Prof. Palazzuoli - Tecnologia Delle Costruzioni - Lezione 1
Prof. Palazzuoli - Tecnologia Delle Costruzioni - Lezione 1
Prof. Palazzuoli - Tecnologia Delle Costruzioni - Lezione 1
1 – 17/05/2014
UNIVERSITÀ DI PISA
DICI - Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale
TECNOLOGIA DELLE
COSTRUZIONI
Ing. Marco Palazzuoli
ESAME: sabato 21 giugno 2014 ore 17:00 Aula F9 A016, A033, A072, C430
PROGRAMMA LEZIONI
Introduzione
Approcci progettuali
Il calcestruzzo
Strutture di fondazione
Strutture di elevazione a telaio in c.a.
Strutture di elevazione a telaio in acciaio
Strutture di elevazione a pareti portanti
Strutture di elevazione orizzontali e inclinate
Costruzioni in legno
L prestazioni
Le t i i di una costruzione
t i sono quindi
i di definite
d fi it come quell'insieme
ll'i i di proprietà
i tà che
h
identificano l'attitudine di una costruzione a svolgere correttamente le sue diverse funzioni e
costituiscono la risposta tecnica alle esigenze dell'utilizzatore.
Sicurezza al fuoco Limitazione dei rischi di generazione e propagazione incendi, sicurezza degli occupanti,
possibilità di evacuare in tempo un edificio in fiamme.
Sicurezza di utilizzazione Sicurezza degli occupanti nell
nell'utilizzo
utilizzo dell
dell'edificio
edificio. Questa è una prestazione legata più agli
impianti e agli infissi.
Tenuta Tenuta al gas, ai liquidi e ai solidi. (Si applica agli impianti o agli infissi esterni).
Benessere igrotermico Temperatura e umidità dell'aria. (Si vedrà in seguito che la temperatura è notevolmente
influenzata dall'umidità sia dell'aria che delle pareti: temperatura interna e superficiale
delle pareti influenzano la nostra sensazione).
Benessere atmosferico Purezza dell'aria e limitazione degli odori.
Benessere visivo Illuminazione, aspetto degli spazi e delle pareti, vista verso l'esterno. (Esposizione migliore)
Benessere visivo Illuminazione, aspetto degli spazi e delle pareti, vista verso l'esterno. (Esposizione migliore)
Benessere antropodinamico Vibrazione, accelerazione e sforzi di manovra. (Esiste tutta una serie di fenomeni fisici
all'interno delle canalizzazioni impiantistiche che possono produrre rumori o anche
vibrazioni che possono ammalorare parti della costruzione).
Igiene Pulizia, alimentazione idrica, eliminazione dei rifiuti. (Tutte le superfici dei materiali devono
avere condizioni di igiene).
Adattabilità di utilizzazione Numero, dimensioni, geometria e relazioni degli spazi e degli impianti. (Prestazione che
riguarda la conformazione dell'edificio, cioè la possibilità di un edificio di essere modificato
nel tempo per adattarsi ai modi e agli usi dell'edificio stesso. Flessibilità e adattabilità sono
due termini diversi: la flessibilità di un edificio è la possibilità che al tempo zero noi
modifichiamo la configurazione dell'edificio stesso, mentre la adattabilità ha a che fare con
un tempo prolungato, cioè la possibilità nel tempo che ha questo edificio a modificarsi per
adattarsi agli usi che cambiano)
Durabilità Conservazione delle prestazioni. (La caratteristica che ha un edificio di mantenere le
proprie prestazioni nel tempo. Abbiamo molti materiali che se al montaggio offrono
elevate prestazioni tendono a perderle in tempi molto rapidi. Altri invece, come la pietra,
conservano inalterate nel tempo le proprie prestazioni).
Gestione Insieme delle condizioni relative all'economia di esercizio del sistema edilizio.
Insieme delle condizioni relative all‘attitudine delle unità e degli elementi del
Integrabilità
sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra di loro.
Insieme delle condizioni relative al mantenimento e al miglioramento degli
Salvaguardia dell’ambiente
stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte.
