Sociologia Appunti

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SOCIOLOGIA: La sociologia è una scienza sociale recente ed essa unisce due parole:

• “socio”, cioè “elemento” costituito dall’aggregazione sociale,


• “ logos”, ovvero “discorso”, inteso come ciò che rappresenta e racconta la realtà
La sociologia studia solo ciò che è consolidato, che ha una storicità; qualcosa che si è
stabilizzato nel tempo

Epistemologia: branca che si occupa dei modi di conoscere, studio delle procedure delle scienze
(sia sociali che cognitive) e della filosofia.

Individuo: l’individuo sociologico è diverso da quello psicologico, quest’ultimo è preso infatti nella
sua singolarità e specificità. L’individuo sociale è preso nella generalità intesa insieme alla cultura
complessiva nel quale si è formato. L’individuo non esiste se non in relazione al gruppo sociale ed
è colui che crea la realtà sociale. L’individuo singolo e sociale è un prodotto di circostanze sociali e
di induzioni che portano l’individuo ad affermarsi mettendo a disposizione degli strumenti.

Condizione sociale: porta ad avere dei comportamenti dati dal contesto sociale che porta ad uno
stampo sociale.

Immaginario (collettivo): armamentario di immagini che aleggiano nella nostra cultura e ci fanno
costruire delle mappe in un modo invece che in un altro. Le mappe di una società sono
create tramite delle culture e delle categorie (non sono condivise ma sono create e non sono
arbitrarie).

Società: mistero che va realmente studiato per capire la realtà sociale. è un qualcosa che può
essere letto da diversi punti di vista, ma davanti alla varietà di oggetti si rischia di cadere nella
“tuttologia”. Non è la specificità dell’oggetto che definisce il modo in cui viene affermato.

Individualismo metodologico: corrente di pensiero e analisi che attraversa le scienze sociali


secondo cui l’individuo è fondamentale per analizzare i comportamenti della società
• Esempio: il mercato è il risultato del guadagno dell’individuo. Il mercato è certamente
caratterizzato dall'individuo ma sono dei comportamenti che hanno una finalità sociale, in questo
caso il beneficio economico
Il comportamento individuale significa compiere un’azione individuale per ottenere una
conseguenza sociale.
Raymond Boudon afferma che è vero che i fenomeni sociali devono essere distinti in base ai
comportamenti individuali, ma quando si osservano i fenomeni sociali occorre risalire alle
motivazioni che hanno spinto quegli individui a fare quella determinata cosa.
Motivazione individuale: (nel caso del mercato) accedere ad uno status sociale superiore;
aspettativa di una vita migliore attraverso un maggior guadagno economico.

Olismo: racchiude una prospettiva a 360 gradi dove l’uomo e il mondo vengono visti insieme e
non separati. Il libero arbitrio raramente produce degli effetti sociali significativi.
Hannah Arendt ha riportato delle parole di persone che hanno contribuito all’attuazione parte
dell’olocausto. Arendt ha mostrato comprensione alla motivazione: “io ho fatto il mio dovere”. Non li
ha ritenuti sterminatori, poiché la sua ricerca era sociale, e non etica. Ella scoprì infatti che per i
soldati in quel momento eseguire gli ordini era più importante. La filosofa constatò che il contesto
sociale porta ad avere dei determinati comportamenti, pertanto se non si elimina il contesto sociale
non si cancelleranno i comportamenti.
Se si applica in maniera ottusa un preconcetto, dunque, si rischia di non vedere la realtà
sociologica ma solamente quello che è eticamente giusto. L'importante è togliere gli ostacoli che
fanno da filtro per la conoscenza della realtà.

Come già detto, il fatto sociale ha una incidenza sul comportamento degli individui. Esso è esterno
all’individuo ed è costrittivo perché orienta e detta il comportamento. Le norme sociali sono
importanti come le leggi che sono una norma istituzionale che deve
garantire la certezza della sanzione e la sua gradualità (alcune norme confluiscono nelle leggi).
La coscienza collettiva è una deindividuazione che fa sospendere la morale, ma può essere
visibile solo a degli individui più sensibili che mostrano la loro interiorità (omologazione e
conformismo). La coscienza collettiva si radica negli individui limitati nella loro individualità (sono
fuori dalla loro).
Questo può portare ad atteggiamenti aggressivi: gli individui perdono qualcosa per identificarsi nel
gruppo.

Il 700 è stato un periodo storico inaugurato da rivoluzioni come la rivoluzione industriale fu un


processo che modificò le condizioni strutturali in cui si producevano i beni di prima necessità.
Questi ultimi infatti cominciarono ad essere prodotti in quantità maggiore.
Grazie alle rivoluzioni ci fu una accelerazione del progresso tecnico scientifico; l’idea di progresso
può essere considerata banale però è un concetto che non è stato sempre scontato e non ha
sempre avuto un significato positivo.

Nella lingua greca la parola progresso non è presente ma nel latino si trova, anche se non ha un
significato molto positivo. Il progresso infatti era visto in maniera negativa a differenza del passato.
L‘idea del tempo era centrale e quindi il progresso implica che il passato fosse peggio del
presente.

La concezione del passato peggiore nell’antichità non esiste perchè il tempo era ciclico: nascita,
sviluppo e morte. La vita sociale era vista in armonia come quella della natura quindi ciclica. Se il
tempo fosse stato lineare (si arriva a un qualcosa che va oltre alla ripetizione ciclica) e non avesse
rispettato il ciclo, non era naturale (ex caduta dell’impero romano).

Tutte queste componenti storiche (cicliche) non potevano rientrare in qualcosa di progressivo e
quindi lineare. Il progresso mantiene quindi il pericolo. Progresso è l’idea della crescita senza limiti.
Il progresso si afferma molto lentamente ma comincia a prendere piede nascendo da alcune idee
che non si affermano e altre che prendono il sopravvento.
Idea di progresso nasce in un contesto limitato e diventa prorompente nel 700.
Questa idea di progresso è diventata la bandiera che ha avuto un valore performativo, ha creato
dei comportamenti. Le idee non sono delle cose astratte ma permettono l’attivazione dei
comportamenti. Questa idea che diventerà la bandiera travolgente che conquisterà il mondo intero
è presente nella mitologia greca.

IL MITO DELLA MELA E IL MITO DI PROMETEO

Due vicende che contengano la struttura semantica, il mito di Prometeo e la vicenda di Adamo e
Eva nel momento in cui si deve decidere se mangiare la mela. La mela è la mela della
conoscenza, nell’idea di progresso c’è nella capacità umana di conoscere le cose del mondo e
creare delle forme di esistenza che prima non c’erano. La conoscenza ha potere di creare oggetti,
strumenti e mezzi per la produzione di artefatti come la produzione dello stato.

Il mito di Prometeo (ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini) fa un atto di disobbedienza nei
confronti di una divinità, si è commesso un reato e un delitto che fa partire l’idea di progresso.
Con il progresso gli umani hanno fatto una scelta di aspirare a qualcosa di sempre più positivo che
può avere però delle conseguenze perché la conoscenza potrebbe diventare una macchina
estremamente dannosa per la vita.

L’idea di progresso è polisemica e si è evoluta. È un progresso cambiato in modo(fonti rinnovabili


invece di altre). C’è sempre un ancoraggio all’idea della crescita . Quest’ultima è una crescita
illimitata e il problema non si risolve facilmente ecosostenibile nemico è la crescita soprattutto
economica

La stessa idea di progresso quando è nata aveva un radicamento solo scientifico e non
economico. La scienza è quella facoltà che attraverso il continuo dubbio promuove la possibilità di
produrre sempre nuove conoscenze e nuove tecnologie. Questa idea progressiva si ferma in
questo ambito perché si afferma in un momento pre moderno quando ancora dal punto di vista
sociale e politico abbiamo le monarchie e il potere religioso come poteri che definiscono i rapporti
sociali.

In questo contesto di chiusura e stabilità l’unica evoluzione avviene nel campo scientifico. Questa
nozione della possibilità di un potere che si accresce avviene anche nell’ambito sociale (cosa che
non era prevista perché i vincoli nell’ambito religioso e politico vietano questa cosa).

Lo stesso sviluppo delle condizioni economiche è stato ostacolato da questi due poteri. Avendo dei
divieti, le condizioni economiche per aumentare la ricchezza si sono create in maniera molto lenta
e perché avvenisse si è dovuto modificare le idee. Progresso nasce in ambito scientifico, si sposta
in ambito economico e rimane nell’ambito sociale e politico.

Accade nel corso del 700 quando in Francia si cominciano a chiedere del perché non si può
estendere il progresso anche nella vita civile e nelle arti. Questo è un nodo cruciale dei salotti
come MADAME DE STEAL. Estendere i progressi alle arti.
L’affermazione del progresso è stata operata dalla borghesia che è quella classe intermedia tra
capitalisti e proletariato e include tutte le figure di contorno come impiegati, commercianti ecc. Non
è però stata solo questa classe operaia a far partire lo sviluppo che è stato molto lento. Il
capitalismo (che non è solo borghesia) interviene solo quando si creano le condizioni sociali per
poter affermare il progresso e quindi il momento di passaggio dalla società pre moderna a
moderna.

Il primo vero sociologo fu Auguste Comte che coniò il termine “sociologia”, per indicare una
scienza che si occupava di fenomeni che interessano le caratteristiche e i cambiamenti della
società. Bisogna dire, però, che le analisi di Comte erano ancora contaminate dalle ideologie del
tempo.

AUGUSTE COMTE
Nonostante molti filosofi e scienziati dell'antichità si occuparono di sociologia, si può affermare che
il primo vero sociologo fu Auguste Comte. Egli stesso coniò il termine "sociologia", per indicare una
scienza che si occupava dei fenomeni che interessavano le caratteristiche e dei cambiamenti delle
società. Bisogna dire, però, che le analisi di Comte erano ancora contaminate dalle ideologie del
tempo.
Con gli studi di Comte gli scienziati si divisero in:
• Corrente conservatrice
• Corrente rivoluzionaria
La questione della sociologia divenne molto dibattuta. Per riportare l'ordine, Comte cercò di
mediare tra i due punti di vista attraverso il POSITIVISMO. Il Positivismo è una corrente culturale
che attribuisce un'importanza fondamentale a qualsiasi interpretazione e analisi dei fatti, della
realtà. Questo permetteva agli scienziati di non dover ricorrere a principi metafisici e religiosi.
Tuttavia, poiché nemmeno il Positivismo riusciva a mediare, Comte propose un Positivismo
religioso, cioè una religione basata sui fatti.

Prima che Comte introducesse questo termine, la sociologia era chiamata fisica sociale, perché si
voleva elaborare un impianto di ricerca scientifica riguardo i fenomeni sociali, così come ci si
dedicava allo studio dei fenomeni naturali (per questo veniva chiamata appunto "fisica").
Tuttavia questo termine perse importanza, perché si comprese molto presto che la sociologia
fosse una scienza troppo diversa per essere paragonata a qualsiasi altra.
Grande precursore della sociologia fu Rousseau, che partecipò a un concorso in cui veniva
richiesto di stabilire quali fossero le origini delle diseguaglianze sociali. R. presentò un elaborato in
cui affermava che alle base delle diseguaglianze c'erano il capitalismo e le disuguaglianze tra
ricchi e poveri nella società francese (ovviamente non vinse il concorso). Questo suo elaborato
ebbe importanza fondamentale per la nascita della sociologia, perché afferma che il pensiero e la
società stavano cambiando.
A partire del '900 si sviluppò l'idea di "progresso", soprattutto grazie alle 3 rivoluzioni (la seconda
rivoluzione industriale, la rivoluzione americana e la rivoluzione francese). Esse portarono a una
nuova organizzazione della società e della vita in generale, basata su metodi estremamente
razionali (razionalismo=razionalità estrema), che rendevano la società stessa meno complessa.
Una delle espressioni di questa razionalità estrema è il capitalismo.
Nel processo verso la Modernità avvengono tre trasformazioni fondamentali in queste aree:

• ECONOMICO
Tutti i beni diventano merci (anche i beni non materiali come la terra e il lavoro). Anche ciò che
prima era considerato un elemento divino e invendibile (come il proprio corpo e il lavoro) diventa
vendibile e comprabile (nascita della compravendita del lavoro). Si stabilizza una nuova forma di
produzione economica: l'industria. Il lavoro dei contadini che vengono dalle campagne diventa
merce degli industriali.
I beni non furono più prodotti su scala ridotta dagli artigiani per autoconsumo, ma prodotti su larga
scala dagli operai nelle industrie.
Tutti i beni che passano attraverso questa forma di produzione si riversano sul mercato. Anche il
mercato stesso si allarga, passando da scala regionale a un "tessuto industriale" nazionale o
internazionale. Questa rete ("tessuto") si chiama industria capitalista. Il capitalismo è l'espressione
razionale della collocazione di tutti i beni. (LA GRANDE TRASFORMAZIONE; KARL POLANYI).
Con la crescita del mercato, inoltre, si crea anche un altro fenomeno: l'interesse. L'interesse si è
insinuato in ogni ambito della vita quotidiana, contribuendo alla divisione degli individui nella
società moderna.

• SOCIALE-POLITICO
Si affermano gli stati nazionali, non più su base monarchica, ma su base democratica. Grazie alla
rivoluzione francese (Montesquieu), infatti, ci fu un nuovo rapporto tra Popolo e Stato.
Fu rivoluzionata anche l'idea religiosa, che non vedeva più Dio come governatore di tutto, incluso
della politica (affidando il suo potere a un re), ma come un'entità separata dalla politica.
Montesquieu sosteneva che non tutte le forme di governo fossero adatte a tutti i popoli, e fece
un'importante analisi della struttura del potere: arrivò alla conclusione che il potere politico nelle
mani di una persona sola può essere molto pericoloso, pertanto per non arrivare al potere
dispotico tutti e tre i poteri devono essere separati, gestiti da persone diverse e soprattutto devono
bilanciarsi tra loro. Montesquieu studiò anche la vita del suo popolo, e arrivò a definirne la routine e
gli orari, di fatto gettando le basi del sistema capitalistico.

