Fascicolo protesi earl pound
Fascicolo protesi earl pound
Fascicolo protesi earl pound
La precisa conoscenza delle strutture anatomiche, in rapporto diretto o indiretto con la protesi
mobile completa è indispensabile per costruire una protesi adeguata.
TESSUTI OSSEI
Le strutture ossee contribuiscono a sostenere la protesi mobile completa. Ovviamente abbiamo 2
strutture ossee fondamentali: Struttura Mascellare e Osso Mandibolare
Struttura mascellare
La definiamo struttura mascellare poiché è costituita da diverse ossa a differenza della
mandibola che è un osso unico. La struttura mascellare si viene a formare dall’articolazione
dei processi palatini dell’osso mascellare con le lamine orizzontali delle ossa palatine.
Questa struttura che corrisponde poi alla base d’appoggio per la protesi superiore è
costituita da elementi favorevoli ed elementi sfavorevoli:
Favorevoli, sono 6
1. Volta palatina, formata appunto dai due processi palatini delle ossa
mascellari e dalla lamine orizzontali delle ossa palatine
2. Cresta alveolare residua
3. Tubercolo alveolare, prominenza situata nella parte distale della cresta
alveolare residua
4. Incisura pterigo-mascellare (o incavo amulare), depressione collocata tra il
tubercolo alveolare e il processo pterigoideo dell’osso sfenoide. Serve
come guida anatomica per l’estensione distale della placca protesica in
questa zona.
5. Cresta zigomatica alveolare, nasce in corrispondenza dell’apice del processo
zigomatico e si porta in basso e lateralmente, a forma di un arco, verso il
primo molare
6. Spina nasale anteriore, evidente nei casi di notevole riassorbimento della
cresta alveolare residua anteriore, rappresenta un sostegno osseo e quindi
deve essere ricercata ed utilizzata.
Sfavorevoli, sono 2:
1. Forame incisivo: si trova dietro la papilla incisiva nei pazienti edentuli
2. Toro palatino, questo laddove crei un ostacolo eccessivo deve essere
rimosso chirurgicamente
Osso Mandibolare
Rappresenta la base di appoggio per la protesi inferiore. È costituita da elementi favorevoli
e sfavorevoli:
Favorevoli, sono 5
1. Zona d’ispessimento
vestibolare (detta anche
mensola o scaffalatura o
appoggio vestibolare), è
delimitata: anteriormente
dal frenulo laterale (o
buccale); lateralmente
dalla linea obliqua
esterna; medialmente
dalla cresta alveolare
residua; posteriormente
dal margine anteriore del
trigono retromolare.
Questa zona è costituita
da osso denso e
compatto e per questo è
considerata il sostegno
principale per la protesi
completa inferiore.
2. La cresta alveolare
residua
3. La linea obliqua esterna,
rappresenta il limite
anatomico per la
delimitazione del bordo
vestibolare della placca protesica inferiore
4. Il trigono retromolare: una struttura idonea a sopportare la pressione
5. Spina mentale, collocata sulla faccia interna della mandibola, appena al di
sopra del bordo della mandibola, inferiormente alla sinfisi del mento.
Sfavorevoli, sono 3
1. Forame mentoniero, localizzato tra 1 e 2 premolare nella zona
vestibolare, in caso di forte riassorbimento della cresta alveolare
residua tende a portarsi superficialmente.
2. Toro Mandibolare, rilievo osseo situato sulla faccia interna del corpo della
mandibola, questo deve essere rimosso chirurgicamente se ostacola la
stabilita della protesi.
3. Linea obliqua interna (o linea miloioidea), cresta ossea estesa dalla spina
mentale alla cresta alveolare del terzo molare inferiore. È la linea di
inserzione del muscolo miloioideo. Questa linea diventa sporgente e
tagliente.
TESSUTI MOLLI INTERESSATI DALLA PROTESI
Superiore
o Vestibolo labiale superiore, zona compresa fra il frenulo laterale di destra e quello
di sinistra, è delimitato all’all’esterno dalla superfice interna del labbro superiore e
internamente dalla cresta alveolare residua, e superiormente dal pavimento del
fornice superiore.
o Frenulo labiale
superiore (o mediano
superiore), lamina
fibrosa estesa fra la
mucosa del labbro
superiore e la parte
anteriore della cresta
alveolare residua.
o Frenulo laterale
superiore (o buccale
superiore), piega
mucosa estesa dal
fondo del fornice al lato della cresta alveolare residua; si trova all’altezza dell’area
del canino e del primo premolare e si dirige in senso antero-posteriore.
o Vestibolo buccale superiore, situato distalmente al frenulo laterale superiore e si
estende da questo all’incavo amulare. È delimitato all’esterno dalla superficie
interna della guancia, all’interno dalla cresta alveolare residua ed in alto dalla
riflessione della mucosa sul fondo del fornice.
