La Creazione

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 79

Pablo Martín Sanguiao

Panoramica della Storia,


vista duemila anni dopo l’Incarnazione
Prima stesura 1995 - Ultima revisione 2007
2
Dedico a Te,
Vergine Immacolata,
Madre di Dio e Madre mia,
queste pagine che non mi appartengono,
perché la Verità non ha altro Padre che solo Dio
e tutti noi sfamo chiamati a vivere in Essa come figli;
perché la Verità non ha padroni, ma discepoli,
poiché "la Verità ci rende liberi" e ci salva.
Le dedico a Te, Capolavoro di Dio, Specchio perfetto della sua Perfezione,
Stupore degli Angeli, Gioia dei Santi, Felicità dello stesso Dio,
Principio delle sue attività, Padrona ed Erede di tutte le sue Opere,
o Maria, inseparabilmente unita a Gesù, chiave della Storia,
Tu, "nuovo Cielo e nuova Terra",
in cui Dio ha formato "i nuovi Cieli e la nuova Terra".

Condivido in queste pagine la mia gioiosa scoperta di un tesoro di Sapienza,


che, come tale, ci viene da Te, che sei "Sede della Sapienza".
Di mio qui c'è soltanto il mio desiderio di condividere
la testimonianza della mia Fede e della mia Speranza
e la gioia della Luce gratuita e dell'Amore.

Se qualche errore o imperfezione si trova forse nelle mie parole


–e non sarebbe da stupirsi–,
Ti chiedo di farmi Tu da censore,
di purificare il mio pensiero e la mia espressione.
di illuminare chi legge con la Luce della Verità e della Fede.
affinché possa ricavare soltanto ciò che edifica
e che conduce alla fiducia in Dio e al suo Amore;
tutto il resto non sono altro che cavilli e occasioni di "discussioni vane,
che non giovano a nulla, se non alla perdizione" di chi discute (2 Tim. 2,14).

Non pretendo di dare lezioni a nessuno, né di essere maestro in nulla,


ma di offrire a chi legge questa stessa Luce che mi ha illuminato.
che mi ha rallegrato e mi ha preservato la Fede.
È la Fede della Chiesa, Depositarla della Divina Rivelazione,
alla quale interamente mi appello.

L'Autore

25 Marzo 2002,
Festa dell'Incarnazione del Verbo.
3
BIBLIOGRAFIA
-“BIBBIA DI GERUSALEMME” , Appendici - Tavola Cronologica.
-“GNOSIS E RIVOLUZIONE” , di Orio Nardi (Medjugorje, Milano, 1991).
-“EVOLUZIONISMO E TEMPI LUNGHI?” , un articolo del Prof. Don G. Pace,
(mensile “Chiesa viva”. Giugno 1994).
-“LA GENESI, QUESTA INCOMPRESA”, traduzione etimologica del testo ebraico
a partire dal copto, di Femand Crombette.
-Il quaderno della serie scientifica del CESHE (Toumai, Belgio) “LA FORMATION DE
LA TERRE - LE PEUPLEMENT DE LA TERRE”, de Yves Nourissat, ingegnere
del Politecnico di Parigi).
-Una interessante serie di articoli dell’ingegnere Leonardo Magno, pubblicati sulla
rivista “Il Segno”, di Udine, nel 1990-1991, in cui commenta la sopraccitata opera di
Femand Crombette “La Genesi, questa incompresa”.
-“GIOACCHINO DA FIORE, PROFETA DELL’AVVENTO DELLO SPIRITO”,
un articolo di Antonio Terracciano, pubblicato sulla rivista “Il nostro tempo”, del
27.02.1983.
-“VIENE GESÙ !”, del P. Martino Penasa, OFM Conv. (Edizioni “Segno”, Udine,
1994).
-“ARMONIE DELLA CREAZIONE E DELLA STORIA”, di Gavino Sabadin
(Rebellato, Padova, 1958,)
-“...E I SUOI NON LA RICEVETTERO”, di Carlos Vidal Martinez, (Edizioni
“Segno”, Udine, 1995).
-Dal DIARIO della Serva di Dio Luisa Piccarreta, “la piccola Figlia della Divina
Volontà”, citazioni tratte da capitoli dei Volumi XII (29.01.1919 e 15.14.1919), XVI
(22.03.1924), XVIII (12.11.1925) e XIX (06.05.1926, 15.06.1926 e 20.06.1926).
-Dal libro del Movimento Sacerdotale Mariano “AI SACERDOTI FIGLI PREDILETTI
DELLA MADONNA”, di Don Stefano Gobbi (citazione del Messaggio del
15.08.1991).

4
"LE TUE SENTINELLE ALZANO LA VOCE, INSIEME GRIDANO DI GIOIA,
PERCHÉ VEDONO CON I LORO OCCHI IL RITORNO DEL SIGNORE IN SION"
(Isaia, 52,8)
"Venite, Gesù Nostro Signore! L'umanità non ha la forza di togliere l'ostacolo che essa
stessa ha messo, cercando di impedire il Vostro Ritorno. Venite, Gesù Nostro Signore! Ci
sono tanti segni che l'ora del Vostro Ritorno non è lontana..." (Pio XII, Radio-
messaggio di Pasqua del 1957)
Giovanni Paolo II, parlando del 2000 anniversario della Nascita del Redentore,
disse: "Tale data...ci ricorderà e in modo particolare rinnoverà la consapevolezza della
Verità-chiave della fede: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi".
(Enciclica "Redemptor Hominis", del 4-3-1979)
"La Chiesa si sta avvicinando alla conclusione del Secondo Millennio, che deve
ricordare, quasi rendere di nuovo presente l’Avvento del Verbo nella, pienezza del
tempo" (Enciclica "Dominum et Vivificantem", del 18-5-1986, n. 61).
Il Papa ancora in una catechesi del 1987 disse: "La Chiesa è la comunità dei piccoli
che il Padre ha liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel Regno del suo Figlio Diletto.
Essa vive in ardente attesa, della venuta Gloriosa del Signore e Salvatore Gesù".
Giovanni Paolo II davanti al Santuario Nazionale Slovacco il 13 Luglio 1995 diede
questo annuncio, che ha un particolare suono profetico: "Nella Notte del Natale del-
l'Anno 2000 risuoneranno dappertutto i canti di gioia. Saluterete Cristo, nato a
Betlemme, come lo salutarono una volta i pastori e i Saggi dell'Oriente: «Ave, Gesù, Figlio
di Maria». Vi guidi la Vergine Santa a quello storico traguardo!"
Nella parrocchia romana di S. Girolamo Emiliani, il 1° Dicembre 1996, il Papa
1
disse: "La prima e la seconda venuta si sono già realizzate. Noi viviamo adesso
nell'attesa della terza venuta di Cristo, nel corso della quale la Creazione e la
Redenzione troveranno il loro definitivo compimento".
Nel discorso al Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, il 28 Febbraio
1997, il Papa disse: "La sfida consiste in assicurarsi che il mondo sia correttamente
informato sul vero significato dell'Anno 2000, l'anniversario della Nascita di Gesù Cristo.
Il Giubileo non può essere la celebrazione di un evento passato, per quanto straordinario
esso sia. Deve essere la celebrazione di una Presenza viva e un invito a rivolgerci verso la
seconda Venuta del nostro Salvatore, quando Egli stabilirà una volta per tutte il suo
Regno di giustizia, d'amore e di pace. Che Maria, che duemila anni fa offrì al mondo il
Verbo Incarnato, guidi gli uomini e le donne dei mass-media verso Colui che è "la vera
Luce che illumina ogni uomo" (Gv.1,9; cf. "Tertio Millennio adveniente", n. 59).
All'Angelus del 8 Dicembre 1997, festa dell'Immacolata, il Papa disse: "L'umanità
della nostra epoca, che si prepara ad entrare nel terzo millennio, trova nell'Immacolata il
modello dell'attesa e la Madre della speranza... Lei ci insegna a rivolgerci verso
l'avvenire, sapendo che Dio viene verso di noi; noi siamo chiamati a prepararci a
questo incontro nella preghiera e nell'attesa vigilante. Guardando Lei, la Vergine della
Sapienza, impariamo ad essere pronti a comparire davanti a Cristo nell'ora del suo
Ritorno glorioso. Che Maria ci aiuti ad andare all'incontro del Signore con una fede
viva, una speranza gioiosa e una carità attiva".
1
- La prima venuta di Gesù fu la sua Nascita, la seconda fu la sua Risurrezione. La terza, in questo
caso, è alla fine dei tempi, quale Re glorioso.
5
. INDICE .
1 - LA CREAZIONE SECONDO LA RIVELAZIONE DIVINA
2 - PRIMA DI ESSERE UN PROBLEMA DI SCIENZA È UN PROBLEMA DI FEDE
3 - PANORAMICA DEL PENTATEUCO
4 - EVOLUZIONISMO E TEMPI LUNGHI?
Dal caos al cosmo per caso, in tempi lunghi
Datazioni assolute dalla radioattività
Tempi lunghi smentiti dai fatti
Pesci e uccelli
Fissità delle specie
Giovinezza della terra
5 - LO SCHEMA DELLA CREAZIONE
6 - L' OPERA DELLA CREAZIONE DELL' UOMO
7 - L' IMMAGINE E LA SOMIGLIANZA
8 - SETTE "GIORNI" = SETTE MILLENNI
9 - LE TRE ETÀ O TEMPI DELLA STORIA
10 - I TRE PERIODI O CICLI DI DUEMILA ANNI
11 - LA STORIA DELL' UMANITÀ IN CHIAVE SPIRITUALE E TEOLOGICA
12 - CRONOLOGIA DELL' ANTICO TESTAMENTO
I primi duemila anni – Prima età dell'umanità
13 - CRONOLOGIA DELL' ANTICO TESTAMENTO
I secondi duemila anni – Seconda età dell'umanità
14 - PREPARAZIONE ALL' INCARNAZIONE
e preparazione al Regno della Divina Volontà
15 - LA CHIESA RIVIVE NELLA SUA STORIA TUTTE LE TAPPE DELLA VITA DI
GESÙ CRISTO
16 - CRONOLOGIA DEL NUOVO TESTAMENTO
I terzi duemila anni – Terza età dell'umanità
17 - PANORAMICA DELLE PRINCIPALI CONCORDANZE DEI TRE PERIODI
DI DUEMILA ANNI
18 - DOVE ANDIAMO ?
19 - "LA FINE DEI TEMPI"
1°, La Venuta del Signore come Re
2°, La Venuta del Regno di Dio
3°, La domanda: Quando verrà il Regno di Dio?
4°. La risposta: Come sarà il Regno? In che consiste il suo Regno?
5°, Quali sono i tempi di Dio?
6°, La fine dei tempi d'attesa e l'inizio del tempo tanto atteso.
7°, La fine dei tempi sarà un evento o una serie di eventi? Un istante o un periodo?
8°, Qual è il senso della Presenza materna di Maria nel mondo?
20 - LE PARUSIE DEL SIGNORE
EPILOGO
BIBLIOGRAFIA
6
LA SINFONIA DELLA CREAZIONE E DELLA STORIA

1 - LA CREAZIONE SECONDO LA RIVELAZIONE DIVINA


Lo scopo di queste pagine è mostrare che la vita dell’uomo sulla terra, la nostra
storia, è lo sviluppo di un meraviglioso ed eterno Progetto di Dio, la Creazione, che
non è soltanto dare l’esistenza alle cose “visibili ed invisibili”, ma dare all’uomo, la
creatura, la sua propria Vita Divina. Con la conseguenza di comprendere che momento
storico decisivo ci ha toccato vivere.
La Creazione è un mistero infinito, innanzi tutto per la sua causa (che sorge dalle
altissime ed insondabili ragioni dell'Amore Divino del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo) e per la finalità che ha messo Dio in essa (rendere la sua creatura partecipe di
tutto ciò che Egli possiede e di ciò che Egli è). La Creazione viene da Dio e va a Dio,
dipendendo in ogni istante da Dio.
La Creazione non si riduce all’Universo materiale che conosciamo (e a tutto il resto
che non conosciamo). La Creazione non è limitata al tempo che precedette la creazione
dell’uomo, ma è Opera di ogni istante 2, sia sul piano materiale che spirituale,
indirizzata verso la futura “Nuova Creazione”, già anticipata e perfettamente compiuta
in Gesù Cristo e nella sua Santissima Madre. Quello che conta è “essere una nuova
creatura” (Gal. 6,15).
In realtà, la Creazione di tutto quanto esiste ha lo scopo di formare innumerevoli
“vie o canali di comunicazione” tra Dio e l’uomo, la sua creatura; canali attraverso i
quali Dio fa arrivare all'uomo la sua Provvidenza, la sua Notizia, il suo Amore, e
attraverso i quali l'uomo deve a sua volta contraccambiare con la sua gratitudine, la sua
lode e il suo proprio amore.
Da una semplice lettura della Sacra Scrittura risulta che:
1. Tutte le cose sono state fatte da Dio mediante atti successivi di creazione. Per cui
niente in essa ci autorizza a pensare ad un processo di evoluzione generale.
2. Tutte le cose, tutti gli esseri, sono stati creati a motivo della creatura, l’uomo,
costituito da Dio come re e sacerdote della Creazione, destinatario ed erede di tutto
(Gen. 1,26-28).
3. A sua volta, l’uomo è stato creato in vista di Cristo, per Cristo e in Cristo: “Tutto è
vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor. 3,22-23). “Benedetto sia
Dio, Padre di Nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione
spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella Carità” (Ef. 1,3-13). “Tutte le
cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose
e tutte sussistono in Lui...” (Col. 1,15-20).
4. Questo è dunque l’ordine, il posto di ogni cosa, lo scopo per il quale ogni essere è
stato creato.
5. Gli Angeli, creature di Dio, fanno parte, logicamente, della Creazione; ma essendo
stati creati per primi e avendo deciso il proprio destino nella prova di libera adesione

2
- “È Dio che suscita in noi il volere e l’agire, secondo i suoi benevoli disegni” (Filippesi, 2,13 )

7
a Dio –costituendosi perciò in Angeli santi e in angeli ribelli o demoni–, in un certo
senso non fanno parte della storia della Salvezza dell’uomo e qui non li teniamo in
conto, sebbene prendono parte in essa “dal di fuori”. I santi Angeli hanno una
precisa missione: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per
servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?” (Ebrei, 1,14)
6. Detto questo, aggiungiamo che la Creazione non si è spostata in nulla, da come Dio
la volle e la fece: nessuna delle sue leggi sapientissime è stata cambiata o annullata;
nessun essere è venuto all’esistenza diverso da come Dio lo ha voluto; non manca né
una stella, né un atomo, né una goccia di acqua, né un giorno del mondo.
7. Soltanto l’uomo, per inganno del demonio invidioso, si è mutato con il peccato, si è
pervertito, si è degradato ed è uscito dal proprio posto, da come Dio lo aveva creato;
come un osso fuori posto, che fa male a sé stesso e a quelli che gli stanno vicino...
L'uomo non proviene dalle caverne, ma è caduto in esse.
8. L’uomo, avendo rifiutato la Volontà di Dio per fare la propria (in ciò consiste il
peccato), ha coinvolto, ha trascinato con sé, ha sottomesso tutte le cose e le realtà
della Creazione alla caducità, al disordine, alla corruzione (Rom. 8,18-23); e tutto
l’Universo, tutto il Creato è rimasto eclissato e come coperto di lutto a causa del
peccato.
9. Allo stesso modo che nell’uomo, anche nella Creazione è avvenuto uno sconvol-
gimento dell'ordine, dell’armonia e della bellezza, che sono la firma di Dio. Le cose
create visibili, pur essendo materiali, prima del peccato dell’uomo erano “elevate”,
“spiritualizzate”, come Dio le aveva fatto. Esse mostravano all’uomo, ancora
innocente, che erano fatte soltanto di Amore di Dio, con somma magnificenza e
varietà, ed erano come “veli” che coprivano la presenza regale della Divina Volontà.
10. Inoltre possiamo dire che la Creazione esprime e racconta il suo Creatore; perciò
essa è piena della sua Gloria. La Creazione è un inesauribile libro meraviglioso, che
Dio ha scritto per i suoi figli. La Creazione è la prima fonte della Rivelazione, è la
prima testimonianza della Verità e presenta dappertutto la firma del suo Autore ed il
messaggio del suo Amore.
11. La Creazione è allo stesso tempo, in modo misterioso, limitata ed infinita. È
limitata, perché è creata; è infinita, perché è specchio di Dio Creatore.
12. La Creazione è assolutamente distinta dal suo Creatore. Dio trascende infinitamente
le sue creature. Le creature non fanno parte di Dio. Il mondo non è Dio e Dio non è
il mondo. Dio non è “qualcosa”, di cui noi facciamo parte, ma è “Qualcuno”. Dio
non ha riversato nelle sue creature parte del proprio Essere, ma un riflesso delle sue
perfezioni: le creature non hanno qualche cosa di quello che è Dio, ma di come Dio
è. L’uomo è “divino” per origine e per vocazione, non per natura.
13. La Creazione è limitata e, al tempo stesso, paradossalmente, infinita nelle sue
cinque dimensioni: le tre dimensioni dello spazio (lunghezza, larghezza e altezza), la
quarta dimensione o tempo, e la quinta, che possiamo chiamare “eternità creata”
(per distinguerla dall’Eternità Increata, che è propria di Dio); questa non consiste in
un susseguirsi di momenti o frazioni temporali senza fine, ma nella perpetua
conservazione di ogni atto di esistenza in quel preciso “spazio-tempo” nel quale
avviene. Ciò significa che ogni atto di esistenza di ogni essere creato, per quanto a
noi possa sembrare privo di trascendenza e fugace, dal momento che ha avuto
8
esistenza, è definitivo, è indistruttibile 3, è frutto di una decisione eterna di Dio e non
può dissolversi nel nulla.
14. La Creazione, così come è narrazione ed espressione della Gloria di Dio, delle sue
Perfezioni e del suo Amore, è al tempo stesso narrazione ed espressione di come è
l’uomo creato da Dio: Poiché, se il Verbo Divino è l’Immagine increata del Padre,
l’uomo è la sua immagine creata. Infatti, l’uomo riassume in sé l’Universo spirituale
e quello materiale, come pure il macrocosmo e il microcosmo. Infine, l’uomo è
considerato da Dio come persona individuale e come la intera umanità (famiglia,
comunità, popolo, pluralità armonica di persone, concepita da Dio come una perfetta
unità, ad immagine della SS. Trinità).
Per tutto ciò, con la narrazione del primo capitolo del primo libro della Sacra
Scrittura (il libro della Genesi), l’Autore Divino (e chi, se non solo Lui, poteva farlo?)
ci rivela:
- L’opera della creazione del mondo, nei cosiddetti sei “giorni” o, più precisamente,
secondo un’altra traduzione, “generazioni”.
- L’opera della creazione di ogni uomo, in quello che potremmo chiamare sei “atti” o
“passi” (sebbene siano simultanei).
- E l’opera della creazione dell’umanità in sei millenni: “Una cosa però non dovete
perdere di vista, carissimi –ci avverte San Pietro, dandoci anche una chiave per
l’interpretazione–: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni
sono come un giorno...” (2 Pe. 3,8).
Tre sono le opere di Dio “ad extra”, cioè, esterne al suo proprio Essere Divino.
Sono opere comunitarie della SS. Trinità, sebbene ogni opera ha come “protagonista”
una delle Tre Divine Persone, alla quale viene attribuita:
- Al Padre: la Creazione.
- Al Figlio: la Redenzione.
- Allo Spirito Santo: la Santificazione.
Queste tre opere hanno una loro dinamica: escono dal Padre per ritornare al Padre.
Tutte e tre costituiscono il Regno di Dio, la cui negazione è il regno rivale, il peccato.
Queste tre opere sono il regno di Dio “in fieri”, cioè, in processo di realizzarsi: si
sviluppano nell’arco dei sei “giorni”. Quando arriverà il settimo, allora si compirà il
Regno di Dio, allora sarà giunto, si manifesterà, trionferà, e tutta la gloria che è uscita
da Dio nella Creazione ritornerà in pienezza a Lui, per mezzo della sua creatura,
l'uomo, perché finalmente la Volontà di Dio si compirà sulla terra allo stesso modo
come si compie in Cielo.
Questo “mistero della sua Volontà” si trova totalmente in Gesù Cristo: Egli è
l’opera della Creazione, Egli è l’Autore della Redenzione, Egli è la finalità della
Santificazione.
Gesù Cristo è il Re di questo Regno eterno della Divina Volontà. E come questo
mistero è occulto in Dio (Ef 3,9), così il suo Regno è formato in Cristo, occulto in Lui e
si manifesterà nella sua seconda Venuta (Lc 19,11-27).

3
- Scompariranno eternamente soltanto i peccati che saranno stati perdonati.
9
2 – PRIMA DI ESSERE UN PROBLEMA DI SCIENZA
È UN PROBLEMA DI FEDE
Nessuno di noi era presente nell’atto inaugurale della Creazione. Nemmeno abbia-
mo visto il vero “film” della Creazione. Nessun essere umano, per quanto scienziato
sia. Soltanto Colui che ha realizzato ogni cosa e che ha fatto “il film” di quello che ha
fatto, ce lo può raccontare.
Come spiegare il mondo? Come ha cominciato ad esistere? Poiché evidentemente ha
avuto un inizio, dal momento che ogni essere esistente nel mondo ce l’ha. L’Universo
non è qualcosa in più o qualche cosa di diverso degli esseri che lo formano.
“I miti pagani, le divinità antropomorfe, sono fantasie che non spiegano nulla.
Neppure possiamo rassegnarci allo scetticismo, perché la ragione ha le sue esigenze e
capacità. Si tratta, in radice, di un dilemma: il cosmo si è fatto da sé o è stato fatto?” 4
L’intelligenza umana riesce a comprendere facilmente che dal nulla non esce
qualche cosa. È questo il limite più lontano al quale arriva da sola: è una constatazione
negativa. Per poter accedere ad una certezza positiva ha bisogno di lasciarsi portare per
mano dalla fede divina. Senza la testimonianza di Dio, che non può ingannarsi né
ingannarci, noi non potremmo sapere chi siamo, né quale sia la nostra vera origine ne il
nostro destino, né chi ci ha generati né perché, né a che cosa è dovuto il mondo o come
è stato fatto... Questa testimonianza Dio l’ha dato: è la Divina Rivelazione, che non
offende la nostra intelligenza, ma la aiuta in quello che essa, da sola, non è capace; non
va contro di essa, ma in suo favore, essendo opera sua ed infinitamente superiore ad
essa. Se la Creazione è la prima Rivelazione di Dio, era necessaria la Rivelazione come
tale (cioè, la Rivelazione scritta per mezzo di Mosè) per comprenderla.
Ma di fronte all’autentica Rivelazione di Dio, il nemico suo e nostro –il demonio–
ha messo in circolazione fm dall’inizio, fin dalla tentazione ad Eva, una “rivelazione”
spuria, falsa. Questa corrente di negazioni, questa corrente di menzogne che, come un
fiume, il vecchio serpente ha vomitato “dalla sua bocca”, con l’intento di travolgere la
Donna (Maria e al tempo stesso la Chiesa) (cfìr. Apoc. 12,15), va percorrendo in modo
crescente tutta la storia, è andato crescendo come un parassita all’ombra della vera
Rivelazione. Questa corrente multiforme è nota come “la gnosi”. Si tratta di un’imi-
tazione contraffatta di quella; e così come la Rivelazione Divina può essere accolta
soltanto con la Fede soprannaturale, così “la gnosi” si presenta come un’altra fede di
segno opposto, sebbene mascherandosi spesso con gli attributi del “sapere” e della
“scienza”.
“La gnosi 5 non è un sistema unitario di idee, ma un aggregato proteiforme di
interpretazioni incentrate in un nucleo portante di controverità che emergono in ogni
sua versione. Parliamo di controverità, perché la gnosi nasce in una situazione
polemica con la Rivelazione di Dio all’umanità. Rivelazione affidata alla ragione,
prima ancora che al profetismo ebraico e cristiano. Fin dalle origini del mosaismo,
infatti, si determinò una corrente gnostico parassitario che ne pervertiva i contenuti.
Così pure fin dalle origini del cristianesimo si determinò una corrente gnostico
pseudocristiana, impegnata a corromperne l’evangelicità.

4
- Da "Gnosis e rivoluzione", di Orio Nardi (Medjugorje, Milano, 1991)
5
- Ibid. pag. 8.
10
Ma la gnosi è anteriore all’ebraismo e al cristianesimo.
Scrutando ulteriormente i fondali filosofici della gnosi e del pensiero ebraico-
cristiano, ci imbattiamo nella loro contrapposizione genetica, che perdura intatta fino
ad oggi. Gnosi e Rivelazione ebraico-cristiana sono in perfetto antitesi fino dalle ra-
dici, ossia fino all’interpretazione cosmogonica (sull’origine del mondo e dell’uomo).
Esiste infatti un dilemma di fondo tra creazione e autogenesi del cosmo. Anche se si
ammette l’evoluzione, rimane il problema delle origini di ciò che si evolve; e anche
ammettendo l’eternità della materia, il quesito della sua orìgine rimane. Negato il Dio
sussistente in forza della pienezza dell’essere, ossia, l’Esse Subsistens, rimane sempre
su ogni sua alternativa l’incalzante quesito: «E questo donde viene?».
Già gli egiziani hanno risolto il problema con la risposta alternativa del Nulla: il
Nulla sta alle origini del cosmo, che dal Nulla si autogenera, passando gradualmente
dal caos alle più alte perfezioni. Questa idea passa alla kabbala ebraica e attraverso
vicende storiche complesse raggiunge il pensiero moderno nell’immanentismo hege-
liano e nei suoi derivati.
Dal fatto che la cosmogenesi gnostico si fonda sul Nulla si deduce la sua indole
«magica», che ben corrisponde all’ambiente saturo di magia, l’Egitto, in cui si è
sviluppata, in opposizione al realismo del pensiero ebraico-cristiano, che ha come
fondamento l’Essere, rivelatosi a Mosè per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù
egiziana come Jahvè, ossia «Colui che È».
L’Essere o il Nulla originario: ecco il dilemma di fondo che fa da spartiacque tra
la Rivelazione Divina e la gnosi. Intorno a questi due poli antitetici si aggregano le
rispettive deduzioni come costanti inseparabili dei due opposti sistemi fondamentali:
- teismo oppure panteismo:
- creazione o autogenesi dal nulla;
- distinzione essenziale tra Creatore e creatura, oppure identità di natura, quindi
emanatismo panteistico;
- Dio persona o dio impersonale cosmico;
- dipendenza da una legge oggettiva o autonomia morale.
Intorno ai due sistemi si coagulano normalmente, per affinità concettuale, altre idee:
- sacralità della persona e sua priorità sul gruppo, o subordinazione della persona al
tutto sociale e priorità del gruppo sulla per sona (socialismo);
- vita eterna o dissolvimento nel pleroma originario;
- purificazione per via di pentimento personale o per via di metempsicosi, nirvana,
ecc.
(...) Percorrendo la storia della gnosi nei suoi vari stadi si potrà verifìcare come
tutte le acque ideologiche e culturali tendono a cadere su questo o quel versante,
secondo che le avrà trascinate l’opzione fondamentale tra Dio o il suo avversario: è
assai significativo che la gnosi appaia costantemente imparentata con “il Serpente
rivelatore”: “Dio sa che qualora mangiaste del frutto proibito, si aprirebbero i vostri
occhi e diverreste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gen. 3,3-5). E non è
casuale che le teogonie fondate sul Nulla ricadano coerentemente nel Nulla, ossia
manifestino la loro inconsistenza. Non per nulla la corrente gnostico illuministica, che
domina la nostra epoca –a detta degli stessi eredi della gnosi– si dissolve oggi nel
nihilismo. Non è un criterio indifferente, questo, per individuare da che parte sia la
11
Verità. E siccome Satana non è solo menzognero, ma anche omicida, la gnosi appare
abitualmente segnata, nella storia, della spregiudicatezza verso l’uomo, soprattutto nei
ricorrenti socialismi (cinese, azteco, manicheo, taborita, marxista, sinarchico, ecc.). È
un altro criterio di discernimento tra verità ed errore.
3 – PANORAMICA DEL PENTATEUCO
“Pentateuco” significa “i cinque libri”: sono questi i primi cinque libri della Bibbia,
attribuiti a Mosè. Per gli ebrei costituiscono “la Legge” (la “Torah”). In essi la
Rivelazione Divina ci presenta la storia sacra dell'umanità, dall'inizio fìno al Patriarca
Abramo, e la storia dell’antico Popolo di Dio, Israele, dalla chiamata o vocazione del
suo fondatore. Abramo, fino alla morte del suo liberatore e legislatore, Mosè.
Vediamo lo schema del “Pentateuco”, indicando tra parentesi il numero di capitoli
di ogni libro. È da notare la struttura parallela di Esodo e Numeri, così come di Levitico
e Deuteronomio.
Genesi - Dal 1°al 11°: la Creazione del mondo e dell’umanità
(50 cap.)
(Da Adamo ad Abramo)
- Dal 12° al 50°: il Popolo di Dio:
Abramo — Isacco — Giacobbe — Giuseppe
Esodo (40) Mosè (1-12): Fino all’uscita dal l’Egitto.
Preparazione per andare nel deserto.
(13-18): Fino all’arrivo al monte Sinai, all’incontro con Dio.
(19-40): L’Alleanza con Dio e la Legge.
Levitico (27) Mosè (1-10): Leggi del culto.
(11 -17): Leggi di purificazione.
(18-27): Leggi di santità.
(26): Benedizioni e maledizioni.
Numeri (36) Mosè ( 1 -10): Preparazione per uscire dal deserto.
(11-20): Dal Sinai a Cades, dopo l’incontro con Dio.
(21-36): Da Cades a Moab.
Deuteronomio (34) Mosè: Quattro discorsi di Mosè al popolo.

Per il nostro breve studio, ci fermiamo al primo libro, GENESI ( "Le origini").
LA GENESI rivela l’origine e la storia più antica dell’umanità, dal punto di vista di
Dio e del suo Progetto Divino. Quel libro è stato scritto con lo scopo di portarci a quel
misterioso punto di vista di Dio e per suscitare in noi quel medesimo desiderio Suo.
LA GENESI contiene l’inizio della storia della Salvezza, che è l’unica prospettiva
autentica della storia. Se venisse tolto l’inizio, come irreale, la Salvezza e la Verità
sarebbero cancellate dalla storia e dalla nostra vita. In essa i protagonisti sono due: il
Creatore e la sua creatura. Dio e l’uomo. Perciò è storia sacra.
LA GENESI da risposta definitiva alle questioni basilari dell’esistenza: Che cosa è
l’uomo? Qual è la sua origine? Qual è il suo destino? Perché esiste il dolore e la morte?
Che deve fare l’uomo?, ecc., a partire dalle quali Dio ci rivela in modo indubbio Chi è
Lui e chi siamo noi, che cosa Egli vuole da noi e che dobbiamo noi fare rispetto a Lui.
LA GENESI è il primo dei 73 libri della Bibbia, il cui contenuto abbraccia intera-
mente la storia, dall’inizio del mondo fino alla fine del mondo. Ma risulta meraviglioso
12
vedere come il contenuto intero della Bibbia si trova in sintesi o in “embrione” già nel
primo capitolo di questo primo libro.
E questo è il suo schema panoramico:
Le origini del mondo e dell’umanità Le origini del popolo di Dio o popolo d’Israele

Dalla creazione Dal Diluvio


del mondo ad Abramo
fino al Diluvio (inizio di Abramo
un mondo ed Isacco Giuseppe
Giacobbe
rinnovato) (“Israele”) e i suoi fratelli
(i dodici Patriarchi)
Dal peccato Dalla prima
originale purificazione
al peccato del alla nuova
mondo ribellione della
torre di Babele
Primo Giorno Secondo Giorno Terzo Giorno dell'umanità:
dell'umanità: dell'umanità: LA TERRA PROMESSA
LA LUCE LE ACQUE
E LE TENEBRE DEL DILUVIO
Capitoli:
1 6 11 25 37 50
(3) Primo Annuncio della Redenzione (22) Secondo Annuncio della Redenzione
ai nostri progenitori (Adamo ed Eva) ad Abramo, dopo la vittoria nella prova
dopo la caduta nel peccato.

