Immunita in Agopuntura e Medicina Cinese
Immunita in Agopuntura e Medicina Cinese
Immunita in Agopuntura e Medicina Cinese
DIFESE ASPECIFICHE
STRUTTURE SUPERFICIALI DI PROTEZIONE
La pelle e le mucose (pelle interna) sono deputate alla prima protezione dalle aggressioni esterne.
Esse (ma anche endoteli e congiuntive) rispondono dialetticamente alle due risonanze (livelli) più’ superficiali dello yin e dello yang: TAI YIN e
TAI YANG
NB: J.M. Kespì: Acupunture, Ed. Maissonneuve, St. Ruffine, 1982 e Cliniques, Ed. Guy Tredaniel, Paris, 1989; M. Petipierre: Acupuncture et
immunologie, Mer., 108, 1997:
• TAI YANG: più sangue che energia ,quindi funzioni di difesa più materiale che
energetica ed inoltre più azione su pelle, endoteli e congiuntiva.
• TAI YIN: più energia che sangue, pertanto difesa di tipo energetico e controllo a
livello delle mucose. Soprattutto ZuTaiYin (in quanto più Yin) controlla le mucose (in
associazione con Yang-Ming).
I PUNTI IMPORTANTI DELL’INTEGRITÀ ANATOMICA E FUNZIONALE DI PELLE E MUCOSE (compattezza, attività leucocitaria e
macrofagica, sistema APC delle cellule dendridiche, ecc.) sono:
WEIQI
È l’aspetto difensivo della energia corretta ed è specializzata a circolare in superficie. È meno sottile e materiale dell’energia Rong (Yong o
nutritiva) ed ha caratteristiche di tipo Yang. Circola fuori dai meridiani principali, sopratutto nei tendino-muscolari (jing-jin) e nei distinti (jing-bie) e
controlla pelle (traspirazione, sebo, temperatura) e le mucose. Entra in profondità attraverso i meridiani distinti (visceri e cervello) e circola nei
territori Yin durante la notte (Sowen cap. XLIII, A. Husson, ASMAF, 1974; J. Lavier, Ed. Pardes, Paris, 1992). È in grado di raggiungere i visceri
(zang/fu) attraverso gli shu del dorso (beishu) (G. Maciocia, The Foundation of Traditional Chinese Medicine, Ed. Churchill-Livingstone,
Edimburg, 1989) (in questo caso impiegare moxe). Circola in modo pulsatile, intermittente ed irregolare (sintomatologia intermittente dei
meridiani distinti) (Nguyen Vannghi: Patologie et Pathogenie en Medicine Traditionnelle Chinoise, Ed. Don Bosco, Marseille, 1977.). Secondo il
Lingshu (cap. 22) (trad. Ming Wong, Ed. Masson, Paris, 1987) è prodotta dal TR-inferiore e distribuita dal TR-superiore. Alcuni testi (Classico
imperiale dei polsi del 1770 in caratteri kano, Trad. a cura di Leung-kwok-po et al., Ed. Red, Como, 1981) la identificano con la "dea della difesa"
collegata al qi del Rene (e al polso dello Yang-ming sulla pedidea).
Nei vuoti si hanno scarsa capacità reattiva alle "xie" (poca febbre, malattie di lunga durata e progressive, ecc.), cute fredda, secca, poco sebo,
infezioni aeree, urinarie, intestinali e cutanee a ripetizione, fiato corto, dispnea, astenia, voce flebile, lombalgie, ecc. Il polso sarà profondo, lento
vuoto, la lingua umida, gonfia, pallida. Soggetti timolinfatici senza turbe di assimilazione.
Gli studi dell’AFA (Policopie du troisieme anee, Ed. AFA, Paris, 1981) si incentrano sui seguenti punti:
• 7 Rn (K) FULIU: Punto di tonificazione, attivo su yin e yang (Hawawini, Riv. fr.
d’Acupunct., 74, 1995). Meglio in moxa (G. Maciocia, La Clinica in Medicina Cinese,
Ed. CEA, Milano, 1995).
• 2 P (Lu) YOUMEN: Punto che distruisce sia rong che weiqi, attivo su acne,
rosacea, darte migrante e perleche (turbe immunitarie di superficie).
• 18 GI (GI) FUTU: punto caverna (Shuixue); distribuisce e fa circolare in superficie la
Weiqi (Arthus M., Noms des points d’Acupuncture, memoire, AFA, Paris, 1993;
Perrey F.: Les points, memoire, AFA, Paris, 1988).
Gli ultimi due punti vanno trattati senza moxa (J.F. Borsarello, Acupuncture clinique et therapeutique, Ed. Masson, Paris,
1989; Chen You-wa, La Manipulation des aguilles; techniques simplex de puncture, Ed. R. Laffont, Paris, 1995).
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ZHENG-QI
Composta da energia ancestrale (Yuanqi) ed acquisita (Tian e Guqi).
È l’energia antipatogena per eccellenza che pone in relazione sistema immune, aria, ambiente, alimentazione e stile di vita, dimostrando che le
nostre capacità difensive dipendono da cause congenite ed acquisite.
Divideremo questo capitolo in tre paragrafi (yin/yang; qi/xue e yuanqi) ed una nota aggiuntiva sullo YANG-MING
A) Equilibrio Yin/Yang
Sono indissociabili e rappresentano l’insieme di energia difensiva (wei di tipo yang) e nutritiva (rong di tipo yin).
Lo yin è più materiale e fa riferimento agli elementi cellulari dell’immunità (leucociti, macrofagi, linfociti), mentro lo yang ha ruoli di controllo
funzionle (citochine).
Nel Neijing Sowen (trad. di Nguyen Vannghi, Ed. Espansione, Torino, 1974) si dice "lo yin è all’interno ed è il guardiano dello yang, lo yang
èall’esterno e comanda lo yin". Si può riassumere dicendo (J. Lavier: "Vade-mecum d’acupuncture sympomatique, II edition, librarie Maloine,
Paris, 1975) "lo yang muove e controlla lo yin, mentro lo yin genera lo yang".
L’equilibrio yang/yin dipende dalla respirazione e dall’alimentazione, ma anche dal ritmo a quattro che distribuisce in modo corretto ed in senso
temoro-spaziale le nostre energie corrette.
A1) GUQI
L’alimentazione permette di estrarre il jing degli alimenti che alimenta il nostro jing congenito. Tale estrazione e trasformazione si deve al TR-
medio (in realtà l’assimilazione si deve al TR-superiore e la messa in riserva al TR-inferiore). Più propriamente nella formazione di Guqi
intervengono: Stomaco (wei) che assimila e fa scendere il cibo; Milza (Pi) che lo trasforma e Rene (Shen) che lo determina in senso nutritivo.
L’individuo che mangia per sopravvire si definisce Zhong Ren (Lomuscio-Valentino, Riv. It. d’Agopunt., 80, 1995), quello che invece mangia
smodatamente Tchong. Il primo segue la determiziano (Chih o Zhi) del Rene, il secondo invece si abbandona alla Miza (J. Yuen, Seminario
Clinico presso l’AMSA, Roma, 26-27 aprile, 1997; video a cura della sede romana della Scuola Italo-Cinese di Agopuntura).
La zheng-qi si forma dalla Daqi (o Tianqi) dell’aria, più la Guqi e la Zongqi e, a partire dal polmone, diffonde per l’intero organismo (i Baimai
ricevono il ritmo dal polmone che diffonde attraverso gli atti respiratori energia e sangue e liquidi ai diversi territori corporei; E. Rochat de la
Valee, Vocabulaire medical chinoise, Mer., 108, 1997). Nel caso di turba della assimilazione avremo deficit immunologici con anoressia,
dimagrimento, astenia, che indicano sia anomalie della weiqi che della rongqi.
J. Yuen (seminario citato) ricorda che i punti importanti nella formazione di Guqi sono:
* St (E) 43 Xiangu (Valle in Discesa): che porta il cibo a discendere dallo stomaco all’Intestino Tenue.
* K (Rn) 2 Rangu (Valle del Fuoco) che determina la trasformazione del cibo attraverso lo yuanqi del Rene (nei nomi
secondari il termine di Yuan e di Quan che significa sorgente).
* MP (Rt) 8 Diji (Macina della Terra) che si ricollega al 2 Rn e ne completa le trasformazioni alimentari (si chiama anche
Pishe: Dimora della Milza).
* K (Rn) 10 Yingu (Valle dello Yin) che determina l’estrazione Yin dal Jing alimentare.
* SI (IT) 5 Yanggu (Valle dello Yang) che estrae, invece, lo Yang puro dagli alimenti.
* SI (IT) 2 (Qiangu (Valle Anteriore) che completa e controlla la scelta puro/impuro a livello dell’intestino tenue.
NOTA: Tutti i punti che portano nel nome l’ideogramma Gu (Valle; Ricci 2720) (25St, 20 Rn, 2GI, 3GI, 7MP, 29 St) hanno a che vedere con la
Guqi (Marcel Arthus: Le nom des points d’Acupuncture, Ed. AFA, Strasburg, 1993; Bossy J., Maurel J.Cl., Dang Vu Hung: Fomulaire
d’Acupuncture, Ed. Masson, 1986; Guillaume G., Mach-Chieu: Dictionnaire des points d’Acupunture, voll I-II, Ed. Guy Tredaniel, Paris, 1996).
Secondo G. Guillaume (Seminario sulla Dietetica presso l’AMA di Ancona, Anno Accademico 1980-1981; Seminaire AFA: Dietetetique,
Bordeaux, 13 febbraio 1993) sono molto interessanti, in questi casi, i punti del Ren-mai in relazione non il I e II tri (13 ed 11 Ren, Shangwan e
Jianli) ed il 10 CV (Xiawan) da trattare in moxa (secondo Leung-kwok-Po questi punti sono in relazione con le funzioni di discesa ed
assimilazione dello stomaco; secondo G. Maciocia: The Foundetion of Traditional Chinese Medicine, Ed. Churchill-Livingstone, Edimburg, 1989 il
punto CV 10 garantisce la discesa del cibo bloccato a livello gastrico).
Le condizione di turbe digestive associate a vuoto di zhengqi con manifestazioni di deficit immunitario sono più frequenti nell’infanzia. Per questo
nei vuoto di Enegia difensiva dei bambini, ravvisando spesso stasi del cibo, segni di umidità e vuoto di Qi, impiega non solo piante toniche del
Rene, ma anche rimedi capaci di rimuovere la stasi di cibo (tipo Bao He Wan ).
Questo spiega come molte piante occidentali ad azione eupeptica (Glycyrrhiza uralensis,Crisanthellum americanum, ecc.) siano anche
immnomodulanti (L. Paoluzzi: Materia medica in Fitoterapia Energetica, TMA, 20, 1996).
A2) TURBA DEI MOVIMENTI GLOBALI DELLO YIN E DELLO YANG (4 ELEMENTI, SI SHI)
Studi sia nostri (C. Di Stanislao et al.: Nostre esperienze nelle oculoriniti allergiche, Congresso Congiunto ALMA-AFAC e Seminario SIA, Milano,
Dicembre 1996, Atti) che di altri AA (M. Petitpierre op. cit.; Nguyen Van Nghi, Trat Viet Dzung, Rev. fr. Med. Trad. Chin., 170, 1996; Zhang Rui
Fu; Wu Xiu Fen: Les points d’acupuncture et leur mecanisme d’action, Ed. Masson, Paris, 1992; Kiyoshi Nagano: Specific Treatment for Allergic
Disoders, Mild Infectious diseases and Secondary infetion, Am. J. of Acupuncture, 19, 1991) le turbe dei ritmi profondi, primari ed interni (4
elementi) giustificano molte patologie allergiche ed immunitarie e richiamano la nostra attenzione sui punti Mo (Mu), così come visti da J.M.
Kespì (op. citata) ed altri (Borsarello J.F.: Acupuncture clinique et therapeutique, Ed. Masson, Paris, 1989; J.C. Darras: Vade-mecum
d’Acupuncture pratique, Ed. Darras, Paris, 1990).
* 14CV (VC) (Ju Que). MO DEL CENTRO SORGENTE: Sindromi da freddo con turbe dello Shen (DD con turbe del sangue
e del 6CV). Affezioni Polmonori e Parassitosi intestinali. Trattare in Moxa.
* 12 CV (VC) (Zhongwan): MO DEL CENTRO SEDE (YANG): È il punto riunione (hui) dei visceri (fu); distribuisce dal
Centro lo Yang (Kespì op. cit. Sciarretta op. cit.; AAVV: Punctologie, Association Genevoise d’Acupuncture, Geneve,
1990). Segni di escrescenze verrucose superficiali, accumulo di catarro (asma), accumuli di yin da vuoto di yang (rinite
allergica con poliposi), È riforzato dal punto hegu (4LI). Meglio trattarlo in moxa (jiu).
* 13 LR (F): (Zhangmen): MO DEL CENTRO SEDE (YIN) punto riunione (hui) degli organi yin (zang) e dio distribuzione dal
centro dello yin. Favorisce la libera circolazione del Qi del Fegato ma armonizza anche la Milza. È il più importante punto
dei disquilibri immunitari (dispnea, vermi intestinali) con segni di calore e disquilibri di Fegato e Milza. È rinforzato (Li Ding:
Meridian theory and Acupuncture Points, Ed. Foregein Lingages Press, Beijing, 1991; G. Gori: Il significato energetico dei
punti, S. Marco Libri, Venezia, 1989) da taichong (LR 3).
* St (E) 25 (Tianshu): MO DELLA TERRA (OVEST) (YANG): punto di incarnazione del Po e di comparsa della vita. Fa
discendere l’energia e porta lo yang verso lo yin (raccolta). È in relazione con la Guqi (J. Yuen, op. cit.).
Segni immunologi sono (Cl. Roustan, Traite d’Acupuncture, vol III, Ed. Masson, Paris, 1984): febbre intermittente o tifoidea,
penetrazione di freddo (shanghan) in sede toracica ed addominale, infiammazione urinaria o renale. Nel Lingshu 26 (Trad.
