21.autismo Diagnosi

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“L’AUTISMO: LA DIAGNOSI”

PROF.SSA GENEROSA MANZO


Università Telematica Pegaso L’autismo: la diagnosi

Indice

1 L’AUTISMO: I CRITERI DIAGNOSTICI ------------------------------------------------------------------------------- 3


2 IL QUADRO SINTOMATOLOGICO ------------------------------------------------------------------------------------- 5
2.1. LA SENSORIALITÀ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 5
2.2. LA COMUNICAZIONE ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
2.3. IL GESTO ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 7
2.4. LA SOCIALITÀ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 7
2.5. LO SPETTRO AUTISTICO ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8
3 GLI STRUMENTI DIAGNOSTICI ---------------------------------------------------------------------------------------- 9
4 ALCUNI DOCUMENTI PER LA DIAGNOSI -------------------------------------------------------------------------- 11
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 22

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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1 L’autismo: i criteri diagnostici


Il criterio diagnostico più riconosciuto è quello sintomatologico, ovvero relativo agli indizi o
a condotte sintomatiche. Si tratta di una modalità diagnostica privilegiata, perché penetra sia nelle
condotte che nei problemi dei singoli casi, cogliendone l’andamento evolutivo delle funzioni e
contribuendo alla redazione della diagnosi funzionale.
M. Aarons e T.Gittens affermano che l’attribuzione dell’ “etichetta autistico ” crea spesso
confusione, a meno che non venga accompagnata da informazioni dettagliate che riguardano la
gamma di disabilità specifiche all’interno del contesto generale autistico 1. È opportuno sottolineare
che, per mettere a punto una diagnosi corretta, vi è la necessità di riconoscere il fatto che una volta
che la diagnosi è stata effettuata, l’attenzione si sposterà verso le implicazioni psicopedagogiche.
La precocità della diagnosi è importantissima, pertanto sono necessari degli screening
condotti su tutta la popolazione, essi possono essere di primo livello o di secondo livello.
Quelli di primo livello si configurano come un indagine alla ricerca delle situazioni di
rischio, quelli di secondo livello, invece, si delineano come un esame mirato ai casi a rischio
individuati.
La diagnosi deve essere longitudinale ovvero deve rilevare da un lato la comparazione o la
conferma di condotte specifiche, dall’altro l’evoluzione o l’alternanza dei sintomi stessi2.
A causa della complessità e della forte differenziazione dei sintomi , la diagnosi di sindrome
autistica o di disturbo generalizzato dello sviluppo richiede una attenta presenza clinica dello
psichiatra, l’osservazione diretta dei comportamenti, con esclusione quindi tests misurativi, per
l’altro anche poco significativi in sé.
A tale azione diagnostica si prospetta una situazione patologica tra le più complesse a causa
delle numerose variabili presenti, e impegna colui che si occupa della diagnosi in un lavoro
complesso a tutto campo protratto longitudinalmente, ovvero nel tempo.
Più che diagnosi sarebbe corretto parlare di processo diagnostico, in quanto esso
rappresenta, un insieme sequenziale di atti conoscitivi dei tratti primarie di quelli secondari , delle
reazioni esterne e degli adattamenti della storia clinica e della situazione familiare.

1
Aarons M., Gittens T., È autismo? Test di valutazione psicopedagogica, Trento, Erickson, 1990.
2
Crispiani P., Lavorare con l’autismo. Dalla diagnosi ai trattamenti, Bergamo, Edizioni Junior,2001.

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L’operazione diagnostica è condotta in primis da figure mediche (neurologo, psichiatra,


neuropsichiatra, medico) e poi da figure non mediche che si riservano il livello funzionale della
diagnosi, il pedagogista, lo psicologo, il terapista.

Tutto il loro operare coinvolge i tre assi tipici della diagnosi:


 Anamnesi;
 Esame clinico;
 Restituzione.

