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GoOFFREDO PANISE FSILLABARI* ALP DONNA, n giorno a Cortina in una grande valle na ‘s0gsia tra le Tofane una donna che sciava voloce e come siocando vide nelo spazio bianco senza ombre e senza vento un uomo ferro, solo, con un mefisto nero e ai occhi nes. Faun attimo, continua a scendere con salti nella neve fresca ma tuto.non era pid. come prima e questo Te parve strano. ‘Atrvata in fondo alla valle si tolse gi ci caticd su una jeep rossa (anche le era vestita di 1T9S0 eaveva capell corti, rcs resi) erm & casa. Ud subito ali stilt dei bambint e to squillo del telefono: con un lievissima tremito pensb che fosse 'uomo col mfisto,sollev il te- Tefono ma non era ui, era una sua amica con ‘xi parid molto ¢ in fret, un po? belbettando © senza sapere bene che cosa diceva. A tavola parld moltssimo col marito e senza sapere perché lo abbraccib due volte po! patlo con la ‘governante © con i bambini sempre alzandosi ¢ sedendasi, prendendo ora uno, ora Valtro dei Ubambinl In braeclo e baciandot Passarono alcuni giorai, il tempo si era oscu- rato, faceva di nuova freddo e un matting di neve fittae sotile, molto strana per quel mese, fi donna yestita di un pellcciocta bianco e di tna cuffia bianca di lana di pecora da cui usciva ‘un rieciolin rosso, pass® soit il eampacile con an i due bambiot per mano e vide Fuomo, senza mefisto ma con il capo coperta da una vecchia cuffiadicuoio da avistore. Era it comipagaia ci ‘un uomo biondo e ricciuto vestito di un giud- botto miltare edi una donna molto bella: tute tre ridevano, Ia donna capi dai foro denti bianchi che erano felic insiome e prov) un po? agelosa © un po" nvidia. In quel momento anche Puomo la vide, sinise di ridere e la guard® in mado forte e indecifrabile, tanto che la donna ton seppe staccare gli acchi da quel di ule per fat questo fu costreta a giars ‘Tomo il sole un vento tispido di primavera ‘comincid a sciogliee la neve. La donna siave sempte, qualche volla pensava di rivedere Yuomo col mefisto ma, se le pareva di vederlo, ‘oi non era lui: Io vide invece a uma cena con twolta gente, sielo presentecono, le non capt i suo nome esi trovd seduta accanto a lu. “(Lei scia molto bene» disse uomo auardan- ola in quel modo indevtrabile (gt occhi erano ‘molto neti il bianco, bianchissimo), «Come un ragazzo.» La donna disse con voce malsicura: «Non & tun compliment. «E invece lo €» disse 'vomo. «Lei hai mod dei ragazzo, la pelle, perfino la vooe,» ‘«Perché, che voce ho?» Si sentiva tiida, forse doveva offendersi? «Hala voee wn po! rauca. » scLe sembra bello? » ‘L'vome la guardo, pot di ‘senza salutare scomparve, a que! momento la donna si seni cosi e co- smineid a parlare senza interrompers, ma Inter rompendo come fanno 4 ragezzi.'Aveva Je «Balissimo», © 13‘guance rosse, i] cuore le batteva e gesticolava fom le mani, Durante la notte la donna, che dor- iva seupre di un sonno profondo e tranquillo, ripensd alle strane frasi deite dall'uomo, poi pens® a lui e cered di vedere davanti @ sé nel ‘ui il suo volto: sopra gli acchi aveva sopracci- ia molto=nere e arenate, una bocca dura € (quasi senza Tabbra ¢ tatavia cera in lui e net suo modo di muoversi qualcosa di motto fra- ile, come di persona triste 0 malata. ‘Al mattino la donna gli telefond © disse su~ bitor «Devo dirle due cose: la prima se vuol venire ‘a sciare, la seconda che & invitato a pranzo da me questa sera. Viene?» Liuomo disse: «St, ragazzino», © si trovae ono: lei trasporta sei, eaochete e tarponi nella fmacchina di Tui poi si misero in viaggio. La Gonna # sentiva piena di soggezione per quella telefonatg ¢ si accuceid sul sedile guardando oomo di traverso quando non la guardava, ma Inj sorprese duc volte quegli sgusrd e sorrise; la donna, iaguendo che la sua curiosta era molto chiara, lo disse: ‘«Sa che ero molto curiosa di conascerla? » L’oomo Ja guardd in silenzio per molto tempo, le goardo la fronte, gli oceki, la bocea, Te guanee, pot disse: telo ancora di pli: la sto guardando da un La donna arrossi