Ming Wong, Ed. Masson, Paris, 1987) si afferma che pungere e massaggare Tianshu calma i dolori del ventre da
penetrazione di freddo (in caso di insuccesso trattare Qijie: 30 St).
* Lu (P) 1 ( Zhongfu): MO DELA TERRA (OVEST) (YIN). Punto del Po e del rimassaggio dello yin verso l’interiore. Fra le
sue indicazioni infezioni cutanee e febbri ricorrenti (F. Perrey: Les Points, policopie, Ed. AFA, Paris, 1988; S. Marcelli:
L’Agopuntura in Tasca, Ed. Nuova Ipsa, Palermo, 1996).
* RM (VC,CV) 3 (Zhongji): PUNTO MO DELL’ACQUA (YIN): Porta lo yin in profondità. Riunione dei TM deil basso (zuyin)
ed in contatto con la weiqi anche attraverso questo. Numerose indicazioni cutanee ed immunitarie: eresipela, erpes,
cellulite. Si incrocia anche con il Chongmo (J. Rozeg, Voisseaux Merveilleuses, Ed. Masson, Paris, 1983). Meglio moxa
come antiabordivo (ago tiepido se segni di calore; Chen You-wa, op. cit.).
* GB (VB) 25 (Jingmen): PUNTO MO DELL’ACQUA (YANG): permette la sortita del jing e la nascita dello yang al mattino.
Fra i segni iportanti febbre (Nguyen Van Nghi op. cit., 1977) e turbe ORL da freddo evolutivo (F. Perrey, op. cit.). Altro
segno alternanza di freddo e di caldo (Nguyen Van Nghi, Mai Van Dong e C. Nguyen Recours: Semeiotica e Terapia in
Medicina Energetica Estremo Orientale, Ed. Vito Ancona, Bari, 1984; A. Duron et al.: Bioenergetique et Medicine Chinoise,
Ed. Maissonneuve, St. Ruffine, 1977).
* LR (F) 14 (Qimen) MO DEL CIELO (YIN): fa circolare il sangue inviandolo all’esterno (funzione di Fegato come scudo) e
rinforza la Milza. Febbre e sindromi febbrili con anidrosi. Sindromi da freddo persistente che interessa il cuore e l’estremo
cefalico ( A. Chamfrault: Traite d’Acupuncture, Cocquemard Ed. Anguilaumme, 1967; Lanza U. et al.: I Corso di
Agopuntura, Ed. SIA, Bologna, 1974; Maffre-Danet: Allergie et Acupuncture, La Rev. Fr. de Med. Trad. Ch., 111, 1985).
* GB (VB) 24 (Riyue): MO DEL CIELO (YANG): punto del Sowen e dei testi classici come Mu Dan, punto Shen (altro nome
Shenguang: Sprito brillante). Indicazione immunitaria: infiammazione renale, epatica e colecistica (data da Sun Simiao).
Punto psichico importante (timidezza, ipersonnia, spirito tremebondo, facile cefalea). L’ideogramma Yue (Luna) ha a che
vedere con i ritmi interni (immnitari ?) individuali (Sciarretta op. citata).
In relazione col punto Taiyi (St 23) che è la luna del "sole" 14CV. Yi è il XII tronco celeste, legato l Legno, messa in
movimento della vita preparta dal I Tronco (Kia) legato all’acqua. La coppia Taiyi e Reyue potrebbe (assieme ai punti del
sangue) agire in senso psiconeuroimmunoendocrino.
Nel Sowen 47 (trad. di Husson, Ed. ASMAF, 1974): "in caso di bocca amara da calore alla VB che non risponde al punto
GB 34 pungere Reyue. Secondo Duron (op. cit.) con il punto Danshu (BL 10) tratta il calore perverso nella colecisti
(ricordiamo che il fuoco biliare è quello deputato alla depurazione dell’intero organismo secondo J. Yuen).
* GB (VB) 23 (Zhejin) PUNTO MO DEL CIELO (YANG): i nomi secondari (Shenguang e Mudan) sono analoghi a quelli di
Reyue. Questo, secondo J. Yuen, poichè è stato riconosciuto nel periodo ming come vero Mu della VB. Ha diverse
indicazioni immunitarie auricolari e respiratorie (catarro, dispnea, asma, tosse soffocante, ecc.).
Importante la relazione (riunione) con un meridiano permeato di weiqi (ZuTaiYang o Vescica), sottolineata da Sunsimiao e
Zhen Jiu Da Cheng (Ed. Darras, tome I-II, 1981), G. Soulie De Morant (L’Acuponcture Chinoise, Atlas, Ed. Maloine, Paris,
1977) e Van Nghi (op. cit., 1977).
* 4 CV (Ren, VC) (Guanyuan): PUNTO MO DEL FUOCO (YIN). Comanda la nascita dello Yin, armonizza il sangue e
l’energia e scalda e tonifica i reni. Indicazioni immunologiche sono febbre, problemi cutanei, penetrazione di freddo,
parassitosi intestinali. Trattarlo in moxa (con parsimonia poichè è legato alla yuanqi).
* 17 CV (Ren VC) (Shanzhong): PUNTO MO DEL FUOCO IMPERIALE (YANG): tratta la culminazione dello yang ed è il
punto maestro delle turbe polmonari con catarro e dispnea. Tratta (secondo Chamfrault) le tossi soffocanti e persistenti con
catarro giallo e dificile da espellere. È detto hui del qi ed è utile in tutti i vuoti di qi. Secondo Soulie de Morant è la riunione
fra la Guqi e la Tianqi e Zongqi (turbe immunitarie senza anomalie alimentari ma con alterazioni dell’aria respirata). Il
Nanjing nella XLV difficoltà ricorda che "quando il calore si situa all’interno" vanno trattati i punti 17 e 6CV per beneficare il
qi corretto (P. Grison, Nan Jing, Ed. Masson, Paris, 1981; P. Unschuld, Nan Ching, University of California Press., London,
1986).
Secondo Da Cheng (op. citata, 1981) il 20VG è legato al cielo, il 17VC all’uomo e l‘1 Rn alla terra. Pertanto il punto va impiegato nelle turbe
psichiche che causano deficit immunitari.
Secondo Hu Lie (1993) nelle malattie croniche i deficit immunitari sono causati da vuoto di Qi, Yang e Sangue (debolezza, freddolosità, urine
chiare, poliuria, ecc.) che va trattata con Si Quan Da Bu Tang (che viene da Ba Zhen Tang) e con i punti 17-12-6VC, 36 E e 43 V in moxa.
SINOSSI: Nelle turbe dell Zhengqi senza disturbi dell’appetito o dell’assimilazione, soprattutto se vi è stagionalità, vanno trattati i punto Mo.
Il trattamento si effettua in rapporto alla stagione, organo interessato, strato energetico (fen). Spesso i due Mo vanno trattati assieme (C. Di
Stanislao et al., op. cit.).
NOTA SULLO YANG MING NUTRIZIONE E PROTEZIONE
In due differenti osservazioni cliniche (Riv. fr. d’Acunpt., 79, 1994 e 82 1995) Kespì ha dimostrato che i punti di yang-ming possono avere un
ruolo importante nelle protezioni anche immunitarie globali o locali.
C) YUANQI
Energia congenita (sorgente) per eccellenza, che regola la durata della nostra vita (J.M. Eyssalet: Shen ou l’istant createur, Ed. Guy Tredaniel,
Paris, 1994).
Lo Jing Yue Quan Shu (citando il Nanjing) ricorda che l’energia originale risiede nel "ming-men". Ming-men e Yuanqi sono l’acqua ed il fuoco
originali, senza i quali non vi è nè crescita nè sviluppo. D. De Berardinis et al. (Organi e Visceri, Ed. SanLi/Bimar, Roma, 1992) e Mollard-Brusini
Y., Maiola M. (L’uomo prima della nascita, Sowen-Jaca Book, Milano, 1996) affermano che rene yang e fuoco del rene sono spesso eqivalenti a
yuanqi, inoltre la yuanqi diventa operante grazie al TR. Il vuoto di yuanqi produce invecchiamento, turbe metaboliche, freddolosità, segni di vuoto
di energia e sangue. Segno distintivo (DD dei vuoto Qi/Xue) le importanti dismetabolie multiple e l’aspetto (o la sensazione) vecchieggiante.
Segno importante è il rilasciamento ed il freddo nell’area sovrapubica e sottombelicale (K. Mitsumoto e S. Bird: Hara diagnosis of the sea, ed.
Paradigm Publishing house, Chichago, 1988).
La yuanqi potrà essere solo amministrata e non tonificata (fare attenzione al suo impiego: un aforisma cinese recita che il numero dei rispiri dati
ad un uomo dipende dal suo bottino connatale di yuanqi).
Tutti i punti yuan dei meridiani yin e yang hanno relazione con la yuanqi.
Utili inoltre:
* Mingmen (GV 4) Nagano (op cit.) dimostra la poderosa azione immunomodulante.
* Guanyuan (CV 4): produce lo yin (elementi cellulari immunocompetenti) poichè è nascita dello yin (come Mo) ed uscita
della yuanqi (Pititpierre, op. cit.).
* Yangchi (TB4): punto yuan del Tr, in stretto rapportop con la yuanqi (di largo impiego in Giappone e molto meno in Cina).
ZONG QI
Zong è il tempio degli antenati, gli ancestri in linea diretta ed ha a che vedere con l’ancestralità (Y. Mollard-Brusini e M. Maiola, op. cit.) Leon
Wieger ( Caracteres chinois, Kuang Chi Press, Taichung, 1972) nella sua lezione etimologica 33b analizza l’ideogramma composto da una parte
superiore che rappresenta il tetto di un tempio e la parte inferiore che ha il carattere di Shen, di ciò che emana dal Cielo. Zong rappresenta la
trasmissione in linea diretta, la trasmissione di passaggio fra Cielo Anteriore e Cielo Posteriore (I. Robinet: Meditation taoiste, Dervy livres, Paris,
179 e Histoire du taoisme, Ed. Cerf, Paris, 1991). I termini Zonqi, Zongmai e Zongjing hanno a che vedere con lo sviluppo embrionale. Shen e
Zonqi si manifestano subito dopo il concepimento, Shen immediatamente dopo, il secondo in un tempo successivo (J.M. Eyssalet: Le secret de
la maison des ancetres, Ed. Guy Tredaniel, Paris, 1990 e Shen ou l’instant createur, Ed. Guy Tredaniel, Paris, 1994). Questa zongqi ha a che
vedere con la nutrizione: assicurata dal sangue e poi dal latte materno ed infine, nell’essere autonomo, dal cibo e dall’aria. Il Lingshu (cap. 71) si
dice che la zongqi si accumula nel mezzo del petto, si manifesta alla laringe, si immette nel Mo del Cuore ed azione inspirazione ed esperazione.
Essa presiede ai fenomeni ritmici individuali (cuore, respiro) che sono presenti dopo circa 3 settimane dal concepimento (tuttavia gli studi
embrionali moderni dimostrano che nell’embrione, fin dalle prime fasi dello sviluppo, gli elementi mesodermici che daranno origine al cuore sono
già in grado di contrarsi ritmicamente). La Zongqi, attraverso i Zongmai, sale sino alla faccia e prennde contatto con i suoi orifizi (porte di entrata
ed uscita del qi del cervello). Si può quindi argomentare che (Y. Mollard-Brusini e Marco Maiola, op. cit.) la zongqi stabilisca inserzioni a livello
bulbare, sul nodo vitale del Florens, dove hanno sede gli autotatismi cardiorespiratori individuali. Nei testi, inoltre, si afferma che "Zongqi è Xuli".
Xuli è il secondo Luo dello Stomaco è il suo nome indica "vuoto" (Xu) ed "interno" o "nascoto" (Li). Esso è riempito solo dalla zongqi e si esprime
con la forza dell’itto della punta. Xuli più che un concetto anatomico è un concetto funzionale come Ming-men o Sanjiao, legati ad un ordine tutto
particolare:
- Dal Ming-Men salgono gli otto curiosi che sono l’impalcatura della casa (Da Cheng, op. cit.);
- Xuli è descritto come il XVI Luo, che è 4 al quadrato, le forze in espanzione nelle quattro direzioni dello spazio interno, ma
anche come successivo ciclo di cinque che ricomincia (G. Andres: Le medicins selon la tradition, Dervy Livres, Paris,
1981).
Nel Sowen 18 e nel Lingshu 28 si legge che zongqi è indipendente da yuanqi, entra con wei e rongqi (ovvero con guiqi e tianqi) nella formazine
di zhengqi e caratterizza l’estrazione pura di jing del Cielo posteriore per ciascun individuo.
Esisterebbe poi una relazione zongqi e zongjing (perineo, genitali, retti addominali) descritta da AA giapponesi (K. Matsumoto e S. Bird, Hara
diagnosis, reflection of the sea, Paridigm Publishing House, Brooklin, 1988).
Delle nostre ricerche mostrano che una serie di "intolleranze alimentari" con segni i più vari (intestinali ed extraintestinali) si ascrivano a turbe
della Zongqi (D. De Berardinis et al., Comunicazione al Congresso SIA, Palermo, Settembre 1996 e al I Convegno SARM sulle Allergie in
Medicina Natural, Bagni di Tivoli, Ottobre 1996; D. De Berardinis e C. Di Stanislao: La sindrome dell’intestino irritabile, Riv. it. d’Agopunt., 85,
1996) e si possono trattare con i punti:
* CV 17(Shangzhong): già visto: punto di emanazione di questa energia.
* GV 6 (Detto oltre che Jizhong, Shenzong): gia indicato fra gli immunodulanti (una osservazione del dott. P. Fusaro mostra
la sua attività in una forma avanzata e molto grave di sindrome SAPHO).