o Recesso Vestibolare (o fossa retrozigomatica), zona piu distale del vestibolo
buccale. È delimitato all’esterno dal processo coronoide della mandibola, all’interno
dal tubercolo alveolare, posteriormente dal rafe pterigo-mandibolare e in alto dalla
riflessione della mucosa sul fondo del fornice.
o Incisura pterigo-mascellare (o incavo amulare), depressione situata tra il tuberolo
alveolare e il processo pterigoideo dell’osso sfenoide.
o Rafe pterigo-mascellare, banda legamentosa stretta e robusta, che va dal processo
uncinato della lamina pterigoidea dello sfenoide al trigono retromolare.
o Papilla incisiva
o Rafe palatino mediano, rafe fibroso diretto dall’avanti all’indietro che divide la
volta palatina in due volte simmetriche
o Rughe palatine, pliche di tessuto connettivo fibroso
o Fossette palatine, piccole fossette situate davanti alla congiunzione tra palato duro
e palato molle, rappresentano le aperture delle numerose ghiandole palatali.
o Palato Molle, costituito da:
lamina aponeurotica (o scheletro del palato molle) tendine di inserzione del
muscolo tensore del velo palatino
5 muscoli: muscolo elevatore del palato molle (o peristafilino interno),
muscolo tensore (o peristafilino esterno), muscolo palatoglosso, il muscolo
faringo-stafilino (abbassatore del velo palatino) e il muscolo azigos
dell’ugola.
Mucosa palatina
N.B il muscolo elevatore e il muscolo tensore del palatomolle sollevano il velo palatino e quindi
sono i muscoli che determinano la collocazione del bordo posteriore della protesi mascellare il
muscolo palatoglosso invece esercita una pressione sull’estensione della protesi mandibolare a
livello della fossa retromiloioidea.
Inferiore
o Vestibolo labiale inferiore (o arco anteriore inferiore), zona comrpesa fra il frenulo
laterale o buccale di dx e quello di sx. è delimitato esternamente dalla superficie
interna del labro inferiore,
internamente dalla cresta
alveolare, inferiormente
dalla riflessione della mucosa
sul fondo del fornice.
o Frenulo labiale inferiore (o
frenulo mediano inferiore),
lamina fibrosa estesa fra la
mucosa del labro inferiore e
la parte anteriore della cresta
alveolare residua, s’inserisce
in direzione verticale.
o Frenulo laterale inferiore (o frenulo buccale inferiore) piega mucosa estesa dal
fondo del fornice al lato o alla sommità della cresta alveolare residua. Ha direzione
antero-posteriore.
o Vestibolo buccale inferiore, si trova distalmente al frenulo laterale e si estende da
questo al trigono retromolare. È delimitato esternamente dalla superficie interna
della guancia, internamente dalla cresta alveolare residua, inferiormente dalla
riflessione della mucosa sul fondo del fornice. Qui è situata la mensola.
o Area d’influenza del muscolo massetere (o incisura masseterina), dove la parte piu
distale del muscolo buccinatore, contrae un rapporto con il muscolo massetere,
costantemente in funzione durante la masticazione, e lo spinge verso l’interno,
contro la mandibola.
o Trigono Retromolare
o Area Sublinguale (o area pre-
miloioidea), compresa fra il
frenulo linguale e l’area del
secondo premolare, contiene
la fossetta sublinguale, sede
della ghandola sublinguale. È
delimitata anteriormente
dall’apofisi geniena e dal
muscolo genioglosso,
posteriormente dal muscolo
miloioideo, esternamente dalla
superficie interna della mandibola, internamente dalla ghiandola sublinguale.
o Frenulo linguale
o Area miloioidea (o solco alveolo linguale) si estende dalla parte distale della
fossetta sublinguale alla fossa retro-miloioidea.
o Fossa retro-miloioidea, forma la parte posteriore della doccia alveolo-linguale.
ANATOMIA CLINICA DELLE STRUTTURE OSSEE
L’anatomia clinica configura quanto accade, nel corso della vita, alle strutture osse o alle parti
molli dopo la perdita dei denti.
Normalmente la pressione masticatoria sui denti naturali, ad opera del legamento periodontale,
viene trasformata in tensione sulle pareti alveolari. Quando i denti non ci sono piu il processo
alveolare perde questo stimolo e cosi va incontro a riassorbimento.
La protesi anche se ben conseguita non è in grado di esercitare questo stimolo tensivo, ma solo
uno stimolo pressorio.
Tra i diversi tipi di creste alveolari residui è possibile constatare che nel mascellare superiore:
La cresta alveolare anteriore si riassorbe in direzione supero-posteirore.
La cresta alveolare posteriore in direzione supero-mediale.
Il riassorbimento dell’arcata mascellare superiore avviene in direzione centripeta. Questo è dovuto
al fatto che il processo alveolare è inclinato in avanti e la posizione dei denti anteriori superiori è
obliqua nei rispettivi alveoli. Quindi riduce la sua superficie.
Nell’arcata mandibolare invece:
La cresta alveolare anteriore si riassorbe in direzione infero-anteriore
La cresta alveolare posteriore invece in direzione infero-laterale.
