Federico Zuccari e La Sua Scuola in Umbr
Federico Zuccari e La Sua Scuola in Umbr
Federico Zuccari e La Sua Scuola in Umbr
Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, cxi (2014), fasc. i-ii
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tham (1571-1631) fece anche un’incisione della Resurrezione del figlio della vedova
di Naim, nota agli esperti fondamentalmente per la presenza di un esemplare nel
Palazzo comunale di Sant’Angelo in Vado. Sono anche conosciuti, in originale o in
copia, molti studi di Federico Zuccari per questa pala. Si veda C. Acidini Luchinat,
Taddeo e Federico Zuccari: Fratelli pittori del Cinquecento, Milano, Jandi Sapi, 1997,
ii, p. 42, nn. 93-94.
3
Ivi, i, p. 109 e figura n. 40, p. 133. Cristina Acidini sostiene che l’opera originale
si trovava nel 1895 nella residenza della famiglia Farrattini di Amelia, mentre nella
Cattedrale vi era una copia. Si veda anche G. Eroli, Raccolta generale delle iscrizioni
pagane e cristiane esistite ed esistenti nel Pantheon di Roma, Narni, Tip. Petrignani, 1895,
p. 447. La storica fiorentina segnala anche l’esistenza di almeno tre disegni preparatori
realizzati da Federico Zuccari per la pala d’altare. L’impianto generale della tavola, così
come suggerito da Laura Vanni, presenta assonanze con l’olio su tela con la rappre-
sentazione della Madonna degli Angeli visibile ancora oggi nel complesso monumentale
di Santa Maria dei Servi a Sant’Angelo in Vado. Cfr. D. Tontucci - S. Bartolucci
(a cura di), Zuccari, una dinastia di artisti vadesi. Sacro e profano alla maniera dei Zuccari,
Sant’Angelo in Vado, Comune di Sant’Angelo in Vado editore, 2010, pp. 98-99. Modelli
analoghi si trovano anche nella produzione di uno dei collaboratori più stretti del vadese
in questo periodo, lo spagnolo Pablo de Céspedes. Si veda P. M. Martínez Lara, Pablo
de Céspedes, estudio de los procesos de producción y asimilación entre Italia y España,
entre el Renacimiento y el Barroco, Sevilla, Università di Sevilla, 2012.
4
Per la produzione di Ippolito Scalza, architetto e scultore di Orvieto si veda
M. Cambareri - A. Roca de Amicis, Ippolito Scalza, Perugia, Quattroemme, 2002.
Purtroppo non abbiamo molte notizie sul suo rapporto personale e professionale con
Federico Zuccari.
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5
La giornata di studi (F. Marcelli - F. Nicolai, La decorazione dei palazzi di Amelia.
Testimonianza di cultura figurativa romana tra xvi e xvii secolo, Università della Tuscia)
dedicata alla decorazione dei palazzi di Amelia venne tenuta il 9 Aprile 2011 in vari
palazzi della città. Gli atti del convegno, a quanto mi risulta, non sono stati ancora
pubblicati.
6
Nel Gabinetto dei disegni del Museo del Louvre si conserva uno studio circolare
sulla Creazione di Eva già segnalato in J. Gere, Dessins de Taddeo e Federico Zuccaro,
catalogo della mostra, Paris, Réunion des Musées Nationaux, 1969, n. 65. Per l’incisione
si veda J. C. J. Bierens de Haan, L’oeuvre gravé de Cornelis Cort, graveur hollandais 1553-
1578, Den Haag, Martinus Nijghoff, 1948, n. 1. Purtroppo manca ancora uno studio
approfondito del palazzo e dei suoi affreschi. Si veda per ora F. Bettoni, In gran parte
fantastici: gli affreschi nelle sale di Palazzo Petrignani ad Amelia, xvi-xvii sec., Terni,
Conoscere e Sapere, 2009.
7
Sono grata al dott. Federico Bona Galvagno per la visita concessa al palazzo ora
di sua proprietà.
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8
Attualmente, da parte della proprietà, è in corso una ricerca accurata sull’attribu-
zione di tali affreschi, che sono certo da ricollegare all’ambiente pittorico del manierismo
romano ed umbro della seconda metà del Cinquecento; per il salone si è fatto recente-
mente accenno, oltre che al Circignani, a Francesco Salviati (1510-1563) e alla sua maniera.
9
Cfr. A. Novelli, In casa dell’Illustrissimo Bernardino Scotti, Roma, Campisano,
2013, pp. 121-123. Una riproduzione a colori dell’opera attribuita a Federico Zuccari è
nell’apparato fotografico del libro, tavola xv.
10
Si veda M. de Vecchi Ranieri, Viaggiatori stranieri in Umbria: 1500-1915, Perugia,
Volumnia, 1986.
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11
BAV, Urb. Lat. 1657, fol. 539-540v. Si veda ora in M. Moralejo Ortega, Nuevos
datos acerca de los viajes de Federico Zuccari (1539?-1609) por las cortes europeas: Las
aportaciones inéditas de Ottaviano Zuccari, primogénito del artista in: El arte y el viaje,
2012, Madrid, csic, pp. 17-33; Id., Marginalidad en el ámbito de la literatura artística:
La figura de Ottaviano Zuccari, 1579-1629 in: Mirando Clío. El arte español espejo
de su historia Actas del xviii Congreso del ceha, Santiago de Compostela, Universidad,
cd-rom, pp. 1122-1138.