e non parld. Finalmente disse: «E perché? » ‘Perché & come la vita» rispose 'uomo. Molte cose si confusero nella mente e nel cuore della donna ma tra butte lecose confuse riconobbe la paura. us Si fermarono accanto. alla funivia ma nes- ssuno dei due si mosse. ‘Cosa vuol fare?» disse Puomo. «Vucle scare? » La donna non aveva nessuna voglia di sciare, voleva soltanto fare molte domande al- Puoino ¢ conoscere di lui pi cose possibili, ma disse: ‘«Facciamo quello che vuole Jel, sce lei.» L’uomo feve una lunga pausa con piccoli ‘mugolii di indecsione, sorrise, pass ancora de! tempo in silenzio durante it quale guard la france discesa’al sole, poi disse: “«Niente sci, andiamo a colazione da qualche parte, Mi dica lel dove preferisce. » Ta donna si sent [lice e disse: «Di solito so sempre dove andare ma oggi no, © non ho remmeno voglia di pensarci, Decida lei, mi fa placese se decide lei». ‘L’uomo propose aleuni post! senza convin- ione ¢ Ja donna fu ancora pit felice perché aveva gid scelto dave andare. Disse: «Andiamo alla casetta rossa, 1a conosce? » ‘Non Ja conosco ma andiamo all casetta rosa» disse T'uomo. La donna pensb: che Paomo aveva inwuito fin da prima la devisione i lek si affreno a dies “Se perd vuole andare da un'altra parte.» Ma 'uomo I interruppe ridendo, disse: «No, tagazzino, si va alla casetta rossa, ¢ le scom- pigid i capell. ‘Perche mi chiama rapazzino? La smett di chiamarmi ragazzino » disse la donna. L'uomo rise e con voce molto calma c allegra ripeté ‘cRagazzino, ragezzino rosso che non sta mal fermo, e timido anche», usLa donna aveva vogtia di giocare, di eontrad- dice, Itigare. «Non sono tai stata timida in vita mia, ho trentatingue anni ¢ due figli. E un marito.> Lruomo rise: « invece ha tredici an ‘midissima, non la né fig a maito ». ‘Lel € sempre cosi sicuro? » «No, ma ora si.» Mangiarono alla easetta rassa, sepolta nella neve piena di gocce e baglior. Lel sl sentiva ti ‘mida esattamente come aveva detto uomo, per questo Je venne una gran fame e mangid un Piatto enorme di spaghetti, una bistecca di cervo ‘con polenta, beveite molto vino e due grappe. ‘Al titomo cant e quando oma le earezzd tuna guaneia con I dorso della mano tei eli prese Ja'mano'da quel lato e strofind le nocche sulla sua guancia. La donna tomd a casa, dorml un poco, diede ‘ordini per la cena e si immerse nel bagno par- Jando da sola e cantando..1! marito fa udi e le disse: « Che hai, sei matta? se la donna rispose: «No tesoro, non sono malta » Usci dal bagno ¢ andé in guardaroba. Forse era il caso di indossare un vestito lunigo: to provd ¢ si trové ridicola, una donna sposata con due fighi¢ ridieola. Prove una minigonna, vide che fe sue gambe erano belline ma non bele'e in ‘ogni caso erano gambe di donna non alta. Non alta come la donna che aveva visto ridere in compagnia di Mefisio. Mefisto le parve un bel nome e rise tra sé pensando che glielo avrebbe detto. Poi indossd un pigiama di crépe nero ¢ si {rovd ridicolissima. Poi un paio di pantaloni ci tweed con una camicetta di ras0 rosso e sc pette di vernice aera. Nieate, niente e niente, 16 Guardd con la cada dell'osehia un paio di pan- {aloni soozzesi, capi (come fosse Tui a dirglielo) os"é il “pessimo gusto” e arrossi. Provo una sottana di pelle di daino con una camicetta a piceoli quadri bianchi e celest. Non era male ‘ma non eta bene, si sent stanchissime esi butt suda e un po" disperata sul let. Udi il marito nel tagno che si spruzzava di profumo e non le piacque né il soffio dello spruzzatore, né il prpfumo, né che il marito si profumasse. Non le piacque nemmeno Pidea di vere un marito © due fii e soprattutto non le piacque ci avere quel marito. (Sef matta? Che Sufi Jn a nome uaa le dss mettere la camicetta ¢ un paio di\pantaloni di cinghiale. Lo fece, si guardé allo specchio da tutti lati (stird due volte le Tabbra) ele parve di esiere abbastanza ragazzino. Cosi pensando dive Jacrime moto grosse saltarono sulla camicetta a piceoli quadri ealest. 117
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