Sistema edilizio
Uffici Chiusura
… Partizione esterna
Attrezzatura interna
Unità ambientale Attrezzatura esterna
Elementi tecnici
IL SISTEMA AMBIENTALE
Il sistema ambientale, classificando spazi della costruzione che sottendono a funzioni omogenee,
vede una prima articolazione in relazione alla destinazione d'uso delle unità immobiliari da
realizzare (edifici per la residenza, uffici, edifici scolastici o universitari, organismi edilizi per lo sport o
per il commercio) e che sono caratterizzati da sistemi ambientali estremamente differenti, per
funzioni ed attività svolte e per le relative esigenze in termini di sicurezza, benessere, funzionalità,
ecc.
L'unità minima del sistemo ambientale è lo SPAZIO ELEMENTARE, ovvero lo porzione di superficie e di
volume necessari od un utente per svolgere uno determinato attività, comprensivo dello spazio
occupato dagli arredi e do quello occorrente per collegarsi od altri spazi elementari.
L'UNITÀ AMBIENTALE,
AMBIENTALE unità
ità oggetto
tt di riferimento
if i t dei
d i requisiti
i iti ambientali,
bi t li viene
i d fi it come
definito
l'aggregazione di spazi elementari – compatibili temporalmente e spazialmente- in relazione o
determinati modelli di comportamento dell'utenza (ad esempio negli uffici: le sale riunioni
dimensionate per successivi moduli aggregativi, o gli spazi di relax, o gli spazi di lavoro singoli o
collettivi).
L'aggregazione di più moduli tipologici fino a formare un'unità immobiliare autonomo in relazione
con l'ambiente circostante viene, infine, convenzionalmente definita ORGANISMO EDILIZIO.
È possibile individuare un'articolazione gerarchico anche per gli elementi del SISTEMA TECNOLOGICO, in cui, a seconda
dei livelli di complessità decrescenti, si riconoscono:
‐CLASSI DI UNITÀ TECNOLOGICHE, cui appartengono gli elementi complessi ed aggregati del sistemo tecnologico, e
cioè le strutture, le chiusure, le partizioni interne, le partizioni esterne, gli impianti di fornitura dei servizi;
‐UNITÀ TECNOLOGICHE, cioè gli elementi costitutivi delle singole porti della costruzione differenziati per caratteristiche
strutturali e funzionali;
‐CLASSI
CLASSI DI ELEMENTI TECNICI,
TECNICI che
h articolano
i l l unità
le i à tecnologiche
l i h a seconda
d del
d l loro
l posizionamento
ii nell'edificio
ll' difi i e in
i
funzione della loro identificazione come elementi costruttivi autonomi, anche eventualmente realizzabili in
stabilimento;
‐ ELEMENTI TECNICI, la categoria alla base della complessa articolazione, sempre più dettagliati e sempre più definiti in
termini di morfologia, materiali e tecnologia costruttiva, pure non individuando ancora un prodotto edilizio specifico.
5.7 Impianto
i t di tel
t lecomunicazione
i i
Classi di unità
Unità tecnologiche Classi di elementi tecnici
tecnologiche
Struttura di fondazione diretta
1.1 Struttura di fondazione
Struttura di fondazione indiretta
Struttura di elevazione verticale
1.2 Struttura di elevazione Struttura di elevazione orizzontale
1. Struttura portante e inclinata
Struttura di contenimento
verticale
1.3 Struttura di contenimento
Struttura di contenimento
orizzontale
Pareti perimetrali verticali
2.1 Chiusura verticale
Infissi
Solaio a terra
2.2 Chiusura orizzontale inferiore
Infissi orizzontali
2. Chiusura
2.3 Chiusura orizzontale su spazi Solai su spazi aperti
aperti
Coperture
2.4 Chiusura superiore
Infissi esterni orizzontali
Pareti interne verticali
3.1 Partizione interna verticale Infissi interni verticali
Elementi di proiezione
Solai
3. Partizione interna
3.2 Partizione interna orizzontale Soppalchi
Infissi interni orizzontali
Scale interne
3.3 Partizione interna inclinata
Rampe interne
Il termine struttura indica l'insieme complesso delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici appartenenti al
sistema edilizio che assolvono al le funzioni d i sostenere l'edificio e di ripartire i carichi che l'edificio deve sopportare:
carichi d'esercizio e carichi accidentali.
La struttura portante inoltre assolve alla funzione di collegamento statico del le sue parti.
La struttura portante costituisce il sistema complesso entro cui si configurano le unità ambientali ed i collegamenti
(verticali ed orizzontali), delimita orizzontalmente e predispone verticalmente la ripartizione del le superfici e dei
volumi degli organismi edilizi.
