Armi, Acciaio e Malattie - Linee Generali
Armi, Acciaio e Malattie - Linee Generali
Armi, Acciaio e Malattie - Linee Generali
Introduzione
Il libro di Diamond, “Armi, acciaio e malattie”, cerca di fornire una spiegazione unificante per
comprendere il corso più generale della storia. Il presente elaborato ha lo scopo di esporre in modo
sintetico le sue idee in modo tale da avere una più chiara visione di insieme. Le domande da
prendere in considerazione sono: come avvenne lo sviluppo differenziato delle varie culture umane?
Quali sono state le cause remote che hanno provocato queste diversità? Perché furono proprio gli
europei e non altri popoli a conquistare il mondo durante l’era moderna? Per rispondere a queste
domande, si partirà dalle origini della storia dell’umanità fino ad arrivare ai nostri giorni, ponendo
l’attenzione su fattori di tipo ecologico ed ambientale.
- Prima ancora ancora che nascesse un uomo anatomicamente moderno, per milioni di anni fino
all’11 000 a. C sono convissute nel mondo diverse specie di umanoidi in competizione tra loro per
la sopravvivenza. Nell’ordine in cui apparvero, queste specie proto-umane sono note come
Australopithecus africanus, Homo habilis e Homo erectus. Quest’ultimo documentato intorno a 1,7
milioni di anni fa, era grande quasi un uomo moderno, ma il suo cervello era grande meno della
metà del nostro. Dal punto di vista zoologico, l’Homo erectus era più di una scimmia ma certamente
meno di un uomo. Per arrivare a uomini abbastanza moderni tanto da essere classificati come
appartenenti alla nostre specie si dovette aspettare un ulteriore passo evolutivo: l’Homo sapiens. I
primi Homo sapiens erano capaci di usare il fuoco, ma dagli scheletri ritrovati, è stato possibile
scoprire che non possedevano nessuna forma di arte e nessun attrezzo in osso (solo in pietra). Gli
uomini Homo sapiens insidiati in Africa e in Europa, cominciarono a divergere in alcuni particolari
scheletrici e a differenziarsi da quelli asiatici dell’Est. Il genere umano dunque, partendo
dall’Africa, si diffuse il tutto il globo vivendo principalmente come cacciatore-raccoglitore e
muovendosi da Ovest verso Est. In queste migliaia di anni di evoluzione e spostamenti, fecero la
prima comparsa l’uomo di Neanderthal (130 000 – 40 000 a. C) considerato il primo uomo capace
di mostrare preoccupazione per i malati e segni di rispetto per i morti; e infine, dopo il grande balzo
in avanti del 50.000 a. C., comparve l’uomo di Cro-Magnon (50 000 – 30 000 a. C) considerato il
primo uomo capace di utilizzare il linguaggio, la creatività e di realizzare manufatti artistici quali
pitture rupestri, statuine e strumenti musicali.
-L’uomo colonizzò i diversi continenti, partendo da est verso ovest, nel seguente ordine: l’ Africa (7
milioni di di anni fa), Eurasia (già a partire da 1 milione di anni fa), Australia (prima del 40.000 a.
C), Americhe (prima del 12.000). Molte altre isole furono raggiunte più tardi: Creta, Cipro, la
Corsica e la Sardegna tra l’8500 a. C e il 4000 a. C; i Caraibi a partire dal 4000 a. C; la Polinesia e
la Micronesia tra il 1200 a. C e il 1000 d. C; Il Madagascar tra il 300 e l’800 d. C; e l’Islanda nel
900 d. C. Negli ultimi 700 anni anni le uniche terre inabitate e disponibili per gli esploratori europei
sono state le isole più remote dell’Oceano Atlantico e Indiano (come le Azzorre e Seychelles) e
l’Antartide. Partendo da qui come si è sviluppata l’evoluzione dei vari gruppi umani?
L’Eurasia è la più grande massa continentale del pianeta ed è stata occupata per un tempo più lungo
di ogni altra zona del pianeta, eccetto l’Africa; la partenza anticipata dell’Africa sembra non contare
nulla perché è avvenuta in una epoca in cui i nostri antenati erano troppo primitivi.