Il riassorbimento della mandibola avviene in direzione centrifuga e pertanto l’arcata mandibolare
estende la sua superficie. Anche nella mandibola questo tipo di riassorbimento è dovuto alla
diversa inclinazione dei denti anteriore e posteriori.
Il diverso modo di riassorbimento delle due arcate, permette talvolta che si instauri un apparente
progenismo o grossolane differenze di posizione fra le due creste alveolari residue antagoniste.
Il successo in protesi mobile completa dipende anche dal modo di affrontare l’anatomia clinica.
Dal punto di vista pratico il nostro interesse deve mirare:
Alle creste alveolari residue mascellari e mandibolari
Al palato duro
LINGUA
La lingua è un organo muscolare a cui il protesista deve prestare attenzione. In sintonia con labbra,
faringe, guance e palato la lingua partecipa alla fonazione alla masticazione e alla deglutizione.
Molto importante è da considerare l’intimo contatto che questa assume con la protesi mobile
inferiore e la sua posizione rispetto alle creste edentule.
I muscoli della lingua si dividono in intrisici ed estrincici. Tra quest’ultimi troviamo il muscolo
genioglosso, il piu voluminoso, che sposta la lingua in tutte le posizioni.
Il muscolo genioglosso di inserisce sulle apofisi geniene superiori, quindi quando vi è un eccessivo
riassorbimento e le apofisi geniene diventano prominenti nel pavimento della bocca, occorre
prestare attenzione al contro del bordo linguale della protesi inferiore, onde evitare la sua
dislocazione, ogni volta che il muscolo si contrae. Le apofisi geniene devono essere coperte,
altrimenti avremo:
- dolore per la pressione sulla mucosa in questa area sottilissima
- perdita della ritenzione
i pazienti con posizione della lingua retratta di solito hanno difficolta nel gestire la protesi totale
inferiore. Pertanto:
Controllare che il piano occlusale non sia piu alto da un lato che dall’altro.
La posizione vestibolo-linguale dei denti posteriori inferiori è importante perche non deve
essere lingualizzata rispetto alla linea obliqua interna, per evitare di occupare lo spazio per
la lingua
Il paziente va istruito sull’uso e sulla manutenzione della protesi.
L’ipertrofia della lingua è spesso presente nei soggetti anziani e puo rendere difficoltosa la
ritenzione della protesi. Ma allo stesso tempo la protesi puo ripristinare questo ipertrofismo se
dovuto da edentulia prolungata.
CONTROLLO DELLA PRESSIONE MASTICATORIA
Il successo in Protesi Mobile Completa dipende dal controllo della pressione masticatoria sui tessuti
mucosi. Le sofferenze, i fastidi e i disagi dei pazienti dipendono o da una pressione eccessiva o da un carico
inadeguato sulla mucosa orale. La mucosa non è fatta per sopportare il carico masticatorio,
differentemente dal parodonto. Il dente infatti non è un unito rigidamente all’osso, ma è inserito
nell’alveolo dentale, sospeso nell’amaca parodontale. Un’eccessiva pressione provoca l’atrofia, la trazione,
se mantenuto entro certi limiti, favorisce la vitalità dell’osso alveolare.
È dimostrato altresì che un carico verticale determina un’atrofia più lenta rispetto alla pressione
orizzontale. Questo accade perché la pressione verticale recluta più fibre periodontali, fibre che
consentono di esercitare un maggior carico pressorio sui denti, durante la masticazione.
TECNICA DI POUND
Per migliorare l’impronta con un po’ di pasta termoplastica grigia si può prendere l’impronta del recesso
vestibolare dopo averla rammollita con torcia di Hanau e messa nella pentola. Si può anche prendere la
zona della regione della chiusura palatale per un’estensione di un centimetro.
A questo punto occorre un’impronta (sovraimpronta in alginato) con maggiori dettagli. Con il bisturi si
eliminano i sottosquadri, si mette dell’adesivo e si prende l’impronta in alginato.
Il soggetto deve stare seduto sulla poltrona, testa adagiata al poggiatesta, in asse con il petto e con
l’addome. La bocca, alla stessa altezza della spalla dell’operatore, in piedi, davanti al paziente.
Si controlla sempre il portaimpronta e anche in questo caso si puo utilizzare il compasso, dove le facce
esterne delle sue punte devono essere adagiate sulle superfici interne dei trignoni retromolari. Questa
misurazione è poi riportata sulle pareti posteriori interne del portaimpronte.
Introdurre in bocca la parte destra del portaimpronte, stiriamo con l’indice la commessura labiale di sinistra
e posizioniamo la parte sinistra del portaimpronta. Far sollevare la lingua al palato, abbassare il labbro
inferiore e posizionare il portaimpronta.
