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Nadia Pollina

1789737
Scritture e produzione dello spettacolo e dei media (curriculum cinema)
Prendo in esame la sceneggiatura di The Apartment (1960) scritta da Billy Wilder
e I.A.L Diamond

The Apartment: una rom-com da Oscar.

«Intendiamoci, io non sono Strasberg. Non sono un attore e, in verità, non sono
neppure nato con la vocazione del regista. Lo sono diventato solo perché ero
stufo di vedermi massacrare le sceneggiature» 1: fu questo il motivo per il quale
Wilder chiese di poter dirigere The Major and the Minor (1942); permettere a
uno sceneggiatore di dirigere un film scritto da lui andava contro la divisione del
lavoro che era stata stabilita dallo Studio system, ma quando Wilder avanzò tale
richiesta egli era già un nome importante ad Hollywood di conseguenza i
produttori accettarono la sua richiesta convinti che il film sarebbe stato un
fallimento. La previsione dei dirigenti della Paramount, però, risultò fallacea in
quanto il film fu un successo e diede slancio alla carriera di Wilder come regista.
The Apartment (1960) è il diciassettesimo film che Wilder ha sia scritto
(insieme a Diamond) che diretto e, ad oggi, è considerata una delle commedie
romantiche più premiate da Hollywood: la pellicola durante la notte degli Oscar
del 1961 ha vinto miglior regista e miglior film (Wilder), miglior sceneggiatura
originale (Wilder e Diamond), miglior montaggio (Daniel Mandell) e miglior
scenografia (Alezandre Trauner e Edward G. Boyle).
Il film è stato prodotto da una piccola casa di produzione ebrea, la Mirisch
Company (sia Wilder che Diamond erano ebrei): dal 1930 il codice Hays
imponeva una serie di regole che i film dovevano prendere in considerazione per
non essere censurati. The Apartment è molto particolare sotto questo punto di
vista perché, avendo come tema di fondo le promiscue relazioni sessuali
extraconiugali, rappresenta uno dei film che segnò il declino del codice Hays
(abolito definitivamente nel 1968).

1
C. Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, Milano, Adelphi, 2002, p.8
La sceneggiatura è originale, ma ad ispirare Wilder furono principalmente
due film:
1. The Crowd di King Vidor (1928): in particolare, questa pellicola
influenzò tantissimo The Apartment soprattutto per la rappresentazione
dell’ufficio; come afferma Gemünden «The central plot element of
Wilder and Diamond’s carefully crafted scenario stipulates that a gain
in office space is dependent upon relinquishing his private space» 2: per
realizzarsi nel lavoro e conquistare uno spazio importante in ufficio,
Baxter deve rinunciare al suo spazio privato. La presenza dell’ufficio è
talmente importante che inizialmente Wilder aveva in mente uno
spettacolo teatrale, ma rinunciò proprio a causa della poca adattabilità
di quell’immenso spazio alla scena teatrale. Lo stesso Wilder ha
ammesso che la prima sequenza di The Apartment è ispirata al film muto
di Vidor: se The Crowd segue un giovane che cerca di affermarsi nella
nuova società moderna del XX secolo, The Apartment mette in evidenza
le conseguenze di quella società 30 anni dopo ; Baxter vive alienato,
lontano dalla vita sociale e con un ritmo di lavoro che scandisce anch e
il tempo a lui riservato per prendere l’ascensore; sotto questo punto di
vista, il film si presenta come una critica alla società americana del
tempo (società alla quale sia Wilder che Diamond guardavano con un
certo distacco in quanto nessuno dei due era americano);
2. Breve Incontro di David Lean (1945): il film racconta la storia
di Laura e Alec, entrambi sposati e con rispettive famiglie, che spinti
da un irrefrenabile attrazione decidono di vedersi una volta a settimana.
Vedendo il film Wilder cominciò ad interrogarsi: «Ho sempre avuto in
testa che l’amico di Trevor Howard, che appare solo in una o due
piccole scene, che torna a casa e si getta sul letto caldo che gli amanti
hanno appena lasciato, sarebbe stato un personaggio molto
interessante» 3.

