analisi esposte da Caillois in questi scritti non ne denotano una chiara inclinazione verso i regimi totalitaristi, ma si pongono in una posizione comunque ambigua ma in auge tra gli intellettuali francesi di quel periodo.
L Homme et le Sacr Lo sguardo di Caillois alla fine degli anni trenta si posa sul mondo contemporaneo. Baudelaire, con la sua lucidit critica, a esercitare l'azione pi decisiva22. Nasce cos L'uomo e il sacro, concentrato degli anni di studio trascorsi all'cole des Hautes
Baudlaire teorizza la sua poetica schematizzandola con le tavole alchemiche di Paracelso, allo stesso modo, Caillois utilizza le tavole periodiche degli elementi per inscrivere nel finito le moltissime combinazioni della realt e circoscrivere cos il campo operativo dei suoi studi, oltre che per evidenziare in quelle tavole la giustificazione formale alle sue teorie.
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tudes e di vaste letture etnografiche che spaziano dall'antica Grecia all'antica Cina, dalle trib indiane d'America agli eschimesi, dai maori alla Roma repubblicana. Lo sforzo di Caillois di pervenire a una sintesi partendo da una sterminata mole di materiali analitici. Dai suoi attenti raffronti, la fisionomia del sacro emerge fissata nelle costanti che la caratterizzano attraverso i secoli e sotto le pi varie latitudini. Nelle societ tribali, come nella Grecia delle cittstato, nella Roma repubblicana e nella Cina dei clan, la dicotomia sacro-profano a organizzare e a scandire la vita comunitaria. Il sacro, ambito di forze misteriose alle quali si chiede protezione e assistenza, ma dalle quali anche necessario proteggersi costantemente, va tenuto ben distinto dal profano: ogni mescolanza tra i due ambiti minaccia non solo l'ordine della vita associata ma quello dell'intera natura, dell'universo. Sullordo rerum, che un rigido sistema di divieti e di riti protegge da ogni violazione intempestiva, grava una minaccia terribile: quella del regresso al caos primigenio, alla remota et di confusione dalla quale gli antenati e gli eroi, con strenua fatica, fecero emergere stabili strutture familiari e sociali. Queste strutture rischiano per con il tempo di logorarsi e perire, come se la loro stessa stabilit degenerasse in inerzia: per rivivificarle, il solo rimedio una provvisoria re immersione della societ intera nel caos dal quale sorta, mediante la festa. Nella festa ogni divieto non solo infranto ma rovesciato, ogni trasgressione prescritta, e la logica dello spreco e della distruzione succede a quella dell'accumulo avveduto delle risorse. Dalla festa la societ esce ringiovanita e rafforzata, pronta a un nuovo ciclo del suo destino, scritto da sempre nei
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pi profondi istinti umani, in pulsioni biologiche ben prima che psicologiche e religiose. proprio a proposito della festa che la riflessione di Caillois suggerisce l'accostamento pi intrigante tra le societ tradizionali, studiate dagli etnologi, e la societ moderna. Apparentemente in quest'ultima, che ha ridotto e interiorizzato al massimo lo spazio del sacro, la festa non esiste pi: le "vacanze" dell'individuo, momento di rilassamento anodino e isolato, non ne conservano nemmeno il pi vago ricordo. C, nella vita delle societ industriali e organizzate, un momento in cui la distruzione programmata e massiccia sostituisce l'accumulazione delle ricchezze, un momento in cui tutte le regole morali sono rovesciate e il pi grave dei crimini, l'assassinio, prescritto come un sacro dovere: il momento della guerra. Su questa intuizione, enunciata verso la fine de L'uomo e il sacro, Caillois torna in un saggio del 1949, inserito in appendice: in pagine sconvolgenti allinea testimonianze di protagonisti della storia e di scrittori che hanno vissuto il primo e il secondo conflitto mondiale come un'esperienza di mistica esaltazione, di sacra ebbrezza, di totale vertigine. Isolato dal sistema di contrappesi che preservava le societ tradizionali dalla distruzione completa, il momento della festa, dell'irrompere del sacro nel profano, diventa per la societ moderna la pi mostruosa delle minacce: la presenza del pericolo atomico, Caillois ne ha una lucida percezione. Conferisce poi a questa minaccia un carattere di catastrofe definitiva ignoto alla storia dei secoli passati. Se per un attimo poniamo il Caillois
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di questappendice
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separati da un abisso: quella re sacralizzazione del mondo profano che pareva cos auspicabile al Caillois ventiseienne, la storia si incaricata di realizzarla in una forma atrocemente degradata, mettendo in causa la sopravvivenza stessa dell'umanit, e Caillois, quasi dieci anni pi tardi, lo comprende completamente. Il percorso che Caillois segue, attraverso le attivit del nascente Collge de Sociologie, per arrivare all'elaborazione de L'uomo e il sacro consiste nella riflessione sull'arte e la letteratura che lo aveva gi spinto a soffermarsi su quegli aspetti di "impuro", ossia su quei residui che evocano tracce mitiche nell'attivit immaginativa umana, fino a pervenire alla ricerca sul sacro legata soprattutto a ci che in esso ricostruisce un'ambivalenza: ordo rerum e ordo ominum. Tale ambivalenza viene rielaborata da Caillois attraverso le due categorie del "sacro di rispetto", o destro, e del "sacro di trasgressione", o sinistro. Tale impostazione permette naturalmente all'autore di spezzare tra religiosit e sacralit, consentendogli di estendere le sue valutazioni anche su quegli aspetti del profano che subiscono una graduale sacralizzazione. Per Caillois il sacro per eccellenza il luogo dove le due forze si scontrano: la prima spinge verso la stasi, l'omogeneit e il controllo, la seconda verso la dissoluzione, il rinnovamento e il dispendio di energie. Il tema che domina l'opera certamente l'eterogeneit delle spinte e delle componenti che agitano sia il sacro che alcune manifestazioni sacralizzate della vita sociale. Caillois sottolinea nella prefazione che lo scopo di quest'opera di proporre dei passe-partout interpretativi per le sue varie manifestazioni, indagare il sacro per "tentare di scriverne la sintassi" (p. 9).
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Il
fenomeno
religioso
per
Caillois
principalmente
l'amministrazione di quell'insieme di rapporti tra l'uomo e il sacro che vengono garantiti dalle credenze e confermati sul piano pratico dai riti. La complessit dei rapporti tra il sacro e il profano nasce dalla arbitrariet con cui la sacralit pu investire qualsiasi oggetto, persona o istituzione che originariamente non aveva questa qualit ma da che ne viene completamente eminentemente trasformata. Il sacro si manifesta come "un'energia pericolosa, incomprensibile, difficile maneggiarsi, efficace" (p.16). Questa trasformazione ha come conseguenze la necessit di attivare una serie di riti positivi (o di consacrazione) e negativi (o di sconsacrazione o espiazione) che servono, i primi a introdurre un essere o una cosa nel mondo del sacro, i secondi a restituire al mondo profano una persona o un oggetto. Caillois si sofferma a lungo sull'importanza in tal senso dell'ascetismo, del sacrificio e delle restrizioni riguardo le primizie, ma soprattutto degli interdetti o taboo, che devono preservare l'ordine del mondo e le qualit delle cose. Il secondo capitolo dedicato completamente all'ambiguit del sacro. Tale ambiguit si manifesta soprattutto nelle opposte categorie di puro e impuro, che spesso non sono qualit ontologiche e perenni delle cose stesse bens delle caratteristiche intercambiabili. E ambigua anche la reazione che il sacro suscita nei suoi interlocutori attraverso "sentimenti di rispetto e di avversione, di desiderio e di paura ispirati dalla sua natura eccessivamente equivoca" (p.31). Caillois individua nel sacro una doppia dinamica tesa ad acquisire la purezza ma anche ad eliminare la lordura, ci che lontano dal sacro. A tal proposito gli effetti che sia la lordura che la santit hanno sulle
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cose sono simili, "..le rendono intoccabili, le ritirano dalla circolazione comunicando ad esse la loro temibile virt" (p.35). Questa polarit sacro/profano, puro/impuro tanto pi ambigua se si considera la reversibilit delle due qualit contrapposte, la possibilit cio di riabilitare ci che era maledetto e di degradare ci che era sacro. Caillois, inoltre, riesce anche ad elaborare una sorta di geografia spaziale e sociale del puro e dell'impuro partendo da ricostruzioni etimologiche di indubbio fascino come ad esempio quelle relative all'immaginario collettivo che individua nel destro il giusto, il puro e nel sinistro l'impuro, il maledetto. Nella conservazione dell'ordine del mondo queste forze mistiche che hanno da sempre animato la vita degli uomini assumono le due qualit contrapposte di coesione e dissoluzione, acquistando perci un valore etico-morale. Nel terzo capitolo Caillois si sofferma sulla dicotomia sacro/profano e alla sua sovrapposizione con altre dicotomie, come quelle sociali o di organizzazione del mondo. L'attenzione rivolta soprattutto all'organizzazione delle fratrie; la loro contrapposizione determina infatti una perfetta complementariet che adeguata al funzionamento della societ tribale. L' ordo rerum e l'ordo hominum vengono sintetizzate in questa struttura che "esiste e funziona soltanto attraverso il costante e fecondo confronto tra due classi simmetriche di cose e di esseri, la cui somma abbraccia la natura e la societ senza escluderne nulla" (p.59). La dicotomia sacro/profano quindi funzionale affinch l'ordine del mondo, e le sue pi consuete manifestazioni come il matrimonio, la sussistenza alimentare, i riti, le leggi, vengano perpetuate in maniera costante attraverso
