Diritto PG
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Diritto PG
La sezione di “Diritto dei Beni Culturali” fa parte del Diritto Amministrativo, legato
alle attività delle pubbliche amministrazioni, in quanto lo Stato controlla come si
muovono i Beni, anche se si trovano in custodia di un privato.
Il diritto è un fenomeno organizzato: consiste in una serie di regole che delle persone si
danno per vivere insieme in pace. Il diritto è quindi un fenomeno sociale. Senza regole
un gruppo sociale non riesce a sopravvivere, ed esse sono state create per passare da
generazione in generazione, andando a vivere oltre il gruppo che le ha create. Il diritto,
quindi, rispecchia un gruppo sociale, ciò che questo definisce giusto o sbagliato.
La definizione propria di diritto, quindi, non prevede la formazione di uno Stato, però
le leggi necessitano di cambiare ed evolversi con il passare dei secoli. La comunità,
allora, cede la formazione di tali criteri ad un’entità diversa: lo Stato, quindi, nasce per
necessità, e prende forme diverse in base a diversi fattori (re, Senato, Parlamento,
etc…).
Lo Stato è colui che forma i diritti, ma si concentra maggiormente sulle norme
giuridiche: altre categorie sono le norme religiose e quelle morali, le quali non fanno
parte delle prime ma a volte possono coincidere. Le regole che gestiscono la vita
sociale, infatti, non sono tutte di ambito giuridico: “non uccidere”, per esempio, ricade
sotto tutte e tre le categorie.
La principale differenza tra le leggi giuridiche e quelle religiose o morali è la
formazione, l’iter seguito che porta ad una specifica norma.
Lo Stato
Il concetto di Stato è variato durante i secoli, ma oggi lo riconosciamo come un’entità
che opera a favore della collettività che esso compone. È formato da tre elementi: 1.
Popolo 2. Territorio 3. Sovranità
Possiede inoltre una concezione duale:
1. Come comunità organizzata secondo certi criteri che si contrappone ad altri
Stati
2. Come entità/apparato diverso e separato dalla comunità di riferimento e a
questa contrapposta e legata secondo le norme giuridiche che esso emana
Ogni ente agisce attraverso l’organo e le loro azioni vengono imputate all’ente stesso.
L’organo può essere formato da più persone, collegiale, o una persona sola,
monocratico:
● Monocratico : Presidente della Repubblica
● Collegiale : Camere del Parlamento
● Complessi : Governo (composto da più organi di diverso tipo)
L'Abrogazione è il meccanismo attraverso il quale una fonte del diritto può cessare di
produrre i suoi effetti a causa dell’intervento di una fonte di pari grado ma più recente.
Questa procedura può essere:
● Espressa : la fonte successiva dichiara la cessazione degli effetti di quella prima
● Tacita : la fonte successiva pone una regola incompatibile con quella sostenuta
dalla prima
● Implicita : la fonte successiva ridisciplina l’intera materia di cui si occupava la
prima fonte
La Costituzione non dovrebbe essere al primo posto della lista delle fonti?
Il Codice Civile è stato emanato nel 1942, in una Costituzione flessibile, modificabile,
e non era altro che una legge dello Stato. La Costituzione del 1948, invece, è rigida,
quindi per modificarla bisogna seguire un procedimento lungo e complesso.
Le fonti primarie
La Costituzione è considerata la fonte “suprema” dell’ordinamento nazionale. Deriva
da un potere costituente, ovvero l’accordo di un gruppo di persone che ha gettato le
basi per la futura strutturazione dello Stato democratico. Da questo potere derivano
tutti gli altri poteri statali che possono svolgersi solo nei limiti previsti dalla
Costituzione (poteri Costituiti). Quest’ultima è l’unica fonte che può condizionare
l’abrogazione delle proprie norme.
La Costituzione prevede il procedimento per la propria modifica (art. 138); le forme
repubblicane, ovvero la democraticità dello stato, non è in alcun modo modificabile
(art. 139), salvo eventi particolari (colpi di Stato).