Da cacciatori-raccoglitori a conquistatori
-Dopo la nascita dell’uomo anatomicamente moderno, è bene chiedersi come è avvenuta la sua
differenziazione sociale e culturale. In primo luogo, come è stato possibile che alcuni popoli da
cacciatori-raccoglitori sono diventati agricoltori; e in secondo luogo, come mai nella storia sono
stati visti popoli dominatori e dominati: in altre parole perché gli europei riuscirono nella conquista
degli indiani d’America e ai secondi non balenò nemmeno l’idea di provare a conquistarli a sua
volta?
-La seconda domanda sembra apparentemente mettere in gioco altre cause. Il 15 novembre del 1532
si verificò uno dei momenti più emblematici nella storia dei rapporti tra l’Europa e l’America:
l’incontro tra tra l’imperatore inca Atahualpa e il conquistador spagnolo Francesco Pizarro nella
città andina di Cajamarca. Pizarro fece prigioniero Atahualpa, lo tenne in ostaggio per otto mesi,
durante i quali si fece consegnare il più spropositato ricatto della storia (circa 80 metri cubi d’oro!),
e infine, rimangiandosi ogni promessa lo fece uccidere. La fine di Atahualpa fu un evento decisivo
nella conquista dell’impero inca. Probabilmente gli spagnoli avrebbero vinto in ogni caso essendo
dotati di una tecnologia superiore ma non certo con l’incredibile facilità con cui avvenne. I motivi
che permisero a Pizarro di catturare Atahualpa sono gli stessi che determinarono il risultato di tanti
scontri analoghi tra colonizzati e colonizzatori in epoca moderna. Gli spagnoli vinsero nel Nuovo
Mondo per via della loro superiorità militare, basata su armi da fuoco, lame in acciaio e cavalleria;
le epidemie di malattie infettive endemiche in Eurasia; la tecnologia navale; l’organizzazione
politica degli stati europei che permise il finanziamento di questa enorme impresa; la tradizione
scritta, grazie alla quale gli europei possedevano il vantaggio dell’informazione e di conoscenze del
tutto sconosciute agli inca. In breve: “Armi, acciaio e malattie”. Ma molto prima che le spade e
l’acciaio e i fucili furono inventati, fattori analoghi a questi permisero l’espansione di altri popoli
non europei. Sebbene “Armi, acciaio e malattie” sono i motivi che rispondere alla domanda, non
sono altro che le cause prossime di qualcosa di più grande dietro. In altre parole, bisogna chiedersi
il perché gli inca non avevano inventati fucili e le navi, non sono sbarcati in Europa a cavallo di
qualche temibile animale, non hanno trasmesso a noi malattie epidemiche, perché la loro
organizzazione politica non era tanto complessa quanto la nostra; insomma l’obiettivo principale
sarà quello di individuare le cause più remote.
Tecnologia: è autocatalitica:
Più densità di
popolazione,
più società in
competizione tra loro,
più potenziali inventori
Navigazione
transoceanica
(cause prossime)
Armi da fuoco,
spade d’acciaio
(cause prossime) Cultura scritta, Malattie epidemiche Cavalli
Nascita dello Stato (cause prossime) (cause prossime)
(cause prossime)
1) Un primo fattore riguarda il declino delle risorse naturali. Negli ultimi 13 000 anni vivere di
caccia e di raccolta è stato sempre più difficile, perché le specie su cui si può contare sono diventate
(sopratutto gli animali) sempre meno numerose, o sono scomparse del tutto. Alla fine del
Pleistocene gran parte degli animali di grossa taglia si sono estinti, portando l’uomo a preferire
l’agricoltura come strategia di sopravvivenza.
2) Un secondo fattore è dovuto al rapido aumento della disponibilità di specie animali e vegetali
addomesticabili a scapito di quelle irrimediabilmente selvatiche. Ad esempio, i cambiamenti
climatici del Pleistocene nel Vicino Oriente ampliarono in modo considerevole l’area di diffusione
dei cereali selvatici, che poterono essere raccolti molto facilmente in grandi quantità dalle
popolazioni locali. Da questo alla domesticazione di grano e orzo il passo fu semplice.