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una serie parallela di inderdetti. Perch la societ tribali si siano date questa organizzazione presto detto: non esiste forma migliore di coesione ed interdipendenza che assicuri il perpetuarsi costante della trib stessa. In quest'ottica rientrano, infatti, la proibizione dell'incesto e dell'unione endogamica, che sono visti come atti sterili che compromettono non solo l'integrit del singolo, ma l'organizzazione dell'intero gruppo dell'ordine del mondo. Questa visione del mondo viene per compromessa dalla crescente complessit delle societ umane. La nozione dicotomica di coppie complemetari e simmetriche viene scalzata da quella di gruppi specializzati ed individualizzati, il principio di rispetto che regolava le fratrie sostituito dal principio di individuazione. I gruppi pi che controbilanciarsi ora tenderanno a sopraffarsi e a conquistare l'egemonia. qui che, per Caillois, nasce la possibilit del prestigio e del potere personale che sempre legato ad un consenso. E sar questo nuovo potere costituito a mantenere l'ordine del mondo e ad acquistare la sacralit. Le azioni simmetriche, reciproche e reversibili delle fratrie vengono sostituite da una serie di relazioni gerarchizzate, asimmetriche ed irreversibili esistenti tra sudditi e sovrano. Il capitolo quarto dedicato sociali. alla Il festa ed al ruolo che che essa evidenzia occupa la nell'organizzazione delle dinamiche primo carattere Caillois contrapposizione tra le dinamiche del sacro, che si svolgono essenzialmente per interdetti e proibizioni, e il tempo della festa caratterizzato da eccessi di ogni tipo. Che il sacro si manifesti essenzialmente per proibizioni intuibile in quanto ci funzionale alla stabilit del mondo. Anche il susseguirsi dei
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tempi mitici (caos primordiale, la creazione del cosmo, l' Et dell'Oro) segnato da un progressivo avvicinarsi ad una realt ordinata che per ora ha costantemente bisogno per rigenarsi di ricorrere alla festa sia per recuperare un po' di quel tempo mitico, sia per rinnovarsi e far circolare nuove energie. Non infatti superfluo sottolineare come il tempo della festa sia anche il periodo "della circolazione delle ricchezze, dei traffici pi consistenti, della distribuzione ostensiva delle riserve accumulate" (p.116). Tuttavia, aggiunge Caillois, alle lunghe e dispendiose feste dell'antichit vengono sostituiti gradualmente periodi di riposo pi controllati il che consentono di attivit di non interrompere bruscamente periodo sociale:le
vacanze. Ma la funzione delle vacanze non pu assolvere pienamente a quel compito di valvola di sfogo per la collettivat che era la festa, e Caillois qui ipotizza che la guerra si offra come valido sostituto. Nel capitolo cinque Caillois ci offre una visione del modo come una composizione di resistenze e di sforzi sintetizzando l'importanza del sacro di coesione e del sacro di dissoluzione: "il primo conserva e fa durare l'universo profano; il secondo lo minaccia, lo scuote, ma lo rinnova e lo salva da un lento deperimento" (p.119). Ma la crescente complessit opportuno dissoluzione), delle dedicare dinamiche interi si sociali rende festa pi sempre (o meno di periodi rende alla sacro
mentre
sempre
necessario
interiorizzare il sacro con la conseguenza di una crescente uniformit dell'esistenza sociale. Il sacro diventer una faccenda di competenza esclusiva di una setta o di una esigua parte della societ a questo adibita, il tempo degli uomini non corrisponder pi con il tempo del sacro. Per la restante parte della societ
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sacro sar "ci a cui ognuno dedica la parte migliore di se stesso, ci che ognuno considera un valore supremo, ci che ognuno venera, ci cui all'occorrenza sacrificherebbe la vita", (p.123), non pi quindi una cerimonia ma un comportamento interiore, un puro atteggiamento di coscienza. Nella parte conclusiva del testo Caillois sviluppa tre appendici in cui il sacro viene analizzato rispetto a tre temi : sesso, gioco e guerra. Nella prima, partendo dalla osservazione dei costumi sessuali di una trib bantu, i Tonga, l'autore ci offre un'analisi del concetto di ordine del mondo e dell'importanza di rispettarlo. Ci spiega perch tutti quegli eventi che in qualche modo rischiano di rompere questo equilibrio vengono temuti e rendono necessari tante precauzioni. Il parto, la morte, ma anche l'atto sessuale sprigionano energie contrastanti che devono essere addomesticare con una serie di riti e di attenzioni affinch la loro potenza non comprometta il normale corso della vita. In questo stadio della religione il sacro si presenta come una "forza pronta a scaricarsi e difficilmente isolabile, sempre uguale a se stessa, pericolosa ed insieme indispensabile.I riti servono ad indirizzarla su vie benefiche, a neutralizzare all'occorenza la sua eccessiva corrosivit" (p.145). I rapporti tra gioco e sacro invece vengono analizzati alla luce dell'opera Homo ludens di J. Huizinga. Caillois concorda in buona parte con questo autore sul ruolo sociale del gioco. Tuttavia il paragone che quest'ultimo crea tra il gioco e il sacro (entrambi hanno luogo in uno spazio chiuso e delimitato, in tempo determinato, eseguendo gesti simbolici e regolamentati che ci portano al di l della esistenza ordinaria), viene rifiutato dal sociologo francese. Al contrario del gioco, infatti, il sacro
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gestisce attraverso i suoi riti una forza pericolosa e sovraumana che crea anche una tensione interiore secondo le ben note categorie del tremendum e del fascinans. ben lontano perci dall'essere una distrazione, un allontanamento dalla realt. Per Caillois la diposizione interiore tra chi amministra il sacro e chi invece il gioco ad essere fondamentalmente differente. Oggetto di un'analisi approfondita anche il rapporto tra guerra e sacro. Per Caillois la guerra , nelle societ evolute, la naturale sostituta delle feste primitiva. Solo la guerra infatti rivela "un'importanza, un'intensit, uno scalpore analoghi e dello stesso ordine di grandezza" (p.159), solo la guerra "..rappresenta bene il parossismo dell'esistenza delle societ moderne" . il periodo degli eccessi, quando consentito l'illecito, anzi si addirittura spinti verso ci che normalmente considerato delitto: omicidio, distruzione, sacrilegio. Inoltre, proprio come per le feste primitive, il periodo degli sprechi economici e della dissoluzione delle ricchezze ed ancora tanto pi simile se pensiamo che frammenta la storia, creando i periodi pre e post guerra, viene considerata forza rigenerante capace di dare nuova vita insomma "Niente pu contenderle la sinistra gioia di essere il solo evento della societ moderna che strappi gli individui alle loro cure particolari per precipitarli all'improvviso in un altro mondo" (p.170). E' da segnalare che questa edizione contiene inoltre in appendice la recensione, del 1951, che George Bataille fece della seconda edizione dell'Uomo e il sacro. Bataille sottolinea la difficolt di avvicinarsi alla studio del sacro come se fosse un ambito d'indagine ben definito che lo studioso pu osservare oggettivamente. Tutto il mondo impregnato, su pi livelli, di sacralit. Lo stesso occhio del
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sociologo non ne esente: "lo studio del sacro d il senso di una difficolt insolubile e di una maledizione dell'uomo. Senza il sacro, la totalit della pienezza dell'essere sfugge all'uomo, che sarebbe cos solo un uomo incompleto" (p.191). Meduse et Cie Il saggio di Caillois Locchio di Medusa, uscito nel 1960, solleva interrogativi sullovviet non tanto della classificazione come metodo e principio, quanto su quelle catalogazioni messe in atto dalla scienza tradizionale che hanno la tendenza a trovare un fine, uno scopo o una spiegazione a ogni cosa. Perch solo scuotendo lalbero della conoscenza dalle presunzioni di certezza fino ad ora stabilite dalle discipline del sapere ufficiali possibile raccoglierne e ribaltarne i preconcetti e stabilirvi nuovi collegamenti e significati. E quindi analizzando con nuove analogie i comportamenti reconditi e gli usi sviluppati dallumanit nei secoli che si pu fare il tentativo di tracciarne una lettura scientifica di tipo diagonale. Lautore aveva gi dimostrato la sua passione per il mondo degli insetti nel 1937, quando pubblic il suo primo lavoro dedicato alla figura della mantide religiosa dove tratt di certe analogie che si potevano rilevare tra le usanze degli uomini e il ruolo che essi attribuivano alle abitudini e allaspetto di questultima. Trovando in questo modo spazi per verificare la solidit delle sue teorie e affermando, contro ogni ipotesi fin a quel momento stilata, la possibile inutilit dei colori e dei disegni presenti sulle ali degli insetti presi in questione, ribalta la versione antropocentrica ufficiale. Una visione che a suo parere, conferendo ai disegni delle farfalle significati troppo riconducibili
