UNIPdR 88-2020
UNIPdR 88-2020
UNIPdR 88-2020
Verification requirements for the recycled and/or recovered and/or by-product content which is present in
the products
La prassi di riferimento definisce la modalità di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato
e/o sottoprodotto, dichiarato da un’organizzazione per un proprio prodotto immesso sul mercato
nazionale, indipendentemente dalla sua tipologia, purché esso sia compreso nel campo di
applicazione definito dalla prassi stessa. Stabilisce inoltre i requisiti dello schema e dell’iter
certificativo, così come degli organismi di certificazione che effettuano tale verifica.
Si applica a tutti gli organismi di certificazione chiamati a verificare e certificare il contenuto di
materiale riciclato (eventualmente ulteriormente distinto tra la sua componente pre-consumer e/o
post-consumer), e/o recuperato e/o di sottoprodotto di un prodotto.
Essa può risultare un utile strumento di guida per le stesse organizzazioni che intendono dichiarare
tali aspetti ambientali.
La certificazione basata sulla presente prassi rilasciata da organismi di certificazione può essere
considerata un mezzo di verifica appropriato per dimostrare i requisiti relativi al contenuto di
materiale riciclato e/o recuperato e/o di sottoprodotto indicati nei Criteri Ambientali Minimi (CAM)
emanati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La prassi risulta parimenti utile per la dimostrazione dei medesimi requisiti richiesti ai prodotti,
componenti e materiali dai diversi protocolli di sostenibilità degli edifici (ad es. LEED, ITACA, ecc.).
I contenuti possono essere riprodotti o diffusi (anche integralmente) a condizione che ne venga data
comunicazione all’editore e sia citata la fonte.
PREMESSA
La presente prassi di riferimento UNI/PdR 88:2020 non è una norma nazionale, ma è un documento
pubblicato da UNI, come previsto dal Regolamento UE n.1025/2012, che raccoglie prescrizioni
relative a prassi condivise all'interno del seguente soggetto firmatario di un accordo di
collaborazione con UNI:
CONFORMA AIOICI ALPI
Piazzale R. Morandi 2, Viale Monza, 265, Via Ferrarese, 3
20121 Milano 20125 Milano MI 40128 Bologna
La presente prassi di riferimento è stata elaborata dal Tavolo “Certificazione prodotti CAM” condotto
da UNI, costituito dai seguenti esperti:
Dario Agalbato – Project Leader (Conforma)
Rodolfo Cattoi – (UNI CT 600/SC25 UNIPLAST – Recupero materie plastiche)
Daniele D’Amino – (Accredia)
Lara Fagandini – (UNI/CT 004/GL15 AMBIENTE – Cambiamento climatico)
Stefano Incrocci – (Conforma)
Manuel Mari – (Conforma)
Daniele Pernigotti – (UNI/CT004/GL15 AMBIENTE – Cambiamento climatico)
Giuseppe Persano – (Alpi)
Massimo Pugliese – (Aioici/Alpi)
Marco Sarti – (Alpi)
Alessandro Seno – (Accredia)
Angelo Simonelli – (Aioici)
Giombattista Traina – (Alpi)
La presente prassi di riferimento è stata ratificata dal Presidente dell’UNI il 2 luglio 2020.
Le prassi di riferimento, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della
normazione europea”, come previsti dal Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che
introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori,
sotto la conduzione operativa di UNI.
Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla
loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI,
UNI/TS, UNI/TR) oppure devono essere ritirate.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione della presente prassi di riferimento, di poter fornire
suggerimenti per un suo miglioramento è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente
Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione.
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Sommario
INTRODUZIONE .................................................................................................................................................................. 4
4 PRINCIPIO ................................................................................................................................................................. 10
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6.2 ITER PER LA CERTIFICAZIONE DEL CONTENUTO DI RICICLATO E/O RECUPERATO E/O
SOTTOPRODOTTO ................................................................................................................................................... 26
6.2.1 VALUTAZIONE INIZIALE, RINNOVO, ESTENSIONE .................................................................................... 26
6.2.2 SORVEGLIANZA PERIODICA ........................................................................................................................ 27
BIBLIOGRAFIA.................................................................................................................................................................. 31
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INTRODUZIONE
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UNI/PdR 88:2020
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente prassi di riferimento rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute
in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi e legislativi sono citati nei punti appropriati del testo e
sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni
apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nel presente documento come
aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla
quale si fa riferimento.
UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012 Valutazione della conformità - Requisiti per organismi che
certificano prodotti, processi e servizi
1 La presente prassi ed il relativo campo di applicazione potranno essere aggiornati su richiesta dei settori
imprenditoriali interessati.