Nell’impronta ci deve essere più pasta nella zona linguale rispetto a quella vestibolare. Invitare il paziente
con il portaimpronta inserito a proludere la lingua in fuori e a portarla da una guancia all’altra. Tenendo
fermo in mano il portaimpronta, con l’altra eseguire movimenti passivi del labbro e delle guance,
stirandole, in basso, in fuori, in alto.
Prendere sovraimpronta in alginato con le stesse accortezze viste per il mascellare.
IMPRONTA PRELIMINARE (FASI DI LABORATORIO)
La prima fase è l’inscatolamento (boxing) dell’impronta preliminare con della cera rossa. Il cui
scopo è quello di salvaguardare l’estensione dei bordi dell’impronta.
Per sviluppare il modello preliminare si usa gesso duro (III classe). Il modello viene poi squadrato
formando una base parallela alla cresta alveolare residua e i lati a 90° rispetto alla base. Il modello
deve avere intorno alla base una cornice protettiva di 3/4 mm.
Disegno sul modello in gesso arcata inferiore (vedi foto procedimenti pag 100-101-102)
Delimitare sul modello, l’area del vestibolo labiale, compresa fra i due frenuli laterali.
Questa si traccia in modo analogo a quella del vestibolo labiale superiore. Il tracciato cosi
eseguito considera l’azione dei muscoli mentali che quando si contraggono tendono a
ridurre il fornice stesso.
Tracciare il frenulo mediano con un’ansa stretta e verticale
Tracciare il frenulo laterale con un’ansa larga
Il vestibolo buccale inferiore è l’area localizzata distalemente al frenulo labiale laterale. In
quest’area la matita va tenuta perpendicolarmente e nella parte piu esterna del fondo del
fornice. Il tracciato deve interrompersi nel punto in cui il modello comincia a salire. Il
tracciato cosi eseguito assicura l’estensione del bordo del portaimpronte alla linea obliqua
esterna, in modo da includere la zona d’ispessimento vestibolare.
Tracciare il contorno del trigono retromolare.
Segnare il centro del trigono retromolare in senso frontale.
Tracciare partendo dal punto esterno della linea che divide in due parti il trigono
retromolare, una linea diretta avanti e lateralmente fino a congiungersi con la linea traccia
a livello del vestibolo buccale. Questo al fine di evitare l’interferenza con il muscolo
massetere.
L’area sublinguale è l’area estesa ai lati del frenulo linguale, fino alle fosse sub-linguali. In
quest’area il tracciato deve comprendere, in profondità, la regione sublinguale perche la
ghiandola sublinguale agirà da ammortizzatore. Pertanto il tracciato si esegue tenendo la
matita perpendicolare al modello.
Evidenziare il frenulo linguale con un’ansa piuttosto ampia
Il bordo del portaimpronte individuale nell’area miloioidea (o solco alveolo-linguale), deve
estendersi sotto la linea obliqua interna. Quindi bisonga tracciare la linea obliqua interna e
successivamente tracciare una linea 2mm al di sotto della linea obliqua intena.
La fossa retromiloioidea rappresenta la parte piu distale del solco alveolo linguale.
Quest’area si disegna collegando l’area miloioidea con il punto disto-linguale del trigono
retromolare.
Il portaimpronte verra eseguito su questi tracciati. Quasi sempre nelle protesi totali si escludono i
settimi.
Segue infine l’impronta finale con la tecnica della pressione selettiva (l’area che non sopporta la
pressione è la cresta alveolare residua, pertanto questa va scaricata con dei “forellini”). Si
rimuovono gli eccessi di pasta termoplastica, si applica l’adesivo e poi si prende l’impronta in PVS
in consistenza regular.
Il bordo linguale dell’impronta, visto dall’alto, deve avere una morfologia ad “S” italica che indica
una rispettata anatomia dell’area linguale, durante il rilevamento dell’impronta.
Una volta presa l’impronta con il portaimpronte individuale questa viene inviata in laboratorio per
lo sviluppo del modello in gesso finale anche detto modello master. Questo si costruisce con le
stesse metodice viste per il modello in gesso iniziale, ciò che cambia è il tipo di gesso che si utilizza
che sarà gesso extra-duro di classe IV.
A questo punto si parte dal modello master per la realizzazione delle “placche basi di
registrazione” e dei “valli di occlusione”.
Ci sono diverse tecniche per la costruzione di questa placca, ma diciamo che la piu utilizzata è la
tecnica “sale e pepe” ovvero alternare delle applicazioni di liquido (monomero) e di polvere
(polimero). Questa tecnica permette dettagli migliori ed una minore contrazione successiva alla
polimerizzazione.
Prima di applicare la resina pero è opportuno:
Eliminare i sottosquadri con cera fusa
Proteggere con cera fusa tutto il bordo del modello, per facilitare la rimozione della placca
base senza danneggiarlo
Pennellare con estrema cura un isolante gesso-resina sul modello
Lisciare con la torca di Hanau la cera, cosi da eliminare le irregolarita e lucidarla con un
batuffolo di cotone, inumidito con benzina rettificata.