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alla sfera degli uomini, impedisce con barriere quasi teologiche di focalizzare lattenzione sulla tangibilit della teoria, sicuramente pi appartenente alla sfera naturale del cosmo che a quella sociale delluomo. Rinunciare a voler trovare uno scopo o una finalit nei disegni delle ali delle farfalle per Caillois come distaccarsi da un modello antropocentrico che pone lessere umano in una posizione talmente centrale da impedirgli una visione oggettivamente distaccata della realt. E proprio da questo punto di vista decentrato che lanalisi si sposta su unestetica universale, istintiva, che riconosce allo stesso tempo lintenzione dellatto artistico umano e quello compiuto dalla natura nelle sue pi disparate forme. Inevitabile lindagine nel campo dellarte dove, passando da Leonardo a quella contemporanea, i richiami allestetica naturale sono molteplici e non solo figurativi, come se lidea di bello secondo natura fosse intrinseca tanto negli uomini, che decidono di riprodurla intenzionalmente o di estrapolarla da forme preesistenti restituendogli nuovi significati, quanto nelluniverso stesso con le sue strutture geometriche che ne reggono un immenso equilibrio. Interessante notare che la cultura quasi considerata come il prolungamento naturale degli arti umani che afferrano la realt circostante fatta di fenomeni disparati accomunati tutti da una sotto struttura, familiare alluomo, che consente di leggere la totalit di pi scenari da una stessa posizione e di volgere lo sguardo contemporaneamente in pi direzioni. Nella seconda parte dello scritto, la componente mimetica degli insetti analizzata da un punto di vista strettamente entomologico, questo consente poi di proseguire il viaggio verso
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quella che per Caillois la chiave di volta delle questioni sollevate riguardo al mimetismo: lintimidazione. Infatti, a questa funzione che si possono ricondurre gli ocelli di cui sono forniti alcuni insetti, disegni del tutto simili a quelli raffigurati sui corpi, le armi o le armature dei guerrieri di tutte le culture. Lo studio fa notare la similitudine tra le forze rievocate dagli ocelli di alcuni animali e quelle scatenate dagli uomini durante i loro rituali. Medusa la gorgone che da il titolo al saggio e che, con il suo occhio pietrificante posto sulla testa decapitatale da Perseo, assume nel trattato la funzione di maschera indossata dal giovane in una sorta di rito di iniziazione per il mondo degli adulti, cio coloro ai quali consentito lutilizzo di maschere e colori rituali allo scopo di intimidire lavversario e provocare in esso una vertigine paralizzante. Con questo tema si tira un ponte verso La vertigine della guerra, studio uscito nel 1950 in cui si istituisce un parallelismo tra la sacralit della festa e la guerra, luogo temporale in cui i legami sociali vengono rotti dallo spargimento di sangue che a sua volt6a ne ricrea dei nuovi. Come se il diffondersi della coscienza dellinutilit sulla guerra alimentasse proporzionalmente la violenza e la distruzione di conflitto in conflitto; la necessit di sospensione della razionalit descritta come il pozzo oscuro in cui la ragione stessa deve tuffarsi per elevarsi alla luce da cui proviene e al quale si contrappone. Vertigine come paralisi di fronte al compimento di un destino che si sente proprio, che si crede di dover seguire; sospensione quasi religiosa di un ordine prestabilito, della cultura e addirittura dellistinto di sopravvivenza. Paralisi che ci lascia
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inermi anche di fronte ad un fanatismo sfrenato, religioso o politico che sia, che comunque porta a seguire in massa un leader o chiunque con la capacit di risvegliare nelle masse questa sensazione atavica. La testa di Medusa quellarma a doppio taglio attraverso la quale luomo pu raggiungere e sfruttare la consapevolezza nei propri mezzi o, quando ne subisce il fascino, perdersi nel suo sguardo annichilente e massificante; con questo libro Caillois non ha intenzione alcuna di dare dimostrazioni o spiegazioni, intende solamente mostrare i frutti degli accostamenti da lui perfettamente eseguiti per porli allattenzione del lettore, con uno stile pulito che la trave del suo pensiero, rifiutando la comodit e la banalit di certi percorsi e attribuzioni per sconvolgerne lordine per trovarvi un nuovo universale rigore.
Il Gioco e lUomo Nel testo del 1967, edito da Gallimard, I giochi e gli uomini,Caillois inserisce il gioco in una prospettiva molto diversa dalle teorie analizzate fino a quel momento. Si pone un quesito che gli permette di distaccarsi da tutte le teorie del gioco precedenti: egli si chiede se il gioco possa essere ridotto a un solo concetto unitario. Caillois si chiede insomma, se il gioco in realt uno solo. Infatti, il saggista vuole considerare non il gioco,
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ma i giochi, e questo fa gi intravedere la risposta al suo quesito iniziale. Necessariamente, egli introduce una suddivisione costituita da quattro forme di gioco, riconducibili a quattro diverse pulsioni che disciplinano i giochi. Esse sono: lagon, lalea, la mimicry e lilinx. Queste differenti forme di gioco, che tra breve analizzeremo in modo specifico, derivano a loro volta da due diverse categorie del giocare: il ludus e la paidia, in infinito contrasto tra loro. Il ludus coincide con lorientamento a superare gli ostacoli, attraverso lo sforzo fisico o labilit mentale. Tutto incentrato sulla calma, sulla scaltrezza e sul calcolo. Il piacere che inviato, deriva pi dallaver dato prova di se stessi, che dal fatto di vincere. Con il termine piadia, Caillois si connette invece a tutti quei giochi che sono fondati sulla turbolenza, sulla fantasia istintiva e sullimprovvisazione. In questo caso il piacere si conduce al divertimento. Con la paidia sia ha sorpresa, novit fino a spingersi fino allesagerazione e allebbrezza. Prima di entrare nellambito di questi pensieri centrali, avviati da Caillois, analizzeremo ora alcune delle sue considerazioni inerenti al pensiero di gioco, in senso generale. Il ludus soddisfa il desiderio di giocare, divertendosi nel tentare di superare degli ostacoli arbitrariamente fissati. Vengono in continuazione create situazioni che appagano il desiderio di distensione delluomo, necessit da cui lessere umano non in grado di liberarsi. Viene, infatti, mantenuta viva nel giocatore la speranza di riuscire, l dove si era fallito, o anche di sommare un punteggio pi alto a quello gi ottenuto. Una caratteristica tipica del ludus, quella di seguire le mode. Ci dimostrato dai numerosi giochi nati rapidamente sulla spinta della ricerca della novit, poi tramontati e scomparsi con estrema rapidit. Questi
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giochi
il ha
pi
delle
volte, il
un
oggetto sostituito
dinfatuazione
lasciato
segno,
rapidamente da un'altra moda. La paidia rappresenta invece, per Caillois, tutte le manifestazioni spontanee dellistinto del gioco. () Essa interviene in ogni manifestazione di gioiosa esuberanza espressa da unagitazione immediata e caotica, da uno stato di svago e distensione libera e spontanea, spesso eccessiva, il cui carattere improvvisato e anarchico resta lessenziale, se non lunica ragione dessere. Peculiari della paidia, sono di conseguenza anche la sorpresa, la novit, fino a giungere allebbrezza e alleccesso. Questo bisogno di creare situazioni di chiasso e agitazione assai visibile nei bambini, nella loro necessit a toccare ogni cosa, nellassaggiare, odorare, afferrare, fino al piacere nel fare a pezzi e distruggere. I bambini, attraverso queste attivit, portano turbamento e caos nel gioco e nelloccupazione dei grandi. E questo, comunque, un atteggiamento mirante a catturare lattenzione degli altri. Veniamo ora a evidenziare quelle che sono, per Caillois, le quattro forme che il gioco pu assumere: lagon, lalea, la mimicry e lilinx. Lesito al gioco fondato sullalea prescinde dalle capacit e dallimpegno del giocatore. La mimicry alla base dei giochi incentrati sul mascheramento, in cui il piacere consiste nelluscire da se stessi per impersonare e diventare un altro individuo o personaggio. Lagon fondato innanzitutto sulla gara. Tutte le attivit collegate, sono caratterizzate da una forte rivalit, che si concentra nellimpiego di una sola qualit che pu essere la resistenza, la memoria, la rapidit, o anche lintelligenza. Lagon, colloca la padronanza di s e il solo affidamento alle proprie forze ed abilit personali,
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mentre
lalea
presuppone
un
giocatore
passivo,
la
cui
individualit quasi svanisce di fronte alla fortuna, al caso, o al destino. Infine, lilinx, la sua prediletta, indica la percezione di vertigine che spesso basilare in molte esperienze ludiche fondate sulla sensazione di ubriachezza e di sconvolgimento sensoriale. Le classificazione fatte da Caillois denotano che luomo non ah affatto la padronanza reale dei suoi giochi, ma comunque sottomesso alle sue regole, come gli uccelli che sembrano divertirsi a scendere in picchiata quasi se volessero schiantarsi al suolo per poi cambiare immediatamente direzione riprendendo il loro volo. _________________ Art potique Questa raccolta di note racchiude quasi completamente la linea seguita dalla poetica di Caillois, nonch la teoria del suo metodo analitico e compositivo, mostrando chiaramente la semplicit dapproccio ai temi trasversalmente trattati attraverso una composizione schietta e un contenuto facilmente individuabile, cercando di trovare nello stile compositivo stesso ragione e metodo dellindagine. Nelle ventitr proposizioni si percorre diagonalmente il tema poetico, teorizzandone ed evidenziandone i caratteri universali per arrivare allenigmatico meccanismo di origine dellimmagine che risiede, secondo lautore, quasi intrinsecamente nella tecnica che si utilizza per comporre i propri versi; se non addirittura nel disinteresse rispetto a semplicismi stilistici che porterebbero inevitabilmente lopera verso destinazioni ovvie e scontate e che renderebbero futile lo stesso lavoro di ricerca.