Questo è un limite esplicito, ma possiamo riconoscere dei limiti impliciti, cioè sono
immodificabili quelle norme che riguardano i diritti inviolabili e fondamentali degli
individui.
Accanto alla Costituzione abbiamo alcune leggi particolari, sullo stesso gradino della
prima: sono le leggi che servono per modificarla. Queste sono:
● Leggi di Revisione Costituzionale : vanno a toccare il testo della Costituzione
● Leggi Costituzionali : integrano il testo della Costituzione, quando lo richiede la
Costituzione stessa. Queste non modificano effettivamente il testo, si limitano
ad aggiungerne parti
Il procedimento legislativo normale consiste in:
1. Il testo della legge viene discusso e approvato dal Parlamento (prima da una
Camera poi dall’altra)
2. La legge viene promulgata dal Presidente della Repubblica
3. La legge viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale
4. La legge entra in vigore dopo 15 giorni (“vacatio legis”)
La legge ordinaria
La legge ordinaria è la fonte-atto del diritto per eccellenza: consiste in una fonte
primaria approvata dal Parlamento e prima espressione della funzione legislativa. A
conclusione dell’Iter Legislativo la legge prende una numerazione che viene posta
vicino alla data di promulgazione della legge e al titolo.
Il decreto legge, invece, non necessità della delega del Parlamento e serve per
disciplinare situazioni di emergenza (es: COVID). Questo ha vita limitata di 60 giorni
trascorsi i quali deve essere convertito in legge del Parlamento.
Quando il Governo decide di emanare un decreto legge deve presentarlo il giorno
stesso al Parlamento per la conversione. Il Parlamento quindi ha 60 giorni per
convertirlo in legge ed eventualmente modificarlo e se non converte il decreto questo
decade con effetto retroattivo.
La decadenza retroattiva vuol dire che decadono e vengono sciolti tutti i rapporti che
erano sorti sulla base di tale decreto, che verranno poi regolati con legge ordinaria. Se
il decreto legge non è convertito da una delle Camere, il Governo non può più
ripresentarlo nello stesso testo.
Legge Regionale
La Costituzione consente alle regioni a statuto ordinario e speciale di emanare fonti
primarie (leggi) limitatamente al loro territorio e a materie specifiche. Lo Stato si priva
così in tutto o in parte della disciplina legislativa su quelle materie.
Nell'articolo 117 troviamo le materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato, le
materie di competenza legislativa concorrente, della quale lo Stato stabilisce solo
alcune linee guida (legge cornice), e materie di competenza esclusiva regionale.
La legge regionale emanata in materie dove è prevista la competenza esclusiva o una
volta emanata in potestà concorrente ha la stessa forza della legge statale, ma deve
adeguarsi se la legge statale di principio viene modificata.
Le fonti secondarie
Il regolamento è, nel nostro ordinamento, la fonte secondaria per eccellenza.
Noi ci occupiamo della possibilità che il nostro sistema prevede che un ente pubblico
possa emanare norme giuridiche, le quali sono fonti, in quanto sono generali e astratte,
ma secondarie. Le fonti primarie possono essere emanate solo dallo Stato, dalle
Regioni e dagli Statuti Speciali, tutti gli altri enti emanano fonti secondarie. Non tutti
gli enti pubblici, però, possono emanarle: bisogna che una fonte primaria riconosca
loro la capacità.
Il potere regolamentare è un potere che deve essere riconosciuto da una fonte primaria.
Con il termine “Regolamento” è un termine abbastanza generico, in quanto indica
diverse “famiglie”:
● Alcune fonti primarie : regolamenti dell’UE
● Fonti secondarie : caso normale
Ogni Camera, per esempio, ha un suo regolamento, ma è una fonte primaria.
L’Ente Pubblico Stato
Consiste nel Governo e nei singoli Ministri. Il Governo può emanare anche fonti
secondarie, mentre i Ministri singoli possono emanare regolamenti nelle materie di
loro competenza (regolamenti ministeriali); due o più Ministri insieme possono
emanare regolamenti su materie comuni (regolamenti interministeriali).