2
Gerd Gemünden, A Foreign Affair: Billy Wilder's American Films, Berghahn Books, 2008, p.127
3
C. Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, Milano, Adelphi, 2002, p.136
L’idea era buona, Wilder e Diamond aspettarono il momento giusto per
svilupparla: negli anni 60 la censura del codice Hays si stava allentando e per di
più sotto gli occhi dei due sceneggiatori cascò a pennello l’evento che gli avrebbe
dato modo di sviluppare a pieno la trama. Ci fu lo scandalo di un agente che
venne ucciso dal marito della sua amante: i due si incontravano
nell’appartamento di uno scapolo che stava al gradino più basso dell’agenzia.
Questo era il tocco finale che mancava alla storia.

Se il concept del film è «Film su un tizio che si infila nel letto ancora caldo
lasciato dai due amanti» 4, il suo What if, conseguenzialmente, è: e se il tizio si
innamora della donna?
The Apartment va collocato nel genere della commedia romantica: un genere
che nel corso degli anni si è evoluto sia nelle tematiche che nei protagonisti, ma
che presenta, comunque, una serie di caratteristiche che sono rimaste invariate e
che lo definiscono. Se le storie nascono sempre da un conflitto, nelle commedie
romantiche il conflitto è sempre amoroso: «A romantic comedy is a comedy
whose central plot is embodied in a romantic relationship» 5.
L’amore è il catalizzatore della storia, dunque il conflitto si risolv e nel
momento in cui si forma la coppia. Non solo, proprio per la centralità dell’amore ,
in genere ciò che non permette ai personaggi di arrivare al loro obiettivo sono
proprio i loro conflitti interiori: pensiamo a Baxter, il quale si trova a dover
scegliere tra l’amore e il lavoro (un cliché della rom-com). Egli è estremamente
interessato a Fran: si tratta però dell’amante del suo capo e mettersi trai i due
comprometterebbe il suo lavoro.
Oltre al conflitto amoroso che guida l’intera vicenda, ci sono una serie di altre
caratteristiche della rom-com che troviamo all’interno dei film: innanzitutto il
setting urbano dal quale emergono una serie di personaggi segnati dai conflitti di
una vita frenetica. Le inquadrature iniziali del film forniscono un quadro ben

4
Cameron Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, Adelphi 1999
5
Billy Mernit, Writing the romantic comedy: The artof crafting funny love stories for the screen, Harper
Collins, 2020
preciso dell’ambientazione in cui si svolge la vicenda: il mondo aziendale
americano (ancora una volta appare un’agenzia assicurativa già vist a in Double
Indemnity), in cui ciò che conta sono i numeri e la verticalità del sistema segnata
anche dall’importanza che assume l’ascensore. In questo contesto Baxter e Fran
sono due soggetti schiavi di una cultura che li rende soli: «Seen in this light, the
solitude of C.C. Baxter’s life is not an attempt to escape the rat race of
Consolidated Insurance but an inescapable consequence of being part of “the
process of production» 6.
L’appartamento stesso è importante perché allude alla solitudine del
protagonista: la scena in cui Baxter guarda la Tv (una scena fondamentale
anche perché riflette sulla condizione del cinema di quei tempi, in cui i film
erano stati venduti alle reti televisive), mostra la vita che l’uomo conduce;
questa scena poi tornerà in gioco quando Baxter, durante la sua cena italiana
con Fran, le dirà che in genere magia accompagnato da una serie di personaggi
televisivi (alludendo proprio al fatto che passa molto tempo accompagnato
solo dalla tv). L’importanza dell’appartamento si evince anche perché ne viene
fatto riferimento nel titolo: si tratta del luogo, infatti, in cui si svolge il
dramma (il tentato suicidio di Fran) che Diamond e Wilder riescono a
bilanciare con il comico (Baxter che scola gli spaghetti con la racchetta) e con
il romantico; l’alternanza tra lacrime e risate è un’altra particolarità di questo
genere.
Anche i personaggi presentano delle connotazioni tipiche della commedia
romantica: Jack Lemmon e Shirley Maclaine rappresentano alla perfezione
l’average guy, ossia l’uomo medio americano, insicuro e confuso, alla
continua ricerca del successo nel lavoro; e la modern world girl, ossia la donna
indipendente, che lavora, che si taglia i capelli da sola ma che sa anche essere
fragile ed ingenua. Sono personaggi che conservano i tratti di persone reali,
appartenenti alla vita quotidiana (pare che Shirley Maclaine rubò il ruolo a
Marilyn Monroe, ritenuta dallo stesso Wilder inadatta per la sua troppa
appariscenza); altro personaggio tipico della rom-com è quello che Mernit
chiama Mr. Wrong: ossia l’altro / l’altra, il ragazzo sbagliato che diventa di