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2 Il quadro sintomatologico
Alla descrizione effettuata dal DSM-IV, si aggiungono altre indagini che, nel loro insieme,
confermano la platea tipica dei sintomi autistici, ma operano un rimando ad aree funzionali che,
quasi sempre, sono deficitarie nei casi di disturbo generalizzato dello sviluppo, quali l’intelligenza e
il linguaggio3.
Ritardo mentale e logopatie sono infatti frequentemente associati alla sindrome autistica,
tuttavia l’insieme dei tratti comportamentali risulta piuttosto interessato dalla diversità evolutiva che
connota l’autismo, nel quale dunque va anzitutto rilevato uno sviluppo qualitativamente diverso e,
come tale osservato e riconosciuto.

2.1. La sensorialità

La sensorialità presenta nel soggetto autistico alcune connotazioni disfunzionali abbastanza


note.
Notevole è la forte esposizione a stimoli ambientali nella forma della ipo o iper sensibilità,
soprattutto all’udito, all’odorato e al tatto, che conferisce ragione di condotte di eccessivo contatto o
totale rifiuto di fonti di rumori, di odori e di contatti, nonché della temperatura ambientale .
A livello sensoriale si registrano in molti casi insofferenza e disagio in situazioni in cui
eccedono gli stimoli visivi o quelli uditivi, in definitiva, in questa patologia come in altre a base
neurobiologica, si riscontra e osserva l’insopportazione delle situazioni di sovraccarico percettivo.
Significativa è l’alterata elaborazione delle percezioni, ovvero quello che viene definito,
lavoro di selezione, organizzazione e risposta che i processi cognitivi adottano nei confronti degli
stimoli sensoriali.
Caratteristica sintomatica riscontrabile nell’ambito della sensorialità è la tendenza all’
iperselettività degli stimoli , ovvero a polarizzare l’attenzione su una fonte stimolate o su uno
specifico aspetto dello stimolo, da cui forme percettive centrate sui dettagli invece che sul contesto
o sull’insieme4.

3
Schopler E., Mesibov G.B., Apprendimento e cognizione nell’autismo, Milano, McGraw-Hill, 1998.
4
Crispiani P., op.cit.,p.3.

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Sono di seguito riportate una serie di tendenze sintomatologiche sensoriali specifiche


dell’autismo:
 Insofferenza al sovraccarico percettivo;
 Deficit di attenzione percettiva;
 Mancata discriminazione tra stimoli esterni e interni;
 Percezione selettiva di aspetti inusuali o irrilevanti;
 Percezione selettiva di dettagli o frammenti;
 Ricerca di auto stimolazione sensoriale specifica;
 Rifiuto della percezione del viso e dello sguardo;
 Forte abilità discriminativa visuo-spaziale.

2.2. La comunicazione

La comunicazione nel soggetto autistico si delinea come estremamente differente dalla


condizione di normalità sia per quel che riguarda l’espressione che la ricezione.
Nel soggetto con autismo vi sono difficoltà di sviluppo in aspetti della comunicazione come
la simbolizzazione (la funzione simbolica è la capacità di associare significati a simboli o segni in sé
privi o portatori di altri significati) la forza pragmatica (la forza pragmatica è la capacità di dare
forza e modulare la comunicazione) , la contestualizzazione dei messaggi ecc.
Il soggetto autistico presenta difficoltà nella comprensione della comunicazione altrui, come
ad esprimere la propria, il che induce a forme di chiusura e rifiuto per un verso, o di esasperazione
comportamentale e provocazione dall’altro.
Molto spesso alcuni studiosi associano il deficit di comunicazione a condotte
particolarmente inadeguate tipiche dell’autismo, come l’eccitabilità, l’auto ed etero lesività, il
comportamento ecolalico ecc.
Risultano inoltre, molto disturbate tutte le forme comunicative interumane , che fanno uso
di segni e simboli, infatti, è precario in molti soggetti l’uso della comunicazione gestuale e del
linguaggio dei segni. Ciò comporta difficoltà di ordine simbolico affini a quelle connesse al
linguaggio verbale.