• PSICHICO
Con l'avvento del capitalismo le città cominciarono a ripopolarsi, con un conseguente aumento
dell'urbanizzazione.
Questo portò al distacco dalla natura e da ciò che aveva a che fare con la comunità.
David Riesman, ne “La follia solitaria”, afferma che nella premodernità le credenze e gli
atteggiamenti dell'individuo si identificavano con la comunità, mentre nella Modernità l'individuo,
"atomizzato", si trova a doversi costruire credenze e valori da solo (o affidandosi alla sua classe
d'appartenenza), cercando anche di farli prevalere sugli altri.
L'individuo diventa l'unico artefice del suo successo, del suo fallimento, di ciò che crede e di ciò
che fa.
Queste idee sfoceranno più tardi nel Neoliberismo.
Comincia inoltre il fenomeno della secolarizzazione, fenomeno che indica il passaggio di modelli
comportamentali e valori culturali, morali e sociali dalla sfera religiosa alla sfera laica.
Questo comporterà che le fonti da cui l'individuo si ispira per la costruzione della propria interiorità
saranno le classi, e non le comunità. Inoltre, nonostante possa sembrare che una classe potrebbe
essere un sostituto della comunità, esse in realtà non hanno lo stesso ruolo, perché mentre nella
comunità l'individuo arrivava ad avere un'identificazione con la sua comunità stessa, l'individuo
all'interno della sua classe si trovava ad essere comunque "atomizzato", cioè solo, lasciato a
doversi occupare di sé stesso e della costruzione della sua interiorità (idee, opinioni, credenze,
pregiudizi, ecc...).
NASCITA DELLA SOCIOLOGIA
La nascita della sociologia comportò quindi la nascita di una società più dinamica e soprattutto
moderna, poiché completamente separata dalla sfera religiosa (grazie soprattutto alle modifiche
apportate al concetto di scienza dalla rivoluzione scientifica): essa studia infatti i cambiamenti, le
ragioni dietro ad essi nelle varie società del mondo.
Anche se moltissimi scienziati, filosofi e storici antichi si sono in qualche modo avvicinati alla
sociologia, essa segna tuttavia il passaggio da premodernità ('700/'800) alla Modernità, perché
mentre la scienza della premodernità è appoggiata ancora alla religione, dunque si affida a dei
preconcetti (religiosi, appunto), la sociologia si basa su esperimenti concreti e costanti e
l'osservazione della realtà, sancendo così la definitiva separazione tra religione e scienza.

La sociologia segna un passaggio importantissimo per l'esplorazione e lo studio del mondo, poiché
fornisce un punto di vista esterno (e quindi più oggettivo) dei popoli, rendendo più semplice la
comprensione e la diplomazia tra di essi.
La sociologia ha delle regole fondamentali, tra cui:
• Si deve vedere la realtà sociale per quello che è e non per quello che dovrebbe essere
• Attraverso strumenti numerici (statistica) si devono trovare delle specificità sui cambiamenti
sociali, evitando principi religiosi e culturali

In Italia la sociologia arrivò nell' '800, quando un gruppo di meridionalisti cominciò a condurre delle
inchieste sulle condizioni di vita dei meridionali in italia.

Nel corso di queste tre rivoluzioni avvengono dei cambiamenti epocali nella società in tutti gli
aspetti, da quelli economico-produttivi (vendita delle merci) a quelli sociali e politici (distribuzione e
gestione del potere) a quelli psicologici e relazionali (struttura psico-sociale dell'individuo
standard).

Nella sociologia è molto importante studiare il passato per comprendere meglio i cambiamenti del
presente, facendo attenzione però a imparare e vedere le cose sempre con nuovi punti di vista,
attraverso strumenti di analisi che sono stati "codificati" proprio per questo scopo, ad esempio i
classici.
La tendenza di ciò comporta che una volta che si sono stabilizzate e comprese delle visioni del
mondo passato e delle categorie analitiche, da una parte fanno da base ma dall’altra fanno da
impedimento. Visto il cambiamento delle cose, non ci si può basare sul passato anche se è
fondamentale per comprendere il presente. Il cambiamento sociale dal passato è radicale,
cambiano le concezioni del mondo e degli individui.
I classicisti sono quegli studiosi visionari che hanno studiato le cose in maniera approfondita e
hanno prefigurato alcune linee della società e del mondo. I classici sono importanti per darci una
descrizione del mondo ma anche un metodo e un approccio che ci può spingere a vedere oltre il
recinto.

Ma che cos'è un classico? E come lo diventa? I classici sono "giganti che hanno saputo spiegare
al meglio la società, e su cui bisogna arrampicarsi per vedere il futuro dalla loro altezza". I classici
sono importanti non solo perché ci danno una descrizione del mondo, ma perché ci permettono di
appropriarci di un metodo d'analisi.

ORDINE SOCIALE (Comte)


Comte sviluppa uno dei temi fondamentali nella sociologia: l'ordine sociale.
Che cos'è? Che cosa permette? Come si ottiene? L’ordine sociale è la struttura di ogni società
(quali sono le sue divisioni, chi appartiene alle varie categorie sociali, le regole sociali all’interno di
esse, ecc…).
Comte studia che ogni società ha una struttura diversa, che funziona in modo diversi e che tutte
hanno logiche diverse.

DIFFERENZIAZIONE
Un altro concetto fondamentale nella sociologia è la differenziazione: ancora prima di Comte, gli
studiosi comprendono che la società moderna è molto più differenziata della pre-modernità.
"Differenziazione" significa che tutte la strutture che prima erano dedicate a una varietà di
funzioni, si specializzano al loro interno, arrivando ad adempiere solo una o due funzioni
• Esempio: nella società feudale la famiglia si occupava di tutto: educazione, crescita, funzione
intellettuale, funzione politica ecc... Questo fenomeno nella Modernità non si trova più, perché
nella Modernità la famiglia può adempiere solo a una o due funzioni per l'individuo. Stessa cosa
vale per la differenziazione sul mercato, in cui aziende che prima si occupavano di più ambiti
arrivano a specializzarsi in una sola merce

L’individuo non è più coerente con le appartenenze originarie ma è un individuo che nel corso della
vita sperimenta deviare collocazioni sociali e non è più costretto ad aderire ad un formato.
Sperimenta la scelta
• Passaggio da società del destino a società di scelta
La differenziazione porta anche a un processo di emancipazione: si può affermare che con la
nascita di questo fenomeno si passa dalla “società del destino” alla “società della scelta”.
Occorre ricordare però che quella di Comte non fu l'unica ideologia a nascere in quel periodo,
poiché la differenziazione della società portò anche a una differenziazione di ideologie.

Questo processo, essendo così ampio, implica un cambiamento molto incisivo, indicando dei
riposizionamenti nella società sempre più vari e complessi. Questo problema si collega al
problema di "tenere insieme" una società molto più complessa.
Il "collante" di queste nuove società parte dalla differenziazione del lavoro.
Il cambiamento del lavoro sarà il punto di partenza per le nuove disuguaglianze tipiche della
società industrializzata. Comte afferma che non si può trovare una caratteristica d'appartenenza al
lavoro, né si può più affidarsi alla religioni. Egli trova quindi una risposta in un'unione tra scienza e
fede, un affidamento alla scienza, ma con le caratteristiche della fede.
• Comte individua quindi nella scienza la religione della Modernità
La scienza come nuova religione diventa quindi qualcosa di "positivo” (relativo al Positivismo), cioè
qualcosa a cui ci si può affidare ciecamente (con una nuova fede, appunto), poiché qualunque
verità, attraverso la scienza, è dimostrabile.
Ciò istituisce lo STADIO POSITIVO, perché si crede a qualcosa che è verificabile

TECNO CAPITALISMO
Una delle ideologie del 900 è il tecno capitalismo che è diventato una grande ideologia della
contemporaneità che sembra inarrestabile.
Quando parliamo di collante non è sempre esclusivamente legato alla ideologia, all’interno ci
devono essere degli agganci che devono porgere un senso di orientamento per gli individui. Anche
all’interno dell’ideologia tecno capitalista ci sono dei principi particolari.

Il principio che orienta i comportamenti è la FRATELLANZA che è l’orientamento principale che


permette di perdonare e salvaguardare.
L’appartenenza alla stessa religione implica un legame basato sulla fratellanza.
Il perseguimento dell’interesse è differente dalla fraternità (Weber studia la differenza tra queste).

La società borghese e capitalistica senza il principio dell’interesse non potrebbe esistere. Esiste
infatti il mercato: ognuno basa il proprio a seconda dell’interesse che ha. L’interesse si sviluppa
nella modernità e crea un altro tipo di ordine che non è tutto dello stesso tipo.

L’interesse ha una capacità divisiva ma è un principio che più di ogni altro può essere articolato a
seconda delle circostanze. Il mercato è in qua l che modo il sostituto della religione, anche se è un
ordine sociale completamente diverso e soprattutto ha altri correttivi per poter sussistere (stato).

Nei casi in cui lo stato e la religione coincidono c’è una coesione totalizzante.
Nella differenziazione, in cui si viene a produrre la sfera civile sociale, già il campo del potere
politico si divide da quello religioso.
Il mercato è l’interesse e la legge è dello stato. Se non vediamo questa novità non capiamo come
questo ordine sociale sia possibile. L’interesse viene sempre accompagnato dalla legge e dallo
stato. Gli interessi si devono comporre in un certo modo. Come dice Marx lo stato è diventato il
luogo dove si pronuncia l’affare della borghesia. La religione ha avuto una riduzione legata ai
processi di secolarizzazione.

PASSAGGIO DALLA SOCIETÀ PRE MODERNA A MODERNA (fine '700-metà '900)


Nel passaggio dalla società premoderna a quella moderna sono presenti delle dicotomie che
hanno caratterizzato la nascita della sociologia e il carattere della convivenza.
Due grandi forme di convivenza: comunità e società. (Weber: "agire di comunità" e "agire di
società")

• Società: forma di convivenza nata agli inizi del '900. Solidarietà meccanica (unione basata su
concetti astratti, automatica, fatta per calcolo e convenienza, dunque estremamente razionale)
• Comunità: forma di convivenza pre moderna, in scala minore rispetto alla società. Solidarietà
organica (unione poiché interna, scaturita da un principio d'identità o di ideologia)
Questa dicotomia fu studiata per la prima volta da Ferdinand Tönnies alla fine dell'800 (tendeva
fortemente alla comunità, poiché pensava che essa fosse un sistema molto più "organico")

Nella forma della comunità ci sono aspetti che sono come dei “pilastri”, dei “principi cardine”, che
sono:
• Comprensione e amore immediati
• Maggiore coesione
• Più rapporti interpersonali
• Scarsità numerica
Con l'urbanizzazione questi principi cambiarono, trasformando la comunità in società. Essi sono:
• Meno rapporti interpersonali
• Minore coesione (= più individualismo)
• Aumento della popolazione

FERDINAND TÖNNIES
Tönnies vede il passaggio tra Premodernità e Modernità nel mercato e nella legge. Con la nuova
riorganizzazione produttiva la "Gemeinschaft" diventa "Gesellschaft". Con la legge, invece, si
stabilisce una rete di regole scaturite dalla pura espressione della razionalità, segnando quindi il
passaggio dall'una all'altra forma.
Tönnies attribuisce poi una grande importanza alla lingua, per la sua capacità di creare un veicolo
di comunicazione.

All'interno della società Tönnies individua due tipi di modi di agire dell’individuo, chiamati volontà:
• "Wesenwille" (volontà naturale, dettata dalla propria volontà; esempio: amore, affetto, ecc...)
• "Kurwille" (volontà razionale, astratta, che scaturisce dalla mente umana, è una "volontà di
controllo"; esempio: denaro, calcolo razionale, tecnologia, ecc...). Sono entrambe volontà sociali
(Weber).
Tonnies spiega che nella società premoderna l’ispirazione fondamentale è quella che viene dalla
natura, dall’appartenenza degli esseri umani e quello che invece caratterizza l’agire sociale è
legato alla razionalità

Tönnies riconosce che nella Modernità la comunità non scompare, ma ne cambia l'ampiezza,
riducendosi notevolmente.
ESEMPIO
• Oggi con l'avvento di internet si può dire che si abbia la possibilità di sviluppare delle
"communities", che non hanno molto a che vedere con le comunità premoderne per significato e
impostazione, ma la radice del senso di appartenenza (e il bisogno di appartenervi) e di
declinazione dei caratteri degli individui che vi appartengono è la stessa. Queste comunità sono
di tipo elettivo. Altre comunità moderne sono le micronazioni cioè dei territori uniti per ideologia
o interesse che ambiscono ad avere le stesse caratteristiche delle cosiddette “macronazioni”.
Identifica la comunità come un tipo di associazione umana premoderna e si rende conto che
quando si passa alla modernità la comunità non svanisce. La comunità continua ad esistere e si
estendono i margini di realizzazione.
Con la modernità abbiamo una sorta di evoluzione della comunità ma questo passaggio non
esclude la rimanenza di questa nel periodo moderno.

Tönnies individua tre tipi di comunità:


• Comunità di sangue: famiglia, parentela, clan...
• Comunità di luogo: nazione, regione, città, paese...
• Comunità di spirito ("elettiva"): fondata su valori ideali; religione, partiti politici, ecc...
Ritiene che le qualità specifiche della comunità sopravanzano la socialità.
La solidarietà organica che si sviluppa nella comunità è migliore di quella che si sviluppa nella
società. I rapporti sociali di quest’ultima infatti, non prevedono i coinvolgimenti delle relazioni
sociali ma solo in base meccanica e astratta.

Ci sono delle comunità che si trovano nella società e che contrastano il conflitto perenne con
questa.

