Ciò Che Inferno Non È Recensione

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Ciò che Inferno non è recensione

Il romanzo si apre con una vista di Palermo alle prime ore del mattino, dove
troviamo il primo personaggio Federico che penserà all'arte di Caravaggio con il suo
uso del chiaroscuro.
Ma proprio in questa città così ricca di tradizioni cultura e arte, troviamo le
fondamenta di sfruttamento e violenza. In questo romanzo troviamo il lavoro di
Padre Pino Puglisi, quel suo duro lavoro per salvare i giovani abbandonati e quei
giovani che per arrotondare quel poco di denaro vanno verso la prostituzione e alla
mafia, ciò che vuole fare Padre Pino è estinguere L'inferno che si trova nel cuore dei
ragazzi. Durante la storia Federico aiuterà il Padre nella sua impresa alimentato dal
suo amore verso Lucia. Federico sta attraversando un periodo della sua abbastanza
particolare dove è alla ricerca della sua vera identità, tenta di comprendere meglio il
mondo che lo circonda ma soprattutto sé stesso e cerca dei punti di riferimento fissi
ed affidabili, uno dei quali è il fratello maggiore Manfredi, mentre altri diventeranno
nel corso della vicenda il sacerdote Padre Pino Puglisi e Lucia, ragazza di Brancaccio.
Affascinante è il personaggio di Padre Pino, che non viene associato al carattere di
sacerdote ancorato alla mentalità chiusa della Chiesa, ma un sacerdote che rende i
sacramenti vicini alla realtà e che con la vicinanza con Federico riesce a spegnere il
suo inferno interiore.
La missione di Padre Pino non era quella di riformare daccapo quei ragazzi
abbandonati, ma ripararli dall'interno perché per lui è più eroico riparare che
costruire. E proprio con tale filosofia Padre Pino va a combattere quell'inferno
dentro i bambini, anche con poca forza, ma avrà quella costanza incredibile che lo
porterà al successo.
I personaggi del romanzo sono vivi, sono personaggi forti e presenti che riescono a
colpire il lettore nell'animo. Tale rilevanza dei personaggi forse è anche dovuta alla
enorme somiglianza del romanzo che se pur è inventato si avvicina alla realtà del
nostro mondo, incredibile è la somiglianza alla vicenda di Don Peppino Diana. I
personaggi di “Ciò che inferno non è” sono tanto rilevanti perché sono caratteri e
persone che si potrebbero incontrare ogni giorno. Questo alternarsi di personaggi
"Buoni" e "Cattivi" tra le pagine rende ancora più rilevante l'avvicinamento del
romanzo a la vita vera. Personaggio di maggiore importanza è Padre Pino che seppur
già dall'inizio del romanzo il lettore sapeva che destino gli aspettava, è riuscito a
catturare tutti rimanendo una grande figura. Il prete è stato ucciso all’età di 56 anni
il giorno 15 settembre 1993 verso le 22,45 della sera dinanzi al portone della sua
abitazione.
Per quanto riguarda lo stile Alessandro D'Avenia alterna un uso abbondante di figure
retoriche e di metafore nel testo, per fare interessare ancor di più il lettore
facendolo ragionare nella lettura. Per mia esperienza agli inizi del libro non riuscivo a
leggere al meglio il modo di scrivere di D’Avenia, non ricordavo i nomi dei
personaggi e non riuscivo bene a capire tutte le metafore. Ma passo nella lettura
sono riuscito a familiarizzare con la lettura e lo stile riuscendo a proseguire senza
problemi. Mi ha interessato molto il modo in cui D’Avenia è riuscito a parlare di un
argomento tanto temuto, che sotto i miei occhi è visto come un ripetersi sempre
degli stessi avvenimenti. Grazie al suo modo di scrivere e al suo di descrivere gli
avvenimenti è riuscito a farmi interessare anche di un argomento poco gradito ai
miei gusti.
Il libro prende nome da una frase di Italo Calvino “cercare e saper riconoscere chi e
cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Così Don
Pino scava nell'inferno dei ragazzi perduti. Tra le varie tematiche troviamo
l’emarginazione sociale, il controllo della mafia, la chiesa e anche l’infanzia e
l’adolescenza. Questo grande modo di descrivere i fatti durante la prosa forse è
anche dovuto agli studi di Alessandro D'Avenia al Liceo Classico dove incontrò
veramente Padre Pino. Per mia opinione questo incontro con Padre Pino è riuscito a
far scrivere il personaggio di Federico(il protagonista) al massimo riuscendo
D'Avenia a rispecchiarsi in lui. L’intento del romanzo non è quello di denunciare o
rendere protagonista il problema mafia, ma è proprio quello di uscirne, andare oltre
e di prospettare qualcosa di positivo.
In fondo D'Avenia vuole solo ricordare la memoria di Padre Pino, vuole ricordare
quei quartieri e quelle strade malfamate di Palermo, ma che comunque lui amava
con tutto se stesso. D'Avenia vuole ricordare il suo duro lavoro nel salvare i ragazzi,
quel suo lavoro di portarli in un mondo in un futuro dove inferno non c'è..

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