Autocad Corso Base Teoria
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TEORIA
In questa lezione elenchiamo le convenzioni da adottare per una corretta impostazione iniziale del lavoro.
La variabile COORDS, che determina il modo dinamico di visualizzazione delle coordinate, deve essere impostata a 2.
Un disegno così preimpostato quò essere salvato come disegno prototipo, vale a dire un disegno che possiamo richiamare
dal pannello di controllo iniziale quando creiamo un nuovo disegno.
Per salvare il disegno come file prototipo basta selezionare l'opzione
AutoCAD Drawing Template File, in fase di salvataggio del disegno.
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In questa lezione elenchiamo le principali primitive grafiche che costituiscono un disegno AutoCAD bidimensionale.
Le primitive grafiche
Gli elementi principali che costituiscono un disegno bidimensionale realizzato con un software cad sono riconducibili ad un
limitato numero di primitive grafiche, che sono, nel caso di AutoCAD:
primitive semplici entità complesse
punto poligonali di linee ed archi
linea testi e paragrafi
cerchio ed arco di cerchio blocchi e riferimenti esterni (xref)
ellisse e curve di Bezier quote
immagini raster campiture (hatch pattern)
oggetti OLE
Le entità complesse sono aggregazioni di primitive grafiche che sono gestite come entità uniche.
Per ciascuna di queste primitive il programma provvede a registrare nel disegno tutte le caratteristiche geometriche necessarie
alla loro rappresentazione.
Ad esempio:
una linea è individuata da due punti nello spazio cartesiano;
un cerchio è definito tramite la misura del raggio e le coordinate del centro;
un arco è definito come un cerchio con l'aggiunta di un angolo iniziale e finale;
una poligonale è definita dalla successione delle coordinate dei vertici e dalla curvatura di ciascun segmento (la curvatura è il
rapporto fra l'altezza della curva nel suo punto di massimo scostamento rispetto alla congiungente i due estremi, e la distanza
fra questi due estremi diviso due).
un blocco è definito dall'elenco delle primitive che lo compongono.
una campitura è definita dall'elenco delle linee che la compongono.
Per ciascuna di queste primitive è previsto un comando di creazione specifico, ad esempio:
primitiva comando
punto point
linea line
cerchio circle
arco di cerchio arc
ellisse ellipse
curve di Bezier spline
riferimenti ad oggetti OLE insertole
riferimenti ad immagini raster image
Le entità complesse sono ugualmente gestite da comandi specifici; in alcuni casi esiste più di un comando per creare la stessa
entità:
entità complesse comandi
poligonale pline, pedit
blocchi block, wblock, insert, xref
quotature dim e sottocomandi dim
campiture (hatch pattern) hatch, bhatch
testi e paragrafi text, mtext
curve di Bezier spline, pedit
Una volta conosciuti questi comandi si è in grado di creare qualsiasi entità grafica realizzabile con AutoCAD.
A ciascuna entità vengono inoltre associate caratteristiche aggiuntive che specificano ulteriormente la visualizzazione finale di
quell'entità all'interno del disegno. Le principali sono:
il layer di appartenenza
il colore dell'entità (bianco, rosso, nero, bylayer, byblock ...)
il tipo di linea (continua, tratteggiata, puntinata ...)
Una volta definita la linea nello spazio cartesiano, l'AutoCAD richiede se la vogliamo colorata di rosso o di nero, se deve essere
tratteggiata piuttosto che continua. Queste caratteristiche, se pur aggiuntive, hanno comunque un'mportanza cruciale
nell'ambito dell'aspetto finale del disegno.
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In questa lezione verranno elencati i modi possibili di inserire i dati in AutoCAD e quindi poter definire graficamente le
caratteristiche geometriche delle entità create.
Le modalità di inserimento
La definizione delle primitive grafiche implica la necessità di poter specificare la posizione e la dimensione delle stesse.