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2.3. Il gesto

Anche la comunicazione gestuale è affetta da deficit, essa infatti si presenta equivoca, lenta e
inespressiva. Essi non riescono a compensare le insufficienze verbali, anche se si possono
apprezzare delle diversità specifiche fra le tipologie di gesti, infatti in molti soggetti autistici
permane relativamente preservato il gesto di richiesta di oggetti o atti mentre è poco presente il
gesto di condivisione quindi è personalizzata l’intenzione dichiarativa rispetto a quella richiesta
In fine si può asserire che la condizione autistica consente un sufficiente o normale utilizzo
del gesto strumentale, finalizzato alla prassi immediata, mentre appare deficitario il gesto espressivo
più connotato sul piano comunicativo e del rango emotivo-affettivo.
La pratica del linguaggio dei segni come la LIS non migliorano la condizione del soggetto e
non è semplice da apprendere né capace di compensare il deficit comunicativo.

2.4. La socialità

Il comportamento relazionale per quanto deficitario, lascia ampie tracce nella sua singolare
capacità di percepire l’adulto e di rispondere alla sua presenza, quindi di accettare il contatto e farsi
toccare, di rispondere ai richiami, di interagire con i familiari ecc.
Sebbene si notino tratti di chiusura relazionale è possibile individuare alcune forme
comunicative alternative o diverse, che il soggetto attiva o cerca di attivare, come gesti, grida,
aggressioni, lanci di oggetti, ecc.
È quindi da rifiutare il paradigma originario che rimanda all’idea di un essere umano
cognitivamente attivo ma privo delle funzioni emotive, affettive e relazionali ovvero una sorta di
umanità non sociale, in realtà non sostenibile che contraddirebbe al senso stesso della natura umana
da sempre riconosciuta come sociale e politica5.
Nei soggetti autistici è comunque altamente deficitario il gioco cooperativo e il lavoro di
gruppo.

5
Crispiani P., op.cit.,p.3.

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2.5. Lo spettro autistico

Non meno rilevante è la frequente presenza di comportamenti fortemente personali, ovvero


una sorta di sintomi accessori che differenziano ciascun caso dagli altri e rendono il senso dello
spettro autistico come necessario quadro di riferimento diagnostico. Si tratta di condotte perlopiù
negative, di tipo stereotipato e bizzarro.

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3 Gli strumenti diagnostici


A partire dagli anni ’60 sulla scorta di ricerche ed esperienze cliniche condotte in varie parti
del mondo, sono state messe a punto numerose modalità diagnostiche per l’autismo. Esse sono
finalizzate sia a rilevarne i sintomi sia ad apprezzarne l’intensità, tra loro eterogenee, alcune
orientate all’osservazione clinica, altre pi longitudinali, tali modalità sono elencabili in:
 Questionario Diagnostico E2 di Rimland;
 Il BRIAAC ( Behavior Rating Instrumental for Autistic and Atipical Children) di Ruttemberg;
 La BOS (Behavior Observation Scale) di Freeman;
 La CARS (Childhood Autism Rating Scale) di Schopler;
 L’HBS (Schedule of Handicaps Behavior and Skills) di Wing;
 L’ADI (Autism Diagnostic Interview) di Rutter;
 L’ERC-A (Echelle d’èvalution Resumée du Comportement Autistique) di Lelord;
 Il CH.A.T (Checlist for Autism in Toddlers) di S.B. Cohen;
 La Scala di Bretonneau;
 Il Test diagnostico dell’Autismo di Rendle-Short;
 Il PDDST (Pervasive Developmental Disorders Screening Test) ;
 Il test per l’individuazione di sintomi autistici in età scolare;
 La Australian Scale For Asparger’s Sindrome;
 La SVA (Scheda di Valutazione dei comportamenti Autistici);
 Tabella comparativa comportamenti bambini normali-autistici.