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3 TERMINI E DEFINIZIONI
3.3. contenuto di riciclato: Proporzione, in massa, di materiale riciclato (vedi 3.6) in un prodotto o
imballaggio. Solo i materiali “pre-consumer” (vedi 3.8) e “post-consumer” (vedi 3.7) devono
essere considerati come contenuto di riciclato, coerentemente all’utilizzo dei seguenti termini
[UNI EN ISO 14021, 7.8.1.1 a].
NOTA 1: la proporzione deve essere stabilita sulla massa del prodotto finito.
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NOTA 2: se il valore del contenuto di riciclato è variabile, in coerenza con quanto indicato al par. 7.8.3.3
della norma UNI EN ISO 14021 è possibile dichiarare il contenuto minimo di materiale riciclato.
3.4. contenuto di sottoprodotto: Proporzione, in massa, di sottoprodotto (vedi 3.18) presente in
un prodotto finito.
NOTA 1: la proporzione deve essere stabilita sulla massa del prodotto finito.
NOTA 2: se il valore del contenuto di sottoprodotto è variabile, in analogia a quanto indicato nella Nota
2 del par. 3.3, è possibile dichiarare il contenuto minimo di sottoprodotto.
3.5. materiale recuperato: Materiale che sarebbe stato altrimenti smaltito come rifiuto o utilizzato
per il recupero di energia, ma che è stato invece raccolto e recuperato come materiale di
alimentazione, al posto di una materia prima nuova, per un processo di riciclaggio o di
produzione. [UNI EN ISO 14021, 7.8.1.1 c].
NOTA 1: il materiale recuperato deriva da un’operazione di recupero (vedi 3.13) di un rifiuto, autorizzata
ai sensi degli articoli 208, 216 e della parte II del D. Lgs. n. 152/06, e svolta in conformità a quanto
previsto all’All. C parte IV del D.lgs. n. 152/2006 e analoga norma comunitaria [Direttiva 2008/98/CE,
così come modificata dalla Direttiva (UE) 2018/851].
NOTA 2: si evidenzia che un materiale recuperato si differenzia da un materiale riciclato in quanto
quest’ultimo è soggetto anche ad un “processo di riciclaggio” oltre che di recupero. Pertanto:
- quando un materiale recuperato accede direttamente ad un processo di fabbricazione senza che a tal
fine sia precedentemente sottoposto ad uno specifico “processo di riciclaggio”, esso è da considerarsi
nel calcolo del contenuto di materiale recuperato.
- quando un materiale recuperato accede direttamente ad un processo di fabbricazione, che include
inizialmente anche il “processo di riciclaggio”, senza che quest’operazione risulti chiaramente
separata dal processo di fabbricazione stesso, il materiale è da considerarsi a tutti gli effetti quale
materiale riciclato, e quindi contribuisce al calcolo del contenuto di materiale riciclato (coerentemente
con quanto indicato in UNI EN ISO 14021 ANNEX A).
NOTA 3: come indicato nella Nota 2 della definizione della norma UNI EN ISO 14021, “le espressioni
“materiale recuperato” e “materiale rigenerato” sono trattate come sinonimi; tuttavia è riconosciuto che,
in alcuni paesi, una o l’altra di tali espressioni possono essere preferite per tale applicazione”. Per tale
motivo nella presente prassi ci si riferisce unicamente al termine di “materiale recuperato”.
3.6. materiale riciclato: Materiale che è stato rilavorato da materiale recuperato (vedi 3.5)
mediante un processo di lavorazione e trasformato in un prodotto finale o in un componente
da incorporare in un prodotto [UNI EN ISO 14021, 7.8.1.1 b].
NOTA: la Materia Prima Seconda e i materiali derivati da processo di End of Waste sono un materiale
riciclato.
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NOTA 1: si chiarisce che solo un materiale riciclato, così come definito in par. 3.6, può essere a sua
volta classificato come materiale “pre-consumer”, in ragione dell’origine del rifiuto da cui proviene.
NOTA 2: In questa categoria ricadono anche le terre e rocce da scavo qualificate come rifiuto.
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3.19. terre e rocce da scavo: Suolo escavato derivante da attività finalizzate alla realizzazione di
un’opera, tra le quali: scavi in genere (sbancamento, fondazioni, trincee); perforazione,
trivellazione, palificazione, consolidamento; opere infrastrutturali (gallerie, strade); rimozione e
livellamento di opere in terra. Le terre e rocce da scavo possono contenere anche i seguenti
materiali: calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro (PVC), vetroresina, miscele cementizie e
additivi per scavo meccanizzato, purché le terre e rocce contenenti tali materiali non
presentino concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti di cui alle colonne A e B, Tabella 1,
Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per la
specifica destinazione d’uso [DPR 13 giugno 2017 n. 120, art. 2, comma 1, lettera c].