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Un manifesto di amore profondo per la sua ricerca e per il rapporto schietto che costruisce a mano a mano con i suoi lettori, e soprattutto con se stesso; grazie anche alla purezza di un pensiero alimentato da incredibile intelligenza che, a costo di riconsiderare passi percorsi, non si attribuisce mai caratteristiche dinfallibilit, evidenziando anche lumilt e lamore per il profondo che contraddistinguono la sua intera opera.
Le fleuve Alphe In questo, che uno dei suoi ultimi libri, Roger Caillois racchiude il viaggio attraverso il sapere intrapreso fino a quel momento in un antico mito greco, quello riguardante il fiume sotterraneo Alfeo. Esso sorge dalla regione dellArcadia per gettarsi nel mar Ionio e, senza mescolarvi le acque, arrivare fino allisola di Siracusa (Ortigia). Linterpretazione offerta da Caillois stesso che assimila il Mediterraneo al mare di cultura che lui, fiume Alfeo, attraversa trattenendone solamente il necessario, in altre parole quei detriti che lo porteranno infine sulla terra ferma, in superfice, raggiungendo il concetto universale inscritto nella natura stessa che percorre. Il percorso del fiume resta comunque in gran parte sotterraneo, o sottomarino, ed questo tenersi sotto, o meglio agli estremi, che gli consente di indagare lati della realt incredibili e celati e ripercorrere al contrario il suo letto per trovare il senso stesso del viaggio intrapreso nella coerenza mantenuta lungo il percorso nei confronti delle indagini iniziali.
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Il libro, pubblicato lanno della sua morte, ripercorre lintera esperienza vissuta fino a quel momento, con i suoi cambiamenti e le sue poche certezze, ora finalmente confluite e concretate in una nuova visione di ordine naturale, con regole pi semplici e schematiche, ma non meno quadratamente universali, quelle descritte dalluniverso delle pietre. La strada stata percorsa in quel che in unintervista al Nouvel Observatour riportata in introduzione al volume Caillois chiama giusta immaginazione:
Questa sicuramente lespressione cui tengo di pi. Una giusta immaginazione per me significa non scrivere niente che non sia garantito da qualche realt, dando per certo che la realt garantisce infinitamente molte pi cose di quello che si crede. Detesto larbitrario, lo stravagante. Non basta che ci sia immaginazione, bisogna anche che la realizzazione in immagini corrisponda ad un sistema di echi, di riferimenti ai dati del mondo. Essendo il mondo finito, come ho gi detto, le cose vi si ripetono, vi coincidono, si accavallano. Ed ci che permette la poesia, che la scienza dei pleonasmi delluniverso, la scienza delle corrispondenze.
E un Caillois che sembra uscire dal tema della domanda di uno dei due intervistatori che chiedendogli quale articolo avrebbe pubblicato nellEnciclopedia di Diderot se fosse vissuto nel XXVIII secolo, riceve in risposta quella che potremmo definire teoria del paradosso trainante del pensiero:
Non so nel XVIII secolo che cosa mi avrebbe colpito di pi, ma oggi sono affascinato dalla storia di Newton e della sua mela. 37
Newton avrebbe scoperto lattrazione universale vedendo cadere una mela E idiota! Tutti hanno visto cadere le mele e lui stesso ne avr visto cadere pi di una Non certamente questo che lo ha sbalordito, ma il fatto che la mela cade e che la Luna, lei, non cade mai. Allora ecco egli ha riflettuto ed giunto ad una teoria della gravit e a qualche cosa che combatte la gravit, lannulla, lattrazione. Il problema che Newton ha risolto la difficolt di conciliare la gravit con lattrazione, che stato analizzato male con la formula della mela che cade. Il suo genio stato quello di dire perch la mela Cade e la Luna non cade... Non pretendo che con la mia riflessione sarei arrivato a questo, ma certamente sarei arrivato ad un paradosso di questo genere, perch la mia mente fondamentalmente non paradossale, ma calamitata sui paradossi. Per riflettere ho bisogno del paradosso, cio di una cosa scioccante. []
Questo breve estratto racchiude la dicotomia del pensiero di Caillois che logicamente si lancia il paradosso, identificando nello stesso lorigine reale del sapere tangibile. Lecletticit e la vastit dei temi da lui trattati con tanta precisione, descritta da lui stesso come passo necessario, quantomeno per s, al raggiungimento della coerenza tramite la scintilla creata del paradosso. Ed proprio mente si descrive che afferma:
Ho sempre visto volare le mosche, siano le mosche farfalle o idee, e ho una specie di incapacit a propormi un obiettivo unico, cosa che io rimpiango. Solamente che ogni volta che studio dei temi senza legami e senza parentela [] io 38
maccorgo che questa diversit convergente e ci non per cercare di spiegare linesplicabile, ma per andare verso la coerenza. [...] Avrei voluto essere uno scienziato, per forse stata una fortuna per me non esserlo stato, perch allora avrei dovuto essere specializzato, necessariamente, e non avrei potuto avere questa disponibilit verso il mistero, il fantastico, verso tutto quello che, senza parlare, riecheggia nelluniverso. [] Il mio pensiero sempre stato molto marginale. Forse perch ho capito molto presto che la scienza era troppo mutevole, che una scoperta scacciava laltra e che in essa di stabile non cera che lintenzione che la sosteneva.
Quando gli chiesto con che immagine desiderasse fosse descritta la sua opera, risponde chiaramente evidenziando il suo amore per una poetica quasi autoreferenziale dal punto di vista stilistico, ma universalmente descrittiva della realt:
[] forse ed esclusivamente di un poeta. Di un poeta che osa dire: non parlo che a mio nome, ma come se ognuno nelle mie parole, sesprimesse come me e osasse dire: mi rivolgo ad un interlocutore invisibile, ma in maniera tale che ognuno pu avere lillusione che le mie parole non sono rivolte che a lui solo. S, questo che ho cercato di fare Confidenze impersonali da unombra nascosta a ombre anonime
Come il fiume Alfeo, Caillois non scender mai a patti con la conoscenza, per lui ogni scoperta diverr una tappa, le mete solo verifiche parziali e il cervello sar sempre impegnato a
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cercare nuove coerenze o, citando lo stesso autore une cohrence nouvelle. Una smisurata ricerca intellettuale iniziata dal surrealismo, nella quale ha trattenuto a s una serie di oggetti, come un naufrago, che ne scoprir i valore vero una volta che terminer il naufragio e sar giunto alla sua incerta destinazione.
