Grammatica Del Costituzionalismo
Grammatica Del Costituzionalismo
Grammatica Del Costituzionalismo
Infine, dietro un diritto vi siano più valori a quel punto si avrà un più mutevole posizione giuridica.
1 DIFENSIVA = non devono esservi interferenze con l’esercizio del diritto. A sua volta si suddivide in
due tipi di dimensione difensiva se colpisce il nucleo o la periferia del diritto. Il nucleo è
caratterizzato da una inviolabilità assoluta anche in caso di conflitto con altri diritti costituzionali.
Per quanto riguarda le aree periferiche possono essere sacrificate nel caso di interferenze, sulla
base di condizione di proporzionalità.
2 ESPANSIVA = è ciò che deve essere fatto per agevolare l’esercizio del diritto. Quindi devono
essere predisposti strumenti di tutela per risarcire e rimuovere limitazioni del diritto. Inoltre, deve
essere predisposte misure idonee a raggiungere il godimento del diritto.
PROBLEMI APERTI
1 Proliferazione dei diritti = che sono suscettibili di restrizioni e finiscono per avere poco potere
2 Giustiziabilità e diritti di carta= un diritto di carte è un diritto che non ha tutela giurisdizionale. Vi
sono diritti che necessitano dell’esistenza di apparati pubblici per poter essere goduti
3 Espansione del potere giudiziario= in quanto l’interpretazione dei diritti fondamentali, macro e
micro e nucleo essenziale periferia dipende dalla loro interpretazione.
4 Democrazia= la legge è soggetta alla Costituzione che non gode di legittimazione democratica.
EGUAGLIANZA
La costituzione italiana sancisce l’eguaglianza giuridica di tutti gli individui in quanto persone e
attribuisce a tutti gli italiani lo status di cittadini a cui sono associati diritti fondamentali. Questo
vale per tutte le costituzioni contemporanee.
Fino a un secolo fa questi diritti non c’erano, infatti le donne non avevano uno status giuridico pari
a quello degli uomini, ancora oggi esistono paesi in cui tale eguaglianza non è stata conseguita. Le
discriminazioni venivano fatte anche sulla base della razza e dell’etnia e considerati inferiori.
Anche dopo l’abolizione legale di servitù e schiavitù certi gruppi sociali sono stati esclusi
dall’eguaglianza morale, politica dunque giuridica.
Un tratto distintivo di queste comunità era di essere stratificate secondo gerarchie di status di
fatto e giuridicamente.
Queste disuguaglianze si sono mantenute grazie alla legittimazione religiosa, morale e politica. Per
secoli, infatti, si affermava l’utilità delle gerarchie sociali per l’interesse generale e l’esistenza di
differenze naturali che giustificavano l’impossibilità per donne e certe razze, etnie, posizioni sociali
a ricoprire certi ruoli sociali.
Aristotele asseriva che questi due modalità di disuguaglianze fossero giustificate dal fatto che gli
uomini che dovevano lavorare non potessero dedicarsi alla vita politica e che donne e schiavi non
fossero dotati delle capacità naturali per farlo.
L’idea di eguaglianza di tutti gli uomini nasce dal cristianesimo e ebraismo, in quanto sono tutti
discendenti dai medesimi progenitori. Tuttavia, l’eguaglianza cristiana è intesa come morale e non
esclude le gerarchie sociali, tra cui la diseguaglianza tra donne e uomini. Secondo Tommaso
d’Aquino e San Paolo addirittura sarebbe compatibile con la schiavitù. È solo con il moderno
giusnaturalismo, cristiano, che nasce l’idea di eguaglianza giuridica di tutti gli uomini, fino a
giungere all’idea più compiuta di John Locke.
È solo con l’illuminismo che vengono recepita l’idea di eguaglianza morale che giustifica la
condanna della schiavitù, come sostenuto da Montesquieu, rivendicando una eguaglianza giuridica
sulla base di diritti fondamentali. In questo contesto nasce la rivendicazione della posizione delle
donne all’interno della società grazie a Mary Wollstonecraft. Inoltre, viene contestata la società
cetuale che ostacola l’ascesa della borghesia teorizza una società basata sulla meritocrazia e
competenze al fine di realizzare l’interesse generale.
Le idee illuministi vengono recepiti dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino sacendo
la nascita dell’eguaglianza giuridica che però esclude ancora parte dei cittadini, basandosi sul
censo o sull’occupazione e le donne, vengono così distrutte le dottrine religiose, morali e politiche
che fornivano la legittimazione ideologica delle gerarchie sociali tradizionali.
Il femminismo aveva al suo interno due correnti liberale e socialista e lottavano per
l’emancipazione della donna nella famiglia, il diritto allo studio, al lavoro e l’estensione del diritto
di voto.