3) Un altro fattore può essere ricercata nei crescenti progressi tecnologici in settori che si sarebbero
rilevati utili per la vita agricola, cioè nella raccolta, trasformazione e stoccaggio del cibo.
4) Il quarto fattore è dato dal legame di causa-effetto (in entrambi i sensi) tra la crescita della
produzione di cibo. In tutte le aree dove la documentazione archeologica è chiara abbiamo prove del
fatto che il passaggio all’agricoltura è accompagnato da un aumento dell’affollamento riuscendo
così a sfamare un maggior numero di persone più efficientemente.
- Questi 4 fattori ci aiutano a capire perché nella Mezzaluna fertile l’agricoltura sia comparsa
nell’8500 a. C. Nel 18 500 era conveniente più conveniente fare il cacciatore rispetto che fare
l’agricoltore per via della presenza di mammiferi di grossa taglia. A questi quattro fattori se ne
aggiunge un quinto:
5) I cacciatori-raccoglitori divennero agricoltori in alcune aree del pianeta già perché confinavano
con quest’ultimi. Gli agricoltori confinanti essendo più numerosi e in possesso di una tecnologia
superiore, di malattie e di eserciti dominarono i cacciatori-raccoglitori importando non solo usi e
costumi ma anche il modello dell’agricoltura. I pochi cacciatori-raccoglitori che sono riusciti a
sopravvivere hanno avuto dalla loro parte barriere geografiche o ecologiche che hanno agito come
un potente freno all’immigrazione di popoli stranieri.
- Domanda di riflessione. È possibile pensare che le condizioni ambientali presenti in due luoghi
diversi del globo hanno influito sulla nascita dell’agricoltura? Vediamolo in pratica, mostrando un
esempio e un controesempio.
Esempio. Motivazioni per cui Nella Mezzaluna fertile fu più facile la nascita dell'agricoltura.
1) Area di grande estensione dal clima mediterraneo con una maggiore diversità animale e vegetale.
2) Forti escursioni stagionali con conseguente crescita delle piante.
3) Diversità orografica con conseguente biodiversità
4) La biodiversità ha permesso l’abbondare di specie animali di grossa taglia che furono utilizzati
come forza motrice nei campi.
5) Sconvenienza in quest’area di optare per uno stile di vita da cacciatore-raccoglitore. Pochi grandi
fiumi e lo sbocco sul mare era limitato, la pesca e la raccolta di molluschi non erano attività
produttive. Dopo lo sterminio di branchi di gazzelle, fu molto più conveniente iniziare a coltivare.
Controesempio. La Nuova Guinea ci offre un istruttivo controesempio alla storia della Mezzaluna
fertile. Anche qui l’agricoltura è nata in modo spontaneo, ma il suo sviluppo è stato frenato
dall’assenza di cereali e legumi e di animali addomesticabili, dalla conseguente mancanza di
proteine e dalla limitazione posta dalle elevate altitudini.
1) Mancanza di cereali addomesticabili presenti nella Mezzaluna fertile e in Cina.
2) Mancanza di animali di grossa taglia con conseguente carenza di proteine tanto da diffondersi il
cannibalismo.
3) Le specie indigene coltivate sono povere di calorie perché crescono ad altitudine elevate
-In quali zone ebbe origine l’agricoltura?
Sono state identificate cinque aree: Mezzaluna Fertile (8500 a. C. ), Cina (prima del 7.500 a. C) ,
Mesoamerica( prima del 3500 a. C), Ande e bacino amazzonico ( prima del 3500 a. C) e gli Stati
uniti Orientali (2500 a. C. ) . Altre quattro possibili candidate con margine di incertezza: il Sahel,
l’Africa equatoriale occidentale, l’Etiopia e la Nuova Guinea.
1) il primo vantaggio fu la fine di una vita vita nomade con la conseguenza di non controllare più le
nascite attraverso una serie di stratagemmi poiché incapaci di sostentare tutte le bocche della tribù
(aborto, infanticidio, astinenza sessuale ecc).