A seconda dei casi AutoCAD richiede un input di tipo differente:
coordinate assolute
coordinate relative
distanza
angolo
fattore di scala
Le coordinate assolute vengono inserite specificando i valori x ed y del punto.
Questi valori possono essere indicati con il mouse (tasto sinistro) o scrivendo manualmente le coordinate separate da virgola:
ad es. 12.55,-3.45
esempio: il comando LINE
Command: From Point: indicare il punto con il mouse (tasto sinistro)
oppure x,y,z (la z è opzionale nel 2D)
Il programma richiede una coordinata relativa mediamente quando il punto richiesto è successivo al primo punto specificato:
esempio: il comando LINE
dopo aver specificato il primo punto il programma prosegue con:
Command: To Point: indicare il punto con il mouse
(modalità assoluta)
oppure 23.5,12.7,0
(notazione cartesiana assoluta: x,y,z)
oppure @45>3.45
(notazione polare relativa: @ angolo > distanza)
oppure @0,3.5,4.0
(notazione cartesiana relativa: @ spostamento x, y, z)
oppure spostando il mouse nella direzione voluta (angolo) e digitando la distanza
richiesta
Nel disegno bidimensionale la coordinata z può essere omessa.
Una distanza può essere specificata in modalità assoluta o relativa.
esempio: il comando CIRCLE
dopo aver specificato le coordinate del centro del cerchio il programma richiede la misura del raggio:
Command: radius: indicare la distanza con il mouse
(notazione grafica relativa)
oppure: 2.5
(notazione manuale relativa)
Un angolo può essere ugualmente indicato in modalità assoluta o relativa.
esempio: il comando ROTATE
dopo aver selezionato gli oggetti da ruotare ed indicato il centro di rotazione, il programma richiede:
Command: rotation angle: indicare l'angolo con il mouse
(notazione grafica relativa)
oppure -30
(in gradi, notazione manuale relativa)
Il fattore di scala viene mediamente indicato in maniera assoluta, digitando il valore numerico:
esempio il comando SCALE
dopo aver specificato le entità da scalare ed aver fornito il punto di riferimento, il programma richiede un fattore di scala:
Command: scale factor: indicare una distanza con il mouse
(notazione grafica assoluta)
oppure 0.25
(in percentuale: notazione manuale)
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In questa lezione verranno elencati gli strumenti forniti da AutoCAD di ausilio all'utilizzo del mouse nell'inserimento dei dati.
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Anche se l'impostazione permanente degli osnap è diventata una prassi abbastanza comune, se ne sconsiglia l'uso, dal
momento in cui crea problemi in fase di selezione oggetti.
ORTHO
È una modalità che obbliga il cursore a spostarsi in maniera ortogonale rispetto all'ultimo punto specificato.
esempio: comando LINE
Command: From point: (puntare su 1)
La modalità ortho si attiva o si disattiva utilizzando il pulsante corrispondente sulla barra di stato.
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In questa lezione elenchiamo i comandi che consentono di modificare le principali caratteristiche geometriche delle entità.
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fillet crea un raccordo curvo fra le estremità delle due entità selezionate.
lengthen modifica la lunghezza della linea, polilinea o curva selezionata
pedit
align
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In questa lezione verranno elencate le possibili modalità di selezione delle entità che devono essere modificate.
ESERCIZIO N. 1 – 2 - 3
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In questa lezione daremo dei consigli su come utilizzare le immagini raster in un disegno AutoCAD.
Le immagini raster
La possibilità di inserire immagini raster in un disegno vettoriale, ha cambiato radicalmente il modo di operare con l'AutoCAD,
soprattutto nell'ambito dello studio del territorio.
Questa innovazione ha reso pressocché inutili le vettorializzazioni di disegni acquisiti da scanner, che generavano mediamente
file di dimensioni difficilmente gestibili.
È quindi possibile fare una scansione di un disegno, inserirlo in AutoCAD e utilizzarlo come base per successive elaborazioni.