Inoltre gli unici due punti che portano l’ideogramma "zong" (vedi M. Arthus, op. cit. e Y. Mollard-Brusini: La funzione fisioogica dei punti di
agopuntura, Ed. Sowen, Milano, 1987):
* 11 SI (IT) Tianzong: segni piuttosto respiratori
* 7 TB (TR) Huizong: segni di tipo digestivo ed intestinale.
NOTE AGGIUNTIVE: ALTRI PUNTI ATTIVI
Molti AA (Petitpierre op. cit.; Demont M., Maronnaud P.: L’Allergie periodique en ORL, Folia Sinotherapeutica, 26, 1996; Iliev E. et al.: Evaluation
of clinical and immunological parameters in patient with lichen ruber planus treated with acupuncture, Acupuncture in Medicine, XII, 2, 1995;
Ionescu C., Pruna S.:Etude electrophysiologique sur la stimulation therapeutique du point d’acupuncture, ABVGA News, 99, 1995; Chen Keqin:
Personal experience with acupuncture, J. Trad. Chin. Med., 3, 1995) riferiscono di vari punti attivi in senso immunitario ricordando che lo yang è
più immustimolante (CD4+) e lo yin immunodepressore (CD8+), quindi sono piuttosto immunostimolanti i punti Taiyuang (VG14 e V 40) ed
immunodepressori quelli yin (LR 8 ad esempio. Zhang Xin-hua (Hospital of Chongqing, The World United Journal For Traditional Chinese
Medicine And Acupuncture, Gennaio, 1997) ricorda l’azione immunostimolante su leptospirosi itteroemorragica del punto 14VG ed
immunomodulante del punto VG 9 (Zhiyang) con zusanli, sanyinjiao e taichong nei vuoti gravi di Fegato, VB e Milza (vuoto di qi e sangue con
"falso calore"). Zhaoqi Guo (The World United Journal For Traditional Chinese Medicine and Acupuncture, Dicembre 1996) ha motrato una
incisiva azione sul virus di Epstein e Barr con Feishu (BL13), Pishu (BL20), Tiantu (CV22), Renying (St 9), Hegu (LI4), Zusanli (St36) e, in caso
di forte febbre e calore cutaneo, Dazhui (GV 14) e Ouchi (LI11).
* PUNTI IMMUNOEQUILIBRANTI: V12, 13, 18; P 1, E 14, F3, DM 17; R 7
* PUNTI IMMUNOSTIMOLANTI: V17-43, VB20, E36, VC22, RT 2, VG14.
* PUNTI IMMUNODEPRESSORI: F8, TR5, VB41, GI15, E15.
"L’uomo è nato bugiardo: la verità è semplice ed ingenua ed egli la vuole specioso orpello. Essa non è sua, viene già fatta dal cielo,
per così dire, e in tutta la sua perfezione..."
Jean de La Bruyere, "I Caratteri", 1981
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FEDERAZIONE ITALIANA DELLE SCUOLE DI AGOPUNTURA DEL CENTRO
ASSOCIAZIONE MEDICA PER LO STUDIO DELL’AGOPUNTURA
“Vivere per gli altri non è solo la scienza del dovere, è anche la scelta della
felicità”
1. Comte
Autori: Carlo Di Stanislao, Dante De Berardinis, Rosa Brotzu & Tiziana Trapasso
Con le recenti ricerche condotte in Italia nel campo dell’agopuntura e della MTC
crediamo di aver dimostrato che la MTC e la biomedicina possono cooperare in
senso diagnostico e terapeutico, ma anche culturale, poiché, come recentemente
sottolineato (Xiaoming et al., 1998; Di Stanislao, 2000a), il mondo scientifico
permetterà di comprendere i meccanismi di base descritti dalla MTC e questa di
restituire spessore umanistico ad una medicina tecnocratica e forse troppo
distante dai reali e primari bisogni dell'uomo (Hergert, 1999). Lo spirito
cooperativo della medicina olistica, contribuirà al superamento d'antiquati modelli
nel rapporto medico-paziente (paternalismo, deresponsabilizzazione, tecnicismo),
recuperando quell'empatia fra soggetti e coscienze che sempre dovrebbe
caratterizzare l'incontro fra medico e malato (AAVV, 1999). Si parla (o riparla)
sempre più spesso, anche in campo biomedico, di aspetti costituzionalisti e i
progressi della biologia molecolare e della genetica sostanziano le antiche teorie
tradizionali, dimostrando nei fatti che, non solo "ciascuno ammala a suo modo"
(Ercoli, 1997), ma il modo di ammalare del singolo varia nel tempo, come
variabili, in senso cronologico, sono le potenziali risposte alle diverse terapie.
Pertanto, alla luce del neodarwinismo medico (Continenza, 1998), si può
affermare che la noxa patogena non è che l'espressione finale di un continuum
dinamico fra uomo ed ambiente, come sancito storicamente dalla MTC ed altri
modelli olistici antichi o più moderni. L'attuale mondo scientifico comincia ad
intravedere differenze biomediche fra uomini e donne, proponendo così la nascita
di una "medicina di genere", ma presto dovrà accorgersi che l'obbiettivo finale è
quello di instaurare, servendosi anche delle MNC e delle Medicine Tradizionali, una
"medicina degli individui" (Di Stanislao, 2000b). Tutto questo se ha indubbie
ricadute generali, è particolarmente evidente in condizioni gravi o estreme come
quelle che contrassegnano la malattia oncologica. Ciò detto, appare quanto mai
necessaria, e pertanto auspicabile in un futuro prossimo, l’interazione e la
collaborazione scientifica delle due medicine – Occidentale e Tradizionale Cinese-
nel comune interesse della terapia antitumorale. Già in un recentissimo passato
1[*]
Intervento alla Tavola Rotonda su “Aspetti psicologici nel rapporto
medico-paziente in campo oncologico”, promosso dall’Ambulatorio di
Psicologia Clinica (Direttore dott.sa Clementina Petrocco), L’Aquila 20
novembre 2001.
tali tentativi sono stati realizzati e diversi studi scientifici sono stati condotti e
pubblicati sul trattamento antiblastico tramite terapie integrate. I risultati
conseguiti ad oggi si sono rivelati positivi su diversi fronti., la maggior parte di
questi sono riferiti al trattamento dell’emesi chemioindotta mediante l’utilizzo di
farmaci antiemetici di recente generazione ed agopuntura. L’efficacia di tale
associazione terapeutica, valutata su dati sperimentali statisticamente
significativi, conforta l’ipotesi che la terapia antiemetica combinata è senza dubbio
migliore dei singoli trattamenti resi in modo univoco (Morandotti et al., 1997;
Blinov et al., 1997). Il tipo di impostazione medica, l’interrogatorio semplice e
comprensibile, l’indubbio rapporto cooperativo dettato dalla raccolta dei dati,
consente un “feeling” che indubbiamente giova sotto il profilo psicologico e rende
più efficace l’intervento palliativo. Venendo più propriamente al tema in
discussione dovremmo in primo luogo definire ciò che si intende per psiche in MTC
(Brotzu et al., in press). Definire “lo psichismo” in MTC può apparire
un’operazione poco lecita perché isolare un aspetto dell’individuo, quello psichico,
in una medicina che indaga in modo privilegiato le interrelazioni tra mente, corpo
e spirito sembra essere un controsenso. D’altra parte trattandosi di una medicina
psico-somatica, nel senso più completo del termine, lo psichismo è presente
ovunque, costituendo l’altra faccia dei fenomeni fisici, ed entrambi dovendo
essere considerati aspetti parziali di una stessa realtà.
La genesi del disagio psichico in MTC può essere conseguente sia alla difficoltà
che l’individuo incontra nel percorrere la sua “strada” (il Tao), ma può anche
derivare dal cattivo funzionamento di un organo o apparato in seguito ad
un’intossicazione, per esempio, da alcool, droghe, fumo, cattiva alimentazione,
o dovuto alla penetrazione di energie patogene esterne (vento, freddo, umidità,
calore, secchezza), surmenage, od anche a traumi fisici. Nel primo caso, che è
anche quello di più frequente riscontro, il fulcro della comprensione del disagio
psichico verte sul concetto di costituzione e temperamento. Il concetto di
costituzione individuale, dicevamo, ha origine sin dal momento del
concepimento, nel passaggio che in MTC è conosciuto come passaggio dal Cielo
Anteriore al Cielo Posteriore, cioè dal Caos alla Vita. Nel momento in cui si
uniscono l’ovulo, lo yin, la Terra, e lo spermatozoo, lo yang, il Cielo, si crea un
nuovo essere; così l’unione di due energie, maschile e femminile, rappresenta
l’unione spirituale che consente l’incarnarsi di un’anima, lo sviluppo di una nuova
individualità, grazie a quelle che sono definite le “tre sostanze meravigliose” o “
tre tesori”: lo Shen (spirito), il Jing (essenza), ed il Qi (soffio vitale, energia).
Secondo la MTC sono queste le istanze che si attivano ed intervengono nello
sviluppo fetale dando luogo alla costituzione psicofisica, unica e irripetibile di
ogni individuo; istanze che rappresentano le potenzialità di un nuovo organismo.
L’individuo risulta dalla costante cooperazione dello Shen, Jing e Qi che danno
luogo alle caratteristiche autentiche psicofisiche e spirituali di ognuno, formando
una sorta di stampo, di griglia, dentro il quale sono destinate ad operare le varie
esperienze della vita. E’ dunque importante per il medico lo studio della
fisionomica, come anche della costituzione psichica autentica (accostabile al vero
“Se” della psicologia analitica), per cercare di comprendere l’individuo in esame,
gli elementi costitutivi di base, le sue debolezze, come i suoi punti di forza. La
tipologia (ovvero il temperamento) può essere definita come la modalità di
essere in risposta agli stimoli esterni. E’ variabile a seconda delle sollecitazioni,
degli input e si sviluppa dopo la nascita. La tipologia, si identifica con il
temperamento, ha un’origine più recente rispetto alla costituzione, ed è più
facilmente mutevole. Per es. un individuo che di natura non è collerico può
diventarlo nel momento in cui vive in un ambiente che suscita costantemente
questo sentimento, espresso o meno che sia. Il persistere del sentimento
collerico può sviluppare sintomi diversi in base alla costituzione profonda
dell’individuo, per es. cefalea o attacchi di panico; ipertensione o sindrome da
conversione isterica.
La costituzione ed il temperamento interagiscono continuamente influenzandosi
e modificandosi reciprocamente.
Gli elementi che contribuiscono alla caratterizzazione di un determinato
temperamento sono dominati dalla Wei Qi e Ying Qi e sono (Brotzu et al., 1999;
Brotzu et al., in press, Corradin et al., 1995; Corradin et al., 2001):
- Meridiani Principali: (i sei Yin e i sei Yang).
- Meridiani Secondari: Meridiani Luo Longitudinali.
- Cinque Movimenti:(Cinque Emozioni).
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SOCIETA' ITALIANA DI AGOPUNTURA
Presidente: C. Di Stanislao
U.O. DI ONCOLOGIA MEDICA
OSPEDALE S. SALVATORE
AUSL04 L’AQUILA
Primario: P. Marchetti
AMBULATORIO DI AGOPUNTURA E MOXA REVULSIVANTE
DIVISIONE DERMATOLOGICA E CENTRO ALLERGOLOGICO
AUSL04 L'AQUILA
Primario: G. Bologna
• PC 6 • Neiguan • Sedativo
• GB 39 • Xuanzhong • Antidolorifico
• H8 • Shaofu • Astenia
• Sp 3 • Taibai • Secchezza
• BL 42 • Pohu • Depressione
Bibliografia
“Il dottore può imparare di più sulla malattia dal modo in cui il
paziente racconta la storia dei suoi malanni che dalla storia
stessa”.
J.B.HERRICK
Secondo due recenti review su Cancer le terapie palliative nei pazienti con
tumore, riguardano soprattutto la fatigue, il dolore e la dispnea (Santiago et al.,
2001; Schimdt, 2001). Si definisce fatigue (o meglio related-cancer fatigue
syndrome, RCFS), una condizione di profonda astenia, di debolezza o
d’esaurimento delle energie, che colpisce i pazienti neoplastici soprattutto
sottoposti a chemio e radioterapia (Battifoglia, 2001; Jereczek-Fossa et al.,
2001). Tale condizione, presente nell’80% dei pazienti con tumore, si ripercuote
sulla vita emotiva ed è speso vissuta peggio d’altri frequenti disturbi come
nausea, depressione o dolore (Winningham, 2001). Il 60% dei pazienti con
cancro dichiara d’avere difficoltà a camminare e a portare pesi, il 56% a salire le
scale, mentre il 52% non riesce a prendersi cura dei famigliari. Infine nel 51% si
ha una grave difficoltà di concentrazione (Battifoglia, 2001). Come già segnalato
l’astenia fisica si ripercuote sulla condizione psichica individuale (Saltiago-Palma
et al., 2001). Le più recenti ricerche (Battifoglia, 2001) ci sottolineano che il
62% dei pazienti con RCFS prova uno scarso interesse per le attività che deve
svolgere, il 52 si dichiara frustrato ed il 51 dichiara un totale disinteresse per
ogni tipo di attività. Inoltre è dimostrato che la RCFS è la prima causa di assenza
dal lavoro in portatori di tumore e che il 28% dei pazienti neoplastici lasciano del
tutto la loro occupazione a causa di tale singola condizione (Battifoglia, 2001).
Circa le cause si ritiene che la fatigue possa ricondursi a disordini metabolici o
condizione anemiche a volte associate a trombo e leucopenia (Jereczek-Fossa et
al., 2001). Alcune ricerche hanno dimostrato che l’eripoietina migliora la CSRF
anche in maniera molto rapida (Battifoglia, 2001). Tuttavia vi sono molte
condizioni senza panticopenia, anemia o dismetabolie in cui ogni intervento è
reso estremamente sperimentale e difficoltoso (Schimdt, 2001; Winningham,
2001).