L’impiego di terre da scavo nei processi industriali come sottoprodotti, in sostituzione dei
materiali di cava, è consentito nel rispetto delle condizioni fissate all'articolo 184 bis e dal DPR
n. 120/2017 art. 4, comma 2.
NOTA: per la classificazione delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti o rifiuti si veda il DPR 13
giugno 2017 n. 120 – disciplina la gestione delle terre e rocce da scavo quali sottoprodotti, rifiuti e
l'esclusione dal regime dei rifiuti.
3.20. unità produttiva: Impianto dove ha luogo il processo di fabbricazione del prodotto oggetto di
verifica (ad es.: miscelazione dei materiali costituenti, lavorazione, assemblaggio, ecc.).
NOTA: per unità produttiva s’intendono tutti gli impianti in cui ha luogo il processo di fabbricazione.
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4 PRINCIPIO
4.1 FINALITÀ
- favorire la coerente confrontabilità dei requisiti di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto, relativi ad un prodotto, a tal fine chiarendo eventuali possibili disomogenee
interpretazioni su tali tematiche;
- definire una metodica di verifica dei requisiti individuati al precedente punto, da applicarsi da
parte degli organismi di certificazione al fine del rilascio di certificazioni di prodotto relative ad
un prodotto,
- definire i requisiti degli organismi di certificazione utili per la costituzione di uno schema di
accreditamento per effettuare le verifiche per le finalità di cui al precedente punto, realizzate in
conformità allo schema n. 6 descritto nella norma UNI CEI EN ISO/IEC 17067;
Esiste una sostanziale coerenza tra la normativa tecnica e la legislazione nazionale in merito alla
disciplina delle tematiche ricollegabili al requisito di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto, relativo ad un prodotto.
Il documento chiarisce le eventuali, possibili differenti interpretazioni, con particolare riferimento alle
definizioni contenute nel precedente par. 3 tratte dalla normativa tecnica esistente e dalla
legislazione nazionale, ed in particolare:
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Il contenuto di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto in un prodotto non è definibile
attraverso misure sperimentali. Esso è determinabile solo attraverso il calcolo del bilancio di massa
dei componenti costituenti, sulla base delle ricette compositive del prodotto. Per questo motivo la
modalità di verifica prevede la verifica della tracciabilità del materiale riciclato, recuperato,
sottoprodotto in ingresso al processo di fabbricazione, a corretta determinazione del calcolo della
loro quantità e la verifica del processo di fabbricazione dell’organizzazione, al fine di assicurare che
il prodotto finito immesso sul mercato abbia effettivamente il contenuto di materiale riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto indicato
4.4 APPLICABILITÀ
I contenuti del presente documento si applicano per la verifica del contenuto di riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto anche qualora il prodotto sia immesso sul mercato da un distributore o
importatore o da un rappresentante autorizzato e non direttamente dal fabbricante, a patto che le
verifiche siano effettuate presso il sito produttivo ove ha luogo il processo di fabbricazione.
Il presente documento si applica ai prodotti immessi sul mercato nazionale, a prescindere che la
fabbricazione del prodotto avvenga presso siti produttivi collocati in territorio extra nazionale o
nazionale.
5.1 GENERALITÀ
Il processo (iter) di verifica della conformità del valore di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto dichiarato da un’organizzazione è applicabile a tutti i prodotti che le organizzazioni
offrono sul mercato e per cui richiedono la valutazione della conformità, indipendentemente dalla
tipologia del prodotto stesso, nel rispetto del campo di applicazione definito in par. 1. Le
organizzazioni richiedenti possono essere italiane o estere.
L’iter di verifica della conformità di un prodotto prevede una verifica iniziale, cui segue una verifica
periodica almeno annuale per la sorveglianza nel tempo della conformità inizialmente accertata o
per la sua verifica nel tempo a seguito di modifiche del valore dichiarato per il medesimo prodotto.