6
Gerd Gemünden, A Foreign Affair: Billy Wilder's American Films, Berghahn Books, 2008, p.134
ostacolo per la storia d’amore e che in questo caso è rappresentato da Mr.
Sheldrake.
Nonostante gli elementi di continuità che di fatt o collocano il film all’intento
del genere rom-com, per certi versi il film sembra discostarsene molto. Come
afferma Mernit: «When does a romantic comedy not look like a romantic
comedy? When its story concept provides such a great hook that it subsumes
one’s awareness of the romantic relationship at the core of the movie» 7. Quello
di Wilder, infatti, è un concept geniale: l’agente romantico sta al centro di una
struttura molto più complessa che permette ai due sceneggiatori di utilizzare una
storia d’amore per parlare anche di temi qu ali il suicidio, la depressione, la
solitudine, l’immoralità, il capitalismo, l’adulterio.
È nel finale che si trova la più grande anomalia nei confronti della rom-com:
se nelle commedie romantiche hanno un ruolo centrale la Break-up scene e la
declaration of love, in The Apartment, nonostante la tipica corsa contro il tempo
nella notte di Capodanno, non c’è una vera e propria dichiarazione d’amore da
parte di Baxter nei confronti di Fran. Inoltre, nel finale manca l’elemento che
ogni spettatore di una commedia romantica freme e attende per tutto il film: il
bacio. Anziché dichiarare apertamente il loro amore, Fran e Baxter cosa fanno?
Giocano a carte coronando la loro storia amorosa in un finale aperto: «…ma in
certi autori, per esempio Billy Wilder, troviamo spesso dei finali che, all’ultimo istante,
riaprono i giochi. Questo perché la commedia, almeno quella più graffiante e intelligente,
racconta una vicenda che per sua natura non può chiudersi: l’eterno conflitto tra gli
uomini e le donne» 8; e in questo caso il finale The Apartment riapre, letteralmente,
i giochi.

Dentro la struttura narrativa


Analizzando la sceneggiatura, è utile applicare il paradigma delineato da Field
andando ad approfondire in che modo i sette punti che Mernit riconosce nella
rom-com, si vanno ad inserire all’interno dei tre atti.