12
F. Zuccari, Diporto per I’ltalia. All’Illustre et Eccellente Sig.r Pierleone Casella,
Torino, 6 Febbraio 1606; Diporto per l’Italia. All’Illustre et Eccellente Sig. Cavalliero
Gio. Bologna Scultore, Torino, 18 Aprile 1606; Diporto per l’Italia. Al molto Illustre et
Eccellente Sig. Federico Barocci, Torino, 30 Maggio, 1606; Il passaggio per l’Italia con la
Dimora di Parma (...), Bologna, 1608; Passata di Bologna e Ferrara del Signor Cavalliero
Federico Zuccaro al (...) Sig.r Pierleone Casella, Bologna, 17 Gennaio, 1609. Quanto alle
lettere aperte scritte dalla Spagna si veda: A. Vázquez Martínez, La venida de Federico
Zuccaro a San Lorenzo del Escorial, in « Boletín de la Sociedad Española de Excursio-
nes », n. 50, 1946, pp. 117-131; Id., Nuevos datos sobre Federico Zuccaro, in « Boletín de
la Sociedad Española de Excursiones », n. 59, 1951, pp. 41-56. Altre considerazioni in
M. Moralejo Ortega, La teoria artística de Federico Zuccari: Antecedentes y repercusiones
en la tratadistica moderna, tesi di dottorato, 2008, Universidad Pontificia Gregoriana -
Universidad de Valladolid. Un’analisi del metodo di scrittura dello Zuccari di queste
lettere in: Ead., Nuevas noticias entorno al matrimonio de Francesco de Medici y Bianca
Cappello (1579). Una carta abierta por Giovanni Mario Verdizzotti y el papel de Felipe ii
en el asunto, in J. Martinez Millan - R. Rodríguez Cueva (coord.) La dinastía de los
Austria. Las relaciones entre la Monarquía Católica y el Imperio, Madrid, ed. Polifemo,
2009, iii, pp. 1729-1768; Ead., Open letters: Circulating information about Art and
European and Literary Networks, in Sources: Material resources for Early Modern Court
History. Art, Text and Space (1550-1800), Universiteit Gent-Katholieke Universitet Leuven,
2010 (in corso di stampa).
13
Si veda per il rapporto tra i due artisti la bibliografia riportata nell’ultimo saggio
di B. Cleri, Federico Barocci e Federico Zuccari: Due botteghe a confronto, in Sacro e
Profano alla maniera dei Zuccari, pp. 65-81.
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14
L. Pascoli, Vite de’ pittori, scultori ed architetti perugini scritte e dedicate alla
Maestà di Carlo Emanuele Re di Sardegna, in Roma, per Antonio De Rossi, 1732, p. 168;
la segnalazione su Simonetto Anastagi risulta molto indicativa poiché questi era anche
molto amico dello scultore Flaminio Vacca (1538-1605), altro membro della cerchia
degli Zuccari, e non possiamo scartare la possibilità di uno o vari incontri tra il vadese
e il prestigioso architetto Simonetto Anastagi.
15
Vedi ampiamente infra.
16
Federico Zuccari inviò al duca di Urbino, Francesco Maria ii della Rovere una
lettera il 2 luglio del 1597 nella quale sollecitava la protezione per suo figlio Ottaviano,
che si era ritrovato in mezzo a controversie legali mentre studiava a Perugia. Si veda per il
documento G. Gronau, Documenti artistici urbinati, Firenze, 1936, pp. 239-240. Ottaviano
Zuccari appare in un atto notarile del mese di maggio del 1602 come iud, insigne doctor.
La notizia si trova su un documento di compravendita di una residenza familiare a Roma.
Si veda in: ADS di Roma, Trenta Notai Capitolini, notaio M. Saraceni, 30.5.1602, f. 958.
17
R. Zapperi, Federico Zuccari censurato a Bologna dalla corporazione dei pittori, in
« Städel Jahrbuch », 13 (1991), pp. 177-190.
18
Giovampietro Zuccari lavorò come intagliatore di legno presso l’Oratorio dei
disciplinati di San Francesco a Perugia dove realizzò il Seggio del Priore e il banco dei
regolari, così come un’immagine di Dio Padre per l’ingresso all’Oratorio e degli angeli,
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queste ultime oggi disperse. Nella chiesa del Santo Suffragio di Perugia si conserva an-
che una sua immagine del crocefisso in legno. Si veda D. Tonti, La plastica e l’intaglio
del legno nell’opera di Giovampietro Zuccari (1578-1643), in Sacro e Profano alla maniera
dei Zuccari, pp. 228-259.
19
Si veda la tesi di laurea di G. Proietti Bocchini, La “Signoria” dei Baglioni a
Spello: interventi architettonici sul territorio, Università degli Studi di Perugia, Facoltà
di Lettere e Filosofia, a.a. 1995-1996.