fuggevole in grado di lasciare il segno del suo passaggio sulla rtina, permettendo in qualche modo di captare la sua origine. Se invece manca il movimento, lidentificazione visiva diventa problematica, poich una qualsiasi forma si rende riconoscibile solo se dissimile rispetto al substrato che le fa da sfondo cromatico. Gli etologi hanno scoperto che nei predatori listinto alla caccia si attiva quando sono visualizzate determinate immagini di ricerca, in altre parole quelle forme e colori che stimolano immediatamente lattivit predatoria: solo i soggetti che rientrano in questo filtro mentale destano lattenzione del cacciatore, mentre tutto il resto non suscita interesse e viene per cos dire rimosso. I colori del mimetismo Dove la predazione un avvenimento abituale, il mimetismo, le colorazioni aposematiche, i disegni criptici si sono quindi sviluppati seguendo quel primordio evolutivo che creando somiglianze, riducendo i movimenti, minimizzando le diversit con lambiente circostante, aumentava le possibilit di sopravvivenza. Ladozione di questi particolari adattamenti nelle diverse classi animali si rivelata una strategia risolutiva, data la molteplice gamma di forme e colorazioni mimetiche alle quali si pu assistere: felini che si confondono perfettamente con lerba della savana; insetti uguali a foglie, spine, ramoscelli; pesci identici alla scogliera in cui vivono oppure simili ad altre specie velenose, non commestibili, in una stupefacente serie di camuffamenti talvolta davvero irriconoscibili. Il mimetismo si definisce criptico quando realizza luguaglianza con lambiente circostante per quanto riguarda il
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colore (omocromia) o la forma (omomorfismo) o entrambi i caratteri. Il fenomeno di omocromia si nota molto bene negli animali artici, che essendo di colore bianco, si confondono perfettamente con lambiente. Questo accade anche con gli animali che vivono nel deserto che hanno colore rossastro come quello della sabbia. Per quanto riguarda lomomorfismo, possiamo definire gli insetti i maghi di questa tecnica, che hanno appreso e migliorato con levoluzione. Perch il mimetismo abbia successo evolutivo, devono verificarsi due condizioni: il soggetto cromaticamente simile allo sfondo e l'efficienza della vista del soggetto da ingannare dev'essere scarsa. Il mimetismo si gradualmente evoluto migliorandosi, ma anche negli stadi intermedi di evoluzione sortisce gli effetti desiderati, perch una mimetizzazione scarsa bilanciata da una vista debole del predatore che non riesce a riconoscere distinguerla da lontano, con certi angoli di visuale e con poca luce. Il meccanismo di selezione naturale ha poi selezionato di volta in volta gli organismi mimeticamente perfezionati. Il camaleonte e alcuni molluschi, come la seppia e il calamaro, possono cambiare molto velocemente colore per contrazione e dilatazione dei cromatofori, cio delle cellule contenenti granuli pigmentati di vario colore sparsi nella pelle. Gli animali che hanno quindi elaborato, attraverso la selezione naturale, delle protezioni mimetiche, si sono trovati di fronte un variegato e multiforme universo da imitare, nel quale forme e colori erano gi dati. Tuttavia i risultati ottenuti in questo campo dallevoluzione animale sono assolutamente sbalorditivi se paragonati alle
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capacit umane: non esiste, infatti, nessun tipo di tecnologia, anche la pi avanzata, che possa competere o riprodurre i livelli di perfezione raggiunti dal mimetismo animale. I bruchi, ad esempio, sono lo stadio larvale delle farfalle. Sono preda molto comune per svariate specie di uccelli, dinsetti e di piccoli mammiferi. Le loro possibilit di difesa sono il mimetismo, il veleno e l'imitazione. Infatti, alcune specie si mimetizzano assumendo il colore degli oggetti sui quali si appoggiano (omocromia), altre, che hanno il corpo notevolmente colorato, e difficilmente si possono confondere con l'ambiente, producendo sostanze velenose o sono esse stesse di gusto amaro il che le rende inappetibili ai predatori. Altre specie ancora assumono un aspetto simile a quello delle specie velenose pur essendo commestibili, per trarre in inganno i predatori. Un altro tipo di mimetismo quello fanerico, che utilizza forme e colori appariscenti per difesa. Questo utilizzato da insetti completamente innocui privi di organi di difesa che imitano forma e colori di altre specie che invece possono essere molto pericolose, specialmente velenose. Il Sirfide un classico esempio dinnocuo dittero che ha assunto forme e colori dei pi temuti Imenotteri come la vespa o il calabrone. Classificazione tradizionale e sviluppi Il mimetismo una strategia di difesa dai predatori molto usata nel mondo animale e in particolar modo dagli insetti. Brutalmente il termine indica in generale la capacit di nascondersi o confondersi con lambiente circostante ed quindi da considerarsi la maggiore capacit difensiva del regno animale.
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Distinguiamo generalmente il mimetismo in: -Mimetismo criptico, in cui l'animale tenta di confondersi con l'ambiente, per non essere individuato e di conseguenza catturato. -Mimetismo batesiano, (un po' pi articolato) in cui un animale innocuo o commestibile ne imita un altro dotato di difese o non commestibile al fine di ottenere protezione dai predatori. Ora le specie che imitano le foglie le ritroviamo tra i Phasmatodea, Mantodea, Orthoptera e Lepidoptera che per imitano tutte foglie di Angiosperme (piante con fiori, a differenza dei pini e abeti che sono Gimnosperme) e ovviamente questadattamento si poteva avere solo dopo la radiazione adattativa delle Angiosperme.
Mimetismo fossilizzato Nonostante l'attuale diffusione del mimetismo negli insetti, i fossili di questi ultimi sono molto rari. Il pi antico fossile in questo periodo scoperto (di un insetto che imita una foglia di angiosperma) di un esemplare denominato Eophyllium messelensis che stato trovato in Germania ed risalente a circa quarantasette milioni di anni fa. Questi insetti fossili hanno le ali molto grandi e pennate, che rassomigliano molto alle foglie di gimnosperme molto arcaiche come Cycadales e Bennettitales che in quel periodo erano ovviamente molto diffuse. Un aspetto molto importante da sottolineare anche che gli insetti avessero gi molti predatori (uccelli primitivi, piccoli mammiferi e rettili) e che quindi i meccanismi di difesa si fossero gi messi in moto. Un'altra considerazione molto importante che nei
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neurotteri attuali questo gruppo con ali pennate non ha lasciato traccia e quindi si estinto, ma perch? La risposta penso sia scontata: la coevoluzione stretta che l'insetto aveva con la pianta ne ha probabilmente decretato la scomparsa nel momento in cui il vegetale andato scomparendo. Quando le Angiosperme hanno preso il sopravvento sulle Gimnosperme, ecco che subito si messo in moto il meccanismo di selezione ed evoluzione che ha portato ai giorni nostri, esempi stupefacenti di mimetismo fogliare come alcuni Phasmodea. Spesso la sopravvivenza di fiori, animali e insetti consiste negli esseri poco visibili, scambiati per velenosi o addirittura in qualcosaltro di poco interessante per i predatori. Questo perch se un individuo non si adatta perfettamente all'ambiente in cui vive ha poche probabilit di sopravvivere e riprodursi. Osservando il comportamento degli insetti in un prato non pu non essere evidente, salvo che gli insetti si muovano in genere per cibarsi, come spesso si faccia fatica a individuarli. Nel corso delle ere essi hanno preparato meccanismi di difesa raffinatissimi allo scopo di proteggersi dai predatori e attaccare a loro volta per cibarsi. Anche un occhio ben allenato stenta a volte a scorgere il soggetto nel tentativo di immortalarlo fotograficamente nel suo habitat a causa della somiglianza (colore e forma) con la superficie dove si appoggia. Si pu citare ad esempio un geco che si confonde con il muro sul quale si arrampica o un insetto stecco che simula di essere un rametto. Tutto questo reso possibile da diverse forme di mimetismo, dal greco mmesis (imitazione). Di seguito ho cercato di documentare i principali tipi di mimetismo. Criptico. Ossia alla capacit che alcuni animali
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hanno di confondersi nell'habitat in cui vivono. Il fenomeno molto diffuso nella classe degli Insetti, ma basti pensare ad alcuni animali come la pernice bianca che deve confondersi nella neve che la circonda o il leopardo che scompare nei colori della savana, per capire che il fenomeno molto esteso. Fanerico, mimicry per gli autori anglosassoni:, che pu essere: batesiano (dal nome del biologo inglese Henry Bates che nel 1862 osserv e descrisse per primo il fenomeno sulle farfalle) si riscontra quando una specie innocua o appetibile (il "mimo batesiano") protetta dalla sua somiglianza con una specie nociva o non appetibile. Nel mondo degli Insetti esistono dei ditteri (ordine molto vasto, cui appartiene fra l'altro la comune mosca domestica) della famiglia Syrphidae che possono essere facilmente confusi con api e vespe. Mulleriano (che prende il nome in onore di Fritz Muller,) zoologo tedesco che scrisse il libro "Fur Darwin" in cui discute anche di questo fenomeno. Muller si accorge che alcune specie non appetibili o tossiche hanno evoluto una colorazione ammonitrice comune, anche definita con il termine aposematica. Entrambi designano la rassomiglianza di un organismo a un altro che non appetibile o aggressivo. L'aspetto utilizzato in senso aggressivo per comunicare e avvertire i nemici della propria pericolosit. Le specie comprendono sia invertebrati quali vari imenotteri, coleotteri, lepidotteri, ragni sia vertebrati come certe specie di uccelli, anfibi e serpenti. Il colore o le combinazioni sono vivacissime, passando dal giallo e nero della salamandra comune (Salmandra salamandra), allululone del ventre giallo (Bombina variegata) fino al blu e rosso delle zygaene. Veramente mimetico (mimetismo criptico) il geco, facile da
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incontrare sui muretti o nei pressi delle abitazioni. Solo un occhio molto attento potr individuare lo straordinario insetto stecco che talmente simile ai ramoscelli da essere avvistato molto difficilmente. Anche la colorazione e la sagoma delle ali di alcuni lepidotteri molto mimetica come nel caso di alcune falene (mimetismo difensivo) (Alcis repandata, Methorasa latreillei) che per il colore e il disegno delle ali risultano quasi invisibili se posate su muri o cortecce di albero. Il Gonepteryx con la sua caratteristica forma delle ali si confonde facilmente tra le foglie quando a riposo per poi incantare locchio umano con il suo volteggiare ad ali spiegate di un inteso color giallo. Altri esempi di mimetismo criptico si possono riscontrare nelle mantidi: la religiosa e lempusa pennata, esse si confondono perfettamente nella macchia mediterranea tra arbusti e sassi, in questo caso si pu dire che un mimetismo aggressivo. Nel caso dellHymenopus coronatus (mantide orchidea) linsetto si mimetizza allinterno di orchidee tropicali grazie alla sua forma e colorazione, mentre la Theopompa servillei si nasconde mimetizzata sulla corteccia degli alberi. Anche i ragni si avvalgono di questa caratteristica. In questo caso lo scopo molto diverso per, poich il ragno tende a mimetizzarsi con la forma e il colore per poter predare e non per sfuggire ai predatori. Un piccolo anfibio, lHyla meridionalis, si nasconde facilmente tra la vegetazione grazie alla sua quasi totale colorazione verde, o il bufo bufo (rospo comune) che si mimetizza molto bene con l'ambiente circostante. La bellissima farfalla Vanessa IO o la grande Saturnia pyri spaventano i predatori aprendo le ali e mostrando il disegno di macchie circolari che ricordano gli occhi di alcuni vertebrati. Certe farfalle
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come la Zerynthia polixena nella loro fase larvale si nutrono esclusivamente di una pianta tossica (aristolochia) che le rende a loro volta non commestibili. Non bisogna dimenticare che anche il mondo vegetale non privo dinganni, esempio stupefacente sono alcune orchidee spontanee del genere ophrys che imitano laddome della femmina di alcuni apidi per fare i propri interessi, in altre parole per far trasportare il loro polline in altre piante. Talvolta insetti e animali appaiono pi scuri sulla parte superiore del corpo e pi chiari su quella inferiore essendo cos, una volta illuminati, meno tridimensionali e quindi meno definiti. Dicotomia della visione estesa da Caillois a tutta la realt tangibile; una visione differente, secondo i punti di vista, che non esclude lipotesi di una tesi da ricercarsi anche nelle antitesi delle teorie fino a quel momento elaborate e dimostrate dalla scienza tradizionale.