L'inizio: Nuovo inizio: Nuovo inizio:


la Creazione dopo il Diluvio un popolo per il Messia Redentore

L’attenzione degli studiosi della Bibbia si è centrata praticamente nei cosiddetti


“generi letterari”, nei vari documenti o tradizioni che i diversi libri contengono, nei
problemi di chi sia l’autore o autori e dove e quando siano stati scritti. Tali questioni,
pur essendo legittimo discuterne, sono senz’altro secondarie. La prima questione è
molto più semplice e necessaria: riguarda la semplice conoscenza del testo della
Sacra Scrittura e la sua immediata lettura. È in questo modo come Gesù fa dei
riferimenti o citazioni dell’Antico Testamento nel Vangelo.
Quindi, COME SI DEVE LEGGERE LA SACRA SCRITTURA?
QUALI SONO I SENSI POSSIBILI, come va intesa nei vari casi?
- In senso letterale, sempre.
- In senso letterale storico.
- In senso letterale, sebbene non sempre materiale; anzi, molte volte soltanto nel
senso della realtà spirituale. Allo stesso modo come il Verbo Incarnato, Gesù Cristo,
l’Uomo-Dio, ha istituito i Sacramenti, dotandoli di una realtà sensibile e materiale e di
un’altra realtà invisibile e spirituale (soprannaturale), e come le realtà materiali della
Creazione sono ombra fedele ed espressione delle realtà soprannaturali o spirituali, così
13
il senso letterale materiale della Sacra Scrittura è –quando esso è possibile– inse-
parabile del corrispondente senso spirituale.
- In senso letterale, ma ben sapendo che il linguaggio che adopera è il linguaggio
comune, basato sulla esperienza comune dei sensi.
- Altre volte, in senso allegorico (Per esempio, quando Gesù dice che Egli è “la
Vite” e noi “i tralci”).
- Altre volte, ancora, in senso “tipico” (inteso come relativo ad una persona-tipo o
modello esemplare. Per esempio, Giona –la cui vicenda storica è reale– inghiottito dal
pesce è figura di Cristo morto e risorto il terzo giorno).
- Altre volte, infine, in senso “mistico” (inteso in riferimento ad una realtà o cosa
che spesso è raffigurata da una persona. Così, “la sposa” del Cantico dei cantici, è
figura dell’anima innamorata di Cristo).
- E tutto ciò deve essere sempre d’accordo con il senso che ne dà la Chiesa: quando
riguarda le verità di Fede o della Legge morale, L’interpretazione deve essere sempre
coerente con i dati della Fede rivelati nella stessa Sacra Scrittura; e quando è stato
precisato dal Magistero della Chiesa o dal criterio unanime dei Santi Padri.
La Chiesa insegna il carattere letterale storico della GENESI, in modo specifico i
primi undici capitoli (le origini del mondo e dell’uomo). Rimane aperta la questione di
come interpretarli, rispetto al senso spirituale (soltanto?) o anche (e fino a che punto?)
in senso materiale.

4 – EVOLUZIONISMO E TEMPI LUNGHI ?


Di fronte alla Rivelazione Divina si è fatta avanti, arrogante, ostentando sicurezza
scientifica, la "anti-rivelazione". Ci aveva già avvertiti San Paolo: “Custodisci il
deposito (della Fede); evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta,
scienza, professando la quale taluni hanno deviato dalla Fede” (1 Tim. 6,20-21). Ma
quanto c’è di vero in tutto quello che ci viene propinato come scienza dimostrata?
DAL CAOS AL COSMO PER CASO, IN TEMPI LUNGHI 6
I mass-media quasi di concerto fecero un gran parlare dei dinosauri, per poi
dimenticarsi di loro nello spazio di un mattino. Secondo alcuni competenti sarebbero
apparsi sulla Terra circa 250 milioni di anni fa; vi avrebbero dominato per circa 150
milioni di anni e sarebbero scomparsi, poi, rapidamente, circa 65 milioni di anni fa,
vale a dire, molto prima dell’apparizione dell’uomo!
Tali cifre in milioni di anni variano anche notevolmente da Autore ad Autore. Tutti,
però, sono d’accordo nell’assegnare una durata molto lunga anche ai dinosauri, poiché
il passaggio dal caos al cosmo per caso non potette avvenire che in tempi molto lunghi.
Proprio così: solo in un processo protrattosi per tempi molto lunghi fu possibile che
questo o quello degli innumerevoli movimenti avvenuti spontaneamente e ciecamente
nella Materia primordiale, collocasse al giusto posto una particella di detta materia, fino
a costituire gli esseri inorganici e gli esseri organici dalle forme più semplici dei
primordi alle complesse forme attuali.
Ai fossili degli organismi ritenuti più semplici venne assegnata un’età più vetusta di
6
- Articolo del Prof. Don G. Pace (mensile "Chiesa viva", di Giugno 1994).
14
quella assegnata ai fossili degli organismi più complessi. Poi, agli strati geologici venne
attribuita l’età assegnata ai fossili in essi contenuti; e di rimando, conoscendo l’età di
tali strati, si ritenne lecito assegnare tale età anche ai nuovi fossili rintracciati in essi.
Alcuni studiosi non mancarono di rilevare il circolo vizioso che si commetteva con tali
datazioni: dai fossili agli strati, dagli strati ai fossili; ma come uscirne? Finalmente
venne escogitato un metodo, ritenuto valido, per stabilire delle datazioni assolute,
basato sulla radioattività di alcuni elementi; e tale metodo tornò subito accetto agli
evoluzionisti, in quanto appariva favorevole ai tempi lunghi, indispensabili al processo
evolutivo.
DATAZIONI ASSOLUTE DALLA RADIOATTIVITÀ
Uno degli elementi radioattivi usati in tale metodo è un isotopo del potassio, il
potassio-40, che si trasforma spontaneamente in argo. Se si conosce la quantità di
potassio radioattivo contenuta in una certa roccia all’atto della sua formazione, sapendo
che tale quantità si riduce a metà ogni 1.300 milioni di anni, dalla quantità di potassio
radioattivo residua nel campione in esame all’atto dell’indagine, è teoricamente
possibile conoscere l’età di quella roccia.
Teoricamente, poiché, di fatto, le cose non sono così semplici, come è dimostrato
dai risultati ottenuti con tale metodo, quanto mai deludenti. Circa 200 anni fa, presso le
Hawaii, si formavano delle rocce vulcaniche, che la datazione “potassio-argo” diede
vecchie di 22 milioni di anni. Sempre presso le Hawaii, nel 1801, si formavano altre
rocce vulcaniche, alle quali la datazione “potassio-argo” assegnava un età ondeggiante
tra i 160 milioni di anni e i 3 miliardi di anni. Anche le pietre lunari, portate in Terra
dagli astronauti, in base alla loro radioattività veniva assegnata un’età ondeggiante tra i
2 milioni e i 28 miliardi di anni.
Come mai tali risultati tanto sconcertanti? Perché nel metodo di datazione basato
sulla radioattività, si suppongono noti alcuni fattori di fatto ignoti, e tuttavia influenti
sul prodotto finale. Si suppone, infatti, che dalla sua origine all’atto dell’esame, nel
campione non entri dell’altro elemento radioattivo, ma neppure esca; non entri del-
l’altro scarico di radioattività, ma neppure esca; si suppone esattamente conosciuto il
tempo di dimezzamento dell’elemento radioattivo e che tale tempo sia costante: tutte
supposizioni gratuite e che potrebbero essere in contrasto con la realtà.
Ecco perché anche le datazioni dalla radioattività, tanto favorevoli ai tempi lunghi
che, secondo gli evoluzionisti, sarebbero richiesti dal caso per trarre dal caos il cosmo,
non sono attendibili. Senza aggiungere che il caso non ha proprio bisogno alcuno del
tempo, vuoi lungo, vuoi corto. Io posso, infatti, ottenere i due 6 alla prima gettata dei
dadi, come posso non ottenerli pur gettando i dadi un numero innumerabile di volte.
“Caso” e “tempo” non sono collegati da una qualche legge necessitante; diversamente,
il caso cesserebbe di essere caso, in quanto vincolato da una certa legge.
TEMPI LUNGHI SMENTITI DAI FATTI
D’altra parte, i tempi lunghi assegnati alle varie tappe dell’evoluzione dell’universo
sono smentiti dai fatti. Da complicati calcoli, fondati su emanazioni termonucleari,
risulta che sono necessari non meno di 100.000 anni a che una stella gigante rossa si
trasformi in nana bianca; ma tali calcoli, pur tanto impressionanti, sono ingannevoli,
15
poiché Sirio-B, nana bianca, era classificata dai sacerdoti egiziani tra le stelle rosse; e
rossa era ancora in tempi a noi vicini, poiché rossa la dicevano sia Cicerone che
Seneca, e, ancora circa due secoli dopo, anche Tolomeo la menzionava tra le 6 stelle
rosse.
Anche i tempi lunghi assegnati dai geologi come necessari alla formazione di certi
strati di materiale sedimentario, sono in verità troppo lunghi. Basti tener presente che,
affinché un animale morto non vada in corruzione e possa quindi fossilizzarsi, deve
essere sottratto all’azione corruttrice dell’ossigeno atmosferico rapidamente; il che
avviene solo se rapidamente, e non in tempi lunghi, viene inglobato nel materiale
sedimentario in cui resterà sepolto. Ebbene, nella California, a Lamproc, c’è il fossile di
una balena lunga 24 metri, in posizione verticale: il che dimostra che il materiale
sedimentario nel quale si fossilizzò, spesso parecchie decine di metri, la inglobò
totalmente in pochi giorni, forse in poche ore.
Solo la rapidità di certe sedimentazioni può spiegare la fossilizzazione di un
allosauro nell’atto di addentare un brontosauro, la fossilizzazione degli escrementi di
alcuni dinosauri, la fossilizzazione delle larve di alcune farfalle, la fossilizzazione
silicea di lucertole, non esclusi gli occhi delle medesime; la fossilizzazione di tante
specie di frutti polposi; la fossilizzazione di tanti organismi molli e quindi tali da andare
in corruzione dopo morte, se esposti all’aria, nel giro di pochi minuti.
Sempre per esigenze evoluzionistiche, si assegnano tempi lunghi anche alla
formazione del petrolio; mentre lo si è ottenuto in pochi minuti da materiale organico
sottoposto a una pressione di 350 atmosfere e portato a una temperatura di 380°:
condizioni che in natura si verifìcano facilmente. Solo del petrolio? Addirittura del
granito si è ottenuto in pochi giorni, in un laboratorio della Sorbona, sottoponendo
dell’ossidiana a una temperatura di 500° e a una pressione di 1.500/3.000 atmosfere:
condizioni normali della crosta terrestre a 9 km. di profondità. Quanto ai carboni fossili
più ricchi di carbonio, si sa che non si sono formati per lenta trasformazione, bensì in
seguito a delle modificazioni relativamente rapide; al che va aggiunto che molto più
rapidamente si formarono le sedimentazioni del materiale che li ingloba. In Francia,
presso Saint-Etienne, dei lunghi e grossi tronchi carbonizzati, sono inglobati verti-
calmente in più di venti strati di sedimentazioni orizzontali: sedimentazioni che dovet-
tero succedersi molto rapidamente, poiché la carbonizzazione di quei tronchi è unifor-
me, e perciò avvenne simultaneamente dalla loro base alla loro sommità.
PESCI E UCCELLI
Gli evoluzionisti hanno assegnato agli organismi, da loro ritenuti più semplici, un
età più vetusta di quella che hanno assegnato agli organismi da loro ritenuti più
complessi. Di conseguenza, avrebbero dovuto apparire, prima, i pesci con lo scheletro
cartilagineo, e poi i pesci con lo scheletro osseo. Di fatto, si trovano dei fossili di pesci
con lo scheletro osseo più antichi, a giudizio degli stessi evoluzionisti, di quelli che
hanno lo scheletro cartilagineo.
Secondo certi evoluzionisti, l’Archeòpteris costituirebbe una prova valida in favore
dell’evoluzionismo, in quanto sarebbe un rettile in via di trasformarsi in uccello. Se
così fosse, dovrebbe aver preceduto l’arrivo degli uccelli; ma cosi non è, poiché
nell’ovest del Colorado si è trovato un uccello fossile in uno strato che, misurato con il
16
metro degli evoluzionisti, risulta di ben 60 milioni di anni più antico dello strato nel
quale fu trovato il fossile dell’Archeòpteris. Or qui, per la verità, va detto che
l’Archeòpteris non fu un rettile con le ali e in via di diventare uccello; poiché non fu
un animale con le ossa piene e a temperatura variabile come i rettili; ma fu un uccello
vero e proprio, con ossa pneumatiche e a sangue caldo.
FISSITÀ DELLE SPECIE
Se l’evoluzione fosse proprio quella legge universale della natura immaginata dagli
evoluzionisti, esigente, sia pure, tempi lunghi, dati tali tempi, si dovrebbe verifìcare; e
invece, dopo ben 250 milioni di anni, secondo l’orologio degli evoluzionisti, il
Tuatara, piccolo parente dei grandi dinosauri, è, ora, ancora tale e quale era allora! Lo
stesso dicasi del pipistrello, del quale il fossile più antico a noi noto, ce lo presenta
identico all’attuale. Non solo: i Coelacanthus, o latimerie, pesci estintisi secondo gli
evoluzionisti 300 milioni di anni fa, si possono pescare tuttora lungo le coste del
Madagascar e sono perfettamente identici a quelli fossili. Lo stesso va detto del
plesiosauro, acquatico e carnivoro, lungo una decina di metri, estintosi secondo gli
evoluzionisti circa 100 milioni di anni fa; e invece, tuttora infestante le acque della
Nuova Zelanda, nelle quali è stato catturato qualche anno fa da pescatori giapponesi,
perfettamente identico a quelli fossili. Nell’Utah si trova quello che si potrebbe
denominare “cimitero dei dinosauri”: più di 300, che, vivi, pesavano dalle 10 alle 30
tonnellate; ma fossili di dinosauri si trovano praticamente ovunque, non esclusa
l’Antartide. Rettili, e perciò a temperatura variabile, poterono vivere ovunque, perché
ovunque il clima era caldo e costante, vale a dire, senza l’alterna vicenda di varie
stagioni. Caldo, grazie all’effetto-serra, causato dalla spessa cappa di nubi che
incombeva sulla Pangea, il continente primordiale, dal quale si sarebbero staccati in
seguito i continenti attuali 7; costante e senza successione di stagioni, perché l’asse
terrestre non era ancora inclinato sul piano dell’ellittica, ma in posizione ortogonale
rispetto alla medesima.8
GIOVINEZZA DELLA TERRA
Quanti milioni di anni fa? Poche migliaia, poiché la Terra era già abitata dall’uomo,

7
- Dalla traduzione etimologica del testo biblico de “LA GENESI, QUESTA INCOMPRESA”, di F.
Crombette, risulta che lo smembramento del continente iniziale, unico, avvenne esattamente nello
spazio di tre mesi, alla fine del Diluvio. Il meccanismo del Diluvio si spiega dal precipitare sulla
terra l’anello acquoso che le girava attorno (come gli anelli di Saturno): si tratta di quello che la
Genesi chiama “le acque di sopra il firmamento”, il che fu accompagnato dal riversarsi sulla Terra,
totalmente, le acque del grande oceano che circondava il continente unico iniziale, dalla forma
regolare “di un fiore di otto petali” ("le acque del basso”). (Dal quaderno della serie scientifica del
CESHE “La formation de la terre - Le peuplement de la terre”, de Yves Nourissat, ingegnere del
Politecnico di Parigi)
8
- La repentina inclinazione dell’asse della Terra fu conseguenza dei peccato dell’uomo. A partire da
quel momento e fino al Diluvio sono state calcolate sette glaciazioni a intervalli regolari (in
coincidenza con i periodi di macchie solari); allo stesso tempo, in altrettante regioni del continente
unico, ebbero luogo violente fasi di attività orogenica e vulcanica, che insieme con le glaciazioni
rimodellarono la geografia della Terra, prima di smembrarsi nel Diluvio, dando luogo agli attuali
continenti. (Ibidem).
17
come è dimostrato anche dalle impronte straordinariamente nitide di brontosauro e di
uomo, impresse nei medesimi strati gessosi lungo il letto del Paluxy River, nel Texas.
Quel brontosauro e quell’uomo furono contemporanei, poiché se il gesso si fosse
solidificato, dopo aver ricevuto le impronte del brontosauro, e fosse ridiventato di
nuovo plastico dopo lungo tempo per ricevere le impronte dell’uomo, le impronte del
brontosauro sarebbero andate perdute. La Terra è molto più giovane di quello che
dicono gli evoluzionisti.
Nella crosta terrestre circola l’elettricità, che fa della Terra un gigantesco magnete,
generante attorno a sé un corrispondente campo magnetico. La forza di tale campo
magnetico va però decrescendo di anno in anno. Fatta l’ipotesi che tale decremento
avvenga, secondo un ritmo invariabile, nel giro di 4.000 anni tale magnetismo terrestre
non ci sarà più. Viceversa, 20.000 anni fa, la corrente elettrica circolante nella periferia
della Terra avrebbe generato un calore tale da dissolvere quella che è ora la crosta
terrestre. Il che vuol dire che la Terra, quale è ora, con una crosta solida, non può avere
più di 20.000 anni.
Ogni anno cadono sulla Terra molte migliaia e forse anche qualche milione di
tonnellate di polvere meteorica; così che se la Terra avesse l’età che le assegnano gli
evoluzionisti, dovrebbe essere ricoperta di uno strato rilevante di polvere meteorica,
non meno della Luna; ma così non è. Anche sulla Luna gli astronauti non trovarono che
uno straterello di circa 2 cm. di polvere meteorica, mentre, a conti fatti, assegnata alla
Luna un’età di 4 miliardi di anni, tale polvere avrebbe dovuto avere uno spessore dai 15
ai 55 metri.
L’ossessione dei tempi lunghi induce certi evoluzionisti a ricoprirsi di ridicolo
nell’atto stesso in cui si atteggiano a maestri, come quando collocano nel paleolitico
una selce con un solo lato scheggiato ad arte, e nel neolitico una selce con ambo i lati
scheggiati ad arte, e tra il paleolitico e il neolitico fanno scorrere alcuni millenni;
mentre quel tale che scheggiò la selce da un lato, potette scheggiarne anche l’altro lato
subito il mattino seguente, per adattarla, pur senza avere l’intelligenza di Salomone, al
lavoruccio che aveva in mano!

5 – LO SCHEMA DELLA CREAZIONE


L’opera della creazione del mondo, di ogni singolo uomo e dell’umanità come tale,
si compie rispettivamente in sei “generazioni” (una parola forse più precisa del termine
"giorni"), in sei “atti” o passi, ed in sei “millenni” 9 (ai quali va aggiunto il settimo, “il
Millennio” di Apoc. 20). In ciascuna di queste tre cose si ripete lo stesso schema.

9
- “A proposito delle origini dell’homo sapiens, ricerche recenti le riportano a dimensioni bibliche di
circa 10.000 anni fa (v. il volume di biologia per universitari La vita sulla terra, a cura di E.O.
WILSON e collaboratori, edito dall’Università di Harvard –che è tutto dire!– e in italiano da
Zanichelli, Bologna 1977, p. 880)” (da “Gnosi e rivoluzione”, p. 23). "Tu però rimani saldo in
quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso, e che fin dall'infanzia
conosci le Sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della
fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere,
correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni
opera buona” (2 Tim. 3,14-16)
18
L’OPERA DELLA CREAZIONE DEL MONDO
Primo “Giorno”: LA LUCE (E Dio separò la luce dalle tenebre). Luce materiale,
energia radiante, che inondò l’Universo vuoto e che poi si concentrò in milioni e
miriadi di galassie e di stelle, in mezzo alle quali mise il Sole. “Luce” sono inoltre gli
Angeli, dei quali una parte, ribellandosi contro Dio per superbia, divennero “tenebre”,
cioè demoni, che Dio divise e separò dagli Angeli fedeli. In quel momento dell’inizio
incominciò il Giudizio.
Secondo “Giorno”: LE ACQUE (e Dio divise le acque al di sopra e le acque di
sotto, che chiamò mare). Le prime giravano come un gigantesco velo acquoso, oltre
l’atmosfera, al modo degli anelli di Saturno e di qualche altro pianeta. La forza della
loro rotazione le teneva “in orbita”, formando così un meraviglioso arcobaleno perenne
e filtrando gli ardori del Sole, per cui la Terra godeva una costante primavera. Tra le
acque superiori e quelle inferiori, alle quali diede il nome di “mare”, Dio distese il
firmamento o atmosfera, che chiamò “cielo”. Quando molto più tardi Dio fermò la
rotazione, allora precipitò sulla terra tutta quella enorme massa d’acqua, calcolata
equivalente a tutta l’acqua “del basso”, concentrata in un unico oceano, il futuro
Pacifico, e avvenne il Diluvio.
Terzo “Giorno”: LA TERRA (E Dio separò la terra dal mare e rivestì e ornò la
terra di vegetazione, di alberi e piante). La terra –come risulta da ricomporre l’unità
primitiva dei vari continenti– aveva la forma regolare di un fiore ad otto petali, essendo
il centro il luogo di quella che fu più tardi la città di Gerusalemme. Poco più a nord
spiccava la montagna più alta (allora) della Terra, il monte Ararat, dal quale nascevano
quattro fiumi, che scorrevano verso i quattro punti cardinali (i quattro fiumi del
Paradiso).
Quarto “Giorno”: IL SOLE, LA LUNA e LE STELLE nel cielo o firmamento
(per separare il giorno dalla notte, per segnalare e indicare i tempi e per illuminare,
riscaldare e fecondare la terra). Fu il momento in cui gli astri furono accesi e fatti
splendenti sopra la Terra. 10
Quinto “Giorno”: Gli esseri viventi delle acque (I PESCI) e dell’aria (GLI
UCCELLI).
Sesto “Giorno”: Gli esseri viventi della terra (GLI ANIMALI TERRESTRI)
ed infine L’UOMO.
Settimo “Giorno”: L’Opera di Dio fu terminata “e Dio riposò di tutte le sue
Opere il Settimo Giorno” (Ebrei, 4,4).
Perché scriviamo questa frase della lettera agli Ebrei? Perché no, invece, la frase
della Genesi, 2,2-3, dove non si dice che Dio “riposò” ma che “cessò” di ogni suo
lavoro? Perché la lettera agli Ebrei, 3,7–4,11, ci offre una preziosa chiave d’inter-
pretazione dei “sette giorni” della Creazione.
Si tratta di giorni –comunque sia, periodi di tempo di un passato remoto– o sono
qualcosa che ancora ci riguarda? Diciamolo fin d’adesso: “i sette giorni” dell’inizio

10
- Queste affermazioni d’indole scientifica sono tratte da una interessante serie di articoli
dell’ingegnere Leonardo Magno, pubblicati sulla rivista “Il Segno”,, di Udine, nel 1990-1991, in
cui commenta la sopraccitata opera di Femand Crombette “La Genesi, questa incompresa”.
19
della storia non sono terminati ancora! Sono l’intera storia dell’umanità. In questo
modo scopriamo una cosa meravigliosa: che tutta la Rivelazione, che tutta la Sacra
Scrittura si trova condensata e racchiusa, come abbiamo detto, nei primi tre capitoli,
addirittura nel primo capitolo di essa, della Genesi!
Leggiamo, dunque, Ebrei 3,7–4,11:
“Per questo, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i
vostri cuori come nel giorno della ribellione, nel giorno della tentazione nel deserto
(...) Così ho giurato nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». Guardate perciò,
fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si
allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura
quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. Siamo diventati
infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che
abbiamo avuto da principio. Quando pertanto si dice: «Oggi, se udite la sua voce, non
indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione», chi furono quelli che, dopo
aver udito la sua voce, si ribellarono? (...) E a chi giurò che non sarebbero entrati nel
suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? In realtà vediamo che non vi
poterono entrare a causa della loro mancanza di fede. Dobbiamo dunque temere che,
mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di
voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunciata
una buona novella: purtroppo però a quelli la parola udita non giovò in nulla, non
essendo rimasti uniti grazie alla fede con coloro che avevano ascoltato. Infatti,
possiamo entrare in quel riposo solo noi che abbiamo creduto, secondo ciò che Egli ha
detto: «Sicché ho giurato nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo!» Questo,
benché le opere di Dio fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice
infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: «E Dio si riposò nel settimo
giorno da tutte le opere sue». E ancora nel passo del Salmo: «Non entreranno nel mio
riposai». Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e
quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro
disobbediema. Egli fìssa di nuovo un giorno, un oggi, dicendo per mezzo di Davide
dopo tanto tempo come è stato già riferito: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i
vostri cuori!». Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo. Dio non avrebbe
parlato, in seguito, di un altro giorno. È dunque riservato ancora un riposo sabbatico
per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa egli pure dalle sue
opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché
nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza”.
È chiaro, perciò, che “fin dalla fondazione del mondo” la Creazione è già fatta, o
meglio, “le sue Opere” sono compiute. In effetti, la storia del genere umano incomincia
alla fine della sesta “generazione” (il sesto “giorno”). Dopo aver creato l’uomo. Dio
non ha continuato creando altri esseri, ma conserva e moltiplica quelli già creati. In ciò
consiste il riposo.
Dio è riposo perfetto mentre opera, mentre è infinita la sua attività, perché Egli è la
Pace. In Dio non esiste m prima e un dopo, un’attività seguita da un riposo.
Dio è l’Eterno, è l’Alfa e l’Omega, e nella sua Eternità sono eternamente presenti
tutti i tempi della storia del mondo. Nessuno dei giorni, nemmeno il più breve istante
20
stabilito da Dio, può mancare o scomparire nel nulla. Essendo stato voluto da Dio, esso
è collocato in un Atto eterno. Ma, allo stesso tempo. Dio si mette dalla parte dell’uomo
(mediante l’Incarnazione), per vedere le cose dal punto di vista dell’uomo, dalla pro-
spettiva del tempo. Perciò ha promesso che sarà con noi tutti i giorni fino alla fine del
mondo (Mt. 28,20). Ugualmente ha promesso: “Vado a prepararvi un posto; quando
sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con Me, perché siate
anche voi dove sono Io” (Gv 14,2-3). Qualche volta ha voluto sfogarsi, affinché pos-
siamo noi intuire il dramma del suo Cuore: “O generazione incredula, fino a quando
sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?” (Mc. 9,19). E ha detto: “Sono venuto
a portare Fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc. 12,49).
Pertanto, dalla prospettiva del tempo. Dio “non vede l’ora” di vedere realizzato tutto
il suo Progetto eterno, di vedere compiuta la sua Volontà, perché Egli è “il Dio con
noi”. Quello che dipende soltanto da Lui è per Lui facilissimo. Gli basta dire: “Sia
fatto!”, “Fiat!”, e tutto è fatto... Ma quello che dipende anche dall’uomo, oh, quando è
faticoso? Chissà quanti interventi straordinari della Grazia, quanti prodigi della sua
Misericordia, ma pure, purtroppo, quanti colpi della sua Giustizia e perfino, quando è
necessario (e tante volte lo è) togliendo di mezzo le creature che si oppongono e chia-
mando altre al loro posto! Poiché i suoi decreti sacrosanti sono infallibili; i tempi
decretati può a noi sembrare che ritardano, ma non è così, arrivano inesorabilmente (2
Pt. 3,9-10).
Arriverà il tempo stabilito da Dio Padre (Atti, 1,7) e verrà il suo Regno, si compirà
finalmente la sua Volontà sulla terra come in Ciclo. Dio avrà la sua Creazione e avrà
finalmente la sua creatura, come Egli la fece, come Egli la sognò.
In Gesù Cristo e in Maria, il Padre vede realizzato il suo Ideale eterno. In Essi, Dio
sorride! Ma negli altri figli, nelle altre creature. Dio non sorride ancora, e in tanti altri
Dio piange. E chi piange non regna, non riposa ancora.