Non è possibile modificare l'immagine dall'interno, se non con l'utilizzo di software aggiuntivi (CAD Overlay). Le uniche
modifiche consentite sono:
tipo di immagine modifiche consentite
qualsiasi posizione, dimensione, angolo di rotazione
grayscale, colori luminosità, contrasto, opacità complessiva (fade)
monocromatica colore in primo piano, trasparenza dello sfondo
Indichiamo, qui di seguito, alcuni consigli per effettuare correttamente le scansioni.
tipo di disegno formato del file risoluzione
È importante ricordare che l'immagine è sempre un file esterno al quale l'AutoCAD fa riferimento.
Le immagini possono essere ritagliate secondo una poligonale utilizzando il comando IMAGECLIP.
Il contorno dell'immagine si visualizza o meno con il comando IMAGEFRAME. Quando il contorno è visibile, l'immagine può
essere selezionata.
Esempi di applicazioni del comando IMAGE
es. l'albero in pianta
PRG
ricalcare le curve di un capitello
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In questa lezione analizziamo un altro tema apparentemente semplice ma che in realtà nasconde alcune insidie.
Le campiture
Per realizzare e modificare le campiture si utilizzano i comandi BHATCH e HATCHEDIT. La modifica successiva della campitura
sarà più semplice se seguiremo il procedimento di tracciare il contorno con delle polilinee; possiamo usare il comando PLINE o
anche BPOLY, il comando che riconosce le aree chiuse e le delimita con polilinee.
Facciamo un esempio.
Disegnamo con una o più polilinee il contorno dell'area da campire.
Mettiamo queste polilinee su di un layer di costruzione (es. "Costr"). Un layer di costruzione non viene mai stampato.
Richiamiamo il comando BHATCH per creare la campitura, selezionando le polilinee del contorno.
La campitura che abbiamo creato è associata alle polilinee di contorno; modificando il contorno si modifica anche la campitura.
Il sistema più semplice per modificare l'origine del pattern, è quello di cambiare l'origine dell'UCS. Ogni pattern ha come
origine lo 0,0 del disegno, modificando l'origine si modifica l'origine del pattern.
Un breve accenno a due pattern "particolari", i SOLID e lo USER DEFINED.
Il primo consente di riempire totalmente il contorno selezionato. Possiamo usarlo, ad esempio, per campire i muri di un
appartamento o di una sezione, oppure per colorare una zona di un piano urbanistico.
Il pattern definito dall'utente (USER DEFINED) viene adoperato quando dobbiamo disegnare una serie di linee a una
determinata distanza l'una dall'altra (ad es. pavimentazioni regolari o inferriate).
La definizione dei pattern può essere modificata (sono scritti nel file acad.pat), possono essere create nuove forme (con una
buona dose di pazienza), oppure si può attingere alle tonnellate di pattern reperibili su internet nei siti dedicati ad AutoCAD.
ESERCIZIO N. 4
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In questa lezione parleremo del modo corretto di utilizzare lo strumento dei layer.
Questa caratteristica ci permette di poter modificare il modo in cui verranno stampate tutte le entità di quel layer,
semplicemente operando sul tipo di penna associata, con vantaggi notevoli nell'ambito degli affinamenti grafici necessari in
fase di stampa.
Nel nostro disegno, inoltre, viene registrato lo spessore ed il colore che volevamo adoperare con quel layer, senza dover
ricorrere alle famigerate tabelle di conversione fra colori e penne (pcp).
Per questi motivi è considerato un grave errore la non esatta corrispondenza fra entità e layer di appartenenza e l'uso del
colore diverso da "bylayer".
Per facilitare la comprensione del disegno, è opportuno che i nomi dei layer vengano scelti in modo che il significato sia chiaro
per chiunque, evitando quindi troppi numeri, sigle o abbreviazioni troppo corte.
È opportuno predisporre un numero di layer adeguato alla corretta classificazione delle varie parti che compongono il disegno.
Gli eccessi in un senso o nell'altro sono ugualmente considerati un errore.