Il diritto ascrivendo uno status crea posizione di eguaglianza che si dividono in due livelli lo status
giuridico di persona naturale e quello di cittadino appartenente a una comunità politica. Nei diritti
e doveri che il costituzionalismo associa a quegli status si realizza il più alto grado di eguaglianza
formale istituita dal diritto.
EGUAGLIANZA DI TRATTAMENTO
2 rispetto = libertà di autodeterminazione nei limiti che permettono la stessa possibilità a tutti.
EGUAGLIANZA DI OPPORTUNITA’
Trattare tutti i cittadini con eguale rispetto e riguardo implica che tutti abbiano accesso alle
medesime opportunità, quindi effettiva possibilità di fare, ottenere e divenire. Si parla dunque di
una eguaglianza di fatto o sostanziale che muta nel corso della vita e che il diritto deve tutelare.
L’eguaglianza di opportunità ha due significati restrittiva e una più ampia che sono tutelate dalla
costituzione.
L’eguaglianza di opportunità di accedere alle diverse posizioni sociali basate su impegno e talento
devono azzerare le differenze sociali pregresse derivanti da famiglia, posizione sociale di
provenienza ecc. (livellamento del campo da gioco).
Altra teoria sull’eguaglianza di opportunità vanno oltre questo principio e implicano anche la
riduzione delle diversità date dai talenti innati, ad es più risorse per chi ha difficoltà
nell’apprendimento.
L’eguaglianza di opportunità è un’idea alla quale ci si può solo avvicinare, in quanto certe influenze
sfuggono al controllo dello stato per es l’affetto e lo stimolo della famiglia. Tuttavia, se le
diseguaglianze sono il frutto di un sistema ingiusto, economico sociale, vi è il dovere collettivo di
porre rimedio.
Per quanto riguarda l’idea restrittiva ha alla base una concezione competitiva.
Molti sostenitori dell’eguaglianza di opportunità ritengono che per aversi una società giusta
basterebbe realizzare l’idea più restrittiva. Questa teoria però non tiene conto delle ingiustizie
strutturali che non riguardano la distribuzione delle posizioni sociali, ma come vengono definite. Le
posizioni sociali sono posizioni dovute a mansioni e prerogative che conferiscono l’accesso a
benefici. Le posizioni al vertice delle società odierne sono poche rispetto a tutte le posizioni e
l’interpretazione restrittiva non ne tiene conto.
Secondo l’interpretazione più ampia si devono garantire le opportunità a tutti in modo non
competitivo, quindi non solo l’accesso ai beni primari e a competere per l’accesso alle posizioni
sociali, ma anche l’opportunità di sviluppare e esercitare le proprie capacità in modo gratificante.
Tale panorama si realizzerà solo quando saranno rimossi tutti gli ostacoli sociali ed economici della
società come affermato dalla costituzione.
COSTITUZIONE ECONOMICA
ORIGINI E IDEE
La nozione costituzione economica, nozione utilizzata per la prima volta in Messico 1917 e la
Repubblica di Weimer 1919. Questa idea inizia con le costituzioni moderne nella con
l’affermazione di una economia politica capitalista. Infatti nel trattato di Adam Smith si afferma
che il diritto viene trattato come fattore ordinante, ma non c’è la configurazione dell’autonomia
della economia politica, viene ancora rappresentata come filosofia morale, infatti, i processi di
produzione e i mercati non erano ancora autonomi.
Con l’espansione dell’economia capitalista del XIX secolo vi è un netto distacco tra economia
politica e costituzione. In questo contesto si inserisce la critica di Karl Marx che afferma che i
rapporti sociali e politici si basano sui rapporti di produzione che costituiscono la società; pertanto,
non è possibile leggere il testo costituzionale senza tenerne conto, ricordando inoltre che
l’economia politica segue una propria logica distinta.
Tuttavia, Marx non nega che l’ordinamento costituzionale, politico e culturale abbia una vita
propria e proprie funzioni, seppur sovrastrutture. L’ordinamento costituzionale, infatti può
svolgere un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dei rapporti di produzione e quindi non
esserne un semplice riflesso. Marx non elabora il concetto di costituzione economica, vedendo
questa come consolidamento delle sottostrutture; perciò, la costituzione economica per aversi
richiede la costituzione liberale.
1 meri pezzi di carta che hanno lo scopo di tutelare i sottostanti rapporti di forza, in quanto scritti
dai vincitori, borghesia che propugnano eguaglianze e libertà solo formali. O
2 costituzioni di copertura che non sono specchio della realtà sociale, che pertanto avranno breve
durata in quanto data la discrasia tra organizzazione sociale e giuridica.