6 – L’ OPERA DELLA CREAZIONE DELL’ UOMO


Lo stesso schema della creazione del mondo appare nella creazione dell’uomo,
poiché il creato è immagine dell’uomo, così come l’uomo è immagine di Dio.
Primo passo: LA LUCE. “Dio è Luce e in Lui non ci sono tenebre. Se diciamo
che siamo in comunione con Lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non
mettiamo in pratica la verità” (1 Gv. 1,5). Dio ha acceso la Luce nel mondo quando ha
creato l’uomo: lo ha creato come luce in Colui che è la Luce increata del mondo. Gesù
Cristo. Lo ha creato perché sia figlio della Luce.
Non esiste oggettivamente il dualismo Luce e tenebre, Vita e morte, Verità e
menzogna, Calore e freddo, Santità e peccato. I due termini di ogni binomio non hanno
lo stesso peso. La prima cosa esiste, perché è positiva; la seconda non esiste come
“qualcosa”, ma è soltanto negazione e assenza della prima.
Nel creare l’uomo come luce. Dio lo trasse e lo separò dalle tenebre della non-
esistenza. La creazione dell’uomo, di ogni uomo, incomincia con la prima parola che
Dio pronunciò: “Sia fatta la Luce! Fiat Lux!”. Dio avrebbe potuto fare tutto senza dire
niente; ma dicendo così ci ha dato la prima e suprema lezione, quella che contiene in sé
tutte le altre verità (così come il primo capitolo della Bibbia contiene in embrione tutta
21
la Bibbia). “Fiat!” (“Sia fatto”) è l’espressione della Volontà operante di Dio e deve
essere l’espressione della volontà dell’uomo, in perfetta sintonia con Dio. È questa la
vera comunione con Dio e l’unico fondamento della comunione tra gli uomini. Per
questo il Signore ci avverte: “Bada dunque che la luce che è in tè non sia tenebra” (Lc.
11,35). Il primo passo di Dio nel creare l’uomo è, per tanto, stabilire la vera natura
dell’uomo e la sua vocazione.
Secondo passo: LE ACQUE. Pensiamo subito all’acqua del Battesimo. Ma
perché? Perché l’acqua rappresenta la vita. L’anima è il principio di vita.
Vediamo però che Dio separò le acque: quelle sopra il cielo e quelle del mare,
collocando in mezzo quello che noi vediamo come “firmamento” o cielo.
Notiamo adesso il trinomio in cui San Paolo divide l’uomo: “Il Dio della pace vi
santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro: spirito, anima e corpo, si
conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tes. 5,23).
Nel terzo “passo”, che corrisponde al terzo “Giorno”, vedremo che la terra
rappresenta il corpo. Possiamo fare questa applicazione ad un trinomio che troviamo
spesso nelle pagine della Sacra Scrittura, per esempio, nell’Apocalisse:
- Lo spirito dell’uomo: il cielo; 11
- l’anima dell’uomo: il mare;
- il corpo dell’uomo: la terra.
Ma che cosa distingue l’anima e lo spirito? Forse non sono una sola cosa? Senza
dubbio lo sono; ma allo stesso tempo si distinguono tra di loro. Noi abbiamo il corpo in
comune col mondo inanimato; abbiamo l’anima come ce l’hanno gli animali e i
vegetali, i quali tuttavia non hanno spirito (sono cioè animati, ma la loro anima o
principio vitale non è spirituale, ma materiale, come una sorta di misteriosa “energia”
–termine approssimativo–, che svanisce quando il corpo perisce per qualche grave
lesione fìsica); e abbiamo o, meglio, siamo spirito immortale, come Dio, che è
purissimo Spirito, e come gli Angeli, che sono spiriti creati, ma non “anime”, perché
non hanno un corpo da animare.
“Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il
primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo (Cristo) divenne
spirito datore di vita” (l Cor 15,44). Adamo, essere vivente: per la sua “psiche”
(anima) aveva una vita umana puramente naturale e per tanto sottomesso alle leggi del
logoramento, della morte e della corruzione naturale. Se possedeva l’immortalità
mentre si conservò nello stato d’innocenza in cui fu creato, questo era dovuto a un dono
“extranaturale” (“preternaturale”), che perdette col peccato: “Sì, Dio ha creato l’uomo
per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel
mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono”
(Sap. 2,23-24).
Da Adamo abbiamo ricevuto un corpo animale o animato; da Gesù Cristo un corpo
spirituale o spiritualizzato. Da Adamo proviene la nostra vita naturale (psichica o
umana); da Cristo ci viene data la Vita soprannaturale o divina.
Le facoltà dell’anima spirituale sono l’intelletto, la memoria e la volontà:

11
- Nel Padrenostro diciamo perciò: “Che sei nei cieli”, vale a dire, ogni tuo figlio è per Te, o Padre,
un Cielo speciale in cui Ti compiaci di dimorare.
22
L’intelligenza, dono del Figlio di Dio perché conosciamo il Padre; la memoria, dono
dello Spirito Santo per ricordare (“ri-cordare” = avere sempre presente, sempre nel
cuore) tutto quello che per noi ha fatto il Figlio; la volontà, dono del Padre, perché
sintonizziamo nel volere con il Volere dello Spirito Santo.
La volontà è, tra le facoltà spirituali, quella attiva. L’intelligenza è facoltà passiva
per sé stessa. E così come l’anima rappresenta il principio vitale, allo stesso modo la
volontà è il principio di vita morale, del comportamento libero e responsabile,
spirituale e meritorio.
“Le acque superiori” possono raffigurare la Volontà Divina. Esse sono pure,
avvolgono la Terra senza toccarla, la purificano e rinnovano quando cadono come
Giustizia (il Diluvio), la fecondano e vivificano cadendo come pioggia di Grazia e di
Misericordia. “Le acque inferiori” (il mare) simboleggiano, in questo caso, la volontà
umana. Circondano la terra, “fondata sulle acque”; non sono potabili, né si può vivere
in esse: consentono all’uomo, soltanto, di passarvi sopra o attraverso, viaggiando verso
il suo traguardo, verso il suo porto di destinazione.
In mezzo ad esse. Dio ha formato “il firmamento o cielo”, simbolo della nostra
anima in quanto spirituale, cosciente nella propria intelligenza e per tanto responsabile
nelle proprie decisioni: dirigersi verso “l’alto” oppure verso “il basso”.
Terzo passo: LA TERRA. Rappresenta la natura umana e, in modo specifico, il
corpo. E così come la terra fu creata per essere la dimora e il paradiso (“giardino di
delizie”) dell’uomo, così l’uomo è stato creato per essere, nel corpo e nell’anima, la
dimora, il tempio vivo, il paradiso terrestre di Dio. In questo modo, superando positi-
vamente l’uomo la prova della sua fede. Dio stesso si fa Dimora e Paradiso celeste
dell’uomo.
Quarto passo: “Nel cielo” dell’anima (cioè, nel nostro spirito) Dio ha messo:
- IL SOLE della sua Divinità.
- LA LUNA della SS. Umanità di N. Signore Gesù Cristo
- E LE STELLE delle sue divine virtù.
Quinto passo: “Nel mare”, ossia, nell’anima come principio di vita, nella volontà
dell’uomo (principio della sua vita morale). Dio ha voluto che vivessero in libertà
innumerevoli “PESCI”. E non a caso i cristiani videro nel pesce (nella parola greca e
nella sua figura) un simbolo di Gesù Cristo. In altre parole. Dio vuole che l’uomo sia
fecondo come Lui, popolando la sua anima di tante Vite Divine, di tante Vite di Gesù
quanti sono gli atti che deve compiere, vivificati dalla Volontà Divina. Ma l’uomo, col
peccato, ha popolato il suo mare di mostri (il “Leviatan”) anziché di pesci (figura di
Cristo). Perciò dalla volontà umana sorge “la bestia del mare” (Apoc. 13).
“Nel cielo”, cioè, nel nostro spirito. Dio vuole che dimori “LA COLOMBA”,
simbolo dello Spirito Santo. Ma a causa del peccato, lo spirito dell’uomo –e in modo
specifico la sua mente– è diventato dimora di ogni sorta di uccelli rapaci, “di ogni
uccello impuro e aborrito” (Apoc. 18,2).
Sesto passo: “Nella terra” dell’uomo, nel suo corpo. Dio ha messo gli istinti e le
passioni, a modo di greggi e di ANIMALI mansueti, docili ed utili, affinché fossero
risorse e potenze al servizio dell’uomo, che doveva dominarli. Ma a causa del peccato
23
sono diventati ribelli, selvatici e feroci, pericolosi (cfr. Apoc. 6,8; Isaia, 11,6-9). Dalla
mente tutta intenta alle cose della terra e delle passioni disordinate dell’uomo sorge “la
bestia della terra, che ha l’aspetto di un agnello, ma parla come un drago”, venendo in
aiuto dell’altra bestia (cfr. Apoc.13,11). In questo modo, da parte di Dio è rimasta
completata la creazione dell’uomo, di ogni uomo. Così è stato creato l’uomo “ad
immagine” di Dio.
Settimo passo: Questo passo fu e sarà di nuovo il compiacimento di Dio nel suo
Figlio dilettissimo, fattosi Uomo, e quindi nell’uomo; e fu e di nuovo sarà IL RIPOSO
DI DIO nell’uomo e dell’uomo in Dio, nel loro possesso a vicenda. La creazione
dell’uomo si deve ancora completare da parte dell’uomo. Si completerà in quel
“FIAT” Divino, che la creatura deve pronunciare con la vita in risposta al “FIAT” di Dio.
In questo modo l’uomo sarà di nuovo “a somiglianza” di Dio, come Gesù Cristo e la
sua SS. Madre, “a lode della sua Gloria” (Ef 1,14; 1 Gv 3,2).

7 – L’ IMMAGINE E LA SOMIGLIANZA
“E Dio disse: «Facciamo l’uomo a Nostra immagine, a Nostra somiglianza, e
domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie
selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a Sua
immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina lo creò” (Gen. 1,26-27).
“Immagine” e “somiglianza” non sono la stessa cosa.
La “Bibbia di Gerusalemme” spiega in una nota: “Somiglianza: sembra attenuare il
senso di «immagine», escludendo la parità. II termine concreto «immagine» implica
una similitudine fìsica, come tra Adamo e suo figlio (5,3). Questo rapporto con Dio
separa l’uomo dagli animali. Suppone inoltre una similitudine generale di natura:
intelligenza, volontà, potenza; l’uomo è persona. Prepara una rivelazione più alta:
partecipazione di natura per mezzo della Grazia”.
Abbiamo fatto prima un breve accenno a questa differenza, dicendo che l’opera
della creazione dell’uomo da parte di Dio è già fatta (ed essa ha come fondamento e
come culmine, come principio e fine, l’Incarnazione del Verbo), ma che da parte
dell’uomo deve essere ancora completata.
Infatti, Dio vuole che ogni uomo stia attento alla sua voce, che accolga la sua Divina
Parola e le dia compimento nella propria vita, che sia il suo interlocutore e confidente,
il suo fedele collaboratore nell’opera della creazione dello stesso uomo. È famosa la
frase di Sant’Agostino: “Colui che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”.
Vale a dire: Colui che senza chiederti permesso ti ha dato l’esistenza, l’essere, non
vuole elevarti, edificarti, portarti alla tua pienezza senza la tua collaborazione e la tua
corrispondenza alla sua Grazia. In un certo senso siamo co-creatori di noi stessi, della
nostra vita, della nostra eterna gloria o disgrazia. Dio ci ha dato questa responsabilità.
Può sembrare misterioso dire che l’uomo, dando la risposta di un “Fiat” Divino al
“Fiat” Divino di Dio, ritornerà ad essere di nuovo simile a Dio, “a somiglianza Sua”,
come Gesù Cristo e Maria. Non è un’idea nostra, ma dello stesso San Giovanni, nella
sua prima lettera, 3,2: “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo
non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi
saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è”.
24
Facciamo attenzione: forse si è già conclusa la Rivelazione?
Quello che è stato completato è la Sacra Scrittura, che incomincia con le parole “In
principio”, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, ma non finisce con la parola
“Fine”, bensì con questa promessa: “Sì, vengo presto! Amen. Vieni, Signore Gesù”,
“Maranatha”.
Dio ha finito di parlare? Il Padre Celeste sì, nel senso che ha inviato nel mondo la
sua Divina Parola, suo Figlio. Ma il Figlio ha terminato? No; Egli è sempre con noi fino
alla consumazione dei secoli. Egli è la Divina Parola e non può restare in silenzio; Egli
vive ed è Risorto.
Per tanto ci viene rivelato che c’è qualche cosa di molto importante che ancora
–diceva San Giovanni– non è stato rivelato e che, più della stessa Creazione, attende
con impazienza, come nelle doglie del parto, il momento in cui deve essere manifestato.
Queste parole di Giovanni significano inoltre che avremo di nuovo quella somi-
glianza con Dio che Adamo aveva fin da quando fu creato innocente e che perdette con
il peccato; somiglianza che noi non possiamo immaginare che cosa sia, perché, pur
essendo figli di Dio, non la abbiamo ancora..., nonostante la Redenzione! È evidente.
Ma che vuoi dire essere “a immagine e somiglianza di Dio” ?
Alcuni anni fa, in una comunità religiosa c’era una bella immagine del Bambino
Gesù. Tanto Gli rassomigliava, che una volta, nella penombra di una chiesa qualcuno lo
scambiò per un bambino vero, in braccio ad una delle religiose. Ma un giorno di Natale
finì tragicamente: cadde per terra e il pezzo più grosso che rimase fu la testa, per giunta
ammaccata e graffiata... Che peccato! Ma ecco che uno dei Padri, che era un buon
artista, riparò l’immagine con tanto amore e pazienza, radunando i frammenti dispersi,
riconciliando ognuno col suo corrispondente ed incollandoli, più che col gesso, con
tanto amore e lacrime. Prima di chiudere l’ultimo squarcio, quello del cuore, tutti i
religiosi misero all’interno della statua immaginette o fotografie con i loro nomi e
preghiere... La divina Immagine era stata riparata e, oserei dire, quasi meglio di prima.
Fin qui arriva la storia.
Ma adesso vediamo l’immensa differenza che c’è tra questa immagine del Celeste
Bambino e Gesù stesso... Immaginiamo adesso che Gesù ritorna, che prende nelle sue
mani Questa sua immagine redenta, cioè, riparata, e che alitandole il viso le dice:
“Vivi!”, e la statuetta lascia di essere di gesso e si anima, diventa di carne e ossa: un
altro Gesù! Che meraviglia! Questa volta è veramente “carne della sua carne ed osso
delle sue ossa” (Gen 2,23). Finalmente Gesù ha qualcuno che è come Lui, a somi-
glianza sua, perché, oltre a rassomigliarlo nelle sue fattezze e riflettere la sua Natura,
questa creatura vive totalmente come Lui; pensa, conosce, ama e soffre come Lui; sa
pregare, adorare, lodare e ringraziare esattamente come Lui; parla e si comporta in tutto
come Lui; vive la stessa vita interiore di Gesù. Le sue azioni, anche le più povere
azioni umane, non sono più umane, ma divine, perché sono fatte da una Volontà
Divina, che dà loro un valore infinito ed una portata universale ed eterna. Soltanto così
può compiersi la parola del Signore: “siate dunque perfetti come il Padre Celeste è
perfetto” (Mt 5,48).
Qualcuno forse sta pensando: Ma chi ha sognato una cosa del genere? L’ha sognata
Dio! E i sogni di Dio si compiono infallibilmente. Anzi, questo sogno ha già comin-
ciato a compiersi precisamente in Gesù Cristo e nella sua Madre Santissima.
25
Anche Adamo ed Eva avevano ricevuto per grazia la somiglianza con Dio, ma la
perdettero col peccato, acquistando invece, sia essi che i loro discendenti, una certa
somiglianza con il padre della menzogna, tutte le volte che si pecca e si rimane nel
peccato.
Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine, affinché l’uomo sia a Sua somiglianza.
Noi siamo immagine creata di Dio nel nostro proprio essere, nella nostra natura,
allo stesso modo come il Verbo Divino è l’Immagine increata e “consustanziale” del
Padre, “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Ebrei, 1,3).
L’uomo sarebbe stato come Dio, avrebbe conservato la somiglianza divina nella
propria vita, se fosse stato fedele, se non fosse uscito dall’ambito della Volontà di Dio,
facendo la propria volontà.
Tutta la storia dell’umanità non è altro che la storia dei rapporti tra la Volontà
Divina e la volontà umana.
Entrambe erano state raffigurate da quelle due misteriose piante del giardino del-
l’Eden (piante simboliche, ma proprio per questo reali!): “l’Albero della Vita, in mezzo
al giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male” (Gen. 2,9), che è quello
del quale Dio avvertì l'uomo di non mangiare, poiché il suo frutto è la morte.
Un figlio è immagine di suo padre; qualsiasi altra cosa fatta da questi, tutt’al più,
non sarebbe altro che un’opera sua. Nella nostra natura, nel nostro essere spirituale
siamo immagini di Dio. La nostra volontà, intelligenza e memoria sono –già lo
abbiamo detto– un dono specifico delle Tre Divine Persone, una dote naturale, cioè,
costitutiva della nostra natura.
Inoltre Dio diede all’uomo un dono infinitamente superiore a qualsiasi altro dono di
natura (un dono soprannaturale), affinché vivesse a somiglianza dì Dio, come vive Dio,
per poter operare, agire, regnare come Dio suo Padre, con Dio e in Dio. Perciò Dio lo
chiamò con vocazione eterna (cfr. Ef. 1,4) a possedere la Volontà Divina; ed Essa,
vivendo e regnando nell’uomo (“in mezzo al giardino”) lo costituiva come vero re,
in tutto simile a suo Padre, Dio. Per tanto. Dio creò l’uomo a Sua immagine, affinché
vivesse a Sua somiglianza. Dio lo fece come Lui, affinché vivesse come Lui. L’uomo
non proviene dalle caverne, ma a causa del peccato è caduto nelle caverne.
La Redenzione di Cristo ha messo in salvo l’uomo, immagine di Dio. Ma Dio “non
riposa” ancora, fino a quando non vedrà “messa in salvo” la sua adorabile Volontà in
mezzo alle sue creature. Il Piano di Salvezza non è soltanto per mettere in salvo
l’uomo, ma l’intero Progetto divino, poiché la finalità di Dio non può essere sem-
plicemente l’uomo, ma Dio stesso. Perciò il mondo non può finire fino a quando tutta
l’Opera della Creazione non Gli abbia dato tutta la gloria, per mezzo dell’uomo; fino a
quando non ritornerà a Lui come uscì dalle sue mani, bella e riordinata, avendo
raggiunto il suo scopo supremo e soddisfatto il suo eterno Ideale.
La seconda Venuta di Cristo, con potenza e gloria, metterà in salvo la somiglianza
divina nell’uomo, anzi, sarà “la rivelazione dei figli di Dio” (Rom. 8,19), ci renderà
“simili a Lui, perché Lo vedremo così come Egli è” (l Gv. 3,2).
In questa vita, in questo mondo, l’uomo sarà sempre in tempo di prova, in regime di
fede e non ancora di visione; ma la Fede, anche se non è ancora la visione beatifica che
ci renderà eternamente felici nella Gloria, non è oscurità, né tanto meno cecità, ma vera
Luce, che dà vita e che illumina. È la sola cosa che consente di vedere nel buio, come i
26
visori a raggi infrarossi, in attesa del Giorno.
Le parole “così come Egli è” ci dicono che Gesù Cristo ci ha dato duemila anni
perché conosciamo la sua adorabile Umanità, quello che Egli ha fatto esteriormente, e
soltanto qualcosa appena di ciò che in Lui è infinitamente più grande, la sua Vita
interiore, vissuta totalmente nella Volontà del Padre.

L’OPERA DELLA CREAZIONE DELL’UOMO


L’IDEALE
DI DIO
E LO SCOPO
DELLE SUE OPERE

“Non voglio” “Sì, Signore” “Sì, Padre”


“Non serviam” dice il servo dice il figlio NELL’UNITÀ DI UN SOLO
IL PECCATO buono e fedele ancora minorenne VOLERE DIVINO

“FIAT”
dice il Figlio Gesù
Cristo insieme
al Padre.
Così diranno i figli
del Regno.
A somiglianza
L’immagine RASSEGNAZIONE - OBBEDIENZA - ABBANDONO
di Dio, l’uomo non vive
di Dio nell’uomo per timore più di volontà umana,
restò ferita, perdendo per interesse ma vive per grazia nella
la somiglianza = per amore Volontà della SS. Trinità
CRISTO CRISTO
REDENTORE RE

NEL PECCATO NELL’ANTICO NEL NUOVO NEL REGNO DELLA


E NELLA TESTAMENTO E DEFINITIVO DIVINA VOLONTÀ
DISOBBEDIENZA TESTAMENTO “come in Cielo,
così in terra”
“per Cristo” “con Cristo” “in Cristo”

8 – SETTE “GIORNI” = SETTE MILLENNI


Dopo aver visto schematicamente l’Opera della creazione dell’uomo, considerata
nei vari rapporti possibili tra la Volontà Divina e la volontà umana, possiamo adesso
vedere come l’intera storia dell’umanità, così come è presentata nella Sacra Scrittura e
nella storia della Chiesa, s’illumina in un modo sorprendente quando la si contempla
attraverso lo schema dei sette “giorni” della Creazione. San Pietro ci autorizza a farlo
quando ci ammonisce e, al tempo stesso, ci dà una chiave di lettura, nella sua seconda
lettera, 3,8: “Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un
27
giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo”.
Comunque sia, dobbiamo concludere che l’intera avventura umana sulla terra,
l’Opera della creazione dell’umanità, la storia dell’uomo nella sua situazione di
pellegrino o “viatore” in cammino, in regime di fede e non ancora di visione beatifica,
in stato di prova, deve svilupparsi in un tempo preciso, stabilito dal Padre Creatore,
nelle sue varie tappe.
Lasciando ad altri, molto più competenti, il fastidioso e ingrato compito della
“critica della Preistoria ufficiale, falsata dalla credenza nella progressiva evoluzione
della specie”, come abbiamo già detto in precedenza (Si veda “La Genesi, questa
incompresa”, di F. Crombette, p. 3), passiamo adesso a contemplare la panoramica
della storia in sette millenni.
A partire da quando e fino a quando?
“Dicci quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e
della fine del mondo” (Mt. 24,3). “Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno
lo sa, nemmeno gli angeli del Cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt. 24,36).
Tuttavia, “Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e
così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti!
Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete
giudicarlo?” (Lc. 12,54-56) “Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo
ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi,
quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte” (Mt. 24,32-
33).
A partire da quando e fino a quando? “Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza
calcoli il numero della bestia: esso rappresenta un nome di uomo...” (Apoc. 13,18).
Noi dovremmo fare come Daniele: “Io, Daniele, tentavo di comprendere nei libri il
numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si
dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. Ma Daniele
pregava e digiunava, umiliandosi, non tanto per sapere, quanto per chiedere mise-
ricordia per il suo popolo e il trionfo del glorioso progetto di Dio.
A partire da quando e fino a quando?
È conveniente seguire il metodo “induttivo”, cioè, partendo da un’affermazione (“la
storia dell’umanità deve completarsi in sette ‘giorni’ equivalenti a sette millenni”),
benché non sappiamo il giorno ne l’ora, passando quindi a esaminare la conferma che
ci danno gli eventi e le date. Date e cronologia che la Bibbia ci offre e che sarebbe
grave errore non prendere con serietà.
Che poi ci sia chi accetta questi dati con semplicità e chi li rifiuta con sufficienza,
perché ha abbracciato un’altra fede, è un’altra questione. Qui parliamo di un fatto che
ognuno può esaminare.
Facendo la somma degli anni esatti che indica la Sacra Scrittura, appoggiati su
questi dati, possiamo stabilire una cronologia chiara sin dall’inizio, cioè, a partire dalla
creazione di Adamo, fino all’arrivo degli israeliti con Giosuè alla terra promessa e la
sua conquista. In seguito si perde la cronologia durante il periodo dei Giudici, ma con
Saul e la monarchia si ricostruisce con precisione. Si oscura poi un’altra volta all’epoca
dell’esilio in Babilonia, ma già allora possiamo tener conto delle date ufficiali della
storia di Persia e Grecia.
28
Logicamente, non ci interessa vedere la storia dai vari punti di vista profani, che
interessano o attirano l’attenzione degli uomini (l’aspetto culturale, economico,
politico, militare, ecc.), ma dal punto di vista religioso, quello cioè che interessa il
compimento del Progetto di Dio.
Al riguardo è molto significativo il seguente passo, tratto dagli scritti autobiografici
della grande mistica italiana (oggi “Serva di Dio”) Luisa Piccarreta, “la piccola Figlia
della Divina Volontà”, della quale parleremo ancora. Si tratta del capitolo del 29
Gennaio 1919:
“... Ora pareva che Gesù mi dicesse: «Figlia diletta mia, voglio farti sapere
l’ordine della mia Provvidenza. Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il
mondo. Nei primi duemila lo rinnovai col Diluvio. Nei secondi duemila lo rinnovai con
la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come da tante
fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi santi dei seguenti duemila anni
sono vissuti dei frutti della mia Umanità e come a gocce hanno goduto della mia
Divinità. Ora siamo circa alla fine del terzo duemila e ci sarà una terza rinnovazione;
ecco per tanto lo scompiglio generale: non è altro che il preparativo alla terza
rinnovazione. E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la
mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza
rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione
presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la rinnovazione col
manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio
Volere Divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me e come
tutto facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna creatura era rifatto da Me e
suggellato col mio Volere Divino.
Il mio Amore vuole sfogo e vuole far conoscere gli eccessi che la mia Divinità
operava nella mia Umanità in favore delle creature, eccessi che superano di gran
lunga gli eccessi che operava esternamente la mia Umanità.
Ecco pure perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho
manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia e
la dolcezza che contiene il farla; ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità,
moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque –anche stando in terra– e in Cielo e nei
cuori, deporre i modi umani e agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora,
tanto che a non pochi sembrerà strano, e chi non tiene aperta la mente alla luce della
Verità non ne comprenderà un acca. Ma Io a poco a poco mi farò strada, manifestando
ora una verità, ora un’altra di questo vivere nel mio Volere, che finiranno col
comprenderlo.
Ora, il primo anello che congiunse il vero vivere nel mio Volere fu la mia Umanità.
La mia Umanità con la mia Divinità nuotava nel Volere Eterno e andavano
rintracciando tutti gli atti delle creature per farli propri e dare al Padre, da parte delle
creature, una gloria divina, e portare a tutti gli atti delle creature il valore, l’amore, il
bacio del Volere Eterno. In questo ambiente del Volere Eterno Io vedevo tutti gli atti
delle creature possibili a farsi e non fatti e gli stessi atti buoni malamente fatti, ed Io
facevo i non fatti e rifacevo i malamente fatti. Ora, questi atti non fatti e fatti solo da
Me stanno tutti sospesi nel mio Volere, e aspetto le creature che vengano a vivere nel
mio Volere e che ripetano nella mia Volontà ciò che feci Io.
29
Perciò ho scelto te come secondo anello di congiunzione con la mia Umanità 12,
facendosi uno solo col mio, vivendo tu nel mio Volere, ripetendo i miei stessi atti;
altrimenti, da questo lato il mio Amore rimarrebbe senza sfogo, senza gloria da parte
delle creature di ciò che operava la mia Divinità nella mia Umanità e senza il perfetto
scopo della Creazione, che deve racchiudersi e perfezionarsi nel mìo Volere. Sarebbe
come se avessi sparso tutto il mio sangue e sofferto tanto, e nessuno lo avesse saputo:
chi mi avrebbe amato? Quale cuore ne sarebbe rimasto scosso? Nessuno, e quindi in
nessuno avrei avuto i miei frutti, la gloria della Redenzione».
Ed io, interrompendo il dire di Gesù, ho detto: «Amor mio, se tanto bene c’è di
questo vivere nel Volere Divino, perché non lo hai manifestato prima? »
E Lui: «Figlia mia, prima dovevo far conoscere ciò che fece e soffrì la mia Umanità
di fuori, per poter disporre le anime a conoscere ciò che fece la mia Divinità di dentro.
La creatura è incapace di comprendere tutto insieme il mio operato; perciò vado
manifestandomi poco a poco.
Poi, dal tuo anello di congiunzione con Me saranno congiunti gli anelli delle altre
creature e avrò uno stuolo di anime che, vivendo nel mio Volere, rifaranno tutti gli atti
delle creature, e avrò la gloria di tanti atti sospesi, fatti solo da Me, anche da parte
delle creature, e queste di tutte le classi: vergini, sacerdoti, secolari, a seconda del loro
ufficio. Non più opereranno umanamente, ma penetrando nel mio Volere, i loro atti si
moltiplicheranno per tutti in modo tutto divino, e da parte delle creature avrò la gloria
divina di tanti Sacramenti amministrati e ricevuti in modo umano, di altri profanati, di
altri infangati dall’interesse e di tante opere buone in cui resto più disonorato che
onorato... Lo sospiro tanto questo tempo, e tu prega e sospiralo insieme con Me, e non
spostare il tuo anello di congiunzione col mio, incominciando tu la prima”.
9 – LE TRE ETÀ O TEMPI DELLA STORIA
II re Nabucodonosor (colui che distrusse Gerusalemme e deportò i giudei in
Babilonia) rappresenta l’uomo. Contro di lui fu decretato: “Si muti il suo cuore e invece
di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia: sette tempi passeranno su di lui”
(Dn. 4,13).
Il cuore dell’uomo si è mutato nell’atto di commettere il peccato. La sua volontà ha
respinto l’alleanza di amore eterno con la Volontà di Dio e si è messa di traverso, in
opposizione alla Volontà Divina, contraddicendola: così si è formata LA CROCE.
La storia dell’umanità è il lungo e faticoso cammino del povero fìgliol prodigo, che
non amò il proprio Padre, che non ebbe fiducia in Lui, che Lo abbandonò e che,
anziché di amore, si riempì di timore... ADAMO se ne andò dalla Casa patema (la
Divina Volontà) e perciò fu espulso dal Paradiso terrestre, o, piuttosto, fu l’uomo a
cacciare via Dio; da allora il Paradiso terrestre divenne “questa valle di lacrime”.
Duemila anni dopo, ABRAMO, padre nella fede di tutti i figli di Dio, “esce dalla
sua terra e dalla casa di suo padre Adamo e arriva alla terra che Dio gli promette
come eredità”. Di questi Patriarchi da testimonianza la lettera agli Ebrei (11,13-16),
dicendo: “Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni
12
- Qualche giorno dopo Gesù le spiega che sua Madre SS. “non entra nella parte secondaria del suo
Amore, del suo Volere”, ma che forma con Lui un solo anello, da sempre ed in modo irripetibile,
mentre invece Luisa e tanti altri dopo di lei sono chiamati a diventarlo (cfr. Lc.8,21).
30
promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri
e pellegrini sulla terra”... Il figlio prodigo –l’uomo– intraprende in ABRAMO il lungo e
faticoso cammino di ritorno verso la Casa del Padre.
Duemila anni dopo, l’umanità in Gesù Cristo incontra il Padre. Allo stesso tempo,
è il Padre che esce incontro al figlio suo perduto e ritrovato. Esce all’incontro di lui con
le braccia aperte di Gesù Cristo crocifìsso, per abbracciarlo. È il momento della
confessione della colpa e del perdono assoluto. Ma il figlio perduto e ritrovato, che era
morto ed è risuscitato, deve essere vestito con veste di figlio (“Rivestitevi del Signore
Gesù Cristo”: Rom. 13,14), deve avere i calzari ai piedi e ricevere l’anello che possa
accreditarlo come figlio legittimo del Padre. Ancora deve entrare nella Casa, sotto-
braccio con il Padre, perché possa incominciare la festa, il banchetto, “il Banchetto
delle Nozze dell’Agnello”, “del Figlio del Re”: “Annunciamo la tua morte. Signore,
proclamiamo la tua Risurrezione nell’attesa della tua venuta!”
I sette “giorni”, di mille anni ognuno, che formano la storia dell’umanità, si
dividono in tre età, che sono tre fasi crescenti nella Rivelazione Divina e nei
rapporti tra Dio e l’uomo:
- L’Antico Testamento: 4.000 anni.
- Il Nuovo Testamento: 2.000 anni.
- “Il Millennio” del Regno di Dio, “come in Cielo, così in terra”: il “Settimo Gior-
no” o mille anni, i quali possono essere molti di più (come Gesù stesso dice a Luisa
Piccarreta, spiegandole il motivo: per compensare tutti i millenni di regno del peccato),
e non è detto che siano anni come quelli che finora abbiamo conosciuto (“il Millen-
nioooooo ...”).
I sette “giorni” sono dunque l’opera o rivelazione del Padre (nell’Antico Testa-
mento), del Figlio (nel Nuovo Testamento) e dello Spirito Santo (nel compimento del
suo Regno di Amore, di Giustizia e di Pace, il Regno della Divina Volontà, come una
nuova e perenne Pentecoste) 13. Queste tre età dell’umanità sono:
- Età della Legge naturale, Legge per i servi (per tanto, Legge di timore, che solo
dava la consapevolezza della propria miseria e del peccato). Essa divenne Legge scritta
nei secondi duemila anni, a partire da Mosè.
- Età della Legge soprannaturale, della Grazia, Legge per i figli (Perciò, Legge
d’amore, Legge evangelica, che dà la coscienza di essere oggetto della Divina Mise-
ricordia).
- Età della Volontà Divina, non come Legge, ma come Vita. Come in Cielo, così
in terra; come è per il Padre, così deve essere per i suoi figli (Quindi non la guarderemo
come volontà di un altro, una volontà a noi estranea, ma come nostra, e come tale
l’ameremo e in noi formerà “il regno di Dio e la sua Giustizia” o Santità).
Queste tre età restano delimitate da quattro momenti capitali:
1°, L’inizio dei tempi (La creazione dell’uomo e la sua caduta).
2°, La pienezza dei tempi (L’Incarnazione del Verbo e la Redenzione).
3°, La fine dei tempi (“La Parusìa” o seconda Venuta del Signore, con la
manifestazione del Regno di Dio, della Divina Volontà, “come in Cielo, così in terra”).
13
- Vedremo in seguito un interessante articolo, che presenta una sintesi della teologia della storia,
sviluppata dall’Abate Gioacchino da Fiore (1130-1202).
31
E 4°, la fine del mondo (con la resurrezione universale e il Giudizio finale). È la
fine, per quanto riguarda il divenire storico del mondo: finirà lo stato di prova, il tempo
della fede e della condizione mortale dell’uomo; e la condizione dell’uomo sarà a
seconda del diverso risultato definitivo della prova: la visione beatifica e la tra-
sformazione gloriosa, per i salvati, oppure la perdita definitiva di Dio, per i dannati. In
questo senso, il mondo-universo o cosmo avrà raggiunto il proprio traguardo e
anch’esso morirà, per essere rinnovato o trasformato in quei “cieli nuovi e terra nuova
in cui avrà perpetua dimora la Giustizia”.
“GIOACCHINO DA FIORE, PROFETA DELL’AVVENTO DELLO SPIRITO” 14
Ha influenzato per secoli la spiritualità cristiana
con la sua visione delle “ultime cose” (“i novissimi”)
Alle soglie del Duemila, un appassionante raffronto tra la sua concezione
della storia umana nell’estrema fase, e quella di Tommaso d’Aquino.
Gioacchino da Fiore ha posto la dottrina trinitario al centro di una nuova teologia
della storia. Il suo pensiero rappresenta allo stesso tempo la sintesi e il superamento
più radicale di tutte le forme medioevali di escatologia (o “studio delle cose ultime”).
Con lui, dall’attesa della fine della storia, si passa all’attesa, piena di speranza, di un
nuovo tempo della storia.
A Napoli si è tenuto di recente un convegno su “Trinità e storia in Gioacchino da
Fiore”, promosso dalla sezione “San Tommaso” della Facoltà Teologica dell’Italia
meridionale in collaborazione con l’Associazione teologica italiana. Nella prima
relazione, Antonio Crocco, dell’Università di Salerno, ha sottolineato che il “De
civitate Dei” di Sant’Agostino e la “Concordia novi et veteris testamenti” di
Gioacchino rappresentano i due maggiori sistemi di teologia elaborati dal pensiero
cristiano occidentale tra il V e il XII secolo. In Agostino, la vicenda storica è
interamente percorsa dal contrasto tra due modi di esistenza, “la città di Dio” e “la
città terrena”, e alla fine la prima trionferà sulla seconda. Agostino valuta la storia
cristiana soprattutto da questo compimento: per lui, il cristiano sta vivendo alla fine
dei tempi, nella “vecchiaia del mondo”, che precede la dissoluzione del “secolo” e il
secondo avvento di Cristo.
Gioacchino, invece, prende coscienza della storia in quanto legge; e scopre in essa
l’azione della Trinità, che diviene così il suo essenziale canone teologico di
interpretazione. Egli mette al centro di tutto non più Cristo, ma la Trinità.
E divide la storia in tre tempi: c’è stato un “tempo della Legge” (l’Antico Testa-
mento), seguito da un “tempo di Cristo” (il Nuovo Testamento), al quale seguirà un
terzo tempo, il regno dello Spirito.
Di questo “terzo stato”, Gioacchino ha una visione grandiosa, che affascinerà a
lungo l’immaginazione mistica e la coscienza religiosa degli ultimi secoli del Medio-
evo. Sarà l’età del “rinnovamento della religione cristiana”, della purificazione storica
della Chiesa medievale feudalizzata e mondanizzata: l’età del grande “sabbatismo”
del popolo di Dio, di cui faranno parte tutte le genti (conversione degli Ebrei), l’età
della pace e della giustizia.
14
- È un articolo di Antonio Terracciano, pubblicato sulla rivista “II nostro tempo”, del 27.02.1983.
32
A questo punto nasce un interrogativo inquietante: ma questa età dello Spirito non
rappresenta forse una nuova economia religiosa, superamento di quella di Cristo?
Non afferma forse Gioacchino una frattura storica tra il tempo di Cristo e il “terzo
stato”, tale da compromettere la definitività di Cristo e la sua sufficienza per la storia
della salvezza? Così ritengono, tra altri, E. Jordan e H. De Lubac. Il relatore, al
contrario, ha affermato: “Noi siamo pienamente convinti, dopo circa trent’anni di
familiarità col pensiero di Gioacchino, che l’età dello Spirito non sia dissociata da
quella di Cristo, ma rappresenti l’inveramento totale e plenario dell’ opus Christi, la
'pienezza del Cristo’ di cui parla Paolo nella lettera agli Efesini (2,13). La dottrina
dello Spirito, di Gioacchino, non sovverte dunque la cristologia, ma ne fonda e realizza
la pienezza”.
Nella seconda relazione Jurgen Moltmann, dell’Università di Tubinga, ha condotto
un serrato confronto teologico con Gioacchino e Tommaso d’Aquino sul tema:
“Speranza cristiana: messianica o trascendentale?” La critica di Tommaso alle tesi
dell’abate Gioacchino –ha premesso il relatore– rappresenta la risposta cattolica
all’interpretazione messianica della storia. Tuttavia le visioni di Gioacchino hanno
influito sulla storia del pensiero europeo perlomeno quanto le definizioni di Tommaso.
La controversia tra un orientamento messianico della speranza cristiana e una
definizione trascendentale di essa, si prolunga ed è presente fino ai nostri giorni: la
speranza cristiana trova la sua realizzazione in un futuro storico, oppure è, insieme
con la fede e la carità, una virtù “teologica”, cioè, “soprannaturale”?
Moltmann ha quindi ricalcato la struttura della quaestio 106,4 della Summa di
Tommaso (I-II), che contesta la tesi gioachimita, ponendo la questione in questi
termini: Ultrum lex nova sit duratura usque ad fìnem mundi, se cioè la nuova legge di
Cristo, il tempo del Vangelo e della Chiesa, durerà fino alla fine della storia. Secondo
Gioacchino, essa verrà abolita quando si manifesterà il futuro di Cristo, il regno futuro
dello Spirito come compimento delle promesse dell’Antico e del Nuovo Testamento. Di
qui anche la convinzione della provvisorietà della Chiesa e del Vangelo, e l’attesa di
una ecclesia spiritualis e di un evangelium aeternum.
Risposta di Tommaso: nessun altro stato potrà succedere a quello della “nuova
legge”, poiché nessuno status della vita presente può essere più perfetto di tale legge.
Tra la Chiesa trionfante e qualsiasi status della Chiesa militante di oggi non c’è un
“termine medio”. Nella storia della salvezza esiste un unico passaggio: quello da
Israele alla Chiesa. Il passaggio, poi, dalla Chiesa al Regno segnerà anche il
passaggio dalla storia all’eternità; “la nuova legge” dura fino alla fine del mondo.
Gioacchino procede invece in maniera storica, in base al suo modo di spiegare la
Scrittura: sottolinea che le promesse bibliche sono orientate “in avanti”, cioè verso la
loro realizzazione storica ed escatologica. La speranza divina dischiude l’esperienza
della storia, perché da origine all’attesa della sua realizzazione.
Tommaso pone gli ultimi tempi e la loro attesa (speranza escatologica) su un piano
puramente trascendente, soprannaturale. Gioacchino, al contrario, colloca la
escatologia biblica in una sorta di cronologia del mondo sul piano universale: le
“ultime cose” egli non le vede come evento o momento già fuori del tempo degli
uomini, bensì come capitolo finale della vicenda umana. È quello che gli studiosi
chiamano “chiliasmo” millenaristico (“chiliasmo” dal greco “kilioi” = mille).
33
Nell’orizzonte cristiano –ha concluso Moltmann– non vi può essere una concezione
critica della storia che non preveda e non includa le “cose ultime”; cioè, come dicono
gli studiosi, non vi può essere “chiliasmo” senza escatologia, perché ciò conduce a un
“chiliasmo” politico, che è stato tanto gravido di conseguenze per la storia europea.
Ma nemmeno può esservi un’escatologia senza “chiliasmo”, cioè un puro e semplice
pensare alle “ultime cose” distaccandosi dalla storia umana e dai suoi andamenti: ciò
finirebbe per dissolvere la speranza cristiana in una sorta di anelito trascendente,
staccato dalla vita, che è stato altrettanto pernicioso nel corso della storia della
Chiesa”.
CHE DOBBIAMO PENSARE DI TUTTO CIÒ?
“Gioacchino da Fiore, ebreo, rispecchia l’idea cabalistica di una restaurazione
messianica terrena nel suo triteismo storico (era del Padre, era del Figlio, era dello
Spirito Santo) corrispondente al triteismo delle Persone Divine, che a suo dire formano
un’unità collettiva e non di Natura”. 15
Dopo la morte dell’abate Gioacchino, il Concilio Lateranense IV (1215) condannò
un suo trattato sulla Trinità, andato perduto, ma espresse pure stima per la sua figura.
Dante collocò in Paradiso “il calavrese abate Gioacchino, di spirito profetico dotato”.
Sarebbe sicuramente un errore fare una separazione e contrapposizione tra le tre età,
anziché fare una distinzione. Quando noi diciamo che le tre età sono rispettivamente
“opera o rivelazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, lo intendiamo come
periodi che hanno rispettivamente come protagonisti ognuna delle Tre Divine Persone:
ma queste sono attribuzioni che affatto escludono l’assistenza delle altre due Persone a
Quella che appare come protagonista o soggetto di tale opera. Così diciamo che la
Creazione è opera del Padre, la Redenzione è opera del Figlio e la Santificazione è
opera dello Spirito Santo. Nel loro operare “ad extra”, cioè, esterno al loro Essere
Divino o Divinità, le Tre Divine Persone, che sono un unico Essere, un solo Dio, sono
inseparabili.
Per tanto, quella “frattura storica tra il tempo di Cristo e il ‘terzo stato’, tale da
compromettere la definitività di Cristo e la sua sufficienza per la storia della salvezza”,
quella contrapposizione che manifesta l’abate Gioacchino tra “l’età dello Spirito e
l’età di Cristo, rappresentando la prima senza dubbio una nuova economia religiosa,
superamento di quella di Cristo”, è certo un’esagerazione e un errore. Non c’è
“frattura storica” né contrapposizione tra il tempo dei fiori e il tempo dei frutti in una
stessa pianta, per quanto siano due cose differenti e successive. Quante volte il nostro
“distinguere” lo portiamo all’eccesso di “separare” e “contrapporre”. Noi godiamo di
altre categorie e concetti più ricchi e abbondanti di quelli di cui disponevano i pensatori
medievali: Cristo Re, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, la nuova Pentecoste, il
Regno della Divina Volontà “come in Ciclo così in terra”, ecc. Sono scusabili nei loro
limiti quei santi fratelli che ci hanno preceduto, verso i quali siamo tanto debitori e
senza i quali saremmo stati molto più poveri.
L’intuizione di Gioacchino, benché rudimentale nella sua esposizione, è senz’altro
valida; basterebbe liberarla dagli elementi esagerati e scorretti, come è quello di
“mettere al centro di tutto non più Cristo, ma la SS. Trinità”. Dov’è l’equivoco? Nel
15
- “Gnosi e rivoluzione”, di Orio Nardi (p, 53).
34
contrapporre Cristo alla Trinità. No, il centro unico e insostituibile di tutta la storia è
Gesù Cristo, anzi. Egli ne è il principio, il mezzo e il traguardo. Egli ne è l’Autore, il
Protagonista e il Destinatario, Egli è l’Erede. Questo è fuori discussione. Altro è che
ognuna delle tre età sia caratterizzata dall’intervento specifico di ognuna delle Tre
Divine Persone.
Riguardo a Sant’Agostino, per il quale “tutta la storia è interamente percorsa dal
contrasto tra due modi di esistenza: “la città di Dio” e “la città terrena”, e alla fine la
prima trionferà sulla seconda”, diciamo innanzi tutto che il suo pensiero sarebbe stato
perfetto se invece di parlare di “Città di Dio” e “città terrena” avesse detto “la Volontà
di Dio” e “la volontà umana”, che sono le categorie bibliche (Gv. 1,13).
Sant’Agostino valuta la storia cristiana soprattutto per il suo compimento: secondo
lui, “il cristiano sta vivendo alla fine dei tempi, nella “vecchiaia del mondo”, che
precede la dissoluzione del “secolo” e il secondo avvento di Cristo”.
Ciò vuoi dire, secondo lui, che non c’è nient’altro da attendere, se non soltanto che
finisca la nostra vita e arrivi la fine del mondo. Fa coincidere la Venuta gloriosa di
Cristo con la fine del mondo. La nostra speranza rimane solo per “l’aldilà”. E il Regno
di Dio, dove sarà? Appunto, nell’aldilà. E qua invece? È già venuto, secondo lui;
coincide con la Chiesa, così come è, e non c’è nient’altro da attendere. Ebbene, grande
sarebbe il fallimento di Dio e vano tutto quello che ha fatto, se questo fosse tutto.
Sarebbe come tagliare l’albero, dopo tante fatiche, dopo la sua fioritura, senza attendere
il tempo dei frutti.
“Agostino 16 ha fondato tutta la sua spiegazione circa la natura del millennio
biblico sul testo classico dell’Apocalisse, con qualche accenno ad altri passi paralleli.
Ma ora finiamo di constatare come la sua concezione è assolutamente inconciliabile
con tale testo. Per cui dobbiamo senz’altro scartarla. Non meno infondata è la sua
concezione, se messa al confronto col pensiero patristica dei secoli che l’hanno
preceduto. Perché non vede altro che l’aberrazione dei millenaristi crassi e
materialoni; e riduce a favole tutto il resto, solo perché non risulta logico e prevedibile
in base alla semplice esperienza umana. Ma Dio ha ben altri piani! E li rivela solo
quando è l’ora giusta. Anche il piano soprannaturale del N.T., benché promesso
allusivamente presso i santi Profeti, non fu spiegato in modo esauriente se non da
Cristo stesso, mentre stava realizzandolo. Ora succede la stessa cosa: adesso, alla
vigilia della realizzazione completa, Cristo e Maria, attraverso i loro segretari e
segretarie mistici, spiegano a fondo i fatti cui alludono le visioni dell’Apocalisse. Gli
esegeti devono attingere lì; e i censori devono sceverare lì il buon grano dalla zizzania
ed approvare senza paura ciò che risulta conforme al resto della Scrittura e al ramo
genuino della Tradizione patristica e liturgica”.
(...) Abbiamo constatato qui la fragilità dell’esegesi di S. Agostino e della sintesi
teologica che ne ricava. Data la stima esagerata che il mondo cattolico ha di lui come
teologo, giudico necessario addurre altre prove di tale fragilità. Era molto scarso in lui
il lavoro di lima, paziente e tenace, nel rivedere, correggere, coordinare bene in un
sistema logico, le proprie affermazioni teologiche nei vari punti discussi. A prova di
ciò, ricordiamo che egli fu per un certo tempo un eretico, vero e proprio, vittima del
16
- “Viene Gesù!”, del P. Martino Penasa, Edizioni "Segno", Udine, (pag. 165-166).
35
manicheismo. Anche dopo la conversione, dava sempre ampio spazio al sentimento
affettivo, più che al ragionamento severo, guardando con occhi pessimistici la materia
e il suo mondo corporeo. Infatti, nella lotta contro il pelagianesimo calca volentieri sul
concetto di “massa perditionis” riguardo alla razza umana, nata da Adamo.
Da quello sfondo, l’imprudente agostiniano Lutero potette ricavare con una certa
facilità le sue tesi riguardanti il “servo arbitrio” e la “Gratia” troppo generosa, che
coprirebbe come mantello pietoso le brutture del peccato, inevitabile e permanente. È
frutto della poca precisione e della mancanza del paziente lavoro di lima.
Lo stesso si dica di Giansenio. Egli chiama “Augustinus” la sua opera fonda-
mentale, da cui deriva il giansenismo: infatti era un’ampia collezione di passi
agostiniani... Ricordiamo che verso la fine della sua vita, egli stesso si sentì in dovere
di rivedere le sue opere e di correggere vari punti, alcuni per intero, altri in parte. È il
suo libro delle “Retractationes”, in cui passa in rassegna non meno di 67 opere. Sono
le sue “Confessioni” sotto l’aspetto dottrinale...
Stando così le cose, è logico e doveroso anche per noi ora deciderci a ritoccare e a
limare un po’ meglio le sue affermazioni circa il problema della venuta intermedia di
Gesù e del millennio felice che la segue, distinguendolo per bene dal millenarismo,
che è tutt’altra cosa, condannabile e condannata”.
(...) Riguardo a San Tommaso 17, “non approfondì il problema: lo lasciò pressoché
nella stessa situazione in cui l’aveva trovato studiando S. Agostino. Lo riporta,
riassumendo tutto in poche linee, in via del tutto secondaria (...) Dal fatto che
s’appoggia completamente su S. Agostino e che offre anche lui varie spiegazioni, come
S. Agostino stesso, lasciando al lettore la scelta, si capisce chiaramente che sentiva
anche lui le lacune presenti in questa soluzione e non giudicava la cosa tanto
importante da meritare un nuovo studio più completo e approfondito.
Invece il N.T. è pieno di quell’annuncio, giacché quella è la mèta di tutta la storia
della Chiesa, come la prima venuta di Gesù nell’Incarnazione era la mèta di tutta la
storia ebraica! È tanto importante per la storia del mondo e della Chiesa, quanto è
importante per il singolo la preparazione alla morte!”