Non esiste una regola aurea per i nomi dei layer, né esistono tabelle codificate o norme UNI. L'elenco che proponiamo ha la
sola utilità di fornire uno spunto per poter iniziare, e può essere valido per un disegno architettonico generico.
nome layer spessore stampa significato
Arredi 0.25 Sì Elementi di arredo
Muratura 0.5 Sì Muratura sezionata
Vista 0.25 Sì Muratura in vista, non sezionata
Quote 0.18 Sì Dimensioni e specifiche qualitative
Elettrico 0.25 Sì Impianto elettrico
Termico 0.25 Sì Impianto termico o condizionamento
Infissi 0.18 Sì Infissi esterni ed interni
Pavimenti 0.18 Sì Pavimentazioni
Campiture 0.18 Sì Campiture varie
Costruzione 0.00 No Linee di costruzione
Sanitari 0.25 Sì Elementi impianto idrico-sanitario
Pilastri 0.6 Sì Struttura portante
Verde 0.25 Sì Sistemazioni a verde
Park 0.18 Sì Parcheggi
Strade 0.18 Sì Strade e marciapiedi
Lotto 0.6 Sì Confini e delimitazioni
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NomiAmbienti 0.35 Sì Denominazioni ambienti
NumPilastri 0.35 Sì Numerazione pilastri
Squadratura 0.35 Sì Impaginazione del disegno
La quantità di layer da definire dipende essenzialmente dalle finalità del disegno. In un disegno architettonico verranno distinte
maggiormente le parti che si riferiscono all'organismo architettonico, mentre, ad esempio, verranno classificati più
grossolanamente gli impianti e le strutture. Il disegno corrispondente realizzato dall'impiantista, tenderà, al contrario, a
dettagliare in termini di layer le specifiche degli impianti, a discapito della struttura muraria.
Nel caso in cui il modello 3D debba essere esportato in 3DStudio, allora esiste la possibilità di trasformare i layer in oggetti.
In fase di importazione, infatti, 3DStudio richiede un criterio di aggregazione delle entità presenti nel file dwg.
Le possibilità sono 3:
layer, colore o entità.
È abbastanza intuitivo che il sistema da preferire, per un modello architettonico, sia quello di derivare gli oggetti dai layer.
Potendo trasformare i layer in oggetti possiamo associare a ciascun layer un materiale differente in fase di rendering. In
questo modo, ad esempio, al layer "Muratura" trasformato nell'oggetto "[Muratura]" è possibile associare il materiale più
opportuno. Così per il layer "pavimento", "vetro", "legno", "ferro", etc.
Da queste considerazioni possiamo dedurre il principio secondo il quale, nel disegno tridimensionale, ad ogni layer corrisponde
un materiale differente in fase di rendering.
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In questa lezione daremo dei consigli su come quotare un disegno AutoCAD.
La quotatura di un disegno
La difficoltà della quotatura di un disegno AutoCAD non deriva tanto dai tre o quattro comandi che si utilizzano con maggior
frequenza, quanto dalla molteplicità dei parametri che consentono di impostarne l'aspetto.
Per far questo dobbiamo operare sulle impostazioni con il comando DDIM.
Gli stili di quotatura
Ogni quota che inseriamo nel disegno ha un suo stile di appartenenza.
Lo stile è un set di impostazioni che contraddistinguono l'aspetto finale di quella quota. Lo stile di default si chiama
STANDARD. È già difficile controllare perfettamente un solo stile di quota: limitiamo l'uso degli stili ad uno o massimo due
varianti per disegno, e vivremo meglio.
Lines & Arrows
Dobbiamo imparare a prendere confidenza con i termini dimension line, extension line, arrows, text position.
figura
L'impostazione che suggeriamo in questo esempio sono usuali per un disegno architettonico.
Iniziamo dalla posizione del testo. Questa impostazione determina la posizione del testo rispetto alla dimension line,
soprattutto quando il testo è tale da non poter essere scritto centralmente. Utilizziamo Best fit.
