Teoria Attaccamento

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LO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO SECONDO LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

La nascita della teoria: una rivoluzione copernicana


La comparsa della Teoria dell’Attaccamento ha segnato un cambiamento radicale nella concezione riguardante
lo sviluppo dei legami affettivi nell’essere umano. Ciò ha portato cambiamenti in diversi ambiti della Psicologia:
dello sviluppo, clinica, dinamica, psicoanalisi, psicoterapia: psicoanalitica, cognitivista.

La nascita della teoria: John Bowlby


Autore di formazione psicoanalitica
- Si distanziò da alcuni concetti freudiani (es. pulsione)
- concepì la teoria secondo cui l’affettività umana debba essere concepita come un bisogno primario, al
pari del nutrimento e del sonno, denominata da lui stesso “teoria dell’attaccamento”
Definizione di attaccamento e problematicità teorie precedenti:
“ciò che definisco teoria dell’attaccamento, è un modo per concettualizzare la tendenza dell’essere
umano a strutturare solidi legami affettivi con particolari persone e varie forme di profondi turbamenti
emotivi e di disturbi della personalità, compresi angoscia, collera, depressione e distacco emotivo,
originati da perdite separazioni involontarie. Fino a metà degli anni ’50 prevaleva una sola teoria sulla
natura e le origini dei legami affettivi che trovava concordi psicoanalisti e teorici dell’apprendimento. I
legami fra le persone si sviluppano. Perché un individuo scopre che al fine di ridurre determinate
pulsioni, p. es. quelle collegate al nutrimento nell’infanzia e quelle collegate al sesso in età adulta, è
necessario un altro essere umano. Studiando gli effetti patologici della privazione di cure materne sullo
sviluppo della personalità, sono giunto a interrogarmi sull’adeguatezza del modello tradizionale”

L’Inizio e la Ricerca di Evidenze dagli studi etologici: l’ipotesi che la propensione affettiva sia indipendente dal
soddisfacimento di bisogni è suffragata da studi etologici: fenomeno dell’imprinting – Lorenz
“Qui il lavoro di Lorenz sulla risposta del seguire manifestata dai paperotti e dagli anatroccoli fu di
particolare interesse. Dimostrava che in alcune specie animali poteva svilupparsi un forte legame nei
confronti di una specifica figura materna senza l’intermediazione del cibo: perché questi piccoli uccelli
non sono nutriti dai loro genitori, ma si nutrono da soli catturando gli insetti. Ecco che allora esisteva un
modello alternativo a quello tradizionale, e un modello con un certo numero di caratteristiche che
sembrava potessero adattarsi al caso della specie umana.”

Evidenze provenienti da altri studi: John Harlow


Contemporaneamente agli studi di Bowlby, formulò in modo autonomo la teoria dell’esistenza di una
propensione affettiva primaria nell’uomo, indipendente dalla soddisfazione del bisogno di nutrimento. La
teoria si basava su una serie di ricerche (contestate) condotte su delle scimmiette Rhesus separate dalla madre
alla nascita (primati vicino a noi)

Evidenze dagli studi sulla deprivazione affettiva


Renè Spitz (1887-1974) è stato uno dei primi psicoanalisti ad osservare direttamente il comportamento dei
bambini. In particolare, si è interessato agli effetti della deprivazione affettiva nello sviluppo studiando i
bambini istituzionalizzati. Ha elaborato il concetto di depressione anaclitica

Se un B viene separato dalla madre fra i 6 ed i 18 mesi per un lungo periodo (e non c’è una figura affettiva
sostitutiva) reagisce esprimendo un forte dolore e sviluppando una forma di depressione
- primo mese: lamentele e richiami
- secondo mese: pianto e perdita di peso
- terzo mese: rifiuto del contatto fisico, insonnia, ritardo nello sviluppo motorio, assenza di mimica,
perdita continua di peso
- dopo: cessazione del pianto, stato letargico, blocco dello sviluppo può portare a morte