In fase di verifica iniziale l’organismo di certificazione effettua una verifica presso l'unità produttiva
nella quale viene realizzato il prodotto oggetto di verifica ed eventualmente presso il sito di recupero
dei rifiuti se tale operazione è svolta direttamente dall'organizzazione. In tale occasione l'organismo
effettua:
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L’organizzazione deve fornire tale informazione mediante un documento che deve contenere
almeno i seguenti elementi:
a) nome dell’organizzazione;
2EMAS Sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS = Eco-Management and Audit Scheme) basato
sul Regolamento (CE) n.1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009
sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), che
abroga il regolamento (CE) n. 761/2001 e le decisioni della Commissione 2001/681/CE e 2006/193/CE
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Al fine di determinare il valore del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto
l’organizzazione deve:
a) predisporre un elenco dei materiali in ingresso al processo di fabbricazione del prodotto oggetto
della richiesta di verifica. Ciascun materiale deve essere classificato secondo una tra le
seguenti forme:
- materiale riciclato (con eventuale indicazione delle componenti pre-consumer e post-
consumer, se dichiarate dall’azienda);
- materiale recuperato;
- sottoprodotto;
- materia prima contenente materiale riciclato (con eventuale indicazione delle componenti
pre-consumer e post-consumer, se dichiarate dall’azienda);
- materia prima contenente materiale recuperato;
- materia prima contenente sottoprodotto;
- materia prima vergine.
Per ciascun materiale in tal modo classificato, l’organizzazione deve essere in possesso della
documentazione indicata nel precedente par. 5.2, punto b), e di quella necessaria per
individuarne i quantitativi impiegati e la provenienza.
b) classificare il materiale riciclato come “pre-consumer” o “post-consumer” in funzione dell’origine
del rifiuto da cui proviene il materiale riciclato, nel caso in cui tale classificazione sia dichiarata
dall’organizzazione;
c) predisporre un bilancio di massa basato su tutte le ricette compositive distinte necessarie per la
definizione del valore di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto dichiarato per
ciascun prodotto. A tal fine conteggia tutte le materie prime utilizzate, individuando quali di esse
sono vergini, quali sono classificate come riciclato, recuperato o sottoprodotto.
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Ai fini della verifica da parte dell’organismo di certificazione, l’organizzazione deve disporre delle
registrazioni sulla produzione del prodotto oggetto di verifica, relative a un definito periodo di tempo
di riferimento. Ai fini della verifica iniziale l'organizzazione concorda con l'organismo di certificazione
tale periodo di tempo, in funzione della tipologia di prodotto oggetto di verifica, normalmente non
inferiore a 3 mesi.
Nel caso in cui l’organismo di certificazione sia chiamato a effettuare la verifica puntuale su una
specifica fornitura o lotto di produzione di un prodotto, deve accertarsi delle registrazioni e della
documentazione riferita alla specifica produzione.
La documentazione necessaria a dimostrare il contenuto di materiale riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto, deve essere disponibile presso l’organizzazione fintanto che il prodotto è in
commercio.
Sulla base delle informazioni fornite dall’organizzazione in accordo ai punti precedenti, l’organismo
di certificazione determina le durate delle attività di verifica.
In ogni caso, il tempo minimo di verifica non deve essere inferiore a 0,5 giorni-uomo, stabilito
considerando la presenza di tutte le seguenti condizioni:
- tutti i prodotti appartengono alla stessa tipologia (stessa famiglia di prodotto),
- presenza di massimo n. 10 ricette compositive distinte dei prodotti;
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L’organismo di certificazione deve verificare che l’organizzazione abbia predisposto una o più
procedure documentate che specifichino come l’organizzazione tiene sotto controllo tutti gli elementi
che influenzano direttamente o indirettamente il contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto dichiarato dall’organizzazione stessa.
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Tali procedure possono essere costituite anche da documenti appartenenti ai sistemi di gestione
certificati e/o ai sistemi di controllo della produzione (FPC) dell’organizzazione, se presenti.
Le procedure devono includere almeno i seguenti elementi:
a) identificazione del prodotto oggetto di certificazione ed eventuali criteri per l’accorpamento di
prodotti simili;
b) descrizione del processo di fabbricazione, con identificazione dei flussi di materiali in ingresso,
dei processi di lavorazione e delle modalità di registrazione dei parametri di processo rilevanti ai
fini della determinazione del contenuto di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto;
c) definizione e documentazione di compiti e responsabilità per tutte le fasi significative del
processo di raccolta ed analisi dei dati, e per la gestione operativa dei processi;
d) acquisizione delle evidenze utili per la determinazione del contenuto di riciclato e/o recuperato
e/o sottoprodotto nel prodotto oggetto di verifica, relative alle materie prime impiegate, così
come indicato al precedente par.5.2, punto b);
e) elenco e classificazione in base all’origine dei materiali in ingresso al processo di fabbricazione;
f) identificazione del periodo temporale a cui fanno riferimento i dati raccolti al fine della verifica;
g) analisi del rischio di fattori che possono avere una ricaduta sui valori dichiarati oggetto di
verifica;
h) identificazione delle modalità per la raccolta dei dati relativi alla massa di ciascuno dei materiali
in ingresso nel periodo di riferimento;
i) modalità per la determinazione della percentuale di materiale riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto nelle materie prime;
j) identificazione della strumentazione utilizzata per la determinazione dei quantitativi di ciascuno
dei materiali in ingresso al processo di fabbricazione, della relativa incertezza di misura e delle
modalità di taratura;
k) evidenze di eventuali prove sperimentali effettuate per la determinazione dei valori considerati
per la determinazione del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto relativi alla
percentuale di umidità dei materiali in ingresso al processo di fabbricazione e/o alle perdite di
processo (es. prove di perdita al fuoco), qualora queste siano rilevanti ai fini del calcolo
realizzato;
l) identificazione delle modalità di conservazione dei dati e delle relative evidenze di supporto;
m) gestione delle anomalie e dei reclami.