La struttura portante può essere realizzata con elementi bidimensionali, tradizionalmente costituti da setti murari e
solai, oppure con elementi lineari, costituiti da telai di pilastri e travi, oppure ancora con elementi tridimensionali
costituiti da p
più elementi p
piani solidali tra loro o anche da elementi complessi
p con superfici
p curve.
Sistema Tecnologico
La struttura portante a telaio viene generalmente celata dalle pareti esterne per realizzare la continuità
dell'involucro architettonico, ma può essere anche lasciata in vista attraverso la realizzazione di pareti arretrate
rispetto al filo esterno dei solai ovvero con l'utilizzo di pareti trasparenti.
Le strutture portanti devono comunque essere protette dagli agenti atmosferici aggressivi per preservare le proprie
caratteristiche statiche e per evitare deterioramenti alle altre parti della costruzione.
È possibile classificare ulteriormente la struttura portante, con riguardo alle varie disposizioni e soluzioni consentite
dall'utilizzo di materiali e metodi di costruzione, secondo i principi dettati dalla scienza delle costruzioni e in relazione
alla tecnologia degli elementi costruttivi.
Una
U apprima
acclassificazione,
ass ca o e, basa
basata
a su
sulla
a ge
gerarchia
a c a de
delle
e pa
parti c
che
e la
a co
compongono,
po go o, a
avviene
e e mediante
ed a e l'enucleazione
e uc ea o e
del le unità tecnologiche, che distinguono la struttura portante in:
• STRUTTURE DI FONDAZIONE
• STRUTTURE DI ELEVAZIONE
• STRUTTURE DI CONTENIMENTO
IL CALCESTRUZZO ARMATO
Il cemento è un legante idraulico che si presenta sotto forma di una polvere finissima.
ESTRAZIONE
Si impiegano generalmente due tipi di rocce, uno costituito da carbonato di calcio l’altro costituito da
argille o calcari marnosi che oltre al carbonato di calcio contengono silicati di alluminio e silicati di ferro. I
materiali vengono estratti dalle cave con sistemi diversi e per essere utilizzati devono essere frantumati
accuratamente per ottenere un prodotto omogeneo realizzando una miscela dei vari componenti. Si usano
due metodi:
- per via umida: per i minerali che si spappolano facilmente nell’acqua per ottenere una melma fine ed
omogenea
- per via secca: per i materiali duri che si possono essiccare e ridurre in polvere per ottenere una polvere fine
ed omogenea
COTTURA
La materia prima passa alla cottura ad una temperatura di circa 1400-1500° C in forni appositi attraversando
varie fasi:
- disidratazione: evaporazione dell’acqua libera e combinata fino a temperature intorno a 700° C
- decarbonatazione e calcinazione: liberazione dell’anidride carbonica e volatilizzazione degli alcali fra 900° e
1000° C
- cottura (clinkerizzazione): formazione di compositi chimici aventi proprietà idrauliche grazie a reazioni che
avvengono a temperature da 1000° a 1500° C
La miscela del clinker e degli altri componenti viene eseguita in proporzioni prestabilite ed è resa omogenea
con il processo di MACINAZIONE che riduce il materiale allo stato di polvere finissima (fino a 0.06 mm di
diametro). Più è spinta la macinazione, ovvero più è fine la polvere ottenuta, tanto maggiore è la capacità di
reagire con l’acqua rapidamente
cemento portland: viene definito come il prodotto ottenuto per macinazione di clinker con aggiunta di gesso o
anidrite, dosato nella quantità necessaria per regolarizzare il processo di idratazione iniziale
cemento pozzolanico: ottenuto dalla macinazione, senza aggiunta di materie inerti, di una mescolanza di
clinker puro e di pozzolana (materiale siliceo di origine vulcanica) e gesso
cemento d’alto forno: è una miscela omogenea ottenuta con la macinazione di clinker e loppa basica
granulata d’alto forno (più il gesso)
cemento per sbarramenti di ritenuta: può essere un cemento portland, pozzolanico o d’alto forno,
caratterizzato da un basso calore di idratazione e con particolari caratteristiche fisico-meccaniche
cemento alluminoso: ottenuto dalla macinazione di clinker costituito soprattutto da alluminati idraulici di calcio
(in questo caso le materie di partenza sono calcare e bauxite)
cemento bianco: utilizzando calcare puro o caolino o altre materie prime prive di ossidi di ferro (che danno la
colorazione bruna) si ottiene un cemento di colore bianco
