Piccolomini Lezione 1

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Patologia Chirurgica, prof.

Piccolomini
Lezione 1, 1 ottobre 2019
Sbobinatrice: Rolle Carlotta
Revisionatrice: Marrelli Francesca

La patologia chirurgica si divide in diverse branche, a questa parte del corso compete quella
dell’apparato digerente.

INTESTINO TENUE

L’intestino tenue è anche conosciuto come mesenteriale perché


non ha organi di fissazione. Qui di fisso c’è solo il duodeno che fa
parte del tenue.

L’intestino tenue è un grande tubulo di lunghezza di circa 5-7m


(negli obesi è più lungo). È detto mesenteriale perché è
contenuto nella cavità peritoneale attraverso il suo meso, unico
braccio che ha per essere sostenuto. Finisce nella valvola
ileocecale, che si trova tra l’ileo e il cieco. La funzione principale è
di assorbimento, ma ne ha molte altre.

La prima digestione, definita dai latini ‘fit in ore’, avviene nella


bocca, richiede la masticazione.
ES: una paziente giovane operata per occlusione della VIC (valvola ileo-ciecale) data da un quarto
di carciofo che non ha masticato.

Il tubo digerente va dalla bocca al canale anale. Esiste un esame che permette di studiare il tempo
di transito intestinale grazie all’ingestione di marcatori radioopachi che poi controllo con un RX
diretta dell’addome. L’RX diretta addome è un esame necessario per vedere tutto il profilo
intestinale grazie a un fascio di raggi che attraversa la persona in due proiezioni: Antero-
Posteriore e Latero-Laterale. Al giorno d’oggi questo esame si esegue solo in posizione supina,
una volta sia supina che in piedi. In chirurgia, la RX diretta addome è l’esame che non si sbaglia
mai a richiedere.

A livello della VIC l’ileo entra dentro il cieco e a questo livello si localizza preferibilmente il morbo
di Crohn (che è in realtà una panenterite), chiamato per questo ileite regionale.

Quello che vedete in alto (figura) è l’ansa di Treitz, dove finisce il


duodeno, punto di repere per la vena mesenterica inferiore (al di
sotto dell’ansa).

Dentro il colon ci sono le haustra le quali sono delimitate da tenie.

L’unità funzionale è costituita dal villo intestinale.


L’intestino tenue si divide in tre porzioni:

• Duodeno, Digiuno che si estende per i 2/5

• Ileo per i restanti 3/5 (con diametro più piccolo).

Quando si ha un’occlusione parziale/totale, si ha una dilatazione del tratto a monte dell’intestino.


Questa dilatazione è maggiore a seconda della gravità, di conseguenza non si ha più un diametro
di 3 cm.

La parete è costituita da 4 strati:

• la sierosa

• la muscolare (muscolaris mucosae)

• la sottomucosa

• la mucosa (il villo si trova su quest’ultimo strato).

I vasi appartengono al meso, si trovano esternamente e poi penetrano all’interno per nutrire gli
strati muscolari (trasversale e longitudinale) per arrivare alla sottomucosa. La mucosa è sollevata
in tante pliche necessarie per aumentare la superficie di assorbimento dell’intestino e su questa ci
sono i villi. I villi assorbono ciò che si è mangiato e ridotto ai minimi termini dall’intestino.

STRUTTURA VILLO INTESTINALE

Abbiamo la cripta di Lieberkhun (a sinistra nell’immagine), dove sono


presenti vari tipi di ghiandole oltre che le cellule di tipo endocrino.

C’è poi un’arteria, una vena e il capillare (questo serve per nutrire il villo
e assorbire le sostanze nutritive); l’orletto a spazzola, che dopo la
terapia antibiotica viene ridotto ai minimi termini; la fibra nervosa.

FUNZIONI

- Digestiva: completa la digestione iniziata dalla bocca e nello


stomaco con l’azione cloridropeptica.

- Assorbente: attiva il passaggio nel sangue e nella linfa dei prodotti della digestione e di
altre sostanze ingerite (acqua, sali e vitamine).