n) definizione del processo di autocontrollo di produzione in fabbrica affinché assicuri gli elementi
indicati in successivo par. 5.2.7;
Il contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto nelle materie prime, semilavorati o prodotti
componenti acquisiti da fornitori dell’organizzazione, che contribuiscono al contenuto di riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto del prodotto oggetto di verifica, deve essere dimostrabile attraverso
una tra le seguenti evidenze:
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a) una Dichiarazione Ambientale di Prodotto redatta in conformità alla norma UNI EN ISO 14025 e
convalidata da un organismo di certificazione accreditato UNI CEI EN ISO/IEC 17065,
contenente l’informazione pertinente tra le indicazioni ambientali aggiuntive;
b) una certificazione di prodotto del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto rilasciata
da un organismo di certificazione accreditato UNI CEI EN ISO/IEC 17065 e facente riferimento
alla presente prassi di riferimento;
c) certificazione di prodotto del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto rilasciata
sulla base di uno schema di certificazione accreditato;
d) per il cemento e per i prodotti costituiti da cemento, nonché per gli aggregati, esclusivamente
per un periodo di due anni dalla pubblicazione della presente prassi, è ammessa anche una
asserzione ambientale auto-dichiarata convalidata a seguito di verifiche in situ, di cui occorre
mantenere registrazione, effettuate da un organismo di valutazione della conformità accreditato
secondo la norma UNI EN ISO 17065 di comprovata competenza ed esperienza su tali prodotti
e materiali edili, sulla base delle attività e delle procedure indicate nel paragrafo 5 della presente
prassi3.
Nel caso in cui nessuna tra le evidenze sopradescritte siano rese disponibili dall’organizzazione per
un materiale di un fornitore in ingresso al processo di fabbricazione, il contributo di tale materiale ai
fini del calcolo del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto deve essere considerato
nullo.
Al fine di promuovere una crescita complessiva del sistema in direzione di una garanzia offerta
dall’intera catena di fornitura dei materiali costituenti un prodotto contenente materiale riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto, in coerenza a quanto sopra specificato, s’incoraggia l’organizzazione
a definire una politica di approvvigionamento, che favorisca quei fornitori in grado di fornire per i
propri prodotti le evidenze soprarichiamate. Tale politica di approvvigionamento deve essere in
particolare rivolta ai fornitori di prodotti per i quali la legislazione in vigore non richiede già specifiche
evidenze e/o certificazioni in merito al contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto.
3 per il calcolo del contenuto di materiale recuperato e/o recuperato e/o sottoprodotto dei cementi si
raccomanda di fare riferimento anche al documento AITEC “Linea guida per la quantificazione del materiale
recuperato, riciclato o sottoprodotto nella produzione di cemento ai fini delle asserzioni ambientali
autodichiarate o ai fini delle certificazioni sul contenuto di riciclato/recuperato e del sottoprodotto”
4 Per “prodotto finito” s’intende il prodotto risultante al termine del processo di fabbricazione. Si veda
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X = valore dichiarato del materiale riciclato o recuperato o sottoprodotto contenuto nel prodotto
finito;
A = peso del materiale riciclato o recuperato o sottoprodotto nel prodotto finito;
P = peso del prodotto finito oggetto di verifica.
b) verificare la coerenza tra i valori dichiarati dall’organizzazione e i valori calcolati attraverso un
bilancio di massa, predisposto dall’organizzazione per ciascuna ricetta riferita ai prodotti oggetto
di verifica al fine della determinazione del valore dichiarato di contenuto di riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto.
c) verificare la correttezza dei valori calcolati attraverso la metodologia definita dall’organizzazione
di cui al punto a);
L’organizzazione deve documentare all’organismo di certificazione il bilancio di massa eseguito,
che deve riportare le quantità di tutti i materiali in ingresso al processo di fabbricazione
(espresse in massa/peso), i fattori per considerare le perdite di massa legate all’umidità dei
materiali in ingresso e/o alle perdite di processo e il calcolo del valore di contenuto di riciclato
e/o recuperato e/o sottoprodotto presente nel prodotto finito.