cemento ferrico: preparato da un clinker in cui alluminio e ossido di ferro sono presenti in proporzione
equimolecolare. Il cemento ottenuto ha un’elevata resistenza chimica nei confronti delle acque aggressive, da
basso calore di idratazione e da un basso ritiro
cemento ferrico pozzolanico: è ottenuto macinando il clinker ferrico con pozzolana. Il risultato è un cemento
che unisce, esaltandole, le caratteristiche dei cementi ferrici e di quelli pozzolanici
cemento per pozzi petroliferi: adatti alla cementazione e regolati in modo che la presa permetta la
cementazione in ambienti caratterizzati da alte pressioni e alte temperature
A contatto con l’acqua il cemento reagisce con essa dando luogo a varie trasformazioni chimico fisiche che si
manifestano in due fenomeni principali:
1) PRESA: consiste in un progressivo indurimento della pasta di cemento (cemento + acqua) o della malta
(cemento + inerti + acqua). La presa non deve iniziare prima di 45 minuti e non oltre 12 ore dal
confezionamento per garantire la lavorabilità
2) INDURIMENTO: è il fenomeno che segue la presa. La pasta ottenuta continua ad indurirsi nel tempo, nei primi
giorni con rapidità, lentamente dopo (per mesi e anni). Per il controllo delle resistenze meccaniche si
considerano i primi 28 giorni
l’evolversi del processo di idratazione e quindi dell’acquisizioni delle proprietà di resistenza meccanica è
accompagnato da una notevole produzione di calore, variabile per i vari tipi di cemento
Come per tutti i materiali impiegati nelle costruzioni, le sollecitazioni fondamentali a cui
può essere soggetto il calcestruzzo sono: compressione, trazione, taglio. In relazione alla
destinazione delle opere in cls, anche abrasione, urto, aggressioni chimiche.
TRAZIONE
COMPRESSIONE La trazione è dovuta ad un
carico che agisce su un corpo
La compressione è dovuta ad un
nel senso di allungarlo fino a
carico che agisce su un corpo
rottura. Il valore che determina
comprimendolo fino al totale
si chiama resistenza a trazione.
schiacciamento (rottura). La
Nel cls le resistenze a trazione
resistenza a compressione è il
sono quasi 1/10 di quelle a
valore del carico che produce lo
compressione.
schiacciamento del corpo.
TAGLIO
Il taglio è l’azione dovuta a forze che agiscono in senso contrapposto
in modo da determinare il distacco di una parte rispetto all’altra ed il
loro reciproco scorrimento.
ABRASIONE
E’ l’ i
l’azione che
h sii esercita
it sulla
ll
superficie di un corpo con uno
scorrimento tendente a disgregarlo e
ad asportarne una parte.
URTO
L’urto è una sollecitazione che risulta dall’applicazione impulsiva di un carico che può provocare le sollecitazioni
precedenti fino a rottura. La capacità di resistere all’urto è molto elevata nel cls e dipende dalla elasticità dello
stesso: calcestruzzi più rigidi sono più fragili.
La fase di indurimento del calcestruzzo all'aria è accompagnata da riduzione di volume con la perdita di una parte
dell'acqua di impasto. L'entità del ritiro è collegata alla quantità di acqua perduta: il fenomeno dipende dalle
condizioni dell'ambiente nel quale avviene la maturazione; se l'ambiente è l'aria il RITIRO è funzione dell'umidità
relativa di quest'ultima; se l'ambiente è l'acqua il fenomeno si inverte e invece di ritiro si ha RIGONFIAMENTO. La
celerità con cui il fenomeno di ritiro si sviluppa è in relazione con la velocità di evaporazione dell'acqua di impasto:
più rapido è il ritiro, più gravi saranno le fessurazioni conseguenti in quanto avvengono in un momento in cui il
calcestruzzo non è ancora resistente. Ecco I 'importanza di curare i getti nei primi momenti di stagionatura per
evitare una rapida evaporazione, soprattutto nel caso dei rivestimenti e in generale nei getti di grande superficie e di
piccolo spessore. Per ridurre il ritiro occorre proporzionare opportunamente la quantità di pasta presente nel
calcestruzzo e non deve essere ostacolato, per evitare nel calcestruzzo possibili fessurazioni; per le costruzioni nelle
quali questo libero movimento del calcestruzzo non sia garantito è necessario prevedere dei giunti di costruzione. ll
rinforzo delle armature con I'aggiunta di una percentuale di esse anche nella zona compressa della sezione, è un
altro mezzo per ridurre al minimo il fenomeno della fessurazione.