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20
Si conoscono pochi dati sul pittore e la sua produzione; si veda B. Ponti -
C. Ponti, Ascensidonio Spacca “Il fantino di Bevagna”, Perugia, Effe, 1998.
21
La notizia rispetto a questo possibile intervento è in L. Marcucci - M. Villani,
Atlante del Barocco in Italia: Umbria, Roma, De Luca, 2012, p. 351; la scheda sugli
Elisei, a firma di Saverio Sturm, testualmente recita: « Alla nobile famiglia appartenevano
anche famose residenze extraurbane, come quella presso il castello di Pale [...] o la villa
di Montefalco, decorata da affreschi di Federico Zuccari e arricchita da giardini e giochi
d’acqua, entrambe oggetto di visite di personaggi celebri in viaggio verso il territorio di
Loreto, come Cristina di Svezia (1656), il granduca di Toscana, Cosimo iii de’ Medici
(1695) e la principessa Violante di Baviera (1714) ».
22
Per l’attribuzione alla scuola di Zuccari si veda E. Bianchi, Intorno le pitture del
casino, possedute dai signori Antonini Berardi in Carpello (presso Fuligno) attribuite ai
fratelli Zuccari, Torino, Unione Tipografica Editore, 1876; M. Faloci Pulignani, Guida
illustrata di Foligno e dintorni, Foligno, Campitelli, 1909.
23
Si veda L. Barroero - F. Bettoni - G. A. Carlone, Giovanni Andrea Carlone in
Umbria: gli affreschi di Villa Clio, Foligno, Orfini, 1998. Si veda anche l’opinione di
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T. Valenti, Gli autori degli affreschi della villa Clio Carpello, in « Gazzetta di Foligno »,
xxxviii (1923), 6 ottobre.
24
G. Donadoni, Ville e residenze di campagna nell’Umbria del Cinquecento, tesi di
dottorato, Università degli Studi Roma Tre, a.a. 2008-2009, pp. 101-102. Si veda anche
la bibliografia precedente citata dall’autrice.
25
Ead., pp. 151 e ss.
26
Come recentemente ricordato, la villa venne costruita alla fine del ’500 per
Girolamo Fabri (figlio) « del dott. Marco Fabbri capo not. dell’A.C. e decano degli
offizi, circa il 1600, per solazzo della sua vecchiaia, della posterità e della patria »
(così: D. Natalucci, Historia Universale dello Stato Temporale ed Eclesiastico di Trevi,
ms. 1745, pp. 91-92 ed. orig., pp. 76-77, riediz. a cura di C. Zenobi, Foligno, 1985); in
merito alla attribuzione degli affreschi lo steso cronista locale così individuava l’edificio
e i possibili autori dei dipinti: « et il vago e delizioso casino alla piazza della porta del
Lago già dei sig.i Venturini, Onofri e Roncalli di Foligno. Adesso de’ sigg Carrara di
Terni; vagamente dipinto nelle volte delle sue stanze da finissima mano, creduta da
alcuni del Zuccari e del Baroccio, da altri del Salimbene; ornato con iscrizioni, statue
e balaustre di pietra ».
27
Sulla identificazione dell’autore del ricchissimo ciclo di affreschi presenti nella
villa rinvio ora al contributo, in questi stessi atti, di Bruno Toscano.
780 macarena moralejo ortega
28
G. de Petra, Il palazzo di Cherubino Tempestivi a Montefalco. Storia e arte in un
palazzo gentilizio umbro del xvi secolo, Perugia, Deputazione di Storia Patria per l’Um-
bria, 2013, pp. 264-276. Per la paternità del palazzo riferita al Vignola – attribuzione
definitivamente tramontata per l’accertata delimitazione temporale della realizzazione
dell’edificio, senza dubbio riferibile al 1593-1610 e oggi sostituita (ivi, pp. 220-227) con
quella – almeno nella sua ideazione generale – di Giacomo della Porta (1532-1602),
a lungo architetto della famiglia Aldobrandini – e degli affreschi agli Zuccari si veda
anche la bibliografia precedente: G. Bragazzi, La Rosa dell’Umbria. Ossia piccola guida
storico-artistica di Foligno e città contermine: Spello, Assisi, Nocera, Trevi, Montefalco,
Bevagna, Foligno, 1864, riedita da RHA, 2008; G. Angelini Rota, Spoleto e il suo terri-
torio, Spoleto, Panetto e Petrelli, 1920; G. Urbini, Spello, Bevagna, Montefalco, Bergamo,
Istituto d’Arti Grafiche, 1913.
29
La lunetta della seconda loggia, con l’impresa del card. Cesare Facchinetti, allora
vescovo di Spoleto, unita alle armi Aldobrandini-Pamphilj, risulta invece databile tra il
1671 e il 1683.
30
A. Biagetti, L’architetto del palazzo ducale di Acquasparta, in « Bollettino della
Deputazione di storia patria per l’Umbria », xxxi (1934), pp. 93 e ss.
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31
G. Sapori, Il palazzo Cesi di Acquasparta e la rivoluzione scientifica lincea, Pe-
rugia, ed. Delta, 1992; si veda quindi M. B. Guerrieri Borsoi, Il mecenatismo artistico
di Federico Cesi il Linceo, in « Studi di Storia dell’arte », 21, 2010 (2011), pp. 89-128.
32
E si veda ora il contributo di Carla Benocci in questi stessi atti.