Riserva di legge
Strumento che permette di limitare il potere regolamentare: la Costituzione stabilisce
che alcune materie siano riservate alla legge.
● Riserva Relativa : si ha quando la legge disciplina solo i principi di una
determinata materia è il dettaglio viene lasciato alla fonte secondaria, al
regolamento (simile alla legge cornice)
● Riserva Assoluta : si ha quando la disciplina interna della materia è riservata
alla legge
Per sapere se una riserva è relativa o assoluta bisogna lasciare che sia la Corte
Costituzionale a decidere.
Le Riserve Assolute possono essere anche rinforzate: quando una disciplina richiede
ulteriori procedimenti (es: Art. 8).
Principio di Legalità
L’amministrazione esercita il suo potere, quindi la sua attività, nei limiti della legge e
in determinati spazi e modi.
ES: il Ministro dà gli obiettivi (indirizzo politico), mentre i dirigenti hanno il compito
di realizzare quegli obiettivi —> Attività di Gestione
Per gli enti con politicità è facile capire questa distinzione, mentre per quelli senza
politicità è più complesso: le università, per esempio, non hanno uno schieramento
politico, ma l’interesse pubblico generale è la necessità di fornire un certo tipo di
istruzione. Per raggiungere questo livello cosa posso fare? Aumento i corso? Aumento
gli spazi? Etc..
Anche un’amministrazione non tipicamente politica può porsi degli obiettivi da
raggiungere primariamente; l’ordine di priorità è una questione di indirizzo
amministrativo.
L’Amministrazione Centrale
Lo Stato è una struttura disaggregata, formato da organi, i quali sono a loro volta
formati da organi: sono tutti “pezzi” dello Stato.
I Ministeri
I Ministeri sono organi dell’ente pubblico Stato (persona giuridica): titolare di
quest’organo è il Ministro. I Ministeri, pur essendo organi, sono strutture di un ente
(struttura compiuta, completa, poiché hanno un vertice politico e tanto organi
sottostanti), e possono avere uffici periferici collocati a livello provinciale, regionale,
internazionale.
La struttura odierna dei Ministeri è diversa da quella originale ideata da Cavour: egli
aveva progettato un’amministrazione statale, nel quel tutti gli interessi pubblici erano
curati dallo Stato è il tutto si basava sulla relazione Gerarchica in senso stretto.
Ministro → Uffici I Livello → Uffici II Livello
Questa situazione è stata modificata nel tempo: ci fu la creazione di nuovi enti pubblici
oltre lo Stato, le competenze furono separate e si passò dalla Gerarchia alla Direzione.
La Costituzione parla poco del potere esecutivo, ma gli dedica pochi articoli:
● Art. 95 : la legge provvede all’ordinamento della Presidenza del Consiglio e
determina il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei Ministeri
● Legge Delega, 1997 (Bassanini) : questa riforma è un pezzo di un più ampio
disegno di riforma della pubblica amministrazione
Art. 1
L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di
economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza secondo le
modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano
singoli procedimenti, nonché dai principi dell’ordinamento comunitario.
● Economicità : risparmio di risorse (materiali e non)
● Efficacia : raggiungimento degli obiettivi
● Imparzialità : uguale trattamento tra i soggetti e tra interessi
● Pubblicità e Trasparenza : visibilità dell’azione e accessibilità ai
documento della Pubblica Amministrazione
I Pubblici Uffici sono organizzati secondo disposizione di legge, in modo che siano
assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione:
● Buon andamento : economicità, efficacia, pubblicità e trasparenza
● Imparzialità
Fase del procedimento
Queste fasi sono principalmente gesto dai codici dei vari enti, per esempio il Codice
dei Beni Culturali prevede dei procedimenti specifici relativi ai beni culturali; quei
procedimenti prevalgono sulla 241, ma dove il codice dei Beni Culturali non prevede
nulla, lì si applicheranno le norme della legge 241.