REGISTRAZIONE DELLA VERTICENTRICA (TERZO APPUNTAMENTO OPERATIVO)
Una delle fasi più difficili e complesse è la registrazione della verticentrica, in altre parole, la
registrazione:
della dimensione verticale d’occlusione
dell’occlusione centrica
il termine “verticentrica” venne coniato da Pound per descrivere la registrazione simultanea delle
due cose.
Questa manovra presuppone che l’odontoiatra conosca:
• La posizione del piano occlusale;
• La posizione estetica e funzionale dei denti anteriori;
• La dimensione verticale del viso;
• L’apparato stomato-gnatico del soggetto in esame.
PIANO OCCLUSALE
“piano di riferimento per il montaggio dei denti artificiali”
Camper individuò un piano antropologico di riferimento, che inizia alla base dell’ala del naso e va
al centro del trago, per stabilire l’orientamento del piano occlusale (piano di Camper) che è quello
che noi usiamo. Questo è orientato correttamente quando:
Sagittalmente è parallelo alla linea trago-nasale (piano di camper)
Frontalmente è parallelo al piano bipupillare
Il piano occlusale ha una triplice importanza:
1. Estetica, il paziente dovrebbe scoprire a dx e sx la stessa quantità di denti, posizionando il
piano parallelo al piano di terra (sagittalmente) e al piano bipupillare (frontalmente).
2. Fonetica, per la corretta pronuncia dei “fonemi S – F – V”.
- “fonema S”, in una dentatura sana per una corretta pronuncia del fonema “S” si deve
avere una beanza interincisiva di 1-2mm fra il margine incisale dei denti forntali superiori
ed il margine incisale dei denti frontali inferiori, da dove passa il flusso d’aria.
- “fonemi F e V”, il bordo incisale dei denti forntali superiori deve sfiorare il labbro
inferiore, lungo la linea di confine tra la parte asciutta e la parte bagnata, definita
“bagnasciuga labiale”.
3. Funzionale, spinge le protesi verso i tessuti e le stabilizza durante la masticazione per
evitare che il cibo non rimanga “bloccato” sulle superfici occlusali dei denti e per dare
stabilità alla protesi stessa (se il piano è troppo alto o basso, il paziente potrebbe mordersi
la lingua).
Per registrarlo si usa una forchetta che indica il piano di FOX (piano di controllo) e con una
bacchetta si indica il piano di Camper che deve essere parallelo. Se inclinato in basso e indietro vi è
instabilità della protesi inferiore.
Per realizzare un piano occlusale corretto si usa semplicemente il RIM, così si realizza sempre un
piano occlusale parallelo al piano di camper. In laboratorio l’altro piano che si utilizza per verificare
il piano occlusale è il piano di Pound.
FOX controllo
CAMPER riferimento
POUND in laboratorio
Quando la cera o i denti permettono di compiere i fonemi F e V si incidono due incisioni a V
posteriormente in prossimità dei molari, che ci serviranno dopo.
Quando la protesi inferiore è dislocata in avanti può manifestarsi un decubito sulla mucosa.
Scaricare la protesi in questo caso è un errore, occorre modificare il piano occlusale.
L’inclinazione del piano occlusale deve sempre essere corretta prima della registrazione dei
rapporti intermascellari.
Estetica
Abbiamo varie forme di estetica che dobbiamo seguire:
L’estetica dell’anatomia significa che ogni protesi non si può uniformare a diversi tipi di bocca ma
cambia a seconda dell’anatomia dei diversi pazienti. Bisogna prendere una buona impronta
funzionale e finale per realizzare la protesi anatomicamente più fedele.
La protesi inferiore deve sempre avere nella parte linguale una forma di S (per la presenza della
fossa sottolinguale), se questa non c’è l’impronta è ipoestesa.
L’altro principio di estetica nella protesi totale è l’estetica della proporzione. Si scelgono solo i
denti anteriori, mentre i posteriori si scelgono in base all’occlusione. Bisogna scegliere incisivi
centrali, laterali e canini.
Come si fa a scegliere nel paziente edentulo?
Può essere di aiuto una vecchia foto del paziente, un vecchio modello in gesso o una radiografia.
Spesso queste informazioni mancano e bisogna scegliere arbitrariamente la dimensione degli
elementi anteriori. Da vari studi statistici la larghezza dell’incisivo centrale deve essere 1/16 della
distanza interzigomatica e la lunghezza 1/16 della distanza tra trichion e menton (o prima ruga
frontale e menton). L’altezza non si usa più ma si stabilisce poi con le prove fonetiche. L’incisivo
laterale ha una forma simile al centrale nell’uomo e completamente diversa dal centrale nella
donna. Il canino come dimensione è molto simile al centrale in senso mesio-distale. L’errore più
comune è non dare informazioni al laboratorio. Un altro dato è la forma dell’incisivo centrale, che
cambia a seconda della forma del viso. Tracciando la linea immaginaria temporale-zigomatico-
angolo della mandibola possiamo riconoscere tre tipi di volto: squadrato, triangolare o ovoidale.