In MTC l’astenia riconosce forme da Vuoto e forme da Pienezza.
Secondo la maggior parte degli AA (AAVV, 2000) avremo:
2[1] Voce flebile, dispnea al minimo sforzo, tosse, cute secca, xeraodermia paraneoplastica,
ittiosi paraneplastica degli arti inferiori, profonda depressione.
speso con aghi e moxe. Tale trattamento riduce le mucositi, le
alopecie e migliora la cenestesi, ma non è specifico per le diverse
forme di fatigue. Secondo una visione molto concentrata sul
Meccanismo a 5 (wu xing), si può argomentare che la fatigue, di
qualsiasi origine, si deve ad un deficit dell’Acqua e dello Spirito Zhi
(Shima, 1998). D’altra parte un interessamento dell’Acqua e dello
Spirito Zhi è particolarmente manifesto in caso di neoplasie con
tanatofobia, ipocorticismo, scarso adattamento allo stress,
condizioni davvero frequenti in corso di neoplasie (Shi et al., 1992;
Xioming et al., 1999). Per tonificare l’Acqua occorre agire sulle
risonanze Zu Shao Yin e Zu Tai Yang con i punti 3-4KI e 60-64 BL.
Un’altra tecnica con aghi d’oro e d’argento (o in tonificazione per
l’oro ed in dispersione per l’argento) prevede di trattare 1BL (in
tonificazione) e 10KI e 40BL (in dispersione). In questo modo si
attivano i Meridiani Distinti che, per la loro fisiologia, controllano
Wei e Yuanqi, coinvolti nei processi neoplastici (Shima, 1992;
Birch et al., 1998). In queste condizioni il Qi Gong (Xiamoming,
1990) (Qiang Shen Fa, passo per rafforzare i Reni) e la dietetica
(Bologna et al., 1999) sono indispensabili.
L’uso dei punti beishu in relazione ai sintomi ed agli organi
interessati dalla neoplasia (ad esempio BL13 e 18 per cancro
epatico con metastasi polmonari) può essere utile dal momento
che questi punti disperdono il Calore e rinforzano la Weiqi in
profondità (AAVV, 1995). Tuttavia essi depauperano il Jing già
debole nel paziente oncologico e non possono essere usati per
lungo tempo (Cheng, 1987). Secondo il Dott. Manaka, certamente
il più illustre esponente della Scuola Agopunturistica Giapponese
del secolo scorso (Matsumoto et al., 1988; Birch et al., 1998)
quando ci troviamo di fronte a patologie molto gravi (come nel
caso del cancro) occorre trattare i Meridiani Curiosi (che
rappresentano la “risorsa” più incisiva sotto il profilo energetico) ed
attivare la Yuanqi. In base a queste affermazioni si dovranno
trattare, in ogni caso, i punti TB4 e BL22-393[2] per attivare,
attraverso il Triplice Riscaldatore la Yuanqi e selezionare le coppie
dei Punti Chiave dei Curiosi in rapporto ai sintomi:
- - Interessamento Polmonare, dispnea, tosse: KI6 e LU7
- - Disturbi digestivi, anoressia: SP4 e PC6
- - Dolori scheletrici metastatici: BL62 e SI3
- - Ciclotimia, mialgie metereopatiche, ansia ed angoscia: GB41 e TB5.
In questo modo, secondo alcuni AA, si rischia un impoverimento dell’Energia del
Cielo Anteriore con conseguente riduzione della “speranza di vita” del paziente
oncologico (Bottalo 2001; Corradin et al., 2001).
Va aggiunto che una rapida occhiata su Medline
(http://www.docguide.com/news/content.nsf) ci consente di
verificare che, dalla fine degli anni ottanta, numerose sono le
ricerche sull’impiego di prodotti erboristici cinesi in corso di astenia
di vario tipo, ma scarsi sono quelli relativi l’agopuntura, soprattutto
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PREMESSA
LA DIAGNOSI
Verso la fine del 1998 Raniero, di costituzione obesa, comincia ad
avere dei sintomi che, ben presto, vengono riferiti a diabete di tipo
II, che comincia ad essere trattato con terapia insulinica. A
dicembre 1999 ha un ittero ostruttivo e, in seguito agli
accertamenti strumentali, viene fatta diagnosi di carcinoma della
testa del pancreas.
IL TRATTAMENTO
LA VALUTAZIONE PSICOLOGICO-CLINICA
Il trattamento psicoterapico
RAPPRESENTAZIONE ENERGETICA
Premessa
La diagnosi energetica
Il trattamento energetico
CONCLUSIONI
Bibliografia
NOTE INTRODUTTIVE
La mastopatia fibrocistica (o displasia mammaria, ovvero mastite
cronica cistica) è una frequente condizione patologica aspecifica
della ghiandola mammaria femminile caratterizzata dalla presenza
di una o più cisti con aumentata consistenza, alla palpazione, del
tessuto stromale soprattutto dei quadranti superiori e mastodinia
generalmente premestruale. Si accompagna di norma a dolore e
iperestesia. Può facilmente evolvere verso il carcinoma mammario
(Budzar et al., 1999).Si ritiene che la familiarità e la particolare
sensibilità agli estrogeni predisponga a tale patologia, sovente
associata con policistosi ovarica. Vi sono 4 varianti della mastopatia
fibrocistica, e solo una, la ”iperplasia atipica”, predispone al
carcinoma mammario. Pertanto l’ago aspirato è indispensabile nella
definizione del tipo istologico e, comunque, in caso di soggetti
giovani o con obesità o familiarità per cancro mammario, la
mastopatia è controindicazione assoluta alla assunzione di estro-
progestinici (Marrow et al., 2002). Il fumo di sigaretta la favorisce
e l’aggrava, mente le metilxantine (per esempio la teina) ne
riducono l’espressione (Bologna et al., 1999). L’esame
mammografico e la ecografia sono indispensabili per la diagnosi e
per monitorarne l’andamento. Tuttavia esistono dati contraddittori
circa la reale efficacia preventiva (circa la diagnosi precoce di
cancro) di tali metodiche strumentali (Altamore, 2002).La terapia
prevede l’impiego di enzimi proteolitici ed anticianosidi del mirtillo
per ridurre l’edema ed il dolore e, talvolta, progestinici. Nei casi di
cisti di grande volume e con quadro istologico atipico è necessaria
l’escissione chirurgica (Zanussi, 1999; Marrow et al., 2002). In
Medicina Tradizionale Cinese (MTC) la ghiandola mammaria è sotto
il controllo dei Meridiani Zu Yang Ming e Zu Jue Yin nei due sessi e,
per la donna, della Milza e per l’uomo del Rene (Leung, 1993;
Truong, 1996). Ciò spiega, secondo l’impostazione tradizionale, la
ginocomastia senile del maschio (turba del Rene) e le variazioni
mammarie in funzione della pubertà e dell’allattamento (tutte le
trasformazioni corporee, infatti, riguardano la Milza) (De Berardinis
et al., 1992). Secondo l’esperto cinese Jiao Gourui, la mastopatia
fibrocistica si deve a Stasi di Qi di Fegato ed accumulo di Umidità.
Il protocollo agopunturistico consigliato si basa sui punti ST15,
CV17, ST36, SI11, GB21 e BL23. Tuttavia si afferma che i risultati
sono scarsi e deludenti (Ting-Liang et al., 1987; Chen et al., 1988;
Mc Pherson et al., 1998).Il prof. Jeffrey C. Yuen ricorda che, a
partire dai classici che descrivono le Wen Bing, sappiamo come il
Calore-Umidità bloccando il Triplice Riscaldatore impedisca alla
Yuanqi di diffondere verso gli Organi (Yuen, 1997). Poiché la
Vescica Biliare (dan) è deputata ad eliminare il Calore e l‘Umidità
(Borsarello, 1980) essa favorisce la diffusione di Jing dagli Organi
verso i Midolli (sui) e in particolare dal Jing e Xue del Bao Mai che è
il vaso che collega l’utero ed il polmone e diviene attivo durante
l’allattamento. Quando questo non avviene il Jing e Xue si
trasforma in noduli (anche i fibromi uterini potrebbero avere la
stessa eziopatogenesi). Pertanto i noduli della mastite cronica
cistica sono accumulo patologico di Jing e Xue che non va verso i
Midolli e ristagna per blocco da Calore ed Umidità, Fra i punti del
Meridiano Zu Shao Yang abbiamo concentrato la nostra attenzione
su GB37 (guanming), impiegato oggi in Cina per interrompere la
lattazione (Perrey, 1988; Giullaume et al., 1995; Konopacki,
2002). Lo Jia Yi Jing e lo Yi Xue Ru Men lo relazionano con i Midolli
(Corradin et al., 2001), mentre il Ling Shu al cap. 5 ne da una più
convincente descrizione (Wong, 1987). In epoca antica e prima del
Qi Qing Ba Mai Kao di Li Shi Zhen era considerato il Punto Chiave
di Dai Mai e viene ancora oggi elettivamente impiegato nelle Follie
Agitate (kuang) (AFA, 1997). Tornando al Ling Shu 5 in esso si
afferma che “ La radice di Zu Shao Yang è Qiao Yin [§], poi passa al
punto Qiu Xu[**], indi diffonde a Yang Fu[††], per poi penetrare
risalendo al punto Tian Rong[‡‡]. Infine in Meridiano discende ed
entra nel punto Guan Ming[§§].
Per la straordinaria azione del punto Guan Ming sugli occhi e la
vista si può pensare che questo punto specifichi la funzione della
vescica biliare (viscere curioso) di collegare il Jing e Xue acquisito
con il Jing del Fegato conservato nel “Mare del Midollo”..
Nei testi moderni (Giullaume et al., 1995; Konopacki, 2002) si precisano per
questo punto le seguenti indicazioni:
• Purifica il Calore del Fegato
• Chiarifica la vista
• Rilascia i tendini
• Vivifica i Luo
• Disperde il Vento
• Elimina l’Umidità
• Tratta i dolori ed i gonfiori lungo il decorso del
Meridiano ed in particolare al petto.
Si può quindi concludere che il punto agisce:
• Sul Calore e l’Umidità
• Sulla Stasi di Qi di Fegato
• Sul dolore (tong) e gonfiore (zhang) al petto.
Si ricordi inoltre che il Ling Shu cap. 10 (Wong, 1987), ricorda che la Vescicola
Biliare ( o meglio il Fuoco Bliare) è un serbatoio di Jing in relazione con i Grassi
Vitali (gao) e con i Midolli (sui). Probabilmente molti punti di Zu Shao Yang sono
in relazione con il Jing dei diversi Organi, ma certamente il 37GB sembra attivo
sul Jing bloccato a causa del Calore e dell’Umidità (estrogeni, fumo, obesità,
ecc.) con formazione di cisti e di nodi a livello del seno.
Casistica
In due anni di attività (1999-2001), abbiamo trattato con il punto guanming[***],
dodici donne non mastopatia fibrocistica . Tutte le pazienti erano portatrici di
forme bilaterali e diffuse, in fase algica acuta, con mastodinia acuita nel periodo
immediatamente precedente la mestruazione. Tutte avevano eseguito
mammografia, ecografia . L’età oscillava fra i 25 ed i 37 anni (media 30,5 anni)
e otto donne (66%) aveva già eseguito terapie con progestinici e/o
antiinfiammatori (Fig. 1), abbandonate o per scarsa efficacia o per l’insorgenza
di effetti collaterali (dispepsia, gastropatia, androgenismo, disfunzioni mestruali,
ecc.). In tutti i casi si sono effettuate 6 sedute settimanali di 30 minuti, con
puntura semplice e bilaterale del punto GB37. Oltre all’andamento clinico del
dolore (valutato con scala analogica a 10 punti) e della mastodinia premestruale
(valutata con scala soggettiva a 4 punti) (Fig.2), si sono effettuate, prima e
dopo le sedute, misurazioni ecografiche del volume delle cisti. Tutte le donne,
infine, si sono sottoposte ad una intervista telefonica mensile e ad una ecografia
dopo sei mesi nel periodo di follow-up (pari a 24 settimane). Si sono considerati
buoni i risultati caratterizzati da assenza del dolore, mastodinia lieve
premestruale e non incremento volumetrico cistico superiore al cm. Gi altri
risultati sono stati definiti non significativi (Fig. 3). Le ecografie di controllo a sei
mesi non hanno mai mostrato progressione della malattia. L’edema si è ridotto
in tutti i casi e in 7 casi su 12 (58,3%) si è avuta una riduzione di almeno 2/3
del diametro dei noduli maggiori.
Conclusioni
A differenza di quanto segnalato in altri studi l’impiego dell’agopuntura sul punto
guanming migliora il quadro clinico ed ecografico della maggior parte delle
donne con mastite cronica cistica. La riduzione del dolore e della mastodinia si
registrano sin dalla prima seduta di agopuntura.
I risultati restano validi per almeno sei mesi anche sotto il profilo ecografico nell’80% dei soggetti trattati.
Come abbiamo già avuto modo di segnalare la selezione di un punto specifico si dimostra, a volte, più attiva
di combinazioni di molti punti (De Berardinis et al., 2001).
Bibliografia
[*]
Direttore della Scuola Italo-Cinese di Agopuntura di Roma, membro del
Comitato Scuole della FISA. Revisore dei Conti della SIA.
[†]
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia. Dirigente Medico di 1° Livello della
AUSL 06 di Teramo.
[‡]
Responsabile del Servizio di Agopuntura e Moxa del Dipartimento di Medicina
della AUSL04 L’Aquila
[§]
GB 44
[**]
GB 40
[††]
GB 38
[‡‡]
SI 17.
[§§]
GB 37.
[***]
Puntura semplice e senza manipolazione, perpendicolare all’asse della
gamba, con aghi huatwo a perdere, da 0,30 X 30 mm di fabbricazione cinese.