In tutti i corpi ad ogni variazione termica si accompagna una variazione di volume. L’attitudine di ogni corpo a
subire variazioni di volume in funzione delle variazioni di temperatura è indicata dal coefficiente di dilatazione. Il
coefficiente di dilatazione del calcestruzzo è variabile in funzione della natura degli aggregati e della qualità e
quantità del cemento; quello medio non si discosta molto da quello dell'acciaio, 0.012 mm/m°C e, questo fatto ha
permette l’accoppiamento dei due materiali nel cemento armato: risulta necessario prevedere nelle strutture in
cemento armato di notevole lunghezza dei dispositivi in grado di permettere il libero sviluppo di queste variazioni
dimensionali. Uno dei metodi più semplici è la creazione di un giunto di dilatazione verticale che interrompe per
tutta l’altezza la continuità delle strutture. Un altro sistema è quello di appoggiare la struttura su elementi mobili
come rulli (travate dei ponti).
Le condizioni termoigrometriche
delle cupole.
La cupola del Pantheon a Roma è un chiaro esempio dell’impiego di questo conglomerato, al cui interno si
ritrovano cocci di laterizio e di altro materiale, in quanto il confezionamento del betunium era anche l’occasione
per smaltire notevoli quantità di materiali di risulta. L’inserimento di armature metalliche nel calcestruzzo è
un’operazione remota perché già nei conglomerati di epoca romana sono state trovate barre e grate di ferro.
Ancora una volta è più aderente alla realtà l’ipotesi di uno smaltimento di materiale di risulta, secondo una prassi
che è proseguita fino al secolo scorso e si è estesa anche ad altre tipologie costruttive.
Il cemento armato nacque nella seconda metà del XIX secolo, preceduto da circa un secolo di ricerche sui
leganti (calce e cemento) iniziate da Smeaton (1756) e da Parker (1796) ai quali si deve la scoperta delle
proprietà di presa e di indurimento dei calcari argillosi convenientemente calcinati. Seguirono gli studi di Lesage
(1800) e di Vicat (1818), di cui si impiega ancora oggi l’ago di Vicat per la misura della consistenza della pasta
cementizia, che consentirono il sorgere delle prime fabbriche di cemento a Portland (1824) ed a Boulogne sur
Mer (1840). Furono proprio le ricerche e le conoscenze scientifiche sui leganti, seguite dalla produzione industriale
del cemento, a permettere lo sviluppo del cemento armato come sistema costruttivo. Il cemento oggi noto
come cemento Portland deve il suo nome alla collocazione geografica della prima fabbrica di cemento; oggi
s’individua con questo nome un cemento, di origine artificiale come tutti i cementi moderni, con composizione
chimica analoga a quella prodotta a Portland mediante la calcinazione dei calcari argillosi della zona.
Secondo l'opinione più diffusa l'esempio più antico di costruzione in cui sia possibile riconoscere principi
abbastanza prossimi a quelli dell'odierno cemento armato è il canotto eseguito nel 1850 dal francese Lambot e
presentato all'Esposizione Universale di Parigi nel 1855. E’ curioso osservare che negli anni ’50 vennero
riproposti scafi in cemento armato realizzati con spessori ridotti facendo ricorso alle moderne tecniche di
vibrazione e compattazione dei getti e alle tecniche per rendere impermeabile il calcestruzzo. Anche questi
risultati ottenuti sperimentando travi, solette e volte nelle quali aveva incorporato profilati di acciaio, primo
esempio di applicazione del cemento armato a quello che ne sarebbe divenuto il settore principe: le
costruzioni civili.
