5 - Conclusione
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Conclusione
fa venire i rimorsi, e finisce per renderci aggressivi al punto che scopo di bonificare la nostra aura e, di conseguenza, I'ambiente,
preferiamo non sapere, non vedere quanto accade intorno a noi. potremmo fare attenzione alle parole che impieghiamo: la paro-
Fra i documenti vi siete imbattuti in uno strano vocabolo, la che sto per dire, è foriera di pace, d'amore, di gioia? Porta
quello di "campi di concentramento", che esisterebbero tuttora sollievo alla persona alla quale è rivolta, oppure è una parola
negli Stati Uniti. La parola "campi di concentramento" mi sem- priva di interesse, per non dire inutile?
bra un po'troppo aggressiva per questo periodo storico, perché Parliamo di meno, parliamo meglio: prendiamo coscienza
accende più l'emotività che non una vera riflessione. Le parole delle energie che inviamo ogni giorno, e della forza che mettia-
non mi fanno paura, ma sono anche possenti vettori di energia e, mo dietro le parole. Allora, a poco a poco il nostro mondo inte-
se vogliamo che qualcosa cambi, dobbiamo imparare a servirce- riore si farà più chiaro, contribuendo grandemente a pacificare
ne essendo consapevoli di tutti i loro effetti. I'ambiente in cui viviamo.
Qualsiasi trasformazione comincia con un cambiamento Resta il fatto che ogni parola è a sua volta sostenuta dal pen-
interiore, e qual.siasi cambiamento ha bisogno di una fase di siero, e a questo punto entriamo in un campo dove I'azione è
apprendistato. E utopia credere che fin dalla nascita si sappia altrettanto fattibile.
pensare, parlare e agire con amore incondizionato; ceúamente, Uno degli Esseri di Luce che ci è vicino, poco tempo fa ci
abbiamo tutte queste capacità latenti in noi, ma poi bisogna diceva, a proposito delle energie che continuamente emettiamo:
recuperarle, e ad ogni vita cresce I'opportunità di farlo. <Sono quesîe, quelle che alimentano il motore di ogni forma di
L arte di "dir le cose" la si impara! Non pretendo di possedere sottomissione. A cosa possono servire l'obice e il cannone, senza
questa conoscenza, ma posso condividere ciò che altri mi inse- il pensiero e l'incoscienza dell'uomo che premono il grilletto?...>
gnano, e che noi tutti possiamo imparare alla migliore scuola che Il pensiero è una forza di cui pochi immaginano la potenza.
ci sia, una scuola alla portata di tutti: quella della vita quotidiana. Da solo, è capace di creare mondi interi sui piani sottili, che
La parola è la cosa migliore e peggiore di tutte, come altri prima o poi si incarneranno sul piano fisico. Il pensiero può
hanno detto prima di me... Ogni nome ha la sua vibrazione, ed distruggere e costruire, immaginare e realizzare. Dal pensiero
è questa vibrazione reiterata che può cambiare l'ordine delle nascono le filosofie, e per queste filosofie vi sono persone pron-
"cose". Oggi è ammesso, più o meno coffentemente, che i nomi te a dare la vita.
influiscano sui comportamenti: ci sono opere specializzate, In base alle nostre esperienze accumulate durante i viaggi
dedicate all'argomento, che entrano nei particolari. Per esem- fuori dal cofpo, ho potuto assistere a spettacoli affascinanti: vi
pio, non è incoerente servirsi di una "Cassa Malattia" per pro- sono luoghi, sui piani sottili, in cui il pensiero si fa concreto, si
teggere la nostra salute? Perché non parlare di "Cassa Salute"? incarna, sicché diventa possibile passeggiare nei pensieri degli
Non sarebbe di migliore augurio? E che pensare di quell'altro uomini. Purtroppo questo spettacolo a volte diventa faticoso per il
termine, "invasione pacifica"? viaggiatore astrale, ma nessuno ci impedisce di diventare registi
Da alcuni anni esistono diversi metodi, in uso anche nelle migliori. ln Les Messagers de l'Aube ("I messaggeri dell'alba",
aziende, correlati al "pensiero positivo", com'è comunemente N.d.T.), si dice: che sia la situazione in cui vi troviate, è il
"Quale
chiamato; ma sono state molte le filosofie che in passato, con potere dei vostri pensieri che vi ci ha condotti. E sarà proprio Ia
altri termini, avevano già parlato di questo argomento. Per convinzione assoluta del fatto che è il pensiero che crea, a tra-
esempio, il famoso "Metodo Coué", che consiste, fra I'altro, nel sformare la vostra esperienza di vita e l'esistenza planetaria>.
ripetere un'affermazione fino a che essa darà un risultato mani- I pensieri non sono mai "qualsiasi", e una lunga esperienza
festandosi nella materia; a sua volta, questa filosofia riprende e nella lettura dell'aura me ne ha dato la prova, molte e molte volte.
ripropone gli insegnamenti ancestrali dell'India. Un pensiero inviato conforza, indipendentemente dal fatto che sia
Ogni giorno pronunciamo migliaia di parole, sicché, allo un pensiero di luce o d'ombra, assume un itinerario preciso: lascia
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il proprio creatore per raggiungere immediatamente il destinatario, ogni genere; ma siamo anche responsabili della gioia, dell'aiuto
e contemporanealnente nutrirà un enorme "serbatoio" che contie- reciproco, dell'Amore fra gli uomini.