2) Il secondo vantaggio fu un la nascita di un surplus alimentare e di un sistema di tassazione
adeguato a garantire l’esistenza di una classe di soldati di professione capace di organizzare una
guerra di espansione meglio di quanto possa fare una banda di nomadi (l’inizio della navigazione
1 Per ulteriore approfondimento, su quali specie di piante e animali fossero presenti nei diversi continenti guardare la
tabella a pagina 73 del libro.
transoceanica ne è un esempio). In conclusione, si formò lo Stato e le altre classi della società: i
sacerdoti, che danno alla guerra una giustificazione religiosa; gli artigiani tra cui spadai e gli
armaioli (da qui le armi e le armature in acciaio); e gli scribi e gli intellettuali, cui spetta il compito
di conservare e tramandare l’informazione (la cultura scritta).
3) Lo svantaggio fu l’origine delle malattie epidemiche provenienti dallo stare troppo a contatto con
gli animali domestici nei campi di lavoro.
-La tecnologia si autoalimenta: progredisce più rapidamente in vaste aree di risorse aree ricche di
risorse, abitate da popolazioni numerose, divise in società in competizione tra loro, all’interno dei
quali esistono molti potenziali inventori. Per concludere, i tre fattori chiave che portarono la nascita
della tecnologia furono: nascita dell’agricoltura, facilità di contatto e dimensioni della popolazione.
-Inventare un sistema di scrittura dal nulla deve essere stato incomparabilmente più difficile che
prenderne in prestito uno dai vicini e adattarlo dalle proprie esigenze. I primi scribi dovettero
pensare a cose che oggi diamo per scontate: ad esempio escogitare un modo per suddividere il
flusso della lingua in unità di base, fossero queste parole, sillabe o fonemi; individuare una forma
standard per queste unità. I pionieri della scrittura riuscirono in qualche modo a farcela senza avere
a disposizione esempi della “cosa” che stavano costruendo. Poiché questo indubbiamente è un
compito difficile, non ci stupisce il fatto che l’invenzione autonoma della scrittura sia stata un
evento assai raro nella storia dell’umanità. Solo due sono i popoli che ci riuscirono senza ombra di
dubbio: i sumeri prima del 3000 a. C. e gli indiani del Mesoamerica prima del 600 a. C.; a questi si
possono aggiungere gli egiziani intorno al 3000 a. C. e con molto probabilità i cinesi prima del 1300
a. C. Tutti gli altri sistemi di scrittura comparsi nel mondo furono certamente copiati, modellati o
perlomeno ispirati da quelli degli altri popoli. Era molto più semplice copiare qualcosa piuttosto che
inventarlo dal nulla.
3 Per una rapida panoramica sulle loro caratteristiche e differenze basta guardare la tabella a pagina 212
2) Rendere le masse felici ridistribuendo i tributi in modi a queste graditi.
3) Usare il monopolio della forza per mantenere l’ordine pubblico e calmare la violenza, facendo
contenti i bravi cittadini.
4) Fabbricare una ideologia o una religione che giustifichi la cleptocrazia
L’ultimo traguardo fu quello di creare una istituzione economica sociale e politica come lo Stato.
Nello stato il controllo centrale diventò più capillare e la ridistribuzione economica sotto forma di
tasse e tributi diventò generalizzata. Negli ultimi 13 000 anni della storia del genere umano c’è stata
una tendenza ben definita all’emergere di società sempre più grandi e complesse: si va dal semplice
al complesso, dal piccolo al grande.
1) Secondo Aristotele non c’è nulla da spiegare: è la condizione naturale del genere umano e nulla
di più. L’essere umano è un animale sociale è mira a creare società più complesse.
2) Rousseau invece, riteneva che gli stati si formano per un contratto sociale, una decisione
razionale a cui si giunge dopo aver considerato i propri interessi e scoperto che questi sarebbero
meglio tutelati in una società complessa. In pratica però non si è mai visto che gli stati sorgono in
questa atmosfera di lungimiranza: le società più semplici non rinunciano spontaneamente alla
sovranità per fondersi con altre, ma lo fanno perché conquistate o perché spinte da qualche
pressione esterna.