1. L’iniziativa
Consiste nell'impegno al procedimento amministrativo e alla decisione: il processo
decisionale si attiva.
● Privato : iniziativa di parte —> di solito utilizzato per gli atti favorevoli
● Pubblica Amministrazione : iniziativa d’ufficio —> di solito utilizzata per gli
atti sfavorevoli
Art. 4
Ove non sia già direttamente stabilito per legge o per regolamento, le pubbliche
amministrazioni sono tenute a determinare per ciascun tipo di procedimento relativo
ad atti di loro competenza l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria e di ogni
altro adempimento procedimentale, nonché dell'adozione del provvedimento finale.
Il responsabile del procedimento è l’ufficio individuato dall’amministrazione per
seguire tutte le tappe del procedimento. Ogni ente pubblico deve stabilire, per ciascun
tipo di procedimento che fa, un dato responsabile addetto all’unità, e deve essere una
persona fisica.
Inizialmente le procedure varie non erano date in mano ad una sola persona, ma
venivano spostate e gestite da più uffici contemporaneamente, creando solo
confusione. Per questo si è deciso di suddividere in base alle esigenze le varie
richieste, anche per permettere al cittadino di avere informazioni in tempo reale delle
proprie pratiche, portando più trasparenza all’interno dello Stato
Art. 5
Il dirigente di ciascuna unità organizzativa provvede ad assegnare a sé o ad altro
dipendente addetto all'unità la responsabilità della istruttoria e di ogni altro
adempimento inerente il singolo procedimento nonché, eventualmente, dell'adozione
del provvedimento finale.
I compiti del responsabile del procedimento sono principalmente quattro:
1. Valutare l’ammissione dell’istanza
2. Accertare i fatti e richiedere i documenti mancanti
3. Curare le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni previste dalle leggi
e dai regolamenti
4. Adottare, ove ne abbia la competenza, il provvedimento finale, ovvero
trasmettere gli atti all’organo competente per l’adozione
2. Fase istruttoria
La comunicazione di avvio del procedimento è uno dei principali compiti del
responsabile: ha lo scopo di consentire la partecipazione del procedimento e delimita il
termine del procedimento.
Come si fa a partecipare?
Art. 10
I soggetti in cui l’Art, 7 e quelli intervenuti ai sensi dell’articolo 9 hanno diritto:
● di prendere visione degli atti del procedimento, salvo quanto previsto dall’Art.
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L’accesso ai documenti può essere richiesto indipendentemente dal coinvolgimento del
processo, se serve per tutelare una propria situazione giuridica: per fare questo serve
una richiesta apposita. Non posso farlo per pura curiosità, o per controllare la qualità
dell’amministrazione, ma devo avere per forza un motivo giuridico. Solo in caso che
l’amministrazione non pubblichi tutte le informazioni sugli atti possiamo fare richiesta
della loro visione per curiosità. Ci sono anche dei documenti che l’amministrazione
non è tenuta a mostrare, per esempio quando sono tutelati dal segreto (es: segreto
industriale, di Stato, etc…).
● di preservare memorie scritte e documenti, che l’amministrazione ha l’obbligo
di valutare ove siano pertinenti all’oggetto del procedimento —> proviene dalla
parte che partecipa
Con “documento” intendiamo un’informazione che può essere riportata su diversi tipi
di supporti (carta, file, fotografia, etc…). Io però non creo il documento, ma mi limito
solo a compilarlo e consegnarlo, ma i dati richiesti vengono scelti da altre
amministrazioni.
La discrezionalità
Una volta raccolte tutte le informazioni (interessi) e accertati i fatti, l’amministrazione
può decidere come procedere all’interno di una serie di vincoli. Ci possono essere però
dei problemi: l’interesse che l’amministrazione deve realizzare (primario) contrasta
con altri interessi pubblici o privati (secondari). L’amministrazione, quindi, deve
riuscire a prendere una decisione potendo accontentare il più possibile tutti gli
interessi, creando un equilibrio tra interessi primari e secondari.