LA CITTÀ: Luogo dove comunità e società vivono insieme


La città moderna è quel luogo che mantiene per un certo periodo sia la vita di comunità che la vita
di società. La comunità si adatta integrando questo nuovo modo di agire sociale. Tonnies sostiene
che tutta la componente religiosa che fa da collante della vita sociale si trasforma in una forma di
impresa religiosa associata alle forme del vivere della città. La religiosità è agganciata a nuovi
modi di riferimento

PASSAGGIO STORICO DA COMUNITÀ A SOCIETÀ


Individua nel mercato e nella legge i cardini di questo passaggio.
C’è una nuova forma collettiva ed economica: il mercato è regolato da norme astratte che entrano
in relazione in base allo scambio mentre l’esistenza della legge come istituto astratto viene fatta
rispettare a prescindere dall’appartenenza delle categorie sociali e ha modo di compensare la
logica del mercato.

ÉMILE DURKHEIM
Per Tönnies la componente naturale e di coesione nella comunità è qualcosa di importante e lo è
in tutte le associazioni di tipo comunitario perché implica sentimenti, senso di appartenenza e
orientamento all’azione. Sono degli elementi che creano delle identità collettive che una volta che
si sono riprodotte nel tempo avranno forte influenza anche sugli altri (ha dei riflessi importanti
sull’identità collettiva e individuale).

Per Durkheim la coscienza individuale è sempre combinata con la coscienza collettiva: nessuna
delle due esiste senza l'altra. L'unica cosa che cambia è il peso che le due hanno nelle di forme di
convivenza.

LA SOCIETÀ
Ciò che tiene insieme una società è la MORALE. Per Durkheim la società non è comprensibile
muovendo dall’analisi dei comportamenti dei singoli, non deriva da un contratto (come afferma
spencer) fra uomini separati ma è la vita collettiva che precede poiché i contatti sono possibili sono
tra soggetti che intendono rispettarli.
L’appartenenza ad una morale comune orma la solidarietà che lega i membri di una società,
ciascuna società non può fare a meno delle norme
NORME—> fatti sociali
I fatti sociali sono fenomeni che non si possono spiegare ricorrendo alla sola analisi delle azioni dei
singoli o all’analisi psicologica delle loro motivazioni.
Si impongono ai singoli come qualcosa che viene dal di fuori, hanno una sorta di esistenza
indipendente
Sono l’espressione della vita della società e nascono dall’interazione degli uomini fra loro.
La sociologia è la scienza che studia l’insieme dei fatti sociali
Per parlare della società si una una metafora organicista, attraverso ciò si riesce a spiegare ogni
elemento della società cercando di riconoscere quali funzioni svolge.
La spiegazione funzionalista è:
La spiegazione di un fenomeno sociale sulla base dell’individuazione della funzione che
esso adempie per la vita dell’insieme della società.
La devianza è l’esistenza di comportamenti che si discostano dalla norma—> il crimine.
La devianza può rappresentare un “momento di sperimentazione” della società rispetto a
delle nuove norme

Per Durkheim esistono diversi tipi di società:


1. SOCIETÀ SEMPLICI
Basata su una bassa divisione del lavoro, gli individui svolgono attività poco differenziate.
Le società semplici sono caratterizzate da una solidarietà meccanica, si presenta fra gli individui
strettamente uniti, c’è una coesione immediata e semplice. La matrice è governata dalla religione.

2. SOCIETÀ COMPLESSE
Fondata su un’ampia e articolata divisione del lavoro, le attività sono fortemente differenziate.
Le società complessi sono caratterizzate da una solidarietà organica,unisce gli organi differenti di
un organismo complesso. Stabilisce legami fra gli individui che hanno fra di loro grandi differenze.
In queste società c’è il rischio della creazione di ANOMIA, ovvero l’assenza delle norme morali
condivise.
La cosiddetta cura dell’anomia è il corporativismo, lo sviluppo di associazioni intermedie tra i
singoli e la società basare sull’associazione professionale.

Nella visione di Durkheim questa forma di organizzazione sociale è formata da un tipo di


solidarietà che lui chiama di tipo meccanico (e non organica come sostiene Tönnies).
La solidarietà organica Durkheim la attribuisce alla società moderna.

Il termine solidarietà è spesso utilizzato in modo sbagliato perchè. Solidarietà viene da “solidus” e
quando Durkheim parla di solidarietà, parla di società compatte che cercano di combattere gli urti
della storia. Nell’ambito della comunità, il rapporto tra gli individui e il gruppo è la coesione.

Per Durkheim l’identità individuale è sempre il prodotto di una combinazione tra coscienza
individuale e collettiva: dove coincidono c’è la COMUNITA ’(effetto di sovrapposizione delle due
coscienze), quando non è così c’è la SOCIETÀ. Nella comunità il conformismo e gli orientamenti
sono fortemente omologati e integrati all’interno di un tutto, mentre nella società le cose possono
articolarsi in modo più spaziato e in modo meno cogente. Nella realtà della società il senso della
comunità continua ad esistere e quest’ultima continua a lavorare per il senso di appartenenza.
Durkheim dice che la solidarietà nella comunità è un movimento automatico: c’è la coincidenza
tra coscienza individuale e collettiva. La solidarietà che si rileva in ambito societario, invece, è
qualcosa che si ritrova in un contesto in cui le posizioni, i ruoli e i comportamenti sono
estremamente diversificati. Le appartenenze si disgregano e si organizzano su altre basi (operai e
borghesia).
Nello sviluppo della realtà sociale a cui Durkheim assiste, lui vede una società col rischio di
disgregarsi a causa della presenza di disarticolazioni, ma vede anche che questa struttura sociale
può trovare altre forme di coesione.

Per Durkheim la società ha bisogno di tre mezzi per essere ben REGOLATA, ovvero:

• Regolazione: organizzazione dei ruoli nella società;


• Integrazione: orientare i comportamenti e le scelte attraverso norme e leggi, stabilire il limite
oltre il quale non si può andare;
• Coesione: carattere morale, dunque più difficile da ottenere. Rende la società organica,
fornendo una sorta di unione tra le diverse parti;

Ma essendo la società fatta di diverse parti che devono comunicare in modo più funzionale
possibile, essa ha bisogno di forme di mediazione:
• Corporazioni: organizzazioni che non svolgevano solo funzioni di interessi, ma anche di
riconoscimento e appartenenza sociale. Precede la formazione dei sindacati.
• Rappresentazioni sociali: insieme di idee, descrizioni del mondo, orientamenti ideali che
aleggiano nella vita sociale e che tendono a "definire" l'individuo all'interno del contesto sociale.

IL LAVORO
Altro tema fondamentale per Durkheim è il lavoro. Egli individua nelle fabbriche uno dei luoghi
dove sono più visibili i conflitti sociali: in questo contesto sono più visibili le disuguaglianze sociali
nate con il lavoro salariato. Si accorge che tutte le rivolte e le rivoluzioni che stavano accadendo si
stavano verificando perché queste ingiustizie spingevano le classi inferiori ad avere risentimenti e
invidie verso le classi più alte, spingendo le prime a ribellarsi contro i loro sfruttatori. Durkheim
conclude che non ci sono mezzi per affermare quale classe meriti di più e quale di meno, perché
tutte le classi hanno un proprio ruolo all'interno della società. Egli riconosce però che ci sarebbe
bisogno di una figura che regolasse i diritti di ogni classe e che convincesse ognuna di esse ad
accontentarsi di quello che ha.
Nonostante il punto di vista di Durkheim fosse anticapitalista, egli si limitò sempre all'analisi, senza
esprimere mai le sue vere opinioni.

Nella fase più avanzata dei suoi studi Durkheim approfondisce la sua analisi sulla religione. Egli
riflette su che cosa costituisce il "fatto religioso" e cosa esso comporta in tutte le società di tutti i
tempi. Fatto religioso e vita sociale coincidono: non c'è società che non abbia una sua forma di
religione. Occorre ricordare inoltre che, siccome essi sono nati insieme, essi cambiano anche
insieme. La vita stessa dipende anche dalla formazione e dalla condivisione di valori sacri. La
sovrapposizione di legame sociale e legame religioso non è solo un insieme di dogmi che hanno a
che fare con una divinità, ma anche una possibilità di legame per la società.

In tutto questo Durkheim cerca di capire come funziona la società e non promuove nulla, le
ingiustizie sociali sono viste da un punto di vista anticapitalista sono organi che costituiscono il
funzionamento sociale. Per Durkheim l’ordine sociale è il livello di regolazione che orienta i
comportamenti e le scelte in modo che siano riconoscibili in base alle leggi e alle regole stabilite.
Se non c’è la giusta integrazione tra l’apporto e il beneficio, c’è lo scompiglio e non si ottiene un
risultato adeguato. L’integrazione senza la coesione sociale diventa un carattere meccanico.
Malgrado questo, c’è sempre un rischio che ci siano delle componenti che pretendono di più(si
ribellano) e l’unico modo per regolare questa tendenza è che vi siano delle norme che si basino su
una convinzione e che abbiano una capacità di amalgamare. È necessario che ci siano delle forme
di mediazione delle corporazioni in cui c’è una adesione da parte di membri che si identificano e si
stabiliscono all’interno di una società, compensano gli effetti dannosi della differenziazione sociale
e hanno un carattere eccessivo. Le corporazioni sono lo stadio che precede la formazione dei
sindacati che saranno più diffusi nella seconda metà dell'800. Avranno un ruolo fondamentale nell ’
attutire gli effetti l’ingiustizia si fa più chiara perché si è abituati al bene collettivo e la solidarietà è
meccanica e non è il frutto di una scelta o di un'articolazione particolare.mChe cosa è necessario
fare affinché questo grande organismo sociale non scoppi da tutte le parti? Dove si possono
limitare le invidie che creano diseguaglianze? È indispensabile che ci sia una autorità che decida i
diritti degli uni e degli altri e che convinca che siano quelli. La sua è un'analisi per comprendere i
significati e le regole profonde Senza la conoscenza dei meccanismi della vita sociale non si
creeranno delle soluzioni Regolazione ,integrazione e coesione negativi dello scontro sociale. Il
ruolo di mediazione non è solo a carico di questi organismi intermedi, ma è svolto dalle
rappresentanti sociali che sono un insieme di idee e descrizioni del mondo che aleggiano nella vita
sociale e integrano l’identità di qualcuno. È una dimensione fondamentale della vita sociale che
Durkheim analizza specialmente nella sua ultima opera.
Le rappresentazioni sociali hanno un'ambizione regolare di modificare il mondo sociale di
riferimento per non cambiare l’identificazione e l’identità. Il mondo si rifà, a seconda di dove ci si
deve collocare per cercare una giusta e buona collocazione.

IL SUICIDIO
Il suicidio riguarda un singolo individuo, è la scelta deliberata di sottrarsi la vita.
L’oggetto di ricerca du Durkheim non è il suicidio dei singoli individuo ma il tasso dei suicidi.
Il numero complessivo dei suicidi è sempre in relazione con il grado di integrazione sociale che la
società medesima consente.

Durkheim individua diversi tipi di suicidi:


1. SUICIDIO EGOISTICO
Si trova all’interno di contesti influenzati dalle condizioni religiose. Questo tipo di suicidio ha un
forte sviluppo dell’ego
2. SUICIDIO ANOMICO
Avviene nei momenti di crisi economica, la quale diffonde incertezza ovvero l’anomia
3. SUICIDIO ALTRUISTICO
È presente una fortissima coesione sociale

LA RELIGIONE
Durkheim è consapevole che le società moderne tendono a essere sempre più secolarizzate.
La SECOLARIZZAZIONE è il processo della progressiva perdita di rilevanza che le istituzioni, le
pratiche e le credenze religiose attraversano nella modernità.
Nella modernità le credenze religiose tendono a diventare sempre di più un fatto privato.

La religione è:
Un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre che uniscono in un’unica
comunità morale tutti coloro che vi aderiscono
Le forme concrete delle pratiche e delle credenze religiose variano nel tempo.
CRITICA le religioni perché rappresentano una sorta di proiezione fuori del mondo umano di
qualche cosa che è essenziale umano.
Ritiene che la società sia giustamente l’oggetto di sacralizzazione
Ogni società si fonda su credenze

"Religione" viene da "religere", che vuol dire "unire, unificare". La religione ha in realtà molto più
potere nella vita sociale di quanto si pensi: essa assume il ruolo di “connessione sociale”, ossia è
un elemento che può unire sia le società che le comunità.
Qualunque tipo di legame che unisca in massa si chiama "religioso".
La religione e la religiosità si coagulano creando la logica morale e la logica cognitiva (esse sono
soggette a trasformazione perché la necessità di equilibrio talvolta produce delle evoluzioni).
La religione non divide la mente logico-cognitiva e logico-razionale, poiché nel momento in cui si
crede in un dio non si sviluppa solo una dimensione razionale (spiritualità), ma anche una
dimensione cognitiva (rapporto tra bene e male, rappresentazione dell'umanità, dell'amore ecc...),
dunque, essa orienta e introduce nell'universo cognitivo determinati elementi che sono totalmente
integrati tra di loro. Questo ci porta alla possibilità di penetrare nella profondità della vita sociale e
del suo studio.

Èmile Durkheim fa una ulteriore riflessione sul tema della religione e si rende conto che il fatto
religioso e il fatto sociale coincidono: non vi sono società che non hanno la loro religione. Vuol dire
soprattutto che la vita sociale stessa esiste perché ci sono delle credenze che si condividono.

Per Durkheim è religione tutto ciò che relige.


Avere delle forme di credenza condivisibili porta a modificare e mettere insieme, non esiste una
società senza questo. La concezione di religione e religiosità deve operare come una connessione
sociale.
La religione e la religiosità si coagulano creando sia le categorie di logica morale che di logica
collettiva (sono soggette a trasformazione perché la necessità di riequilibrare talvolta produce delle
evoluzioni).