3) Una terza teoria, ancora molto popolare, prende le mosse dal fatto assodato che in Mesopotamia,
così come in Cina e in Messico, lo stato sorse più o meno contemporaneamente ai primi grandi
sistemi di irrigazione, sistemi che richiedono un’organizzazione centralizzata per essere costruiti e
mantenuti. Da questa osservazione si ricava un processo di causa ed effetto: alcuni popoli si
accorsero di quanto sarebbe stato utile avere un sistema di irrigazione (che non avevano mai visto) e
col tempo si convinsero di tramutare le loro inefficienti società in stati in grado di organizzare
questi grandi lavori pubblici. Il punto debole di questa teoria idraulica è che si occupa solo dello
stadio finale dell’evoluzione e non parla dell’impulso fondamentale che spinse dalle bande alle tribù
alle chefferies nel corso dei millenni, molto prima che l’idea dell’irrigazione potesse balenare in
mente a qualcuno. Inoltre è smentita dai dati archeologici più precisi: ad esempio in Messico e in
Cina esistevano sistemi di canalizzazione anche prima della nascita degli stati.
Conclusioni
Diamond sostiene che i continenti tra loro differiscono sotto innumerevoli aspetti, ognuno di essi ha
delle ripercussioni sulla storia di chi li abita. I fattori che mettono in luce le differenze sono
principalmente quattro:
1) Il primo riguarda le differenze in fatto di specie selvatiche e animali adatti per la domesticazione.
Questo permise la nascita dell’agricoltura, del surplus alimentare e di società stratificate altamente
produttive.
2) Il secondo riguarda dalla possibilità di spostamento tra i vari continenti. In Eurasia questa
possibilità era molto alta perché è un continente sull’asse est-ovest è che in genere barriere
ecologiche non insuperabili. Cosa ben diversa in America e in Africa dove l’asse nord-sud rendeva
più difficile lo spostamento di idee, tecnologie, piante e animali.
3) Importante è anche lo scambio tra i continenti, non solo al loro interno. L’Australia il continente
più isolato è stato anche quello più arretrato.
4) Per concludere, un ultimo numero di fattori riguarda l’area e il numero di abitanti. Un continente
più vasto e popoloso ospita un maggior numero di società in competizione, e ha in potenza più
inventori e invenzioni. L’Eurasia tra le più grandi masse del pianeta, aveva di gran lunga il maggior
numero di popoli e di potenziali inventori portatori di tecnologia, idee e invenzioni.
Tutti questi fattori sono dati da differenze geografiche che possono essere quantificate
oggettivamente e non sono opinabili. Con ciò Diamond non intende sostenere una forma di
“determinismo geografico”, infatti, riconosce che la storia è anche frutto di fattori imprevedibili.4
Tuttavia nel bilancio complessivo, le variabili ambientali, ecologiche e la presenza di piante e
animali addomesticabili in un dato continente, con maggior peso rispetto ad altri variabili, hanno
fatto la differenza nell’evoluzione storica di un popolo. Questo tipo di interpretazione sembra
abbastanza plausibile ma non è esente da critiche. McNeill lo ha criticato per aver sottovalutato
l’autonomo ruolo di fattori culturali a volte decisivi. Il problema della supremazia dell’occidente è
trattato in modo superficiale e le sue risposte sembrano meno originali. Ciò che serve a rispondere
alla domanda “perché l’Eurasia?” non basta a spiegare “perché l’Europa?”. In altre parole, credo
che alluda al fatto che sia più sensato parlare di “possibilismo geografico” 5: non è l’ambiente a
determinare l’uomo, anche se offre delle possibilità e delle risorse. I vari gruppi umani hanno la
possibilità di sfruttare queste risorse e in seguito di organizzarsi socialmente, economicamente e
politicamente. Questa teoria può trovare giustificazione nel fatto che in uno stesso ambiente si
possono sviluppare diversi gruppi umani che non solo tra loro gli stessi, diverse possibilità di
evoluzione. L’uomo riforgia la natura per crearsi il suo ambiente naturale.
4 Ad esempio il caso della tastiera QUERTY che fu adottata per motivi legati all’abitudine dei consumatori
5 Si badi bene. Questa è una intuizione dello studente. Si può discutere su questo punto
Bozze
Pisa Giappone
Wurttemberg Cina
L’ambiente e la geografia hanno inciso maggiormente sulla realizzazione di strutture così diverse,
oppure ci sono in gioco fattori culturali più profondi? Perché le strutture cinesi e giapponesi sono
così simili nonostante siano appartenenti a due culture diverse?