7
Billy Mernit, Writing the romantic comedy: The artof crafting funny love stories for the screen, Harper
Collins, 2020
8
Giaime Alonge, Scrivere per Hollywood, Marsilio, Venezia 2020, p. 165
Il primo atto inizia con il set up: Baxter introduce sé stesso attraverso un
monologo; nella sua condizione iniziale vi è chiaramente una mancanza data dal
fatto che egli non può utilizzare il suo appartamento come preferisce in quanto
lo da in prestito ai suoi superiori in cambio di una raccomandazione sul lavoro.
È chiaro che il suo unico obiettivo, in questo primo momento, è quello di ottenere
una promozione. Successivamente avviene il meet cute (che in questo caso è
anomalo rispetto ai classici della rom-com): Baxter e Fran appaiono per la
prima volta insieme dentro l’ascensore e, inizialmente, i due non sembrano
neanche i possibili amanti della vicenda amorosa. La fine del primo atto
avviene con il plot point che per Mernit corrisponde con una sexy
complication: Baxter è convinto che sta per ottenere una promozione da
Sheldrake il quale, invece, chiede di vederlo per ottenere in prestito le chiavi
dell’appartamento (nel quale porterà Fran). Di fatto, questa scena costituisce
l’indicente scatenante che porterà alle conseguenze del secondo atto: Baxter
otterrà la sua promozione, ma Sheldrake passerà dall’essere l’uomo che lo
avrebbe portato ad ottenere il suo obiettivo (promozione nel lavoro), all’essere
il Mr. Wrong che ostacola la sua storia d’amore con Fran e che evidenzia qual
è il vero obiettivo di Baxter. In questo punto della storia, infatti, il protagonista
è molto vicino all’ottenere la promozione, ma in lui vi è ancora una grande
mancanza: Fran non si presenta all’appuntamento.
Il secondo atto è quello del conflitto: Baxter, è finalmente stato promosso,
ma alla festa di Natale scopre che Miss Kubelik è l’amante di Sheldrake; in
questa scena abbiamo un secondo plot point che coincide con una delle due
Pinze di cui parla Field, ossia due importanti momenti che fanno da collante
ai due segmenti in cui è diviso il secondo atto. In genere le due Pinze
corrispondono ad un set-up/ pay off; ed è esattamente ciò cha avviene in questa
scena: Baxter scopre la verità grazie allo specchietto rotto di Fran.
Si arriva così al Midpoint, il punto di non ritorno, ossia quello del tentato
suicidio di Miss Kubelik: con il punto di non ritorno Baxter, che si era mostrato
deluso nell’apprendere chi fosse l’amante di Sheldrake, ha capito che il suo
vero e grande obiettivo è quello di conquistare Fran. La seconda metà del
secondo atto, infatti, vede Baxter nell’interno di aiutare la fragile donna non
solo fisicamente, ma anche moralmente: durante questo frangente egli è sempre
più preso e interessato a lei la quale, invece, soffre ancora per Sheldrake.
Verso la fine del secondo atto avviene il secondo plot point: il rapporto tra
Fran e Baxter, che si trova nel suo momento più alto, viene stroncato dall’arrivo
del suocero di lei che la porta via. Baxter è ormai innamorato di Fran e la sua
battuta a p. 137 (It doesn’t hurt a bit) pone l’accento sul fatto che Baxter non è
più lo stesso personaggio dell’inizio del film. La sua posta in gioco, adesso, è
molto più alta: non cerca più il successo nel lavoro, bensì l’amore.
Inizia il terzo atto, il protagonista è pronto a rinunciare a tutto per arrivare al
suo obiettivo. Baxter si trova nel momento che Mernit chiama Climax: a Fight
or a Flight: sta per rivelare a Sheldrake la sua intenzione di sposare Fran, ma
questo afferma che la storia con la moglie è finita e che è pronto ad iniziare una
relazione seria con Miss Kubelik; Baxter a questo punto (che ha ottenuto la più
grande promozione sul lavoro che potesse ottenere) crede che Fran, innamorata
di Sheldrake, sarebbe felice con lui; di conseguenza decide di lasciarla libera per
la sua strada.
Miss Kubelik, torna tra le braccia di Sheldrake; il suo personaggio
effettivamente non ha ancora la stessa consapevolezza che ha assunto quello di
Baxter: il Buddy-boy dell’inizio è pronto a diventare Mensch, a human being;
egli è cambiato grazie all’amore.
Si arriva così alla Joyful resolution, per quanto anomala: Fran, si rende conto
che l’uomo giusto per lei è Baxter e, durante la notte di Capodanno, corre dai lui.
Prima che avvenga la riconciliazione, però, Wilder e Diamond fanno credere
che la commedia stia per diventare tragedia attraverso un botto che sembra essere
quella di uno sparo: un falso allarme, fortunatamente.

Una commedia scritta bene

The Apartment è una commedia che ha alle spalle una sceneggiatura di grande
qualità in cui si evince un preciso stile di scrittura visiva. Come scrive Alonge,
infatti, «una buona sceneggiatura si muove tra audiovisivo e letterario» 9.

