Storia Della Critica D'arte - Slides
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D'ARTE
DOCENTE GIAN PIERO NUCCIO
LEZIONE INTRODUTTIVA
Se si vuole entrare nelle idee e nei valori concettuali o spirituali dell’arte e nei
rapporti che stabilisce con le altre discipline (filosofia, storia, letteratura…) occorre
altro. E allora ci si accorge che quest’altro è caratterizzato da grande eterogeneità
sia contenutistica che metodologica.
Il problema sta nel fatto che questa grande massa di documentazione (specie in
rete) si riduce di molto quando si cerca un giudizio scientificamente fondato, ma
spesso manca persino la coscienza che un simile giudizio sia necessario. Si pensa
che, per frequentare decentemente l’arte, sia sufficiente attenersi ai fatti, che l’arte si
sente o non si sente, e che siano sufficienti quei generici schemi (perfezione e
armonia per l’arte classica, ricerca della realtà scientifica nel positivismo, concetto
nel contemporaneo…), ma le idee latitano.
Fino al sec. XIX compreso la critica tentennò (pur con le lodevoli eccezioni che
vedremo) fra lo storicismo, la tradizione accademica, la legge morale
considerando cioè l’arte attraverso una concezione deterministica in cui perdeva
ogni autonomia e libertà.
Immaginazione e creatività
Invece chi voglia seriamente affrontare la critica della storia dell’arte deve compiere un
percorso un po’ più articolato.
Intanto si deve riferire alla storia dell’estetica (Baumgarten…1750), storia perché non
deve riferirsi né ad un solo libro, né ad un solo autore per orientarsi correttamente fra
varie opinioni.
Compito dell’estetica è di cercare (fino ad oggi non è stato trovato) il comune attributo per
cui le opere di poesia, pittura, scultura ma anche musica, letteratura siano da considerarsi
opere d’arte, cioè di definire, per quanto possibile, l’idea di arte.
Baumgarten, Alexander Gottlieb (pr. Godìt): la sua fama è legata soprattutto ad un
opuscolo giovanile (1735), nel quale per la prima volta appare il nome di «estetica».
Essa consiste nella meditazione sull’attività mentale dell’uomo quando crea arte.
Un uomo che pensa, produce opere filosofiche o scientifiche.
Un uomo che usa la sua volontà per agire realizza opere morali, politiche o simili.
Certo volontà e pensiero sono insiti anche in un’opera d’arte, ma non sono essi che
fanno sì che un’opera sia opera d’arte.
Gusto (Tendenza, Stile) Anche chi si ribella, per il fatto stesso di ribellarsi
partecipa al suo tempo. Una certa tendenza critica distingue arte (assoluto) da
gusto (relativo). L’artista ha preferenze, atteggiamenti, ideali che però nell’opera
d’arte vengono trasformati dalla creatività.
Fino a quando il critico si attarda su schemi e simboli sta nel processo ri-
costruttivo dell’opera, per alcuni proverà simpatia (pregi), per altri antipatia (difetti)
e fin qui si muoverà nel mondo del gusto.
Ma, quando troveranno nell’immaginazione del critico una loro armonia, il giudizio
critico sarà compiuto e si muoverà nel mondo dell’arte.
Già nel ‘700 però si identificava il gusto con la facoltà di ogni artista di scegliere
quello che gli pare ottimo per il suo modo di operare quindi perfezione non
assoluta ma relativa. Il Gusto (giudicare) contrapposto al genio (produrre).
L’estetica moderna non distingue buon gusto da cattivo gusto: l’importante è che
contribuisca alla creatività.
Raffaello
Sintesi di compostezza e vitalità, equilibrio e naturalezza, classicismo antico e modernità
rinascimentale, rigorosa architettura dell’insieme e minuziosa cura dei dettagli
Storia dell’arte e critica d’arte Si dice che la storia è testimone e non giudice.
Ma anche il testimonio ha bisogno di giudicare per comprendere. E il critico deve fare
la storia dell’opera d’arte per comprendere, altrimenti giudica senza comprendere. La
scissione fra storia e critica è un errore. Giudizio artistico = coincidenza fra il
concetto universale di arte e l’intuizione della singola opera d’arte.
La personalità dell’artista e le cosiddette leggi dell’arte.
Per personalità dell’artista si intende l’uomo nel suo momento creativo. Ma sono
proprio le “leggi dell’arte” ad avere un carattere contingente ed effimero. Non ci sono
pregi e difetti in Delacroix.
Per dire che disegnava meno bene significa astrarre il disegno da Delacroix e quindi
svuotarlo di ogni valore d’arte.
Delacroix – Morte di Sardanapalo - 1827
SEGMENTO AUREO
Sin dai tempi più antichi, dagli egiziani ai più moderni Il segmento totale C sta al segmento più lungo A come
frattali, esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che quest'ultimo A sta al segmento più corto B
è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione
armonica delle cose. Dalla geometria all'architettura, dalla C:A = A:B
pittura alla musica, fino alla natura del creato possiamo
osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un
rapporto che è stato definito pari a 1,618...(numero d'oro)
Arte assoluta e “arte interessante”. Moltissime opere, pur non essendo arte
perfetta e assoluta, non sono prive di ogni valore, anzi sono “interessanti”. Sono
documenti storici dei sentimenti, delle idee e presentano i cosiddetti valori
“illustrativi” oppure preparano le grandi opere (precursori) o continuano l’opera del
maestro (scolari o seguaci). Fondo oro/fondo prospettico. In entrambi i casi si
sono creati capolavori: nessuno dei due è esigenza dell’arte, ma del gusto, delle
idee. Storia dell’arte # storia del gusto. Storia dell’arte = storia del gusto + genio =
storia della critica
L’esigenza di una storia della critica.
Quindi dall’estetica si trae coscienza della nozione di arte in universale, dalla critica
si trae conoscenza dei rapporti assunti nei secoli tra quel concetto e le singole opere
d’arte.