Questo margine di scelta sulla prevalenza di un interesse sull’altro è la discrezionalità
dell’amministrazione. Le decisioni prese con questo procedimento costituiscono
l’attività discrezionale.
L’attività vincolata
L’attività dell’amministrazione è vincolata quando la legge prevede non solo
"l'interesse da perseguire ma anche come l’amministrazione deve perseguirlo. In
questo caso l’amministrazione non ha margine di scelta. Le attività normalmente non
sono totalmente vincolate, l’amministrazione ha comunque una decisione minima.
La discrezionalità tecnica
A metà tra discrezionalità e attività vincolata, è un caso in cui l’amministrazione ha
uno spazio di scelta per la propria decisione ma la scelta non deriva da una
ponderazione di interessi diversi dall’applicazione di criteri tecnico-scientifici. La
decisione è quindi condotta da fattori tecnici, non di interessi (es: se il terreno non può
reggere un ponte, il ponte non si costruisce anche se serve).
Le decisioni in fatto di Beni Culturali sono principalmente dettate dalla discrezione
tecnica: se una zona può essere vincolata o meno dipende da fattori tecnici della
materia. L’amministrazione poi sceglie se questi fattori sono effettivamente rilevanti o
no: quella zona è effettivamente considerabile storica? Ci sono documenti che lo
testimoniano?
Decisione dell’istruttoria
Una volta compiuto il bilanciamento dei vari interessi e deciso quale è come deve
prevalere. Il responsabile del procedimento emana quindi la decisione, o il
provvedimento, se ne ha la competenza, oppure prepara una bozza decisionale e la
invia all’organo competente per l’emanazione,
Art. 6
L'organo competente per l'adozione del provvedimento finale, ove diverso dal
responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria
condotta dal responsabile del procedimento se non indicando la motivazione nel
provvedimento finale
L’organo competente ha il pieno diritto di non adottare un provvedimento o di cedere il
ruolo a qualcun altro, ma se decide di farlo deve motivare la sua scelta, in quanto vuol
dire che è stato perso del tempo prezioso per l’istruttoria
Art. 2
Nei casi in cui disposizioni di legge ovvero i provvedimenti di cui ai commi 3, 4 e 5
non prevedono un termine diverso, i procedimenti amministrativi di competenza delle
amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali devono concludersi entro il
termine di trenta giorni.
Per regolamento se non è stato specificato un termine preciso, questo ricade entro
trenta giorni e se viene superato il limite bisogna pagare le sanzioni.
Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, adottati ai sensi dell'
articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 , su proposta dei Ministri
competenti e di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e
l'innovazione e per la semplificazione normativa, sono individuati i termini non
superiori a novanta giorni entro i quali devono concludersi i procedimenti di
competenza delle amministrazioni statali.
Stabilisce che il termine massimo è di novanta giorni salvo disposizione di legge
diversa
Al termine della fase istruttoria l’amministrazione emana la decisione, il
provvedimento (manifestazione della volontà o esercizio del potere nel caso concreto).
La disciplina del provvedimento è di origine dottrinale e giurisprudenziale.
La Proprietà Pubblica
Per poter svolgere la propria attività l’amministrazione ha bisogno dei beni. Può
l’amministrazione pubblica essere proprietaria di beni? Secondo l’Art. 42 della
Costituzione che “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono
allo Stato, ad enti o a privati”.
La proprietà pubblica oltre che ad essere un diritto reale, è un diritto assoluto, perché
vale per tutti gli altri soggetti che non sono proprietari.
Per poter perseguire l’interesse pubblico l’amministrazione ha bisogno di beni di vario
tipo.