33
G. Sapori, Artisti e committenti sul lago Trasimeno, in « Paragone », (1982),
393, pp. 27-61; Ead., I della Corgna mecenati del lago, in B. Toscano (a cura di), Tra-
simeno: Lago d’arte, Torino, Seat, 1994; E. M. Stella, Novità e precisazioni su Palazzo
della Corgna a Città della Pieve: la sala del concerto, in « Storia dell’arte », 80 (1994),
pp. 5-22; J. Lange, Un parnaso crudele e stravagante: gli affreschi del “mondo alla rove-
scia” in palazzo della Corgna a Castiglione del Lago, in « Art e dossier », 7 (1992), 69,
pp. 32-36; W. Pagnotta, I della Corgna e il loro palazzo, ivi, 7 (1992), 69, pp. 37 e ss.
Si veda anche lo studio più recente di M. P. Palomba, Il Palazzo ducale della Corgna di
Castiglione del Lago, la villa-castello di Salci: esempi di residenze nobiliari nel territorio
Trasimeno-Pievese, in Perugino e il paesaggio, Milano, Silvana ed., 2004, pp. 219-239.
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34
G. Cotini, Guida turistica della città e del territorio di Narni, Roma, A.Be.T.E.,
s.d., p. 39.
35
A. Novelli, In casa dell’illustrissimo Bernardino Scotti: questioni architettoniche e
figurative nella Narni del Cinquecento, Roma, Campisano, 2012.
36
Cfr. G. F. Morelli, Brevi notizie delle pitture et sculture che adornano l’augusta
città di Perugia, 1683, rist. Perugia, Volumnia 1973, p. 145.
37
S. Siepi, Descrizione topologica-istorica della città di Perugia, Perugia, Garbinesi
e Santucci, 1822, i, p. 166.
38
Cfr. B. Toscano (a cura di), B. Orsini, Guida al forestiere per l’augusta città di
Perugia, 1784, Treviso, Canova, 1973, pp. 80-83; Siepi, Descrizione topologico-istorica,
p. 458.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 783
39
L’attribuzione a Giovanni Battista Ignoni fu segnalata probabilmente dopo la
revisione del testo di Crispolti da parte di M. Guardabassi nel suo Indice-Guida dei
monumenti, Perugia, Boncompagni, 1872, p. 178. L’abside è stata ristrutturata com-
pletamente, ma lo scrittore Walter Bombe assicurò di averla vista negli anni Venti del
Novecento. Si veda W. Bombe, Pittori non perugini, (1923-1928), pp. 14-15. Un’analisi
di questo possibile equivoco in L. Teza (a cura di), C. Crispolti, Raccolte delle cose
segnalate: la più antica guida di Perugia (1597), Firenze, Olschki, 2001, p. 207, n. 229.
Serafino Siepi nella Descrizione (pp. 455 e 458), parla della presenza nella cappella
battesimale di un « quadretto dipinto a olio su lavagna rappresentante il Battesimo di
Costantino, creduta opera di Federico Zuccari », così come della Strage degli innocenti
sull’altare maggiore « opera che offre in lontananza su di una loggia prospettica il re
Erode spettatore dello infando sterminio ».
40
Cfr., C. Ferrari, Rime sopra diversi bellissimi soggetti del Rev. Padre Cherubino
Alberti da Milano, Milano, 1614, p. 23. Il poema appare riprodotto nel prologo da una
delle opere scritte da Federico Zuccari: Lettera a prencipi et signori amatori del disse-
gno, pittura, scultura et architettura, Mantova, 1605, fol. 4: Per una Venere ignuda fatta
dall’istesso Sig. Cavaliere (Federico Zuccari) al Serenissimo Signore Duca di Mantova. Per
l’opera appartenuta ai Gonzaga si veda il catalogo pubblicato da A. Luzio, La galleria
dei Gonzaga venduta all’Inghilterra nel 1627-1628: Documenti degli archivi di Mantova
e Londra raccolti ed illustrati, Milano, Cogliati, 1913, pp. 92, 152, 186, dove l’opera di
Federico Zuccari viene così descritta: « Un quadro grande dipintovi Venere et Adone ai
piedi morto, e sententi a morte in cingiaro con diversi amorini, opera di F. Z. stimato
scudi 80, L. 480 ».
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41
Cfr. C. Belloni, La quadreria della Penna nel Palazzo dei Tre Archi, in E. Gui-
doni, F. F. Mancini (a cura di), Il Palazzo della Penna di Perugia, Venezia, Marsilio,
1999, pp. 59-75.
42
Ibidem.
43
Si veda C. Guasti, La Basilica di Santa Maria degli Angeli, Firenze, tip. Mariano
Ricci, 1882, p. 124; A. Cristofani - L. Leonelli, Guida d’Assisi e suoi dintorni, Assisi,
tip. Sensi, 1884, p. 94; E. Zocca, Assisi, Roma, La Libreria dello Stato, 1936, p. 33.
Il gruppo di storici dell’arte – L. Barroero, V. Casale, G. Falcidia, F. Pansecchi e
B. Toscano – autori del volume Pittura del ’600 e ’700: Ricerche in Umbria, Roma,
ed. Canova, 1980, ha difeso la possibilità di un intervento da parte dei seguaci di Fe-
derico Barocci, come Benedetto Bandiera, Scilla Pecennini e Simone Ciburri. Si vedano
le immagini in questo volume: pp. 216-224 e p. 409.
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44
Si veda G. Eroli, Descrizione delle chiese di Narni e suoi dintorni, Narni, Tip. Pe-
trignani, 1898, pp. 350 e 354.