10 – I TRE PERIODI O CICLI DI DUEMILA ANNI


Abbiamo visto le tre età della storia, senza sapere con questo “il giorno né l’ora”:
noi non sappiamo se non quello che per noi è stato scritto. Inoltre vediamo adesso –e
sempre secondo la Sacra Scrittura– che la storia umana è costituita da tre periodi di
2.000 anni ognuno, quindi da sei millenni, più il settimo, chiamato “il Millennio”.
Nei primi duemila Dio si rivolse all’umanità, la quale –a eccezione di pochi giusti, i
Patriarchi– divenne sempre più sorda e lontana.
Per tanto, nei secondi duemila, a partire da ABRAMO, Dio si rivolse come inter-
locutore a un solo uomo, a una famiglia, a un solo popolo, in preparazione al-
l’Incarnazione.
Ma nei terzi duemila, avendo compiuto la Redenzione, si rivolge a tutta l’umanità
nel Figlio suo e per mezzo di Lui... “Egli infatti è la nostra pace. Colui che ha fatto dei
due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè

17
- Ibidem, pag. 170-171.
36
l'inimicizia (...) Egli è venuto ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a
coloro che erano vicini. Per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al
Padre in un solo Spirito” (Ef. 2,14-18).
Questi tre periodi coincidono nella durata: 2.000 anni ognuno. Basta prendere i
numeri di anni che ci indica la Bibbia (come vedremo), nei tempi ai quali la storia
sicura dell’uomo non arriva. Per il momento notiamo un piccolo fatto oggettivo, che
risulta semplicemente sorprendente: se facciamo la somma dei numeri degli anni di
nascita dei patriarchi, così come si trovano nel libro del Genesi (capitoli 5 e 11,10-32),
troviamo che ABRAMO nacque 1948 anni dopo la creazione dell’uomo, ADAMO. Eb-
bene, il moderno stato ebraico, che ha il nome d’Israele, è stato costituito precisamente
l’anno 1948 dell’Era Cristiana! Lascio al lettore ogni commento. E di “coincidenze”
come questa ce ne sono altre.
Aggiungiamo che, oltre alla durata, i tre periodi di 2.000 anni presentano un
parallelismo storico, evidente soprattutto se si confronta la storia del ciclo ebraico e
del ciclo cristiano, del quale il primo risulta essere figura, profezia e preparazione. 18
D’altronde, la prima lettera ai Corinzi (10,11) ce lo conferma dicendo: “Tutte queste
cose accaddero a loro (agli antichi) come esempio, e sono state scritte per ammo-
nimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi”.
La Creazione dell’umanità si deve compiere in tre atti creativi di Dio:
- La creazione dell'uomo. ADAMO, con la sua prova e la sua caduta;
- l’Incarnazione (creazione) dell’Uomo-Dio, GESÙ CRISTO, con la Redenzione;
- e infine, la Nuova Creazione dell’uomo, al quale Dio da di nuovo in Cristo la
somiglianza divina perduta (cfr. 1 Gv. 3,2) nel compimento e manifestazione del suo
Regno, culmine dell’opera della Santificazione.
Abbiamo già visto un capitolo degli scritti di Luisa Piccarreta, dove il Signore
spiega l’ordine della sua Provvidenza e i suoi tre interventi straordinari per
rinnovare l’umanità e il mondo:
-Nei primi duemila anni mediante l’acqua del Diluvio (1656 anni dopo l’inizio
dell’umanità).
-Nei secondi duemila, manifestando il Signore la sua SS. Umanità, mediante il suo
Sangue (la Redenzione, alla fine di questo periodo).
-E nei terzi duemila (e siamo al termine), manifestando il Signore la vita interiore
della sua adorabile Umanità nell’ambito eterno e infinito della Volontà del Padre;
quindi, mediante il fuoco: “Sono venuto a portare il Fuoco sulla terra, e come vorrei
che fosse già acceso!” (Lc. 12,49). È questo l’Amore Eterno, il Fuoco dello Spirito
Santo per coloro che Lo accolgono.
Negli ultimi decenni lo Spirito Divino sta soffiando con potenza a partire dalla sua
Chiesa, per un radicale rinnovamento dell’uomo. Radicale significa che deve essere
fatto a partire dalla radice, dal cuore dell’uomo, che è la sua volontà.
Si tratta di una multiforme corrente di vitalità nuova e feconda, che inonderà tutta la
Chiesa in tutte le sue espressioni e in tutti i suoi membri, secondo le indicazioni
18
- Molto eloquente e utile è, al riguardo, il libro di Gavino Sabadin “Armonie della Creazione e della
Storia” (Rebellato 1958, Padova).
37
dell’ultimo Concilio. Si tratta di una preparazione provvidenziale per una nuova
straordinaria Pentecoste, profetizzata da mistici e santi del nostro tempo, per
esempio, le “Serve di Dio” Conchita Cabrera e Marta Robin, tra gli altri.

. L'OPERA DELLA CREAZIONE DELL' UMANITÀ


L’ANTICO TESTAMENTO IL NUOVO TESTAMENTO “IL MILLENNIO”
("due tempi") ("un tempo") ("la metà di
un tempo")
PRIMA ETÀ SECONDA ETÀ TERZA ETÀ il Regno
DELL’UMANITÀ DELL’UMANITÀ DELL’UMANITÀ della Divina
Volontà
La Legge naturale La Legge naturale scritta, La Legge soprannaturale
come
Legge di timore, Legge senza l’aiuto evangelica, Legge di
in Cielo
per i servi della Grazia Grazia e di Amore,
così in terra
per i figli
inizio la la la Fine
dei Pienezza Fine dei del
tempi dei Tempi Tempi mondo
il peccato l’Incarnazione
originale e la Redenzione
ADAMO ABRAMO GESÙ CRISTO CRISTO RE
ed EVA e SARA e MARIA
1°Millennio 2° Millennio 3° Millennio 4° Millennio 5° Millennio 6° Millennio ‘il Millennio’
della Luce delle Acque della Terra del Sole, dei viventi dei viventi finalmente
(il Diluvio ) ( la Terra la Luna delle acque della terra si compirà
promessa ) e le stelle (ma anche (ma anche lo scopo e
della bestia della bestia il Regno di
del mare) della terra) Dio:
IL RIPOSO e
IL TRIONFO
L'UMANITÀ DECADUTA IL POPOLO D' ISRAELE, LA CHIESA, nel tempo in LA CHIESA
figura e preparazione cui è figura e preparazione nella sua
della Chiesa della sua propria età età gloriosa
gloriosa
Dio rivela il suo ESSERE (un solo Dio) Dio rivela
e la sua Volontà come la Via (la Legge) Dio rivela la sua la sua
TRINITÀ di PERSONE VOLONTÀ
La Rivelazione del PADRE come Creatore come la sua
incomincia nella Creazione e culmina e la sua Volontà
come la Verità Vita, perché
nell’Incarnazione del FIGLIO sia per noi
e la Luce del mondo.
la nostra Vita
La Rivelazione del (con il dono
FIGLIO come Redentore del suo Divin
incomincia nella sua Volere).
Incarnazione e La Rivelazio-
culminerà nella sua ne dello
Seconda Venuta SPIRITO
come Re SANTO
Santificatore
culminerà in
una “nuova
Pentecoste”
38
San Giovanni Bosco l’aveva predetto nel 1870 da con queste parole:
“Ma l’Augusta Regina del Ciclo è presente. La potenza del Signore è nelle sue
mani; disperde come nebbia i suoi nemici. Riveste il Venerando vecchio (il Papa) di
tutti i suoi antichi abiti. Succederà ancora un violento uragano. L’iniquità è consumata,
il peccato avrà fine, e prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l’iride
della pace comparirà sulla terra. Il Gran Ministro (il Papa) vedrà la Sposa del suo Re
vestita a festa. In tutto il mondo apparirà un Sole così luminoso quale non fu mai
dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né più si vedrà fino all’ultimo dei giorni”.
Il Sole eterno del Volere Divino!

11 – LA STORIA DELL’UMANITÀ IN CHIAVE SPIRITUALE E TEOLOGICA


La Creazione dell’uomo dura, come abbiamo detto, sette millenni, secondo l’indi-
cazione della seconda lettera di San Pietro, 3,8: “Una cosa non dovete perdere di vista,
carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno
solo”.
Questo non è determinismo; è la prova che Dio è il Creatore e Signore del mondo e
della storia: “Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su
tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro
spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni,
benché non sia lontano da ciascuno di noi” (Atti, 17,26-27).
“Tu, figlio dell’uomo, descrivi questo Tempio alla casa d’Israele, perché arros-
siscano dalle loro iniquità; ne misurino la pianta e, se si vergogneranno di quanto
hanno fatto, manifesta loro la forma di questo Tempio, la sua disposizione, le sue
uscite, i suoi ingressi, tutti i suoi aspetti, tutti i suoi regolamenti, tutte le sue forme e
tutte le sue leggi: mettili per iscritto davanti ai loro occhi, perché osservino tutte queste
norme e tutti questi regolamenti e li mettano in pratica. Questa è la legge del Tempio:
alla sommità del monte, tutto il territorio che lo circonda è santissimo; ecco, questa è
la legge del Tempio” (Ezechiele, 43,10-12).

12 – CRONOLOGIA DELL’ANTICO TESTAMENTO


I PRIMI DUEMILA ANNI – PRIMA ETÀ DELL’UMANITÀ
IL PRIMO MILLENNIO (DELLA LUCE)
Il primo millennio va da ADAMO a NOÈ
L’uomo fu creato nella LUCE della Divina Volontà, nel Verbo Incarnato, che è
“Luce da Luce”; ma a causa del peccato divenne tenebre. Tuttavia, in mezzo alle
tenebre “il giusto vive per la sua fede” (Abacuc, 2,4) e splende come LUCE per la
fede, dando testimonianza della LUCE.
-La creazione dell’uomo (ADAMO).
-La sua caduta o peccato originale e la prima promessa di Dio o annuncio della
Redenzione (La Luce della speranza nella Donna vestita di Sole e nella sua Discen-
denza: “Porrò inimicizia –disse Dio al demonio– tra te e la Donna, tra la tua stirpe e
la sua; essa ti schiaccerà la testa, mentre tu insidierai il suo calcagno”: Gen. 3,15).
39
-La luce è separata dalle tenebre: “i figli di Dio” (figli della Luce) sono separati dai
“figli degli uomini”. Incomincia il Giudizio.
IL SECONDO MILLENNIO (DELLE ACQUE) (Epoca del Diluvio)
Il secondo millennio va da NOÈ ad ABRAMO
Si accentua la separazione tra “le acque dall’alto” (la Volontà Divina) e “le acque
inferiori”, il mare (la volontà umana).
Se vogliamo controllare questa cronologia, la troviamo nel capitolo 5 della Genesi
(da ADAMO a NOÈ) e nel capitolo 11,10-26 (da NOÈ ad ABRAMO). È evidente che la
Bibbia ha voluto essere meticolosa, e questo non può essere casuale e cosa trascurabile.
Anche queste pagine oscure della Bibbia sono Parola di Dio. Oscure vuol dire
misteriose; e allora, perché tanti squalificano questi testi svuotandoli dal loro contenuto
oggettivo? Dove sono i motivi validi per farlo? E dove, i motivi validi e onesti per
deridere o squalificare chi li accetta con semplicità? Chi è veramente “aperto”?
A nulla serve la discussione o la polemica, poiché si parte da pregiudizi emotivi, da
posizioni aprioristiche, anziché da una comprensione intellettuale asettica. L’uomo
attua non tanto per le evidenze che conosce, quanto per le convinzioni che ama. Perciò
non ci interessa se sono tanti quelli che la pensano diversamente, se svuotano di realtà
oggettiva queste e molte altre pagine della Sacra Scrittura, in nome della loro pretesa
Scienza, nonostante il criterio della Chiesa, secondo il quale “i primi undici capitoli
della Genesi... appartengono al genere storico in un vero senso, che deve essere
maggiormente studiato e determinato dagli esegeti” (Pio XII, enciclica “Humani
Generis”). Ci sia consentito soltanto rivendicare il nostro diritto a discrepare da quanti,
con il pretesto delle varie tradizioni elohista, yahvista, sacerdotale, ecc., presenti in quei
testi, li dichiarano privi di valore storico, riducendoli di fatto al solo valore teologico,
morale, educativo o poetico. Nient’altro che letteratura antica. Sarebbe mai possibile un
sacramento ridotto ad essere un “significato” senza avere al tempo stesso una materia
che sia il segno efficace di quella grazia?
Se la scienza proclama di avere gli elementi sufficienti per supporre l’origine
dell’uomo in un’epoca molto più remota di quella che risulta dal numero di anni delle
venti generazioni di Patriarchi che ci presenta la Bibbia (da Adamo ad Abramo), è
necessario dichiarare che tale teoria, pur presentando certi indizi, non è una questione
ormai chiusa: ancora è possibile e legittimo discrepare, come abbiamo visto. Esiste il
pregiudizio della credenza (poiché di credenza si tratta) nella progressiva evoluzione
delle specie, includendo ovviamente l’uomo. E allora, non si vede perché sia necessario
voler conciliare i dati biblici con le affermazioni di una cosiddetta Scienza (che pre-
tende atti di fede in queste cose), per esempio, mediante la teoria dell' “iatus”, cioè, di
un salto di una o più generazioni tra i vari Patriarchi dell’elenco.
Per conto nostro, ci accontentiamo di meditare la storia secondo la Divina Rive-
lazione, secondo “la testimonianza fedele e veritiera” (cfr. Apoc. 3,14) di Colui che
non può ingannarsi ne ingannarci.
Ci sono forse altre possibili fonti di notizie della storia? Senz’altro è utile tenerne
conto, nella misura che coincidono con quanto ci dice la Parola d Dio, non nella misura
che la contraddicano.
Sarà forse, questo, un atteggiamento poco scientifico, “fondamentalista”, ecc.?
40
“Se rimarrete fedeli alla mia parola –dice il Signore–, sarete davvero miei
discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv. 8,31-32). “Se credeste
infatti a Mosè, credereste anche a Me, perché di Me egli ha scritto: Ma se non credete
ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?” (Gv. 5,46-47). Quello che qui ci
stiamo giocando è qualcosa di molto serio!
Per noi non tanto deve essere importante il modo come fu scritto il testo sacro, ma
quello che dice. Ci troviamo dunque con una notizia e con dei numeri: anni! Vorranno
dire qualcosa! Ci sarà pure in essi un messaggio! Abbiamo già notato la identica durata
dei tre cicli storici di duemila anni ciascuno... Ebbene, anche se il terzo “duemila”
ormai si è completato, facciamo pure fìnta di non capire in quale momento viviamo;
quindi, escludiamolo. Ma notiamo –sempre secondo la Bibbia– che lo stesso tempo
che passa tra ADAMO ed ABRAMO, intercorre tra quest’ultimo e GESÙ CRISTO. E che
inoltre coincide (già lo abbiamo visto) l’anno di nascita di ABRAMO (nell’era di Adamo)
con l'anno di nascita dell’attuale stato d’Israele (nell’era cristiana): il 1948.
I tre cicli, oltre alla stessa durata, presentano un identico schema generale. Infatti, se
i “sette giorni” della Creazione possono rappresentare i sette millenni della storia, allo
stesso modo ogni ciclo di 2.000 anni si suddivide in sei periodi, corrispondenti
anch’essi ai “sei giorni” lavorativi della Creazione. Ogni periodo presenta la carat-
teristica del corrispondente “giorno” della Creazione:
Primo periodo: LA LUCE. La creazione dell’uomo. Il peccato originale. Promessa
divina della Redenzione o “protovangelo” (la prima ANNUNCIAZIONE): la vittoria
della Donna gloriosa e di suo Figlio.
Secondo periodo: LE ACQUE. Uccisione di Abele e maledizione di Caino. Rigorosa
separazione tra la discendenza di Set e quella di Caino (“i figli di Dio” e “i figli
degli uomini”).
Terzo periodo: LA TERRA. La discendenza di Set si stabilisce nella terra vicina a quello
che fu l’Eden (probabilmente, la Palestina), mentre quella di Caino fugge verso
“oriente” (Arabia).
Quarto periodo: IL SOLE. È il momento del massimo splendore nei primi duemila anni:
Enoc, il settimo dopo Adamo –una vita esemplare e perfetta– è rapito in Cielo.
Quinto periodo: I VIVENTI DELLE ACQUE. L’epoca di Noè. Si mescolano “i figli di
Dio” e “i figli degli uomini”: corruzione (“Dio vide che l’uomo non era altro che
carne”). L’epoca culminò nel Diluvio.
Sesto periodo: I VIVENTI DELLA TERRA. Dopo il Diluvio, presto gli uomini dimenti-
carono il perché di questo cataclisma e caddero nell’umanesimo e nel materialismo,
nell'empietà di voler “essere come Dio”, pretendendo arrivare al Cielo con la torre
di Babele. È la nascente civiltà, che costruisce “la città terrena”, pretendendo senza
Dio l’unione tra gli uomini, ma che senza Dio finisce in confusione, caos e
dispersione. Nel corso del “sesto giorno” della Creazione Dio aveva creato l’uomo,
e allo stesso modo, verso la fine di questo sesto periodo dei primi duemila anni
l’uomo ha voluto “realizzarsi” in una orgogliosa civiltà, che crolla miseramente.