- Motoria: rimescola il contenuto intestinale. La peristalsi è auscultabile: se è presente


significa che l’intestino si muove bene, se è ridondante c’è qualche problema, se non c’è
significa che non c’è movimento.
- Endocrina: nella mucosa gastroenterica e nel pancreas sono stati identificati almeno 15 tipi
di cellule che producono polipeptidi ormonali con azione locale (azione paracrina) e a
distanza (azione endocrina1) riversandosi nel circolo sanguigno. Si tratta di un sistema di
regolazione funzionale dell'apparato digerente denominato sistema GEP (sistema Gastro-
Entero-Pancreatico), cellule enterocromaffini con caratteristiche APUD (Amine Precursor
Uptake Decarboxilation - cellule attive sul metabolismo delle amine, ne captano e
decarbossilano i precursori) che sono distribuite anche in altre parti dell'organismo come
ipofisi, ipotalamo, midollare surrenale e che producono ormoni che possono fungere anche
da neurotrasmettitori. Per esempio: VIP. A ognuno di questi corrisponde una neoplasia che
è a media aggressività.

- Immunitaria: tramite il MALT (Mucose Associated Lymphoid Tissue - tessuto linfoide


associato alle mucose), per stimolare la reazione antigene-anticorpo, ma anche quella
cellulo-mediata, soprattutto tramite le cellule M che, attraverso un processo di simil-
pinocitosi, internalizzano gli agenti patogeni provenienti dalla digestione degli alimenti per
portarli in contatto con le cellule immunitarie tramite esocitosi.

STRUTTURE NERVOSE

● Plesso mioenterico di Auerbach


● Plesso sottomucoso di Meissner
● Sistema autonomo Simpatico: funzione di rilasciamento
● Sistema autonomo Parasimpatico: funzione di contrazione
L’attività motoria è ciclica e comincia dal duodeno (Pacesetter) sia a digiuno che postprandiale.
Una delle sostanze neurormonali protagonista è la CCK.

Quotidianamente nel canale alimentare vengono secreti 8L di succhi digestivi: saliva, secrezione
gastrica, succhi intestinali, bile e succhi pancreatici. Dal chimo acido dello stomaco si passa al
duodeno dove il pH è basico e il chimo diventa chilo; andando avanti tutti gli alimenti vengono
ridotti ottenendo monosaccaridi, amminoacidi, acidi grassi in modo tale da permetterne il
riassorbimento. L’intestino tenue riprende e completa questi processi digestivi iniziati dallo
stomaco e dal duodeno. Alcuni alimenti (a. grassi a catena lunga e colesterolo) hanno bisogno
della linfa per essere assorbiti, prima di arrivare nel sangue.

1
Azione endocrina: esempio tiroide – ormone prodotto, riversato nel sangue che agisce su siti a distanza.
Principali patologie dell’intestino:

1. Diverticolo di Meckel

2. Tumori

3. Carcinoidi

4. Volvolo

5. Invaginazione

1. DIVERTICOLO DI
MECKEL

È il residuo del dotto onfalo-mesenterico, che consente all’unità funzionale feto-placenta di


garantire un apporto vascolare e nutrimento al feto durante la
vita intrauterina; dopo la 7° settimana di vita va incontro a
regressione.

Analogia con ernie inguinali: nell’ernia congenita esiste un dotto


peritoneo-vaginale che, in condizioni normali, va incontro a
regressione e quindi chiude la cavità, mentre nell’ernia congenita
rimane pervio.

Figura 1: L’appendice fusiforme che entra dentro (numero 2) è il


diverticolo di Meckel che si trova a una distanza variabile dalla Figura 1
VIC. In basso l’ombelico del nascituro, in 4 il residuo delle arterie
ombelicali e poi l’uraco.

Figura 2: la zona è cosi quando non ci sono processi infiammatori o


patologie in atto, nella maggior parte dei casi è di competenza del
chirurgo pediatrico.

In passato al prof è capitata un’operazione di una donna di 96 anni


con volvolo enterodiverticolare, in cui però non c’era eterotopia di Figura 2
tessuto gastrico, tipica del diverticolo di Meckel. Nel 25-45% può
anche non esserci, ma averlo predispone a complicazioni.

Complicazioni:

- Cordone fibroso che trattiene l’ansa intestinale, che quasi stenotizza, in regione
ombelicale.

- Fistola vera e propria – è una comunicazione anomala tra due zone che prima non
comunicavano (per esempio nel morbo di Crohn si possono avere fistole anali).

- L’evoluzione cordoniforme porta a formazione di una vera e propria cisti ombelicale.


Resezione del diverticolo: l’intestino è stato aperto a piatto, c’è sangue
perché si chiude l’intestino per far sì che il contenuto non si spanda; è
possibile anche che ci sia una infezione in atto (diverticolite o
meckelite).