45
A. Palomino, Vidas, ed. de N. Mallory, Madrid, Alianza Forma, 1985, p. 75.
Si veda per l’edizione originale Id., El Museo pictórico y escala pictórica, Madrid, 1715-
1724, vol. i-iiii.
46
Si veda G. Sapori, Van Mander e compagni in Umbria, in « Paragone », xli
(1990), 483, pp. 1-48.
47
G. B. Rossi Scotti, Guida illustrata di Perugia, 1878, rist., Perugia, Rodana, 1988,
p. 35.
786 macarena moralejo ortega
48
Un’analisi del suo profilo e dei vincoli con Federico Barocci è in C. Galassi,
Benedetto Bandiera, in A. M. Ambrosini Massari e M. Cellini (a cura di), Nel segno di
Barocci: Allievi e seguaci tra Marche, Umbria, Siena, Milano, ed. Spa, 2005, pp. 322-325.
Si veda anche B. Teodori, Aspetti del baroccismo perugino: Benedetto Bandiera, Felice
e Vincenzo Pellegrini, in Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e Seicento, Atti del
xii convegno di studi Umbri, Perugia, Università degli studi, 1981, pp. 275-299. L’autri-
ce allude anche al ruolo di tramite della maniera zuccaresca attraverso una serie di
personaggi legati al mondo romano ed umbro, come Nebbia, Circignani, Lombardelli
e Van den Broeck.
49
W. Korte, Der Palazzo Zuccari in Rom. Seim freskensmunck und seine geschichte,
Leipzig, Heinrich Keller, 1935, p. 83.
50
Si conoscono due disegni preparatori del tema, uno conservato presso la Galleria
degli Uffizi di Firenze e il secondo conservato presso l’Ashmolean Museum di Oxford.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 787
scuola dei fratelli Zuccari nelle ville urbane e di campagna nei pressi
dello Stato Pontificio che ebbero un grande successo nel territorio
umbro con imitazioni, repliche e copie 54.
54
Si veda Una ricerca tra centro e periferia: la pittura del ’600 e del ’700 in Um-
bria, in Il Barocco Romano e l’Europa, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato,
1992, pp. 659-674; Pittura del Seicento: Ricerche in Umbria, Milano, Electa, 1989;
La pittura in Umbria meridionale dal Trecento al Novecento, Terni, Provincia di Terni,
1993; F. F. Mancini, La pittura in Umbria nel Cinquecento, in La pittura in Italia:
Il Cinquecento, i, Milano, Electa, pp. 369-386.
55
C. Alessi, Elogia Virorum Illustrium Augustae Perusiae, 1595 ca. Il discorso
si conserva presso la Biblioteca Comunale di Perugia, ms. 1212, fol. 212. Un’analisi
dell’attività delle accademie a Perugia è in E. Irace, Le accademie e la vita culturale, in
Storia illustrata, ii, pp. 481-496.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 789
56
R. Alberti, Origine et progresso dell’accademia del dissegno de’ pittori, scultori &
architetti di Roma [...] recitati sotto il regimento dell’Eccellente Sig. Cavaliero Federico
Zuccari et raccolti da Romano Alberti Secretario dell’Academia, Pavia, Pietro Bartoli,
1604. Si veda il poema scritto da Federico Zuccari a p. 11 e firmato come Sonnachioso
Accademico Insensato.
57
Per un elenco completo delle accademie a Roma, Napoli e Firenze si veda
J. Boutier - B. Marin - A. Romano, Naples, Rome, Florence: Una histoire comparée des
milieux intellectuels italiens (xvii-xviii siècles), Rome, École Française de Rome, 2005,
pp. 677-688.
58
Il benedettino risiedette quasi tutta la sua vita presso il monastero di Monte
Oliveto presso Siena, anche se è possibile che si recasse spesso a Perugia per parte-
cipare alle riunioni dell’Accademia degli Insensati, dove utilizzò il soprannome de Il
Velato. Ventura Venturi pubblicò alcuni dei suoi scritti, fondamentalmente panegirici
e composizioni poetiche. Notizie sulla vita e sulla attività come scrittore e teologo in
M. Armellini, Bibliotheca benedictino-casinensis, Assisii, typis Feliciani, & Philippi Cam-
pitelli fratrum, 1731-1736, iv, p. 48 e J. François, Bibliothéque générale des écrivains de
l’Ordre S. Benoit par un religieux benedictin de la Congregation de St. Vannes, Bouillon,
aux depense de la Societe typographique, 1777-1778, ii, p. 187. Per un profilo biografico
aggiornato si veda E. Ardissinio, Poemi biblici del Seicento, Alessandria, ed. dell’Orso,
2005, pp. 11-13.
790 macarena moralejo ortega
59
Abbiamo rintracciato due esemplari di questo discorso accademico, il primo
presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo e il secondo presso la Biblioteca
Augusta di Perugia.
60
Nella dedica al marchese Ascanio della Corgna di questa lezione, Ventura Ven-
turi manifestò: « [...] m’è parso ragionevole ancora proporre alcuni precetti et verità, i
quali secondo il parer mio si ricercano à formare un bello et perfetto Poema Heroico.