L’incisivo laterale nell’uomo ha un margine incisale come se fosse una copia in piccolo del
centrale; nella donna invece è molto più stondato. Il canino viene modificato realizzando un
margine incisale “netto” nell’uomo, o viene arrotondato nella donna.
Estetica del colore: il colore viene deciso a seconda del colore di occhi, capelli e pelle. Un paziente
con pelle chiara e occhi chiari avrà denti che tenderanno verso il grigio, nei pazienti scuri invece
verso il giallo. Per evitare un colore uniforme bisognerebbe cambiare i colori per ogni dente, gli
incisivi laterali dovrebbero essere più chiari del centrale, mentre i canini più scuri.
Possono addirittura essere caratterizzati con colori più scuri. La chiave di lettura del colore si basa
sulla scala colori in resina R-S VIVODENT, con codici diversi dalla scala VITA per ceramica.
Estetica dei sostegni: in ogni viso di qualsiasi paziente ci sono dei punti di repere che vengono in
aiuto per la progettazione della protesi mobile completa:
Il prolabio o bordo vermiglio del labbro superiore;
Il tubercolo del labbro superiore;
Il filtro o columella, cioè la depressione tra il setto nasale e il tubercolo del labbro
superiore;
Il solco mento-labiale;
Il solco naso-labiale;
Il solco labio-marginale, esteso dal labbro inferiore, al margine inferiore della mandibola;
Le commessure labiali
Tutti questi elementi, in presenza di una dentatura sana, sono sostenuti in modo naturale. Il
procedimento di montare i denti frontali superiori “in cresta” è evidentemente scorretto, in
quanto significa: montarli palatalmente, non sostenere il labbro superiore, togliere spazio alla
lingua e dare alla muscolatura periodale una morfologia detta “faccia da protesi”:
• prolabio assente o ridotto;
• Angoli della bocca in basso;
• Solchi naso-labiali e labio-marginali cascanti.
Analogamente, quando il montaggio dei denti frontali inferiori è effettuato “in cresta”, si ha la
protrusione del labbro inferiore, che, con un montaggio corretto, non avviene.
Fonetica
La posizione dei denti frontali condiziona la fonazione. In una dentatura sana, per una corretta
pronuncia del fonema “s”, si deve avere una beanza interincisiva di mm 1-2 fra il margine incisale
dei denti frontali superiori ed il margine incisale dei denti frontali inferiori, da dove passa il flusso
d’aria. Se i denti frontali inferiori sono montati troppo lingualmente, la pronuncia della “s” sarà
alterata.
Durante la pronuncia dei fonemi “f” e “v”, il bordo incisale dei denti frontali superiori deve
sfiorare il labbro inferiore, lungo la linea di confine tra la parte asciutta e la parte bagnata, definita
“bagnasciuga labiale”. Se i denti frontali superiori sono posizionati troppo indietro, rispetto al
labbro inferiore, la pronuncia di “f” e v” è alterata.
Funzione masticatoria
Poiché il ciclo masticatorio inizia in protrusione, una posizione inadeguata dei denti frontali
superiori causerà, durante l’incisione del bolo alimentare, una posizione prognatica della
mandibola e il paziente masticherà avendo il labbro inferiore palesemente in protrusione.
LE TRE INCOGNITE
L’odontoiatra deve riconoscere tre incognite prima di disporre i sei denti frontali superiori nella
loro sede naturale:
quanto devono essere al disotto della cresta;
Quanto davanti alla cresta;
Con quale inclinazione assiale.
La registrazione della verticentrica è più facile quando la mucosa è quasi a riposo e la forza di
chiusura è minima. Come fare?
- Durante la registrazione il paziente non deve esercitare una notevole pressione sui tessuti mucosi
- Bisogna riscaldare la cera e fai chiudere la bocca fino a quando la cera fonetica inferiore tocchi i
denti frontali superiori e ripetere la cosa per 3 volte.
- Raffreddare la cera in acqua ghiacciata
- Eseguire un ultimo controllo.
La registrazione della verticentrica sarà valida quando fra i denti frontali superiori e la cera
fonetica inferiore, si realizza il contatto senza che il paziente eserciti pressione. A questo punto la
registrazione è valida e viene inviata al laboratorio.
a questo punto se non sono stati montati direttamente in bocca, saremmo pronti per il montaggio
dei denti frontali. Il risultato è piu naturale se sono prese in considerazione le posizioni di ogni
singolo dente mascellare e mandibolare.
Una volta fatto questo si ribasano in Hydrocast, una resina morbida a presa ritardata. È formata da
polvere e liquido, si impastano con dei misurini dedicati (2 di polvere con 1 di liquido), questa è la
prima fase, o fase fisica di trasferimento perché si trasferisce l’hydrocast sulla protesi. Quando
comincia ad avere una certa consistenza (seconda fase detta fase chimica o di attesa) si passa alla
terza fase, fase plastica, la protesi deve essere trasferita sul paziente (dopo aver pulito le mucose
con un garza bagnata) e si invita a chiudere in massima intercuspidazione con la protesi
antagonista.