Dagli insetti alluomo: antropomorfismo e implicazioni del mimetismo entomologico Un esempio, come il saggio sulla mantide religiosa, pu evidenziare la tendenza di Caillois a relazionare gli ambiti solitamente divisi dalla scienza separatrice tradizionale, e a costituire tra loro (mitografia, sociologia, biologia) una sorta di continuit analitica. Per farlo prende in questione un modello, quello della mantide appunto, animale dal comportamento sorprendente: le femmine della specie, come gi detto, divorano letteralmente i maschi o dopo o durante le fasi di accoppiamento. A questo insetto vengono inoltre attribuite
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evidenti connotazioni antropomorfiche. Caillois evidenzia il grande interesse che gli uomini hanno sempre dimostrato nei confronti della mantide religiosa fin dalle ere pi remote e lo fa esaminando una vasta gamma di materiale mitologico, sociologico e psicologico. Dimostra anche come in certi miti siano rivelati tratti simili ai comportamenti dell'insetto preso in questione ed la figura del demone femminile che divora senza piet l'uomo dopo averlo sedotto a destare particolarmente il suo interesse. L'analisi della grande quantit dei dati in suo possesso lo porta tramite delle analogie a sostituire i miti e tutto ci che prende il loro posto nella sfera psichica del singolo a esperienze originarie risalenti a una sorta di ordine biologico sovrastante. Parte dal presupposto che l'uomo in qualche modo si sia sottratto ormai da tempo (tramite la costruzione di societ e regolamenti sempre pi complessi) al rituale della mantide e che il mito si sia sostituito ad una serie di stati psicofisici una volta appartenenti alla sfera istintiva umana e che ormai si sono affievoliti. Quelle dell'insetto, leggi biologiche moderno che regolano le azioni sono relegate quasi nell'uomo
esclusivamente alla sfera del suo immaginario. Evidentissimo il nesso che lega le teorie di Caillois con quelle freudiane relative all'istinto di morte24 e con l'istinto collettivo di Jung25. Oltretutto il
24
Con il saggio Al di l del principio del piacere (1920) e nell'Io e l'Es (1922) Freud introduce il concetto di pulsione di morte.
25
Jung, allievo e contemporaneo di S. Freud, parte dall'assunto che la vita psichica consti di un lato cosiddetto conscio e di un lato cosiddetto inconscio.mLa psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica junghiana si differenziano da ogni altra psicologia per la priorit che esse riconoscono all'inconscio quale fattore determinante la vita psichica. Mentre Freud si terr sempre saldo alla descrizione dell'inconscio unicamente come inconscio personale, Jung individua, "sotto", per cos dire, lo strato inconscio pi superficiale che in s contempla il patrimonio di esperienze e acquisizioni personali del soggetto lungo la sua storia, nonch i "complessi a tonalit affettiva", uno strato pi profondo ed arcaico che egli chiama inconscio
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caso
della
mantide
attesa
come
vi
sia
una
semiotica
comunemente oggettiva: alcune immagini e alcuni oggetti hanno una sorta di capacit lirica, una sorta di affettivit, di evocazione. Nel le Mythe et l'Homme evidenzia la connessione tra libidine sessuale e alimentare nell'immaginario, portando ad esempio credenze diffuse riguardanti spettri femminili che divorano i loro amanti. Definisce la mantide un ideogramma oggettivo che realizza materialmente nel mondo esterno le virtualit pi tendenziose dell'affettivit. L'impulso che sollecita il comportamento dell'insetto si traduce in una rappresentazione della coscienza e aferma che il condizionamento biologico dell'immaginazione fondamentali che proviene rimangono dall'attivit da delle determinazioni per poi e per riflessa tendenze,
cospargersi di affettivit e passare dalla realt esterna al mondo dell'immaginario, all'immagine dall'ortottero all'uomo, la dove, citando le sue parole gli stessi fili tessono gli stessi disegni. Cercher di tracciare a partire da alcuni spunti del pensiero di Roger Caillois, quando egli si rivolge al mimetismo nella natura, come questo fenomeno possa essere sviluppato, secondo una prospettiva fenomenologica, in una doppia congiunzione: visione ed esteticit. Nelle interpretazioni dei fenomeni in cui il mimetismo presenta caratteristiche di omomorfia (somiglianza nella morfologia, fra lanimale e lambiente, o fra pi animali) si annidano problemi maggiori rispetto a quelle dei casi di omocromia (adattamento dei colori: la fauna polare bianca, per esempio), i quali
collettivo, strato questo che apparterrebbe a tutta la specie umana, indipendentemente da razze, latitudini, luoghi; esso sarebbe patrimonio comune e custodirebbe in s appunto gli archetipi.
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permettevano giustificazioni sia meccanicistiche, sia finalistiche. Alcune specie mutano il loro colore per lazione diretta o intrusiva dellambiente su di essi, ad esempio lorganismo reagisce ad una eccitazione luminosa, come la secrezione da parte di apparati adibiti del medesimo colore. A volte la spiegazione ancora pi elementare poich dipende dal nutrimento26. Ci sono casi per cui le interpretazioni finalistiche hanno trionfato pi a lungo: insetti portatori di colori rutilanti avevano un odore o un sapore nauseanti in modo che il predatore che sperimentava una volta tale preda non lo dimenticava, e il colore brillante serviva a ricordargli la prima disavventura. In seguito specie non nauseanti sembravano imitare la forma e il colore di tali animali per beneficiare della loro ripugnanza. Il fenomeno di omomorfia invece pi perturbante, poich non accetta spiegazioni meccanicistiche, e nemmeno si comprende quale sia il principio dal quale governato. Caillois, nei suoi studi entomologici, evidenzia casi di animali che assomigliano a ciotoli, a semi, animali, cortecce, o ramoscelli. Casi in cui lanimale per proteggersi assume lapparenza di una creatura pericolosa, come nel caso di una farfalla apiforme e la vespa crabro: stesse ali annerite, stesse zampe, antenne brune, stessi addome e torace a righe, stesso volo rumoroso. Molteplici sono i tentativi di soluzione, nessuno appagante. Uno quello che vede nellelemento mimetico un ornamento aggiunto alla normalit della specie, ma Caillois sostiene che questa pi una constatazione che una spiegazione. I predatori inoltre non si lasciano
26
trarre
in
inganno
dalla
omomorfia
(come
dalla
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ultimi numerosi resti di animali imitativi, dunque non ci si deve stupire che questi abbiano dei mezzi di tutela pi efficaci; all'opposto le specie non commestibili, che non avrebbero nulla da avere timore, presentano particolari mimetici. Contro lassunto di base della funzione utilitaria, Caillois cambia queste prospettive e inserisce un concetto che lo ribalta: egli legge il mimetismo come un eccesso di precauzioni da parte degli animali, ma in virt di una tendenza al dispendio, al lusso. Un fenomeno non utile quindi, anzi in certi casi addirittura pericoloso e dannoso. Lo stesso fenomeno dellesibirsi ad esempio implica il correre maggiori pericoli. Se utile alla conservazione della specie che il fagiano adotti una livrea tanto sgargiante per attirare gli sguardi della femmina, daltra parte vero che tale ostentazione lo rende visibile altres al suo cacciatore. Le esigenze del mondo della vita sembrano essere cos contraddittorie. Esibirsi o passare inosservati? . I bruchi geometri simulano cos bene le gemme di un arbusto che gli orticoltori li tagliano con le cesoie, oppure i fillidi si mangiano fra loro scambiandosi per vere foglie. Caillois invece si pone in modo descrittivo di fronte alle carattteristiche del mimetismo e adotta un atteggiamento fenomenologico che sospende il pregiudizio naturalistico, il quale, riportandolo ad una supposta legge delladattamento, non ne consente una descrizione per ci che esso stesso appare. Non indaga i casi mimetici chiedendosi il loro perch, ma osservando fenomeno piuttosto si come essi si presentano. La sua descrizione, non cerca cause, ma le condizioni secondo cui il manifesta, connesse allevidenza dellapprendimento visivo del fatto.