REGIONE CAMPANIA
ULS 01
OSPEDALE S. PAOLO DI NAPOLI
DIPARTIMENTO DI AGOPUNTURA E FITOTERAPIA
RESPONSABILE: DR. O. IOMMELLI
Riassunto: Nel corso degli ultimi anni numerosi studi concernenti le relazioni tra
processi neuro-endocrini, psiche (comportamento) e fenomeni immunitari hanno
evidenziato la presenza di flussi multidirezionali di informazioni tra i sistemi neuro-psichico,
endocrino e immunitario. Tali flussi a loro volta sarebbero responsabili di complesse e
vicendevoli attività regolative sui suddetti sistemi. Si sottolineano, dunque, gli aspetti
introduttivi della PNEI osservandoli soprattutto secondo un’ottica olistica e con un
approccio sia scientifico e meccanicistico che tradizionale e non convenzionale.
Summary: In the last years a large amount of studies about the relation among neuro-
endocrinal process, psyche (behavoiur) and immune phenomena have pointed-out about
the presence of multidirectional flows of informatiormations among neuro-psychic,
endocrinic and immune system. Such flows, in their turn, would be responsible for complex
and mutual regulative activities about the above-mentioned systems. So we emphasize
the introductive aspects of PNEI observing them under a holistic viewpoint and with both
scientific/mechanistic and traditional/non-conventional approach.
9[*] Si ringrazia il dott. Carlo Di Stanislao per la compilazione delle note al testo.
biomedico apertamente più olistico; e alle soglie del nuovo millennio appare
pronta a superare la storica contrapposizione tra medicina moderna e antica,
scientifica e tradizionale, ortodossa ed eterodossa attraverso la scienza della
psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI)10[†].
La scoperta della neuroimmunomodulazione, ovvero dei meccanismi attraverso
cui il cervello e il sistema neuroendocrino modulano il sistema immunitario e
reciprocamente il sistema immunitario influenza il cervello, ha creato nuovi
ponti tra discipline diverse, quali la immunologia, endocrinologia, infettivologia,
psicologia clinica, psichiatria, neurologia.
Il pensiero medico occidentale da un approccio empirico e sperimentale basato
sulla riproducibilità dei fenomeni sta dunque via, via interiorizzando anche un
modello analogico, binario e relativistico caratteristico delle medicine olistiche
come la medicina tradizionale cinese (MTC)11[‡].
Il modello analogico parte dal principio che siccome ci trasformiamo alla stessa
maniera del mondo (macrocosmo), allora guardando il mondo si dovrebbe
capire come è fatto l'uomo (microcosmo) e viceversa12[§].
Appare opportuno a questo punto sottolineare che i modelli vanno intesi come
criteri di approccio che servono a semplificare la realtà ai fini della
comprensione mentale dei fenomeni13[**]. Peraltro, sono i modelli che
devono adattarsi alla realtà e non la realtà ad essi, e ciò giustifica la esigenza
di ricorrere a più modelli14[††].
La costruzione concettuale del modello della MTC è uno straordinario “codice”
che con immagini semplici ci permette di operare le mosse giuste in una realtà
straordinariamente complessa15[‡‡]. È una sovrastruttura, un’interfaccia
simbolica come il Sistema Operativo di un computer che ci permette di
dialogare con la macchina muovendoci in uno spazio proiettato su un monitor e
aprendo applicazioni anche se non sappiamo affatto ciò che stiamo realmente
provocando all'interno del nostro PC e quindi ottenendo dei risultati reali
nonostante abbiamo operato in modo virtuale e simbolico con un’interfaccia
fatta di icone e finestre16[§§].
Il pensiero scientifico occidentale, in effetti, ha cominciato a riconoscere la
validità del modello analogico con lo studio e l’applicazione dei frattali (curve
matematiche che costituiscono il sistema che meglio rappresenta l’andamento
dei fenomeni biologici), ma anche grazie alle strette relazioni che intercorrono
fra i principali sistemi di regolazione omeostatica (neuropsichico, endocrino,
immunologico).
Non si vuole certamente sminuire l’importante ruolo dell’approccio medico
cosiddetto “meccanicistico”, cioè il riferimento a quel modello che presuppone
10[†]In questo senso è nata e si va sviluppando la cosiddetta Medicina Funzionale, che cerca di
spiegare le comunicazioni intercellulari ed interorganiche attraverso modulazioni psico-neuro-
immuno-endocrine e, ancora, bioelettroniche e biocibernetiche. Si legga: Lazzarini C., Proietti
L.: Manifesto Medicina Funziona, MF Medicina Funzionale, 2000, 3: 2-5.
11[‡] Vedi: Capra F.: Il Tao della Fisica, Ed. Adelphi, Milano, 1984.
12[§] Di Stanislao C.: I Principi dell'agopuntura Tradizonale, Convegno Ordine dei Medici di
Padova, 28 ottobre 2000, Atti a cura O.M.C.O. di Padova, 2000, E-mail: [email protected]
13[**]
Sciacca F.: Elementi di Storia della Filosofia, Ed. Idelson, Napoli, Vol I, 1972.
14[††]
Popper K.: Scienza e filosofia, Ed. Einaudi, Torino, 1969.
15[‡‡]
Zukav G.: La danza dei maestri Wuli, Ed. Corbaccio, Milano, 1994.
16[§§]
Popper K., Eccels J.: L'io e il suo cervello, Armando Ed., Roma, 1994.
che vi sia una mente separata da qualche parte e un corpo-macchina costituito
da una somma di organi che possono essere presi, studiati singolarmente,
sezionati o sostituiti e poi rimontati e rimessi in funzione.
L’approccio meccanicistico sicuramente costituisce un modello valido che
fornisce ottimi risultati soprattutto in ambito chirurgico, ma rimane un modello,
una chiave di lettura ma non un passe-partout valido per rappresentare tutti i
contesti nosologici.
Infatti, il modello meccanicistico non può spiegare fenomeni come l’”effetto
placebo”. Ad es. se invece di dare dell’olio lubrificante al motore di un’auto
diamo dell’acqua distillata si otterrà certamente il grippaggio del motore. Ma
l’organismo umano non funziona così; ad es. se in una patologia dolorosa,
facciamo finta di dare morfina, però in realtà diamo acqua zuccherata, nel 54%
si avrà un risultato pari a quello della morfina. Ciò indica come le persone non
si comportano come le macchine e che quindi il modello meccanicistico ha
indubbiamente dei limiti.
Il modello analogico e olistico invece può spiegare questo tipo di risposte, sia
razionalizzandole su un piano scientifico (come con la PNEI) sia dialettizzandole
su un piano simbolico e tradizionale (Medicine Non Convenzionali come la
MTC).
Ritornando al concetto del placebo va osservato che, sebbene sia riconosciuto
che il Sistema Immunitario apprende e ha una memoria, fino a qualche tempo
fa non era ritenuto possibile che tale sistema potesse apprendere in modo
condizionato, vale a dire “associando” uno stimolo ad un altro; tuttavia è stato
dimostrato che se nell’animale si associa più volte di seguito la
somministrazione di un agente immunosoppressore quale la ciclofosfamide con
un agente inerte come la saccarina, successivamente la sola somministrazione
di saccarina è in grado di produrre una “immunosoppressione condizionata”
con la produzione di anticorpi verso antigeni iniettati. Questo fenomeno
potrebbe rappresentare un tentativo di interpretazione meccanicistica
dell’effetto placebo, ma si tratta di un aspetto molto parziale del problema che
prescinde dalla componente psiconeuroendocrina17[***].
Lo sforzo principale per far sì che il modello analogico venga accettato in
ambito scientifico consiste nel trovare sempre i riscontri oggettivi delle
presunte relazioni analogiche (micro- macrocosmiche, micro- macroambientali,
etc.); operazione questa non facile. Tuttavia l’applicazione del ragionamento
analogico può essere utile per comprendere ad es. la relazione, sotto tale
aspetto, fra sistema nervoso e sistema immunitario18[†††]. Possiamo dunque
ragionare nel seguente modo: come il sistema nervoso riceve stimoli sensoriali
e risponde con comportamenti adatti all’ambiente, così il sistema immunitario
riceve dall’ambiente sia esterno che interno, determinati stimoli significativi
(stimoli antigene), ed emette risposte specifiche, strettamente in rapporto con
le caratteristiche degli stimoli ricevuti19[‡‡‡]. Una grossa differenza è
certamente il livello operativo di funzionamento dei due sistemi: il cervello,
infatti, opera principalmente nella regolazione delle interazioni
17[***]
Hamer G.: Les foundamentes di'une nouvelle médicine, Ed. ASAC La Revoire, 1990.
18[†††]
Di Stanislao C. & Bologna G.: Stress e Immunità, TMA, 1990, 10: 45-47.
19[‡‡‡]
Lotti T., Bianchi B., Teofoli P.: Dermatological psyconeuroendocrine immunologuy, Neederland
Tidshrift Voor Dermatologie & Venereologie, 1998, 8: 350-353.
“macroambientali” dell’organismo nel suo complesso, mentre il sistema
immunitario opera a livello di interazioni “microambientali”. A questo punto
risulta molto ragionevole che i due sistemi siano tra di loro in stretto contatto,
si scambino informazioni e in qualche modo coordinino le reciproche azioni.
La fisiologia da parte sua ha provato che le cellule immunitarie possono
ricevere e comprendere i messaggi provenienti dal sistema nervoso autonomo
e per suo tramite dal cervello, attraverso fibre peptidergiche e adrenergiche del
midollo spinale, che innervano il timo, il midollo osseo, i linfonodi ed il MALT
(tessuto linfatico associato alle mucose)20[§§§]. Peraltro, è accertata
l’innervazione di tessuti linfoidi, dove la noradrenalina (di produzione
midollosurrenale o dalle terminazioni del sistema nervoso vegetativo)
modulerebbe la produzione anticorpale. Nondimeno si riconosce il ruolo
fondamentale dell’ipotalamo nella modulazione della funzionalità immune.
L’anatomia ha, inoltre, rilevato in microscopia elettronica punti di contatto tra
fibre nervose e cellule linfatiche dette sinapsi o giunzioni neuroimmunitarie
(giunzioni strettissime larghe 6 nanometri, contro circa 20 nanometri delle
normali sinapsi nervose).
Ricerche biochimiche hanno evidenziato la capacità di vari tipi di cellule
nervose a sintetizzare immunomodulatori e immunopeptidi all’interno del
cervello e del SNC. Tali cellule sono rappresentate da neuroni, astrociti,
microglia, cellule endoteliali del sistema cerebrovascolare, macrofagi intrinseci
e di derivazione ematica, linfociti T attivati. È inoltre stato dimostrato che
peptidi immunomodulanti possono attraversare, mediante un sistema di
trasporto attivo bidirezionale, la barriera ematoencefalica e passare dal
compartimento generale a quello di alcuni distretti cerebrali e viceversa. Tra i
principali mediatori peptidergici sono inclusi CRF, ACTH, TRH, beta-endorfine e
met-enkefalina e peptidi endorfino-simili, neuropeptide Y, VIP, vasopressina,
sostanza P, somatostatina, bombesina, colecistochinina, timosine, peptide
connesso al gene della calcitonina, somatostatina, peptide istidino-
isoleucina.Per rimanere nell’ambito delle relazioni neuroimmunologiche, va
rilevato che cellule del sistema immunitario producono sostanze dotate di
azione modulatoria su cellule nervose ed endocrine; infatti è stato dimostrato
che i linfociti producono e rilasciano ACTH, CRF, GH, TRH, prolattina,
gonadotropina corionica, endorfine, enkefaline, sostanza P, somatostatina e
VIP.
Quindi sistema immunitario e sistema nervoso producono alcune sostanze
identiche e dunque, ritornando ad un ragionamento analogico possiamo
intravedere una capacità sensoriale non solo nell’ambito del sistema nervoso,
ma anche del sistema immunitario che risulta capace a livello dell’ambiente
interno macromolecolare di percepire una potenziale minaccia (ad es. l’agente
causa di un processo infettivo) e quindi avvertire il sistema nervoso; entrambi i
sistemi poi, a vario livello, si attiveranno, talora anche in modo sinergico,
producendo una risposta di stress che dovrebbe possedere per l’organismo un
ruolo adattivo21[****]. È importante sottolineare che molte cellule
20[§§§] Giuliani M., Di Stanislao C., Lo Martire N. et al.: Un case de chelites plasmacelluaires
chez un adolescente avec syndrome de Down-Melkersson-Rosenthal, Nouv. Dermatol., 1999,
18: 17-21.
21[****] Mac Hadley E.: The Melanotropic Peptides, Ed. CRC Press, New York, 1998.
immunitarie possiedono recettori specifici per neuropeptidi; inoltre la maggior
parte dei suddetti peptidi sono elettivamente sensibili all’azione di stimoli
stressanti, sia di tipo fisico che puramente emozionale.
In vero le reazioni relative al ruolo adattivo (“stadio dell’adattamento” allo
stress) quali l’aumentata produzione di ACTH, ipertrofia corticosurrenale e
aumentata produzione di ormoni corticoidi, rappresentano la capacità
individuale di difesa nei confronti dei fattori stressogeni. Si tratta di un periodo
durante il quale l’organismo si adatta a sopportare l’azione svolta dall’agente
nocivo (stressor) superato il quale compare lo “stadio dell’esaurimento” in cui
l’organismo soccombe agli stressors. Infatti, lo stress cronico si concretizza in
una persistente stimolazione della ghiandola surrenale con la produzione
continua di cortisolo (il nostro cortisone endogeno); questo provoca un
aumento della glicemia, riduce le proteine tessutali, dà ritenzione di sodio ed
acqua, inibisce la reazione infiammatoria, riduce la massa muscolare ed ossea,
riduce l'attività immunitaria con il calo di linfociti e di eosinofili, può provocare
la formazione di ulcere gastroduodenali, aumenta i liquidi circolanti causando
un sovraccarico per le funzioni miocardiche. È stato anche dimostrato che sotto
tale stimolo cortisolico i monociti e macrofagi circolanti si riducono del 90% ed
i linfociti circolanti si riducono del 70%.