Sopprimiamo Extension lines. Possono complicare la lettura del disegno. All'occorrenza aggiungeremo manualmente le linee di
riferimento sullo stesso layer delle quote.
Tutti i colori devono essere Bylayer.
Solitamente nel disegno architettonico si impostano le arrows a tick, uitilizzando un blocco modificato denominato _archtick.
Questo blocco può essere modificato a piacimento. I blocchi _dot e _ dotsmall si usano per i leader.
Text
È preferibile usare un font True type come l'Arial, in questo modo le quote sono leggibili fino ad un'altezza di un millimetro.
Non è corretto, ed è inutile, cambiarne il colore.
La dimensione del testo varia da 0.15 a 0.25. Un buon compromesso è 0.18.
Per poter adattare al rapporto di stampa TUTTE le variabili di quotatura si usa assegnare valori opportuni ad una variabile che
cosituisce un fattore di scala globale delle quote del disegno.
Scala del disegno (dimscale):
scala disegno valore
1:1000 10
1:500 5
1:200 2
1:100 1
1:50 0.5
1:20 0.2
1:10 0.1
Un altro discorso riguarda il modo di visualizzare il valore del testo. Se il nostro disegno è realizzato in metri (1 unità disegno
= 1 metro) e vogliamo che le misure vengano espresse in centimetri, allora impostiamo la variabile dimltfac a 100 (1.50 metri
x 100 = 150). Ecco alcuni esempi.
Fattore di moltiplicazione delle quote (dimltfac):
misure espresse
valore esempio
in
metri 1 1.50 - 23.10 - 0.08
centimetri 100 150 - 2310 - 8
millimetri 1000 1500 - 23100 - 80
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- particolare20.dwg con un fattore di scala 5.0
(1:20 = 5 volte più grande di 1:100).
Le quote di tutti questi disegni verranno visualizzate alla stessa grandezza.
Stamperemo il disegno Tavola.dwg ad una scala 1:100.
ESERCIZIO N. 5
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Istruzioni per un corretto uso di blocchi e simboli.
Immaginiamo di dover realizzare una planimetria di una certa complessità. Ipotizziamo che il nostro intervento preveda la
costruzione di 3 edifici distinti. In questo caso il disegno d'insieme conterrà 4 disegni realizzati separatamente: i 3 edifici (A B
e C) e lo spazio esterno (P).
disegno d'insieme
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Ciascuno di questi quattro componenti è un disegno a sé;il file d'insieme conterrà soltanto i blocchi dei quattro disegni che lo
compongono. Ognuna delle parti viene sviluppata separatamente, viene definita con maggiore accuratezza man mano
che il progetto si affina nei contenuti.
La condizione essenziale affinché tutto funzioni correttamente è che ciascuno dei quattro disegni abbia in comune lo stesso
punto d'inserzione, vale a dire che il riferimento cartesiano d'origine sia comune a tutti i componenti (0,0,0).
Il vantaggio di questo metodo consiste nella possibilità di poter utilizzare i componenti in modo ripetitivo senza doverli
realizzare nuovamente e di poter effettuare le modifiche soltanto su un disegno.
Supponiamo che l'edificio C sia costituito da 3 piani mentre gli edifici A e B siano di un solo piano.
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Come si aggiornano i componenti
A differenza dei riferimenti esterni (Xref), l'aggiornamento dei blocchi esterni al disegno non è automatico.
Se modifico il disegno A1.dwg, apro il disegno "piano terra.dwg" che lo contiene, per poter vedere aggiornate le modifiche
devo effettuare la sostituzione del blocco.
Nel caso specifico il comando da utilizzare è INSERT. Viene selezionato il file da inserire (A1.dwg) e si risponde
affermativamente alla successiva richiesta di modifica della definizione del blocco.
Esiste un metodo analogo che prevede l'aggiornamento automatico, ed è l'uso dei riferimenti esterni XREF (eXternal
REFerence).