ne pensieri dello stesso tipo. Questo "serbatoio", spesso chiamato
"Responsabile" non significa "colpevole". Smettiamo di sen-
"egregora", prende vita grazie a tutti i pensieri che vengono emes- tirci isolati gli uni dagli altri: non ci sono "gli altri" e "noi", ma
si, e alimenta psichicamente a sua volta ogni essere del pianeta che soltanto "noi", tutti insieme, cellule di un solo corpo, uniti per
sia in condizione di commettere un atto corrispondente al pensiero far fiorire I'Amore.
fbrmulato. Per dirla in poche peu'ole, un pensiero di odio amplifi- Qual è lo scopo di una vita, di migliaia di vite, se non quello
cherà I'azione del torturatore in un punto qualsiasi del globo, men- di risvegliare I'Amore in ogni nostra cellula, facendolo sgorgare
tre un pensiero d'Amore rinfbrzerà la volontà e I'azione di coloro intorno a noi! Uno scopo che dimentichiamo così spesso... a
causa delle contingenze della Terra... e ci perdiamo, perdendo il
che operano in questo senso. Noi siamo i creatori dei nostri pen-
sieri, e molto spesso siamo del tutto inconsapevoli della responsa-
fìlo d'Arianna che tutti ci collega. Eppure, basta così poco per
bilità che ne deriva. Tutti siamo collegati fra noi, interdipendenti; riannodare quel filo!
non è più possibile credere che ci siano i buoni da una parle e i Gli esseri che vogliono govelîarci hanno tutto I'interesse a
cattivi dall'altra; siamo alternativamente lo yin e lo yang, e I'ago far sì che in noi regni la paura, a far crescere quel senso di impo.-
tenza e di colpevolizzazione che ci rende tanto vulnerabili. E
della bilancia si fermerà soltanto quando la nostra coscienza e la
nostra volontà, massimamente forgiate, ci permetteranno di riaf- tanto più facile imporre una dittatura, visibile o invisibile, sotto
fèrmare il nostro ruolo, sapendo davvero cosa vogliamo!
qualsiasi forma, a persone fragilil La paura ce la portiamo
Ho ancora in mente gli eventi dolorosi della Guerra del appiccicata addosso, ce l'abbiamo intorno, presente in forme
così diverse che a volte non ci accorgiamo neppure che è presen-
Golfo. Saddam Hussein, come protagonista di quella fetta di
storia degli uomini, faceva la parte del mostro contro cui biso- te. Paura di perdere la faccia, il lavoro, gli amici, la notorietà...
Paura della notte, del giorno, degli altri che non sono noi, paura
gnava agire. Non ho alcun giudizio da fbrmulare su di lui, ma
c'è una legge alla quale non si può derogare: quando si dirigono del lupo, della malattia, e così via. Eppure, se riflettiamo, tutto
pensieri di odio, collera, violenza verso una persona considerata questo si riassume in un'unica grande paura: la paura di morire,
perversa, certamente non la si può calmare. Al contrario, si di morire a noi stessi, al nostro personaggio, di morire rispetto
nutrono le forme-pensiero che già alimenttrno questo essere agli altri, alla nostra piccola individualità. Quanti conflitti grandi
nella sua azione distruttiva, rinforzando quindi il fenomeno. o piccoli avrebbero potuto essere evitati, senza questa paura!
Se sapessimo quanti doni la Vita ci riserva quando accettiamo
Uodio non cancella l'odio! Circondare di Luce persone di quel
genere, invece, se non altro contribuirebbe a neuttaliz'zare le di fidarci di lei, immediatamente deporremmo ai suoi piedi i
forze d'ombra che stanno loro attorno. nostri pesanti fardelli, perché la Vta non si ferma mai, anche al
di là delle apparenze. Continua, ancora e ancora, ad offrirci le
Questo mio riferimento alle forme-pensiero non ha lo scopo
di creare un altro inutile senso di colpa, bensì il senso di respon- condizioni ideali per crescere dentro un po' di più, e se conti-
sabilità. A che serve colpevolizzarsi per pensieri già emessi? E nuiamo a battere il naso contro un ostacolo, questo è sempre
invece urgente e indispensabile sapere che siamo responsabili sullo stesso tipo. La Vita è il nostro miglior maestro, e ci riporta
sempre di fronte alle stesse lezioni finché le avremo comprese e
delle nostre parole come dei nostri malanni*, di tutto ciò che ci
imparate. <<Dio non è ingiusto, è realista>>, diceva la protagonista
accade, dei governanti che abbiamo, dei torturatori che violenta-
no i nostri simili, degli affamatori di popoli, degli schiavisti di del film Tra terua e cielo. Penso che questa osservazione sia
profondamente vera: cerchiamo ovunque il giusto e l'ingiusto,
classifichiamo tutto come vero o falso, buono o cattivo, mentre
* N.d.T.: gioco di parole intraducibile tra rrors e nutux, che in francese si pronuncia-
no allo stesso modo e significano, giustappunto, "parole" e "malanni".
ci viene chiesto il contrario: di non separare nulla, di concentrar-
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cura di prnirlrrc decisioni al vostro posto"' Sulla Terra regna essere inviate alle grandi multinazionali che, mascherate dietro molti e diversi nomi di
aziende, sìtonno pÀuo"undo danni irreversibili al nostro pianeta. Il libro si intitola
1
uro ,rrîo compiacenza"' Siete sul punto di vivere un'avventu-
custodi della Terra, ed è edito dalle Edizioni Amrita, Torino'
ra, ma voi soli potete condurla in porto>'
...Dopo l' I I settembre: dalla sottomissione alla libertà - vol' II 355
354 Anne Givaudan
A.eD.Meurois-Givaudan,Dallasottomissioneallalibertò
vol. I. Amrita, Torino 1996