Durante l’attesa si possono modellare le flange ai tessuti facendo compiere movimenti al paziente,
di lateralità, etc. (simili a quelli per rilevare l’impronta funzionale, per verificare gli errori).
Secondo Pound l’hydrocast ci da’ una serie di informazioni utili per la finalizzazione della protesi.
Permette di riconoscere bordi iper-estesi, evidenziati dalla mancanza di materiale sulla resina. Per
scartare l’hydrocast si immerge la protesi diagnostica e la fresa nell’acqua saponata.
Dopo aver scartato la protesi si riposiziona l’hydrocast e si rimette in bocca.
Un’altra informazione che ci da’ è l’ipo-estensione dai bordi, riconosciuta da un eccessiva
deposizione di materiale da ribasatura non sostenuta dalla protesi. In questo caso dovremmo
aumentare il supporto con resina acrilica autoindurente per sostenere la parte di hydrocast non
sostenuta. Si rimuove l’accumulo con un bisturi e si posiziona la resina con la tecnica sale-pepe.
La terza informazione è la presenza di zone della protesi che esercitano troppe pressioni sui
tessuti. Per tutte queste informazioni date dall’hydrocast Pound lo chiamava Dr. White. Tutti
questi interventi valgono sia per la protesi diagnostica superiore che inferiore e servono solo per
rifinire il supporto in resina. Anche se non sono necessarie correzioni, il bordaggio periferico con
hydrocast va eseguito ugualmente allo scopo di migliorare il sigillo periferico.
Una volta fatto il ribasamento con hydrocast inferiore e superiore bisogna ricontrollare
l’occlusione con le cere. Una volta controllata l’occlusione bisogna prendere un indice occlusale,
da ricontrollare nella seduta successiva una volta che il px ritorna dopo i 3-4gg di protesi
diagnostica. Si sceglie un punto a caso, di solito una linea sul vallo inferiore tra primo e secondo
premolare superiore. Ogni volta che il pz tornerà al controllo bisogna vedere se questo indice si
modifica o meno.
Si dimette il pz con la protesi diagnostica, con le dovute raccomandazioni. La protesi va sempre
portata o messa in acqua fredda, senza mai usare spazzolino per protesi. Soprattutto dopo 3-4gg
deve tornare. Nel frattempo l’hydrocast va incontro alla quarta fase, elastica o evolutiva, e
acquista una certa consistenza meno appiccicosa. Se il paziente non dovesse presentarsi o non
dovesse trattare la protesi come raccomandato l’hydrocast entra nella quinta fase: “fuori dalla
bocca”, il materiale diventa completamente inaffidabile, cretoso e fastidioso per i tessuti.
Arrivati a questo punto, dopo aver controllato che non vi siano più problemi, bisogna finalizzare la
protesi diagnostica.
Per finalizzarlo si impastano polvere e liquido di Hydrcast con rapporto 1:1 (consistenza molto
liquida) e si stende il materiale con un pennellino su tutte le protesi. Si fa indossare poi la protesi
al paziente facendo compiere movimenti funzionali attivi e passivi per almeno 5 min. Si rimuovono
le protesi dalla bocca e si fa cadere a pioggia sulle protesi la sola polvere di Hydrocast. Si asporta
l’eccesso e si rimette in bocca per altri 5 min. Solo dopo aver fatto questo si manda tutto in
laboratorio. È importante perché rende ruvida la superficie a contatto con i tessuti molli
aumentando la ritenzione fisica.
Prima di inviarle si può anche rilevare un arco facciale di riferimento (per informazioni su come si
prende un arco facciale vedere il libro, il prof non l’ha spiegato pag 208), per poter utilizzare in
laboratorio un articolatore a valori semi-individuali.
APPROFONDIMENTI
Mentre l’incisivo laterale dovrà avere un’intensità più chiara rispetto al centrale, il canino dovrà
avere una maggiore intensità.
La classe occlusale
Constatiamo che in quasi tutte le protesi mobili complete, i denti sono montati in prima classe.
Occorre tenere presente che esistono anche le seconde e le terzi classi ortodontiche, ciò deve
essere tenuto in considerazione allo scopo di ripristinare la classe naturale del paziente. Nei casi di
seconda classe prima suddivisione, i movimenti di traslazione della mandibola hanno un’ampiezza
di diversi millimetri (da 3 a 15 mm), pertanto nel caso in cui si effettua un montaggio in prima
classe, si elimina l’overjet e di conseguenza si avranno:
instabilità della protesi, infatti ogni volta che la mandibola va in profusione, la protesi
inferiore, ha un impatto con la protesi superiore;
Lesioni traumatiche della mucosa orale, particolarmente nella zona anteriore della volta
palatina.
Lo scopo della ribasatura della protesi mobile completa è: creare una superficie tissutale
assolutamente adeguata alla mucosa orale.