Ho aggionto, finalmente, alcune determinationi sopra il Disegno, si per l’occasione d’una
disputa incominciata nell’accademia nostra dal Sig. Federico Zucchari, pittore famo-
sissimo, com’ancho perché io so quanto a V. E. simil materia [il disegno] debba esser
grata, essendo principal fondamento dell’architettura & delle fortificationi, delle quali
lei di maniera si compiace, che di continuo professori simil’arte n’alimenta ». Si veda
V. Venturi, Conclusioni diverse di D. Ventura Venturi da Siena academico insensato detto
il velato, le quali si disputaronno in publica accademia de gl’Insensati, Perugia, apresso
Pietroiacomo Petrucci, 1597, fol. 4.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 791
61
L. Sacchini, Verso le virtù celesti: La letterata conversazione dell’Accademia degli
Insensati di Perugia (1561-1608), Ph.D., Durham, University, 2013.
792 macarena moralejo ortega
62
C. Giovanelli Caldari, Giovanni Battista Lombardelli, in Le Arte nelle Marche al
tempo di Sisto v, Milano, ed. Silvana, 1992, pp. 322-327. L’autrice non segnala l’appar-
tenenza del pittore all’Accademia degli Insensati.
63
Si veda con bibliografia precedente F. Boco (a cura di), L’accademia riflette sulla
storia: Perugia e le origini dell’Accademia del Disegno, secoli xvi e xvii, Atti del Conve-
gno, Perugia, ed. Futura, 2011.
64
Si veda l’iscrizione: pavlvs iii pontifex maximus/pervsiam post defectionem/ad
officivm atqve/obedientiam compellit/anno a partv virginis/mdxl.
65
Si veda I. Verstegen, Reform and renewed ambition: Cardinal Giulio Feltrio della
Rovere, in Patronage and dynasty, Kirksville, Missouri, Ian F. Verstegen, 2007, pp. 89-108.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 793
66
Si veda R. Borghini, Il riposo, 1584, p. 573: « In questo medesimo tempo fece
due quadri grandi a olio per lo Cardinal d’Urbino, nell’uno dé quali è San Pietro in
Carcere, e questo fu mandato a Fossombrone: e nell’altro è la Vergine assunta in cielo,
e questo servì per la Cappella del palagio di detto Cardinale in Roma ».
67
G. Graziosi, Discorso del sopradetto signor G. G., detto lo Spaventato, recitato
pubblicamente nell’Accademia Insensata, sopra l’impresa del signor Insensato, ms. 1058,
cc. 77v-86v.
68
G. Gronau, Documenti artistici urbinati, Firenze, ed. Sansoni, 1936, pp. 36, 46,
156, 157, 163, 188, 189, 194-198, 218, 224-229, 260.
794 macarena moralejo ortega
69
Il poema pubblicato da Murtola come omaggio a Zuccari in L’idea de’ pittori
era stato stampato prima in una antologia poetica del letterato genovese. Si veda, Rime
del Signore Gasparo Murtola cioè sonetti, gli occhi, le lacrime, i pallori, i nei, i baci, le
veneri, gli amori dedicate all’Illustr. & Reveren. Monsign. Alessandro Centurione [...],
Venezia, ed. Roberto Meglietti, 1604, fol. 15: “Per un bellissimo ritratto della Madonna
fatto dal Signore Federico Zuccaro, pittor famoso”. Invece, l’artista vadese decise di non
riprodurre un altro poema, sempre del Murtola, nel suo corpus estetico e che era stato
pubblicato nella stessa antologia segnalata sopra: « pittor famoso & scrittor eloquente:
Le penne gareggiar con li pennelli zuccaro ben fai tu ne le tue carte,/et quanto possi la
Natura, e l’arte /scopri con pregi gloriosi, e belli/fortunati i pareti, e questi, e quelli/saffi
il pennello tuo fa in ogni parte,/et hor la chiara luce & hor comparte/la vita, e’l moto,
che la man tua di elli/scrive la penna accortamente, e scioglie,/i disegni, e l’idee di tai
splendori,/che forsi tale in Ciel non han le stelle/anzi volo t’impiuma et a le soglie/del
ciel ti porta infra i beati chori/a Dio vicino et l’altre cose belle ».
70
Il madrigale che scrisse per il prologo alla edizione dei discorsi dell’accademia ro-
mana non appare nell’opera di F. Massini, Rime, Pavia, ed. Viani, 1609, mentre abbiamo
rintracciato un sonetto intitolato Al cavaglier Federico Zuccaro, Ritratto della Sua Donna,
pubblicato a p. 29. Altre discussioni sui rapporti tra Zuccari, Massini ed altri letterati in
R. Ferro, Ritrovamenti per la biografia di Girolamo Preti, in Studi di Letteratura italiana
in onore di Claudio Scarpati, Milano, Vita e Pensiero, 2010, pp. 429-435, 440.
71
Si veda L. Jacobilli, Bibliotheca umbriæ sive de scriptoribus provinciæ, Fulginiæ,
apud Augustinum Alterium, 1658, p. 230 e G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori
perugini, Perugia, tip. Baduel, 1828, vol. ii, p. 92. Per il rapporto con il Tasso si veda
Massini, Rime, pp. 73, 80 ed anche il sonetto scritto dal poeta alla morte di Tasso, p. 155.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 795
72
T. Frigeni, Aggiornamento sul ritratto di Torquato Tasso di Federico Zuccari, in
« Bergomum », 84 (1989), pp. 169-174.