41
.
CRONOLOGIA DEI PRIMI DUEMILA ANNI DELL’ UMANITÀ
CRONOLOGIA ESATTA RIASSUNTA DALLA BIBBIA
data integralmente e dimostrata in “La rivelazione della Rivelazione” (di Fernand Crombette)
DATA DI NASCITA PERSONAGGI
O DELL’ EVENTO
(a. Cristo) (dagli origini)
-4004 a.C. 1°) ADAMO (visse 930 anni, morì nel 930)
-3904 Il peccato originale
-3903 a.C. Caino
Adamo a 130 anni generò
-3874 a.C. (130) 2°) SET (visse 912 anni, morì nel 1042)
A 105 anni generò
-3769 a.C. (235) 3°) ENOS (visse 905 anni, morì nel 1140)
A 90 anni generò
-3679 a.C. (325) 4°) CAINAN [KÉNAN] (visse 910 anni, morì nel 1235)
A 70 anni generò
-3609 a.C. (395) 5°) MALALÉEL [MAHALALEEL] (visse 895 anni, morì nel 1290)
A 65 anni generò
-3544 a.C. (460) 6°) JARED (visse 962 anni, morì nel 1422)
A 165 anni generò
-3382 a.C. (622) 7°) ENOC (visse 365 anni, e Dio lo portò via nel 987)
A 65 anni generò
-3317 a.C. (687) 8°) MATHUSALEM (visse 969 anni, morì nel 1656)
A 187 anni generò
-3130 a.C. (874) 9°) LAMECH (visse 777 anni, morì nel 1651)
A 182 anni generò
-2948 a.C. (1056) 10°) NOÈ (visse 950 anni, morì nel 2006, il -1998 a.C.)
A 500 anni generò
-2448 a.C. (1556) CAM
-2447 a.C. (1557) 11°) SEM (visse 600 anni, morì nel 2157, il 1847 a.C.)
-2446 a.C. (1558) JAFET
-2348 (19 aprile) (1656) Diluvio (quando Noè aveva 600 anni)
-2347 (18 aprile) (1657) (fine)
Sem a 100 anni (“due anni dopo il Diluvio”) generò
-2346 a.C. (1658) 12°) ARPACSAD (visse 438 anni, morì nel 2097)
A 35 anni generò
-2311 a.C. (1693) 13°) SELACH (visse 433 anni, morì nel 2127)
A 30 anni generò
-2281 a.C. (1723) 14°) EBER (visse 464 anni, morì nel 2188)
A 34 anni generò
-2247 a.C. (1757) 15°) FELEG (visse 239 anni, morì nel 1997)
A 30 anni generò
-2217 a.C. (1787) 16°) REU \(visse 239 anni, morì nel 2027)
A 32 anni generò
-2185 a.C. (1819) 17°) SERUG (visse 230 anni, morì nel 2050)
A 30 anni generò
-2155 a.C. (1849) 18°) NACOR (visse 148 anni, morì nel 1998)
A 29 anni generò
-2126 a.C. (1878) 19°) TERACH (visse 205 anni, morì nel 2084)
A 70 anni generò
-1946,5 a.C. (1948) 20°) ABRAMO (visse 175 anni, fino al 2124 )( 1771 a.C.)
(Aveva 75 anni quando Dio lo chiamò
-1871,5 a.C. (2024) e dopo qualche mese arrivò alla Terra Promessa)
42
13 – CRONOLOGIA DELL’ANTICO TESTAMENTO
I SECONDI DUEMILA ANNI – SECONDA ETÀ DELL’UMANITÀ
(La Legge naturale scritta - Legge di timore per i servi)
IL TERZO MILLENNIO (DELLA TERRA)
Il terzo millennio va da ABRAMO a DAVIDE
“Vattene dal tuo paese, dalla tua terra e dalla casa di tuo padre, verso la terra che
Io t’indicherò” disse Dio ad Abramo. Era come dirgli: “Esci dalla tua patria e vieni alla
mia; esci dalla casa, dalla misera capanna di tuo padre Adamo, la dimora del tuo esilio,
e avviati verso la mia Dimora, verso la mia Reggia, dove abita il tuo Dio. Adamo se ne
andò, ma Io ti attendo: alla Fine dei tempi la tua discendenza, i figli della tua fede
arriveranno e vi prenderanno possesso di nuovo”:
“Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo verso un luogo che doveva
ricevere in eredità, e partì senza, sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra
promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e
Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la Città dalle salde
fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso (...) Nella fede morirono tutti
costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati
di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi dice così, infatti,
dimostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano
usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una
migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha
preparato infatti per loro una Città”. (Ebrei, 11,8-10. 13-16).
Dio, dunque, promise una terra al suo popolo, mentre gli assegnava una terra
geografica, figura della “Terra” santa e soprannaturale. Da Abramo e Sarà discende
il popolo d’Israele, che è figura e preparazione della Chiesa.
Tra i tanti popoli della terra, tra i tanti eventi della storia, dove si posa lo sguardo del
Signore? Nel suo popolo, Israele. Invece, “tutte le nazioni sono un nulla davanti a Lui,
come niente e vanità sono da Lui ritenute” (Is. 40.17). E perché mai? Perché il Signore
ha detto: “Da te Mi uscirà Colui che deve essere il dominatore in Israele” (Michea,
5,1). Se a Dio interessa particolarmente questo popolo, è soltanto a motivo del Messia
promesso, del Figlio di Dio fatto uomo.
Perciò, del Terzo Millennio, questi sono i fatti e i personaggi che interessano,
insieme alla loro cronologia:
- ABRAMO (che nacque 1948 anni dopo l’inizio della storia e visse 175 anni, fino al
2124, cioè, il 1771 avanti Cristo). Verso il 2023 o il 2024 arrivò alla Terra promessa
(Teniamo in gran conto questa data, che ritroveremo ancora e risulterà molto signi-
ficativa).
Dio stabilì con Abramo un’Alleanza il cui contenuto è l’annuncio o promessa, per
la seconda volta, del Messia Redentore, “nel quale sarebbero state benedette tutte le
nazioni della terra”.
- ISACCO (dal 2049 al 2229 dopo Adamo, cioè, dal 1845 al 1665 a.C.)
Il sacrifìcio di Isacco fu figura del Sacrifìcio di Cristo.
- GIACOBBE (dal 2109 al 2256 dell’era di Adamo, cioè dal 1785 al 1638 a.C.)

43
- I DODICI PATRIARCHI emigrarono in Egitto con il loro padre GIACOBBE, quando
questi aveva 130 anni (pertanto l’anno 1656 a.C.)
- Il popolo d’ISRAELE, qualche tempo dopo la morte del Patriarca GIUSEPPE, che fu
il primo ministro del Faraone, si vide oppresso e ridotto in schiavitù in Egitto. Il
soggiorno in Egitto fu di 430 anni (Esodo, 12,40); perciò, fino al 1226 a.C.
- MOSÈ (dal 1306 al 1186 a.C.)
- L’ESODO o USCITA dalla terra della schiavitù verso la Terra promessa (40 anni nel
deserto, dal 1226 al 1186 a.C.). Esso fu “LA PASQUA” di Dio, facendo un giudizio di
separazione: salvezza per il suo popolo e castigo per il popolo oppressore (la morte dei
primogeniti); di conseguenza fu “LA PASQUA” del suo popolo, “passando” attraverso il
mare Rosso, dalla schiavitù alla libertà. In quella Pasqua Dio rinnovò con il popolo,
rappresentato da MOSÈ come mediatore, l’antica Alleanza stabilita con i Patriarchi:
Dio rivelò il suo Essere e la sua Volontà come il Cammino (la Legge).
- GIOSUÈ conquista la terra di Canaan (vi impiegò 10 anni), che in questo modo fu
abitata dagli ebrei. Questo fu dal 1186 al 1176 a.C.)
- A ciò seguì l’oscuro periodo dei GIUDICI (Otoniel, Barak e Debora, Ehud,
Gedeone, Ieftè, Elòn, Abdon, Sansone e Samuele), che in vari momenti governarono
Israele.
- L’ultimo, SAMUELE, unse o consacrò come re SAUL, il quale regnò dal 1030 al
1010 a.C.
- DAVIDE fu il suo successore e regnò dal 1010 al 970 a.C. Con lui Dio rinnovò la
stessa promessa fatta ad Abramo: Dio gli farà “una Casa”, un Discendente, il Figlio di
Davide, Gesù Cristo, che sarà Re per sempre, in eterno. La conquista della TERRA
culmina nella conquista del centro della terra, Gerusalemme, l’anno 1000 a.C.

IL QUARTO MILLENNIO (DEL SOLE, DELLA LUNA E DELLE STELLE)


Quarto Millennio: da DAVIDE a GESÙ CRISTO
Il Sole rappresenta Nostro Signore Gesù Cristo; la Luna, non avendo luce propria,
ma riflessa, e passando alternativamente da una fase di splendore a un’altra di tenebre,
rappresenta il popolo di Dio (il quale è figura della Santa Chiesa, Corpo Mistico di
Cristo). Quanto alle stelle, sono simbolo dei profeti e dei santi. Inoltre il Sole
rappresenta la Divinità di Cristo; la Luna, la sua Umanità, e le stelle, le sue virtù. Vista
così, la Luna con le stelle illumina e presiede la notte, mentre il Sole forma e presiede
“il Giorno del Signore”, “il Giorno del trionfo di Dio”.
Vediamo in panoramica il quarto Millennio e la sua cronologia:
- DAVIDE: regnò 40 anni (dal 1010 al 970 a.C.). Conquistò Gerusalemme. Dopo di
lui suo figlio
- SALOMONE regnò 39 anni (dal 970 al 931 a.C.) ed edificò il primo Tempio di
Gerusalemme. Dopo la sua morte si produsse lo scisma o divisione tra il regno di
Giuda, con Gerusalemme come capitale (sul quale regnò la discendenza di Davide) e il
regno d’Israele (capitale: Samaria).
Quest’ultimo, ISRAELE, cadde immediatamente nell’idolatria e nel peccato. Spicca
in esso il grande profeta ELIA (dall’anno 900 al 850 a.C. circa). Samaria fu conquistata
dal re di Assiria e Israele deportato nel 721 a.C.
44
Il regno di GIUDA (GERUSALEMME) visse periodi di fedeltà al Signore, nei quali
splendono santi profeti (OSEA, ISAIA, MICHEA, GEREMIA) e re (EZECHIA e GIOSIA,
che intraprese la riforma spirituale), e periodi d’infedeltà (soprattutto con i re ACAZ e
MANASSE). Pertanto, Gerusalemme fu distrutta, insieme con il Tempio (587 a.C.) e il
popolo fu deportato in due tempi come schiavo in Babilonia durante 70 anni, dalla
prima deportazione (607 a.C.) fino al rimpatrio (537 a.C.)
Il rimpatrio non avvenne in massa (come era accaduto nell’Esodo dall’Egitto), ma
per gruppi, guidati da ZOROBABELE e dal Sommo Sacerdote GIOSUÈ.
Altri profeti sostennero la speranza del popolo nell’esilio, in vista alla conversione:
EZECHIELE e DANIELE.
La profezia delle “Settanta Settimane” (Dan. 9,18-27) indica senza dubbio il tempo
che manca alla venuta del Messia Redentore e Re. “Il conto alla rovescia” inizia dal
momento in cui fu dato l’ordine di ricostruzione di Gerusalemme e del Tempio, quando
il re di Persia, Artaserse, inviò ESDRA con pieni poteri in Palestina: era l’anno 455 a.C.
Costruzione del secondo Tempio.
Dominio dei pagani: prima, formando parte la Palestina dell’impero persiano; poi,
sotto il regno Seleucida (Siria). Processo di ellenizzazione, in cui molti giudei
apostatarono dalla loro fede. Tutto ciò culminò nella persecuzione dell’empio re
ANTIOCO IV (figura dell’Anticristo), con la profanazione e rovina del Tempio (169
a.C.). Guerre patriotiche dei MACCABEI. Infine, l’arrivo dei ROMANI (anno 63 a.C.).
ERODE IL GRANDE, loro alleato, fu messo da loro come re dei Giudei.
Costruzione del terzo Tempio. Nello stesso tempo Dio edifica il suo tempio
vivente, con L'IMMACOLATO CONCEPIMENTO DI MARIA (anno 17 a.C.). Questo lo
si deduce da Gv 2,13-22: Gesù aveva 30 anni all’inizio della sua vita pubblica (Lc 3,23)
e i Giudei Gli dicono: “Questo Tempio è stato edificato in 46 anni, e Tu in tre giorni lo
riedificherai?” “Ma Egli parlava del Tempio del suo Corpo” Infatti, 30 anni di Gesù
in quel momento, più 16 anni di Maria quando Lo diede alla luce –secondo rivelazioni
private degne di fede–, risultano 46 anni. Venti secoli dopo, a Medjugorje, la Madonna
SS. lo ha confermato il 5 Agosto del 1984, dicendo che quel giorno era il “duemila” del
suo compleanno.
Altri 40 anni ancora, e Gerusalemme insieme al suo Tempio (che ormai non era più
figura di nulla) fu distrutta da Roma, il 29 Agosto dell’anno 70 (lo stesso giorno in cui
era stato incendiato il primo Tempio, l’anno 587 a.C.: ne danno notizia Ger 52,12 e
Giuseppe Flavio).
Ma facciamo un passo indietro. Per la terza volta viene annunciato il Messia
Redentore e Re: è L’ANNUNCIAZIONE A MARIA e L’INCARNAZIONE DEL
FIGLIO DI DIO, NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Fu l’anno 2 a.C. (a causa di
un errore di calcolo, che suppone l’inizio dell’era cristiana quando Gesù aveva già da 4
a 7 anni), ma che non aveva più di un anno.19
Pertanto, LA REDENZIONE (che ha rinnovato il mondo con il Sangue di Cristo) si
compì nella Pasqua dell’anno 33. Precisamente nella “Parasceve” (il giorno prima
della Pasqua, plenilunio, che quell’anno fu il 3 Aprile, secondo il calcolo astronomico).
19
- Dionigio il Piccolo sbagliò nel calcolare l’Era cristiana a partire dalla fondazione di Roma, ma i
suoi censori, poi, appoggiandosi su notizie di Giuseppe Flavio, di nessun valore, ancora hanno
sbagliato di più (Si veda “...E i suoi non La ricevettero”, di Carlos Vidal Martinez, ed. “Segno”)
45
Per la seconda volta si ripete L’ESODO (la Redenzione dalla schiavitù del peccato),
LA PASQUA, attraverso il mare rosso del Sangue di Cristo, l’Agnello di Dio; si rinnova a
PENTECOSTE la manifestazione di Dio, come avvenne sul monte Sinai, con gli stessi
segni, e la promulgazione della nuova Legge (l’Amore di Cristo, lo Spirito Santo, dato
come dono di Grazia). È la nuova ed eterna Alleanza, unica, eterna e definitiva.
Gesù Cristo ha dato il nuovo e definitivo sviluppo alla Rivelazione: Egli è la
Rivelazione totale e definitiva del Padre. Ci ha rivelato la Vita intima di Dio, che è
Amore, e perciò, che Dio è TRINITÀ DI PERSONE. Ci ha rivelato la sua Volontà
come la Verità: è il Vangelo.
I secondi DUEMILA ANNI li troviamo suddivisi, anch’essi, in sei periodi raf-
figurati dai “giorni” attivi della Creazione:
-Primo periodo: LA LUCE. 1 Patriarchi. La luce della fede splende in Abramo,
Isacco, Giacobbe, Giuseppe...
-Secondo periodo: LE ACQUE. Mosè è salvato dalle acque. Il popolo di Israele è
separato dal popolo d’Egitto. Questa separazione culmina nell’Esodo. E all’interno del
popolo avviene la separazione dei ribelli al Signore.
-Terzo periodo: LA TERRA PROMESSA. La conquista della Palestina, la terra di
Canaan. I Giudici.
-Quarto periodo: IL SOLE. La Monarchia. Il primo re, Saul, simboleggia il dominio
del volere umano, dispotico ed infedele. Invece, Davide è figura del Re Divino, Gesù
Cristo, e del Regno del suo Volere. Il periodo culmina in Salomone, che edifica il
Tempio.
-Quinto periodo: LA BESTIA DEL MARE. Decadenza, idolatria, scisma o divisione tra
Israele e Giuda. Si fanno tentativi parziali di riforma religiosa, i quali, dopo l’esilio in
Babilonia, culminano nel rimpatrio e ricostruzione del secondo Tempio, con Esdra e
Neemia.
-Sesto periodo: LA BESTIA DELLA TERRA. Dominio dei pagani, umanesimo, apo-
stasia. Persecuzioni religiose. Edificazione del terzo Tempio, al tempo stesso che Dio fa
il suo vero Tempio, il Corpo Santissimo di Cristo, a partire dall’Immacolato Conce-
pimento di MARIA e l’Incarnazione del Verbo, GESÙ CRISTO. In questo modo, come
alla fine del “sesto giorno”, è stato creato l’Uomo ad immagine e somiglianza di Dio.
La storia della Creazione dell’umanità culmina nell’Incarnazione del Figlio di Dio,
nella creazione dell’adorabile Umanità di Nostro Signore Gesù Cristo. La storia ci si
presenta dal punto di vista –l’unico vero e oggettivo– del suo Autore e realizzatore.
Dio: visione teologica, così come risulta dalla Rivelazione. E non ci si dica che il
testo della Genesi, che lo stesso Gesù attribuisce a Mosè (Gv. 5,47) e che noi, sentendo
la sua lettura nella liturgia, diciamo che è “Parola di Dio”, abbia un valore teologico,
morale ed educativo, ma non abbia un valore storico! Come se Dio parlasse per non
farsi comprendere! Come se Dio parlasse per farsi comprendere soltanto da quel popolo
di quel tempo e con quella cultura! Come se Lui parlasse soltanto per “gli iniziati”, i
quali, invece, sono quelli che fanno le maggiori difficoltà per comprenderlo!
46
CRONOLOGIA DEI SECONDI DUEMILA ANNI DELL’ UMANITÀ
1946 a.C. (1948 dalle origini)ABRAMO (visse 175 anni, fino al 1771 a.C.) ( 2124)
Aveva 75 anni quando Dio lo chiamò
1871 a.C. (2024) e dopo qualche mese arrivò alla Terra Promessa
1859 a.C. (2035) ISMAELE
1846 a.C. (2048) Distruzione di Sodoma e Gomorra, prima della nascita del figlio
1845 a.C. (2049) Abramo a 100 anni generò
ISACCO (visse 180 anni, morì nel 1665 a.C. o 2229 )
A 60 anni generò
1785 a.C. (2109) ESAÙ e GIACOBBE (visse 147 anni, morì nel 1638 a.C. o 2256)
.I DODICI PATRIARCHI .
1694 a.C. (2190) GIUSEPPE (visse 110 anni, morì nel 1584 a.C. o 2256)
1676 a.C. venduto come schiavo in Egitto
1664 a.C. Primo Ministro (padrone dell’Egitto)
1656 a.C. (2239) Giacobbe a 130 anni si trasferì in Egitto con tutta la famiglia
(430 anni Israele stette in Egitto)
1306 a.C. MOSÈ (visse 120 anni, fino al 1186 a.C.)
1270 a.C. GIOSUÈ (visse 110 anni, fino al 1160 a.C.)
1226 a.C. (27 marzo) L’Esodo (40 anni di purificazione nel deserto)
1186 a.C. (marzo/aprile) Arrivo alla Terra Promessa
1186 a.C. (17 aprile) Miracolo lunisolare di Giosuè
1176 a.C. La Terra Promessa conquistata (in 10 anni)
Israele è governato dai GIUDICI
(interruzione della cronologia discendente, a partire dalle origini)
.I RE : Samuele unge come re SAUL nel -1030 a.C. (regnò 20 anni)
1045 a.C. DAVIDE (regnò 40 anni, dal -1010 al -970 a.C.)
994 a.C. SALOMONE (regnò 39 anni, dal - 970 al -931 a.C.)
Ï Costruzione del primo Tempio
931 a.C. ROBOAMO, suo figlio, provocò lo scisma:
― ISRAELE (Samaria)
I PROFETI ELIA, ELISEO, AMOS.
Israele cadde l’anno 721 a.C. e fu deportato in Assiria
― GIUDA (Gerusalemme)
.I PROFETI OSEA, ISAIA, MICHEA, SOFONIA, GEREMIA, NAUM...
704 a.C. (16 gennaio) Miracolo retrosolare di Isaia
607 a.C. Prima deportazione in Babilonia
587 a.C. Ï Distruzione di Gerusalemme ed esilio di 70 anni in Babilonia
.I PROFETI EZECHIELE e DANIELE.
537 a.C. Editto di Ciro. Incomincia il ritorno dei giudei in Palestina con
ZOROBABELE ed il Sommo Sacerdote GIOSUÈ
Ï Riedificazione del Tempio (il secondo). ESDRA e NEEMIA
458 a.C. Ordine di riedificare la città di Gerusalemme
Israele sotto il dominio dei pagani: – Persia – Grecia (Siria)
169 a.C. ÏProfanazione e rovina del Tempio. Persecuzione di Antioco Epífanes.
Guerre patriottiche dei Maccabei
63 a.C. Israele sotto il dominio dei Romani
17 a.C. Ï Riedificazione del Tempio, fatta da Erode il Grande
E allo stesso tempo, Dio si costruisce il suo Tempio:
L’ IMMACOLATO CONCEPIMENTO di MARIA e
2 a.C. (25 Dicembre) L’INCARNAZIONE DEL VERBO, N. S. GESÙ CRISTO
33 d.C. (2 Aprile) t LA REDENZIONE
70 d.C. Ï Distruzione di Gerusalemme e del Tempio fatta dai Romani
47
Soltanto dalla testimonianza di Dio possiamo sapere veramente Chi è Lui e chi
siamo noi, che cosa ha fatto Egli per noi e che dobbiamo fare noi verso di Lui, qual è la
nostra vera natura, la nostra vocazione, la nostra origine, il nostro destino, la nostra
Famiglia, la nostra Patria.
Queste cose il nostro nemico, “il padre della menzogna, omicida fin dal principio”,
fa di tutto per negarle, falsarle, “cercando chi divorare: resistiamogli saldi nella Fede”
(cfr. 1 Pt. 5,8-9) “Custodiamo il deposito della Fede; evitiamo le chiacchiere profane e
le obiezioni della cosiddetta scienza, professando la quale taluni hanno deviato dalla
Fede” (cfr. 1 Tim. 6,20,21).
In questa panoramica della storia stiamo vedendo in quale modo si sono compiuti i
sei “giorni” della Creazione.
San Paolo ci esorta a “non insegnare dottrine diverse e a non badare più a favole e
a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino
manifestato nella fede. Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un
cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Proprio deviando da questa
linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità, pretendendo di essere dottori della legge,
mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che danno per
sicure” (1 Tim. 1,3-7).
Questo è, pertanto, l’unico scopo di queste riflessioni: fortificare la fede per
accrescere la Carità. In effetti si ama solo ciò che si conosce. Dalla sostituzione della
Fede con un’altra fede spuria, ne segue, come conseguenza, il raffreddamento della
Carità (Lc 18,8; Mt 24,12).
Per risolvere i problemi della vita, è lo stesso sostenere che l’umanità esiste da 6.000
anni o che esiste da due milioni; ma se professare la cronologia biblica (andando contro
corrente, il che è abbastanza faticoso) è questione di fedeltà –fedeltà non già ad un certo
numero di anni, ma a Colui che ci parla e che pure di queste cose ci parla–, allora non
si tratta di un semplice problema di cronologia o di storia, ma di entrare nella logica dì
“un Progetto divino manifestato nella Fede” (1 Tim. 1,4).

14 – PREPARAZIONE ALL’ INCARNAZIONE


E PREPARAZIONE AL REGNO DELLA DIVINA VOLONTÀ
Prima di continuare la nostra carrellata storica, esaminando i terzi duemila anni
(quelli della Chiesa), e dopo avere visto la testimonianza di Nostro Signore nella Sacra
Scrittura, è conveniente conoscere alcune altre affermazioni sue, che senza mezzi
termini, categoriche, si trovano negli scritti autobiografici della Serva di Dio Luisa
Piccarreta, della quale abbiamo già riportato il capitolo del 29 Gennaio del 1919
(“Voglio farti sapere l’ordine della mia Provvidenza. Nel corso dì ogni duemila anni
ho rinnovato il mondo... Ora siamo circa al(la fìne del) terzo duemila e ci sarà una
terza rinnovazione…”).20
20
- Questi testi, che non hanno per adesso la garanzia ufficiale dell’Autorità della Chiesa (ma
l’Arcivescovo di Trani diede nel 1926 l’Imprimatur, dietro il “Nulla Osta” di Sant’Annibale M. di
Francia, censore), appartengono alla categoria di rivelazioni private, che non possono certo
aggiungere nulla alla Rivelazione pubblica, se non nuove conferme e nuova luce per una migliore
comprensione. Tuttavia, chi volesse diminuire o negare il valore oggettivo di queste affermazioni,
non potrebbe invocare come motivo una qualsiasi discordanza dalla Rivelazione pubblica.
48
Nel capitolo del 12 Novembre 1925 leggiamo queste parole di Nostro Signore:
“È solito della Sapienza Eterna stabilire gli atti della creatura, per dare compi-
mento al bene che vuole fare ad essa. Ciò successe per venire la Redenzione sulla
terra, l’Incarnazione del Verbo Eterno. Ci volle il corso di quattromila anni, e in
questo frattempo stavano stabiliti tutti gli atti che dovevano fare le creature 21 per
disporsi e meritarsi il gran bene della Redenzione e tutte le grazie e le conoscenze che
la Suprema Maestà doveva dare per far conoscere lo stesso bene che doveva portare la
discesa del Verbo in mezzo a loro. Ecco perché i Patriarchi, i Santi Padri, i Profeti e
tutti i buoni dell’Antico Testamento, che con i loro atti dovevano fare la via, la scala,
per giungere al compimento della Redenzione bramata.
Ma ciò non bastò; per quanto fossero buoni e santi i loro atti, c’era il muro
altissimo del peccato originale, che manteneva la divisione tra loro e Dio. Ecco perché
ci volle una Vergine concepita senza macchia originale, innocente e santa e arricchita
da Dio di tutte le grazie, la quale fece suoi tutti gli atti buoni del corso dei quattromila
anni, li coprì con la sua innocenza, santità e purità, in modo che la Divinità li vedeva
attraverso gli atti di questa innocente e santa Creatura, la quale, non solo abbracciò
tutti gli atti degli antichi, ma essa con i suoi li superò tutti e perciò ottenne la discesa
del Verbo sulla terra.
A tutti gli atti buoni degli antichi successe come a chi ha molto oro e argento, ma in
quel metallo prezioso non sta coniata l’immagine del Re, che dà il valore di moneta a
quel metallo; onde, sebbene per sé stesso ha un valore, non si può chiamare valore di
moneta, che possa correre nel regno con diritto di moneta. Ma supponi che quell’oro o
argento fosse acquistato dal Re e, dandogli forma di moneta, vi coniasse la sua
immagine: ecco acquistato da quell’oro il diritto di moneta.
Così fece la Vergine: vi coniò la sua innocenza, la sua santità, il Volere Divino che
Lei possedeva integro; li presentò tutti insieme alla Divinità ed ottenne il Redentore
bramato. Sicché la Vergine completò tutti gli atti che ci volevano per far scendere il
Verbo sulla terra.
Ma qui non finì. Per fare che il Redentore avesse il suo campo d’azione sulla terra e
che chiunque li volesse potesse servirsi di quegli atti come di monete per comprarsi il
Ciclo, ci voleva il conio dell’innocenza, della santità e del Volere Divino, ci voleva il
conio dello stesso Verbo, per far salire l’uomo al Cielo. Se quello della Vergine bastò
per farmi scendere in mezzo alle creature, per far salire l’uomo ci voleva il mio
operato divino; ed ecco, perciò, che Io abbracciai e feci miei tutti quegli atti, supplii a
tutti, compii tutto e vi misi per tutti il conio divino a tutti gli atti buoni, dal primo
all’ultimo uomo che verrà sulla terra. E questo conio fu fatto da Me con pene inaudite,
con lo sborso del mio Sangue, e così diedi –come Re magnanimo– la moneta a tutti per
comprarsi il Cielo. Tutto questo era stabilito dalla Sapienza Increata e nemmeno un
atto di tutto ciò poteva mancare, per avere compimento la Redenzione.
Ora, figlia mia, come fu della Redenzione, così è della mia Volontà. Per farla
conoscere e farla regnare come atto primo di vita nella creatura, ci vuole il
compimento degli atti umani. Anche tu, a esempio della mia celeste Mamma e mio, devi
abbracciare nella mia stessa Volontà tutti gli atti fatti nell’Antico Testamento, quelli
21
- “Siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le
praticassimo” (Ef. 2,10).
49
della Regina del Cielo, quelli fatti da Me, quelli che si fanno e che si faranno da tutti i
buoni e santi fino all’ultimo dei giorni, ed in tutti metterai il tuo suggello di ricambio
d’amore, di benedizione, di adorazione, con la santità e potenza della mia Volontà.
Nulla ti deve sfuggire. La mia Volontà abbraccia tutto; anche tu devi abbracciare tutto
e tutti e metterla al primo posto d’onore su tutti gli atti delle creature, cioè, la sola mia
Volontà, Essa sarà il tuo conio, con cui conierai l’immagine della mia Volontà in tutti
gli atti delle creature”.
Le affermazioni di Nostro Signore sui quattromila anni trascorsi dall’umanità prima
della Redenzione non sono una semplice rarità priva di trascendenza; fanno parte
invece della logica di “un progetto divino manifestato nella fede” (1 Tim. 1,4).
A che serve conoscere il numero di anni dell’umanità, secondo la Rivelazione
pubblica e privata? Serve a comprendere come tutto si sviluppa secondo un progetto
esatto di Dio e che niente avviene per caso; che non occorre ipotizzare “milioni e
milioni” di anni, perché le cose abbiano potuto farsi da sole. Serve a comprendere che
“in verità niente fa il Signore Dio, senza avere rivelato il suo progetto ai suoi servi i
profeti” (Amos, 3,7); a comprendere che l’uomo, ogni uomo, non è frutto del caso, ma
del Volere di Dio, che “in Cristo, suo Figlio, ci ha scelti prima della creazione del
mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, e ci ha predestinati
ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef. 1,4-5); a comprendere che
“Dio ci ha fatto conoscere il mistero della sua Volontà, secondo quanto nella sua
benevolenza aveva in Lui prestabilito, per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il
disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del Cielo come quelle della
terra. In Lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di
Colui che tutto opera efficacemente, conforme alla sua Volontà” (Ef. 1,9-11).
In questo contesto appaiono luminosissimi i brani che seguono, tratti anch’essi dagli
scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta:
“Figlia mia, tu devi sapere che i primi innanzi alla Maestà Suprema sono quelli che
sono vissuti nel mio Volere e che mai sono usciti dalla mia Volontà. La mia Mamma
venne al mondo dopo quattromila anni, eppure, innanzi a Dio, fu prima di Adamo. I
suoi atti, il suo amore, stanno nel primo ordine delle creature, sicché gli atti suoi sono
prima di tutti gli atti delle creature, perché Lei fu la più vicina a Dio, vincolata a Lui
coi vincoli più stretti di santità, di unione e di somiglianza. Col vivere nel nostro
Volere, i suoi atti si rendevano inseparabili dai Nostri, e ciò che è inseparabile si rende
come cosa connaturale al suo Creatore. Il prima e il dopo non esistono nella nostra
Volontà, ma tutto è come in atto primo. Perciò la creatura che vive nella mia Volontà,
ad onta che venisse l’ultima, è sempre prima di tutto. Sicché non si guarderà l’epoca in
cui le anime sono uscite alla luce del tempo, ma si guarderà se la Vita della mia
Volontà è stata in loro come centro di vita, regnante e dominante in tutti i loro atti,
come regna e domina nel seno della Divinità. Queste saranno le prime: i loro atti, fatti
nel nostro Volere, si eleveranno su tutti gli atti delle altre creature e tutti resteranno
dietro. Perciò queste anime saranno la Nostra corona...” (6 Maggio 1926).
“Figlia mia, il trionfo della mia Volontà è connesso con la Creazione e con la
Redenzione; si può chiamare trionfo unico. E come una donna fu causa della rovina

50
dell’uomo, dopo quattromila anni una Donna Vergine fu causa del suo rimedio, perché
facendo nascere da Lei la mia Umanità unita al Verbo Eterno, ridonò il rimedio alla
rovina dell’uomo caduto.
Ora che il rimedio dell’uomo è formato, deve restare solo la mia Volontà senza il
suo pieno compimento, mentre Essa tiene il suo atto primo tanto nella Creazione
quanto nella Redenzione? Ecco perché dopo altri duemila anni abbiamo scelto
un’altra vergine, come trionfo e compimento della nostra Volontà. Sicché Essa,
formando il suo Regno nell’anima tua e facendosi conoscere, con la sua conoscenza ti
ha dato la mano per elevarti a vivere nell’unità della sua Luce, in modo da formare la
tua vita in Essa e da formare la sua Vita in te. E avendo formato in te il suo dominio,
forma la connessione per comunicare il suo dominio alle altre creature.
E come con lo scendere Io, il Verbo, nel seno dell’Immacolata Vergine, non rimasi
per Lei sola, ma formai il connesso di comunicazione per le creature e mi diedi a tutti e
come rimedio di tutti, così succederà di te, che, con l’aver formato in te il suo Regno, il
mio Volere Supremo forma le comunicazioni per farsi conoscere dalle creature.
Tutto ciò che ti ho detto su di Esso, le conoscenze che ti ho dato, il modo e il come
del vivere nel mio Volere, il farti conoscere come vuole e sospira che l’uomo ritorni
nelle sue braccia, che rientri nel suo principio del Volere Eterno, donde ne uscì, sono
tutte vie di comunicazione, vincoli d’unione, trasmissione di luce, venticello per fargli
respirare l’aria della mia Volontà e quindi disinfettare l’aria della volontà umana,
vento impetuoso da espugnare e sradicare le volontà più ribelli. Ogni conoscenza che ti
ho dato sulla mia Volontà contiene una potenza creatrice e il tutto sta nell’uscire fuori
queste conoscenze, che la potenza che contengono saprà fare breccia nei cuori, per
sottoporli al suo dominio” (15 Giugno 1926).
“Figlia mia, sebbene sei piccola e neonata nella mia Volontà e vivi nel Regno del
mio Volere, la tua piccolezza è il mio trionfo; e quando ti vedo operare in Esso, Io mi
trovo nel Regno della mia Volontà come un re che ha sostenuto una lunga guerra e,
siccome il suo ideale era la vittoria, nel vedersi vittorioso si sente rinfrancato della
sanguinosa battaglia, degli stenti sofferti e delle ferite tuttora impresse nella sua
persona; e il suo trionfo viene formato nel vedersi circondato dalle conquiste che ha
fatto. Il re vuole guardare tutto; il suo sguardo vuole bearsi nel regno conquistato e,
trionfante, sorride e fa festa.
Tale sono Io. Il mio ideale nella Creazione era il Regno della mia Volontà
nell’anima della creatura. Il mio primo scopo era di fare dell’uomo altrettante
immagini della Trinità Divina, in virtù del compimento della mia Volontà su di lui; ma,
sottraendosi l’uomo da Essa, Io perdetti il mio regno in lui e per ben seimila anni ho
dovuto sostenere una lunga battaglia; ma, per quanto lunga, non ho smesso il mio
ideale né il mio primo scopo, né lo smetterò. E se venni nella Redenzione, venni per
realizzare il mio ideale e il mio primo scopo, cioè il Regno della mia Volontà nelle
anime. Tanto è vero che, per venire, formai il mio primo Regno del Volere Supremo nel
Cuore della mia Mamma Immacolata. Fuori del mio Regno, mai sarei venuto sulla
terra. Onde soffrii stenti e pene, restai ferito e infine ucciso. Ma il Regno della mia
Volontà non fu realizzato. Gettai le fondamenta, vi feci dei preparativi, ma la battaglia
sanguinosa tra la volontà umana e la Divina ha continuato ancora. Onde, mia piccola
figlia, quando ti vedo operare nel Regno della mia Volontà –e, come operi, il suo
51
Regno si stabilisce sempre più in te–, Io mi sento vittorioso nella mia lunga battaglia e
tutto intorno a Me si atteggia a trionfo e a festa. Le mie pene, gli stenti, le ferite mi
sorridono e la mia stessa morte mi ridona la vita della mia Volontà in te. Sicché Io mi
sento vittorioso della Creazione e della Redenzione; anzi, entrambe servono per
formare alla Neonata della mia Volontà i lunghi giri, i rapidi voli, le interminabili
passeggiate nel Regno della mia Volontà, ed Io perciò ne meno trionfo e, beandomi,
seguo col mio sguardo tutti i passi e gli atti della mia piccola Figlia...” (20 Giugno
1926).