9
Giaime Alonge, Scrivere per Hollywood, Marsilio, Venezia 2020, p.169
Il contributo che la sceneggiatura e i dialoghi hanno avuto nei confronti
della riuscita del film sono palesi in alcune scene. Ad esempio, nella scena in
cui Fran è a letto, dopo aver tentato il suicidio, e Baxter prova a farla stare
meglio proponendole di giocare a carte. In questa scena troviamo una perfetta
descrizione della protagonista che, tra l’altro, è lei stessa a fare:

Queste battute fanno riferimento ad una specifica immagine: quella di un


incidente d’auto. Fran si descrive come una persona in grado di fare molti
incidenti, un cliente ad alto rischio; ed è proprio attraverso questa immagine
che riconosciamo in maniera coerente la sua capacità di innamorarsi
dell’uomo sbagliato nel momento sbagliato.
E proprio per non contraddire il suo essere un cliente ad altro rischio,
qualche secondo dopo ritorna sul suo interesse per Mr. Sheldrake con una serie
di battute molto brevi e veloci che scandiscono la facilità con la quale la donna
si illude:

Questa caratteristica visiva della scrittura, comunque, si nota anche in altre


scene: a p. 49/50 c’è il monologo, sempre di Fran, in cui la protagonista
descrive il modo in cui Sheldrake l’ha abbandonata per correre dalla famiglia.
Questo monologo, oltre ad avere una grande qualità visiva che permette al
pubblico di visualizzare la scena, è un set-up/pay off in quanto a p.77 vedremo
Sheldrake abbandonare Miss Kubelik nell’appartamento proprio come aveva
descritto lei in quel monologo; la dinamica del monologo e del la scena sono
esattamente uguali: Fran, addirittura, suggerisce a Sheldrake di stare attento a
non sporcarsi con il rossetto, proprio come lui aveva fatto in passato.
Se Fran è descrivibile con l’immagine di un incidente d’auto, Baxter
rappresenta a pieno l’uomo solo che non riesce ad affermare la propria
personalità e che, di conseguenza, assume in continuazione delle maschere: ogni
volta che i vicini incolpato Baxter di essere uno scapolo festaiolo, egli non li
contraddice; per non parlare del momento in cui il Dr. Dreyfuss gli chiede cosa
sia successo con Fran e lui risponde come se fosse Sheldrake, assumendosi di
fatto tutte le sue colpe (cosa che farà anche con il cognato di Fran).
Altro elemento che segna il suo mascheramento è il modo in cui parla: Baxter,
infatti, ha la tendenza a ripetere ciò che altri personaggi hanno detto a lui. Ad
esempio: quando la moglie del Dr. Dreyfuss lo accusa, egli risponde parlando
come Sheldrake

.
Lo vediamo anche quando decide di prendere in mano la sua vita diventando
a Mensch (una parola tedesca che caratterizza il Dr. Dreyfuss e sua moglie come
dei tipici personaggi wilderiani ebrei che hanno il compito di portare Baxter nella
giusta direzione):
La scrittura di Wilder e Diamond, comunque, rende questa sceneggiatura
una buona sceneggiatura soprattutto per la presenza di molti set-up/pay off e
correlativi oggettivi.
Per quanto riguarda quest’ultimi, alcuni dei più importanti sono:
− il cappello di Baxter: che di fatto va a definire il personaggio in tutto il
periodo in cui vi è la sua scalata nel mondo del lavoro;
− i capelli di Fran: il suo taglio ci permette di capire la diversità tra Baxter
e Sheldrake; il primo a p. 21 approva il taglio di Fran, mentre il secondo
a p.48 non si limita nel dire che li preferisce lunghi;
− i regali che Miss. Kubelik e Sheldrake si scambiano a Natale: questi
due oggetti sottolineano il modo diverso che i due hanno di amarsi. Per
Sheldrake è solo una relazione sessuale e, in questa scena, regalandole
cento dollari è come se la pagasse; Fran, al contrario, è realmente
innamorata di lui per cui gli regala il vinile del musicista del locale che
frequentano spesso;
− lo specchietto: questo funziona come correlativo oggettivo a p.69 in
quanto Miss. Kubelik affermerà che lo specchio rotto rappresenta a
pieno il suo cuore spezzato. Lo specchietto, comunque, funziona anche
come set-up/ pay off perché, sempre in quella scena, permette a Baxter
di capire che Fran è l’amante di Sheldrake;
− la partita a carte: anche qui abbiamo un correlativo oggettivo che funziona
anche da set-up/ pay off. La partita, infatti, è un elemento inserito per la
prima volta a p. 108 e che ritorna nel finale segnando l’happy end; ma
proprio per il fatto che nel finale non vi è il fatidico bacio, quella partita
diventa il correlativo oggettivo della coronazione del loro amore.