Il maggior contributo allo sviluppo del cemento armato, però, lo si deve al giardiniere parigino Giuseppe
Monier il quale brevettò nel 1867 il procedimento per costruire vasi in malta di cemento rinforzata con
un'ossatura di fili di ferro, primo vero esempio di conglomerato cementizio rinforzato con armature
metalliche per sopperire all’intrinseca debolezza a trazione del materiale. Monier estese, poi, il sistema al
campo delle costruzioni vere e proprie depositando una lunga serie di brevetti riguardanti inizialmente la
sua attività, tubi e serbatoi (1868), ma subito dopo anche le costruzioni: solettoni (1869), ponti (1873), scale e
volte (1875). In questi brevetti sono contenuti elementi e principi sulla disposizione delle armature i quali,
anche se basati su concetti empirici che spesso tradiscono l’origine empirica ed applicativa delle
conoscenze del Monier, testimoniano la sua larghezza di vedute e consentono di ritenere che egli sia stato il
Nonostante i brevetti di Monier arrivino tutti prima del 1875, si dovranno attendere ancora circa 30 anni per
assistere alla diffusione senza più sosta del cemento armato come tecnica costruttiva in quanto i precursori
del nuovo mezzo costruttivo cercavano intuitivamente di conferire al calcestruzzo la necessaria resistenza a
flessione e, pur basandosi sui suggerimenti dell'esperienza, non sempre riuscivano a darne la giustificazione
statica. A questo modo riuscivano a ottenere valide soluzioni per specifici problemi, ma non riuscirono a
fornire le indicazioni di validità generale necessarie per l’applicazione su vasta scala della nuova
tecnologia.
Quasi contemporaneamente a Monier, l'americano Taddeo Hyatt eseguiva prove su travi armate con ferri
piatti; i risultati, pubblicati nel 1877, risultarono assai importanti perché fissarono un accettabile rapporto (n =
20) tra i moduli d'elasticità dell'acciaio e del calcestruzzo e stabilirono l'uguaglianza dei coefficienti di
Nel 1884 i brevetti Monier si diffusero in Germania e, soprattutto per merito dell'ing. Gustav Adolf Wayss e
della ditta Freytag, i laboratori e gli ingegneri cominciarono ad interessarsi attivamente del nuovo materiale.
Ed è proprio alla scuola tedesca, a cui, per altro, risale la più tarda ma non meno feconda scuola italiana,
che si deve l’organizzazione sistematica delle conoscenze sul cemento armato, come noi le conosciamo
oggi, e la sua applicazione su vasta scala. L'ing. Wayss ed il prof. Bauschinger di Monaco, sulla base di una
serie di esperienze sperimentali, fissarono i principi fondamentali del sistema: l'aderenza acciaio-
calcestruzzo impone ai due materiali di agire staticamente assieme ed il posizionamento delle armature in
prossimità del lembo teso. I risultati furono pubblicati nel 1887 da Wayss nel volume "Das System Monier.
Eisengrippe mit Zementumhúllung" ed in questa pubblicazione, con enorme anticipo sui tempi, viene già
A partire dalla pubblicazione delle esperienze di Wayss e Bauschinger divenne evidente l'eccezionale
importanza tecnica del cemento armato: le ricerche teoriche e sperimentali ne ebbero un impulso che
avrebbe fornito la spinta propulsiva per i 90 anni seguenti. I primi fondamenti del calcolo furono pubblicati
da Mattias Könen nel "Zentralblatt der Bauverwaltung" del 1886. Approfondite ricerche teorico-sperimentali
furono compiute in Germania anche da Mörsch (cui si deve il fondamentale traliccio di Mörsch, prima ed
insuperata intuizione sul funzionamento meccanico interno delle strutture in cemento armato, cui ancora
oggi, con opportuni adeguamenti, si richiamano i ricercatori), Back e Kleinloghel (cui siamo tutti debitori di
tabelle ancora oggi in uso per il calcolo del cemento armato). Le prime norme sul calcolo e sulla
esecuzione delle strutture in cemento armato non a caso furono tedesche e giunsero nel 1904.
La nuova tecnologia si era ormai diffusa in tutta l’Europa centrale, cosicché in questi anni si ritrovano diversi
- in Austria lavoravano Neumann, Melan (si ricordino le centine Melan per la costruzione dei ponti) ed
Empergher;
- in Svizzera si occuparono di cemento armato Richter (che elaborò il metodo delle sezioni canoniche o
metodo di Richter per la soluzione delle strutture reticolari isostatiche insegnato ancora oggi) e Schüle;
- negli Stati Uniti, sulla strada indicata da Hyatt, si affermarono i nuovi sistemi costruttivi Ransome e Wilson;
- in Italia si ebbero numerose, anche se ignorate, applicazioni nell'ultimo decennio deIl'800; le costruzioni in
cemento armato furono più frequenti in regioni soggette a movimenti tellurici e fu il terremoto di Messina del
scientifico
scientifico, delle proprie esperienze Edoardo
nome.