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In questo modo egli pu comprendere il mimetismo come un comportamento, e vedervi a volte lespressione di una tensione verso linorganico, una pulsione a ritornare allinanimato, a volte una potenza immaginale e figurale della natura stessa. Nel primo caso lanimale che si mimetizza sembra ricercare lassimilazione allambiente, come una tentazione allo spazio. Si pensi allo sgombro che in grado di omologarsi a due sfondi diversi: il suo dorso blu scuro, come le acque profonde delloceano, e il ventre biancastro, come le acque di superficie o il cielo. In questo modo, da qualsiasi lato lo si guardi, il pesce appare un tuttuno con lambiente, come se ricercasse una spersonalizzazione assimilandosi allo spazio. Anche il mimetismo delle mantidi sembra originaria. esprimere Le la reintegrazione floreali che a lo uninsensibilit metamorfosi
caratterizzano disindividualizzano linsetto, che ritorna cos al regno vegetale, in una sorta di dimissione dalla vita, che nelluomo diviene traduzione letteraria e filosofica del ritorno mitico allincoscienza prenatale. Caillois paragona, quasi in un intento di psicanalisi dellintera natura, questo tipo di rapporto con lo spazio ai casi di psicastenia leggendaria, un tipo di ossessione che lo studioso interpreta come un disturbo dei rapporti della personalit e dello spazio . Ma il mimetismo si declina alla anche in una gamma peculiari di le comportamenti legati visibilit: sono
manifestazioni in cui gli animali si travestono, facendosi cos passare come qualcosaltro, non lasciando dubbi sulla loro inclinazione al mascheramento. Questo meccanismo esiste negli animali come nelluomo, afferma Caillois, come una legge del
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travestimento fine a se stesso, enigmatico poich sembra essere indipendente Piuttosto da leggi di necessit si puramente esercita biologica. allinterno unenergia autoplastica
dellanimale, e attraverso di esso, mediante il modellamento del suo corpo. Limmaginazione si innesta in qualche modo nella morfogenesi naturale, nello sviluppo dinamico delle forme della natura. In altri casi gli animali mimetici tendono allinvisibilit, allo sparire dallo sfondo, prendendo in prestito elementi estranei, come frammenti di piante, sassolini, o il corpo di altri animali. Inoltre spesso latteggiamento collabora e completa laspetto morfologico dellindividuo: alcuni bruchi integrano le foglie che hanno rosicchiato, distendendo i loro corpi al posto della parte brucata al fine di dare limpressione di una foglia intatta senza bruchi. Alcune mantidi simili a fiori si dondolano come agitate dal vento. Fenomeni che cos descritti rivelano un gusto per la mimica o per il travestimento, e pi in generale sembrano avere essenzialmente una portata immaginaria. Cos il mimetismo rimane un meccanismo enigmatico e autonomo, in ogni caso inutile. Anche Adolf Portmann27, che introduce il punto di vista morfologico goethiano degli nella biologia, che si teorizzando quelle caratteristiche animali verificano nellazione
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prospettiva della conservazione del soggetto ci si aspetterebbe. Il carattere geometrico e la singolarit delle varianti cromatiche naturali, ad esempio, fanno pensare a un valore autonomo del disegno, la cui origine e i cui fondamenti ereditari ci sono del tutto sconosciuti. Pensiamo poi ai fenomeni legati allintimidazione, analizzati in Meduse et C.ie, come gli ocelli, macchie scure simili a due grandi occhi, fisse e luccicanti che sembrano guardare. Disegni che per Caillois stenta a ricondurre ad una semplice imitazione dellocchio, organo che intimorisce, ma che per lui secondaria. Gli ocelli sarebbero piuttosto macchie circolari che ipnotizzano, affascinano e reggono lo sguardo. Spesso sproporzionati, come se ricercassero un realismo che sembrerebbe superare la realt stessa. Pi che imitare pare che sia voler terrorizzare e inquietare il loro scopo. Linsetto pare essere animato, come nel fenomeno del mimetismo, da un istinto, che assume un carattere talmente spropositato da perdere il suo scopo. Linsetto non solo sa fare paura, ma di fatto provoca un terrore particolare, sproporzionato, al quale non coincide alcun pericolo reale, piuttosto caratteristico di una animale immaginario, mitico. Bouvet28, da parte sua, sostiene che la tecnica della lusinga non sia solo appannaggio del cacciatore, ma anche della preda, e che pertanto certe specie la pratichino ad esempio per mezzo di trucchi teatrali come gli ocelli. La sua teoria sembra voler ipotizzare una sorta di ipnosi subita dalle vittime della fascinazione. Ci che interessante che in questa prospettiva gli ocelli vengono delineati come una forma dellillusione, come
Jean-Franois Bouvet La strategia del camaleonte. La simulazione del mondo vivente, Volume 89 di Scienza e idee, trad. M. Gregorio, Ed. Cortina Raffaello, 2001
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una rappresentazione, uno spettacolo stringente e convincente. Ai fenomeni riguardanti i comportamenti del mimetismo, Caillois fa corrispondere lidea coraggiosa che il pensiero debba anche tener conto delle scienze diagonali, che sostanzialmente descrivono delle analogie, uniscono fenomeni che sembrano a un primo tempo non avere niente in comune. Esse comparano mondi apparentemente distanti come quello dellinsetto e delluomo, vivificandone le somiglianze, le corrispondenze sotterranee, inimmaginabili spesso invisibili, e la forza delle connessioni e dei legami che costituiscono il tessuto dellesperienza. Caillois descrive i fenomeni della natura come lespressione di un unico intento, di un codice comune che regna ovunque e sfocia in comportamenti paralleli. Lo stesso orientamento biologico organizzerebbe il parallelismo, condizionando nel mondo animale lazione e listinto, e in quello umano limmaginazione e la finzione. Dalla realt esterna al mondo dellimmaginazione, dallortodottero alluomo, il cammino forse lungo, ma ininterrotto. Ovunque le stesse file tessono gli stessi motivi. Non vi nulla di autonomo, nulla che sia isolabile, afferma Caillois. Mimetismo psicastenico L'atteggiamento e le pose che caratterizzano certi animali nel momento in
Caillois non guardava con diffidenza alle analogie fra il comportamento dell'animale e quello dell'uomo;anzi, quando queste analogie vengono rifiutate a priori per evitare di cadere nell'ambito peccaminoso dell'antropomorfismo,in realt si cade in un'altra forma dello stesso antropomorfismo: quell'antropomorfico umanesimo che pone l'uomo al di fuori dell'universo, sviluppatosi, per Caillois, attraverso il tramandarsi nei secoli di una cultura creata dall'uomo per se stesso. Questo interpretato come un vano tentativo di escludere l'essere umano dall'universo, a sottrarlo dalla comune legislazione. L'obiettivo comunque quello di restituire l'uomo alla natura e questo lo muove alla ricerca di nuove coincidenze. Per esempio i disegni sulle ali delle farfalle, i quali non servono alla sopravvivenza, sono bens un lusso dispensato dalla natura, paragonabile alle opere create dagli artisti. Il mimetismo non si giustifica in termini di utilit biologica, ma risponde ad eseguire una fascinazione dell'Altro, di cui si pu trovar traccia ad esempio nel gusto umano per la mascherata, pi o meno rituale che sia. La forma circolare e fissa che accomuna occhi e ocelli, interpretabili come maschere in un gigantesco carnevale della natura, suscita un ipnosi, terrore, uno stato che conduce l'immaginazione, in base a un meccanismo tipicamente istintivo, atavico e animale, a sviluppare la credenza nel malocchio, ad inventare figure come la Gorone, il cui sguardo pietrifica chiunque osi incrociarlo. Le filladi simulano le foglie, scrive Caillois, ma questo un lusso pericolo, una provocazione al cannibalismo che le porta a divorarsi tra di loro. Per quanto riguarda i comportamenti che ricercano lesibizione o il nascondimento, basterebbe pensare al rito umano della
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maschera. Questo accessorio oscuro, privo di uno scopo pratico, piuttosto uno strumento di seduzione che inquieta e affascina allo stesso istante. Ha la precisa funzione degli ocelli, misteriosa e spesso terribile, non si indossa per nascondersi ma per farsi guardare. In una analogia rigorosa e formale, secondo Caillois, linsetto provvisto di ocelli lomologo dello stregone che indossa la maschera. Cos come lanimale si nasconde, anche luomo, fin dai giochi di bambino, esprime la preoccupazione fondamentale di sottrarsi allo sguardo, aspirando allinvisibilit, o semplicemente di passare inosservato. E poi quale folklore, dice Caillois, non conosce i cappelli e i mantelli che rendono invisibili. Nel rapporto fra individuo e ambiente, lindividuo retroagisce sullambiente stesso, dopo averne subito linflusso, e lo plasma in base al proprio carattere. Dallaltra parte lanimale suscita delle risposte da parte dellambiente. Il mimetismo rivela, per Merleau-Ponty29, una relazione interna fra la forma dellindividuo e il suo ambiente naturale che sia animale, vegetale o minerale che si svolge in una specie di osmosi visiva, un rapporto percettivo fra i due. La relazione fra lanimale e il suo ambiente non una relazione fisica, n di causalit, il rapporto espressivo, fisiognomico, lanimale vede a seconda che sia visibile, vede il mondo e insieme il mondo si vede in lui, manifestandosi con caratteristiche mutevoli in relazione allo spazio in cui inserito e alla circostanza. In questa prospettiva, come per Caillois, la vita non linsieme delle funzioni che sopravvivono alla morte, ma la potenzialit mutevole del visibile. Molto interessante la focalizzazione di Merleau-Ponty, il quale scrive che lanimale
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grazie al suo aspetto mimetico si nasconde, ma il fatto di nascondersi implica reversibilmente un sapersi da se stesso, o meglio un sentirsi naturale. Se lanimale non si sentisse visibile agli altri animali, non si renderebbe loro invisibile. Allinterno del visibile stesso, continua Merleau-Ponty, siamo presenti ad un esempio di mostrarsi del visibile (lanimale si sente visibile). C una relazione fra la capacit di vedere dellanimale e il suo aspetto esteriore, la sua visibilit. Portmann a dire che agli organi della vista corrispondono gli organi dellessere visti, i caratteri ottici o visuali della forma animale. In certe forme inferiori si riscontrano dei caratteri e strutture che ci appaiono altamente visuali, creati cio per essere visti, una festa per gli occhi. Per esempio linterpretazione funzionale del piumaggio degli uccelli come organo proposto allequilibrio termico e al volo viene oggi integrata con una serie di funzioni connesse con lapparire, non meno raffinate di quelle richieste da altre funzioni. I fenomeni del mimetismo sono anchessi una realt ottica, basati su strutture e modi comportamentali rapportabili ad un occhio che osserva. A questo punto mi limito ad indicare linteresse di Lacan30 nei seminari per il mimetismo, poich uno di quegli enigmi che la natura ci presenta, attraverso il quale si pu avvicinare il problema dello sguardo, e della sua autonomia . Egli si riferisce proprio alla tesi di Caillois accogliendone lapproccio antiadattativo. E si pone la medesima questione, ma radicalizzandola, che animava Caillois: sono gli ocelli che
Cfr. J. Lacan, Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali di psicanalisi, 1964, a c. di G. Conti, tr. it. di S. Loaldi e I. Molina, Einaudi, Torino 1979, p. 75.