La componente morale non è scissa dalla componente cognitiva e logico razionale. Ciò che è
rilevante è che non si crede in termini astratti, la credenza religiosa struttura l’universo cognitivo
perché è da quello che proveranno le categorie dell’esistenza: il bene e il male, il giusto e
l’ingiustizia…

Tutte le concezioni delle categorie sono immediatamente articolate intorno alla credenza religiosa
che è qualcosa che orienta e introduce nell’universo cognitivo elementi che sono integrati fra di
loro.
Il credere struttura non solo la vita individuale, ma anche quella sociale in tutte le sue componenti.
Qualunque siano queste ultime, il fatto sociale e religioso coincide nel fatto di credere all’esistenza
di un mondo altro, qualunque esso sia.

GABRIEL TARDE (“Io, Daniel Blake”)


I classici della sociologia pur avendo un retroterra che ancora era di origine positivista o romantica,
si sono profondamente legati al tema della credenza. Oltre Durkheim anche Gabriel Tarde affronta
questo tema ma non ha molta fortuna infatti il suo libro viene messo da parte anche se ha una
grande importanza.

L’IMITAZIONE
La sua riflessione si è concentrata sul tema dell’imitazione che è apparentemente banale rispetto
alla solidità del corpo di conoscenze scientifiche di Durkheim.
La riflessione di Tarde è estremamente puntuale, foriera (portatrice) e implica scoperte molto
interessanti

Nonostante sia stato snobbato, la sua teoria è stata utilizzata negli studi di marketing. Tarde dice
che l’imitazione è un fenomeno che non appartiene solo alla specie umana ma anche a quella
animale. Ritiene infatti che i primati e i mammiferi siano naturalmente disposti all ’imitazione, ma
oltre ad avere una componente biologica e naturale hanno delle sfaccettature umane. L’imitazione
secondo Tarde è un fenomeno che ha diversi livelli di espressione. È evidente che i piccoli di ogni
specie sono invitati a imitare per apprendere i comportamenti fondamentali per la sopravvivenza
ma nel caso degli umani l’imitazione può essere:

Nel caso degli umani, questo fenomeno ha più sfaccettature e più modi di manifestarsi. Può
essere:
• Cosciente o incosciente
• Spontanea o riflessa
• Volontaria o involontaria

L’imitazione può ristabilire l’ordine sociale e ha l’abilità di riprodurre gli stessi modelli che implicano
la somiglianza e l’appartenenza. Questa componente sociale (imitazione) è un bisogno e non è un
fatto opzionale. Il fatto che i nuovi membri siano portati a riprodurre i componenti precedenti è ciò
che permette la coerenza tra ciò che c’era, quello che c’è e quello che ci sarà.
Tarde si chiede perché sia così ricorrente e necessaria per la riproduzione sociale e per questo lo
studia. Il bisogno fondamentale a cui attinge l’imitazione è il bisogno d’amore. Alla base c’è l’amore
del bambino nei confronti del genitore che si prende cura del piccolo e dà gli strumenti essenziali.
La forma di amore si riversa su un modello che sarà la figura da cui dipenderà la vita del bambino
(è una forma di amore totale che non è possibile scegliere). L’amore che genera imitazione è verso
un modello asimmetricamente collocato a chi sta sotto: chi imita è in una condizione inferiore.

L'analisi di Tarde si allarga anche alle componenti psicologiche ed emotive della società, per
questo verrà deriso dai suoi contemporanei (specialmente Durkheim), che consideravano le sue
analisi troppo teoriche e non dimostrabili empiricamente. L'imitazione porta alla coesione, a causa
del senso d'appartenenza che essa porta nella sfera psichica, emotiva ed affettiva.
Conseguenze di questo fenomeno possono essere anche l'accento, il modo di comportarsi, il
modo di vestirsi, il modo di stare in società in generale.
Fenomeni per produrre cambiamento sociale: un elemento legato alla capacità di innovazione e
alla curiosità. A questo fenomeno si accosta anche la capacità innovativa: alla ripetizione del
modello c’è accanto il rinnovamento di esso. A nessun modello corrisponde una pura ripetizione.
Insieme all’innovazione si sviluppa anche l'elemento della curiosità. Il fenomeno della curiosità
agganciata all’idea di progresso è cominciato nel ‘700. Si può dire che oggi il nuovo sia una specie
di nuove religione, opposta alla tendenza di prima a voler mantenere sempre le tradizioni.

Il complesso di spinta all’imitazione si articola in uno scenario di tipo TRASFORMATIVO. Per


Tarde l’imitazione è sempre qualcosa che ha a che fare con l’assetto motivazionale delle
credenze. Si imitano i sentimenti e le emozioni e i sentimenti inclusi con quelle idee.

Il passaggio da una imitazione spontanea a una imitazione creata da un’industria è fondamentale.

L’AMORE
Che cosa c’è a fondamento di questi fenomeno così ricorrente?
L’amore è la forma verso la figura autoritativa, quello che agisce sono le credenze e il desiderio.
Queste due componenti sono due forze che hanno la capacità di formattare. Queste due
componenti sono due forze che hanno la capacità nei formattare. La forza del desiderio può
essere di riconoscimento d’amore, potere ed elevazione.
Dalla forza della credenza possono scaturire effetti, perché ciò che importa è l’aderenza rispetto ai
principi fondativi dell’identità.
Queste forze sono correlate ai loro opposti, la forza viene dalla paura di non essere coerenti al
proprio ruolo sociale e questo fa sì che si obbedisca a determinate ingiunzioni perché fanno parte
del riconoscimento della forma di autorità cui proviene quella certificazione dei se. Tarde con il suo
studio sta dando priorità agli aspetti positivi della forma sociale e sta levando l’odio.

Il sentimento primario per Tarde è l’amore. L’odio e l’invidia esistono ma sono la svolta negativa di
un amore non riconosciuto. Secondo Tarde non basta l’uso della natura e della legge (come
Hobbes), l’amore crea la società e l’ordine sociale.
Senza questa consolidata presenza di imitare modelli positivi che alimentano ammirazione e
possibilità di relazioni soddisfacenti, la realtà sociale si distruggerebbe.

Secondo Tarde il rapporto genitore-figlio è un tipo di amore che comporta una totale dipendenza
del secondo verso il primo, e il rapporto che si va a creare tra i due è “asimmetrico” (o “verticale”) e
sbilanciato. Tarde, avendo una visione patriarcale della società, individuava il padre non solo come
capofamiglia, ma anche come figura antropologica, una figura pilastro da cui il figlio doveva
prendere ispirazione, ed era dunque colui che impartiva l’educazione e le regole in casa (con una
forma d’educazione ovviamente molto autoritaria).

Ovviamente, in questo caso il padre, mitizzato all’interno della famiglia in quanto figura autoritativa,
non rispondeva mai con lo stesso amore che gli dava il figlio. Da qui derivano parecchie
conseguenze, in quanto il bambino, di fronte alla non reciprocità del padre, poteva trasformare il
suo amore in rivalità o addirittura odio (perversioni del rapporto padre-figlio). Queste perversioni
sono determinanti per l'evolversi delle società, perché direzionano il comportamento di ogni
generazione (ad esempio il rapporto con la società stessa o con la politica).
Nel momento in cui si rompe questo rapporto di venerazione totale verso il modello del padre, esso
potrebbe essere sostituito anche con qualcosa di totalmente opposto. Quello che non cambia mai
sono le dinamiche comportamentali che si creano tra i due elementi. È importante ricordare, però,
che è possibile emanciparsi da questo eterno ciclo grazie alla propria capacità riflessiva: è
importante infatti esaminare le motivazioni e le modalità dell’attuazione della dinamica non solo
guardando il comportamento dell’altro, ma soprattutto il proprio.
Questo modello logico asimmetrico caratterizzato da un modello dettato da una forma autoritativa,
verrà traslato nell’adultità verso altre figure di potere (il maestro, il re, il sovrano ecc.).
Da questo padre però non proviene un amore che ha la stessa intensità che il figlio gli riserva. Il
bambino infatti è posto nella condizione di rivolgere preghiere ad un dio che non risponde.
Di fronte a questa “non risposta”, l’amore si può trasformare in invidia e odio (complesso di
perversioni d’amore).
Il rapporto inizialmente prometteva felicità e appagamento che si rivela non essere in grado di
soddisfare le esigenze del piccolo che è in una condizione di minorità.
L’invidia e l’odio, che sono delle perversioni d’amore, promuovono atteggiamenti e creazioni di
istituzioni specifiche per poterle regolare (come lo stato do Hobbes il cui scopo è regolare l’odio e
la rivalità specifica). Per Hobbes c’è la necessità di avere uno stato e avere la violenza per
reprimere sentimenti negativi.
Secondo Tarde questi ultimi sono il risultato della componente basilare dell’amore.
Una volta che l’amore per un modello si è trasformato in odio il contrario non può avvenire:
dall’odio non si può tornare indietro all’amore.
La trasformazione dell’amore avviene quando il bambino non si sente riconosciuto dalla figura
paterna e comincia ad alimentare il risentimento verso questa. È quindi una trasformazione che
induce ad un nuovo tipo di rapporto.
Quando il modello di riferimento che ha creato (nel bambino) un immaginario si spezza, rimane
comunque anche dopo la trasformazione. Il modello viene infatti solo sostituito; quella specificità
che ha creato la seduzione rimane, ma passa ad essere interpretata ad altri soggetti.
Mutatis mutandis=cambiando tutto rimane una dinamica relazionale analoga.

Tarde non parla di un amore di tipo reciproco, ma è un amore che prevede una verticalità della
rapporto. Abbiamo infatti un modello che si situa in una condizione di superiorità rispetto a colui
che imita (posizione inferiore).
È per questo che Tarde insiste sulla figura del padre, che rappresenta e incarna la legge. È un
amore che si sviluppa in relazione ad una figura che detta la legge e le norme, che decide del
comportamento e dei valori associati.
Il bambino ha una venerazione verso il padre e lo vede come un superuomo, un dio sceso in terra
(non come la figura di oggi).

• Rapporto tra minoranza e maggioranza vede anche il rapporto tra le vittime e i carnefici. DA
RICORDARE = un individuo non può esistere in quanto tale perché viene soffocato nella società
e nel gruppo. Esistono gli individui in carne ed ossa e la psicologia di ognuno di loro, ma lo
stampo sociale permette il suo soffocamento. Siamo già predefiniti socialmente che ogni
individuo declina secondo la propria psiche. La nozione di individuo non esisteva fino al
medioevo ma è presente nella nuova società dove è socialmente creato.

IL RUOLO

Il ruolo è un insieme di prescrizioni ed è collegato allo status che è la posizione. Lo status è


l’aspetto rigido e fisso del ruolo. I ruoli possono essere molteplici e messi in opera da uno stesso
soggetto. Allo status corrisponde il ruolo che prevede anche una interpretazione. Non è l’individuo
che si da da fare ma è lui che interpreta il ruolo prestabilito. Il ruolo è determinato dalla posizione
sociale. La molteplicità dei ruoli esiste e in molti casi i ruoli entrano in conflitto. Il ruolo di Heikman
poteva entrare in conflitto morale con sè stesso, con la propria coscienza morale. I ruoli sono
codificati socialmente e implicano anche delle regole come ad esempio il ruolo di genitore che
sembra un ruolo naturale. Il ruolo quindi è una specie di gabbia in cui i comportamenti sociali sono
riferiti.

EMPATIA

Nel 900 sono state scoperte queste basi neurofisiologiche (dell’imitazione e dell’empatia).
L’elaborazione dell’empatia proviene proprio da questi passaggi. Per empatia si intende immettersi
nei panni dell’altro ed è un fenomeno animale che si è ideologizzato lasciando pensare che
riguardasse tutti gli essere umani e chi ne è privo è difettoso. L’empatia è un caso di simulazione
incarnata: nel nostro cervello esistono dei neuroni specchio che attivano un circuito cerebrale in
modo analogo, sia nel caso in cui il soggetto stia compiendo l’azione o nel caso in cui la stia
immaginando.

MAX WEBER
La sua opera fa una riflessione intorno al CAPITALISMO (altro studioso che affronta questo tema
è Marx).
In questa analisi il capitalismo viene paragonato alla religione in quanto elemento razionalizzante.
Weber studia anche tutte le religioni del mondo e fa una riflessione completa identificando la
specificità del processo di razionalizzazione e razionalismo.

IL RAZIONALISMO
Il razionalismo è un lungo processo di addomesticamento delle alterati del mondo, attraverso
un’ideologia che trova spiegazione coerente e cerca di mettere ordine il mondo che ci circonda.
Parliamo quindi di un tentativo di spiegare e interrare la percezione delle cose del mondo in termini
correlati e consequenziali.
È un procedimento mentale che implica la messa in ordine delle idee
Per Weber una sociologia della razionalizzazione emerge da tutte le religioni che consentono una
razionalizzazione delle culture. La sociologia delle religioni è una sociologia del razionalismo (due
cose eguali).

L’ETICA PROTESTANTE E LO SPIRITO DEL CAPITALISMO


Weber si muove allo studio del capitalismo: l’etica protestante e lo spirito del capitalismo.
La religione protestante ha al suo interno altre declinazioni che hanno insistito in determinati
aspetti del protestantesimo ovvero il calvinismo e il luteranesimo.

Quello che interessa Weber non è solo lo studio del capitalismo ma è il fatto che si è insediato
nell’occidente e ha assunto un carattere universale, prima diffuso in tutta Europa e
successivamente in altre parti del mondo (Stati Uniti e occidente). Accadde infatti sia
l’occidentalizzazione del mondo che la globalizzazione.
Weber si chiede che cos’è che distingue il capitalismo da tutti gli altri sistemi sociali e soprattutto si
occupa del razionalismo e si rende conto che il capitalismo è una forma razionale che ha un
aspetto irrazionale se viene visto dal punto di vista della felicità.
Questo rappresenta un nesso tra la base razionalistica e i suoi effetti irrazionali e nocivi.