La proprietà pubblica è caratterizzata dalla funzionalizzazione dei beni al fine pubblico
(proprietà-funzione): i beni sono destinati al perseguimento degli interessi della
collettività con corrispondente dovere dell’amministrazione in tal senso. La grande
differenza tra proprietà pubblica o privata è che quest’ultima può essere utilizzata in
qualsiasi modo a discrezione del privato, mentre quella pubblica è “vincolata” dal
dover raggiungere un preciso obiettivo che non può ignorare.
Il Codice Civile afferma che le proprietà pubbliche appartengono allo Stato, non sono
di proprietà effettiva e non fruibile.
I beni pubblici
Per iniziare, i beni possono essere suddivisi in:
● Mobili : beni che circolano senza problemi
● Immobili : sono quelli collegati al suolo in modo stabile, come gli edifici
storici, che non possono essere spostati
● Universalità di Beni Mobili : sono le raccolte, gruppi di beni mobili che però
hanno una destinazione unitaria, cioè sono considerati come un tutt'uno (libri
della biblioteca, collezione del museo)
Noi indichiamo con “beni pubblici” quei beni che, oltre che ad appartenere al soggetto
pubblico, hanno un regime giuridico particolare. Costituiscono una parte dei beni di
proprietà dell’amministrazione e si distinguono per:
● appartenere allo Stato (o altri enti territoriali)
● essere utilizzati direttamente per il perseguimento dell’interesse pubblico
Gli altri beni sono quelli che sono pubblici, ma gli enti pubblici possono esserne
proprietari —> proprietà privatistica
L’amministrazione non può usare questi beni per fini non pubblici: il fine pubblico è
realizzato indirettamente.
Secondo il Codice Civile art. 822-826, i beni pubblici possono essere divisi in:
● Beni Demaniali
● Beni Patrimoniali Indisponibili
I beni demaniali sono, tecnicamente, gli unici che sono effettivamente pubblici, poiché
la collettività può utilizzarli liberamente, ma oggi possiamo considerare entrambe le
categorie “pubbliche”.
Beni Demaniali
Art. 822 del Codice Civile:
● Demanio marittimo : Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio
pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti
● Demanio idrico : fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche
dalle leggi in materia
● Demanio militare : le opere destinate alla difesa nazionale
I Beni Demaniali Fanno parimenti parte del demanio pubblico, se appartengono allo
Stato
● le strade, le autostrade e le strade ferrate; gli aerodromi; gli acquedotti
● gli immobili riconosciuti d'interesse storico, archeologico e artistico a norma
delle leggi in materia;
● le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche;
Questi beni appartengono allo Stato in via esclusiva e necessaria: appartengono allo
Stato e non possono non appartenere allo Stato. Questi beni possono essere utilizzati
dalla collettività liberamente, ma lo Stato può darli in concessione ad un privato
(spiagge a pagamento).
I Beni demaniali possono appartenere solo all’ente territoriale.
Patrimonio Indisponibile
Art. 826
Fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato le foreste [...] , le miniere, le cave
e torbiere quando la disponibilità ne è sottratta al proprietario del fondo, le cose
d'interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, da
chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo, i beni costituenti la dotazione
della Presidenza della Repubblica, le caserme, gli armamenti, gli aeromobili militari e
le navi da guerra.
Questo articolo si concentra in particolare sulle scoperte d’interesse storico artistico: in
poche parole, se qualcuno trova casualmente un reperto archeologico nel suolo privato,
quel reperto appartiene in automatico allo Stato.
Patrimonio Disponibile
Sono beni sono solo soggettivamente pubblici, non hanno un regime proprietario
restrittivo. Sono beni mobili e non nella disponibilità dell’ente proprietario (compreso
il denaro)
Art. 828
I beni che fanno parte del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla
loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano.
I beni del patrimonio indisponibile in teoria potrebbero essere venduti, ma devono
mantenere la loro destinazione.
Sdemanializzazione
Per poter essere venduti i beni pubblici devono subire un processo di
sdemanializzazione, ovvero la legge o un provvedimento dell’amministrazione devono
stabilire che il bene non è più idoneo a perseguire l’interesse pubblico e può accedere
al mercato.