73
H. Bossii, Epistolarium Ticinensis, Pavia, ed. Ardizonium & Rubeum, 1613,
fol. 22v-22r: « Hieronymus Bossius Federico Zuccaro s(alutem). Taurinum. Quod tuae
litterae humanitatis et elegantiarum plenissimae, cum libro, qui Pictorum Idea inscribitura,
fuerint a tabellario idibus octobris, die scilicet Virgilio natali, mihi redditae, peropportune
siquidem optassem eo ipso furore ad versus pangendos me rapi, quo idem poetarum prin-
cipes ad praeclara Aeneae facinora epico stylo cantanda ferebatur. Sed eiuscemodi rem
votis, ego non sum ausus exoptare, cum de monte Pimplaeo, ut Catulus ait, Musis fur-
cillis praecipitem eijciant. Tuas itaque laudes, quae melius fortasse versibus celebrarentur,
non omnino praeteribo, ut opusculum me scias legisse, et leviter attingam, ut quales et
quantas merueris, me cognovisse intelligas, cum facile earum magnetudini fatear concedere
ingenium meum. Ut in pingendo semper es Zeuxim imitatus, sic eiusdem more, qui apud
Crotoniatas ex multis eximiae formae virginibus, quod pulcherrimum erat, elegit, ut Hele-
nae simulachrum effingeret, in hoc libro conscribendo tu mihi fecisse videris. Ex singulis
etenim artibus libero homine dignis, tanquam ex praestantis speciei foeminis, quod maxime
ad rem tuam faciebat, maxima diligentia et notasti et excerpsisti, ut, Federice Zuccare, sac-
charo ipso et melle dulcior tua esset disputatio, cum tuam ipsam Pictorum Ideam formare.
Sic pennicillo, ut suis verbis inquit Tuscus poëta, opera facis digna, quae scribantur, res
calamo autem scribis digna, quae legentur. Sed ne in eorum me centuriam referas, qui, ut
Piccolominei dicto utar, quamquam longe maiora de te sentiam, plura non scribam, Vale.
Cesare Nebbiam, summae integritatis virum, cui pictori atque poetae “Quidlibet audendi
duplex est facta potestas”, meo nomine salutes velim. Julio autem Maino, Ticinensi nostro,
quem sempre merito suo praesentem dilexi, absentem desideravi, etiam atque etiam a nobis
proximis hilaribus expectari significabis. Iterumque, vale, Ticino pridie martii Benedicta-
lia »; ringrazio la prof.ssa Diana Gorostidi per la trascrizione.
796 macarena moralejo ortega
74
Cfr. H. Bossi, De toga romana commentarius (...), Pavia, ed. Frisius, 1614. Questa
opera fu ristampata nel 1671 ad Amsterdam. Per il discorso di Girolamo Preti pronun-
ciato presso l’Accademia degli Umoristi si veda BAV, Barb. Lat. 5346, fol. 1-19: Lezione
sopra il colore della toga antica de Romani recitata nell’Accademia degli Humorista di
Roma dal signore Girolamo Preti.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 797
75
Un profilo bio-bibliografico è in F. Argelati, Bibliotheca scriptorum, Mediolani,
in ædibus Palatinis, 1745, pp. 1702 e 2043; G. Ghilini, Teatro d’huomini, Venetia,
Guerigli, 1637, i, p. 25; F. Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano, nella stampa
di Francesco Vigone, 1672, p. 72.
76
Cesare Crispolti, anche lui membro dell’Accademia degli Insensati, adoperò un
titolo molto simile per una delle sue opere: Idea dello scolaro, in Perugia, per Vincen-
tio Colombara, 1604. Si veda la edizione critica di F. Patrizi, La trattatistica educativa
tra Rinascimento e Controriforma: L’idea dello scolaro di Cesare Crispolti, Pisa, Istituti
Editoriali, 2005.
798 macarena moralejo ortega
77
A. Caro, Lettere familiari, a cura di A. Greco, Firenze, Olschki, 1957-1961, iii,
n. 676; G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori scultori ed architettori nelle redazioni
del 1550 e 1568, ed. a cura di R. Bettarini e P. Barocchi, v, Firenze, s.p.e.s., 1984,
pp. 576-585. Su Annibal Caro come consigliere iconografico si vedano: C. Davis, Vasari
e Annibal Caro “soggettista”, in Giorgio Vasari, a cura di L. Corti, Firenze, Edam, 1981,
pp. 124-129; e, soprattutto C. Robertson, Annibal Caro as Iconographer: Sources and
Method, in « Journal of the Warburg and Courtauld Institutes », xlv (1982), pp. 160-
181. Si veda anche G. Sapori, Dal programma al dipinto: Annibal Caro, Taddeo Zuccari,
Giorgio Vasari, in V. Casale, Storia della lingua e storia dell’arte in Italia. Dissimmetrie
e intersezioni, Firenze, ed. Cesati, 2002, pp. 199; E. Parlato, Hermathena a Caprarola, in
V. De Caprio - C. Ranieri, Presenze eterodosse nel Viterbese tra Quattro e Cinquecento,
Roma, ed. Izzi, 2000, pp. 159-191.