Wilder e Diamond hanno dimostrato di essere dei maestri del set-up /pay
off; nel film ce ne sono tantissimi e, tra i più importanti, si possono citare:
− i numeri: più volte Baxter parla di numeri; lo fa a pag.1,22,36,38,40,109 ;
si tratta di un elemento che ricorre varie volte andando a definire il suo
personaggio.
− i sonniferi: a p. 13 li prende Baxter per andare a dormire e,
successivamente, li prende Fran tentando il suicidio;
− la pistola: Baxter a p. 126 rivela a Fran di aver tentato il suicidio con una
pistola; questa ricompare nel finale quando il botto dello champagne porta
Fran e il pubblico a credere in un nuovo tentato di suicidio da parte di
Baxter;
− lo champagne: il set-up/ pay off dello champagne è strettamente legato
alla pistola. Si tratta di un elemento che nella sceneggiatura viene citato
più volte, ma inizialmente passa inosservato, tant’è che sentendo il botto
provenire dall’appartamento di Baxter si pensa che provenga dalla pistola
piuttosto che dalla bottiglia di champagne;
− le chiavi del bagno: a p. 25 Mr. Dobisch scambia le chiavi
dell’appartamento di Baxter con quelle del bagno privato dell’ufficio;
quando Baxter alla fine si dimette, invece di dare a Sheldrake le chiavi del
suo appartamento, gli consegna quelle del bagno; questo gesto può essere
visto come una volontà, da parte di Baxter, di riprendere la sua vita in
mano. La chiave è simbolica perché ha tormentato la vita del protagonista
per tutto il film.

CONCLUSIONI
«È ora di mollare, Billy. Queste parole assillarono Wilder, conscio già allora
che L’appartamento era un vertice difficilmente superabile» 10.
The Apartment è un esempio eclatante di come la sceneggiatura possa fare un
film: la commedia romantica è sempre stata vista con diffidenza, come un genere
di poca importanza che produce storie per femminucce. The Apartment, invece,
dimostra che un film di qualità non dipende dal genere, bensì dalle tematiche che
il testo (sceneggiatura) riesce a trattare e ad esprimere attraverso le immagini.
The Apartment presenta un intreccio ben articolato, capace di toccare temi che

10
Cameron Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, Adelphi 1999
vanno al di là della semplice storia d’amor e, e gestito attraverso una serie di
espedienti narrativi e soluzioni tematiche che hanno portato il film ad essere la
star della notte degli Oscar del 1961.

Bibliografia
Billy Mernit, Writing the romantic comedy: The artof crafting funny love stories for the
screen, Harper Collins, 2020
C. Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, Milano, Adelphi, 2002
Gene D. Phillips, Some Like ItWilder: The Life and Controversial Films of BillyWilder,
Lexington: The University Press of Kentucky, 2010.
Gerd Gemünden, A Foreign Affair: Billy Wilder's American Films, Berghahn Books,
2008
Giaime Alonge, Scrivere per Hollywood, Marsilio, Venezia 2020
Luca Aimeri, Manuale di sceneggiatura cinematografica teoria e pratica, UTET
Università, 2011

Sitografia
http://distribuzione.ilcinemaritrovato.it/per-conoscere-i-film/lappartamento/il-
capolavoro-di-billy-wilder
https://www.sentieriselvaggi.it/film-in-tv-lappartamento-di-billy-wilder/

Filmografia
Breve Incontro, (1945) di David Lean
The Apartment, (1960) di Billy Wilder
The Crowd, (1928) di King Vidor

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