Il diverticolo di Meckel è presente in circa l'1-2% delle persone, misura


3-5 cm ed è situato nell'ileo entro 100cm dalla valvola ileociecale.
Poiché le cellule vitelline sono pluripotenti, può contenere isole eterotopiche di tessuto, più
spesso gastrico, pancreatico o genitale (es. endometriosi). Il più soggetto a complicanze è il
tessuto gastrico, che risponde alla stimolazione della gastrina iniziando a produrre HCl e pepsina,
creando una lesione sul tessuto circostante e provocando sanguinamento. Infatti un paziente con
diverticolo di Meckel ha il 4-6% di rischio in più di sviluppare complicanze addominali rispetto alla
popolazione normale.

La presentazione clinica può essere caratterizzata più spesso da emorragie (25-50%) acute o
croniche recidivanti, per ulcerazione della mucosa ileale adiacente alla mucosa gastrica
eterotopica. Altre complicanze sono ostruzione, intussuscezione. Quest’ultima è una complicanza
anatomica in cui il meso viene ridotto e compresso all’interno della piega tra intestino ed
intestino, si ha una compressione dei vasi venosi: aumento di volume, aumento di pressione
all’interno della struttura del mesentere e ischemia indotta dalla parte arteriosa, quindi va
incontro a necrosi. Altre complicazioni sono: infiammazione, perforazione. L’occlusione
determina un aumento di volume e di pressione, flogosi all’interno quindi rottura e necrosi
cellulare.

QUADRO CLINICO

- Acuto con dolore addominale – da perforazione che porta a peritonite, oppure da


occlusione intestinale (intussuscezione, volvolo).

- Cronico con dolore addominale, emorragie digestive bassa, fistola entero-ombelicale o


cisti dell’ombelico.

- Raramente sintomatico dopo i 10 anni, più spesso l'emorragia colpisce i bambini al di sotto
dei 2 anni, mentre l'ostruzione è più comune negli adulti.

- Le complicanze sono più frequenti nel maschio.

- L'ostruzione può essere causata da volvolo, intussuscezione o erniazione (ernia di Littre),


diverticolite cronica, litiasi, aderenze fibrose, tumori perché tutti questi occludono il lume
intestinale dando una reazione dapprima infiammatoria2 e poi, eventualmente, infettiva3.

2
Def. INFIAMMAZIONE: meccanismo di difesa con cui il nostro organismo cerca di proteggersi da traumi, ferite,
scottature o infezioni (Treccani)
3
Def. INFEZIONE: processo infettivo che può rimanere circoscritto al punto di penetrazione dei germi infettanti o, in
seguito al passaggio dei microbi nel sangue, può generalizzarsi e provocare talora focolai suppurativi in varie parti del
corpo (Treccani)
- La meckelite rappresenta il 20% dei casi sintomatici, il quadro clinico può essere confuso
con una appendicite acuta con dolore localizzato in fossa iliaca destra, febbre ed
innalzamento degli indici di flogosi.

I tumori nel diverticolo del Meckel sono rari, presentandosi con incidenza di 0,5-1,9%. Possono
essere benigni (lipoma, amartoma) o maligni: carcinoidi, tumori mesenchimali come
il GIST (Gastro-Intestinal Stromal Tumor – origina dalle cellule Cajal) e il leiomiosarcoma,
adenocarcinomi (da cellule ghiandolari, sono la maggior parte) e tumore desmoplastico a piccole
cellule rotonde (rari).

Il trattamento è invariabilmente chirurgico, con resezione del tratto patologico.

DIAGNOSI

Quadro clinico: nel bambino si presenta con dolore e sanguinamento: dolore addominale
periombelicale, appendicolare fino all’occlusione intestinale o peritonite; rilevazione di sangue
nelle feci.

Esami di laboratorio: si riscontrano anemia o leucocitosi per infezione dovuta a diverticolite o


perforazione.

Diagnostica:

- La radiografia diretta dell’addome ci dice se il paziente è occluso;

- TC addome per localizzare precisamente l’occlusione;

- La scintigrafia con tecnezio consente di marcare i globuli rossi e serve per localizzare la
sede del sanguinamento;

- Video capsula – utilizzata in pediatria con funzione di endoscopia di tutto l’intestino.

Terapia chirurgica: resezione del diverticolo, grazie alla resezione della porzione di tessuto ai lati
oppure interrompendo la continuità intestinale. Si completa con una sutura manuale a punti
staccati su un piano totale o su più piani (strato muscolare e sottomucoso).

(Immagine) Si vede zona dove si è perforato il diverticolo.