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impressionano perch sembrano occhi, o sono gli occhi che sono affascinanti proprio per la loro relazione con gli ocelli? Ci implica, secondo Lacan, che si possa distinguere la funzione dellocchio da quella dello sguardo, o se vogliamo della visione. E che lo sguardo sia in verit qualche cosa che preesiste al vedere particolare, uno sguardo senza occhi che ci coinvolge e che noi non vediamo, ma dal quale vediamo. Io non vedo che da un punto ma nella mia esistenza sono guardato da ovunque. Questa emergenza cooriginaria di attivit e passivit, che abbiamo visto declinarsi nella sintassi trasversale della natura e nel tema dellautonomia dello sguardo, permette una congiunzione alla dimensione artistica. Come dice Foucault31 esiste una gemellit naturale delle cose, che sembra nascere da una ripiegatura dellessere i cui due lati, immediatamente si fronteggiano. il pittore, come ricorda la figura di Czanne a Merleau-Ponty, che si sente guardato dalla montagna, quando questa gli chiede i mezzi perch lui la possa dipingere; come a dire la Saint-Victoire vista da Czanne il sensibile della montagna che si vede e si sente in lui. Il pittore, anche il pensiero pittorico di Paul Klee permette di sostenerlo, essendo nella visione vedente e visibile, e nella natura naturante, anchesso natura, trova una sua immagine nelle rassomiglianze antiscientifiche, che sono state notate e hanno imbarazzato lentomologia, fra il mondo animale e minerale, e quello delluomo, della bellezza, dellartisticit. Se si disposti ad affermare che le ali delle farfalle hanno colori e disegni privi di scopo, e, soprattutto, se si disposti a rinunciare
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M. Foucault, Le parole e le cose. Un.archeologia delle scienze umane, tr. it. di E. Panaitescu, Rizzoli, Milano, p. 34.
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a cercare a tutti i costi una causa finale che ne spieghi lesistenza, allora ha senso identificare nei colori delle ali delle ali delle farfalle una sorta di estetica della natura non dissimile da quella umana. Esse, come il mimetismo, nel loro enigma indecifrabile (enigma se si prende la nuda conservazione come norma), dice Caillois costituiscono lopera pittorica della specie delle farfalle, lespressione dellartista della natura. Pur non dovendo nulla allintervento della volont, piuttosto sono lo sviluppo di un movimento organico incontrollabile, semmai la regola naturalmente ripetuta della specie allinfinito. Eppure, avanza Caillois, esse presentano quella tendenza della natura a produrre disegni senza scopo, che si esprime anche a livelli estremi della scala evolutiva e che rende le ali variopinte analoghe allopera darte. Si tratta insomma di una collaborazione fra lartista e la natura, per cui ha senso dire che certe pietre, come le paesine o i marmi grezzi di Ferrara, le cui venature sembrano castelli, citt con torri e rovine, paesaggi con felci e boschi, o colline popolate da personaggi antropomorfi estremamente simili luno allaltro, siano dei quadri naturali, molto vicini alle sagome delle citt disegnate da Klee32. Capovolgendo gli assunti tradizionali del pensiero obiettivante, misurandosi su un sistema di riferimento che pu darsi si riveli il pi decentrato di tutti, Caillois sostiene piuttosto che esso consista nel presentare i quadri dei pittori come la variet umana delle ali delle farfalle. O meglio i quadri sarebbero la variazione umana di quelle forme archetipiche naturali che nelle farfalle costituiscono le loro ali. In altre parole,
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P. Klee, Teoria della forma e della figurazione, a c. di M. Spagnol e R. Sapper, tr. it. di M. Spagnol, Feltrinelli, 1959, vol. I, p. 86.
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percorsi distanti e condizioni naturali differenti, pervengono al medesimo fine, obbediscono alla medesima legge organica delluniverso: il gioco delle forme e dei colori, che in natura non superfluo e voluttuario, come se linutile fosse inammissibile, o meglio, che seppur superfluo, pu avere un potere determinante, un senso. Nella morfologia dellarchitettura di Gaud, la forma proviene dalla natura; pensiamo al Parco Gell o alle case Batll e Mil di Barcellona, in cui lartista sembra sentire la levigatezza della pietra, smussata dal vento o corrosa dallacqua, la sinuosit del legno, il cuore pulsante delle forze naturali. Per Gaud non si tratta soltanto di imitare, ma di comprendere la genesi degli stessi processi naturali, e di creare secondo quei simboli della generazione naturale che sono i vortici, le spirali, o la struttura delle scheletro, per cui costruisce tegole come squame, colonne come ossa, profili come colonne vertebrali. completa Pitagora ignoranza scopre la medesima nellarte geometria greca il che nudo caratterizza il minuscolo radiolare in fondo alloceano, in una reciproca; procedimento geometrico, o in Klee la figura del corpo si pu generare dalle spinte e dal tragitto del sangue nella circolazione capillare, o la foglia dalla linfa che scorre lungo le venature secondo diverse intensit energetiche. In ogni caso tutti sembrano sentire la presenza di un ordine universale. Nel dettaglio isolato dellala della farfalla, nel motivo di una pietra rara, secondo Caillois la natura ha dipinto prima di loro ci che essi stessi finiranno per dipingere nello stesso modo. Anche Leonardo voleva egli stesso tramutare nella mente della natura, mettersi al suo posto per capire come questa proceda, e cercare in tal
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modo, come poi avrebbe fatto Goethe33, gli archetipi dei fenomeni. Lo stesso Klee scriveva di essere flessibile e originale come la grande natura e fungente dallinterno di essa, come strumento della sua volont lontana. Il suo dialogo essenziale con la natura era limitazione della sua legge generatrice, dialogo che lo rendeva pertanto il ponte fra la natura possibile e la natura attuale, e creatore, come la stessa natura, di una seconda natura, quella dellopera darte in s. In conclusione, il mimetismo, eccedendo dalle leggi dellutilit, appare qui come lesercizio stesso della visibilit che si esprime da un fenomeno che nasce dallinterno, esattamente il contrario della visibilit stessa nelle sue moltiplicazioni possibili. Parallelamente anche larte sembra agire dallinterno delle stesse forze della natura, non imitando le forme della natura come fossero una riserva fissa, ma creando come se fosse natura, in un'unica catena immensa, tesa e vibrante come la definisce Caillois in Meduse et C.ie. Proprio come un artista della penna, Caillois dovr ora tenere presente le forme in cui si manifesta il reale, per poi poterle scomporre e ricomporre secondo rigore metaforico, pontificando analogie, attribuirvi nuovi significati, reali nel momento stesso del loro manifestarsi; una nuova strada ci viene mostrata da Caillois, che collega, in mezzo ad un groviglio di possibilit, due fili di differenti colori, facendo esplodere una bomba di significati della quale udivamo solamente il ticchettio.
Goethe considerava "la pianta originale" come una scoperta scientifica. Quando verr scritta la storia dell'idea di morfologia quale Goethe l'intendeva, si vedr fino a che punto sono state feconde, nelle scienze naturali, probabilmente, ma anche nella classificazione, l'analisi e l'interpretazione delle creazioni dello spirito, come le arti plastiche, le produzioni folcloristiche, le concezioni estetiche. Lo stesso Caillois fa spesso riferimento sicuramente agli archetipi dello scrittore e filosofo tedesco quando esprime la volont di ricerca degli ideogrammi.
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