15 - LA CHIESA RIVIVE NELLA SUA STORIA


TUTTE LE TAPPE DELLA VITA DI GESÙ CRISTO
I secondi duemila anni furono di Israele; i terzi duemila sono il tempo della Chiesa,
la quale porta nel suo seno, in gestazione, il Regno di Dio che domandiamo nel
Padrenostro. Israele fu figura e preparazione della Chiesa; e la Chiesa è, in questi venti
secoli della sua storia, la figura e preparazione della sua propria età gloriosa. Tutta la
vita della Chiesa è come una continuazione della Pentecoste: dalle fiamme del
Cenacolo fino a quella nuova Pentecoste annunciata da mistici e santi del XX secolo e
che il Papa Giovanni XXIII domandò a Dio. È la vita della Chiesa che si sviluppa a
partire dalla Redenzione fino alla venuta gloriosa di Cristo Re. È il tempo nel quale la
Chiesa, come Corpo Mistico di Cristo, riproduce la Vita del suo Sposo e Signore,
culminando nel suo Mistero pasquale di Passione, Morte e Risurrezione.
La Chiesa, in quanto tale, deve passare da dove è passato Gesù Cristo, il suo Capo.
E come Lui, che dopo la sua Risurrezione visse 40 giorni sulla terra prima di salire in
Cielo, promettendo che sarebbe ritornato, e visse quei giorni in uno stato nuovo,
glorificato, apparendo ai suoi discepoli e “parlando loro del Regno di Dio” (Atti, 1,3),
così la Chiesa, dopo la sua “grande tribolazione”, risorgerà trionfante e vivrà la sua
“nuova Pentecoste”, e raggiungerà così la sua età gloriosa nel compimento della
Divina Volontà come in Cielo così in terra. Ciò sarà il compimento del Regno di Dìo,
prima della Fine del mondo e del Giudizio finale.
Al riguardo, dice il Signore negli scritti di Luisa Piccarreta:
“Il portento della mia Redenzione fu la Resurrezione, che più che fulgido Sole
coronò la mia Umanità, facendo splendere anche i miei più piccoli atti, dando
splendore e meraviglia tale da far stupire Ciclo e terra. La Resurrezione sarà
principio, fondamento e compimento di tutti i beni, corona e gloria di tutti i Beati. La
mia Resurrezione è il vero Sole che glorifica degnamente la mia Umanità, è il Sole
della Religione Cattolica, è la vera gloria di ogni cristiano. Senza la Resurrezione
sarebbe stato come il Cielo senza il Sole, senza calore e senza vita.
Ora, la mia Resurrezione è simbolo delle anime che formeranno la Santità nel
mio Volere. I Santi dei secoli passati sono simbolo della mia Umanità, i quali,
sebbene rassegnati, non hanno avuto attività continua nel mio Volere, quindi non
hanno ricevuto l’impronta del Sole della mia Resurrezione, ma l’impronta delle opere
della mia Umanità prima della Resurrezione. Perciò saranno molti; quasi come stelle
formeranno un bell’ornamento al Cielo della mia Umanità. Ma i Santi del vivere nel
mio Volere, che simboleggeranno la mia Umanità Risorta, saranno pochi. Difatti, la
52
mia Umanità prima di morire La videro molte turbe e folla di gente; ma la mia
Umanità risorta la videro pochi, i soli credenti, i più disposti e –potrei dire– solo quelli
che contenevano il germe del mio Volere; che, se ciò non avessero avuto, sarebbe
mancata loro la vista necessaria per poter vedere la mia Umanità risorta e gloriosa ed
essere quindi spettatori della mia salita in Cielo.
Ora, se la mia Resurrezione simboleggia i Santi del vivere nel mio Volere –e
questo con ragione, perché ogni atto, parola, passo, ecc. fatto nel mio Volere è una
resurrezione divina che l’anima riceve, è un ‘impronta di gloria che subisce, è un
uscire di sé per entrare nella Divinità e, nascondendosi nel fulgido Sole del mio Volere,
ama, opera, pensa– che meraviglia è che l’anima resti tutta risorta ed immedesimata
nello stesso Sole della mia Gloria e simboleggi la mia Umanità risorta? Ma pochi
sono quelli che si dispongono a questo, perché nella stessa santità le anime vogliono
qualcosa di proprio bene; invece, la Santità del vivere nel mio Volere nulla ha di
proprio, ma tutto di Dio. E per disporsi a ciò le anime, spogliarsi dei beni propri,
troppo ci vuole; perciò non saranno molti…” (15 Aprile 1919).

16 – CRONOLOGIA DEL NUOVO TESTAMENTO


I TERZI DUEMILA ANNI – TERZA ETÀ DELL’UMANITÀ
(La Legge soprannaturale evangelica - Legge di amore per i figli)
QUINTO MILLENNIO
dei viventi delle acque, ma anche della “bestia del mare”
La Chiesa si popola dei “rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo”. I cristiani (“altri
Cristi”) sono come “i pesci” (il pesce è simbolo di Cristo) che vivono nel mondo, ma
non sono più del mondo. “Il mondo” rappresenta la volontà dell’uomo, in contrap-
posizione alla Volontà di Dio. Perciò ancora vivono “nelle acque inferiori” o mare,
sebbene siano rinati ormai “dall’Alto”.
Ma da questo “mare” pieno di pericoli, qual è la volontà umana, non tarda in venire
fuori quella che l’Apocalisse chiama “la Bestia del mare” (Apoc. 13,1-10). Si tratta del
potere mondano: potere materiale e politico, l’ambizione, la ricchezza... Purtroppo,
siccome la bestia nasce nel cuore dell’uomo, essa si trova perciò all’interno della stessa
Chiesa.
Il quinto Millennio va dalla Pentecoste fino al massimo apogeo umano della
Chiesa, seguito dal suo decadimento e rovina (disse il Signore a S. Francesco), opera
appunto della bestia.
SESTO MILLENNIO
dei viventi della terra; ma anche della “bestia della terra”
“La Gloria di Dio è l’uomo vivente”; l’uomo in Grazia è il vivente e i viventi della
terra sono i Santi che l’hanno popolata e che nel corso di questo millennio sono fioriti
in tutte le latitudini. Verso la fine del sesto “giorno” Dio creò per ultimo l’uomo “a
sua immagine e somiglianza”: è questa una realtà profetica, che annunciava l’inizio
della realizzazione dell’Ideale di Dio prima che finisca il sesto millennio: sono i suoi
figli, che vivono nel Volere stesso di Dio.
53
Con la progressiva scoperta della terra va aumentando a poco a poco il gusto per le
cose della terra, dimenticando le parole di San Paolo: “Se siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove è Cristo seduto alla destra di Dio; pensate alle cose di
lassù, non a quelle della terra” (Col. 3,1-2). Si ritorna all’antichità classica pagana,
seguendo l’alveo aperto dalla filosofia (università prima e accademie rinascimentali
poi), dall’umanesimo, dalla cultura, “dai valori umani”, dalla scienza e dal progresso;
cose senza dubbio buone e utili, ma il problema è l’uso che ne fa l’uomo: le converte in
idoli. È la divinizzazione della ragione umana (“la dea Ragione” della Rivoluzione
Francese), sono gli adoratori del proprio cervello.
Questa è “la bestia della terra”, che ha, secondo l’Apocalisse, “apparenza di
agnello, ma parla come un drago”, e mette il suo potere intellettuale al servizio del
potere materiale della prima bestia (Apoc. 13,11-18). E sorgono le successive ondate
di negazione della Chiesa, prima, della Fede poi, della negazione di Dio e, infine, della
negazione dell’uomo stesso. Incomincia a delinearsi “l’apostasia delle nazioni”
(cristiane). La ragione soppianta la Fede. Nella Teologia non si cerca più l’esperienza
del Dio vivente, come era la teologia dei Santi Padri; al posto di Dio, si trovano soltanto
idee su Dio. L’uomo sostituisce Dio.
In nome della scienza, il mondo universo è dichiarato autonomo e autonome da Dio
“le realtà umane” e la stessa scienza. L’uomo stesso si dichiara autonomo da Dio
(“Libertà”). Alla materia, alla “Natura” si attribuiscono attributi divini (assoluta,
infinita, eterna, onnipotente, ecc.). Si dogmatizza “l’Evoluzione” in funzione anti-
Creazione e si divinizza la sua massima espressione, l’uomo; si esalta la carne, mentre
in realtà la si disprezza. Dall’uomo in astratto si passa al concreto; ma gli uomini,
collettivamente considerati, sono troppo “insignificanti”, risultano spregevoli, e allora,
sotto il pretesto del “popolo”, sta sempre “il partito”, “i migliori”, “gli iniziati”, i più
astuti o ambiziosi, che cercano la propria gloria, che cercano il potere... Così si arriverà
al culmine, al vertice occulto della piramide: ad uno solo, colui che San Giovanni
chiama “l’Anticristo”, “la bestia”, e San Paolo “l’uomo d’iniquità, l’empio, il figlio
della perdizione”, il cui arrivo al potere mondiale sarà preparato dal suo “precursore”,
“il falso profeta” (“la bestia della terra”).
Il sesto Millennio arriva a quella misteriosa frontiera che è “la Fine dei tempi”.
E adesso vediamo questi terzi duemila anni suddivisi nei sei periodi, corrispondenti
ai sei “giorni” attivi della Creazione:
-Primo periodo: LA LUCE. La Luce Divina è venuta nel mondo. La Chiesa è nata
nella Croce; la sua Epifania o manifestazione fu a Pentecoste. I discepoli di Cristo sono
inviati come “luce del mondo”.
-Secondo periodo: LE ACQUE. Le acque sono “tribolazioni”. La Chiesa si separa
definitivamente dalla “Sinagoga di Satana” (Apoc. 2,9), che resta del mondo, dopo la
distruzione di Gerusalemme, l’anno 70. La Chiesa è perseguitata e oppressa nell’Im-
pero Romano e vive nelle catacombe. Il periodo finisce quando svanisce la netta se-
parazione tra i cristiani e i pagani (“le acque dell’alto e quelle di sotto”), nel secolo IV.
-Terzo periodo: LA TERRA. La Chiesa evangelizza i popoli dell’Europa. Il periodo
incomincia con la liberazione della Chiesa (che fu il suo Esodo), per mezzo di

54
Costantino (Editto di Milano, anno 313). Nel Concilio di Nicea (anno 325) viene
espressa la formula della nuova Legge, “il Credo”, che è la sintesi di tutta la Divina
Rivelazione. Ma adesso si vive meno la Fede e si ragiona di più, e quindi pullulano le
eresie. I Santi Padri e Dottori guidano la Chiesa. Altri Concili aggiungono nuova luce
alle verità basilari della Fede cristiana: specialmente quello di Costantinopoli (anno
381), dal quale abbiamo ricevuto “il Credo” della Messa e la dottrina sullo Spirito
Santo, e il Concilio di Efeso (anno 431), che precisò le due nature, umana e divina, di
Cristo, il quale è una sola Persona, la Persona Divina del Figlio; e pertanto Maria è vera
Madre di Dio, come la riconnobbe Elisabetta.
Tra i cristiani sono molti quelli che sempre di più sentono la necessità di vivere
separati, da soli o in comunità, per vivere senza distrazioni l’esortazione ad essere santi:
nasce così il monachesimo (la vita monastica). Allo stesso tempo, in parte della
Gerarchia, all’autorità spirituale di governo della Chiesa si va aggiungendo facilmente
il potere e la gloria, al modo proprio del mondo (dottrina “delle due spade”). E così è
come “la bestia del mare”, che è del mondo, va entrando nella Chiesa.
-Quarto periodo: IL SOLE. Incomincia con l’Impero Romano-Germanico
(Carlomagno, anno 800), ma presto sorge il conflitto tra i Papi e i Re (Papa Gregorio
VII, 1045-1085; Papa Innocenzo II, 1198-1216). È il periodo di massimo splendore
della Chiesa, come potere e gloria umana; ma è allora, precisamente, quando il Signore
parla a San Francesco di Assisi, dicendogli: “Francesco, va’ e riedifica la mia Chiesa,
che, come vedi, è tutta in rovina” (anno 1205).
-Quinto periodo: “LA BESTIA DEL MARE”. È il potere materiale del mondo negli
ultimi sforzi per dominare la Chiesa. Scompare l’Impero della Cristianità e sorgono i
regni delle nazioni. Si accentua la decadenza e i vari scismi religiosi. Lo scisma di
Oriente, che era incominciato nel 1054, diventa definitivo; quattro secoli dopo, la
capitale dell’Impero Bizantino, Costantinopoli, è conquistata dai turchi, nel 1453. La
Sede Apostolica si trasferisce da Roma ad Avignon, in Francia. È “l’esilio di Avignon”,
che durò 72 anni.
-Sesto periodo: “LA BESTIA DELLA TERRA”. È il potere intellettuale del mondo, che
intraprende la sua azione subdola per corrompere la Fede e lo spirito della Chiesa.
Preceduto da altri “riformatori” (Huss, Zwinglio, Calvino, ecc.), Lutero avvia “la
Riforma” protestante, separandosi dalla Chiesa Cattolica. Nel 1517 sopprime la Messa
come Sacrificio.
La Madonna di Guadalupe (12 Dicembre 1531) chiede che le sia edificato un
Tempio, “il suo Tempio”. Ciò autorizza a pensare, tra le varie possibili interpretazioni
e senza tuttavia escluderle 22, che a partire da allora sia scattato, per la seconda volta e
duemila anni dopo, il conto alla rovescia della profezia delle “Settanta settimane” di
Daniele, 9,20-27. Questa profezia indica un doppio traguardo: la Redenzione e la
venuta del Regno di Dio:
“Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa Città:
a) - per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, b) - e per
portare una Giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi”.
22
- Si veda “...E I SUOI NON LA RICEVETTERO”, di Carlos Vidal Martínez (Ed. “Segno”, Udine).
55
Nell’ipotesi che “le settimane” fossero –tra l’altro– di anni, i 490 anni (7x70)
arriverebbero fino alla fine del 2021. Nel frattempo si procede alla costruzione
materiale della Basilica di San Pietro, portata a termine sotto il pontificato di Sisto V
(1585-1590), ossia, dopo le prime sette “settimane”, mentre nel contempo viene
intrapresa la vera riforma della Chiesa, la sua ricostruzione spirituale, a partire dal
Concilio di Trento (1547-1563).
“La bestia che ha l’aspetto di un agnello, ma che parla come un drago” (la ragione
umana senza Dio) conduce verso “l’apostasia delle nazioni”: alla Rivoluzione Fran-
cese (1789) con i suoi effetti: “Libertà” (Liberalismo-razionalismo),“Eguaglianza”
(Marxismo-comunismo), “Fraternità” (Modernismo-progressismo) e alla Rivoluzione
Russa (1917).
Ma “la Bestia” porta anche verso una progressiva distruzione dell’uomo nell’anima
e nel corpo, distruzione della famiglia e della società, e persino della terra stessa: le due
spaventose guerre mondiali, con tutte le altre innumerevoli guerre locali e rivoluzioni
(Si diceva una volta: “Dove passano le idee, vent’anni dopo passano i cannoni”); i vari
razzismi, pulizie etniche, sterminio in massa di intere popolazioni, applicazione dei
piani neomalthusiani per “il controllo della natalità”, con più di cinquanta milioni di
aborti ufficiali all’anno; le leggi in favore del divorzio, dell’aborto, della omosessualità,
della pornografia, dell’eutanasia; sette di ogni sorta, sincretismo religioso, occultismo e
magia, la “New Age”, ecc. E il peccato più esecrabile che si intravvede in preparazione:
la sfida a Dio come Creatore dell’uomo e Padrone della vita, mediante la clonazione
umana, la frabbricazione dell’uomo in laboratorio… E quel miraggio d’infondere
un’anima è la grande occasione che satana attende per il suo progetto d’imitare
l’Incarnazione del Figlio di Dio… (cfr. il Segreto di La Salette).
Ma allo stesso tempo Nostro Signore prosegue l’edificazione del suo “Tempio” spi-
rituale, nel suo Tempio, che è la Chiesa. Preceduto ed accompagnato da una molti-
tudine di Santi e di mistici, di rivelazioni private, da una crescente presenza assi-
stenziale della sua Madre SS. e da una sorprendente attività dello Spirito Santo nella
Chiesa, Gesù dà l’annuncio del suo Regno, nella sua nuova Venuta gloriosa.
Lo Spirito Santo ha suscitato una nuova generazione di anime meravigliose in
quest’ultimo secolo: per esempio, in Francia, S. Teresa di Lisieux (la piccolezza e la
fiducia filiale in Dio), la Beata Elisabetta della Trinità, Suor Josefa Menéndez (il Cuore
di Gesù), Madre Eugenia Elisabetta Ravasio (il Padre Celeste), Martha Robin (la Croce
e la gioia)...; in Messico, Conchita Cabrera di Armida e Mons. Luis María Martínez
(“l’Incarnazione Mistica”); in Polonia, Santa Faustina Kowalska (la Divina
Misericordia); in Italia, Suor Elena Guerra (il rinnovamento del mondo e della Chiesa
nello Spirito Santo), Suor Benigna Consolata (la Misericordia e l’Amore), Madre
Esperanza Alhama (l’Amore Misericordioso)... e un lungo eccetera 23, che preparano e
annunciano il tempo nuovo dell’abbandono fiducioso, del trionfo della Misericordia
Divina e dell’Amore filiale, del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria,
della “nuova Pentecoste”...

23
- Senza dimenticare figure gigantesche, come il San Pio da Pietrelcina o la Beata Madre Teresa di
Calcutta, perché qui soltanto parliamo di apporti specifici di dottrina spirituale attraverso anime
mistiche.
56
È “lo spirito nuovo” che prepara la rivelazione suprema della Divina Volontà, “il
Cuore” della Santissima Trinità, che Dio vuole dare di nuovo ai suoi figli come “il
Dono dei doni”, il vivere nel suo Volere Divino.
Per rivelare la sua Divina Volontà come Vita di Dio e dei suoi figli e dare inizio al
suo Regno, che cioè “sia fatta la sua Volontà, come in Cielo, così in terra”, il
Signore ha chiamato come confidente e depositaria di quest’ultimo sfogo del suo
Amore la Serva di Dio Luisa Piccarreta (1865-1947), alla quale ha dato il nome di “la
piccola Figlia della Divina Volontà”, costituendola capostipite della nuova generazione
che vivrà in questa Volontà Sovrana di Dio. Non è senza motivo, perciò, che fin dal
1925 la Chiesa abbia stabilito la Festa di Cristo Re.
In altre parole, alla fine del sesto periodo del sesto “Giorno” di mille anni (2 Pt. 3,8),
finalmente e in modo arcano, Dio sta realizzando la creazione dell’uomo “a sua
immagine e somiglianza”, a immagine e somiglianza di Gesù e di Maria, preparando
così la manifestazione del “Regno di Dio e la sua Giustizia” o Santità.
Concludiamo questa panoramica del nostro tempo, estremamente sintetica, con
parole attribuite alla SS. Vergine, prese dal libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della
Madonna”, del sacerdote Don Stefano Gobbi (Messaggio del 15.8.1991):
“La nuova era, che Io vi annuncio, coincide con il pieno adempimento della
Divina Volontà, così che finalmente si realizzi quanto Gesù vi ha insegnato a
domandare al Padre Celeste: Sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra. È il
tempo in cui dalle creature si compie il Divino Volere del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo. Dal perfetto adempimento del Divino Volere viene rinnovato tutto il
mondo, perché Dio vi trova come il suo nuovo giardino dell’Eden, in cui può abitare
in amorevole compagnia con le sue creature”.
Davvero, “laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la Grazia” (Rom.
5,20). Non è da stupirsi, dunque, che alla fine di questo millennio avvenga lo scontro
definitivo tra il Regno di Dio, che arriva, e il regno del demonio, che da parte sua
prepara la manifestazione “dell’uomo d’iniquità”, del “figlio della perdizione”, il
quale è anche a sua somiglianza. “Questo secolo è stato lasciato in potere di Satana –è
stato detto a Medjugorje–, ma sta arrivando alla fine”.
E ad Amsterdam, nella Giornata Mondiale di Preghiera della Signora di tutti i
Popoli, nel 1998, abbiamo raccolto queste parole pubbliche del Cardinale A. M.
Stickler: “La Chiesa sta arrivando alla soglia del Terzo Millennio, che sarà senza
dubbio quel Millennio di cui parla l’Apocalisse, nel quale Satana sarà incatenato”.
La Chiesa sta entrando in quel misterioso tempo conclusivo della sua Passione, della
sua Corredenzione, perché accanto alla sua Madre e Corredentrice deve prendere parte
nel suo trionfo, quel trionfo promesso da Dio nel Paradiso...
“O stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il
Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc. 24,25-26).

57
17 – PANORAMICA DELLE PRINCIPALI CONCORDANZE
DEI TRE PERIODI DI DUEMILA ANNI
ADAMO ABRAMO GESÙ CRISTO
1- Dopo il peccato originale, 1- La seconda Promessa del 1- Per la terza volta: l’Annun-
Dio fede la prima Annunciazio- Messia: “In Lui saranno bene- ciazione a Maria e l’Incarna-
ne del Messia Redentore: la dette tutte le nazioni della zione del Verbo.
Vittoria della Donna Immacola- terra”.
ta e della sua Discendenza. Vocazione di Abramo, che Il Figlio di Dio esce dalla
Adamo esce dal Paradiso ter- Dio chiama a uscire dalla sua “Casa” del Padre Celeste per
restre (in realtà, Dio si ritira dal terra e dalla casa di suo padre, venire sulla terra e farsi Uomo.
Paradiso, espulso dalla volontà per andare alla terra che Egli gli
dell’uomo) darà, (anno 2023 dagli origini).
2- Nascita di Abele. 2- Nascita di Isacco. 2- Nascita di GESÙ CRISTO.
3- Sacrificio di Abele, ucciso da 3- Sacrificio di Isacco sul monte 3- Sacrifìcio di Cristo, sullo
Caino. Moria. stesso monte (il Calvario).
4- La maledizione di Caino. 4- Distruzione di Sodoma e Go- 4- Distruzione di Gerusalemme.
morra.
5- Separazione tra i figli di Set e 5- Separazione del popolo ebrai- 5- Separazione dei cristiani dai
quelli di Caino. co dai gentili. giudei.
6- Persecuzione dei figli di 6- Persecuzione degli israeliti, 6- Persecuzione dei cristiani
Caino contro i figli di Set. Gli resi schiavi in Egitto, dove vis- nell’Impero Romano durante i
omicidi di Lamec (quinta gene- sero 430 anni. primi tre secoli.
razione da Caino).
7- Enos incomincia ad invocare 7- Dio ascolta le invocazioni del 7- Dio libera i cristiani per mez-
il nome del Signore (Gen.4, 26). popolo d’Israele e invia come zo di Costantino. Dio lo chiama
liberatore Mosè. Dio lo chiama con un segno nel cielo: la Croce
dal roveto ardente. Uscita pro- (“IN HOC S1GNO VINCES”).
digiosa dall’Egitto, passando a Vittoria sul rivale Massenzio.
piedi il mar Rosso, dalla schia- Editto del 313 in favore dei
. vitù alla libertà. cristiani.
8- Enoch “camminò con Dio”. 8- I Giudici. 8- I Dottori della Chiesa.
9- Enoch fu rapito da Dio, dopo 9- Apogeo di Israele durante il 9- Apogeo del potere della cri-
una vita esemplare di 365 anni regno di Davide e di Salomone stianità (impero Romano-Ger-
(come i giorni di un anno so- (tra il 1010 e il 931 a. Cristo). manico) con Carlo Magno (anno
lare) (nel 987 dopo Adamo). Costruzione del Tempio. 800) e della Chiesa e il Papato,
con Gregorio VII (1045-1085) e
con Innocenzo II (1198-1216).
10- Espansione dei primi popoli 10- Espansione di Salomone 10- Espansione europea verso
verso oriente. verso Oriente. Oriente, a partire dalle Crociate
(1099).
11- Decadenza generale, per es- 11- Decadenza generale, per es- 11- Decadenza generale. La
sersi mescolati “i figli di Dio” sersi mescolati gli ebrei con i Chiesa si divide con lo scisma
(discendenza di Set) con i di- cananei. Alla morte di Salomo- d’Oriente (I054): la Chiesa Cat-
scendenti di Caino. ne, il regno si divide: Giuda tolica (Roma) e la Chiesa Orto-
(Gerusalemme) e Israele (Sama- dossa (Costantinopoli o Bisan-
ria). zio)
12- Noè (che significa “Costui 12- I Profeti Elia, Eliseo, Amos, 12- I grandi ordini religiosi di
ci consolerà”, Gen. 5,29) “fu Michea, Geremia, ecc. si oppon- San Francesco, San Domenico,
trovato giusto” (Gen. 7,1) e per gono ai re; il monte Carmelo. dei Carmelitani. I Papi si oppon-
mezzo suo si rifece l’umanità. gono ai re e agli imperatori.

58
13- Noè intraprende la costru- 13- Ricostruzione del Tempio di 13- Costruzione della basilica di
zione dell’arca. Gerusalemme (dopo la distru- San Pietro (1490-1581) e inizia
zione) e leggi di Esdra. la ricostruzione spirituale con il
Concilio di Trento (1547-1563).
14- Corruzione e degenerazione 14- Ellenismo pagano in Pale- 14- “L’illuminismo”. Il re di
dell’umanità. stina. Corruzione di molti giu- Francia, Luigi XIV, disse: “Do-
dei. po di me, il diluvio”.
15- Il Diluvio (1656). 15- Persecuzione di Antioco IV 15- La Rivoluzione Francese
Epifane, che profana il Tempio, (1789-1793). Un simulacro del-
collocando una statua di Giove la “dea Ragione” è messo nella
Capitolino. cattedrale di Parigi.
16- La terra è ripopolata dopo il 16- La “Diaspora” o dispersione 16- Colonie europee in tutto il
Diluvio. dei giudei emigranti. mondo.
17- La torre di Babele (1787). 17- Israele è incorporato da 17- “La Società delle nazioni”;
Augusto nell’Impero Romano progetti di mondialismo, O.N.U.
18- Dittature e paganesimo in 18- Dominio romano, dominio 18- Dittature totalitarie in Rus-
Babilonia. dei pagani. sia, Germania, Italia, ecc.
19- Nascita di ABRAMO, padre 19- Fine dello stato ebraico, 19- La Dichiarazione di Balfour
del popolo eletto e fondatore dopo l’uccisione di Aristobulo, (1917), per la ricostituzione del-
della nazione ebraica (anno sostituito da Erode; culmina con la nazione ebraica e dello stato
1948 dopo le origini). la distruzione di Gerusalemme d’Israele, con il ritorno dei giu-
(anno 70 d.C.) dei da tutto il mondo in Pale-
stina (1948 d.C.)
20- Discordia tra Sara, la madre 20- Dispersione dei giudei, che 20- Guerre tra giudei e arabi (tra
di Isacco, e Agar, la schiava fuggono dalla Palestina, occupa- i discendenti di Isacco e di
egiziana, che fugge nel deserto ta a poco a poco dagli antichi Ismaele). I giudei s’impadroni-
con suo figlio Ismaele. ismaeliti. Incomincia “il tempo scono di Gerusalemme (1967) e
delle nazioni” (Lc. 21, 24). finisce cosi “il tempo delle
nazioni”.