Studi recenti hanno identificato nei neuropeptidi e nelle linfochine le molecole
in grado di costituire il ponte di collegamento tra sistema nervoso centrale e
sistema immunitario. I neuropeptidi sono molecole in grado di espletare un
ampio ventaglio di funzioni; sono neuromodulatori ossia sostanze capaci di
influenzare a vari livelli il processo di neurotrasmissione. Alcuni di essi sono
sintetizzati in situ a livello neuronale e sono perciò definiti sinaptici; altri,
definiti ormonali, sono prodotti di secrezione di ghiandole endocrine.
I suddetti riscontri sostengono le strette connessioni che intercorrono fra i
sistemi immunitario ed endocrino; a questo punto va anche considerato un
vero e proprio rapporto di dipendenza tra psiche e sistema immunitario; è
noto, infatti, come stati ansiosi e depressivi rendano più vulnerabile il nostro
sistema immunitario. Di fatto è stato provato da vari studi sperimentali che
condizioni di stress emozionale, sia acuto che cronico, aumentano in generale il
rischio di morbilità e di mortalità in animali stressati rispetto a gruppi di
controllo anche in termini di patologia neoplasica. Peraltro, la relazione tra
stress emozionale e patologia tumorale ha alle spalle osservazioni cliniche che
risalgono molto indietro nei secoli. Galeno, ad es., segnalò come i tumori
fossero secondo la sua esperienza più comuni nelle persone con temperamento
“melanconico”. Lo stress emozionale, in effetti, altera sia l'immunità umorale
che quella cellulare: riduce la reattività dei linfociti B, riduce la curva reattività-
tempo, riduce e rallenta la sintesi di anticorpi, riduce la reattività dei linfociti T,
ne rallenta la ricircolazione e la mobilizzazione, altera la produzione di
interferone (la cui funzione generale è quella di proteggere l’organismo dai
virus, d’inibire la crescita delle c. maligne e di regolare la risposta
autoimmune)22[††††].
La PNEI come disciplina può inserirsi nello studio soprattutto di patologie ad
eziologia complessa e multifattoriale. Un esempio può essere la tendenza
22[††††] Wintzen M., Gilchest B.A.: Propiomelanocortin, in derived peptides, and the skin, J. Invst. Dermatol.,
1996, 106:3-10.
genetica al diabete mellito non insulino dipendente, in cui oltre alla necessaria
componente biologica, si possono sommare un disagio psicologico (come ad
es. la depressione) e uno stress sociale (come ad es. la perdita di una persona
cara) contribuendo in tal modo a formare una serie di condizioni sufficienti a
produrre la malattia (detta in questo caso biopsicosociale).
La PNEI, infine, può essere utilizzata per spiegare il funzionamento di tecniche
di autoguarigione come la meditazione e il training autogeno. L’efficacia di tali
tecniche meditative si basano verosimilmente sulla capacità di gestire lo
stress; ciò attiverebbe di meno il sistema nervoso simpatico che è causa di
ipertensione, aritmie, vasocostrizione delle coronarie ed altri eventi che
possono produrre disturbi cardiovascolari. Inoltre, gestendo bene lo stress si
hanno anche livelli più bassi di colesterolo perché la reazione di stress induce
una "mobilizzazione" dei grassi aumentandone così la presenza nel sangue
circolante. Infine, uno studio ha addirittura valutato il diverso impatto delle
emozioni sul cuore documentando che le emozioni negative (senso di
frustrazione, tensione, rabbia repressa) aumentano di due volte il rischio di
una ischemia cardiaca, mentre le emozioni positive (senso di felicità e di
autocontrollo) invece abbasserebbero il rischio.
In conclusione, l’elemento innovativo del pensiero medico corrente è il fatto
che ci si sta rendendo conto che non si può trattare il corpo come un insieme di
parti separate, e la PNEI rappresenta la disciplina che più di tutte ha aperto
una breccia nella visione meccanicistica classica dell’uomo-macchina.
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20. Weiss B.: Oltre le porte del tempo, Ed. Mondadori, Milano, 1998.
Associazione Medica per lo Studio dell'Agopuntura
Scuola Italo-Cinese di Agopuntura, Roma
Poliambulatorio Xinshu di Roma ed Ostia
23[*] Si veda la Prefazione nel volume La Placa M.: Introduzione alla Microbiologia Medica, I
Ed., Ed. Esculapio, Bologna, 1979.
24[†] Si vedano:
- - Stylianou E., Aukrust P, Nordoy I., Muller F, Froland S.S. , Enhancement of lymphocyte
proliferation induced by interleukin-12 and anti-interleukin-10 in HIV-infected patients during highly
active antiretroviral therapy. APMIS 2000 Sep;108(9):601-7
- - Rajs J., Blaxhult A., Sundelin B.: Sudden unexpected death as a consequence of indinavir-induced
nephropathy. A case report, APMIS 2000 Sep;108(9):581-3.
- - AAVV: Antiretroviral Therapy in Adults – Update recommendations of
the International AIDS Society-USA Panel. Consensus Statement. Jama,
Gennaio 2000;283(3):381-390
25[‡] King V.L,. Kidorf M.S,. Stoller K.B., Brooner R.K.: Influence of psychiatric comorbidity on HIV risk
behaviors: changes during drug abuse treatmen, J Addict Dis 2000;19(4):65-83
aspetti complementari più noti, mentre non si analizzano altri modelli
terapeutici (etnomedicina africana, medicina ayuverdica, ecc.27[**]) che sono
in generale meno esplorati. Una ricerca del 1993 condatta dal prof. Eisenberg
dimostra che più del 30% dei pazienti con AIDS negli USA fa ricorso a terapie
alternative e con risultati soggettivi molto apprezzabili28[††]. Ampie review
sono state condotte in questi anni e ciò che differenza da esse il nostro lavoro
è l'impostazione che comprende vari aspetti di terapia non
convenzionale29[‡‡].
Prima di ogni altra cosa un particolare ringraziamento deve essere indirizzato
ai vari colleghi, che con grande e spontaneo senso di collaborazione, ci hanno
aiutato nella difficile sintesi redazionale:
- Membri del Comitato per le MNC dell’Ordine dei Medici de L’Aquila
- Corpo Docenti del Corso di Omeopatia ed Omotossicologia del
Nobile Collegio Omeopatico, sede de L’Aquila.
- Dott.ssa Rosa Brotzu, Direttore Sanitario del Centro Xinshu di Roma ed
Ostia, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Agopuntura
- Dott.ssa Edi Galluzzo, Ph.D ,Specialista in Reumatologia, membro
dell’AMSA.
- Dott. Maurizio Corradin, Direttore Sanitario del Centro Sheng di
Desenzano (BS), Direttore Scientifico del Corso di Fitoterapia dell’AIRAS
di Padova e docente presso la Scuola Italo-Cinese di Agopuntura di
Roma.
- Dott. Ottavio Iommelli, Presidente dell’Associazione Italiana di
Fitoterapia e Fitofarmacologia, Responsabile del Dipartimento di
Agopuntura e Fitoterapia dell’Ospedale S. Paolo, USL 01 di Napoli.
28[††] Vedi: Perini S.: Il miglioramento della qualita' di vita nei pazieti hiv
positivi trattati con agopuntura e moxibustione, Atti Meeting sul dolore in
agopuntura ed oltre, Jesi, 8-9 ottobre 2000, www.agopuntura.org/SIA.
29[‡‡] Si veda: Chi-keong O.: Death an the Maiden: A Portrait of AIDS, J. Altern. Complement. Med., 2000,
6(6): 485-491
studiate "in vitro" 40 piante che hanno dimostrato sia azione
immunostimolante che antivirale. Le piante risultate più efficaci sono state la
radix Trichosantis ed il fructus Aristolochiae. Nel 1991 un’équipe dello stesso
collegio ha dimostrato che alcuni gensonidi del Ginseng rosso sono dotate di
vigorosa azione immunostimolante sui linfociti Helper e che la formula classica
(estratta dal manuale del XVII secolo "Differenziazione fra malattie esogene ed
endogene") definita Dangui Bu Xue Tang e composta da radix Angelicae
chinensis e radix Astragali seu Hedysari è molto efficace come antivirale e
riduce, in vivo, le complicanze infettive secondarie da piogeni o mycobacterium
tubercolosis30[§§]. Questi risultati sono stati confermati dal prof. Wang Xu-ao
nel 1992. Alcuni lavori pubblicati sul Journal of Traditional Chinese Medicine
(1992-1993) hanno dimostrato l'azione riduttiva sul sarcoma di Kaposi di
piante cinesi definite antinfiammatorie come: flos Lonicerae, flos e radix
Isaditis, rhizoma Sparganii, rhizoma Zedoariae, semen Strychni, Tribolus
birittatus. Uno studio multicentrico (pubblicato sul J. of Trad. Chin. Med., 12, 3,
1992) svoltosi in Germania, Australia ed USA e che ha riguardato 200 casi di
pazienti con gradi diversi di infezione HIV (ARC, LATS, AIDS conclamato) ha
dimostrato che l'associazione agopuntura e fitoterapia con piante cinesi
aumenta in modo significativo il numero dei linfociti e migliora
considerevolmente lo stato generale del paziente (2-11).
Un risultato analogo era stato pubblicato da Pizay (Revue l'Acupuncture, OEDA,
Paris, 96, 1988) impiegando la moxibustione su un numero esiguo (dodici) di
pazienti HIV positivi (aumento dei leucociti totali e dei linfociti, incremento del
potere fagocitico, ecc.).
Presso l'Ordine dei Medici di Parma (maggio 1988) un gruppo di ricerca italiano
(Di Stanislao C. e Paoluzzi L.) aveva mostrato (con esame relativo a 15 casi
consecutivi) il valore semeiologico dell'esame del cavo orale secondo i canoni
tradizionali ed ipotizzato un trattamento con ago-moxibustione, piante
occidentali (Thymus vulgaris e serpillus) e Cinesi (Astragalus membranaceus)
in corso di AIDS.
Un altro lavoro italiano (Martucci-Rotolo) sull'uso di agopuntura e delle piante
medicinali è stato presentato a Parigi nel corso della II Conference of World
Federations Acupuncture Society, nel 1990.
Il punto sull'impiego dell'agopuntura-moxibustione nel corso dell'AIDS è stato
fatto sul World Journal of Acupuncture-Moxibustion (3, 3, 1994), prendendo
come esempio gli studi dei proff. Zhou Meisheng, Jia Chunsheng e Li Pengtao
(Heibei College of TMC), considerati i maggiori esperti di questo specifico
settore.
Il riscaldamento con coni o sigari di Artemisia (moxibustione) sui punti CV 4 e
6 e BL 43 è risultato il più efficace metodo per aumentare il numero totale dei
linfociti e quello di quelli OKT4 in particolare.
Nel corso del 1995 un gruppo di esperti di MTC, provenienti dall'Accademia
Cinese di Beijing, si è recato in Tanzania dove ha trattato con agopuntura-
moxibustione, piante medicinali e ginnastica respiratoria (detta Qi Gong) un
gruppo di 158 pazienti affetti da infezione HIV. Dopo un anno di terapia si è
30[§§] Più di recente è molto indicato il ruolo immunomodulante e stimolante l’appetito della
formulazione Bu Zhong Yi Qi Tang, che si è rilevata molto incisiva anche in corso di pazienti
neoplastici terminali.
registrata la morte di solo 13 pazienti e l'indice di efficacia (clinica ed
ematochimica) è stata pari al 40% (nel 56,5% dei pazienti la percentuale di
Karnovsky è salita di 3.66 punti).
Questi dati (molto recenti e ben documentati) sembrano confermare quelli di
Lu Weibo (China Accademy of TCM, Beijing) che, nel 1994, aveva notato (dopo
sei mesi di terapia con piante e moxe) un miglioramento del rapporto T4/T8 ed
un incremento dei linfociti helper nel 31.1% di pazienti trattati.
Gli studi più recenti, comunque, riguardano le piante medicinali (scarse sono le
ricerche in campo agopunturistico stretto, sia in Cina che negli USA o in
Europa). Un'ampia panoramica è offerta dal J. of. Trad. Chinese Medicine, 15,
Marzo, 1995.
Due ricercatori del Centro di Prevenzione AIDS di S. Francisco (T. Sankary ed
R. Siman Zhang), in collaborazione col Dott. Him Wing Heung dell'Università
Cinese di Hong-Kong hanno scoperto che 11 diversi tipi di erbe medicinali (di
quelle che la tradizione inserisce fra i principi che "eliminano il calore tossico")
sono in grado di inibire (blocco della transciptasi) la replicazione dell'HIV.
Alcune di queste erbe sono molto diffuse, poco costose e del tutto prive di
tossicità: Arctium lappa, Lonicera jiaponica, Viola yedoensis, Lithospermum
erytrhorhizon. L'indice terapeutico di tali erbe, cioè il rapporto concentrazione
subtossica/concentrazione inibitrice minima, varia da 33 a 66, mentre quello
dell'AZT è di 16.
Una pianta molto studiata è la Salvia meltiorrhizae da cui si sono estratti
principi capaci di inibire in vitro fino al 90% di virus sinciziale (Li Xiling della
Scuola Medica UCLA e Centro Medico Cedars Sinai). Il prof. Jin Enuyuan
dell'Ospedale dell'Amicizia Cina Giappone ha osservato che 12 principi estraibili
dalla Glycyrrhiza uralensis agiscono in modo protettivo (antiradicalico) sulle
cellule Molt-4-infette da HIV; mentre Guan Chongfen dell'Accademia Cinese di
Medicina Tradizionale ha mostrato l'effetto inibitore (dal 30 all'80% in rapporto
alla concentrazione) del Blupeurum chinensis nella formazione del virus
sinciziale.