EUDEMONIA
Agli albori della società moderna e delle scienze sociali il tema della felicità è stato fondamentale
per diversi teorici dell’economia classica. Weber parla di eudemonia cioè una concezione della
felicità intesa come progetto di vita che permette di raggiungere una vita armonica piena di felicità
sia privata che pubblica.
Nella riflessione filosofica questo concetto è stato sviluppato in vari modi, considerando il fatto che
l’eudemonia è la conquista che avviene se ognuno segue il proprio demone.

Le basi del razionalismo sono nell’ambito religioso, delle scienze ecc... e si sono assestate in un
determinato ordine e configurazione. Da questa base può crearsi quello che è il capitalismo
presente nelle forme culturali preliminari che creano l’organizzazione socio economica.
Per Weber quest’ultima non avrebbe potuto radicarsi se non ci fossero state delle precondizioni
favorevoli (forme culturali)

BERUF
Senza la società e questi presupposti, non sarebbe nato il capitalismo moderno.
Questi presupposti, integrati con l’ethos religioso, creano il concetto di BERUF: professione
alimentata da una specifica vocazione.
Solo in questo concetto si allineano la dimensione moderna e la dimensione sub moderna.
La nozione di beruf appare molto tardi per opera di un predecessore di Lutero e sarà proprio
quest’ultimo ad utilizzare questo termine nella sua definizione di calvinismo.
Questa nozione va messa in relazione con l’ASCESI, la sfera della condotta rivolta al
miglioramento di sé, è una crescita interiore che avviene nel dominio delle passioni. L’ascesa
religiosa è stata considerata una delle virtù di un buon credente.
Nel caso del calvinismo entra in gioco l’idea della GRAZIA; la salvezza individuale non è qualcosa
che su conquista ma è già prestabilita da Dio. Non c’è bisogno di sforzarsi per avere delle virtù
perché sono già stabilite: se sei dotato di grazie, Dio lo ha deciso in partenza (ci sono dei segnali
che lo fanno capire). Una volta che questo stato di grazia viene mostrato, gli altri capiranno che sei
una persona che ha designato. Queste cose fanno la differenza rispetto a tutte le altre religioni e
permettono l’affermazione del capitalismo con le aspirazioni. Lo scopo finale è la grazia di Dio.
“Il guadagno di denaro che si accompagna ai piaceri spensierati è spoglio di ogni fine edonistico è
pensato con tanta purezza che davanti alla felicità risulta irrazionale” (Weber).
Il guadagno è visto come uno scopo e non più il benessere. Non è un mezzo per soddisfare i
bisogni materiali. Il modo di essere del capitalista calvinista è estraneo a qualunque uomo che non
sia ispirato da questo stesso modo di vedere e di credere.

ETHOS ECONOMICO
L’ethos economico tipo capitalistico di cui parla Weber, si innerva protestante e calvinista in cui le
ragioni della salvezza ultraterrena sono collegate all’idea della grazia e dell’elezione.
Quest’ultima è l’idea di una categoria di esseri umani scelti da Dio e quindi “eletti”come
coloro che posseggono la grazia e possono dimostrarla attraverso il successo e la
realizzazione personale.
Con la dedizione e la vocazione al lavoro (beruf) è possibile manifestare la grazia.
Questo comportamento è volto al conseguimento della ricchezza non in quanto strumento di
benessere personale ma come senso di abbondanza e fine cui vengono dedicati tutti gli sforzi
della vita (fine in sé stesso che deve auto limitarsi attraverso la dedizione del lavoro).

Weber individua diverse conseguenze.


È evidente infatti che l’accumulo della ricchezza non è più collegato a tutte le altre forme di
accumulo brutali presenti nel corso della storia (rapina, saccheggio, conquista violenta).
Ciò che caratterizza questa nuova forma di accumulo della ricchezza è proprio la sua struttura
razionale calcolatrice. È attraverso l’uso dell’intelletto e della razionalità applicata alla produzione
dei beni e delle ricchezze che si ottiene questo accumulo.
La ricchezza viene quindi sganciata da tutte le altre implicazioni di ordine moralmente negativo.

Per comprendere l'ethos capitalistico è importante capire dove affondano le radici dell'ethos
calvinista e cosa lo legittima. Ci sono molte conseguenze dall'innesto tra Calvinismo e capitalismo:
• L'accumulo della ricchezza e il suo utilizzo non sono più indice di avidità, ma essi vengono
sganciati da tutti quegli elementi morali negativi che li rendevano qualcosa di proibito;
• Valore morale associato alla lealtà nei rapporti commerciali (soddisfazione del cliente);
• Uso della razionalità non violenta (niente saccheggi, rapine, ecc...) come forma di produzione;
• La produzione e l'accumulo avvicina l'uomo alla trascendenza, cioè qualcosa che porta l'uomo
alla sua completa realizzazione;
• Concezione della società fortemente individualista e anti fraterno ;
• L'economia diventa una forma di spiritualità;
• "Romanticizzazione delle cifre": commercianti che sono legati spiritualmente alla loro merce e
all'arte del commercio;
• Non ricerca dell'edonismo e della felicità (per questo Weber lo definisce un fenomeno
irrazionale);
• Le istituzioni religiose perdono definitivamente la loro importanza;
• Carità: per dimostrare di essere stati investiti dalla grazia divina, le persone più ricche avevano il
dovere di fare la carità alle persone più povere.

L’ASCESI INTRAMONDANA (termine utilizzato nell’ambito del luteranesimo)


È una ascesi che ha un distacco dalle cose frivole della vita dovuto al possesso della grazia (chi ha
in sé la grazia è superiore e può agire con maggiore dedizione e successo).
L’ascesi intramondana consente quindi la realizzazione di sé attraverso la vocazione
professionale. I risultati di quest’ascesi sono visibili a tutti.
Nell’ambito della riflessione luterana la specificità dell’impianto economico-organizzativo del
capitalismo è associata a questa idea della razionalità e del distacco dalle passioni.
L’accumulo della ricchezza non può quindi passare per le vie della sopraffazione violenta e si
distacca dalle altre forme di accumulo. Diventa una forma di organizzazione che avviene
attraverso l’impegno razionale nell’ottica della produzione.
Weber crede che del capitalismo bisogna comprendere il suo fenomeno di massa a cui
partecipano e sono complici tutte le sfere sociali.
È un impianto profondamente individualista ed è per questo che non è possibile un'adesione alla
fraternità perché, essendo la logica comportamentale orientata dal calcolo e dall’interesse, è la
diffidenza e la competizione che entra in gioco tra i diversi tipi di interessi. Questa è la logica
dell’uomo economico che è razionale e sa calcolare e di colui che non si affida al desiderio di
grandezza ma si affida alla logica dell’interesse reciproco (spirito del mercato).
Weber dice che il capitalismo non ha una inclinazione alla ricerca della felicità=non produce
felicità.

L’ascesi si rivela una forza che vuole il bene e crea continuamente il male (crea quel che secondo
la sua stessa interpretazione è il male cioè la ricchezza).
È importante comprendere il carattere anti razionalista che porta ad una solitudine responsabile da
parte degli individui che finisce con l’aumentare quel particolare disincantato del mondo (altro
processo che si instaura nella storia della modernità). Quest’ultimo è connesso alla
secolarizzazione ed è una fase storica in cui l’istituzione religiosa (come istituzione tradizionale)
comincia a perdere importanza e a lasciare spazio alle istituzioni laiche. Quello che Weber ha
descritto fino a questo momento è il carattere del capitalismo nascente, lui sta indagando sulle
radici morali ed etniche di una firma sociale e produttiva economica che si sta sviluppando in
maniera veloce e che nel suo svilupparsi propone delle trasformazioni che ne modificano
profondamente il sostegno morale ed etico.

Una delle capacità più importanti di Weber è vedere la dinamica interna ai sistemi sociali che
produce l’inversione dei mezzi e dei fini: una cosa che nasce con una certa impronta e adesione a
determinati lavori si trasforma nel corso del tempo in qualcosa di contrario rispetto a quello che era
all’inizio.

Il capitalismo è la nuova organizzazione sociale che dal suo interno produce anche logiche che
condurranno alla prima guerra mondiale.
Weber nel corso della sua riflessione si rende conto che la trasformazione radicale del capitalismo
è nel farsi delle cose. Attraverso l’anti tradizionalismo e l’espressione individualistica delle ragioni
che spingono all’azione si crea qualcosa di completamente diverso. Weber vuole mostrare la
complessità di questo fenomeno economico produttivo; senza comprendere questa non si possono
infatti capire le trasformazioni del capitalismo.

Perché il capitalismo continua ad essere la forma prevalente e assolta di organizzazione della vita
sociale? Perché è quel principio di attrazione che si diffonde in tutte le cose dell’esistenza e è
quella mentalità di approccio che vuole attivare delle procedure di trasformazione delle cose.
Mentalità radicata alla quale non interessa solo della produttività ma tutta la vita sociale nel suo
complesso comprese le relazioni e tutta quell’area dell’esistenza che prima del capitalismo era
animata da componenti sentimentali e emozioni/passioni che a poco a poco sono state
trasformate.

Uno dei motivi per cui il capitalismo è riuscito a sopravvivere per più di un secolo è perché il
capitalismo non è nato come forma produttiva, ma come una forma etica profondamente connessa
a delle aspirazioni condivisibili da tutti quanti, sia dai commercianti che dai lavoratori. Questo alone
mistico-religioso del capitalismo delle origini ha permesso al capitalismo di sopravvivere fino ad
oggi. Nonostante le sue numerose trasformazioni nel tempo, il capitalismo è diventato una vera e
propria macchina in grado di autoalimentarsi.
"Disincantamento del mondo" ("La scienza come professione"): "La crescente razionalizzazione
non significa una crescente conoscenza delle proprie condizioni di vita, ma la consapevolezza che,
se si volesse, se ne potrebbe venire a conoscenza, cioè dominare il mondo attraverso dei calcoli
matematici (mezzi tecnici e calcolo razionale)."
Weber individua nel capitalismo la totale assoggettazione alle macchine. La tecnologia e la
razionalità non comprendono più solo la sfera produttiva, ma arrivano a ricoprire in tutta l'esistenza
dell'uomo.

Azione e relazione sociale: l'agire sociale è un agire orientato in base alla relazione con gli altri
individui, un agire condizionato dall'atteggiamento di altri. Per Weber l'agire sociale non
corrisponde a tutto l'agire possibile (esempio: aprire l'ombrello, che è un'azione meccanica che
non avviene a causa della società). Ci sono diverse categorie di agire

AGIRE ECONOMICO
Una delle cose che Weber mette in luce è il divaricarsi della concezione della fraternità rispetto alla
concezione della razionalità dell’agire economico. Nell’agire economico tutto ciò che è personale
viene a dissolversi, perché altrimenti non potrebbe esserci un rapporto strumentale con l’altro.
Questo passaggio avviene dopo un lungo accumulo di azioni, esigenze, istituzioni, ecc.. che si
creano durante un tempo molto lungo.
Weber si rende conto che l’ethos economico entra in collisione con l’ethos della fratellanza e con
l’agire politico e sentimentale (amoroso).
L amore e il potere sono dunque due ethos che sono in contrasto con la razionalità economica,
perché ciò che alimenta l’amore (sia erotico che familiare) riguarda il rapporto unico che si
stabilisce tra due persone, ed è ad personam. Questa specificità dell'individuo è un unicum che
non può essere considerato strumento o mezzo per il proprio interesse. Lo stesso vale per la
politica (rapporti di potere), poiché essa è quella dimensione dell’agire che si stabilisce tra amico e
nemico, e ciò che differenzia ogni individuo è l’appartenenza a una delle due categorie.
Weber mette in luce la questione della violenza sottolineando la differenza degli individui che
entrano in relazione. Il problema della violenza è una questione fondamentale e non può tradursi in
un comportamento solamente fraterno o solo strumentale. La cosa interessante che mette in luce
Weber è che la questione della violenza è legata alla questione dell'appartenenza.
L’agire politico è fatto di una complessità tale che attinge in parte nella questione religiosa tra
fratelli e amici, in parte ridefinisce la base dell’interesse sulla base concreta dell’interesse politico.
Weber mette in evidenza come l’affermazione dell’appartenenza trova le sue radici in una
differenziazione di ratio, di logica, che non è qualcosa che si produce nell’epoca del capitalismo. È
infatti qualcosa che si produce molto prima, e Weber stabilisce nell’etica religiosa cristiana i primi
elementi di questa frattura.

LA VIOLENZA
Weber mette in luce la questione della violenza sottolineando la differenza degli individui che
entrano in relazione (amico e nemico). Il problema della violenza è una questione fondamentale
radicata e non può tradursi in un comportamento solamente fraterno o solo strumentale. La cosa
interessante che mette in luce Weber è che la questione della violenza è fatto di una complessità
tale che attinge in parte nella questione religiosa tra fratelli, amici e in parte ridefinisce la base
dell’interesse sulla base concreta dell’interesse politico.
Weber mette in evidenza come l’affermazione dell’appartenenza trova le sue radici in una
differenziazione di ratio, di logica, che non è qualcosa che si produce nell’epoca del capitalismo. È
infatti qualcosa che si produce molto prima (la divaricazione delle due logiche) e Weber stabilisce
nell etica religiosa i primi elementi di questa fattura.

LE COMUNITÀ MONASTICHE
Le prime comunità monastiche di tipo cristiano hanno creato realtà chiuse in cui viveva il senso
della comunità, ma che avevano comunque bisogno di commerciare per vivere. Per questo
all’interno di esse cominciarono ad avere un ruolo importante l’interesse e dell’usura degli scambi
economici (portatori di ricchezza economica).
Dunque, il rapporto tra produzione e scambio economico e il forte legame comunitario è molto
importante per la regolazione del comportamento e dell’azione, poiché con l’arricchimento di tali
comunità, rimaneva il problema alla Chiesa di “moralizzare” i monasteri, in modo da renderli
coerenti con i valori della Chiesa stessa. Dalla questione di che ruolo dovesse avere il denaro
all'interno delle comunità di tipo monastico, si è innestato una lunga serie di riflessioni teoriche
legate alla questione dell’interesse, cioè a quale ruolo debba avere l’interesse e l’usura all’interno
degli scambi economici. A poco a poco, dunque, si sono create le condizioni per distinguere tra
l’usura vera e propria e l’interesse come adeguata ricompensa per l’investimento di denaro.