Dopo questa panoramica molto sintetica dei tre cicli della storia dell’umanità,
possiamo vedere il parallelismo molto più stretto tra i venti secoli di storia d’Israele e i
seguenti venti secoli della storia della Chiesa. A noi basta appurare una serie di fatti
storici indiscutibili, dei quali sappiamo le date: fatti del Antico Testamento che hanno
avuto la loro corrispondente ripetizione dopo duemila anni, in alcuni casi in modo
approssimato e in altri esatto. Vediamo alcuni:
1 - La nascita del figlio promesso ad Abramo e la nascita del Figlio di Dio promesso
(Isacco) (GESÙ CRISTO)
2 - Il sacrificio di Isacco e il Sacrificio di CRISTO, coincidendo persino il
luogo (il monte Moria = il Calvario, sotto il
quale una tradizione ebraica dice di trovarsi la
tomba di ADAMO).
3 - La fede di Abramo, sulla quale Dio appoggia e la fede di Pietro, sulla quale Dio fonda in modo
il suo Progetto e il suo popolo incrollabile la sua Chiesa.
4 - L’antica Alleanza, con il segno efficace della e la nuova ed eterna Alleanza nel Sangue di
circoncisione Cristo, con il segno efficace del Battesimo.
5 - I dodici Patriarchi d’Israele e i dodici Apostoli della Chiesa.
6 - Gli ebrei, senza libertà e prigionieri in Egitto e i cristiani, senza libertà e perseguitati nell’Im-
(gli ebrei soggiornarono in Egitto 430 anni, pero Romano, durante un tempo simile (i cri-
sebbene nei primi tempi furono solo ospiti), stiani furono perseguitati durante più di 250
anni).
59
7 - La teofania o manifestazione di Dio sul monte e la manifestazione dello Spirito Santo a Penteco-
Sinai. Promulgazione della Legge antica, di ste, con segni simili. Promulgazione della nuo-
timore, va Legge d’amore (lo stesso Spirito Santo).
8 - La liberazione dall’Egitto, mediante prodigi e E la liberazione dal peccato (la Redenzione), me-
castighi (le dieci piaghe, l’ultima delle quali fu diante la Morte del Figlio Unigenito e al tempo
la morte di tutti i primogeniti maschi). stesso Primogenito di Dio.
Questa fu la Pasqua antica. La nuova Pasqua.
9 - Il passaggio del mar Rosso (attraverso l’acqua, e il passaggio (nel Battesimo) attraverso “il mar
figura del Battesimo futuro), rosso” del Sangue di Cristo.
10 - Israele è guidato dai Giudici, al tempo delle e la Chiesa è illuminata e guidata dai Santi Padri
invasioni di popoli rapaci, e Dottori, che la difendono nelle invasioni dei
vari popoli barbari e, soprattutto, delle ricor-
renti eresie.
11 - La monarchia d’Israele, che inizia con Saul e l’impero cristiano medievale, che inizia con
(anno 1030 a.C.), Carlo Magno (anno 800).
12 - Lo scisma d’Israele, che si divise in due e lo scisma d'Oriente, in cui si divise la Chiesa
regni contrapposti (Israele e Giuda) (anno 930 (Roma contro Bisanzio, cattolici contro orto-
a.C.) dossi) (Il patriarca Fozio, nel 962, e Michele
Cerulario, nel 1054).
13 - La caduta del regno d’Israele (Samaria) sotto e la caduta di Costantinopoli o Bisanzio sotto il
il dominio di Assiria (anno 721 a.C.) potere dei turchi (1453).
14 - La distruzione di Gerusalemme (anno 587 e la caduta del potere e del prestigio della Santa
a.C.), alla quale seguì l’esilio di 70 anni in Sede, alla quale seguì l’esilio dei Papi ad
Babilonia (fino al 537 a.C.). Avignon (Francia), durante 72 anni (dal 1305
al 1377).
15 - La protesta e opposizione dei samaritani alla e la protesta di Lutero, che sopprime la Messa co-
ricostruzione di Gerusalemme e del Tempio. me Sacrificio di Cristo, riducendola a “Cena”
(anno 1517).
16 - Il re di Persia Artaserse I invia Esdra con e la Madonna di GUADALUPE chiede che Le sia
pieni poteri in Palestina, per riedificare edificato “un Tempio” (la sua Chiesa)
Gerusalemme e il Tempio (anno 458 a.C.) (Dicembre 1531)
Incomincia così, per due volte, a distanza di duemila anni, il conto alla rovescia della profezia delle
“Settanta settimane” (Daniele, 9,20-27), secondo una tra le varie possibili interpretazioni:
La prima volta, fino alla REDENZIONE la seconda volta, fino al trionfo del REGNO DI DIO
(dal 458 a.C. fino al 33 d.C.) (dal 1531 si arriverebbe fino al 2021-2022).
17 - Israele passa attraverso fasi alterne di rico- e la Chiesa passa attraverso fasi simili, nei secoli
struzione e di demolizione, sotto il dominio in cui si succedono gli imperi delle nazioni.
delle nazioni: sotto i persiani, i greci e i romani
18 - I romani entrano in Palestina e in Gerusalem- e i giudei costituiscono il nuovo stato d’Israele
me (anno 53 a.C.) e la distruggono nell’anno nel 1948 e conquistano Gerusalemme nel 1967,
70 d.C. Inizia così “il tempo delle nazioni”. e termina così “il tempo delle nazioni”.

18 – DOVE ANDIAMO?
Nei capitoli precedenti, seguendo lo schema dei “sei Giorni o generazioni” del
primo capitolo della Genesi, abbiamo esposto la creazione del mondo, dell’uomo e
dell’umanità. Abbiamo visto inoltre che la Creazione è lo sviluppo di “un Progetto
divino manifestato nella Fede” (1 Tim. 1,4). Il centro e la culminazione del Progetto è
Gesù Cristo, il Verbo Incarnato, Immolato e Glorificato.
Dal decreto divino dell’Incarnazione deriva tutta l’opera della Creazione. Dal suo
Sacrificio (“si fece ubbidiente fino alla morte e morte di Croce”) deriva l’opera della
60
Redenzione e la nostra salvezza. Dalla sua gloriosa Resurrezione deriva la nostra
Giustificazione o Santificazione.
Ma queste tre opere di Dio hanno forse raggiunto il loro traguardo, hanno ottenuto il
loro scopo? Sono forse ormai pienamente realizzate?
“...Questo, benché le opere di Dio fossero compiute fin dalla fondazione del
mondo. Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: «E Dio si riposò
nel settimo giorno da tutte le opere sue». E ancora nel passo del Salmo: «Non
entreranno nel mio riposo!» Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare
in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a
causa della loro disobbedienza, Egli fissa di nuovo un giorno, un oggi, dicendo per
mezzo di Davide dopo tanto tempo come è stato già riferito: «Oggi, se udite la sua
voce, non indurite i vostri cuori!». Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo.
Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. È dunque riservato ancora un
riposo sabbatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa egli
pure dalle sue opere, come Dio dalle proprie”. (Ebrei, 4,3-10).
Fin qui, dunque, abbiamo contemplato la storia dell’umanità come la si vede alla
luce della Rivelazione, della testimonianza di Dio, che ne è l’Autore, sia alla luce del
Vecchio Testamento, sia alla luce della storia della Chiesa. In un parola, era possibile
farlo, perché era il passato. Ma il futuro, chi potrebbe raccontarlo, come se lo avesse
già visto?
Nonostante la difficoltà, abbiamo dei dati sicuri, fondati sulla Parola del Signore.
Innanzi tutto, che il Signore darà compimento alla sua grande promessa: che deve
venire il suo Regno, e ciò sarà quando la sua Volontà si compirà sulla terra come si
compie in Cielo. Che noi, che ormai siamo figli di Dio, saremo (di nuovo) simili a Lui,
quando Egli si manifesterà (questo è il significato di “Parusia”), perché Lo vedremo
così come è (cfr. 1 Gv. 3,2)... E a chi dicesse: “Ah, ma questo s’intende come qualcosa
per l’aldilà, per il Cielo”, Giovanni risponde: “Affinché come è Lui, siamo anche noi, in
questo mondo” (1 Gv. 4,17).
Non sappiamo il giorno né l’ora, per la semplice ragione che non dipende soltanto
da Dio, ma anche dalla libera risposta degli uomini, che Dio possa anticipare o ritardare
la sua manifestazione, secondo le parole di San Pietro. “...Quali non dovete essere voi...
attendendo e affrettando la venuta del Giorno di Dio...!” (2 Pt. 3,12). Quindi può
oscillare entro certi margini, a motivo della nostra risposta. Ma, nonostante questo, il
Signore ci ha indicato numerosi “segni dei tempi”. Possiamo tuttavia supporre, come
legittima ipotesi e seguendo la logica dei Seimila anni trascorsi, che il Settimo
Millennio sia “il Millennio” per antonomasia, di cui parla l’Apocalisse, 20. Senza
dimenticare che non ci deve muovere la curiosità di una vana speculazione presuntuosa,
ma quell’amore che fa sospirare lo Spirito e la Sposa: “Maranatha! Vieni, Signore
Gesù!” (Apoc. 22,20).
E quel Millennio, nonostante il nome, ben potrebbe essere di una durata molto più
grande, secondo spiega il Signore negli scritti di Luisa Piccarreta: perlomeno quanto è
durato l’esilio del suo Volere Divino, espulso dalla terra, a causa del peccato... Una
questione di giustizia.

61
Quel “Millennio” sarà quello del riposo (Ebrei, 3,7-4,11), il riposo che troveranno, a
vicenda, Dio nella sua creatura e la creatura in Dio; cioè, quando l’uomo ritornerà
“nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creato” 24 da Dio. Riposo vuoi dire
la piena soddisfazione di avere raggiunto il proprio scopo o ideale. Significa che non
esiste più il rischio di non ottenerlo, che è finita la fatica e l’amarezza; significa la gioia
e la pace di pensare finalmente nella Mente di Dio e Dio nella mente della creatura, di
amare in modo divino nell’Amore stesso di Dio e Dio nell’amore della creatura, poiché
esso è ormai lo stesso Amore divino... Per questo San Paolo dice: “Finché arriviamo
tutti all’unità della Fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo
perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef. 4,13). Perciò,
“la Creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio” (Rom.
8,19).
Quando? Durante il tempo che seguirà “la Fine dei tempi” (cfr., Apoc. 10,1-7) e
prima della “Fine del mondo” (Apoc. 20,11-15), il tempo chiamato “Millennio”.
Siamo all’inizio del terzo millennio dopo Cristo e la Chiesa si sta preparando alla
gloria del terzo... C’è sempre un “terzo giorno” nel quale Gesù è ritrovato, dopo averlo
perduto, nel quale Gesù risorto ritorna ai suoi che sono nel lutto e nell’afflizione.
Ma allo stesso tempo siamo arrivati ormai alla fine del “sesto Giorno”, quando Dio,
dopo tanti preparativi, fece l’uomo. Qui si tratta della creazione dell’uomo “ad
immagine e somiglianza di Dio”, secondo il modello insuperabile di Gesù e di Maria.
Vorrei presentare a questo punto, commentandolo, un brano tratto dagli scritti della
Serva di Dio Luisa Piccarreta, che ritengo molto significativo, dato che in esso ci
sarebbe probabilmente un’indicazione, per quanto a prima vista possa sembrare velata
e abbastanza misteriosa, “una chiave” per comprendere i tempi del compimento del
Decreto divino:
"...Ora, mentre ciò dicevo, mi sono trovata fuori di me stessa, in braccio ad un
Sacerdote; però, mentre la persona pareva Sacerdote, la voce mi sembrava di Gesù; e
questi mi ha detto: «Faremo una via lunghissima; sii attenta a quello che vedi». E
camminavamo senza toccare la terra; però prima io portavo Lui in braccio, ma
siccome m’inseguiva un cane, come se mi volesse mordere, io avevo paura. Perciò, per
togliermi la paura, abbiamo cambiato posizione: Lui portava me. Ed io Gli ho detto:
«Perché non lo avete fatto prima? Mi avete fatto prendere tanta paura ed io non Vi
dicevo nulla, perché credevo che fosse necessario che Vi portassi io. Ora sono
contenta, ché essendo io portata in braccio non mi potrà fare più nulla...» Ed io
dicevo: «Mi porta in braccio Gesù». E quello ripeteva: «Porto tra le mie broccia
Gesù». Ma quel cane seguiva tutto il nostro cammino; solo che si è preso un mio
piede in bocca, ma senza che me lo mordesse... Onde il cammino è stato lungo, ed io
domandavo spesso: «Quanta altra via ci resta?»
E Lui: «ALTRE 100 MIGLIA». Poi, domandato di nuovo, ha detto: «ALTRE 30»,
e così, finché siamo giunti in città...
Ed ora, chi può dire ciò che lungo la via si vedeva? Dove paesi ridotti ad un
mucchio di pietre, dove luoghi allagati e paesi sommersi dalle acque, dove stra-
ripavano i mari, dove i fiumi, dove si aprivano voragini di fuoco... Mi sembrava che
24
- Queste parole fanno parte del titolo, dato da Gesù, ai volumi scritti da Luisa Piccarreta.
62
tutti gli elementi si mettevano d’accordo tra loro per nuocere alle umane generazioni e
formavano sepolture per seppellirle. Quello che si vedeva di più lungo la via e che più
metteva spavento e raccapriccio era il vedere i mali delle creature. Tutto era tenebre
che uscivano da loro, ma tenebre fitte, accompagnate da un’afa marcia e velenosa;
erano tante le tenebre, che molte volte non si poteva discernere che punto fosse. Tutto
sembrava finzione, doppiezza, e se qualche bene vi era, era tutto superficiale ed
apparente, ma dentro covavano i vizi più brutti ed ordivano le trame più insidiose, da
dispiacere maggiormente il Signore, più che se apertamente facessero il male; e questo
in tutte le classi di persone, che è tarlo che rode tutta la radice del bene. In altri punti
si vedevano rivoluzioni, uccidere le persone a tradimento... Ma chi può dire tutto ciò
che si vedeva?
Onde io, stanca di vedere tanti mali, ripetevo spesso: «E quando finiremo questa
lunga via?». E Quello che mi portava, tutto pensoso, rispondeva: «Un altro poco, non
hai visto tutto ancora»...” (22 Marzo 1924).
Senz’animo di insegnare niente che la Chiesa non insegni, offro al criterio e al buon
senso di chi legge la mia riflessione, essendo ognuno libero di apprezzarla o disprez-
zarla. Ciò che ha scritto Luisa, chi lo accoglie e chi lo rifiuta, lo fa a proprie spese. Non
è in gioco la Fede della Chiesa, insisto, ma lo fa a proprie spese...
Evidentemente, Gesù si mostra a Luisa nelle sembianze di un sacerdote, dal
momento che lei è un’anima vittima. In questo nuovo ufficio a cui il Signore la chiama,
lei deve ripercorrere la lunga e faticosa strada che tutti i giusti e i santi hanno dovuto
percorrere: la lunga via di tutti i secoli. Ma lei deve percorrere, non solo la strada di
qualcuno, ma di tutti. E la va percorrendo come tutti l’hanno percorsa: al passo suo,
essendo lei protagonista del cammino, benché portando Gesù in sé...
Il cane rappresenta il demonio, che però non può più farle del male quando
invertono la posizione, cioè, quando è Gesù che cammina portando lei in braccio. In
questa semplice immagine è detta la novità straordinaria che il Signore le affida. Tanto
è vero, che, mentre lei è felice di essere portata da Gesù, “quel Sacerdote” dice: “Porto
tra le mie braccia Gesù”.
A questo punto, la nostra domanda: “Quanto manca ancora?” E la misteriosa
risposta: «ALTRE 100 MIGLIA». Mai usato questo vocabolo, in nessun’altra parte
degli scritti di Luisa.
Questo è tipico nel Signore. A Daniele, che domandava: “Che cosa sono 70 anni
predetti da Geremia?”, gli fu risposto: “Semplice: 70 anni significano 70 settimane”. Da
restare a bocca aperta. Sotto queste parole si nascondono misure di tempo misteriose.
Sarebbe come misurare la stessa cosa in centimetri o in pollici.
“Poi, domandato di nuovo, ha detto: ALTRE 30”, e a questo punto viene sponta-
neo un pensiero, per ipotesi: e se la parola “miglie” nascondesse la parola “anni”?
In questa ipotesi, 100 anni dopo ci porterebbero al 2024, dato che il brano è del 22
Marzo del 1924. E poi, quando disse che mancavano “altre 30”, potrebbe indicare 30
anni prima di quella data, cioè il 1994, come potrebbe essere anche il 2054... Ebbene,
nella prima ipotesi, che ritengo sicuramente la più probabile, “l’arrivo in città”
sarebbe nel 2024, la stessa data in cui Abramo arrivò alla terra promessa!
Senza trascurare il fatto che nel 2025 sarà il centenario della proclamazione della
festa di Cristo Re.
63
Seconda “coincidenza”, che avalla la nostra ipotesi: nella festa di Cristo Re del
1994, “30 miglia prima del traguardo”, fu aperta la causa di beatificazione di Luisa e fu
così messa ufficialmente alla luce nella Chiesa...
La Santa Chiesa è da venti secoli sulla terra; tuttavia, in quel vero “rinnovamento”
che Dio le ha preparato, essa “discende” dal Ciclo come Sposa dell’Agnello e Madre
dei viventi. E così si manifesterà gloriosa, quando avrà compiuto la perfetta imitazione
di Cristo, dopo la presente purificazione. Allora le sarà data “una veste di lino puro
splendente: la veste dì lino sono le opere giuste dei santi” (Apoc. 19,8).
È il Corpo Mistico di Cristo, che dopo la sua Passione –un fatto misterioso, ormai in
atto– e dopo un profondo decadimento 25, all’alba del terzo Giorno (il terzo dopo la
Redenzione) risusciterà glorioso, per vivere il tempo del suo trionfo, del trionfo di Dio
sulla terra, prima di concludersi la storia e finire il tempo della prova, della fede e del
merito. Un periodo già prefigurato in quei quaranta giorni nei quali Gesù Risorto si
trattenne con i suoi discepoli, apparendo loro spesso e parlando loro del Regno di Dio
(Atti, 1,3), prima di salire in Cielo.
Sarà la realizzazione dell’Ideale di Dio, del suo Decreto eterno, dello scopo della
Creazione e della Redenzione, la pienezza della Santificazione: sarà “il Millennio”
dell’Apocalisse, “il secolo futuro” di Isaia. Incomincerà dopo “la grande tribolazione”
(Mt 24,21; Ap. 7,14) o purificazione della “Fine dei tempi” e si concluderà con “la Fine
del mondo” (intesa come fine della storia dell’uomo, “viatore” o in cammino sulla
terra). Finirà con la resurrezione universale dei corpi e con il Giudizio finale.
Non potrà arrivare l’ultimo dei giorni senza che tutta la Creazione sia stata restituita
al Creatore, bella, santa, gloriosa, trasformata in omaggio perfetto di lode, di gloria, di
ringraziamento e di amore, nell’ordine in cui Dio la volle e la stabilì. È il compito
amorevole dell’uomo –re e sacerdote della Creazione–, avendo raggiunto la pienezza
della sua età in Cristo 26. L’opera della Creazione sarà completa e terminata quando
l’uomo, accogliendo la Divina Volontà come Vita propria, se ne servirà per dare al
Padre tutti gli omaggi che a Lui sono dovuti da parte di ogni cosa creata e di ogni
creatura, di tutte le generazioni; per dargli tutto il ricambio che dovuto al suo Amore,
e ciò sia fatto in modo universale e divino.
Gesù Cristo lo ha fatto per tutti; perciò Egli è “l’Erede”. Alla Giustizia Divina
potrebbe bastare questo, ma l’Amore vuole che “tanti altri Gesù” lo ripetano di nuovo.
Così sarà messo in salvo il dono della Creazione, per quello che dipende dai destinatari
del dono. E perciò noi, “secondo la sua promessa, attendiamo Nuovi Cieli e una Terra
nuova, nei quali avrà perpetua dimora la Giustizia” (2 Pt.3,13).

25
- II Signore disse: “La Bambina non è morta, ma dorme”, e ridevano di Lui. Ma Egli scacciò fuori i
piagnoni, prese con Sé Pietro, Giacomo e Giovanni e i genitori della bambina e disse: “Thalita
qum”, “Alzati, bambina!”
26
- “…Finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di
uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef. 4,13).
64
19 – “LA FINE DEI TEMPI”
Che cosa è? È lo stesso che la fine del mondo? I tempi di che cosa?
Quali eventi debbono accadere in rapporto ad essa? Sarà qualche fatto specifico
che segnerà una svolta o piuttosto un certo periodo da traversare?
Ha qualche rapporto con la seconda Venuta di Gesù come RE?
Che c’entra con la “Parusìa”?
Dove si colloca “la fine dei tempi” nel Disegno di Dio?
Ha a che vedere con “il Millennio” di Pace, di cui parla l’Apocalisse?
È forse un segno il moltiplicarsi della presenza materna di Maria nel mondo...?
“E di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti,
e il suo Regno non avrà fine” (dal Credo)
“Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua Venuta”
“…nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il Nostro Salvatore
Gesù Cristo” (dalla liturgia della Messa)
1°, LA VENUTA DEL SIGNORE COME RE
“... Gesù disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi
credevano che il Regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse
dunque: Un Uomo di nobile stirpe (Gesù) partì per un paese lontano (il Cielo, il giorno
dell’Ascensione) per ricevere il titolo di Re e poi ritornare. Chiamati dieci servi,
consegnò loro dieci mine, dicendo: ‘Impiegatele fino al mio ritorno’. Ma i suoi
cittadini Lo odiavano e Gli mandarono dietro una ambasceria a dire: ‘Non vogliamo
che Costui venga a regnare su di noi’. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il
titolo di Re (la Chiesa già ha stabilito la festa di Cristo Re, a conclusione di tutto
l’anno liturgico, nel 1925), fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro,
per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato (...) E quei miei nemici che non vole-
vano che diventassi loro Re, conduceteli qui e uccideteli davanti a Me”. (Lc 19,11-27)
“Avendogli assoggettato ogni cosa (il Padre al Figlio), nulla ha lasciato che non Gli
fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a Lui
sottomessa (ancora sulla terra non regna). Però, quel Gesù, che fu fatto di poco
inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore (nel Cielo) a causa
della morte che ha sofferto...” (Ebrei, 2,8-9)
“(Gesù) al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso alla
destra di Dio, aspettando ormai soltanto che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi
piedi” (aspettando il tempo in cui deve regnare). (Ebrei, 10,12-13).
“Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di
molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che
L’aspettano per la loro salvezza” (Ebrei, 9,28).
“... E così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed Egli
mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli deve essere accolto

65
in Cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin
dall’antichità, per bocca dei suoi santi profeti” (Atti, 3,20-21).
2°, LA VENUTA DEL REGNO DI DIO
“Interrogato dai farisei: Quando verrà il Regno di Dio?, Gesù rispose: Il Regno di
Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: ‘Eccolo qui’ o ‘Eccolo
là’. Perché il Regno di Dio è in mezzo a voi” (cioè, il Regno di Dio era già presente e
perfetto in Gesù e in Maria). (Lc.17, 20-21).
Alla domanda “Quando?”, Gesù risponde sul modo, sul “come”. Questa seconda
cosa è ancora più importante. Infatti, non ha senso chiedere “quando”, se non si sa che
cosa è. Se una persona è dentro casa, con porte e finestre ben chiuse e le persiane ben
abbassate, e domanda “Quando sarà giorno?”, la risposta logica sarà: “E a che ti serve
saperlo, se non t’importa della luce? Apri le finestre e al momento giusto lo capirai da
solo”. Per chi dorme, è lo stesso che siano le tre del mattino, o le sette, o le dieci. Per
lui il giorno non esiste.
3°, LA DOMANDA: QUANDO VERRÀ IL REGNO DI DIO?
Dalla notte non si passa istantaneamente al giorno: tra questi due periodi lunghi ce
n’è un altro, molto più breve, che prepara e annuncia il giorno. Prima vengono le prime
luci dell’alba, poi aumenta la luce ed è l’aurora, poi le nuvole lontane si tingono di
rosa e si accendono i colori e, finalmente, appare il Sole. Ma poi ci vuole ancora tempo
prima che si senta il suo calore e raggiunga il suo pieno meriggio. Chi è sveglio assiste
a tutto questo e sa che il Sole è sul punto di apparire da un momento all’altro. Chi vive
in alto, sulla montagna, lo vede arrivare prima che lo veda chi è in fondo valle. La
sentinella deve essere la prima a vederlo, per avvertire.
“Come son belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la
pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo
Dio». Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, (sono i tanti santi, mistici e veggenti del
nostro tempo), insieme gridano di gioia, poiché vedono con i loro occhi il ritorno del
Signore in Sion” (Isaia, 52,7-8).
“Mi metterò da sentinella in piedi sulla fortezza a spiare, per vedere che cosa mi
dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti. Il Signore rispose e mi disse: Scrivi la
visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga facilmente. È una visione che
attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché
certo verrà e non tarderà” (Abacuc, 1,3).
Significa che Dio ha stabilito ad ogni suo decreto un limite di attesa, che può essere
in certo modo anticipato o affrettato, un tempo che può essere accorciato, ma oltre il
quale Dio interverrà: “Quali non dovete essere voi nella santità della condotta e della
pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si
dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!” (2 Pietro, 3,12).
“... E se quei giorni (i giorni della “grande tribolazione”, che precederanno “il
giorno di Dio”) non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli
eletti quei giorni saranno abbreviati” (Mt. 24,22).
66
Quando verrà questo Regno? Il Signore non ha scarseggiato nel dare indica-
zioni (“i segni dei tempi”). Il Signore non risponde dando una data, ma descrivendo
una situazione, perché non interessa soddisfare la nostra curiosità, ma stimolare il
nostro desiderio.
“Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte? La
sentinella risponde: Viene il mattino (quando è venuto Gesù al mondo), poi ancora la
notte (quando Gesù se n’è andato); se volete domandare, domandate; convertitevi,
venite!” (È inutile voler sapere, se non c’è la conversione) (Isaia, 21,11-12).
Per questo Gesù ha voluto nascere a mezzanotte, non alla fine della notte, indicando
così che la sua Venuta come Redentore doveva dividere la notte e la storia in due parti:
prima di Lui e dopo di Lui. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la
notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente dal Cielo, dal tuo trono
regale... discese in quella terra di sterminio” (Sap. 18,14-15).
Anche la sua Venuta come Re troverà il mondo impreparato, sprofondato nella
notte: “... Poiché lo Sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si
levò un grido: «Ecco lo Sposo, andategli incontro!»”. (Mt. 25,6). “Ma il Figlio
dell’Uomo, quando verrà, troverà fede sulla terra?” (Lc. 18,8). “Anche voi tenetevi
pronti, perché il Figlio dell’Uomo verrà nell’ora che non pensate” (Lc. 12,40).
“La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre
e indossiamo le armi della Luce”. È evidente, purtroppo, che il peccato dilaga nel
mondo, con tutte le sue conseguenze di male, nonostante che la Redenzione di Cristo
abbia cancellato tutti i peccati davanti al Padre. È evidente, purtroppo, che Dio ancora
non regna nel mondo (Rom. 13,12).
Per questo ci ha insegnato la sua preghiera, il Padrenostro, affinché essa ottenga
finalmente che venga il suo Regno, e ciò significa:
- che ancora deve venire (infatti non diciamo “il tuo regno, che è già venuto”)
- e che si deve realizzare in questo mondo (non diciamo “andiamo al tuo Regno”)
Quando verrà il Signore come Re? Dobbiamo chiarire, a questo punto, che la
prima Venuta di Gesù, come Redentore del mondo, fu nella sua Incarnazione. La
“Parusìa” invece significa la sua Venuta o ritorno glorioso, ed è triplice:
– Nel momento del suo ritorno ai suoi, dopo essere risuscitato;
– alla “fine dei tempi”, per dare compimento al Regno di Dio,
– e alla fine del mondo, per fare il Giudizio finale.
Per la prima Venuta di Gesù, nella sua Incarnazione, il segno decisivo fu quando,
rivolgendosi per mezzo di un Angelo a Maria, Le diede l’Annuncio dell’Incarnazione.
Quando fece conoscere in quale modo doveva venire al mondo.
La stessa cosa avviene per quanto riguarda la sua nuova Venuta come Re. Il segno
decisivo che indica la sua imminenza è l’aver fatto conoscere in che consiste il suo
Regno e come lo vuole realizzare. Questa grazia Gesù l’aveva riservata proprio per
questo nostro tempo.

4°, LA RISPOSTA: COME SARÀ IL REGNO? IN CHE CONSISTE IL SUO REGNO?


Lo diciamo nel Padrenostro: “Venga il tuo Regno, (cioè) sia fatta la tua Volontà (in
che modo?) come in Cielo (dove?) così in terra”.
67
Certamente si riferisce a tutta la Creazione: che Dio prenda in mano il governo
concreto di ogni cosa in questo mondo, che ogni cosa si svolga secondo la sua Sapienza
e Provvidenza, secondo la sua Volontà, che finiscano tutti i disordini e mali che sono
frutto e conseguenza del peccato. “E così possano giungere i tempi della consolazione
da parte del Signore ed Egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè
Gesù. Egli deve essere accolto in Cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le
cose” (Atti, 3,20-21). Il Regno di Dio è, dunque, la restaurazione di tutte le cose, il
ristabilire l’ordine originario della Creazione, come lo volle Dio e prima che ci fosse
il peccato.
Ma si riferisce ancor di più all’uomo: “Vi aspergerò con acqua pura e sarete
purificati; vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un
cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo” (Ezechiele, 36,25-26).
“Il cuore” è, sì, la sede dei sentimenti, ma soprattutto delle responsabilità: è simbolo
della volontà. “Un cuore nuovo”: il Suo! La sua Volontà! Il Regno di Dio sarà avere
in comune con Lui la sua Volontà. Sarà la sua Volontà operante nella creatura e
la creatura operante in Essa. E darà “uno spirito nuovo”: lo spirito di figli, per
poter essere figli come Gesù per il Padre.
5°, QUALI SONO I TEMPI DI DIO?
“Faccio un esempio: per tutto il tempo che l’erede è fanciullo (cioè, minorenne) non
è per nulla differente da uno schiavo, pur essendo padrone di tutto; ma dipende da
tutori e amministratori fino al termine stabilito dal Padre (fino alla fine dei tempi
stabiliti dal Padre). Così anche noi, quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi
degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo
Figlio, nato da Donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la
legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che
Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida ‘Abba, Padre!’.
Quindi, non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per Volontà di Dio”
(Gal. 4,1-7).
Questo testo ci dice, per prima cosa, che ci fu un tempo in cui eravamo come
schiavi delle cose del mondo; quindi, un altro tempo in cui siamo stati fatti figli adottivi
di Dio, ma essendo ancora immaturi, la nostra condizione non risulta per nulla diffe-
rente da quella degli schiavi; ed infine, un terzo tempo, nel quale i figli raggiungeranno
la piena maturità di Gesù Cristo, la pienezza del suo Amore.
Ci dice, inoltre, che l’Incarnazione del Verbo, per redimerci, avvenne nella “pienez-
za dei tempi”, ma che ci sarà poi un “termine” o “fine dei tempi”, che segnerà un’altra
svolta essenziale. Gesù fece un miracolo all’inizio della sua Vita pubblica: trasformò
l’acqua in vino. Alla fine della sua Vita pubblica fece un altro miracolo ancora più
grande: convertì il vino nel suo Sangue, in Sé stesso.
In sintesi, la storia dell’umanità (storia sacra) è suddivisa da Dio in tre parti:
– Dal Principio dei tempi (dalla creazione dell’uomo e dal peccato originale) fino
alla Pienezza dei tempi (all’Incarnazione del Verbo e la Redenzione): il tempo dei
servi.
– Dalla Pienezza dei tempi fino alla Fine dei tempi (alla seconda Venuta del
Signore): il tempo dei figli in età infantile, non diversi dai servi nel modo di sentire, di
68
comportarsi e di essere trattati. Con la Redenzione è stata riparata L’IMMAGINE divina
nell’uomo.
– E dalla Fine dei tempi fino alla Fine del mondo (la fine della storia dell’uomo
sulla terra): sarà il tempo in cui Dio avrà finalmente realizzato il suo “sogno d’amore”.
Questi figli saranno in tutto come il Figlio, a sua SOMIGLIANZA, come fu all’inizio,
prima del peccato.
6°, LA FINE DEI TEMPI D’ATTESA E L’ARRIVO DEL TEMPO TANTO ATTESO.
“La fine dei tempi” non è dunque la fine del mondo, ma sì di un certo mondo
creato dall’uomo e intriso di peccato. Non è che si fermeranno gli orologi o il tempo,
sebbene da alcune rivelazioni private attendibili possiamo supporre che Dio fermerà
all’improvviso ogni cosa e in particolare l’uomo, per metterlo di fronte alle sue
responsabilità e chiedergli ancora una risposta decisiva.
Ma oltre questa misteriosa frontiera, il mondo sarà rinnovato da Dio in un modo così
profondo, che non possiamo immaginare, e la storia proseguirà, ma sarà veramente
nuova:
“Ecco infatti che Io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare
(...) Non si udranno più voci di pianto, grida di angoscia. Non ci sarà più un bimbo che
viva solo pochi giorni, né un vecchio che non giunga alla pienezza dei suoi giorni,
poiché il più giovane morirà a cento anni (...) Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto (...) Non faticheranno invano, né gene-
reranno per una morte precoce, perché prole di benedetti dal Signore essi saranno...”
(Isaia, 65, 17-25).
Questo brano ci dice, tra l’altro, che l’uomo continuerà quaggiù la sua vita mortale.
L’uomo ancora continuerà in regime di prova, camminando “nella fede, non nella
visione”. Si continuerà a procreare (a ripopolare la terra) e a lavorare, ma non
inutilmente né per “una morte precoce”. Sarà tale la gioia di quello che il Signore farà,
che non si ricorderanno mai più le cose passate. Sarà il compimento del disegno di Dio,
del suo mistero d’Amore, del “Mistero della sua Volontà” (Ef. 1,9). Comunque,
“nuovi cieli e nuova terra” riguardano soprattutto l’uomo: l’anima e il corpo.
“... Allora l’Angelo (cioè, l’Inviato: Gesù Cristo)... alzò la destra verso il cielo e
giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, che ha creato cielo, terra, mare e quanto
è in essi: «Non vi sarà più indugio!» (cioè, non vi sarà più tempo d’attesa). Nei giorni
in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il
Mistero di Dio, come Egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Apoc.10, 5-7).
La fine dei tempi significa la fine dei tempi d’attesa, soprattutto da parte di Dio, per
dare compimento a quel Progetto d’Amore, stabilito dalla Volontà di Dio, e nel quale
avrà finalmente tutta la sua Gloria.
7°, LA FINE DEI TEMPI SARÀ UN EVENTO O UNA SERIE DI EVENTI?
UN ISTANTE O UN PERIODO?

