Ungaretti Ermetismo
Ungaretti Ermetismo
Ungaretti Ermetismo
(1888-1970)
Il poeta dell’allegria
Poeta attivo nel
corso di buona
parte del
Novecento.
Per questo, fu
influenzato da una
molteplicità di
movimenti: dal
Simbolismo al
Futurismo, e anche
dalla poesia
giapponese!
Ma la poesia di
Ungaretti non
è”semplice” e alla
portata di tutti. La
conoscenza che il
Rifiuta il ruolo del poeta può raggiungere
poeta-vate, ma è solo “frammentaria”
riconosce alla e “sfuggente”.
poesia un ruolo
conoscitivo
fondamentale.
Leggendo Ungaretti scopriremo che…
Nel 1915, con l’ entrata dell’Italia nella Grande Guerra, venne arruolato come
soldato semplice, e combatté sul Carso ( cioè nel Friuli) e poi in Francia; nel 1916
aveva pubblicato la sua prima raccolta poetica, Il Porto Sepolto, che comprendeva
33 poesie scritte al fronte. Ricordiamo che Ungaretti si schierò su posizioni
interventiste.
Nel 1925, Ungaretti firmò il Manifesto degli Intellettuali fascisti ( come anche
Pirandello) e assunse incarichi universitari importanti che lo portarono fuori
dall’Italia, nello specifico all’Università di San Paolo,( 1936) in Brasile, come
professore di Lingua e Letteratura italiana; già tra il 1928 e il 1933, Ungaretti si
avvicinò alla religione, probabilmente vista come l’ultimo appiglio di fronte
all’angoscia esistenziale dell’uomo moderno. Lo segnò, negli anni in Brasile, la
morte del figlio Antonietto, di nove anni.
Sentimento del tempo (1933), Il dolore (1947), La Terra promessa (1950), Un grido
e paesaggi (1952), Il taccuino del vecchio (1961) e Vita di un uomo (1969)
Ungaretti lasciò l’insegnamento per limiti di età nel 1958, ma continuò a essere una
voce attiva nella cultura italiana: ricevette numerosi premi e riconoscimenti in Italia
e all’estero. Morì a Milano nel 1970.
IL POETA SOLDATO CHE FINI’ PER ODIARE LA GUERRA
Alcune tra le più note poesie di Ungaretti sono state scritte proprio durante
la sua militanza di soldato semplice sul Carso.
2.1 LA FORMAZIONE CULTURALE DI UNGARETTI: la BREVITA’ DELLE SUE
POESIE
Nella formazione culturale del giovane Ungaretti gli anni trascorsi a Parigi furono di
grande importanza; nella capitale francese frequentò gli ambienti delle
avanguardie, conobbe i pittori cubisti e gli scrittori futuristi, tanto è vero che le sue
prime esperienze poetiche si basano sul modello futurista che evidenzia l’esigenza
del poeta di ricercare un linguaggio moderno e di rottura con la tradizione.
Successivamente le posizione di Ungaretti cambiano e abbandonano la poetica
futurista. La brevità e l’essenzialità delle poesie ungarettiane fece pensare i critici
contemporanei al poeta a un’influenza della poesia giapponese ( haiku), terreno di
indagine ancora oggi oggetto di controversia ma al contempo molto affascinante
perché presupporrebbe una rottura dell’ eurocentrismo, o centralismo del canone
occidentale. Ungaretti afferma che la brevità della sua poesia derivò anche da un
fattore “pratico ”: come era possibile usare troppe parole in trincea?
BREVITA’ COME
“NECESSITA’
PRATICA ” DI
SCRIVERE IN
TRINCEA
2.2 IL MODUS OPERANDI DI UNGARETTI: RIMANEGGIAMENTO E “
RICICLO”
Perché il tema centrale della sua poesia rimane, nonostante tutto, la gioia della
sopravvivenza e la consapevolezza di dire << sono ancora vivo!>>, così il soldato che
combatte al fronte è pervaso da uno slancio quasi selvaggio che lo tiene attaccato
alla vita. Vedendo concretizzarsi la possibilità di perdere la vita, il soldato acuisce il
proprio appetito di vivere.
LA RACCOLTA IL PORTO SEPOLTO (1916)
La data di pubblicazione de Il Porto Sepolto , il 1916, ha un valore emblematico non
solo nella biografia ungarettiana ma anche nella storia della poesia italiana del
Novecento, poiché segna il primo superamento delle avanguardie: non c’è più nulla
della trasgressione e della polemica che aveva caratterizzato i movimenti
avanguardisti.
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
di inesauribile segreto
• Come un diario: notiamo che la poesia è preceduta dal luogo e dalla data di
composizione, cosa che avviene per moltissime poesie di Ungaretti.
Facciamo l’esempio di un sub che si immerge in delle acque torbide per portare alla
luce un tesoro molto pesante. Non riuscirà a portarlo in superficie tutto quanto , ma
soltanto una parte di esso: gli uomini in superficie vedranno soltanto il riflesso del
“vero tesoro”che è destinato a giacere per sempre nelle profondità marine…
IL POETA “DISPERDE”.
FACCIAMO ATTENZIONE A
QUESTO VERBO.
UNGARETTI VIENE CONSIDERATO IL “PRECURSORE” DI
UNA CORRENTE LETTERARIA CHE SI SVILUPPERA’ IN
ITALIA FRA LA PRIMA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE:
L’ermetismo
Molti dei poeti che scrivono tra le due guerre mondiali (quindi tra gli anni ’20 e gli
anni ’30 del Novecento) reagiscono al trauma della guerra e della dittatura fascista
scegliendo di non parlare più delle vicende politiche del loro tempo, ma si
disimpegnano per rifugiarsi in una dimensione poetica i cui messaggi risultano,
spesso, di difficile comprensione al lettore. Questo atteggiamento di difficile
distacco ( non si trattò di una scuola poetica a tutti gli effetti) è conosciuto come
ERMETISMO
Il nome venne coniato nel 1936, da un critico letterario, Francesco Flora,
con intento dispregiativo; il critico prese ispirazione dal nome di ERMETE
TRISMEGISTO, dio greco- egizio delle scienze occulte e misteriose, cui si
attribuiva la composizione di testi mistici
Francesco Flora voleva appunto sottolineare il carattere misterioso e
“chiuso” ( nel senso che il significato della poesia non era comprensibile a
tutti) di questa poesia, che faceva leva su un linguaggio basato su codici.
Pensiamo all’aggettivo “ermetico”, ampiamente diffuso nel lessico
italiano: un contenitore “ermetico” è appunto un contenitore
impenetrabile e isolato, e una persona <<ermetica>> è una persona
difficile da capire.
Utilizzano inoltre gli elementi della SINESTESIA e dell’ ANALOGIA ( già era usata
molto da Giovanni Pascoli, non a caso un poeta simbolista); ricordiamo che
l’analogia è una metafora estrema, in cui il termine di paragone è forzato e
altamente soggettivo.
Gli ermetici prendono le distanze dalla cultura come propaganda politica, da qui
nasce volontà del poeta di << ripiegarsi su se stesso>>, nella sua interiorità: lo
sguardo del poeta non è più indirizzato al di fuori della propria persona, ma dentro
sé stesso.
La poesia non vuole più celebrare i grandi valori della patria, dell’eroismo e della
virtù ma segue l’ideale di una poesia pura, libera da qualsiasi vincolo metrico, una
poesia che esprima la disperazione e il senso di solitudine dell’individuo.
Perché precursore?