L'inizio del XX secolo segnò la grande diffusione del cemento armato in Italia; il merito fu soprattutto della
Società Ing. Porcheddu di Torino che introdusse il sistema Hennebique e costruì importanti opere pubbliche.
Ad essa va il merito dell'esecuzìone, nel 1910, su progetto dell’intuitivo Hennebique, del ponte Risorgimento
di Roma, ponte di oltre 100 m di luce. L'opera, di risonanza mondiale per il suo ardimento, fu oggetto di
studio (e di polemiche) per molti anni dopo la sua costruzione in quanto il ponte presenta un diffuso e
rilevante stato di fessurazione che si manifestò a breve dalla sua costruzione. L’interesse che suscitò la
costruzione del ponte è dovuta in parte all’assenza di una rigorosa procedura di calcolo nel procedimento
della sua progettazione, e al suo disarmo precoce, pare ordinato da Hennebique a soli due giorni dal getto
ed eseguito nottetempo per superare le perplessità dei tecnici che erano coinvolti nell’esecuzione
dell’opera.
Oggi, a distanza di 90 anni il ponte gode di ottima salute, ma forse proprio per l’intervento dei Hennebique
che, ordinando un disarmo precoce, da un lato favorì la fessurazione della struttura, ma dall’altro favorì
anche la redistribuzione delle tensioni all’interno della struttura verso l’assetto statico che ha consentito al
In Italia le ricerche furono condotte da numerosi studiosi, ma la diffusione della teoria del cemento armato
è da attribuirsi ai professori Silvio Canevazzi e Camillo Guidi che, con le loro originali ricerche scientifiche,
Sostanzialmente, quindi, il cemento armato è nato nell'ultimo decennio del secolo scorso con lo scopo di
produrre elementi prefabbricati di solai e scale da inserire in costruzioni a prevalente struttura muraria.
ll calcestruzzo indurito è una pietra artificiale che si ottiene mescolando insieme, in opportune proporzioni,
cemento, aggregati o inerti e acqua, più eventuali additivi o aggiunte. ll cemento a contatto con I'acqua fa
presa e indurisce, legando tra loro gli aggregati in un'unica massa compatta e resistente. ll calcestruzzo va
1. la pasta di cemento (cemento + acqua), che una volta indurita diventa pietra cementizia;
2. gli aggregati.
Per reazione con l'acqua, attorno ad ogni granulo di cemento si forma una massa gelatinosa finemente cristallina,
detta gel,che si sviluppa con continuità, irrigidendosi. Il processo dura parecchi mesi e la trasformazione avviene
gradualmente, dall'esterno all'interno dei granuli di cemento. Naturalmente i grani più piccoli si trasformano prima.
Di fondamentale importanza in questo processo è la quantità di acqua impiegata, o meglio il rapporto fra il peso
dell'acqua e quello del cemento, detto anche rapporto acqua cemento (A/C).
presa (e cioè nella pietra cementizia), dei pori capillari tanto più
grandi
di quanto
t maggiore
i è il suddetto
dd tt rapporto.
t P t t
Pertanto
contro I 'umidità.
Gli aggregati che si impiegano per i calcestruzzi ordinari sono costituiti da:
In genere gli aggregati comuni hanno una resistenza superiore a quella della pasta di cemento; è necessario
però che la resistenza sia uniforme, e cioè che siano assenti gli elementi friabili, e anche quelli di forma appiattita.
Perché il calcestruzzo sia durabile è anche necessario che gli aggregati non siano gelivi, cioè molto porosi.
Un semplice esame visivo può talvolta fornire un'idea della qualità dell'aggregato: si osserva in particolare la
forma e lo stato superficiale dei granuli (forma arrotondata e superficie compatta e non alterata). Gli aggregati
devono essere puliti, perché le impurità influiscono negativamente sulla resistenza del calcestruzzo e possono
provocare sfioriture, rigonfiamenti, fessurazioni. Le impurità più comuni sono il limo, I'argilla, le materie organiche, i
terreni vegetali, i residui di carbone etc… ll mezzo più semplice ed immediato per accertarsi se I'aggregato è
pulito è ancora quello visivo. In particolare si può prendere in mano un pugno di sabbia e strofinarla un po'; se il
L'acqua da impiegare nella confezione del calcestruzzo deve essere sufficientemente pura e non deve
contenere apprezzabili quantità di sostanze nocive, quali limi, argille, humus, acidi organici, alcali e sali. Se
disponibile, I'acqua d 'impasto più sicura è quella potabile: altrimenti occorre analizzare chimicamente
quella che si intende impiegare in modo da accertarne l'idoneità. Il semplice odore e colore non sono
criteri sufficienti per giudicare della sua qualità. Sono comunque da scartare le acque di rifiuto, quelle
aziende industriali: particolarmente dannosa è la presenza di residui grassi, oleosi e zuccherini, perché
anche piccole tracce di queste sostanze possono disturbare la presa e I'indurimento del calcestruzzo.