Le comunità monastiche sono di comportamento religioso molto più antico ed è per questo che si
viene a creare una prima scissione tra il comportamento comunitario (tra l’altro che appartiene alla
mia comunità e il comportamento che invece si prefigura con chi è fuori=nemico). Quando invece
si comincia a stabilire un comportamento di scambio, lo straniero viene visto come una persona
con cui commerciare. Con una appartenenza elettiva ad una comunità più ampia si creano le
condizioni per un senso più ampio di comunità (inizialmente religioso).

Questo rapporto con chi sta dentro e chi sta fuori è secondo Weber uno dei passaggi fondamentali
con cui è possibile l’evoluzione dei costumi e dei comportamenti. Le prime comunità monastiche di
tipo cristiano hanno creato queste realtà chiuse in cui viveva il senso della comunità, ma che
avevano comunque bisogno di commerciare e quindi di vivere.

Nelle comunità monastiche c’è stato un ruolo dell’interesse e dell’usura degli scambi economici
(idea di ricchezza). L’usura era considerata spregevole nel cristianesimo mentre ad esempio gli
antichi greci non distinguevano gli interessi e l’usura (l’usuraio per loro era colui che prestava
denaro come interesse). Invece la religione ebraica rendeva lecita l’usura solo con lo straniero.

USURA, LUSSO E INTERESSE


Tema molto importante in questa parte della storia sarà il contrasto tra usura, lusso e interesse.
Nell’immaginario comune dell’epoca, usura e lusso erano viste in modo negativo, poiché collegate
alla ricchezza materiale, assolutamente disprezzato nel cattolicesimo delle origini (esempio: i
banchieri erano rappresentati come degli usurai, avri e dediti solo al denaro).
L interesse, invece, nonostante fosse un mezzo per accumulare denaro, era tuttavia necessario ai
fini degli scambi commerciali volti alla sopravvivenza, e quindi più accettato. Le cose rimasero così
fino a quando, nel XVI secolo, Calvino contesta la condanna dell’usura, paragonando gli usurai a
un contadino che dà in affitto le proprie terre e ne ricava una somma. Da quel momento in poi
l’economia moderna distinguerà tra interesse lecito e usura, a seconda della quantità di denaro
richiesta e il tasso di interesse che viene applicato.

Weber cerca di portare a compimento in maniera sistematica una posizione dell’agire sociale
tenendo conto della sistematizzazione che l’agire porta con sé. I tipi ideali di Weber sono un
insieme di attributi e categorie che si associano in senso ideale: gli attributi sono gli specchi
essenziali che caratterizzano quel fenomeno che può essere comparato con la rilevazione
empirica. Il fenomeno che vogliamo avere è l’agire sociale che viene espresso e attuato in
relazione alla specificità del senso che è intenzionato ed evolve in relazione a come l’altro
reagisce.
Ad esempio l’agire sociale è il fatto di star parlando con qualcuno con senso e specificità che le
persone condividono. L’agire sociale è caratterizzato dal senso condiviso. Come si può articolare
in maniera molto ampia e generica l’agire sociale in contesti molto diversi?

Ci sono 4 tipi ideali di azione dell’agire sociale connotati da un tipo di tempo:


1. L’azione razionale rispetto allo scopo
È un'azione basata sull’idea di dover raggiungere una finalità in base all'aspettativa del
raggiungimento dello scopo. Lo scopo raggiunto con mezzi che possono essere anche persone o
azioni. Quello che caratterizza questa azione è il particolare nesso con lo scopo che si vuole
raggiungere e i mezzi che si usano (per questo è razionale).

2. L’azione razionale di valore


È motivata dalla presenza consapevole dell’incondizionato valore etico al quale bisogna finalizzare
l’azione e il comportamento. In questo caso il comportamento e l’azione vengono resi tali purché
siano coerenti con il valore che si vuole privilegiare (esempio: il comandante che sta sulla nave:ha
fatto una scelta etica e lui deve essere l’ultimo a lasciare la nave a costo di metterci la vita).

3. L’azione razionale di tipo tradizionale


È l’espressione delle abitudini (esempio: festa di compleanno).

4. L’azione razionale di tipo affettivo


È mosso da ciò che si prova, variando dalla gioia alla gratitudine oppure alla vendetta. Questo tipo
di agire ha senso per sé stesso (come l’azione razionale rispetto al valore).

FORME DELL’AUTORITÀ
Weber distingue fra la nozione di dominio e di potere in senso stretto, entrambe incardinate attorno
all’autorità.
DOMINIO:
Quando WEBER parla di dominio la parola di riferimento è RUOLO, STATUS, esercizio del
dominio nel senso più ampio del potere.
La condizione di dominio è l’esercizio di facoltà legata ad una condizione, designata come
dominante.
Il dominio che sia condizionato dagli interessi può essere ritenuto molto più oppressivo, è una
volontà manifesta di chi possiede il potere e vuole condizionare e influire sulle persone, a tal punto
che l’agire dei dominati, procede come se i dominati stessi avessero assunto il comando come se
massima del loro agire provenisse da loro stessi e non da qualcuno di esterno.
Nella relazione di potere (che non è una imposizione=dispotismo) c’è un margine di libertà
in cui si trovano i dominati nel momento in cui agiscono di conseguenza.
Le forme di dominio NON sono forma di imposizione.
Il potere corrisponde alla capacità di un soggetto di produrre degli effetti, ovvero di intervenire con
efficacia sulla realtà.
Quando il potere ha direttamente per oggetto gli esseri umani, possiamo parlare di potere sociale,
all’interno di quest’ultimo, troviamo il potere politico, che può basarsi sulla forza o sulle legittimità,
nel secondo caso le regole si basano su un criterio condiviso e vengono ritenute legittime.

Weber a partire da questa divisione, distingue due concetti:


• MACHT (potenza): è qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di
fronte ad una opposizione la propria volontà. Chi la subisce si trova costretto a seguire la
volontà dell’altro
• HERRSCHAFT (potere): è la possibilità che un comando, con determinati contenuti, trovi
obbedienza presso certe persone. Qualcuno che obbedisce ad un comando perché ritiene
legittimo quel potere.

TIPI DI POTERE:
• Potere tradizionale
Potere legato alla famiglia e che si è radicato nel tempo, non ha niente di razionale ma si è
solidificato nel tempo all’interno dei gruppi sociali, la sua legittimità deriva dal fatiche proviene dal
passato.

• Potere carismatico
Potere legato alle qualità della persona, non è ne su base razionale ne su base volontaria, ci sono
individui che per le loro qualità e la loro personalità manifestano un potere che attrae seduce e
conquista gli individui che poi diventano seguaci, ha un potere estremamente rivoluzionario ma
anche imprevedibile e pericoloso, è un potere che si esercita in modo diverso agli altri due e crea
delle conseguenze ,è un potere che sfugge alle categorizzazioni. Il potere carismatico è transitorio
e fugace, precario, che non è eterno, una volta che muore il capo carismatico è chiaro che lascia
un apparato che si è costruito intorno alla sua figura, ci sono alcuni capi che hanno costruito le
basi per far si che il potere potesse rimanere nella storia anche post mortem
• Potere razionale-legale
Potere tipicamente collegato alla legge e alla regola istituita che vale per chiunque, sempre e
comunque. È un potere che non ha nulla di personale. È un potere che si alimenta delle capacità
di amministrare le regole del potere, le leggi e riferimenti istituzionali creati su base razionale. È
facilmente accertabile e prevedibile. La burocrazia è l’espressione massima di questo potere.
Questo potere rappresenta un sistema intero, che può essere rappresentato da una persona, ma
che non detiene il potere (esempio: monarchici e membri della famiglia reale)
In alcune istituzioni questi tre poteri possono intersecarsi (esempio: Chiesa).
La forma tipica di apparato amministrativo connessa al potere razionale-legale è quella della
BUROCRAZIA con questo termine si intende l’organizzazione permanente della cooperazione, tra
un grande numero di individui, in cui ciascuno, svolge una funzione specializzata.
La burocrazia consiste in un apparato di individui espressamente organizzato, tali individui, sono
detti funzionari, ed esercitano le funzioni connesse alla propria carica, sulla base di procedure
standardizzate, obbedendo ad un’autorità impersonale.
La burocrazia si fonda sui seguenti principi:
1. L’esistenza si servizi sono rigorosamente definiti da leggi
2. Esiste una gerarchia di funzione
3. La separazione tra funzione e l’uomo
4. Il reclutamento dei funzionari sulla base del possesso di una formazione specifica
5. La retribuzione del funzionario
Il termine burocrazia è da intendere più in generale, ogni forma di organizzazione razionale del
lavoro, weber ci parlerà della burocratizzazione, inoltre weber mette in evidenza anche i svantaggi
in quanto la burocrazia è bastata sulla spersonalizzazione, favorendo la deresponsabilizzazione
dei singoli funzionari.

DIVERSE FORME DI ACCETTAZIONE


È importante individuare una fonte di illegittimità ed è importante anche comprendere le diverse
forme di accettazione del potere:
Potere carismatico, la forme di accettazione è correlata alla devozione.
Potere tradizionale, è la reverenza nei confronti di coloro che rappresentano tradizione stessa.
Potere razionale, è l’obbedienza.

Weber arriva ad individuare un’altra forma di potere: quello ECONOMICO.


Si disallinea a tutti i poteri già elencati, sono forme di monopolio che non hanno nessuna validità
legittima

LA CITTÀ
Weber fa un’analisi comparativa tra i diversi tipi di città.
La città è uno degli oggetti più significativi per la sociologia è:
• Una particolare forma di organizzazione sociale che ha caratteristiche proprie che si sono
evolute nel tempo, non è solamente un agglomerato fisico di edifici e di persone, ma un luogo
simbolico che trasforma radicalmente il rapporto degli uomini con lo spazio materiale e
simbolico.

Le città occidentali tuttavia sono caratterizzate in particolare nelle città-stato una sorta di embrione
della città moderna, la città stato è il risultato dell’abbandono delle campagne, c’è dunque un
concorrere di vari elementi—> nobili in conflitto con la propria discendenza nobiliare,
commercianti, ex galeotti, gente che decidono di sottrarsi alla servitù, scappano alla ricerca di un
nuovo destino in luoghi dove è presente la libertà di fare ciò che si vuole.
La città stato italiana è l’embrione, è una città che dal punto di vista politico si configura come
modello democratico.

Il lavoro libero è un’invenzione della città, avviene da questo passaggio dalla campagna alla città,
in questo luogo, si crea una nuova forma di organizzazione sociale, in grado di formare qualcosa di
inedito, cosi gli artigiani, si riuniscono in corporazioni, in cui si riesce a trovare una sorta di
equilibrio tra il POPOLO composto da elementi diversi (imprenditori e artigiani e dalla massa
critica)
- Il popolo italiano era un concetto economico ma anche politico, queste città diventano uno stato
nello stato.
E’ qui che nascono quei riti civili che sottraggono spazio a dei riti religiosi.

CIVICNESS—> etica urbana cittadina, che da regole e norme cittadine


Le città stato nascono come alternativa rivoluzionaria allo stato feudale.

AFFRATELLAMENTO E VINCOLO SOCIALE


Legame sociale—> parla non solo dei diversi legami sociali ma i vari tipi di legami sociali che
creano una particolare condizione e fisionomia che non bisogna ridurre a nessuno dei singoli
aspetti. Quando sia parla dell’affratellamento, vincolo nato come accordo da cui nasce l’unione
cittadina, si parla di un carattere del comune cittadino occidentale che poggia su delle
aggregazioni cittadine volontarie in contrapposizione con delle comunità di sangue e di terra, forma
di comunità su base volontaria.
Nel contesto cittadino si sviluppa una forma di società istituzionalizzata che produce il DIRITTO
COMUNE.
Nella socialità cittadina, diversa da quella rurale, si crea una forma di uguaglianza e di diritto
comune e rende la città autocefala, nata su basi illegittime.
- - L’opera di Weber ci mette di fronte ad una evidenza dovuta dal fatto che le forme di vita sono
sempre più legate al calcolo e al distacco delle forme biologiche della vita stessa.
Questa componente irrazionale è quella che condurrà la popolazione occidentale ad una
trasformazione dolorosa e preoccupante. Weber si concentra spesso sulle componenti culturali e
razionali dell’agire; il suo obbiettivo era quello di mostrare come il passaggio alla modernità fosse
un percorso lungo che coinvolge l’ETHOS RELIGIOSO.
Gli interessi che davvero muovono la storia sono gli interessi chimerici ma le condizioni del mondo
create dalle idee sono quelli che determinano i binari lungo i quali si muovono gli interessi, binari
dove si manifestano le SCELTE.
Le relazioni sociale sono informate da una logica all’insegna del calcolo e del distacco.

LA GABBIA D’ACCIAIO
L’OCCIDENTE però rischia di finire prigioniero in una “gabbia d’acciaio”, dove distacco, freddezza
e astrazione prendono il sopravvento.
Questa gabbia può produrre l’eterogenesi dei fini e l’inversione del nesso fra la domanda e la
risposta
- - Ciò che un tempo era una soluzione ora diventa un problema

GEORGE SIMMEL
Simmel nacque a Berlino nel 1858 e mori nel 1919 a Strasburgo. Molti studiosi si sono chiesti se
fosse stato un sociologo o piuttosto un filosofo, è considerato uno dei sociologi più contemporanei
degli autori classici. Contemporaneo di Weber.

L’OGGETTO DELLA SOCIOLOGIA


L’oggetto della sociologia è la società ma che cosa è? Per rispondere Simmel ci dice che è un
oggetto del pensiero che emerge considerando insiemi ed individui da una certa distanza, il
concetto di società è generato dalla prospettiva, e ciò non significa che non esista, al contrario permette
di osservare una realtà fondamentale ovvero le relazioni in base alle quali gli uomini stanno
insieme:
• CONCETTO DI RECIPROCITÀ o INFLUENZA RECIPROCA , concetto fondamentale del pensiero
di Simmel e indica una concezione della realtà, come rete di relazioni di influenza reciproca tra
una pluralità di elementi.

