Screenshot 2023-12-04 at 20.24.21
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Brocchetta di Gurnià, h=
45 cm , ceramica di
Kamares, 1800 a.C.
Cratere a decorazione
plastica , h= 45 cm ,
ceramica di Kamares,
1800 a.C.
FUNZIONE DEI VASI DI FESTO
• Questi vasi, che contenevano originariamente
degli alimenti (cibi o bevande), erano stati
offerti alla divinità il cui culto veniva celebrato
nella grotta, e provenivano con ogni
probabilità da Festo.
L’ASCIA BIPENNE
• Pithos con ascia bipenne, h=
134 cm , terracotta, 1700
a.C., Museo archeologico di
Iraklion
• L’ascia bipenne, con due
lame contrapposte, è
simbolo del potere minoico
e si trova dipinta come
emblema anche all’interno
dei Palazzi
LA DEA MADRE
• La religione comprendeva il culto della Gran Madre, divinità femminile della
terra e della fecondità, e, in posizione subordinata, di una divinità maschile
(Paredro), forse dio della vegetazione.
LA DEA DEI SERPENTI
• La Dea dei serpenti è una dea della civiltà minoica, riferibile a rituali
della fecondità, figura ricorrente della scultura minoica. È spesso in maiolica,
di altezze varianti dai 29,5 cm ai 38,5 cm
• La statuetta ha il tipico abito a falde ricadenti, uno stretto corpetto, che
comprime e lascia scoperti i seni, tipico delle sacerdotesse. Il seno è
simbolo sia di desiderio che di allattamento e maternità, e suggerisce una
connessione con il concetto di fertilità.
• Le mani della dea stringono due serpenti, abitanti della terra e portatori a
volte di morte, mostrandoli all'osservatore.
• divinità ctonia (dal greco chthon, “terra”) cioè legata al culto delle forze
sotterranee e degli inferi.
Il serpente e il gatto
• La figura del serpente è utilizzata in molteplici opere
letterarie, religiose e mitologiche, come simbolo di
femminilità e persuasione.
• Ad esempio, la Gorgone della mitologia greca, Medusa,
viene descritta da Ovidio come una bellissima donna con
serpenti velenosi al posto dei capelli
• La Dea dei Serpenti minoica è una donna attiva e doma il
serpente a confronto con l’Eva , di contro, si lascia
incantare (passiva).
• I serpenti, il gatto, i capelli neri ed il trucco degli occhi,
suggeriscono una connessione con la cultura egiziana.
• Secondo gli Egizi i gatti erano animali sacri associati
all’amore, alla fertilità ed ai giorni di festa E proprio come i
faraoni, erano considerati importanti nella vita dell’aldilà: i
loro corpi venivano infatti mummificati, bendati con fasce
di lino e i loro musi coperti da maschere di bronzo. Infine,
venivano messi in sarcofagi a forma di “gatto seduto”.
LA DEA DEI SERPENTI
3. Al significato di 1. all’eleganza,
morte e alla grazia e
rinascita, di delicatezza della
rinnovamento, di figura femminile
fertilità e di fanno da
madre terra è contrappasso la
legato il simbolo spudoratezza del
del serpente. suo seno nudo, la
4. ad esso, fa da virilità delle sue
contrappasso il braccia,
senso della l’incitamento
morte e sessuale tenuto a
dell’aldilà bada da velenosi
simboleggiata dal serpenti;
gatto seduto;
AFFRESCHI
• Le figure degli affreschi minoici sono dipinte in
pose naturali con movimenti liberi, attitudine
caratteristica di una cultura marinara abituata
alla libertà di movimento, alla limpidezza e al
vigore.
• Nel periodo neopalaziale (1700-1600 a.C.), si
si prediligono scene naturalistiche come
giardini e fauna marina
Il principe dei gigli
(fiore caro alla divinità)
o il re-sacerdote 1550
a.c.
(ricostruzione. Si notano
le differenze tra le parti
originali e quelle
ricostruite)
TAUROCATAPSIE
(VOLTEGGI SU
TORI).
Tauromachia:
combattimento
con il toro
Il principe dei gigli
• Frammento di un affresco più grande, andato perduto.
Così chiamato perché raffigura un uomo abbigliato
come un principe che passeggia tra i gigli, stilizzati, che
lo circondano. Ha molti richiami all’arte egizia. Tuttavia
se ne discosta per la naturalezza del movimento
plurimo. Infatti, l’uomo sta camminando in avanti, fa
anche un gesto con il braccio sinistro perché sta
trainando un animale con una corda, forse per un rito
sacrificale, infine, si sta toccando una ciocca di capelli,
gesto colto nella naturalezza del momento. Anche i
capelli sono rappresentati in forma dinamica, come
mossi dal vento e dal suo ondeggiare in avanti.
IL TORO
• TAUROMACHIA = battaglie tra tori o tra uomini e tori
• In onore del Minotauro, divinità con testa di toro e corpo umano, si svolgevano le
tauromachie (battaglie tra tori o tra uomini e tori) e taurocatapsie (volteggi su tori).
• L’immagine del toro è legata al concetto di forza, vigore e fertilità. Questa
creatura era venerata e rispettata, considerata come un elemento primordiale
del cosmo, una divinità della terra. Nella Creta minoica esisteva un vero e
proprio culto del toro e ad esso veniva riservato un rituale nelle pratiche spirituali
dell’epoca.
• La taurokatapsia ovvero il salto acrobatico al di sopra del toro è
una manifestazione artistico-agonistica, cioè un gioco con il toro e non certo una corrida
dove alla fine il toro muore. In questo sport le donne erano incluse e infatti la figura
della donna era molto apprezzata ed evoluta. Le donne avevano un ruolo di rilievo nella
società e lo si vede dagli affreschi dove sono spesso rappresentate
• L’immagine del toro bianco offerto da Poseidone a Minosse è l’immagine della bellezza,
del toro albino, una immagine deificata della bestia.
• I riti, come la taurokatapsia, rispecchiava la volontà di mettere
ordine al caos dell’universo attraverso la capacità dell’uomo di superare le avversità
dell’ambiente con le proprie forze, ed in questo caso, per arrivare ad instaurare
un’armonia con la divinità scesa in terra.
• Questa conflittualità con gli elementi della natura lo si vede anche nell’artigianato
artistico
RHYTON zoomorfo
dal greco rhein, «scorrere», quindi «che versa»