Il valore del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto determinato a partire da
questo bilancio di massa, deve essere riferito al prodotto finito, considerando la sola massa
secca del materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto in ingresso al processo produttivo.
A tal fine si deve determinare e decurtare la percentuale di umidità dei materiali in ingresso, ove
questa sia rilevante. Il valore del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto nel
prodotto finito deve inoltre tener conto di eventuali perdite di massa durante il processo
produttivo, qualora queste siano presenti.5
La predisposizione del calcolo del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto può
avvenire con l’ausilio di uno strumento informatico o con un foglio di calcolo, che deve essere
opportunamente codificato dall’organizzazione e verificato dall’organismo di certificazione
L’attività di verifica del calcolo da parte dell’organismo di certificazione deve essere svolta sul
100% dei prodotti oggetto di verifica.
Nel caso in cui, l’organizzazione dichiari un unico valore minimo di contenuto di riciclato e/o
recuperato e/o sottoprodotto per un elevato numero di prodotti appartenenti alla stessa
tipologia, le cui ricette presentano le stesse materie prime costituenti, ma con percentuali
compositive differenti, l’organismo di certificazione valuta se condurre tale verifica individuando
e verificando la sola ricetta rappresentante il caso maggiormente sfavorevole in termini di valori
calcolati di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto.
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In aggiunta ai controlli previsti nelle precedenti fasi dell’iter di verifica, l’organismo di certificazione si
accerta della coerenza tra il contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto calcolato quello
dichiarato e quello effettivamente contenuto al termine del processo di fabbricazione nel prodotto
oggetto di verifica
Tale attività è svolta mediante verifiche condotte nell’unità produttiva, e ha il seguente duplice
scopo:
a) accertare l’effettivo impiego delle ricette di produzione oggetto delle precedenti verifiche del
calcolo del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto (par. 5.2.6), mediante verifiche
dirette sull’impianto del processo di fabbricazione, e/o sulla base delle registrazioni dei dati di
produzione e/o secondo evidenze alternative considerate equipollenti alle precedenti da parte
dell’organismo di certificazione;
b) verificare la sostanziale coerenza, rilevabile in un definito periodo temporale significativo, tra i
quantitativi totali approvvigionati di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto in
ingresso al processo di fabbricazione e i quantitativi totali dei prodotti oggetto di verifica in uscita
dal processo di fabbricazione;
L’attività di verifica da parte dell’organismo di certificazione indicata al precedente punto a) è
realizzata almeno sul 20% dei prodotti oggetto di verifica. L’organismo di certificazione valuta
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l’eventuale necessità di aumentare la percentuale minima dei prodotti oggetto di verifica, in base
alla tipologia e alla specificità di settore d’impiego dei prodotti oggetto di verifica.
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verifica iniziale o di sorveglianza, per effetto di modifiche che hanno interessato gli elementi indicati
al paragrafo precedente.
In relazione all’individuazione del periodo di produzione utile per le verifiche di cui al par. 5.2.1.3 si
deve prendere in considerazione l'intervallo di tempo intercorso dalla verifica precedente.
L’attività viene condotta secondo quanto previsto al precedente par 5.2.6, ed è relativa ad eventuali
aggiornamenti della metodologia di calcolo del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto e ai calcoli predisposti dall’organizzazione per la determinazione dei valori dichiarati,
sviluppati a partire dalla ricetta, relativi a eventuali nuovi prodotti, o per i prodotti già verificati in fase
di verifica iniziale il cui valore dichiarato o la ricetta compositiva siano stati modificati.
L’attività di verifica del calcolo da parte dell’organismo di certificazione è svolta sui prodotti oggetto
di certificazione secondo un campionamento pari al 100%, limitatamente a quei prodotti la cui ricetta
o il cui valore del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto è oggetto di modifica da
parte dell’organizzazione.
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L’attività è realizzata secondo un campionamento minimo del 20% dei prodotti oggetto di verifica,
aventi distinte ricette compositive. Ad ogni verifica l’organismo di certificazione deve aver cura di
definire il campionamento privilegiando la scelta degli elementi (prodotto, componente di prodotto o
materiali) che non siano già stati oggetto di controlli in precedenti fasi di verifica (iniziale o di
sorveglianza), a secondo della disponibilità degli stessi, e salvaguardando il criterio della rotazione.
Nel caso in cui la richiesta di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto
pervenisse da un distributore o importatore o il rappresentante autorizzato del prodotto e non
direttamente dal fabbricante, l’iter di verifica prevede le fasi di seguito descritte.