In questo caso la definizione del blocco non viene registrata nel disegno, ma viene aggiornata ogni volta che lo si apre.
L'unico svantaggio che deriva dall'uso di questo sistema, consiste nella moltiplicazione dei nomi di layer, stili, tipi di linea per
ciascuno dei riferimenti esterni contenuti nel disegno. Il layer muratura del disegno A1 viene denominato A1|Muratura, che è
diverso da B1|Muratura e così via. Lo stesso vale per i tipi di linea, gli stili di testo e di quota.
Questo meccanismo, se da un lato permette di controllare singolarmente (ad es.) ogni layer di ciascun XREF, rende
particolarmente noiosa qualsiasi operazione di modifica delle impostazioni in presenza di un numero elevato di riferimenti
esterni.
Per questo ed altri motivi si consiglia di utilizzare gli XREF con molta parsimonia e solo se strettamente necessario.
ESERCIZIO N. 6 - 7
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L’uso di Paper-space
Paper-space è il principale strumento di impaginazione di AutoCAD, consente di organizzare il layout finale della tavola da
stampare con una o più viste contemporaneamente e in diversi rapporti di scala.
Possiamo metaforicamente considerarlo come un ampio cartoncino a cui apportare delle bucature sotto le quali porre il nostro
disegno, praticamente un passe-partout, sui cui inserire didascalie, immagini.
Generalmente si disegna e si organizza la tavola da plottare solo nel model-space, ovvero nello spazio a cui si accede di
default quando entriamo in AutoCAD.
Introdurre nell’uso comune paper-space significa controllare meglio il layout di stampa, e annotare tutte le specifiche della
tavola su un nuovo spazio, scaricando così il disegno dalle informazioni che servono solamente alla lettura della composizione
finale.
Cerchiamo di chiarire con un esempio la distinzione operativa fra paperspace e modelspace.
Su modelspace (vedi esempio) è stato disegnata una pianta e un prospetto in scala reale (unità di misura 1=1 metro).
Se si attiva paperspace (vedi esempio), si vedranno 3 viewport: nella prima in alto a sinistra viene visualizzato uno schema
planimetrico con le linee di sezione, a destra il dettaglio "bagno- cucina", in basso la sezione-prospetto.
In ogni viewport è stato posizionato lo stesso modello in maniera diversa e con scale differenti.
In seguito, direttamente su paperspace, sono stati inseriti i vari testi e la squadratura.
- il formato di stampa
- l’area di plottaggio (layout, extents, window,…)
- l’orientamento del disegno
- la scala, etc..,
a questo punto date OK, e avrete di fronte una viewport, le cui dimensioni possono essere modificate con i grips.
Se aveste bisogno di modificare alcuni parametri su Layout Setting, cliccate con il tasto destro del mouse su layout1,
selezionate Page setup e vi ritroverete nelle finestre di dialogo precedenti.
Vi accorgerete di trovarvi su spazio carta se sulla vostra sinistra vi apparirà il triangolo delle coordinate.
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Ora potete inserire la squadratura, la legenda, le annotazioni, e le altre viewport ....
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Una delle caratteristiche principali delle viewport è di consentire al suo interno di congelare o meno alcuni layer. In questo
modo, ad esempio, possiamo visualizzare il layer degli arredi su di una viewport ed il layer delle quote su di un'altra.
Per rendere invisibile uno o più layer del disegno solo in una determinata viewport, attiviamo lo spazio modelspace cliccando
due volte nella viewport.
Apriamo la finestra di dialogo Layer Properties Manager e ci assicuriamo che il layer non sia congelato (freeze) o spento
(off).
A questo punto possiamo congelare i layer dissattivando l'icona Active VP Freeze.
Da questo momento in poi il layer verrà congelato soltanto in quella viewport.
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In questa lezione analizzeremo alcune problematiche relative alla stampa di un disegno AutoCAD 2000.
2 supponiamo di aver "riempito" i muri con una campitura grigia. Il grigio della nostra stampante non corrisponde al grigio
del plotter del nostro service di plottaggio. In questo caso modificheremo il valore del grigio di quel layer fino ad ottenere
il risultato voluto.