Alcuni di questi strumenti rendono in termini più esaurienti il quadro delle condotte primarie
e secondarie osservabili nel soggetto autistico.
Molti organismi internazionali raccomandano la precocità nell’osservazione di quei segnali
che, se congiunti, possono allertare l’attenzione dei genitori e dei clinici e condurre nei modi
pertinenti, alla diagnosi precoce.
Anche non riconoscendo particolare credito alla diagnosi di autismo durante l’infanzia,
opportune rilevazioni possono registrare la presenza di deficit comportamentali in qualche modo
riconducibili allo spettro autistico.

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In questo senso sono almeno due i criteri osservabili:

1. Il ritardo evolutivo;
2. Presenza di condotte atipiche.

Il ritardo evolutivo in una o più aree di funzioni, riguarda principalmente la comunicazione e il


linguaggio verbale, quindi:
 La comparsa di suoni e gesti intenzionali ai 12 mesi;
 La pronuncia di almeno una parola ai 16 mesi;
 La pronuncia di un enunciato di almeno due parole a 24 mesi.

Condotte atipiche precoci di natura autistica, di seguito indicate riguardano essenzialmente


la comunicazione.
Non mancano strumenti diagnostici specifici come il CH.A.T esercitabili dall’età di 18 ,
mesi che appare efficace e agevole nell’applicazione. Esso pur non essendo uno strumento
diagnostico tout court, consente tuttavia a numerose figure professionali ma anche ai genitori di
rilevare sintomi in maniera significativa6.

6
Crispiani P., op.cit.,p.3.

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4 Alcuni documenti per la diagnosi

Il TEST CH.AT
Test Esito
Durante la visita il bambino ha realizzato un contatto Si NO
oculare con voi?
Ottenete l’attenzione del bambino e indicando con la mano Si NO
un oggetto interessante all’altro lato della stanza
esclamate: “ ehi, guarda c’è un …(nome dell’oggetto)!!!!
Controllate l’espressione del bambino: rivolge lo sguardo
verso l’oggetto che avete indicato?
NOTE: per assegnare si a questo test accertatevi che il
bambino abbia effettivamente guardato l’oggetto indicato e
non solamente la vostra mano.
Date al bambino un bicchierino e una bottiglietta vuota e Si NO
chiedetegli “sai versare l’acqua?”
Il bambino accenna l’azione di versare o bere?
NOTE: Potete assegnare Si a questo test anche se
osservate un altro esempio di richiesta o azione in altro
gioco conosciuto dal bambino
Chiedete al bambino: “Dov’è la luce?” o “Fammi vedere la Si NO
luce”
Il bambino punta il suo dito verso la luce?
Se non conosce ancore la parola luce potete usare un altro
oggetto di sua conoscenza, sempre al di fuori della sua
portata.
NOTE: potete assegnare SI a questo test, assicuratevi che
il bambino vi abbia guardato in faccia all’incirca verso il
momento in cui indicava.

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Il bambino riesce a costruire una torre composta da alcuni Si NO


cubi?
Nota: gli esiti in grigio scuro sono i più indicativi di Si NO
caratteristiche autistiche

Immagine 1. Il Test CH.A.T per la diagnosi precoce

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Test per l’individuazione di


di sintomi
sintomi autistici nell’età prescolare
Redatto dal NINDS
(Istituto Nazionale della Sanità degli USA al Congresso della Società di Neuroscienze)

G) Domande
E)
C)
A) Domande al
al genitore
genitore oo guida
guida all’osservazione
all’osservazione clinica
40) Al bambino piace essere dondolato o fatto saltellare sulle ginocchia?
27)
14)
1)
41) Si interessa agli altri bambini?
28)
15)
2)
42) Gli piace arrampicarsi sui mobili o sulle scale?
29)
16)
3)
43) Si diverte a fare giochi tipo nascondino?
30)
17)
4)
44) Ogni tanto gioca a “far finta” di preparare da
31)
18)
5) da mangiare
mangiare oo altro?
altro?
45) Ogni tanto usa il dito per indicare o chiedere?
32)
19)
6)
46) Ogni tanto usa il dito per indicare interesse in qualcosa?
33)
20)
7)
47) È in grado di giocare in modo appropriato con i giocattoli, oltre che metterli in bocca
34)
21)
8)
o manipolarli o farli cadere?
48) Il bambino porge ogni tanto oggetti al genitore per faglie vedere?
35)
22)
9)