Il contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto è verificato secondo le seguenti due
possibilità tra loro alternative:
a) Il distributore fornisce evidenza di una certificazione del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o
sottoprodotto rilasciata da un organismo di certificazione al fabbricante e da questo trasmessa al
distributore / importatore / rappresentante autorizzato, sulla base della quale si svolge l’attività di
verifica;
b) In caso non sia disponibile un certificato rilasciato da un ente di parte terza relativo al contenuto
di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, il distributore si assume l’onere di far effettuare la
verifica dell’organismo di certificazione presso le unità produttive del fabbricante da cui si
approvvigiona, secondo le modalità già illustrate nei precedenti par. 5.2 e 5.3.
6 SCHEMA CERTIFICATIVO
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campioni estratti dall’unità produttiva, in quanto tecnicamente non idonee a verificare il contenuto di
materia riciclata e/o recuperata e/o sottoprodotto.
6.1.1 GENERALITÀ
Per garantire l'efficacia ed efficienza del processo di verifica delineato nel presente documento al
par. 5, il personale dell'organismo di certificazione che effettua la valutazione di conformità deve
possedere i requisiti espressi ai successivi par. 7.2 e 7.3.
Inoltre l’organismo deve essere strutturato in modo da:
- garantire i necessari requisiti di indipendenza, imparzialità, trasparenza, competenza e assenza
di conflitti di interesse;
- assicurare l’omogeneità delle valutazioni;
- definire, adottare e rispettare un proprio sistema di procedure documentate relative all’attività di
verifica oggetto del presente documento, nonché un proprio codice deontologico.
I requisiti sopra indicati si intendono assolti da organismi di certificazione di prodotto accreditati in
conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065 ai sensi del Regolamento (CE) n. 765/2008 del
Parlamento Europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008.
L’organismo di certificazione deve garantire che il gruppo di verifica risponda ai requisiti riportati nel
prospetto seguente:
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(1) Gli auditor già qualificati da OdC per schemi SGA/SGQ/EPD o per altri schemi
di certificazione prodotto (es.: CPR) soddisfano il requisito.
L’iter per la certificazione del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto dei prodotti di
una organizzazione prevede le seguenti attività da parte dell’organismo di certificazione:
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L’iter per la certificazione del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto dei prodotti di
una organizzazione prevede le seguenti attività da parte dell’organismo di certificazione:
a) Definizione della durata dell’attività di verifica in accordo al contratto, o adeguamento a seguito
di eventuali possibili variazioni;
b) Sottoscrizione del contratto da parte dell’organizzazione, riesame del contratto e accettazione
della domanda di certificazione;
c) Nomina del gruppo di verifica ispettivo e programmazione attività di verifica;
d) Esecuzione dell’attività di verifica da parte del gruppo di verifica ispettivo, così come indicato nel
par. 5.3 e relativi sottopunti del presente documento. L’attività deve essere rendicontata
attraverso adeguato Rapporto di verifica, secondo le procedure e le modalità definite
dall’Organismo di certificazione;
e) Riesame dell’attività di verifica del Gruppo di verifica ispettivo;
f) Decisione in merito al mantenimento della validità della certificazione e decisione sulla
eventuale riemissione del certificato (ove necessario6);
g) Comunicazione esito della verifica e trasmissione dell’eventuale certificato aggiornato
all’organizzazione.
6 Ad es. nel caso di variazione dei valori dichiarati di contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto per
i medesimi prodotti e unità produttive già certificate in fase di valutazione inziale.
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6.3 TARIFFARIO
L’organismo di certificazione deve predisporre un tariffario che deve specificare i singoli importi
relativi a:
- gestione della pratica di certificazione;
- verifiche ispettive documentali e in sito (valutazione iniziale/ supplementare/ straordinaria,
estensione, sorveglianza, rinnovo);
- rilascio della certificazione (emissione certificato);
- spese extra (vitto, alloggio, viaggio).
In particolare, le durate delle verifiche ispettive devono considerare anche le attività di verifica della
tracciabilità dei materiali in ingresso al processo di fabbricazione del prodotto oggetto di
certificazione (vedi par. 5.2.3), relativamente alla tematica della gestione dei rifiuti, dei materiali
recuperati e dei sottoprodotti, eventualmente impiegati nel prodotto oggetto di certificazione, e del
sopralluogo al sito di recupero dei rifiuti, quando questa attività è effettuata direttamente
dall’organizzazione richiedente la certificazione, e se diverso dal sito dell’unità produttiva.