Il riassorbimento osseo si sviluppa rapidamente nei mesi immediatamente successivi all’avulsione
dei denti per poi stabilizzarsi entro l’anno. L’entità di tale riassorbimento nell’arcata inferiore è
quasi il doppio rispetto alla superiore e maggiore nella regione frontale.
Il riassorbimento può essere ridotto realizzando:
• Corretti rapporti occlusali;
• Precisa aderenza della protesi alla mucosa di appoggio;
• Adeguata estensione del supporto;
• Mantenimento delle buone condizioni di salute;
• Le protesi non vanno indossate durante il riposo notturno.
Gli innesti ossei hanno portato a scarsi risultati per l’adattamento della protesi.
Il più delle volte il paziente riferisce che “la protesi si è allentata”, in tal caso si rende necessaria
una ribasatura (diffidare dai materiali per ribasature venduti nei negozi sanitari fai da te).
Il protesista deve, prima di ribasare, controllare le condizioni del supporto, cioè della mucosa che
deve essere rosea e senza lesioni. Ogni riabilitazione protesica deve essere iniziata solamente
quando i tessuti orali sono sani, non sofferenti o deformati.
Le alterazioni del tessuto mucosa possono guarire, quando la vecchia protesi non è usata per un
certo tempo.
Le resine resilienti si sono dimostrate provvidenziali, perché permettono la riabilitazione dei
tessuti orali, usando le stesse protesi dei pazienti, dopo aver corretto eventuali errori del supporto
e occlusali.
Rischi: è difficile controllare la pressione sulla mucosa, quando il paziente chiude la bocca; è facile
modificare i rapporti occlusali; è facile ottenere resina porosa sulla superficie di contatto, con
formazione di odore e sapore sgradevole e infiammazione della mucosa.
FASI CLINICHE:
individuare con una pasta al silicone le aree di pressione;
Creare lo spazio per il materiale d’impronta con la tecnica dei solchi;
Pennellare un adesivo sulla superficie tissutale della protesi;
Miscelare il materiale da impronta e rivestire la superficie tissutale con uno strato sottile ed
uniforme;
Inserire la protesi in bocca e far chiudere in massima intercuspidazione;
Eseguire la modellazione dei bordi con movimenti funzionali attivi e passivi;
Rimuovere la protesi ed inviarla al laboratorio.
FASI DI LABORATORIO
Vedere pagina 299 glauco marino o 307 del pdf.
RIBASATURA O RIBASAMENTO
La ribasatura prevede la sostituzione dell’intera base protesica. Si può eseguire solamente a
determinate condizioni:
Situazione ottimale dei tessuti orali;
Quando il paziente è soddisfatto del suo aspetto estetico;
L’estensione delle basi protesiche è adeguata;
Il piano occlusale è collocato in posizione estetica e funzionale corretta;
La dimensione verticale del viso è accettabile e lo spazio fonetico è ottimale;
L’occlusione fisiologica coincide con la relazione centrica, o l’errore è così piccolo da poterlo
correggere.
Il paziente viene da noi e riferisce che la protesi si è allentata, la metodica prevede che venga
prelevata un’impronta funzionale (dopo aver sempre utilizzato la tecnica dei solchi,
precedentemente descritta) e poi che il materiale da impronta venga sostituito completamente in
laboratorio, con resina termoindurente a base di polimetil-metacrilato.
È una protesi che sostituisce le strutture mascellari compromesse e la dentatura non più
recuperabile. È inserita in bocca dopo l’estrazione dei denti. È inserita in bocca dopo l’estrazione
dei denti.
Vantaggi:
• permette al soffitto di non interrompere la sua attività sociale e commerciale;
• Protegge il coagulo negli alveoli;
• Favorisce la cicatrizzazione, specialmente se, nell’attesa della protesi definitiva, è applicata una
resina molle a presa ritardata (hydrocast);
• Protegge da traumi, dal cibo, dai fluidi orali, dall’azione della lingua, dai denti presenti
nell’arcata antagonista;
• Tiene sotto controllo l’espansione della lingua nello spazio diventato disponibile per
l’edentulismo;
• Rende più disposti all’estrazione i pazienti più incerti, assicurando l’immediata sostituzione.
Rischi:
• Dopo l’estrazione, nell’immediato e per 8-12 mesi, le creste alveolari, continuano a rimodellarsi
per quanto le basi protesiche diventano sempre meno aderenti e ritentive, quindi più instabili;
• La base protesica deve essere, fino alla guarigione, periodicamente ribassata con hydrocast e
contemporaneamente controllare l’occlusione.
La lamentela più frequente dei pazienti è dovuta all’insoddisfazione estetica. Per questo motivo si
preferisce la costruzione della protesi immediato in due fasi:
• la prima fase è estrarre solamente i denti posteriori (che non alterano l’estetica del viso e
costruire una per senza ganci);
• La seconda è fabbricare una protesi definitiva quando le creste residue sono completamente
guarite.