H) Osservazioni durante la visita


F)
D)
B)
49) Durante la visita il bambino fissa mai negli occhi?
36)
23)
10)
50) È possibile ottenere l’attenzione del bambino, indicare poi un oggetto interessante
37)
24)
11) interessante
nella stanza,
nella stanza, fare
fare il
il segno
segno con il dito e non nominarlo come un “Oh guarda...” e
osservare che il bambino effettivamente si gira a guardare ciò che è stato indicato?
51) Avendo davanti dei cubi, quanti ne riesce ad impilare?
38)
25)
12)
52) Chiedendo “Dov’è la luce” o “Mostrami la luce”, eventualmente replicando
39)
26)
13) replicando la
la
domanda con un altro oggetto che può capire, il bambino riesce ad indicare con il dito
e contemporaneamente guardare in faccia l’interlocutore?

La situazione necessita di approfondimento diagnostico se si sommano almeno 7


risposte NO sulle 13.
Immagine 2. Test per l’individuazione precoce nell’età prescolare.

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Test diagnostico dell’autismo Immagine 3.


Adatt. Da Rendle-Short
Test
diagnostico
 Difficoltà a stare insieme con altri bambini;
dell’autismo,
 Insistenza sulla costanza ;
 Resistenza al cambiamento; Adatt. Da
 Manifestazioni di riso inappropriato; Rendle-
 Mancanza di reale paura dei pericoli; Short.
 Contatto oculare scarso o assente;
 Gioco bizzarro sostenuto nel tempo;
 Apparente insensibilità al dolore;
 Ecolalia;
 Preferenza a rimanere da solo;
 Mancata reciprocità nelle coccole;
 Ruotare gli oggetti in modo ossessivo,
 Mancata risposta alle indicazioni verbali: può sembrare sordo;
 Attaccamento inappropriato agli oggetti;
 Difficoltà a esprimere bisogni: uso di gesti e indicazione al posto delle parole;
 Episodi di ansia-collera senza apparente motivo;
 Evidente eccesso o estrema scarsezza di attività fisica;
 Mancata risposta ai normali sistemi educativi;
 Abilità grosso e fino-motorie incongrue.

La situazione necessita di approfondimento diagnostico se si sommano almeno 7 risposte


SI

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Scala Bretonneau

A cura di Catherine Barthelémy, Societé francaise de psichiatrie, 1985

A) Sintomi caratteristici dell’autismo


1) CHIUSURA AUTISTICA
 Cerca l’isolamento;
 Ignora gli altri;
 Interazione sociale insufficiente;
 Sguardo inadeguato alla situazione.

2) TURBE DELLA COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE


 Non fa alcun tentativo di comunicare mediante la parola;
 Difficoltà a comunicare mediante gesti e la mimica;
 emissioni vocali o verbali stereotipate.

3) REAZIONE BIZZARRE ALL’AMBIENTE


 Mancanza di iniziativa;
 ridotta attività spontanea;
 strani comportamenti con gli oggetti in particolare con le bambole;
 intolleranza nei confronti dei cambiamenti e delle frustrazioni.

B) Sintomi associati

1) TURBE DELLA Motricità


 Attività sensoriale e motoria stereotipata;
 agitazione, turbolenza;
 mimica, postura, marce bizzarre.

2) REAZIONI AFFETTIVE INADEGUATE


 Autoaggressività;
 eteroaggressività;
 piccoli segni di angoscia;
 alterazioni dell’umore.

3) TURBE DELLE GRANDI FUNZIONI ISTINTIVE


 Turbe dei comportamenti alimentari;
 disturbi dell’attenzione, delle percezioni e delle funzioni intellettuali;
 difficoltà a fissare l’attenzione su qualcosa di facile distribilità;
 bizzarrie nelle reazioni ai suoni.

Immagine 4. Scala di Bretonneau.