Qualora l’organizzazione disponga per il sito di recupero di un sistema di gestione ambientale
conforme alla UNI EN ISO 14001 certificato da un organismo di terza parte accreditato nell’ambito
MLA EA/IAF e/o una registrazione EMAS, le verifiche dell’organismo di certificazione potranno
avere luogo sulla base di un minor numero di ore uomo con conseguente riduzione delle durate di
verifica dell’organismo di certificazione.
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- riciclato;
- recuperato;
- sottoprodotto.
Non è necessario riportare sul certificato percentuali di contenuto che l'organizzazione non dichiara
e che l'organismo di certificazione non verifica.
Gli organismi di certificazione che effettuano la verifica di conformità ai fini della certificazione del
contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, devono prevedere regole per la concessione
della licenza d’uso di un eventuale proprio marchio di certificazione e del marchio UNI.
NOTA Il Marchio di conformità UNI ha lo scopo di attestare che i requisiti certificati dei prodotti/servizi,
sistemi o persone siano stabiliti dall’UNI tramite la pubblicazione di norme o prassi di riferimento.
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Nel caso in cui il prodotto finito oggetto di valutazione contenga anche dell’acqua (ad es.
calcestruzzo, miscele, ecc.), che si combina in fase di miscelazione con altre materie prime
costituenti il prodotto, per il calcolo del bilancio di massa ai fini della determinazione del contenuto di
riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto si considera prudenzialmente a denominatore tutto il
quantitativo d’acqua in ingresso al processo di fabbricazione.
Per i prodotti in calcestruzzo vibrocompresso a consistenza “terra umida” destinati ad immediata
scasseratura si considera prudenzialmente a denominatore il quantitativo d’acqua relativo al
rapporto acqua/cemento, il cui valore minimo può essere assunto pari a 0,35.
Le acque di recupero/riciclo impiegate nel processo di fabbricazione sono escluse dal calcolo del
contenuto di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto.
Le eventuali acque piovane raccolte ed utilizzate nel processo di fabbricazione non costituiscono
“materiale sottratto dal flusso dei rifiuti” e pertanto non possono essere considerate come materiale
riciclato.
Nel caso il processo di fabbricazione preveda l’utilizzo come combustibili di materiali recuperati (es:
CSS, oli esausti, farine animali, ecc.) il combustibile in ingresso non viene considerato come facente
parte del prodotto finito.
Possono essere incluse nel bilancio di massa al fine del calcolo del contenuto di recuperato le
ceneri del processo di combustione che eventualmente restano inglobate nel prodotto finito. In
questo caso l'organizzazione deve fornire documentazione a supporto del dato relativo al
quantitativo di combustibile residuo dopo la combustione.
Per stabilire la percentuale di materiale componente riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto
impiegato che rimane effettivamente nel prodotto finale oggetto di certificazione è necessario tenere
in considerazione le eventuali perdite di massa di tali materiali componenti nel processo produttivo
(ad esempio “perdite al fuoco” in un processo di cottura, o perdita di umidità dei materiali costituenti
il prodotto). In tali casi l’azienda deve fornire evidenza della modalità con il quale sono stati
determinati i fattori di perdita impiegati.
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BIBLIOGRAFIA
[1] Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Decreto 11 ottobre 2017 “Criteri
ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova
costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici
[2] DPR 13 giugno 2017 n. 120, art. 2, comma 1, lettera o. Regolamento recante la disciplina
semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-
legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre
2014, n. 164. (17G00135)
[3] Regolamento (CE) N. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008 che
pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la
commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93 (Testo
rilevante ai fini del SEE)
[4] D. Lgs. 23 luglio 1991, n. 240: Norme per l'applicazione del regolamento n. 85/2137/CEE
relativo all'istituzione di un Gruppo europeo di interesse economico - GEIE, ai sensi dell'art. 17
della legge 29 dicembre 1990, n. 428
[5] LEGGE 28 dicembre 2015, n. 221 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure
di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”;
[6] Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50
“Codice dei contratti pubblici”;
[7] Decreto Legislativo 3 dicembre 2010, n. 205
“Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”.
[8] Regolamento (UE) 2019/1020 del parlamento europeo e del consiglio del 20 giugno 2019
sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti e che modifica la direttiva
2004/42/CE e i regolamenti (CE) n. 765/2008 e (UE) n. 305/2011.
[9] Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Decreto 13 ottobre 2016 n. 264
“Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei
requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti."
[10] AITEC, “Linea guida per la quantificazione del materiale recuperato, riciclato o sottoprodotto
nella produzione di cemento ai fini delle asserzioni ambientali autodichiarate o ai fini delle
certificazioni sul contenuto di riciclato/recuperato e del sottoprodotto” del XXXX.
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