2. NEOPLASIE INTESTINO TENUE

Rare, nonostante il tenue costituisca l’80% di tutto l’intestino. Rappresentano il 5% delle neoplasie
gastrointestinali, 1-2% di tutti i tumori maligni4 del tubo digerente.

Età media di insorgenza 50-60aa, a salire. Più frequente nel sesso maschile. Segue una particolare
distribuzione geografica: è più frequente tra i Maori della Nuova Zelanda e gli indigeni Hawaiani, è
particolarmente bassa in India, Romania e nell’Europa dell’Est. A partire dagli anni ’80 sembra
essere in aumento per correlazione con AIDS e linfomi.

DIAGNOSI

- Preoperatoria possibile nel 20-50% dei pazienti sintomatici, perché già in stato di
neoplasia avanzata (come nel caso del carcinoma all’esofago: se il paziente ha disfagia
siamo oltre il limite dell’operabilità, è indice di una stenosi che occlude al 60% e
proliferazione attorno i linfonodi).

- Esame seriato con bario somministrato per os. Non è un esame ad elevata sensibilità, ma
mi permette di identificare la localizzazione.

- Clisma del tenue con solfato di bario per vedere progressione nel tubo digerente.

- Enteroscopia laddove si può arrivare. Attraverso un endoscopio si risale da ICV per 10-
15cm all’interno dell’ileo.

- Videocapsula.

- Angiografia – perché le neoplasie, talvolta, sono particolarmente vascolarizzate.

- TC/RMN.

- Diagnosi intra-operatoria.

ES: paziente di 40aa con sarcoma trovato in laparoscopia esplorativa per effettuare una biopsia, si
è passati poi a laparotomia open. La neoplasia aveva un calibro di 8-10cm, la diagnosi è stata
tardiva nonostante
gli innumerevoli
accertamenti.

(Immagine)
Distribuzione di
neoplasie benigne e
maligne del 1975,
casistiche importanti effettuate su una vasta popolazione, ma a Siena sono solo 1 o 2 all’anno.

4
Il tumore che ha la frequenza più alta di mortalità è il polmone; il pancreas, anche se operato, dà prognosi di vita
limitata. Anche se oggi si studiano le abitudini di vita (sport, vita sedentaria) di fatto questa loro azione sui tumori non
si comprende tanto, per questo interviene la genetica.
TUMORI BENIGNI – MANIFESTAZIONI CLINICHE:

- Sintomi vaghi ed aspecifici: per esempio paziente con pancia gonfia presente per mesi o
anni prima dell’intervento chirurgico.

- Dispesia, anoressia e generale malessere fino a compromissione dello stato generale con
perdita di peso e cachessia neoplastica.

- Dolore addominale sordo, spesso intermittente e di tipo colico (dovuto a


occlusione/subocclusione).

- La maggior parte dei pazienti sono asintomatici (diagnosi effettuata in sede autoptica, per
casuale riscontro durante laparotomia o esame radiologico del tubo digerente prossimale,
quello che viene comunemente chiamato incidentaloma – ad esempio: cisti renali,
angioma epatico riscontrati con ecografia casuale).

- Sintomi dovuti a complicanze (occlusione, emorragia).

Non esiste un quadro preciso per identificare queste malattie, non hanno un quadro di
presentazione patognomico. Bisogna pensarci quando escludiamo altre patologie dopo aver fatto
l’iter diagnostico specifico.

TUMORI MALIGNI – MANIFESTAZIONI CLINICHE

Spesso sintomatici:

- Dolore e perdita di peso – associata a cachessia neoplastica

- Ostruzione (15-35%) da infiltrazione del tumore che diffonde in tutta la cavità fino a dare
quadri di carcinosi

- Diarrea e mucorrea connessi con alcune condizioni di produzione del muco da ghiandole
adenocarcinoidi

- Ematochezia (sanguinamento dall’ano), melena (feci nerastre e fortemente maleodoranti,


tipica del sanguinamento di patologia alta)

- Anemia cronica – astenia, tachicardia, pallore in seguito a stillicidio

- Perforazione (nel 10% dei casi), linfoma e sarcoma

- Evidenza di massa palpabile (leiomioma) – ES: paziente con massa palpabile all’addome
perché era molto magro, si manda a fare un’analisi del digerente credendo che ci fosse una
neoplasia, invece era il morbo di Crohn (diagnosi differenziale).
(Immagine a dx) RX al bario del digerente (quando il
paziente non vuole fare di prima istanza ad esempio
l’endoscopia del duodeno.) Ci sono le haustrature del
colon, bulbo duodenale e stomaco, intestino tenue con
le pliche conniventi più larghe di 2 cm e la zona di
transizione, dove c’è la neoplasia.