Dalla notte al giorno si passa in modo graduale, attraverso un periodo, sebbene sia
relativamente breve. D’altronde, l’apparire o manifestarsi del Sole avviene in un
preciso istante. Tuttavia, le tenebre non vogliono ricevere la Luce e si oppongono con
69
tutte le forze. L’ora di Dio sarà preceduta dall’ora e dal potere delle tenebre. Si tratta
della “grande tribolazione”, di quei giorni appunto che saranno accorciati (come ha
detto il Signore in Mt. 24,21-22) per amore degli eletti, altrimenti anch’essi peri-
rebbero.
Che cosa avviene nel corso di questa “grande tribolazione”?
Lo scontro decisivo tra il Regno di Dio, che arriva, che sta per manifestarsi, e il
regno del peccato, di satana, che vorrebbe opporre resistenza e si sta perciò manife-
stando sempre più in tutta la sua bruttezza e malvagità, ma sarà spazzato via.“Regno
contro regno” (Mt. 24,7): all’interno del mondo e all’interno stesso della Chiesa,
all’interno di ogni uomo.
Avverrà così la purificazione del mondo, quello che l’Apocalisse chiama “la
grande Babilonia”, e anche della Chiesa, che come Corpo Mistico “completerà nella
sua carne quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col. 1,24). Sarà questa la
Passione della Chiesa, a cui seguirà il trionfo della sua Resurrezione e della “nuova
Pentecoste”. La Passione della Chiesa sarà la culminazione dell’opera di Redenzione di
Cristo, l’estrema manifestazione della Divina Misericordia. Poi seguirà la manifesta-
zione del Regno di Dio e la sua Giustizia o Santità.
Lo scontro tra il demonio e la Donna vestita di Sole, Maria, e la vittoria di Lei con la
sua Discendenza (come era stata promessa da Dio fin dal Paradiso, in Gen. 3,14),
avverrà allora, come è descritto in Apoc. 12. Questo Trionfo del Cuore Immacolato
di Maria sarà, nel contesto della Passione della Chiesa, il ripetersi in modo ancora più
“strepitoso” delle parole del Figlio suo morente sulla Croce duemila anni prima:
“Donna, ecco i tuoi figli; figli, ecco la vostra Madre”. Avverrà proprio nel momento
che l’inferno crederà di avere vinto sulla Chiesa.
Il diavolo tirerà fuori allora, nel suo furore, il massimo strumento di cui sarà capace:
la coppia “Anticristo–Falso Profeta” (la potenza materiale e la potenza intellettuale). È
lì che si colloca “l’abominio della desolazione nel Luogo Sacro”, di cui parlò il profeta
Daniele (8,12-14; 9,27; 12,11), con la cessazione del Sacrificio quotidiano.
Daniele indica dei numeri precisi di giorni, per dire quanto tempo ciò deve durare
(2.300 sere e mattine) e quant’altro ci sarà ancora, di purificazione del Santuario (1.290
giorni)... Questo basta a metterci in guardia di fronte a molte profezie private come
quelle che davano come certo che “prima dell’anno 2.000” tutto sarebbe accaduto.
Non c’è che dire, se la profezia si riferiva specificatamente al “Trionfo del Cuore
Immacolato di Maria”, per esempio, perché penso che l’Atto di Affidamento del Terzo
Millennio a Maria, compiuto dal Papa il 7 Ottobre 2000, sia proprio l’inizio di questo
Trionfo. Ma immaginare che con il Giubileo del 2.000 si doveva entrare del tutto nel
tempo nuovo di un mondo radicalmente rinnovato, nel Millennio nel quale “Satana
sarà incatenato nell’inferno”, era fuori della realtà, al meno se teniamo conto di tutti i
dati che ci dà la Sacra Scrittura. Non c’era materialmente il tempo. Alcune cose dove-
vano certo accadere; ma si tratta di un insieme di cose molto complesse e articolate.
La purificazione del mondo (delle nazioni), sembra che si deve svolgere in due fasi:
la prima, essenzialmente per mano degli stessi uomini; la seconda invece verrà diret-
tamente da Dio. Nell’intervallo di relativa pace (non-guerra), avverrà probabilmente la
manifestazione dell’Anticristo, appunto, per un breve momento del suo regno nel
mondo. “Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi
70
finora lo trattiene (sicuramente, il Romano Pontefice). Solo allora sarà rivelato
l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il Soffio della sua bocca (lo Spirito
Santo) e lo annienterà all’apparire della sua Venuta” (2 Tes.2,7-8).
Quindi, “la Fine dei Tempi” è un periodo crepuscolare. Ma sarà sicuramente segnato
da qualche evento specifico e inconfondibile, in una determinata data. Il “quando” è
per noi impossibile a sapersi, sebbene da molti segni lo riteniamo molto vicino. Così:
- Nel radiomessaggio di Pasqua del 1957, Papa Pio XII disse: “Venite, Gesù, Nostro
Signore! Ci sono tanti segni che l’ora del vostro Ritorno non è lontana…”
- A Suor Lucia di Fatima, la Madonna disse: “Tu non puoi venire per adesso al
Cielo, ma devi rimanere sulla terra, perché prima dovrai vedere il Trionfo del mio
Cuore Immacolato”. Non sappiamo fio a che punto queste parole siano testuali, ma il
concetto è stato confermato. Ad ogni modo, Suor Lucia era vivente al momento in cui
Giovanni Paolo II affidò il Terzo Millennio a Maria, segno del suo trionfo.
- Nelle apparizioni di Garabandal (Spagna, 1961-1965), la Madonna disse quando
morì il Papa Giovanni XXIII: “Ancora tre Pontefici, e dopo sarà la fine dei tempi”.
- Il Pontificato di Giovanni Paolo II è stato quello corrispondente al penultimo nome
o motto della celebre e mai smentita profezia di San Malachia, Vescovo di Armagh
(Irlanda) e amico di San Bernardo, che con altrettanti brevi frasi latine elenca tutti i
pontificati fino all’ultimo papa, Pietro II. L’attuale Papa Benedetto XVI potrebbe essere
il penultimo, ed infine “Pietro Romano”.
- Non meno interessante è ancora sapere che Giovanni Paolo II volle fare il suo
primo viaggio apostolico nel Messico, dalla Madonna di Guadalupe. Ebbene, Lei ha nel
suo manto 46 stelle e si dà “il caso” che Giovanni Paolo II è stato il 46.mo a partire
dall’allora Pontefice regnante. Viene da pensare che l’ultima stella della notte sia stato
proprio lui, poiché si avvicina il Giorno. Non per nulla, il motto che nella profezia di
San Malachia designa il suo Pontificato è “De Labore Solis” (i travagli o le fatiche del
Sole), Giovanni Paolo II. Il giorno della sua nascita ci fu un’eclissi di sole, e un’altra il
giorno del suo funerale. Caso o segno?
8°. QUAL È IL SENSO DELLA PRESENZA MATERNA DI MARIA NEL MONDO?

Le apparizioni mariane nel mondo, o meglio, le sue “assistenze materne alla Chiesa”
sono il segno, tra l’altro, del compimento di queste parole di Apocalisse, 11,19: “Si
aprì allora il Santuario di Dio (la Divina Volontà) nel Cielo e apparve nel santuario
l’Arca dell’Alleanza ” (che è Maria).
Ciò significa che la Vergine SS. sarà contemplata nella pienezza della Verità che La
riguarda: la Vergine Maria nella Divina Volontà!
E si vedrà in quel Cielo, splendente di gloria divina, al momento culminante della
seconda Venuta gloriosa di suo Figlio come Re (Apoc,12,1-2 e 5).
Il capitolo 12 dell’Apocalisse è il compimento della promessa di Dio in Genesi,
3,15: “Porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua discendenza e la Sua. Essa ti
schiaccerà la testa, mentre tu cercherai di morderle il calcagno”.
Cioè, quella promessa divina nell’Inizio dei tempi si compirà “alla Fine dei
tempi”. Ma si compirà nel modo come leggiamo in Gv.19,25-27: “Presso la Croce di
Gesù stavano sua Madre, Maria di Cleofa, sorella di sua Madre, e Maria di Magdala.

71
Gesù allora, vedendo la Madre e lì accanto a lei il discepolo che Egli amava, disse alla
Madre: ‘Donna, ecco il tuo figlio!’ Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua Madre!’. E da
quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.
Questo significa che
1°, il Trionfo di Maria sarà la realizzazione piena della sua Maternità divina verso gli
uomini (come la nostra pietosa Madre).
2°, Questa Maternità si manifesterà nel contesto della Passione della Chiesa.
3°, Maria appare in questo modo come Madre della Chiesa.
4°, Maria appare inoltre come Modello e Figura della Chiesa, la quale prenderà parte
nel suo Trionfo e trionferà insieme con Lei (Maria Corredentrice e Regina insieme
con suo Figlio Redentore e Re; e la Chiesa è a sua volta, in modo diverso,
corredentrice e regina).
La presenza materna di Maria, il moltiplicarsi delle sue manifestazioni è per un
doppio motivo: richiamarci alla Redenzione e prepararci al Regno che si avvicina. È
ripeterci ancora, come a Cana: “Fate tutto quello che mio Figlio vi ha detto e vi dirà” e
prepararci ad accogliere suo Figlio che viene. È l’antica e la nuova evangelizzazione.
Ma oltre le sue parole, la sua Presenza è un segno per la Chiesa, nel momento che
essa, come l'antico popolo d'Israele, sta a punto di traversare il “Giordano” per
entrare nella “terra promessa”. Questo Giordano, che appare come una barriera
insuperabile, è quella misteriosa frontiera della “Fine dei tempi”.
E Maria è l’Arca dell’Alleanza che ci precede e ci indica la via: “Quando vedrete
l’Arca dell’Alleanza del Signore vostro Dio e i sacerdoti leviti che la portano, voi vi
muoverete dal vostro posto e la seguirete; ma tra voi ed essa vi sarà la distanza di
circa duemila cubiti: non avvicinatevi. Così potrete conoscere la strada dove andare,
perché prima d’oggi non siete passati per questa strada” (Giosuè, 3,3-4).
La Donna vestita di Sole annuncia che i suoi figli saranno come Lei, vestiti di Sole!
Riassumendo:
“La Fine dei tempi” è un concetto che fa evidente riferimento alla Sacra Scrittura:
- È il compimento del “tempo delle nazioni” (Lc. 21,24), al quale seguirà la conver-
sione finale di Israele (Rom. 11,25-26), quando ritornerà il Signore (Mt. 23,38-39).
- È il tempo della Venuta gloriosa del Signore come Re (Lc. 19,12). “Re dei re”
(Ap. 19,16): Re che tutti fa regnare.
- È “la fine dei tempi” della grande tribolazione (Mt. 24,21).
- È “la fine dei tempi” in confronto alla “pienezza dei tempi” (Gal. 4,4).
- È “la fine dei tempi” d’attesa stabiliti dal Padre Celeste, affinché i suoi figli lascino
di essere minorenni, ancora con mentalità di servi e trattati come tali, e raggiungano
come figli la pienezza dell’età in Cristo (Gal. 4,1-4).
- È “la fine dei tempi” d’attesa, in cui si compirà “il Mistero di Dio” come fu
annunciato ai Profeti (Apoc. 10,6-7). Questo “Mistero della sua Volontà” si è già
compiuto in Cristo e in Maria “nella pienezza dei tempi” (Ef. 1,9-10), e in noi si dovrà
compiere “alla fine dei tempi”.
- È una frontiera, la fine di un periodo e l’inizio di un altro assolutamente nuovo: il
compimento del Regno di Dio, della sua Volontà Adorabile, “come in Cielo, così in
terra”, affinché “come è Lui, così siamo anche noi, in questo mondo” (1 Gv. 4,17).
72
20 – “LE PARUSIE DEL SIGNORE”
Il Signore è “Colui che viene”, ma è allo stesso tempo “l’Emmanuele”, il “Dio con
noi”. Dobbiamo distinguere “Avvento” e “Parusia”.
“Avvento”,cioè, arrivo. È la venuta del Signore che celebriamo a Natale, l’Incar-
nazione del Verbo. Questa venuta fu in modo umile e nel dolore, per affratellarsi con
l’uomo peccatore e redimerlo. Invece “Parusia” vuol dire: farsi presente, manife-
stazione trionfale. Questa venuta è gloriosa, per regnare.
Normalmente, con “la prima venuta” pensiamo all'Incarnazione e, per contrap-
posizione ad essa parliamo di una “seconda venuta”, senza distinguere in essa i vari
momenti o tempi.
- La prima venuta gloriosa: LA RISURREZIONE di Gesù a Pasqua. Terminò con la
sua Ascensione.
- La seconda venuta gloriosa: alla FINE DEI TEMPI (Apoc. 10,6-7) o fìne di un
mondo, quello di “Babilonia” (Mt. 24; 1 Tes .4,15 ss.; Apoc. 19).
- La “terza” venuta gloriosa (non è propriamente tale): al momento della resurre-
zione universale, del Giudizio finale e quindi alla FINE DEL MONDO (Mt 25; 1 Cor.
15,51; Ap. 20,11-15; Gv 5,27-29)
Prima della Redenzione era in vigore il regime dell’Antica Alleanza o del regno
terreno d’Israele, spesso dominato da altri regni del mondo. Con la Redenzione è
incominciato il regime della Nuova ed Eterna Alleanza o del Regno dei Cieli. È
incominciato con la morte di Cristo per accogliere i redenti e si è manifestato con la
venuta gloriosa del Signore Risorto a Pasqua.
Occorre precisare però, che quando Gesù rispose ai farisei dicendo: “Il Regno di
Dio non viene in modo spettacolare, poiché il Regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc.
17,20 ss.), non poteva significare che questo Regno fosse in loro, ma precisamente in
Gesù e, come unica eccezione, in sua Madre, perché in loro vive e regna la Volontà del
Padre (Gv.5,30; 12,49-50; 14,10...). E quando il giorno dell’Ascensione il Re salì in
Cielo –e in seguito, il giorno della sua Assunzione, se ne andò la Regina– portarono
con sé il Regno di Dio compiuto, che Essi possedevano, e la povera Creazione restò di
nuovo muta e come “nelle doglie del parto” (Rom. 8,19-23). Lo dimostra la preghiera
della Chiesa: “Venga il tuo Regno!”
Che cosa è stata stabilita sulla terra? Quella parte del Regno di Dio che è la
Redenzione: il Regno della Redenzione. È come la pianta, come l’Albero della Vita, che
deve produrre il frutto al suo tempo. Il Verbo Divino, incarnandosi, portò con Sé “il
seme” della Divina Volontà e lo seminò nella terra vergine di Maria: Lei divenne sua
Madre. Poi lo annaffiò col proprio Sangue e lo fecondò con il Sole dello Spirito Santo a
Pentecoste, e così nacque la Chiesa, la quale, in questi venti secoli, si è sviluppata come
un albero, i cui rami si estendono ormai in tutta la terra (Mt. 13,31-32). Ha prodotto
innumerevoli fiori, che sono i Santi, mentre “le foglie dell’albero servono a guarire le
nazioni” (Apoc. 22,2): sono per la loro salvezza.
Adesso sta arrivando il tempo dei frutti, il tempo della “primavera della Chiesa” in
cui la Divina Volontà deve regnare sulla terra come regna in Cielo, il tempo in cui Gesù
non più sarà un Re dei servi, di impiegati o di mercenari, ma “Re dei re”, il Re che fa
regnare con Lui tutti i suoi.
73
CARATTERISTICHE
PRIMA PARUSIA SECONDA PARUSIA TERZA PARUSIA
del Signore nella sua FINE DEI TEMPI FINE DEL MONDO
Risurrezione. di separazione dal Volere di Fine della storia dell’uomo
Dio e dei tempi di angoscia. “viatore” sulla terra, in
Fine dell’Antico Manifestazione del suo regime di fede e di prova.
Testamento Regno “come in Cielo, “Nuovi cieli e nuova terra”
e passaggio al Nuovo. cosi in terra”. (non altri, ma nuovi).
“Le Nozze dell’Agnello”. Dopo la sua ultima Venuta,
Con la sua manifestazione, gli uomini, risorti e
Con la Redenzione, il Signore ridarà all’uomo immortali, saranno come
il Signore ha riparato la somiglianza divina gli Angeli nel Cielo
nell’uomo l’immagine di perduta. Dopo questa (Lc. 20,34-36).
Dio. Venuta, gli uomini mortali Finirà “la proiezione del
ancora lavoreranno film” del Regno di Dio: la
(ma non invano) Creazione, la Redenzione e
e procreeranno la Santificazione, ma ciò
(per una lunga vita) non vuol dire che sarà
(Isaia, 65,17-25). distrutto o che scomparirà.
I – PRESENTANO UN CERTO TIPO DI RISURREZIONE
LA RISURREZIONE PERSONALE “LA PRIMA RISURREZIONE”: “LA SECONDA RISURREZIONE”
DI GESÙ CRISTO dalla sua - di anime che risuscitano: dei (della carne) (1 Cor. 15,24).
Morte Redentrice (1 Cor. 15,23) superstiti fedeli (Ap.20,4-6); ep- Risurrezione universale di tutti,
pure erano spiritualmente vìve! buoni e cattivi, con i loro corpi:
Risurrezione fìsica del Corpo di - Non si può escludere che molti - per la Vita (e saranno glorifi-
Cristo e glorificazione del corpo santi e martiri della “grande cati o trasformati),
di Maria, Assunta in Cielo. Tribolazione” possano risuscita- - o per la dannazione, “la morte
Risurrezione morale o spiri- re con i loro corpi glorificati (1 seconda” (dunque, non saranno
tuale delle anime dei fedeli alla Cor. 15,23). trasformati).
Vita della Grazia. - La risurrezione della Chiesa, Questo è secondo l Cor. 15,
Alla morte del Signore risuscita- Corpo Mistico di Cristo; risurre- 49-52 (soprattutto il v. 51): “Vi
rono anche molti corpi di Santi zione spirituale alla Vita della dichiaro un mistero: tutti mori-
morti e dopo la sua Risurrezione Divina Volontà. È possibile che remo, ma non tutti saremo tra-
entrarono nella Città Santa e si ripeta, ma è sicuramente ipo- sformati” (traduzione ufficiale
apparvero a molti, come segno e tesi discutibile, la risurrezione della Bibbia Vulgata).
testimonianza di essa (Mt. 27, corporale di alcuni, special- Allora sarà eliminata la morte.
52-53). mente dei martiri.

II – PORTA CON SÉ UN CERTO TRIONFO DEL REGNO DEI CIELI


La Chiesa nasce e si mani- Il Regno di Dio si Trionfo definitivo della
festa a Pentecoste e a manifesta come Regno Divina Volontà, dopo
partire d’allora il Regno della Divina Volontà. l’ultimo breve e violento
di Dio germoglia e cresce. Trionfo del Regno della tentativo del demonio,
La Chiesa trionfa, mentre Divina Volontà in una terra mettendo in piedi il regno
la Sinagoga rivale rinnovata (Lc, 19,11-27) rivale, che è il peccato.
è umiliata e dispersa.
74
III – SUPPONE UN CERTO GIUDIZIO DI SEPARAZIONE E DI CONDANNA
Si compie il Giudizio già Giudizio (o separazione) Giudizio finale (separazio-
annunziato dal Precursore di Cristo su quanti saranno ne definitiva di tutta l’uma-
nel Giordano: Dio respinge spiritualmente vivi e morti nità dopo che tutti saranno
Israele carnale e mondano in quel momento: “Uno risorti con i loro corpi)
e con “il resto” fedele sarà preso, l’altro sarà (Apoc. 20,12-15; 21, 7-8):
fa nascere il popolo nuovo lasciato” (Mt. 24, 40-41). -I vivi spiritualmente (che
e universale (la Chiesa, L’umanità, come avvenne sono già risorti “nella prima
il nuovo Israele). al tempo di Noè, nel risurrezione”)
Distruzione di Diluvio, sarà drasticamente -e i morti spiritualmente
Gerusalemme. ridimensionata (per i quali è “la seconda
(Ap. 9,15 e Zac. 13,8-9) morte”, cioè, l’inferno)

IV – SIGNIFICA UN CERTO TIPO DI FINE DEL MONDO


E NASCITA DI UN MONDO NUOVO
Fine del mondo giudaico; Fine del regno del volere È la Fine del mondo
inizio del mondo cristiano. umano (“Babilonia”). (come “divenire” storico).
Fine dell’Antico La terra sarà rinnovata, La Creazione sarà compiuta
Testamento persino fisicamente, e solo allora sarà restituita
e dell’Antica Alleanza come prima del peccato, perfetta a Dio.
e inizio del Nuovo e purificata,
Testamento e della Nuova essendo satana incatenato. NELL’ALDILÀ
ed eterna Alleanza. NELL’ALDILÀ AVRÀ FINE
FINISCE “il Limbo” di “il Purgatorio”
NELL’ ALDILÀ EBBE quanti sono morti senza e resteranno per sempre
FINE “il Seno d’Abramo” essere in Grazia né in di- soltanto
o “Limbo dei giusti”. sgrazia (senza la grazia IL CIELO e
del Battesimo e senza il L’ INFERNO
rifiuto personale di Dio). (Mt. 25,31-46)
Ci sono seri indizi della
realtà del Limbo, oltre ad
un’esigenza teologica,
(per es. 1ª Cor. 15,29)

“Ho creduto: perciò ho parlato”


(2 Cor. 4,1.3)

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo!


Come era nel principio, ora e sempre e nei secoli del secoli.
Amen

75
APPENDICE
LA STORIA DEL MONDO CORRISPONDE ALLA SANTA MESSA
La vera Storia del mondo è come ci risulta dalla testimonianza divina. Dio è il
Creatore e il Regista della Storia, che è precisamente la storia dei rapporti tra Dio e
l’uomo ed è quindi Storia Sacra. Non è soltanto “la storia della Salvezza”, ma, più
ancora, la storia del meraviglioso Progetto del Padre.
La celebrazione della Santa Messa o dell’Eucaristia ha come centro, momento o atto
essenziale la Consacrazione: il Signore si rende presente in modo fisico e sacramen-
tale, vero Dio e vero Uomo, come Vittima che, in nome nostro, si offre al Padre.
Tutto quello che la precede è la preparazione ad essa; tutto quello che segue è la
conseguenza, che è la Comunione. In essa Gesù si offre a noi.
Lo stesso schema lo troviamo nella Storia: al centro di essa è venuta “la Pienezza
dei Tempi” (Gal. 4,4): l’Incarnazione del Verbo e la nostra Redenzione. La Storia
appare così divisa in due parti: prima di Cristo e dopo Cristo. Così nella Storia troviamo
un inizio, un momento centrale (che ci porta ad un momento culminante) e una
conclusione:
- L’inizio è la creazione del mondo -Corrisponde all’inizio della Messa.
o inizio dei tempi.
- Il momento centrale: “la Pienezza dei tempi”. -Corrisponde alla Consacrazione.
- Il momento culminante: “la fine dei tempi”. -Corrisponde alla Comunione.
- E la conclusione è “la fine del mondo”. -Corrisponde al termine della Messa.
Sarebbe abbastanza soggettiva questa considerazione, se non ci fosse una precisa
coincidenza oggettiva: che la Consacrazione che avviene in ogni Messa è proprio
quella che fece Gesù nella sua ultima Cena. Quindi, il punto preciso di riferimento per
considerare l’intera Storia come una Messa è questo: il Sacrificio del Signore, reso
sacramentalmente presente da Lui nell’ultima Cena e consumato visibilmente alcune
ore dopo sul Calvario.
Così, nella Messa, le parole della Consacrazione sono le stesse dette allora da Gesù,
con le quali essa non è “rappresentata”, ma “ripresentata” (cioè, resa presente, e
questo è il significato di “memoriale”), e il gesto dell’elevazione dell’Ostia e del Calice
corrispondono all’elevazione di Gesù in Croce: “Annunciamo la tua Morte, Signore,
proclamiamo la tua Risurrezione, in attesa della tua Venuta”.
Proprio a motivo di questa attesa vorremmo capire in quale momento storico
viviamo, a che punto della “Messa” della Storia ci troviamo…
Per tanto, confrontiamo questa con la celebrazione liturgica:
La Creazione del mondo
Dio “esce fuori” (ad extra) del suo proprio Si accendono le luci e il Sacerdote esce
Essere Divino nel fare la Creazione. e baccia l’altare.
Dio disse “Fiat lux”.
La Creazione. Antifona d’ingresso
LA CREAZIONE DELL’UOMO ? “Nel nome del Padre, del Figlio
Inizio dei tempi o della Storia. e dello Spirito Santo”
76
Il Peccato originale. Atto penitenziale:
“Riconosciamo i nostri peccati… Io confesso…”
La Promessa divina della Redenzione “Dio Onnipotente abbia misericordia di noi,
e della vittoria sul demonio. perdoni i nostri peccati e ci conduca alla Vita
Eterna. Amen”
L’umanità va degenerando Kyrie: “Signore, pietà…”
nella corruzione. Il Diluvio.
L’umanità riparte con Noè: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli,
“L’uomo vivente è la gloria di Dio” e pace in terra…”
L’alleanza. Abramo arriva alla terra promessa Preghiera della “colletta”
La Rivelazione dell’Antico Testamento, LETTURE,
in un dialogo tra Dio e gli uomini,
SALMO
va orientata verso Gesù Cristo.
La fede dei Patriarchi e VANGELO
(in primo luogo, di Abramo) Il “Credo”
L’Esodo – La Legge di Dio – Il tempio.
Tutto l’atteggiamento spirituale dell’Antico
Testamento si esprime nel culto dei sacrifici
ed offerte a Dio. L’Offertorio
L’Immacolata Concezione. Inizio solenne del Prefazio
“Il Signore sia con voi!” “In alto i nostri cuori!”
“Rendiamo grazie a Dio!”
La vita della SS. Vergine Maria. Il Prefazio, eco lontana del “Magnificat”
L’INCARNAZIONE DEL VERBO DIVINO “Santo, Santo, Santo…
NELLA PIENEZZA DEI TEMPI Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!”

La Vita di N. Signore Gesù Cristo Il Canon o Preghiera Eucaristica


LA PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE LA CONSACRAZIONE E L’ELEVAZIONE
DI GESÙ Prosegue il Canon
La vita della Chiesa, che ripete nella sua (“Annunciamo la tua Morte, proclamiamo la tua
storia la Vita del suo Capo e Sposo Cristo Resurrezione, nell’attesa della tua Venuta!”)
Invocazione dello Spirito Santo su tutta la Chiesa.
(Riassunto di tutta la vita della Chiesa) “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”
Dal tempo di San Francesco, e soprattutto,
dall’apparizione della Madonna di Guadalupe
(1531), sollecitando che le sia edificato
“un Tempio”, incomincia ad essere rivendicato
lo spirito filiale verso Dio e verso di Lei, Il “Padrenostro”
“la nostra pietosa Madre”.
Mentre ogni volta più se ne parla di pace Preghiera chiedendo la Pace
e meno c’è nel mondo… e l’invito del Sacerdote a scambiarci la Pace
… e a me sembra che noi stiamo qui, all’inizio del Terzo Millennio…
…perché siamo nel tempo della “Agnello di Dio,
“grande Tribolazione” che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi!…
e della Passione della Chiesa che precede… Dona a noi la Pace!”
FINE DEI TEMPI
LA
La Venuta gloriosa del Signore in noi LA COMUNIONE

77
(La Comunione tra la Volontà Divina
e l’umana, formando un solo Volere:
il Regno di Dio sulla terra come in Cielo) (Segue l’adorazione, il ringraziamento,
È il tempo del “MILLENNIO”, il silenzioso riposo nello Spirito)
durante il quale Satana sarà incatenato
e tutta la Creazione rinnovata
Alla fine seguirà una breve ma intensa Preghiera finale
prova contro la Chiesa, alla quale porrà
fine l’ultima manifestazione di Nostro
Signore, con la conseguente risurrezione
universale, il Giudizio finale e “Il Signore sia con voi!”
LA FINE DELLA STORIA
O “FINE DEL MONDO” “Vi benedica Dio Onnipotente…”
“La storia è finita: andate alla Pace” “La Messa è finita, andate in pace”

Se questa riflessione è piaciuta a qualcuno, ringrazi il Signore e si disponga


alla grande COMUNIONE che Egli ci prepara, nella quale il Banchetto
Eucaristico sta per diventare il Banchetto delle Nozze dell’Agnello.
Se qualcuno finora non aveva capito in che consisterà il Regno di Dio promesso,
cadendo in due opposti errori (quello dei millenaristi crasi, che lo riducono a un regno
di benessere carnale e sensuale, oppure l’errore contrario di quanti, soprattutto adesso
che si cerca di godere il più possibile qui, volendo respingere questa idea grossolana,
negano che deva venire sulla terra questo Regno promesso, rimandandolo a dopo la
morte, all’aldilà, o diluendolo nella storia della Chiesa così come finora è stata…),
penso che questi pensieri possono aiutarlo a mettere ordine nella testa e nel cuore, “in
attesa che si compia la beata speranza e venga il Signore nostro Gesù Cristo”. Amen.

EPILOGO

“Ricorderò ora le opere del Signore e descriverò quanto ho visto.


Per le parole del Signore sussistono le sue opere.
Il sole con il suo splendore illumina tutto,
della gloria del Signore è piena la sua opera.
Neppure i Santi del Signore sono in grado di narrare
tutte le sue meraviglie,
ciò che il Signore onnipotente ha stabilito
perché l'universo stesse saldo a sua gloria.
Egli scruta l'abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi,
annunziando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste”
(Sir. 42,15-18)
78
“Tu però rimani saldo in quello che hai imparato
e di cui sei convinto, sapendo da Chi l’hai appreso...
Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio
e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla Giustizia,
perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato
per ogni opera buona”
(2ª Tim.,3,14-16)

79

Potrebbero piacerti anche