Lo stesso ricercatore ed il prof. Yamamoto dell'Università Yamaguchi in
Giappone, hanno dimostrato che la glycyrrhyzina (estratta dalla liquirizia
cinese) è in grado di aumentare il numero di cellule formatrici di placca nei
topi, di favorire l'incremento di IL1 e 2 e di aumentare il numero di T4 e T8.
Quest'azione pare essere potenziata dall'Indigo naturalis.
In definitiva l'AIDS è una malattia ancora molto difficile da trattare, ma
l'integrazione fra medicina accademica e MTC può dare risultati molto
significativi sui tempi di sopravvivenza e sulla qualità della vita.
Due lavori recenti meritano una particolare segnalazione.
Nel primo (28) una polisaccina (NALR-1) estratta dall’Indocalamus si è
dimostrata, in vitro, dotata di attività antireplicativa nei confronti del virus
dell’AIDS (HLT-III). Si è trovato che NARL-1 può inibire la replicazione virale in
modalità dipendente dal dosaggio (IC50 =80mg/ml). L'inibizione è aumentata
con il tempo di permanenza della sostanza nella coltura. Sotto concentrazione
non citotossica, l'inibizione alla replicazione virale da parte del NARL-1 era
73.3%, 87.7% e 95.4% in 1, 3 e 4 settimane, rispettivamente. L'infettività del
supernatante con la presenza del NARL-1 si è ridotta 1000 volte rispetto a
quella del controllo. Ma le cellule MT-4 pretrattate con NARL-1 non resistono
all'infezione virale. Conclusioni: Il NARL-1 ha dimostrato effetti inibitori per la
replicazione di HIV-1 nelle cellule MT-4. Gli effetti antivirali di NARL-1 nelle
cellule mononucleari del sangue periferico ed il suo meccanismo antivirale sono
in fase di ricerca.
La seconda ricerca (29) ha dimostrato che ben diciassete piante cinesi sono
efficaci, a vari livelli, nel bloccare i ribosomi del virus HIV. Su 57 proteine
selezionate la tricosantina (TCS) (SI=193.3) e la tricobitacina (SI=300-900)
del Trichosanthes kirilowii, la alfa-momorcarina (alfa-MMC) della Momordica
charantia (SI=332), le frazioni proteiche V (SI=243) e VI (SI>1200) del
Trichosanthes damiaoshanesis, sono risultate incisivamente inibenti nei
confronti della formazione di sincizia indotta da HIV-1. La Crotina I dal Croton
tiglium, la luffina dalla Luffa cylinarica, la RIP dalla Hodgsonia macrocarpa e
dell’Entada phaseoloides hanno dimostrato una leggera inibizione della
formazione di sincizi (SI<50). Semplici estratti di proteine dalla Tricosanthes
ovigera, dalla Momordica macrophilla e da una pianta senza nome che cresce
nel distretto di Xishuangabanna, provincia dello Yunnan, hanno inibito la
formazione di sincizi, ma le proteine purificate da queste hanno perso queste
attività.
Un’altra ricerca del 2000 ha dimostrato che lo Cordyceps svolge un’incisa
azione antiradicalica e pertanto riduce l’accumulo di metaboliti acidi lesivi in
corso di terapia anteretrovirale (30)31[***].
Vi sono anche evidenze sull’utilità sintomatologia ed immunitaria del Qi Gong,
anche attraverso esercizi semplici e di facile attuazione (31).
In conclusione una vigorosa azione immunomodulante ed antivirale è da
ascrivere a varie droghe vegetali, invece l'agopuntura può ridurre sintomi come
diarrea, anoressia, perdita di peso, albuminuria, linfoadenite ecc. A tal
proposito si segnalano due brillanti ricerche, della Sowen di Milano, realizzate
in collaborazione con ambulatori specialistici accreditati sia universitari che
stranieri ed hanno riguardato sia la neuropatia sensoriale che il prurito di
pazienti con AIDS. Tali lavori hanno dimostrato che anche trattamenti
standardizzati con un numero esiguo di agopunti possono risultare efficaci
anche se paragonati a farmici ritenuti attivi. Inoltre sarà possibile, in un futuro
molto prossimo, definire strategie integrate fra MTC e Medicina Accademica,
che non abbiano un semplice ruolo di sommazione, ma risultino capaci di un
autentico sinergismo.
Bibliofrafia32[†††]
31[***] La pianta comunque più indagata è la Trichosantes kirilowii, che come altre Cucurbitacee svolge
incisiva azione chemiotattica, antivirale e immunomodulante. Il principio più attivo (sulla chemiotassi e la
proteina G di attivazione dei CD4) sembra essere la trichosantina. Si veda: Zhao J., Ben L.H., Wu Y.L.
et al.: Anti-HIV agent trichosantin enhances the capabilities of chemokines to stimulate
chemiotaxis and G protein activation, and this mediated trough interation of trichosantin and
chemochine receptors, J. Exp. Med., 1999: 190: 101-111.
32[†††] Vedi anche citazioni nel testo
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FITOTERAPIA
Un’ampia analisi è stata condotta nel 1997 da un gruppo di medici fitoterapeuti italiani (1) i
quali, raccogliendo i dati scientifici più recenti, hanno stilato il seguente elenco di piante attive o
potenzialmente attive in corso di AIDS:
- - Piante con principi attivi ad azione antiretrovirale
Curcuma longa
Geissospermum vellosii (Pao pereira)
Glycyrrhiza glabra
Hypericum perforatum
Momordica Charantia
Trichosanthes kirilowii
- - Piante con principi attivi ad azione Immunomodulante
Aloe vera
Astragalus membranaceous
Buxus sempervirens
Echinacea
- - Funghii immunostimolanti:
Grifola frondosa (Maitake)
Lentinus edodes (Shitake)
Ganoderma lucidum (Reishi)
Uncaria tomentosa
Viscum album.
- - Adattogeni ad azione immunomodulante
Eleutherococcus senticosus
Panax ginseng
Whitania somnifera
- - Piante Medicinali impiegate nel trattamento di alcune malattie
opportunistiche in corso di AIDS
Allium sativum
Cannabis sativa
Melaleuca alternifolia (Tea Tree oil)
Tabebuia impetiginosa (Pau d’Arco, Lapacho spp.)
Molti rimedi vegetali appartengono alla tradizione estremo-orientale, ma altri sono tipici di
terapie medicali in corso di forme infettive anche dell’area occidentale (2).
Un principio molto efficace, almeno in vitro, è l’estratto d’Echinacea angustifolia. Uno studio
californiano del 1998 (7), ha dimostrato un incremento dell’attività dei Natural Killer contro
cellule HIV-infette. La stessa ricerca ha dimostrato che 1g die di estratto di Echinacea in
pazienti con HIV, incrementa i livelli di Natural Killer circolanti.
Un’altra ricerca statunitense ha riguardato una miscela erboristica composta da curcumina,
melone amaro, estratto di radice di Glycyrrhiza glabra e foglie essiccate di Buxus sempevirens
(il bosso), combinata con AZT, capace di determinare una rapida riduzione della carica virale
(8). Anche la Melissa officinalis e la Satureia montana, in modo sinergico fra loro e di
potenziamento con la Cannella, sono dotati di efficacia contro il virus dell'AIDS33[‡‡‡].
In Germania è stato di recente testato un estratto acquoso di Viscum album (9).
La somministrazione di questo principio (Iscador Qu FrF) in aggiunta alla terapia
antiretrovirale o come monoterapia, determina una stabilizzazione dello stato clinico degli HIV-
positivi. Considerando questi risultati in relazione ai forti effetti collaterali che spesso si
manifestano sotto terapia antiretrovirale come lo sviluppo di resistenza, si ritiene che la
(mono)terapia con Iscador Qu FrF sia benefica nell'HIV.
Il fumo di marijuana ed il tetraiidrocannabilo per os trattano efficacemente la
nausea, il vomito e l’anoressia in corso di AIDS (10-11).Una recente metanalisi
di Bianchi e coll. dimostra che varie sono le piante in cui è documentata una
specifica azione favorevole in corso di AIDS. Le più interessanti sono: Alium
sativum, Alore vera, Buxux sempervirens, Cucurcuma longa, Uncaria
tomentosa. Glycirrhiza glabra e Viscum album (12). Efficace sarebbe anche
l’Hypericum che, tuttavia., interferisce con i farmaci antiretrovirali. Di recente
Lancet ha pubblicato i risultati di uno studio farmacologico del “National Institutes of Health”
sull’interazione fra un noto inibitore delle proteasi impiegato nell’infezione da
HIV e nell’AIDS (Indinavir; Crixivan) e l’iperico (Hypericum perforatum), una pianta medicinale
diffusamente utilizzata anche in Italia contro la depressione e che sembra dotata di attività
antiretrovirale (3). Lo studio è stato realizzato su volontari sani e ha evidenziato una forte
riduzione della concentrazione ematica di Indinavir del 57% (DS 19); riduzione incrementatasi
fino all’81% (DS 16) dopo 8 ore. Il range di riduzione della concentrazione ematica di Indinavir
nei volontari sani è stato del 49-99%. Gli AA dello studio sottolineano che riduzioni di questa
entità possono portare allo sviluppo di ceppi virali farmacoresistenti e a fallimenti terapeutici.
E' opportuno segnalare che i ricercatori hanno utilizzato una formulazione di Iperico acquistata
presso un buyers club di Los Angeles (Hypericum Buyers Club). I partecipanti allo studio hanno
assunto giornalmente 3 compresse di Iperico titolato allo 0.3% di ipericina (uno dei principi
attivi), per complessivi 2.7 mg giorno di ipericina. Da notare che questa è la posologia
normalmente assunta anche in Italia, dove l'iperico viene diffusamente utilizzato come
antidepressivo. La grande maggioranza delle formulazioni di Iperico in commercio in Italia sono
titolate allo 0.3% di ipericina (con eccezioni di un prodotto titolato fino allo 0.6%) e la
posologia più frequentemente indicata contro la depressione corrisponde a quella
somministrata in questo studio di interazione hypericum-indinavir.
Sulla base dei risultati dello studio pubblicato su "The Lancet" la Food and Drug Administration,
il 10 febbraio del 2000, ha prodotto un avviso rivolto ai medici e ai cittadini in cui segnala
quanto appena riferito e, in considerazione del particolare meccanismo coinvolto (il citocromo
p450), sottolinea che l’interazione coinvolge probabilmente non soltanto il Crixivan ma tutti gli
inibitori della proteasi e gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa. Per questa
ragione tutti coloro che utilizzano inibitori della proteasi [Saquinavir (Fortovase); Indinavir
(Crixivan); Ritonavir (Norvir); Nelfinavir (Viracept); Amprenavir (Agenerase); e quelli in
sperimentazione ed inibitori non nucleosidici della trascittasi inversa [Delavirdina (Rescriptor);
Efavirenz (Sustiva); e quelli in sperimentazione non devono assumere in concomitanza dei
prodotti a base di iperico (5-6).
Inoltre, per tutti, è necessario segnalare sempre al proprio medico che si intende (o che si stà
utilizzando) dell'Iperico. In considerazione del coinvolgimento del citocromo 450 la FDA
consiglia di prestare attenzione anche alle potenziali interazioni con farmaci utilizzati nelle
malattie cardiache, depressione, epilessia, alcuni tumori o nella prevenzione del rigetto dei
trapianti e della gravidanza (anticoncezionali). (4). Questo lavoro sottolinea la necessità, anche
impiegando fitoprincipi, di non dimenticare che essi contengono sostanze chimicamente attive
e che, pertanto, producono interazioni con i farmaci, a volte sinergiche e positive, a volto
decisamente negative e da evitare (5-6).
Una più recente forma di fitoterapia medica basa il presupposto delle specifiche azioni dei rimedi
vegetali anche (e soprattutto) sulla presenza di oligoelementi34[§§§]. In corso di AIDS sono da
utilizzare rimedi vegetali con oligelementi antidisreattivi, antiradicalici ed immunomodulanti (13-
33[‡‡‡] Si veda soprattutto: Yamasaki K., Nakano M., Kawahata T. et al.: Anti-HIV-1 activity of
herbs, Biol. Pharm. Bull., 1998, 21: 829-833.
34[§§§] Si parla anche di “Oligoterapia Globale”
14). Seconda questa particolare impostazione i fiori d’Arancio amaro (ricchi in Manganese,
Magnesio, Cobalto, Litio, Fosforo e Potassio) possono sostituire il controindicato Hypericm nelle
distonie e nei disturbi dell’umore per paziente con infezione HIV, mentre il Ginepro (che contiene
Potassio, Iodio, Litio e Fosforo) può essere utile in corso di astenia o per ridurre gli effetti tossici
da terapia combinata antiretrovirale (13).
In tal senso, comunque, mancano ancora osservazioni ben strutturate (14).
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OMEOPATIA
Le ricerche in campo omeopatico hanno principalmente riguardato la cosiddetta
"immunomodulazione a dosi infinitesimali", sistema terapeutico che impiega
principi di regolazione del network immunitario ed acidi nucleici (RNA e
DNA35[****]) diluiti e dinamizzati (1). La immunomodulazione omeopatica è
frutto di ricerche degli anni settanta-ottanta che hanno principalmente
riguardato il campo delle malattie autoimmuni (2) e neoplastiche (3).
Gli studi in corso d’AIDS sono ancora esigui e realizzati fra il finire degli anni
ottanti ed i primi anni novanta (4). Alcuni gruppi di lavoro belgi (5-8) hanno
dimostrato un miglioramento dei quadri sindromici e dell'assetto immunitario
(incremento dei linfociti) in fasi precoci d’AIDS. Una revisione condotta presso
la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Vienna (4) su una serie di
ricerche in doppio cieco, dimostra che il trattamento mediante un prodotto
(36[††††]) che contiene, in diluizione omeopatiche, interferone alfa e gamma,
beta-2-microglobulina, eritropoietina, linfociti CD4, interleuchine 1 e 3,
naltrexone, ubiquitina, polipepdite P, tumor necrosis factor alfa, polipeptide
anti-antiatipia (PPA) RNA e DNA è in grado di:
• ridurre di 2/3 le infezioni opportuniste;
• ridurre gli episodi di diarrea prolungata;
• ridurre le crisi febbrili del 50%
• favorire un incremento del peso corporeo (in media 3 Kg in sei mesi).