Il concetto di costituzione economica diviene basilare nel XX secolo, in quanto vi sarà una
politicizzazione delle masse e la forte crisi economica del 1929. Ne è un esempio la costituzione di
Weimer, in cui cercherà un compromesso fra capitale e lavoro. In questo periodo si insinua
Sinzheimer affermando la necessità di inserire il lavoro nella costituzione per democraticizzare i
processi produttivi attraverso l’introduzione dei consigli dei lavoratori e quelli dagli industriali e
insieme avrebbero formato il consiglio nazionale economico. L’obbiettivo era quello di limitare
l’arbitrio nell’esercizio della libertà economica e indirizzarla verso scopi sociali, sancendolo
attraverso una costituzione rigida. Secondo Sinzheimer l’integrazione degli attori economici
nell’ordinamento costituzionale potesse portare alla redistribuzione del potere politico.
Per Geber i principi della costituzione hanno una funzione costitutiva, (es stabilità della moneta) e
una applicativa, implementazione dei principi attraverso il mercato concorrenziale. Infine,
incentivano agenzie statali indipendenti dal potere esecutivo e coinvolte nella gestione e
protezione dell’attività economica e finanziaria, onde evitare fenomeni distorsivi del mercato
concorrenziale.
Hayek esponente neoliberale elabora l’idea di un diritto che, come il mercato, si evolve
autonomamente e nega l’interventismo dello stato in quanto distorsione in quanto esso è in grado
di crearsi autonomamente. Per egli la costituzione economica è una struttura che deve garantire: 1
diritto della concorrenza, 2 protezione della proprietà privata,3 un tetto per la spesa pubblica e 4
un’agenzia indipendente che regoli le politiche monetarie quando non è possibile sottoporre la
creazione e circolazione della moneta ad un regime concorrenziale.
Le costituzioni economiche così descritte non identificano gli scopi che possono essere segnati da
autoritarismo e strumenti di espansione democratica. Infatti, è possibile concepire una
costituzione economica anche in regimi autoritari.
La costituzione economica non è presente in quei paesi come Inghilterra e Stati uniti la cui
costituzione è risalente ad epoche in cui non si era ancora affermato questo concetto perciò tale
costituzione economica non ha alcuna rilevanza formale, infatti in Inghilterra si utilizza la legge
ordinaria e common law e negli stati uniti per quanto sia difficile un cambiamento del trattato
costituzionale vi sono comunque stati cambiamenti notevoli come il New Deal e l’abolizione della
schiavitù e la creazione della Federal Reserve come banca centrale per rafforzare il dollaro come
moneta unica perfezionata durante il New Deal.
Centrale è il principio lavorista art. 1 e 4 alla base della definizione dei rapporti economici, quindi
la cost italiana opera già in regime di INTEGRAZIONE dell’organizzazione economica all’interno
dell’ordinamento. Tuttavia, le politiche monetarie rimangono ancorate alla legge ordinaria nel
rapporto tra ministero del tesoro e banca centrale per la gestione del debito, fino al 1981 in cui la
banca centrale diviene indipendente. La separazione rende la banca distante dal potere politico,
ma attenta ai mercati internazionali. Tale trasformazione sarà completamente della costituzione
economica con l’introduzione della moneta unica, patto di stabilità e la creazione della banca
centrale europea e il condizionamento dello stato dato dall’organizzazione economica- politica
derivante dalla crisi economica del 2008/2009 es accesso a fondi emergenziali, monitoraggio
tramite semestre europeo del bilancio.
Un esempio di neoliberismo è quello del Cile dove il costituzionalismo è avvenuto con mezzi
autoritari con il colpo di stato di Pinochet del 1973. Con la costituzione del 1980 si rigetta l’idea
dell’ordoliberale in cui si dà alle agenzie il compito di costruire il mercato e vigilare sul suo
funzionamento e si sancisce che le attività sociali siano governate e organizzate dai mercati,
favorendo una economia di mercato espansiva, ne è esempio l’interpretazione della libertà di
impresa come diritto fondamentale, la non-discriminazione in ambito economico, la protezione
del diritto di proprietà. Inoltre, vi era l’introduzione di procedure che avevano l’obbiettivo di
limitare l’utilizzo della leva fiscale per politiche pubbliche espansive (pareggio di bilancio) e
controllare l’inflazione. si viene così a formare nell’ordinamento; la stabilità dei prezzi, crescita
economica e equilibrio di bilancio. Altre riforme sanciranno la privatizzazione delle sfere sociali
principali. Sul piano monetaristico si sancisce l’indipendenza del banco del Chile, con legge
qualificata che difficilmente si presta ad essere riformata, così come il resto della costituzione
trincerata dalla corte costituzionale. Solo con le proteste del 2019 si è dato inizio a una nuova
Assemblea Costituente.
L’Unione Europea ha una duplice valenza richiede l’intervento del legislatore europeo dlla corte di
giustizia e degli stati membri.