(Immagine a sx) TC: osserviamo i muscoli retti


dell’addome, laterali, ombelico, contrasto con l’intestino e
la neoplasia.

TERAPIA

 Resezione con asportazione dei linfonodi regionali poiché possono essere causa di
recidiva, sono utili per la stadiazione dopo asportazione del tumore

 Resezione palliativa, si riduce la massa per poi affidarsi alle cure di un oncologo

 In presenza di lesioni duodenali: pancreatico-duodenectomia

PROGNOSI

 50% dei pazienti operati per tumori maligni ha lesioni non suscettibili di resezione
curativa;

 30% ha già metastasi a distanza al momento dell’intervento;

 la sopravvivenza globale a 5 anni dopo trattamento chirurgico è del 25%;

 gli adenocarcinomi hanno una prognosi peggiore, del 15-20%, rispetto ai leiomiomi e
linfomi (25-35%).

3. CARCINOIDI

Originano dalle cellule enterocromaffini (cellule di Kulchitsky) nelle cripte di Lieberkuhn, che sono
depressioni accanto ai villi intestinali. Sono dette anche cellule argentaffini a causa della
colorabilità, descritte per la prima volta nel 1888. Oberndorfer coniò il termine Karzinoide per
indicare l’aspetto simile a quello di un carcinoma con la presunta mancanza di potenziale maligno,
infatti i carcinomi hanno una ridotta aggressività. Sono stati descritti in numerosi organi tra cui più
comunemente i polmoni, i bronchi e il tratto gastrointestinale. Da noi i più diffusi sono
nell’appendice.

Tra le varie ammine prodotte: 5-idrossitriptammina,istamina, dopamina, sostanza P, callicreina


(mediatore dell’infiammazione).

Colpisce soprattutto la V decade di vita, sono classificati sulla base della loro origine embriologica
o delle sostanze che secernono.

Originano dall’intestino embrionale:

• anteriore (tratto respiratorio e timo),

• medio (digiuno, ileo e colon destro, stomaco e duodeno prossimale),

• posteriore (colon distale e retto).

L’appendice è la localizzazione più comune, seguita dal piccolo intestino, negli ultimi 60 cm di ileo.
Esiste un’analogia con il diverticolo.

In assenza di sindrome da carcinoide i sintomi dei pazienti affetti da questi tumori sono gli stessi
dei pazienti affetti da tumori dell’intestino mesenteriale (con ostruzione, sanguinamento,
metastasi):

- Dolore addominale da semplice dispepsia a intussuscezione, oppure secondario a reazione


desmoplastica: si forma una specie di imbrigliamento di questa struttura per reazione
fibrotica.

- Diarrea e perdita di peso.

SINDROME DA CARCINOIDE

Rara, presente in meno del 10% dei pazienti con carcinoide. La sindrome è più comunemente
associata ai carcinoidi del tubo digerente, in particolare quelli dell’intestino tenue.

Dà manifestazioni vasomotorie, cardiache e gastrointestinali (dovute a Serotonina, 5-


idrossitriptofano, istamina, dopamina, callicreina, sostanza P, prostaglandina e neuropeptide K).

La maggior parte dei pazienti con sindrome da carcinoide ha una metastatizzazione epatica
massiva, può dare anche fibrosi retroperitoneale.
SINTOMATOLOGIA

 Eruzioni cutanee soprattutto al volto;

 Patologia delle valvole cardiache;

 Diarrea, talvolta definita come ‘watery diarrea’ o esplosiva - può portare a


disidratazione grave;

 Epatomegalia – per via delle metastasi epatiche;

 Lesioni cardiache – malattie valvolari del cuore destro;

 Asma.

DIAGNOSI effettuata grazie a

 Concentrazione plasmatica di Cromogranina A – esame principale, marcatore per


neoplasie neuroendocrine, come pure la NSE (enolasi neuronospecifica)

 Test di provocazione - non si fa più

 RX digerente con il bario oppure clisma del tenue

 Angiografia

 TC

 scintigrafia con pentatreotide marcato con Indio (analogo somatostatina)

TERAPIA

Dipende da grandezza, sede del tumore e presenza o assenza di malattia metastatica.