Lo stesso vale per differenze di stampa dei colori fra stampanti e plotter diversi.
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1:20 0.2
1:200 2
N.B. Se si utilizza lo spazio carta per la stampa, sia LTSCALE che la variabile PSLTSCALE (fattore di scala LT per il paper
space) devono essere impostati a 1.
I service di plottaggio
Le difficoltà maggiori si incontrano (e gli studenti ne sanno qualcosa) quando si stampa presso un service di plottaggio, e
comunque in tutti quei casi in cui le prove e la stampa finale vengono realizzati con un hardware differente.
A questo riguardo ci sentiamo di dare alcuni buoni consigli.
a Il delirio dei colori e degli spessori
Ogni marca e modello di plotter stampa con colori e spessori differenti. Le differenze riguardano anche il tipo di supporto
(carta, lucido ...).
È sempre bene farsi stampare preventivamente uno schema dei 256 colori e degli spessori delle penne sia su carta che su
lucido.
Appendere questo schema di fronte al vostro computer in maniera visibile.
b Siate fedeli
Stampate TUTTE le tavole di uno stesso lavoro sullo stesso plotter (marca e modello) e sullo stesso tipo di supporto.
c Campioni di colore
Nel caso in cui sia determinante il contrasto e la tonalità del colore, stampate preventivamente dei campioni significativi
del vostro disegno.
d Attenti al supporto
Nel caso in cui la stampa finale vada fatta su lucido, gli spessori devono essere almeno di un punto (0.003 inches) più
grossi rispetto alla stampa su carta.
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In questa lezione analizziamo le problematiche relative all'impaginazione ed all'uso dei testi.
ESERCITAZIONE N. 8
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In questa lezione analizziamo le problematiche relative all'impaginazione ed all'uso dei testi.
ESERCITAZIONE N. 9
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12 errori da evitare
Contrariamente a quanto si possa pensare esistono tanti modi per realizzare un disegno con AutoCAD e fra questi alcuni sono
da evitare.
I parametri di valutazione di un buon disegno CAD sono, oltre all'aspetto grafico complessivo, la facilità di interpretazione, di
modifica e di stampa anche da parte di chi non ha partecipato alla sua stesura.
Le convenzioni adottate nei disegni tradizionali sono tali da consentire una interpretazione univoca. Nei disegni CAD ancora
non esistono convenzioni universalmente stabilite, ma è opportuno perlomeno adeguarsi ad alcuni principi generali dettati
dall'esperienza.
Andiamo quindi ad elencare quelli che possono essere considerati errori più o meno gravi e modalità inopportune.
3. Le entità a colori
In linea di principio è da evitare quanto più possibile l'uso dei colori per le singole entità. Questo vale ancor più per la versione
2000 dell'AutoCAD, che consente di associare a ciascun layer uno spessore di penna.
Il colore dell'entità deve essere "bylayer", salvo casi eccezionali. Questa corrispondenza aiuta nella leggibilità del disegno e
nella versatilità in fase di stampa.
4. I disegni in scala
Tutti i disegni devono essere realizzati alla stessa scala. Chiunque apra quel disegno anche a distanza di tempo non deve
essere costretto a fare acrobazie misuratorie per comprenderne il rapporto di scala.
Lo stesso dicasi per la convenzione fra unità disegno e misure reali.
Pena prevista: 15 anni con la condizionale.
8. Linee sovrapposte
Evitare di sovrapporre entità: aumentano inutilmente il peso in byte del disegno, possono dare problemi di spessore in fase di
stampa, per cancellarle si diventa nevrotici.
Pena prevista: 10 bacchettate.
9. Linee spezzate
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Quando si deve allungare una linea, si usa il comando extend, invece di aggiungerne una seconda. Il disegno pesa meno ed è
più facile la selezione.
Pena prevista: 20 serie di flessioni.
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