Bowlby: Comportamenti di attaccamento


Il bambino nasce provvisto di una serie di comportamenti geneticamente determinati, definiti “comportamenti
di attaccamento” che svolgono una importante funzione adattiva, infatti sono finalizzati a garantire al bambino
la prossimità fisica con l’adulto.
“Per comportamento di attaccamento si intende qualsiasi forma di comportamento che porta una persona al
raggiungimento o al mantenimento della vicinanza con un altro individuo differenziato e preferito, considerato
in genere più forte e/o più esperto. Anche se particolarmente evidente nella prima infanzia, il comportamento
di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba”
Funzione biologica  il comportamento di attaccamento si verifica nei piccoli di quasi tutte le specie di
mammiferi anche se vi sono molti particolari diversi fra le specie, il mantenimento della vicinanza di un
animale immaturo a un adulto preferito, quasi sempre la madre, è la regola, il che indica come tale
comportamento abbia un valore di sopravvivenza. La funzione di gran lunga più probabile del comportamento
di attaccamento è la protezione, particolarmente dai predatori”
Tipologie dei comportamenti di attaccamento
- con funzione di “segnalazione”: pianto, sorriso, vocalizzi avvicinano madre a bambino
- con funzione di “accostamento”: aggrapparsi, seguire, suzione a fini non alimentari avvicinano
bambino a madre
COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO E PERICOLO
I comportamenti di attaccamento vengono messi in atto soprattutto in situazioni percepite dal bambino come
pericolose. Vengono attivati da determinate condizioni e inibite da altre. Fra le condizioni attivanti troviamo
l’estraneità, la fame, la fatica e ogni causa di spavento. Le condizioni inibenti comprendono la vista o il rumore
di una figura materna, e in particolare, una serena interazione con essa.
COMPORTAMENTI DI ATTACCAMENTO NELL’ADULTO
Lo stesso vale anche per l’adulto. Con gli anni la frequenza e l’intensità con cui tale comportamento viene
manifestato diminuiscono costantemente. Tutte queste forme di comportamento rimangono comunque una
parte importante del corredo comportamentale umano. Negli adulti esse risultano particolarmente evidenti
quando una persona è profondamente turbata, quando è malata o impaurita”.
COMPORTAMENTO E LEGAME DI ATTACCAMENTO
Il comportamento può manifestarsi a seconda delle circostanze nei confronti di persone diverse.
Il legame è duraturo e selettivo, caratterizzato dalla presenza di emozioni molto intense.
“molte delle emozioni più intense sorgono durante la formazione, il mantenimento, la distruzione e il
rinnovarsi di relazioni di attaccamento. La costruzione di un legame è descritta come l’innamoramento, il
mantenimento come l’amare qualcuno. Una minaccia di perdita genera angoscia e una perdita effettiva causa
sofferenza; ognuna di queste situazioni inoltre può provocare collera. L’incontestato perdurare di un legame è
sentito come fonte di sicurezza e il rinnovarsi di un legame come motivo di gioia”.
Formazione del legame di attaccamento
PREATTACCAMENTO
Inizialmente il comportamento sociale del bambino è del tutto indiscriminato: infatti nei primi due mesi di vita
il neonato produce una risposta di tipo sociale come il sorriso verso qualsiasi essere umano.
SVILUPPO DELL’ATTACCAMENTO
Orientamento e segnali diretti verso alcune persone discriminate. Il bambino comincia a riconoscere le
persone che si prendono regolarmente cura di lui, e verso queste rivolgerà più frequentemente
comportamenti di attaccamento. Tuttavia, il cambiamento non è ancora del tutto marcato: il b. accetta cura e
attenzioni da chiunque
ATTACCAMENTO MIRATO
Mantenimento della vicinanza alla-della persona discriminata
Intorno agli otto mesi si può parlare della instaurazione di un legame di attaccamento mirato. Il bambino mette
in atto due comportamenti che vengono considerati degli indicatori specifici:
- la protesta alla separazione
- l’angoscia dell’estraneo
BASE SICURA
La figura di attaccamento è una sorta di base sicura da cui partire per l’esplorazione del mondo. “questo mi
porta a quella che io ritengo la caratteristica più importante dell’essere genitori: fornire una base sicura da cui
il bambino possa partire per affacciarsi al mondo esterno e a cui possa ritornare sapendo che certo sarà il
benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo”

Modelli operativi interni


In questa fase si formano i «modelli operativi interni», cioè una rappresentazione interna:
- della figura di attaccamento e di sé
- della relazione con la figura di attaccamento
Costituiscono una guida del comportamento di b. e gli permettono una anticipazione delle reazioni dell’altro
I modelli operativi interni che il soggetto si forma nei suoi primi anni di vita tendono a rimanere stabili,
funzionando come una sorta di filtro rispetto alle successive esperienze di attaccamento sperimentate dal
soggetto nel corso della sua vita infantile e adulta.