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Pur essendo interessati principalmente ai nuclei patologici cognitivo e linguistico, appare


ampio il versante dei segni della patologia, individuabili in una elencazione di sintomi ad estesa
curvatura.
La seguente elencazione di sintomi dell’autismo è ricavata dalla manualistica diagnostica e
dalla letteratura che dall’esperienza clinica, e riguarda i potenziali sintomatologici osservabili
nell’universo dei casi, quindi non riconoscibili integralmente in ogni situazione.

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ESAME FUNZIONALE GENERALE DELLO STATO AUTISTICO

Disturbi della motricità


Movimenti stereotipati, in particolare di:
 Mani;
 Intero corpo (dondolarsi, oscillare, arrotolare ciocche di capelli);
 Postura (anomalie, camminare sulle punte, movimenti bizzarri);
 Abilità grosso e fino-motorie incongrue, contrastanti e discontinue;
 Attività fisica eccessiva o scarsa.

Disfunzioni percettive
 Ipo.iper sensibilità, affermata comunque da alcuni approcci teorici;
 Disturbo dell’integrazione sensoriale, ovvero della capacità di organizzare sinergicamente le percezioni,
quindi di adattarsi agli ambienti;
 Mancato controllo dello stimolo sensoriale (toccare cibi, feci e sostanze odoranti);
 Autostimolazione sensoriale.

Disturbi psicologici
Disturbi dell’emotività, in particolare:
 Assenti o scarse emozioni
 Mancato controllo della reattività emozionale;
 Non percezione delle emozioni altrui;
 Riso inappropriato;
 Assenza di paura ai pericoli reali;
 Ansia-collera immotivate;
 Diffidenza;
 Negativismo.
Disturbi dell’affettività, in particolare:
 Interessi ripetitivi e stereotipati;
 Gamma di interessi notevolmente ristretta;
 Insistenza su un interesse;
 Scarse relazioni oggettuali e umane.
Alterazioni psichiche, in particolare:
 Disturbi del Sé;
 Sofferenza;
 Fissità del pensiero;
 Polarizzazione del pensiero (su parti, dettagli e aspetti);
 Interazione di condotte motorie, gestuali e verbali;
 Stati di isolamento.
Sono rarissimi i casi di prestazioni intellettive normali o superiori, come nel caso degli idiot savants.

Disturbi della socialità, in particolare:


 Scarsa consapevolezza degli altri;
 Forte centrazione su di sé;
 Scarse relazioni con gli altri;
 Non risposta alle chiamate;
 Interferenza/ invasività sui familiari.

Disturbo/ disordine della comunicazione


 Inespressività del viso e del corpo;
 Scarso contatto oculare, evitamento, fissità;
 scarsa condivisione di interessi con gli altri;
 scarsa partecipazione alla situazione;
 interazioni discontinue o assenti o apparenti.

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Patologie del linguaggio verbale

Ritardo linguistico, nella misura di circa il 20% dei casi, in particolare a carico di:
 Ritardo di parola (scorretta pronuncia di parole);
 ritardo di struttura frasistica (scorretta o incompleta costruzione dell’enunciato);
 Afasia/Disfasia, ritardo complessivo del linguaggio;
 Audio mutismo con esclusione dei casi di mutismo elettivo, si rileva che gran parte degli autistici non
parla;
 Difficoltosa comprensione di domande semplici, istruzioni e scherzi;
 Compromessa capacità di iniziare a sostenere una conversazione;
 Monotonia del ritmo e del tono;
 Accentuazioni di tipo interrogatorio in fasi alternative;
 Inversione pronominale;
 Metaforicità improvvisa e inusuale;
 Espressioni eccentriche e bizzarre;
 Stereotipie e ripetizioni, ecolalia;

Gioco
 mancanza o notevole compromissione dei giochi spontanei, di simulazione, di imitazione, di
immaginazione;
 presenza di gioco decontestualizzato;
 gioco bizzarro perdurante.