L’oggetto della sociologia sono dunque le forme delle relazioni di influenza reciproca che
sussistono tra gli uomini.
Alla nozione di reciprocità va affiancato il secondo concetto fondamentale della sociologia di
Simmel quello della SOCIAZIONE:
• Processo attraverso cui una forma di azioni reciproche si consolida nel tempo.
La sociologia è dunque per Simmel una scienza formale si occupa di descrivere le forme che le
relazioni di reciprocità assumono in situazioni e in tempi differenti.

Si è occupato di tutti gli aspetti della realtà sociale con un approccio originale, ma solo nella teoria
(per questo sarà accusato ingiustamente di essere un filosofo): cercare la grana più sottile e più
varia dell'agire sociale nei luoghi in cui quell'agire si crea nella maniera più spontanea e più
sfuggente (esempio: luoghi in cui si sviluppano e si evolvono socialità, amicizia, convivialità,
saluti, gossip), perché ritiene che ogni realtà consolidata sia il risultato di comportamenti e modi di
agire diffusi e variegati nel momento in cui si producono, e che a poco a poco si cristallizzano.
Simmel vede per la prima volta che la cristallizzazione della società è un processo di progressiva
istituzionalizzazione di aspetti della vita che non necessariamente erano considerati destinati a
diventare tali. Per Simmel la realtà sociale è una continua mescolanza tra le forme della società e
contenuto della vita.

IL LEGAME SOCIALE, forma & contenuto


Il tema del legame sociale viene affrontato da Simmel nell'analisi dell'azione reciproca in
particolare esso viene chiamato in causa nell'analisi delle forme della sociazione.
Lo sguardo di Simmel è rivolto a cogliere la trama nascosta del legame sociale ovvero ciò che
tiene insieme la struttura dei rapporti sociali.
• Il legame sociale è un paesaggio mutevole e contrastante che emerge infatti in maniera
sfuggente.
Per comprendere meglio il suo contributo è necessario analizzare la distinzione fondamentale tra
forma e contenuto della vita sociale.

La forma e il contenuto sono le due facce della medaglia della società, che aiutano ad analizzare
le varie sfaccettature della società
• Il contenuto comprende tutti quegli aspetti, passioni e istinti che la vita, a prescindere dallo
stampo sociale in cui viene forgiata, evidenzia, ovvero aspetti che si trovano in qualunque tipo di
società (amore, gelosia, invidia...); è tutto ciò che attiene all’esistenza nella vita degli individui e dei
gruppi
• La forma è invece il modo in cui questi contenuti vengono formalizzati. È molto diversa da società e
società.
A Simmel interessa quindi attraverso quali processi i diversi contenuti della vita a poco a poco
prendono forma, i quali dopo essere sostituiti si riproducono e intervengono sulla vita stessa.
• Tra forma e contenuto c'è quindi una continua dialettica e una continua trasformazione. Nel momento
in cui le forme si modificano, anche il contenuto cambia, e la materia della società non è più la
stessa.
Ciò che cambia è il modo in cui essi prendono forma e come questa si impone e si diffonde nei
diversi ambiti della società. Le forme si trasformano storicamente dando un diverso senso ai
contenuti e modificando così anche la materia stessa della vita. La sociazione è allora la forma in
cui convergono i diversi modi individuali di Stati relazione e formare insieme un’unità. Il contenuto
dell'amore del potere dell'invidia o della felicità esistono come si è detto in qualunque tipo di
società. A fare la differenza sono però le loro declinazioni la forma che assumono e le loro
correlazioni reciproche nell'insieme dei rapporti sociali.
Simmel afferma poi che "la vita scavalca le forme", cioè che la vita va oltre le forme dei vari
contenuti, e questo è ciò che secondo Simmel alimenta le trasformazioni sociali. Senza le forme,
tuttavia, non c'è vita sociale e soprattutto non c'è azione reciproca.

AZIONE RECIPROCA
L'azione reciproca è quell'azione in cui ciascuno agisce con e per l'altro.
Questo concetto è in parte simile all'agire sociale di Weber, la differenza tra i due è che mentre il
solo senso dell'agire sociale di Weber:
• Amplia l'agire sociale anche in contesti in cui si ha a che fare con l'oggetto, poiché il senso è presente
e collega i due poli dando lo stesso significato a entrambi i poli,
Simmel:
• Prevede una divisione tra interazione soggettuale e oggettuale.
Si possono distinguere dunque situazioni
1. Una in cui si agisce con e per l’altro (rapporto soggettuale)
2. Una in cui c'è un soggetto e un oggetto, che si limita ad essere strumento dell'agire (rapporto
oggettuale).
L'agire si limita quindi ad essere assorbito dall'oggetto, privato del suo agire dal soggetto.
Ciò è sbagliato, poiché anche se le macchine hanno un ruolo, esse si limitano ad essere oggetti
delle azioni dell'uomo. Da questa evidenza si può ricavare una comunanza di senso che si
produce quando si ha a che fare con la macchina. Questo concetto si estende anche alle relazioni
umane in cui uno degli individui è oggetto dell'altro.
Non si è più dunque nella struttura della sociazione, ma nel meccanismo dell'interazione.

INTERAZIONI SOCIALI
Simmel è interessato agli aspetti microscopici delle interazioni sociali.
Secondo lui gli uomini sono, attraverso queste interazioni, legati indissolubilmente, e questa
unione si riflette nei legami di tutti i tipi.
Secondo Simmel, nell'epoca contemporanea questi legami si stanno indebolendo, e stanno
diventando interazioni invece di relazioni.
Un legame sociale c'è laddove c'è questa forma di riconoscimento reciproco
Non sempre però questa reciprocità si tramuta per forza in relazione soggettuale.

CONTRADDIZIONI
Ha pubblicato una grande quantità di piccoli saggi, per quanti riguarda il modo in cui si crea l’unità
sociale e il modo in cui si allacciano le realtà sociali, simmel mette in evidenza il modo
contraddittorio:

1. LOTTA
In termini formali attraverso la sociologia formale, della forma, Simmel mette in luce come anche la
lotta e il conflitto sono un ambito della distruzione della realtà sociale ma anche un momento
specifico dell’esistenza del legame sociale.
• Il conflitto non è la negazione del legame sociale
Se ogni azione reciproca tra uomini consiste un azione, la lotta e una delle più vivaci reazioni
reciproche, é una delle espressioni della realtà sociale più esplicite, non si può esprimere in
solitudine.
La lotta e il conflitto sono dei movimenti riparatori, portano il gruppo è l’organismo a liberarsi di
alcuni disturbi e a ritrovare alcune forme di stabilità.
La vera attitudine che degrada e dissolve non è tanto la lotta ma la semplice indifferenza di
elementi.
Se vi fosse solo unione tra gli elementi non ci sarebbe alcun processo vitale.

Secondo Simmel non è possibile esplicitare il contrasto e il rifiuto, ma è possibile e si mantiene una
forma di ostilità latente che svolge la sua funzione, questa forma è praticata è estesa soprattutto
delle caste interiori, questo tipo di ostilità mantiene le regole e le distanze reciproche è il
funzionamento del sistema.

La realtà sociale è composta da elementi dissociativi che però nella loro dinamica e logica interna
producono le forme di legami sociali.
Un odio comune è un amore comune aumenta il legame tra due persone.
• L’amore può essere divisivo
• L’odio può essere coesivo
L’odio comune consiste una capacità coesiva quando viene odiata da più persone la stessa cosa o
persone, l’odio si riversa e unifica tutti coloro che lo provano.
L’amore in senso lato alimenta la gelosia e l’invidia fra i membri dei gruppi, questo tema che rende
nemici i soggetti dell’amore, più e marcata è più il soggetto amato in comune e il signore comune

METROPOLI, DENARO
È stato sottolineato da alcuni che Simmel nel momento in cui descrive la modernità ne intende
anche la crisi della modernità.
Il punto di vista da cui muove l'analisi è fornito dal compito di indagare le forme dell'esperienza
moderna che per Simmel coincide essenzialmente con l'esperienza metropolitana la base
psicologica su cui emerge il tipo delle individualità metropolitane è l'intensificazione delle vite
nervosa che è prodotta dal rapido ininterrotto avvicendarsi di impressioni esteriori ed interiori.
Ciò innanzitutto permette di comprendere il carattere della vita psichica metropolitana nel suo
contrasto con quella della città di provincia che è basata per lo più sulla sentimentalità e sulle
relazioni affettive.
Inoltre le metropoli sono sempre state la sede dell'economia monetaria. Il denaro infatti ha a che
fare solo con ciò che è comune ad ogni cosa il valore di scambio che riduce tutte le qualità e le
specificità a livello di domande domande che riguardano solo la quantità.
Come l'intelletto dunque anche il denaro è essenzialmente indifferente alla qualità dei beni di cui
permette lo scambio.
Il denaro è l'equivalente universale: quanto più esso si generalizza come medium di tutti gli
scambi, tanto più la sensibilità verso il valore qualitativamente dissimile delle cose si attenua.
Simmel ci parla della personalità dell'uomo blasé il cittadino è disincantato e annoiato colui che si
comporta come se avesse già visto tutto è considerata dunque dal sociologo uno dei prodotti
emblematici di questa costellazione di forze che spingono verso l'indifferenza nei confronti di tutta
la varietà qualitativa delle cose

TORQUEDIL
Aveva individuato alcuni fenomeni che caratterizzavano il nuovo sistema sociale che si era venuto
a creare negli Stati Uniti.
Per Torquedil la forma democratica della società moderna presuppone e implica dei fenomeni che
sono all’origine di una forma che Pasolini chiamerà mutazione antropologica, è un Eros che
prevede come criterio dell’organizzatore sociale
• L’UGUAGLIANZA, nei diritti, nel voto
Perseguimento dei propri interessi, egoismo delle proprie finalità:
- Egoismo radicale estremi
- Egoismo regolare
Il potere democratico attraverso il voto e le liberazioni della vita pubblica premiano la maggioranza
che utilizza questo potere anche per schiacciare le esigenze della minoranza, ogni minoranza e
oppressa dal potere della maggioranza è da quello delle minoranze.
Questa nuova forma sociale della democrazia è un interessante banco di prova anche per tutte le
riflessioni che riguardano le trasformazioni del potere, si possono annidare i germi di una nuova
forma di tirannia e di dispotismo, si basa e si nutre nelle trasformazioni sociali che hanno
caratterizzato la grande trasformazione.
Simmel ha una riflessione che si allarga anche ad universo storico sociali lontani tra di loro, fa un
analisi che non si concentra solo sulla società democratica moderna, ma attraversa uno specchio
più ampio; si rende conto che in nuove circostanze storiche è spesso il frutto di una disomogeneità
delle società
- Più i caratteri di una popolazione sono diversi tra di loro, più questa prende una firma di potere
più o meno dispositico (vicende vecchia configurazione dell’italia)
L’omogeneità dei caratteri costituisce un terreno fertile per un potere dispotico

Rapporto tra democrazia e istituzioni e dispotismo.


Diversamente dalle riflessioni di Torquedil, Simmel ritiene che non sia l’egoista in quanto tale e
neanche la tendenza di creare le condizioni di un dispotismo ma, quanto il fatto che nelle società
moderne si crea una forma che riguarda tutti la realtà di riferimento
- L’uomo tipo che abita la metropoli moderna, manifesta una struttura molteplice della personalità
Le componenti dell’io, della struttura psichica individuale, nella fase pre moderna erano contenute,
adesso si posso esprimere in maniera più libera.
Da parte di ciascuno c’è un distacco maggiore rispetto alle parti di sé e alle cerche di
appartenenza. Questo elemento di distacco è il carattere prevalente della modernità a cui va
associata la possibilità che questi individui partecipi delle relazioni sociale e degli effetti del potere
solo in minima parte
- Nella società di massa ciò che entra in gioco nella routine non è tutta la struttura psichiche
individuate ma sono una parte di questo
Il centro di potere agisce su quella parte specifica dell’individuo che rientra nella massa rispetto a
quel particolare bisogno.
Qualunque influenza nel contesto della società massificata non si trasforma in un oppressione che
riguarda tutto il soggetto ma solo determinati comportamenti
- Ciò permette la nuova forma di dispotismo che non fa rispondere completamente a chi lo
subisce, perché ha degli altri comportamenti che permettono un equilibrio
A questa nuova configurazione del rapporto tra la personalità individuale e la società nel suo
complesso ci si arriva attraverso questa forte e crescente differenziazione sociale, attraverso che
l’appartenenza e l’identificazione identitaria passano in diverse cerchie sociali (gruppi di
riferimento)—> se molteplice, io che ha tanti riflessi e possibilità di reazione ma che non ha un
centro forte di identificazione e di volontà.

INTELLETTO
Facoltà razionalità
Facoltà intellettiva—> non coincide con la ragione
Intelletto, facoltà che prevede la messa in opera di una particolare forma di osservazione e
percezione, facoltà più astratta e che consente un distacco emotivo delle cose. Ciò fa sì che
l’uomo metropolitano è particolarmente in grado di elaborare i dati, le informazioni, di dare loro una
attribuzione relativa all’utilità, è sempre meno propenso a lasciarsi coinvolgere dal punto di vista
emotivo e sentimentale
- UOMO BLASE, personaggio che attraverso l’esperienza diretta e mediata ha costi molto cose.
Nella realtà metropolitana cambia l’esperienza, non produce necessariamente una trasformazione
interiore ma un atteggiamento.
L’uomo blasé accumula tanta esperienza senza averne fatte molto, rapporto di sufficienza.
La tendenza della massa degli individui è quella di sorvolare rispetto alle situazioni esistenziali in
cui si è cominciati e guardare tutto con aria di distacco.
È in grado di unire le circostanze socio psicologiche e quelle socioeconomiche, la base
fondamento che coincide con i suoi movimenti cardini dell’uomo blasé è la corrispondenza formale
e sostanziale tra il modo di rapportarsi agli altri con il modo di rapportarsi alle cose.
KARL MARX
La sua opera più importante è IL CAPITALE.
È un filosofo hegeliano, infatti l’influenza di Hegel sarà percepibile all’interno della sua opera.
Il suo principale oggetto di riflessione è il movimento generale della società, riteneva che il cuore
dell’analisi stesse nella critica dell’economia politica.