Relazione gestita in funzione dell’obiettivo: formazione di un rapporto reciproco


Il bambino modifica il suo comportamento in funzione dell’obiettivo (cioè tiene conto del comportamento del
care-giver). Es. il pianto può essere utilizzato in modo pienamente consapevole per richiamare il care-giver e se
b. non ottiene l’obiettivo può sostituirlo con un altro comportamento

Strange Situation
Procedura di osservazione sistematica del comportamento del bambino ai fini della valutazione dello stile di
attaccamento (ideata da Ainsworth): rivolta a bambini fra i 12-18 mesi + presenza di un setting specificamente
allestito. È organizzata in 7 episodi (durata 3 min. ciascuno)
- Fase di esplorazione
- Entra l’estraneo
- Prima separazione
- Primo ricongiungimento
- Seconda separazione
- Rientra l’estraneo
- Secondo ricongiungimento

Patterns di attaccamento
Grazie alla procedura è stato possibile individuare tre pattern di attaccamento:
- sicuro (B) Il bambino è in grado di bilanciare l’esplorazione e il bisogno di vicinanza, mostra di
privilegiare la figura di attaccamento all’estraneo, e dimostra di gradire il ricongiungimento
- insicuro di tipo evitante (A) Il bambino evita il contatto con la figura di attaccamento, soprattutto
dopo le separazioni, e non dimostra particolare turbamento quando lasciato con l’estraneo
- insicuro di tipo resistente o ambivalente (C) Il bambino mostra un profondo turbamento durante le
separazioni e inconsolabilità nelle fasi di ricongiungimento.
- disorganizzatocomportamenti contraddittori messi in atto simultaneamente, es. ricerca di contatto
fisico ed evitamento dello sguardo.

Lo sviluppo socioaffettivo secondo la teoria dell’attaccamento


Evoluzione della teoria: nel corso degli ultimi venticinque anni il focus delle ricerche si è spostato dallo studio
dei comportamenti e dei segnali che contribuiscono a strutturare i legami di attaccamento ai modelli operativi
interni
MODELLI OPERATIVI INTERNI COME STRUTTURE AFFETTIVO-COGNITIVE
I modelli operativi interni possono essere concepiti come delle strutture affettivo-cognitive, infatti servono ad
organizzare sia le informazioni che le emozioni riguardanti le diverse esperienze di attaccamento, inoltre
svolgono una funzione di guida rispetto al comportamento relazionale dell’individuo nelle sue successive
esperienze interpersonali. Fin dai primi mesi di vita il bambino riassume le esperienze relative alle interazioni
con i care-givers principali in un modello sintetico, che nel caso in cui riguardi la relazione madre-bambino
conterrà informazioni relative alla madre ed alle sue modalità tipiche di interazione, nonché un modello di sé
in relazione alla madre.
MODELLI DI SÈ
Un bambino che sperimenta una madre prevalentemente rifiutante nei suoi confronti, si formerà un modello
della madre come indisponibile dal punto di vista emotivo e di sé come inefficace ed inadeguato nella
comunicazione che le rivolge, mentre un bambino che sperimenta un rapporto con una madre responsiva e
disponibile emotivamente si formerà un modello di sé come passibile di essere amato ed in grado di
comunicare efficacemente.
PATTERN DI ATTACCAMENTO COME STRATEGIE ADATTIVE-DIFENSIVE
I pattern di attaccamento possono essere considerati delle strategie adattive e/o difensive adottate dal
bambino nei confronti della disponibilità emotiva dimostrata nei suoi confronti dalle figure di attaccamento nel
corso dei primi anni.
- sicuro: buon adattamento del bambino alla disponibilità emotiva della madre, che gli permette di
utilizzarla come base sicura per l’esplorazione del mondo e come consolatore privilegiato in condizioni
di disagio
- evitante: Parziale disattivazione del sistema di attaccamento grazie a spostamento attentivo dal
genitore non responsivo e rifiutante all’ambiente
- ambivalente: massimizzazione del sistema di attaccamento attraverso l’ipervigilanza nei confronti di un
genitore non responsivo in modo imprevedibile, con conseguente disinvestimento della realtà esterna.
- Disorganizzato: collasso di ogni strategia difensiva a fronte di un genitore terrorizzante e/o terrorizzato.
PATTERN DI ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE EMOTIVA
I pattern di attaccamento possono essere considerati come specifici stili di comunicazione e regolazione
emotiva che il bambino costruisce in relazione alla figura di attaccamento, adattandosi alla disponibilità ed alla
capacità di regolazione delle emozioni dimostrate da questa ultime verso l’intera gamma delle proprie
emozioni, positive e negative
- sicuro: capacità di comunicare apertamente ogni emozione (pos. e neg.) a un caregiver percepito
disponibile.
- evitante: riduzione dell’espressione delle emozioni negative e attenuazione di quelle positive.
- ambivalente enfatizzazione delle emozioni negative per mobilitare l’attenzione di un genitore vissuto
come emotivamente indisponibile. (Riva Crugnola e Ierardi, 2018)
PREDITTIVITÀ DEI PATTERNS DI ATTACCAMENTO
La variabile sicurezza/insicurezza dell’attaccamento risulta influenzare:

 lo sviluppo di aspetti cruciali del Sé: l’autostima, la conoscenza di sé


 la capacità di resilience rispetto ad eventi stressanti e potenzialmente traumatici.
 aspetti emotivi: l’intensità di affetti positivi e negativi, la tolleranza nei confronti della frustrazione, il
controllo dell’impulsività
 Cognitivi: la maturità nel gioco, la perseveranza nella soluzione di problemi, la curiosità, il tempo di
attenzione.
 Le competenze sociali, sia per quanto riguarda le relazioni con adulti (indipendenza, obbedienza,
fiducia verso gli estranei) che con i pari (socievolezza, cordialità, popolarità, cooperatività, empatia).
 Le capacità di adattamento: disturbi della condotta, comportamento antisociale, psicopatia.
Quindi se un pattern di attaccamento di tipo sicuro si configura come predittore di uno sviluppo ottimale,
l’insicurezza dell’attaccamento può essere considerato un fattore di rischio perché può aumentare la
possibilità di successivi problemi emotivi-comportamentali-
ATTACCAMENTI MULTIPLI
Dagli anni 90 in poi studi su: attaccamento al padre; attaccamento ad altri adulti significativi: es. insegnante al
nido. I modelli operativi interni sono un precipitato delle esperienze relazionali con diverse persone verso cui il
bambino struttura legami di attaccamento
Persone diverse = relazioni diverse
- diverse ipotesi da parte del B. su come possa reagire all’altro sulla base delle sue richieste
- diverse ipotesi del b. su di Sé sulla base di come l’altro si comporta
- Diverse tipologie di attaccamento
Nel corso della vita si aggiungono le persone con cui si strutturano legami di attaccamento: insegnanti, parenti,
amici. In particolare, i legami di attaccamento ad amici diventano importantissimi per la strutturazione del Sé
dell’individuo a partire dalla preadolescenza e caratterizza in primis la fase adolescenziale. In questa fase
iniziano anche i primi legami di attaccamento al partner. I legami di attaccamento ad amici ed al partner si
caratterizzano per i comportamenti messi in atto e la funzione psicologica svolta per il soggetto:
 Ricerca contatto fisico = mantiene senso sicurezza
 Esplorazione con l’altro = l’altro come base sicura
 Comportamenti di richiesta di etero-regolazione emotiva
Il tutto in un quadro in cui a seconda delle circostanze si fa lo stesso per l’altro = reciprocità
ATTACCAMENTO NELL’ADULTO
Main ha elaborato un sistema per la valutazione dei modelli operativi interni di soggetti adulti tramite una
intervista: la Adult Attachment Interview.
L’intervista è di tipo semi-strutturato e si focalizza sui ricordi relativi alle prime esperienze precoci di
attaccamento alle figure genitoriali e sui vissuti relativi.
Codifica: evidenziabili 4 pattern di attaccamento:
- attaccamento sicuro autonomo: narrazione coerente e obiettiva delle esperienze di attaccamento
insieme a una loro valorizzazione
- attaccamento distanziante: narrazione incoerente delle esperienze di attaccamento con processi di
idealizzazione verso le figure di attaccamento, contraddistinta da descrizioni genericamente positive di
queste ultime non supportate e/contraddette da episodi specifici, difficoltà a ricordare e
sottovalutazione di tali esperienze
- attaccamento preoccupato: narrazioni incoerenti caratterizzate da vaghezza e prolissità unite alla
persistenza di preoccupazione e rabbia verso le figure di attaccamen to
- attaccamento irrisolto/disorganizzato: mancata elaborazione di episodi traumatici (maltrattamento,
abusi, etc.) e di lutto;
- non classificabile: compresenza di stati della mente circa l’attaccamento tra loro in contraddizione
TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE DELL’ATTACCAMENTO
Madre sicura – bambino sicuro
Madre distanziante – bambino evitante
Madre preoccupata – bambino ambivalente
Madre disorganizzata – bambino disorganizzato
SENSIBILITÀ DEL CARE-GIVER
Il care-giver risponde positivamente ai tentativi del bambino di iniziare interazioni sociali, in modo giocoso alle
iniziative di gioco del bambino: lo prende in braccio, quando egli appare desiderarlo, lo mette giù quando
vuole esplorare. Quando è a disagio essa sa di quale tipo e di quale grado di consolazione necessita per essere
confortato. D’altra parte, la madre che risponde in modo inappropriato cerca di socializzare quando il bambino
è arrabbiato, gioca con lui quando è stanco, oppure lo nutre quando sta iniziando a interagire socialmente

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