Stereotipie

Condotte inadeguate
 stereotipie;
 condotte ripetitive e routinarie, abitudinarie o rituali;
 manierismi motori, gesto finalistico ripetuto, far ruotare oggetti;
 attaccamento ad oggetti;
 persistente interesse per oggetti che ruotano;
 ecolalia;
 emissione improvvisa di suoni sgradevoli;
 imitazione errata di condotte e modelli;
 resistenza ai cambiamenti dell’ambiente, delle persone;
 auto e/o etero-aggressività;
 apparente insensibilità al dolore; resistenza ad essere abbracciati;
 strane abitudini alimentari;
 mancanza di igiene.

Immagine 5. Esame funzionale dello stato autistico P. Crispiani

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(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indicatori per la diagnosi funzionale precoce


P.Crispiani

DA 0 A 18 MESI

Sofferenza pre-natale;
Iper o ipotonia;
Irritabilità o eccessiva tranquillità;
Scarsa risposta alle stimolazioni;
Scarsa discriminazione di persone ed oggetti;
Scarsa attitudine ad indicare figure ed oggetti;
Ritardo linguistico.

DA 12 A 36 MESI

Iper o ipotonia;
Irritabilità o eccessiva tranquillità;
Scarsa risposta alle stimolazioni;
Scarsa discriminazione di persone ed oggetti;
Scarsa attitudine ad indicare figure ed oggetti;
Ritardo linguistico;
Scarsa comprensione di pericoli, proibizioni, minacce;
Scarso o assente contatto oculare;
Condotte bizzarre, ansiose, crisi reattive;
perdurante isolamento;
stereotipie.

Immagine 6. Indicatori per la diagnosi funzionale precoce

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Esame funzionale delle condotte ludiche autistiche


A.Basile

 Uso non funzionale degli oggetti;


 Allineamenti degli oggetti;
 Reiterazione di uno stesso comportamento;
 Povertà nel gioco simbolico;
 Modesta attività imitativa;
 Modesta/assenza capacità nell’organizzare una situazione di gioco;
 Attrazione eccessiva verso un giocattolo o parte di esso;
 Gioco iper-selettivo;
 Difficoltà nel rispetto della turnazione;
 Lancio improvviso di oggetti durante il gioco;
 Apparente poca partecipazione emotiva;
 Giochi bizzarri;
 Difficoltà nel rispetto di regole.

Immagine 7. Esame funzionale delle condotte ludiche autistiche

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Differenze comportamentali tra bambini normali e autistici


Documento NIHM
Bambini Autistici Bambini Normali
Evitano il contatto visivo Studiano il viso della madre
Sembrano sordi Sono facilmente stimolati dai suoni
Iniziano a sviluppare il linguaggio, poi Continuano ad ampliare il loro vocabolario
improvvisamente smettono completamente e ad espandere l’uso grammaticale.
di parlare
Agiscono come inconsapevoli dell’andare e Piangono quando la madre lascia la stanza
venire degli altri e sono in ansia con gli estranei
Attaccano fisicamente e fanno del male Manifestano turbamento se arrabbiati o
agli altri senza essere stati provocati. frustrati
Sono inaccessibili come un guscio Riconoscono i visi familiari e sorridono
Rimangono su un singolo oggetto o attività Si muovono da un oggetto o attività ad un
altro
Fanno strane azioni come il dondolarsi o lo Usano il corpo per raggiungere o prendere
sbattere le mani un oggetto
Odorano o leccano i giocattoli Esplorano o giocano con i giocattoli
Non mostrano sensibilità alle scottature, Cercano il piacere ed evitano il dolore
alle ferite e si fanno male mettendosi ad
esempio degli oggetti negli occhi

Immagine 8.Differenze comportamentali tra bambini normali e autistici. Documento NIHM

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Bibliografia

 Aarons M., Gittens T., È autismo? Test di valutazione psicopedagogica, Erickson, Trento
1990
 Crispiani P., Lavorare con l’autismo. Dalla diagnosi ai trattamenti, Edizioni Junior, Bergamo
2001
 Schopler E., Mesibov G.B., Apprendimento e cognizione nell’autismo, McGraw-Hill, Milano
1998

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