DIALETTICA
DIALETTICA —> termine hegeliano che ricorre nelle sue frasi
È, secondo Marx, un movimento del pensiero o della realtà che attraverso la negazione di una
precedente affermazione conduce a una sintesi, il superamento di entrambe.

SUPERAMENTO
Aufheben in tedesco, processo che comporta l’insieme di tre momenti:
- Conservare
- Far scomparire
- Portare a un livello superiore
Quando si parlerà di superamento della società capitalistica vorrà dire che essa produce delle
contraddizioni che conducono ad un livello supero.
Il consumismo rappresenta il superamento del capitalismo

ALIENAZIONE
Le idee di dialettica e superamento provengono da Hegel, e lui parla anche di ALIENAZIONE.
Hegel considera l’alienazione come un aspetto dell’oggettivazione, un elemento essenziale della
storia umana.
—> quando gli uomini esercita un’attività pratica producono degli oggetti, questi oggetti sono il
risultato dell’azione del soggetto ma è qualcosa di altro dal soggetto stesso, l’oggetto è una
negazione del soggetto, questa negazione può essere superata e questo momento si chiama
autocoscienza dell’uomo, riconosce l’oggetto come proprio prodotto.
Marx distingue l’oggettivazione dall’ alienazione, dicendo che il lavoro umano è alienato in che
condizioni come: lo sfruttamento.
Il lavoro invece di essere il luogo dell’autorealizzazione più alta diventa la negazione dell’uomo
stesso.
MATERIALISMO STORICO —> modo di pensare che parte dall’analisi delle condizioni materiali
degli uomini, così come sono storicamente determinate.
Un ruolo fondamentale lo ha la divisione del lavoro, questo insieme a i modi in cui viene divisa la
proprietà e le tecniche di produzione formano la base materiale di una società chiamata
STRUTTURA.
La struttura di una società è ciò che determina le forme di tutto il resto, la SOVRASTRUTTURA.

IDEOLOGIA—> un insieme qualsiasi di assunzioni teoriche e di orientamenti di valore che un


individuo adotta e difende con delle argomentazioni.
Il modo più tipico con cui esiste l’ideologia è ipotizzare lo stato di cose redente come assoluto,
scambiare le condizioni sociali dell‘oggi come condizioni eterne, giustificandole.
L’ideologia è una forma di pensiero che giustifica l’esistente
Questa forma di pensiero è appartenente alle classi dominanti il cui interesse è quello di occultare
conflitti interni; questi conflitti sono le contraddizioni che costituiscono il momento negativo della
dialettica storica.
IL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO
Lo scopo del capitale è quello di indagare il modo capitalistico di produzione e i rapporti di
produzione e di scambio.
Modo capitalistico di produzione, un modo di produzione è un’insieme di mezzi per la produzione e
di rapporti di produzione.
Il modo capitalistico di produzione è emerso dalla rivoluzione industriale, è un modo moderno di
produzione.
La struttura di base di ogni società è stata dai rapporti che gli uomini intrattengono fra loro e con la
natura al fine di produrre ciò che è necessario a soddisfare i loro bisogni.

Il capitale è un lavoro accumulato all’interno di una certa situazione dei rapporti sociali.
Che rapporti?
1. Rapporti dove entrano in relazione individui che sono proprietari di mezzi di produzione e
uomini che non possiedono mezzi di produzione ma dispongono della propria forza lavoro
2. Il rapporto tra tra questi due insiemi di individui è mediato dal denaro, la forza lavoro si
presenta come una merce che viene venduta a un certo prezzo, il salario.
3. I beni economici prodotti all’interno di questo modo di produzione sono merci: la produzione è
finalizzata alla vendita dei prodotti sul mercato. Una merce è un bene che viene scambiato sul
mercato e possiede un valore d’uso e un valore di scambio. Il denaro è l’equivalente universale
del valore di scambio di merci.
4. Il l’acoro si presenta come capitale quando viene utilizzato nella produzione per ottenere un
profitto da parte del capitalista

Il 4 punto sottointende che il capitalismo non è semplice,e te una società basata su scambi di
mercato, ma qualcosa di più.
Non si tratta di scambiare merci tra loro, si tratta di produrre con delle merci altri merci che hanno
un valore maggiore di quello dell’inizio. D M D

• La ricerca della differenza tra D1 e D viene chiamata profitto ed è ciò che muove è il capitalista
Da dove nasce questa differenza?
Il profitto è il risarcimento dell’impegno del capitalista.
Tra le merci che il capitalista acquista all’inizio del processo di produzione è presente anche la
forza-lavoro, merce particolare poiché è lavoro umano, il suo valore d’uso consiste nella capacità
di produrre valore.
Quando il capitalista acquista la forza lavoro dei suoi operai, egli la paga come una merce,
pagandola al suo prezzo, ciò che è necessario per produrre la merce.
Il momento in cui viene prodotta la merce, viene chiamato plusvalore, ed ha origine in un
pluslavoro lavoro che l’operaio svolge in aggiunta.
Il pluslavoro diventa profitto, infatti il profitto ha nascita proprio dalla sfruttamento dell’operaio

LA NOZIONE DI CLASSE
Una classe è:
• Un’insieme di individui che si trovano nella medesima posizione all’interno dei rapporti di
produzione, gli individui sono collocati diversamente
In base alle loro collocazioni gli individui sviluppano interessi diversi ed entrano in conflitto per la
definizione del potere all’interno della società; ciò produce la LOTTA FRA CLASSI.
Vengono individuati da Marx due classi:
1. Borghesia, i capitalisti
2. Proletariato, i lavoratori

L’interesse dei capitalisti è quello che sfruttare in maniera libera la forza-lavoro


L’interesse degli operai è quello di liberarsi dalla sfruttamento

Nel corso delle lotte tra operai e capitalisti, e attraverso uno sviluppo di forme di organizzazione
dove gli operai hanno modo di elaborare la propria visione antagonista a quella dell’ideologia, si
sviluppa il,passaggio della classe operaia da uno stato in cui è incapace di riconoscere i proprio
interessi ad uno in cui li riconosce.

LA TEORIA MARXIANA DEL MUTAMENTO


La storia Marx è dialettica, in ogni formazione sociale si generano delle contraddizioni tra le forze
produttive e i rapporti di produzione che, portano verso il suo superamento.
Il modo di produzione capitalista è in grado di produrre mutamento, è il più potente generatore di
mutamento sociale e materiale.

Ciò che rende un uomo capitalista è il suo interesse nel l’avere più profitto e ciò può accadere in
due modi:
1. Allungando la giornata lavorativa, metodo adoperato nelle orine fasi della rivoluzione e
industriale
2. Rendendo il lavoro più produttivo, attraverso un’organizzazione di lavoro e attraverso
l’introduzione di macchine
Il secondo metodo è quello che porta maggiori frutti ma porta anche a dei problemi, come la
caduta tendenziale del saggio del profitto.
L’introduzione delle macchine consente di battere la concorrenza, l’unico modo in cui i concorrenti
possono difendersi è acquistare delle macchine
• Il capitalista è alla costante ricerca di innovazioni tecnologiche
L’introduzione costante di nuove tecnologie va a modificare le condizioni della vita delle persone,
cambia i modi di lavorare e modifica anche ciò che la gente può consumare.
Continuando ad accrescere il proprio capitale i capitalisti accrescono il proprio potere provocando
anche una crescita parallela della classe operaia, diviene più povera ma anche più consapevole
del suo potere e del suo ruolo, si rende conto che la ricchezza che produce è prodotta
collettivamente ma poi di questa ricchezza se ne appropriano privatamente i capitalisti.
La classe operaia può organizzarsi per rivoluzionare i rapporti sociale esistenti
Il suo obbiettivo è quello di creare una società senza proprietà privata, fondata sull’ uguaglianza e
la giustizia.

INDIVIDUO E SOCIETÀ
Marx parla sempre di diverse norme di società caratterizzate da differenti strutture, fondamentale
concetto nel suo pensiero è che l’uomo é un essere sociale.
Il rapporto fra i sessi è l’aspetto elementare del rapporto dell’essere umano senza questo e il
rapporto con la natura l’umanità non esisterebbe.
I modi di questa relazione mutano nel tempo.
L’uomo è un essere sociale, vive con gli altri e la sua stessa coscienze è prodotta dall’interazione
sociale.
La base della coscienza è il linguaggio, è la coscienza reale e sorge soltanto dal bisogno.

La società moderna è una società dove la divisione del lavoro è molto sviluppata, e la forma in cui
questi prodotti di ricongiungono è il MERCATO. È un sistema di rapporti astratti, dove gli individui
non scambiano i propri rapporti fra di loro in base ai rapporti personali, ma in base a leggi
impersonali.
All’interno del mercato diviene possibile agli uomini immaginarsi come esseri isolati.
Ognuno ha il suo ruolo ma, è presente comunque un aspetto di alienazione:
• L’uomo si allontana dalla possibilità di estrinsecare pienamente tutte le proprie risorse
La società diviene potente ma il singolo impotente

LA SCUOLA DI FRANCOFORTE
INTRODUZIONE
Essa prende il nome dall’istituto per la ricerca sociale che venne fondato a Francoforte nel 1923,
grazie ad un finanziamento privato. Oltre ad Horkheimer, i membri più noti della scuola furono
Theodor Adorno, Herbert Marcuse, Erich Fromm. La formazione di questo gruppo di studiosi non è
omogenea. Ciò che gli unì fu dapprincipio l’intento di promuovere un rinnovamento della ricerca
sociale marxista. Il Marxismo a cui la scuola faceva riferimento era fortemente antidogmatico e non
determinista. Con l’avvento del fascismo l’istituto venne chiuso, perché considerato ostile al
regime, e molti dei suoi membri lasciarono la Germania, emigrando soprattutto negli USA ed in
particolare Horkheimer e Adorno elaborarono una critica radicale della modernità occidentale. Nel
1950 l’istituto venne riaperto. La teoria critica diventa una dei principali riferimenti intellettuali per
tutti coloro che non intendono riconoscere al marxismo sovietico unica alternativa al sistema
capitalistico.

LA CRITICA DELLA RAZIONALIZZAZIONE


Il processo di razionalizzazione descritto da Weber viene inteso dai membri della scuola di
Francoforte come un processo di alterazione della ragione, ossia come una riduzione della ragione
ad intelletto. Gli uomini moderni sono sempre più capaci di eseguire calcoli tecnici, ma sempre
meno capaci di esercitare quelle facoltà critiche in cui si posiziona la ragione. Horkheimer vede la
causa di tale processo nel passaggio dall’illuminismo al positivismo, ossia all’abbandono delle
valenze critiche manifestato nel positivismo. Mentre l’illuminismo aveva usato il richiamo della
ragione come strumento per far valere il principio della libertà, della tolleranza, al sistema dei
privilegi e delle superstizioni del feudalesimo, il pensiero positivista livella l’idea di ragione sul
modello della ricerca scientifica e tecnologica. Nella dialettica dell’illuminismo, è proprio questo
ultimo ad essere messo in qualche modo in discussione, nella misura in cui corrisponde ad un
progetto di rischiaramento del mondo che da un lato nega la cittadinanza a tutto ciò che non ha la
possibilità di una spiegazione razionale e, dall’altro si esprime in una logica di dominio sulla natura.
• Il primo punto di questa critica corrisponde ad una rivalutazione della validità del pensiero
magico e religioso, che conservano il riconoscimento di qualcosa che il pensiero razionalistico
tende a non riconoscere più, cioè che non tutto è dominabile con la ragione.;
• Per quanto riguarda al secondo punto ossia il nesso tra la ragione e con la logica del domino.
Possiamo dire la parola “illuminismo” non è più usata per identificare un movimento storico
determinato, ma è utilizzata per denominare la civiltà occidentale, ricompressa come un unico
progetto di razionalizzazione e di padroneggi amento del mondo.

L’INDUSTRIA CULTURALE
Per quanto il processo di razionalizzazione si sia dispiegato fin dentro le nostre coscienze,
permane dentro ciascuno di noi il ricordo di qualcosa che resiste alla razionalizzazione – è il
ricordo al desiderio alla felicità. L’aspirazione alla felicità è anche ciò a cui si riferisce l’industria
culturale a cui dedicano una delle tre sezioni in cui è suddivisa la dialettica dell’illuminismo.
Secondo Horkheimer e Adorno si tratta di una parodia. Nel capitalismo maturo l’industria culturale
corrisponde all’amministrazione dello svago, che mira a fornire ai lavoratori una compensazione
temporanea per i sacrifici cui si sottopongono. L’interesse per la stampa e in generale per i mezzi
di comunicazione diventa centrale per i membri della scuola di Francoforte. L’industria culturale
porta la cultura alle masse, tuttavia sotto quest’apparenza si nasconde uno svuotamento della
nozione stessa di cultura, perché non rappresenta più il luogo privilegiato dell’elaborazione del
senso e veicolo di aspirazioni ideali che trascendono l’ordine dato, bensì luogo d’intrattenimento e,
soprattutto, meccanismo di sviluppo dell’adattamento di ciascuno all’ordine sociale esistente e un
progetto di manipolazione che è innato nella logica della comunicazione di massa. Il collante di
questo sistema è dato dalla sua funzione che promuove un adattamento generalizzato al sistema
sociale e che sostiene il mercato invitando ciascuno al consumo. La pubblicità è il cuore della
comunicazione.

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