78
B. Zucchi, L’idea del segretario dal signore Bartolomeo Zucchi da Monza academico
insensato di Perugia, rappresentata & in vn Trattato de l’imitatione, e ne le lettere di prin-
cipi, e d’altri signori, i-iv, in Vinetia, presso la Compagnia Minima, 1600; si veda la lettera
di Annibal Caro a Taddeo Zuccari, ivi, pp. 19-27. L’opera fu ampliata e ristampata in
varie occasioni all’inizio del Seicento. Abbiamo rivisto due edizioni, la prima, dell’anno
1600, e la seconda, del 1614. Nella monografia di U. Rozzo, Biblioteche italiane del Cin-
quecento tra Riforma e Controriforma, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1994, p. 84 appare
citata una edizione pubblicata a Venezia nel 1606 che non abbiamo rintracciato.
79
Si veda M. Moralejo Ortega, La corte del Cardenal Alessandro Farnese (1520-
1589) “parientes” y “familiares” españoles e italianos en el ámbito de las letras y las artes
in La visión del mundo en la tradición humanística: Autores, textos e imágenes, septiem-
bre 2011, Universidad de Salamanca.
80
E. H. Gombrich, Pierleone Casella’ Elogia Illustrium Artificum of 1606, in « Journal
of Warburg and Courtland Institut », vol. 50, 1987, pp. 224-232; M. Moralejo Ortega -
P. D. Gorostidi, Artistas y humanistas en los escritos de Pierleone Casella: Pautas para un
estudio, en Libros con arte. Arte con Libros, Cáceres, ed. Consejería de Cultura y Turismo,
Junta de Extremadura - Universidad de Extremadura, 2007, pp. 519-529.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 799
81
C. Ripa, Iconologia overo Descrittione Dell’imagini Universali cavate dall’Antichità
et da altri luoghi, Roma, appresso Lepidio Facii, 1603.
82
Per la pubblicazione di questo manoscritto si veda F. Nardini, Roma Antica,
Roma, G. Andreoli, 1704, pp. 1-24. Per la versione in lingua latina si veda B. de Mont-
faucon, Diarium Italicum (...), Paris, Anisson, 1702, ad vocem Vacca. In seguito si veda
C. Fea, Miscellanea filologica critica ed antiquaria, Roma, Puccinelli, 1790, pp. li-cvi.
Abbiamo rintracciato tre copie manoscritte del testo scritto da Flaminio Vacca negli
archivi e biblioteche romane. Per il nostro studio, e non avendo una edizione critica
del testo, abbiamo consultato la versione conservata presso l’Archivio Storico Capitolino
(Camera Capitolina, Cred. xiv, vol. 48, cat. 1197, fol. 15-42), con il titolo Ricordi di un
antiquario dall’anno 1500 all’anno 1594, Flaminio Vacca.
83
Federico Zuccari e il cretese si conobbero probabilmente a Roma nell’ambiente
del cardinale Alessandro Farnese ed ebbero modo di ritrovarsi quando il pittore vadese
soggiornò alla corte di Filippo ii, e visitò la città di Toledo fra il 1585 e il 1589. Si
veda M. Koshikawa, El Greco and Federico Zuccari in El Greco in Italy and Italian Art,
Rethymno, University of Crete, 1999, pp. 357-371; per il regalo che Federico Zuccari
fece al pittore cretese a Toledo nel 1585 (un esemplare delle Vite vasariane), il ritrova-
mento della copia presso la collezione di Xavier de Salas e le annotazioni di entrambi
si veda F. Marias, El Greco y el arte de su tiempo. Las notas de El Greco a Vasari,
Toledo, Real Fundación, 1992.
84
C. Galassi, La casa-museo di Simonetto Anastagi: Le stanze del collezionista, in
Case Museo in Umbria, Perugia, Fondazione Rainieri, 2013; Ead., Simonetto Anastagi
accademico e collezionista: Qualche considerazione, in L’accademia riflette sulla sua storia.
800 macarena moralejo ortega
Perugia e le origini dell’Accademia del Disegno: secoli xvi e xvii, Perugia 2011, pp. 151-
172; si veda anche G. Sapori, Rapporto preliminare su Simonetto Anastagi, in « Ricerche
di Storia dell’Arte », 21 (1983), pp. 77-85.
85
Si veda A. Lodovise - G. Trenti, I Vignola: Giacomo e Giacinto Barozzi, Vignola,
Fondazione di Vignola, 2004. Per il documento originale con l’adesione di Federico
Zuccari ai progetti ideati da Giacinto, e pubblicati per la prima volta a Perugia, si veda
BAV, Fondo Boncompagni, 32.
federico zuccari e la sua scuola in umbria 801
Fig. 1
Madonna con il Bambino Gesú in trono circondata daglie angeli insieme a quattro
Santi, tavola, Cappella Farratini, Duomo di Amelia, (Federico Zuccari)
802 MACARENA MORALEJO ORTEGA
Fig. 2 Fig. 3
Madonna, Sant’Anna e il Bambino Gesù, tavola di La verità rivelata dal tempo, affresco, Palazzo
altare, Santuario Madonna della Quercia, Narni, Bartoletti, poi Onofri, oggi Mastrolia, Spoleto,
(attrib. Federico Zuccari) (Benedetto Bandiera)
MaCaReNa MoRaleJo oRteGa
Fig. 1
Madonna con il bambino Gesú in trono
circondata daglie angeli insieme a quattro Santi,
tavola, Cappella Farratini, duomo di amelia,
(Federico zuccari)
Fig. 2
Madonna, Sant’anna e il bambino Gesù, tavola
di altare, Santuario Madonna della Quercia,
Narni, (attrib. Federico zuccari)