Considerando l'attuale suddivisione in IV stadi della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, i
protocolli dei primi anni novanta (partiti da ricerche in vitro e casi-controllo della metà degli
anni ottanta) ci fanno ragionevolmente ritenere che l'immunomodulazione omeopatica è
soprattutto efficace nelle fasi I-II della malattia e funziona solo da supporto in quelle più
avanzate (linfoadenopatia generalizzata, infezioni intercorrenti, linfomatosi, sarcoma di Kaposi,
ecc.) (4). Non vi sono comunque evidenze circa un'azione diretta della miscela
immunomodulante sopraelecanta sul virus dell'AIDS (HTL-III o HIV) (studi dell'Università di
Loviano) (4). Vi sono infine segnalazioni di arresto e regressione di Kaposi HIV correlati con
l'utilizzo dell’immunoterapia omeopatizzata (9-10). Alcune ricerche hanno riguardato l’impiego
di Viscum album all 2° Decimale che sembra incrementare la cenestesi e migliorare i parametri
immunologici (11).
Una interessante ricerca è quella sui nosodi (12). I nosodi possono essere quelli "classici", e
quindi prescritti sulla base di indicazioni desunte dalla storia clinica del paziente, quali una
pregressa infezione gonorroica o sifilitica (Medorrhinum, Luesinum) sulla base di dati
dell'anamnesi familiare (Carcinosinum) o ancora Tubercolinum nel caso di sospette infezioni da
micobatterio. Le motivazioni che portano alla prescrizione appartengono tutte in qualche modo
all'esperienza del trattamento costituzionale. Di potenziale interesse un lavoro in corso di
svolgimento che utilizza Leprominium, il nosode della lebbra, identificato come un possibile
simillimum per la patologia da HIV nel suo complesso37[‡‡‡‡]. I nosodi vengono usati anche
come autovaccinazione: si ricorre quindi a Candida albicans, Ebstein Barr virus, Toxoplasma
gondii, Cytomegalovirus, Pneumocystis carinii, ecc., oltre ai più comuni Streptococci e
Staphylococci. La somministrazione di questi prodotti viene di solito riservata ai casi acuti e
intercalata con rimedi specifici della condizione patologica in atto; essi fungono pertanto come
potenziatori dell'attività del rimedio omeopatico, come isopatici intesi a sbloccare una situazione
di mancata o scarsa reattività, o come prevenzione delle forme ricorrenti (1,12).
BIBLIOGRAFIA
1. 1Masci V.: Omeopatia Tradizionale e Moderna, Ed. Tecniche Nuove, Milano,
1999.
35[****] Salta agli occhi la connessione con l’attuale impostazione dei principali clinici cinesi i
quali affermano che, in corso di AIDS, oltre ad eliminare i tossici e drenare il calore occorre
sostenere il Jing.
36[††††] SVA della Wanda S.r.l..
37[‡‡‡‡] Vi sono in corso anche ricerche sulla Ciclosporina A come simillium dell’AIDS.
2. Van Montfort J.C.: Immunotherapie- Maturweetten in de genneskunde, Ed.
Anhk- Ermes, Deventer, 1990.
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(www.exodux.it/poiesis), dicembre 2000.
ALIMENTAZIONE
Una corretta alimentazione che tenga conto delle caratteristiche individuali è in
grado di migliorare la performace immunitaria (1). Regole generali circa le
forme infettive riguardano l’impiego di diete bilanciate, ipercaloriche, ricche in
leguminose (1). Adamoli e Durante, nel 1997 (2), hanno operato una ampia
review sull’argomento. L'importanza della stato nutrizionale del paziente sia adulto che
pediatrico e' stata sempre riconosciuta fin dagli esordi dell'epidemia. La nutrizione rimane
una delle preoccupazioni per i clinici ed uno dei campi di ricerca in cui ancona molte cose
sono da chiarire.
L'equilibrio dei vari metabolismi risulta comunque essere uno dei nodi cruciali
per la prognosi e per la qualità della vita delle persone che vivono con HIV e
AIDS (1-3).
E' noto infatti che la malnutrizione aggrava la prognosi della malattia, aumenta
la prevalenza delle infezioni secondarie ed i rischi di contagio, in particoIare
materno-fetale.
Se da una parte i progressi delle terapie combinate fanno cambiare la storia naturale della
malattia e delle sue complicanze, I' immunodepressione e le infezioni secondarie vanno
diminuendo e lasciando almeno in parte il campo libero per complicanze e patologie più
croniche; dall'altra non si può escludere che i progressi terapeutici di cui ancora non si
conoscono tutti i risvolti possano amplificare alcune turbe metaboliche particolari in questa
malattia. II risultato clinico globale sarà in funzione delle predisposizioni genetiche individuali
(2).
Da questa generica affermazione proviene I' insistenza particolare
sull'attenzione e la cura che vanno all'argomento di cui trattiamo.
Argomento ampio e complesso di cui qui si vuole mettere in risalto
prevalentemente I' aspetto riguardante i micronutrienti più comunemente
coinvolti nell'infezione da HIV.
I micronutrienti sono sostanze a cui raramente si presta attenzione e che e
anche molto difficile inserire in una terapia complessa o in uno schema
dietetico. Eppure, il loro ruolo è spesso fondamentale ed insostituibile (1).
Sono strati fatti vari studi con I' intenzione di comprendere quale fosse la
relazione tra stato di nutrizione e sviluppo dell'AIDS: per quanta riguarda la
perdita di peso si è visto che solo perdite significative nei 3-9 mesi precedenti
I' evoluzione in AIDS conclamato avevano un valore prognostico negativo. In
uno studio precedente (2) gli stessi autori avevano cercato ai stabilire una
correlazione tra l'apporto alimentare in micronutrienti e ritardo di evoluzione in
AIDS. Alla fine dello studio hanno dimostrato che un apporto scarso o
eccessivo di vitamina A erano sicuramente associati ad una più rapida
evoluzione della malattia. Anche un consumo elevato di vitamina C e di niacina
erano associati ad una migliore prognosi, mentre un eccesso di consumo di
zinco aveva un effetto immunosoppressore con più rapida evoluzione della
malattia. Questi risultati sono d'altronde confermati da altri due studi
controllati condotti su centinaia di pazienti in paesi in via di sviluppo, in cui si e'
vista una diminuzione significativa della mortalità tra i bambini che ricevevano
una supplementazione con Vitamina A, ma a dosaggi non superiori alle 5.000
UI/die. Studi effettuati su una popolazione di 296 persone HIV positive
monitorate per circa 6 anni, hanno rilevato una riduzione statisticamente
significativa del rischio di sviluppare I'AIDS per persone che assumevano
argento, vitamina E e riboflaiina ed una diminuzione vicina alla significatività
statistica per coloro che facevano uso costante di vitamina C, tiamina e
vitamina A. Una elevata assunzione di vitamina A, riboflavina, tiamina e
niacina era inoltre associata nel predetto studio ad un significativo aumento dei
Natural Killer, mentre una elevata ingestione di vitamina A, retinolo, vitamina
E, riboflavina e tiamina era associata ad un ridotto rischio di avere un livello di
CD4 inferiori a 500cellule/mm3 (2).
L'utilizzo di certe vitamine o minerali trova sicuramente un'indicazione nei casi in cui, data la
scadere delle condizioni generali della persona, si assiste ad un reale deficit di queste sostanze.
Più difficile da definire esattamente quale possa essere il ruolo dei singoli micronutrienti, se
assunti da persone asintomatiche per lunghi periodi di tempo e se questa possa tradursi in un
reale beneficio in termini di una minor progressione verso le fasi di malattia conclamata. In tal
senso uno studio prospettico riguardante una popolazione di 296 persone HIV positive
monitorate per sei anni ha rilevato una progressione verso I'AIDS significativamente più bassa
tra coloro che assumevano micronutrienti quali vitamina A, E, C, PP.B1, Argento in diluizione
omeopatica (1D) in soluzione glicuronica. Questi oligoelementi otre ad alcuni metalli quali
zinco, selenio e rame, hanno sicuramente un ruolo nella conservazione della salute
immunitaria della persona (2,4). Le regole nutrizionali dovranno poi basarsi sulle
caratteristiche anche etniche e culturali dell’individuo (1,5). In effetti, mentre la dieta
mediterranea sarà attuabile nel caso di individui italiani o spagnoli, sarà praticamente
improponibili per anglosassoni o africani. Tuttavia una alimentazione con oli vegetali, senza
grassi animali, ricca in cereali e brassicacee, che comprenda almeno tre pasti di pesce la
settimana è sempre da considerare come utile. Naturalmente il caffè ed il fumo sono da
sconsigliare, sia come “accumulatori” di sostanze ossidanti, che per la loro azione
immunosoppressiva (1).
BIBLIOGRAFIA
1. Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et a.: Dietetica Medica Scientifica e
Tradizionale, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1999.
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dei micronutrienti nell' alimentazione delle persone che vivono con HIV e AIDS, XI
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ad azione sul corpo, igiene di vita, Ed. Salus Infirmorum, Padova, 2000.
Ipertermia
L’ipertermia corporea totale, ottenuta mediante scambiatori di calore
extracorporei, con circolazione extracorporea, ovvero mediante radiofrequenze
o raggi infrarossi e facendo raggiungere ai pazienti temperature attorno ai
42°C38[§§§§], si è dimostrata efficace nel migliorare i parametri immunologici
e ridurre la carica virale in pazienti affetti da AIDS (1). Alcuni studi hanno
evidenziato che quello dell’AIDS, al pari di altri virus capsulati, è termosensibile
ed è suscettibile di inattivazione replicativa soprattutto al di spora dei 37°C,
con una relazione lineare logaritmica di morte dai 37 ai 56°C. (2). Nel 1990 è
stato dimostrato che una esposizione di due ore a temperature di 42°C uccide
effettivamente sia i virus liberi (in concentrazioni di 800 ng/dl) che le cellule
infettate. (3) Sempre nel ’90 Wong e coll. (5) hanno potuto dimostrare che le
cellule non infettate sono più termoresistenti di quelle colpite da infezione da
HLTIII (HIV). Lo stesso studio aveva inoltre dimostrato che l’effetto
termolesivo era potenziato, almeno in vitro, dalla presenza di Tumor Necrosis
Factor. Sulla scorta di queste osservazioni un gruppo italiano ha trattato, sei
anni fa, alcuni casi di sarcoma di Kaposi HIV correlato con ipertermia totale e
betacarotene segnalando eccellenti risultati sia immediati che a distanza (5).
Oggi si ritiene, ma i dati sono ancora “sub judice”, che sia utile, come per le
neoplasie avanzate, operare nella direzione definita immunotermoterapia,
38[§§§§] La tecnica va attuata in anestesia generale, non è scevra di rischio e deve essere riservata ai
pazienti con attività cardiocircolatoria e respiratoria nei limiti della norma
ovvero della combinazione fra principi immunostimolanti (interferone ed
interleuchina 2, ad esempio) ed ipertermia (principalmente con infrarossi o
radiofrequenze) (1). I trattamenti in ipertermia in corso di AIDS e sarcoma di
Kaposi HIV-correlato sono effettuati, in Italia, presso Il Dipertimento di
Oncologia ed Ipertermia della Casa di Cura “Città di Pavia” e l’European
Hospital di Roma.
Bibliografia
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corso di AIDS, Anthologia Santoriana, 1996, parte I: 57-70.
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associed with betacarotene supplementation in patrients with AIDS, Biomed. And
Phamacoth., 1995, 5: 263-270.
20.
21.
22.Ozonoterapia
L’infusione di sangue (autoemoterapia) ozonizzato in corso d’infezione da virus HLT-III
(o HIV-1) è stata ampiamente studiata e presentata con toni miracolistici all’inizio degli
anni novanta, quanto il fallimento della monoterapia con AZT faceva credere
Uno studio pilota del 1994 (2) in pazienti che rifiutavano la terapia
farmacologica, mostrò che l’infezione non peggiorava ma l’ozonoterapia non
era da sola in grado di risolvere il problema. Attualmente l’impiego di terapie
multiple con due o più farmaci antireplicativi ed uno o più inibitori delle
proteasi ha cambiato l’andamento della malattia (3). Tuttavia la malattia in sé,
l’impiego di miscele di farmaci e di potenti immunostimolanti (come
l’interleuchina 2) inducono danni da accumulo radicalico in cui l’ossigeno-
ozonoterapia, sia attraverso l‘autoemotrasfusione che la sauna in gabina,
possono risultare (unitamente a zinco, selenio e dieta adeguata) di grande
significato (4). Si può ritenere che l’ozonizzazione del sangue autologo possa
indurre la produzione di proteina antivirale di Jay Levy, poiché produce
incremento di chemiochine (RANTES, MIP-1-alfa, MIP 1-beta) correlate con tale
proteina antireplicativa (5). Sulla scorta di quest’ipotesi si potrebbe, in futuro,
procedere a sperimentare allotrasfusioni ozonizzate, certo ponendo attenzione
alle reazioni trasfusionali o all’ancora più temibile “reazione contro l’ospite”
(GVHD) certamente mortale (1). Pertanto l’idea che l’ozono possa curare
l’infezione da HIV è puerile ed infondata, ma allo stato attuale l‘ossigeno-
ozonoterapia può essere di grande aiuto nel ridurre i disturbi dei pazienti
portatori d’infezione. In futuro, inoltre, conoscendo meglio i meccanismi
d’azione di questa terapia, si potranno anche ottenere risultati più significativi
(1,4).
BIBLIOGRAFIA
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