Il cuore della costituzione economica è formato dal trattato di Lisbona e dalla giurisprudenza della
corte di giustizia che definisce le libertà fondamentali come libertà economiche.
Joerges afferma che l’UE è stata costruita sulle idee ORDOLIBERALE e una ferma ripartizione di
competenze fra sovranazionale e nazionale. Inoltre, sostiene che l’UE si fonda sulla libera
concorrenza nei mercati e l’effetto diretto del diritto europeo sulla legislazione ordinaria statale;
tuttavia, vi è stato un netto cambiamento e una riduzione della distanza della costituzione
economica dopo l’introduzione delle politiche di austerità dovute alla crisi economica del 2008.
LAVORO
Durante il XX secolo il diritto del lavoro era basato su sindacati e gestione collettivizzata, questo ha
portato alla facilitazione della partecipazione dei lavoratori nel processo democratico in ambito
politico ed economico. Ad es i sindacati hanno agito per ridurre il divario salariale tra i lavoratori,
rafforzando i diritti politici e le istituzioni democratiche. Oggi al contrario vi è un indebolimento del
diritto del lavoro a tratti in contrato con la costituzione che sta perdendo valore nella
regolamentazione del lavoro e dei lavoratori.
Nelle costituzioni del XVIII e XIX secolo vi è la totale assenza dei riferimenti al lavoro. I teorici
basandosi sulle idee di Locke negavano di attribuire lo status di cittadino a chi non era proprietario
negano diritti politici e dei lavoratori come, ad esempio, la creazione di sindacati.
Nel XX secolo con l’estensione del diritto al voto dopo la Seconda guerra mondiale, le nuove
costituzioni sancivano il diritto di associazione e i diritti sindacali.
Quindi la costituzione del lavoro deve comprendere le disposizioni costituzionali e legislative che
regolano la ccnl e le azioni sindacali, i consigli operai, la rappresentanza dei lavoratori nei consigli
aziendali e forme di arbitrato per controversie in ambito industriale. Il termine costituzione vuole
enfatizzare il diritto di partecipazione dei lavoratori ai processi produttivi.
Secondo Sinzheimer l’economia dovrebbe essere concepita come materia di diritto pubblico e non
privata, contraddistinta da obbiettivi pubblici. Egli, inoltre, sottolineava l’importanza del nuovo
stato democratico che incideva sugli attori economici che rimanevano indipendenti dallo stato, ma
sottomessi ad esso per l’identificazione dei loro poteri legislativi. Il diritto del lavoro doveva
trovare un equilibrio tra le due correnti del tempo il totale controllo da parte dello stato o la totale
libertà economica privata. Nella costituzione della repubblica federale tedesca si riprendevano
questi principi, ma si esaltava il ruolo del diritto di sciopero e l’indipendenza del sindacato dallo
stato, anche se di fatto rimaneva ancorato ad esso con l’inserimento nel welfare corporatism.
Passarelli ha influenzato l’indirizzo dei giudici con il suo trattato di interpretazione del sistema
cooperativista che non era ancora stato abrogato.
Negli anni 50 con la nascita della CEE si ha come intento la libera circolazione di merci servizi e
capitali, ma non i diritti del lavoro e sociale.
Nel 68 con le rivolte laburiste che imperversavano a livello mondiale si volle dare un diverso
indirizzo alla CEE e si diedero come obbiettivi una migliore occupazione, condizioni abitative
migliori e partecipazione più ampia di lavoratori e datori di lavoro ai processi decisionali della CEE.
Per raggiungere quest’ultimo obbiettivo negli anni 70 si è tentato di creare forme di
corporativismo a livello europeo, coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro
all’interno di comitati e commissioni di lavoro.
Grazie al trattato di Maastricht queste commissioni furono costituzionalizzate nel c.d. “dialogo
sociale europeo” che la commissione era obbligata a consultare per avanzare proposte legislative
in ambito di politiche sociali, inoltre vi era la possibilità di contrattare accordi di natura
contrattuale.
Si può quindi notare l’ampiamento delle competenze europee in materia di diritto del lavoro,
rimangono però esclusi la libertà di associazione e la retribuzione.
Alla luce della crisi economica del 2008 con il pericolo del default del debito sovrano, gli stati
membri hanno dovuto rinunciare alla possibilità di definire le politiche sociali ed economiche,
dovendo sottostare ai parametri dell’austerity dettati dall’azione congiunta della Troika. Portogallo
e Grecia sono dovute intervenire nella flessibilità del lavoro, numero di ore di lavoro, contratti
collettivi, retribuzioni ecc.. in Italia e Spagna furono raccomandate le stesse riforme. Adams
commentando questi eventi li definisce “adeguamento strutturale” che porterà solo ad alti tassi di
disoccupazione e bassi livelli di crescita.