L'acqua di mare pur non essendo consigliabile può tuttavia essere usata in particolari casi in cui non sia
Oltre ai componenti normali (cemento, aggregati, acqua), si usano spesso dei prodotti chimici come additivi alla
miscela. Gli additivi hanno lo scopo di migliorare certe prerogative del calcestruzzo, ad esempio i fluidificanti e
superfluidificanti migliorano la lavorabilità degli impasti senza aumentare la quantità di acqua richiesta. Ci sono
poi additivi che ritardano la presa del cemento oppure I'accelerano; additivi che introducono l‘aria, migliorando
così la resistenza al gelo, e quelli che conferiscono qualità impermeabilizzanti. L'uso degli additivi deve essere fatto
con attenzione seguendo le istruzioni del fornitore. Un uso non corretto, specie nella quantità può dare effetti
secondari
d i negativi.
ti i
Deve accadere che ogni granulo di aggregato risulti avvolto dalla pasta, e che tra un grano e l'altro non
rimangano vuoti, o comunque che siano i più piccoli possibili. L'aggregato deve essere composto da
grani di dimensione assortita, secondo una composizione granulometrica scelta in modo appropriato.
Ideale sarebbe avere un aggregato diviso in 4 frazioni granulometriche: tra 0 e 1 mm, tra 1 mm e 4 mm, tra 4 e 16 mm
e tra 16 e 40 mm. Così si otterrebbe rapidamente una distribuzione granulometrica soddisfacente prendendo ad
esempio: il 15% della frazione 0 - 1 mm; il 15% della frazione 1 - 4 mm; il 35% della frazione 4 -16 mm; il 35% della frazione
16 – 40 mm
La LAVORABILITA’ è l’attitudine del calcestruzzo fresco ad essere manipolato e messo in opera; questa
caratteristica è misurata attraverso la consistenza dell’impasto fresco, cioè il suo grado di fluidità.
La RESISTENZA è determinata sostanzialmente dalla resistenza della pasta che è l’elemento più debole.
Per la confezione delle barre si impiegano acciai unificati laminati a caldo ad alta duttilità, il B450C, per tutte le
tipologie di prodotto (barre, rotoli, reti e tralicci). Questo acciaio è caratterizzato dai seguenti valori nominali delle
tensioni:
fy nom 450 N/mmq tensione caratteristica di snervamento
ft nom 540 N/mmq tensione caratteristica di rottura
Le armature nelle strutture in c.a. devono essere poste nelle posizioni in cui è richiesta una resistenza agli
sforzi di trazioni (resistenza che il cls non è in grado di fornire). Visto che gli elementi strutturali sono soggetti
a sollecitazioni composte e variabili la disposizione delle barre dovrà seguire la variazione delle stesse
1. Attraverso le barre dovrà passare il getto del cls e gli strumenti per il suo costipamento
3. Le barre dovranno costituire un’armatura continua con una solida aderenza alla massa del cls
Per assicurare un adeguata durabilità alle strutture in c.a. è necessario che tutte le barre metalliche siano
ricoperte da uno strato di calcestruzzo. La superficie dell'armatura resistente deve cioè scostarsi dalla faccia
esterna del getto, di una quantità variabile a seconda dei casi. Per le strutture comuni, travi e pilastri, il
ricoprimento, copriferro, può variare da 2 a 5 cm. ll valore più basso vale nel caso di strutture che si trovano in
ambiente poco aggressivo (ad esempio nell'interno dei fabbricati), il valore più alto per ambienti molto aggressivi
con presenza di liquidi o gas corrosivi (acque pure, salmastre, gas o terreni corrosivi). Nel caso di strutture a sezione
rappresentazione viene fatta indicando con una linea sottile il profilo della