● Se si arriva in tempo, terapia chirurgica. Per i tumori primitivi con diametro <1 cm senza
l’evidenza di metastasi ai linfonodi regionali, resezione intestinale segmentaria;

● Se le lesioni sono >1cm, con tumori multipli o con metastasi ai linfonodi regionali
(indipendentemente dalle dimensioni del tumore primitivo) è necessario effettuare
un’ampia resezione dell’intestino e del mesentere.

ES: Intervento di plastica erniaria – il professore ha trovato accanto all’appendice una piccola
tumefazione che ha scambiato per un linfonodo, ma invece era un carcinoide. Allora, procedendo
per via chirurgica, lo rimuove. Nel follow-up il professore non ha mai trovato valori alterati di
markers tumorali.

La terapia si basa essenzialmente sull’asportabilità, tecnicamente chirurgica, ma talvolta non basta


perché la neoplasia può avere contratto rapporti di continuità che non ci permettono di ridurre il
residuo plastico a zero. Il trattamento più adatto per le lesioni dell’ileo terminale è
l’emicolectomia destra.
Piccoli tumori duodenali possono essere semplicemente escissi; tuttavia, lesioni più estese
possono richiedere una pancreaticoduodenectomia. Nei pazienti con sindrome da carcinoide
bisogna prestare particolare attenzione nel post-operatorio.

Nella malattia metastatica diffusa si può effettuare una chemioembolizzazione a partire


dall’arteria epatica e/o trapianto di fegato per carcinoidi metastatici.

4. VOLVOLO

È la torsione di un’ansa intestinale sul proprio asse mesenterico.

Si verifica prevalentemente a carico del sigma, perché ha un meso libero, e soprattutto in caso
dolicomegasigma. A volte può avvenire su altri organi, per esempio stomaco o colon destro, più
raro.

Se avviene sul suo meso è detto mesenterico assiale, invece se avviene solo sulla parte intestinale
è detto organo assiale.

SINTOMATOLOGIA

 Dolore

 Alvo chiuso a feci e gas – quadro di occlusione intestinale

 Tumefazione circoscritta con timpanismo evocato attraverso la percussione.

DIAGNOSI

Rx diretta addome

Il meso, in questo caso, è compresso e blocca il deflusso venoso, dando un quando di


strangolamento.

5. INVAGINAZIONE INTESTINALE

Si può definire come l’erniazione di un tratto intestinale nell’intestino stesso, più frequente a
carico di ileo terminale e cieco e tipica dei bambini che passano all’alimentazione dopo lattazione.

Può essere ileo ileale o ileociecale.

La sofferenza vascolare è dovuta alla compressione dei vasi mesenterici del cilindro invaginato.

L’invaginazione è primitiva nel bambino (invaginazione intestinale del lattante) e secondaria


nell’adulto (se sono presenti polipi che fanno da perno e arrivano a tirarsi dietro il budino di
invaginazione).
SINTOMATOLOGIA NEL BAMBINO
SINTOMATOLOGIA NELL’ADULTO
massima frequenza 4-12 mesi
- Dolori addominali parossistici - Dolore addominale
- Vomito - Emissione di sangue dall’ano
- Feci muco – sanguinolente - Quadro occlusivo/subocclusivo
Palpazione: budino d’invaginazione Palpazione: possibile budino d’invaginazione
- All’esplorazione rettale presenza di - Esplorazione rettale: muco/sangue
sangue nell’ampolla
- RX clisma opaco - RX clisma opaco

In prima istanza verrebbe da pensare a una endoscopia, ma in queste condizioni conduce alla
possibilità di una perforazione dell’intestino; talvolta, però, si può rimuovere il volvolo con la
manovra endoscopica. Nel quadro di invaginazione intestinale non sappiamo a che livello si è
arrivati con la necrosi.

FISIOPATOLOGIA

L’invaginazione è causata da:

 fattori meccanici: principale responsabile è l’effetto trainante di una formazione


endoluminale che trascina il segmento intestinale su cui è impiantata nel segmento ad
esso distale.

 Si ritiene, peraltro, che anche l’alterazione della normale attività peristaltica dovuta a
una lesione della parete intestinale possa essere responsabile di tale evenienza.

L’invaginazione intestinale dell’adulto, nell’80-90% dei casi, ha un’eziologia di natura neoplastica.


Le cause non neoplastiche includono le complicanze post-operatorie come briglie e aderenze, il
diverticolo di Meckel.

Il presente elaborato non è un documento ufficiale fornito dal docente, ma appunti estrapolati dalla lezione
che non intendono sostituire l’essenzialità della lezione stessa.

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