Calcolo Tensoriale + Geometria Differenziale
Calcolo Tensoriale + Geometria Differenziale
Calcolo Tensoriale + Geometria Differenziale
U U
~
φ φ
~
φ o φ −1
~
V V
1
1.2 Vettori e tensori
Data una curva sulla varietà, vale a dire una applicazione x : IR → MN ed una arbitraria
funzione f : MN → IR, si definisce il vettore tangente v alla curva x nel punto P = x(t)
mediante l’equazione
d
v(f ) = f ◦ x , derivata direzionale della funzione f (P ).
dt
Con questa definizione un vettore tangente è un funzionale lineare da MN → IR, che ad
ogni funzione f associa la sua derivata, lungo la curva, nel punto P = x(t).
Spazio tangente: lo spazio di tutti i vettori tangenti alla varietà nel punto P si dice
spazio tangente TP . Questo è uno spazio vettoriale di dimensione N .
In un sistema di coordinate locali xk , la curva è definita mediante N equazioni parametri-
che xk = xk (t), che al variare di t ∈ (a, b) ⊂ IR descrivono una curva sulla varieà, mentre
f diventa una funzione di N variabili f = f (x) = f (x1 , x2 , ..., xN ). Quindi si ottiene
d df (x(t)) dxk
v(f ) = f ◦x= = ∂k f (x) = v k ∂k f .
dt dt dt
Per ogni funzione f si ha quindi v(f ) = (v k ∂k )(f ). Le grandezze v k sono dette componenti
olonome del vettore v, vale a dire le proiezioni del vettore lungo le direzioni individuate
dalla base naturale {∂k } nello spazio tangente TP .
E’ immediato verificare che per ogni coppia di funzioni f, g e costanti reali α, β valgono
le proprietà seguenti:
Fibrato tangente: l’insieme di tutti gli spazi tangenti è detto fibrato tangente e si indica
con T .
Campo vettoriale: è un’applicazione che ad ogni punto della varietà fa corrispondere
un vettore tangente in quel punto.
Dati due campi vettoriali u, v, nella base naturale si ha
Dalla definizione segue che [u, v] = −[v, u] e, come per tutti i commutatori vale l’identita
di Jacobi1
2
Derivata di Lie2 di un vettore: è la derivata del vettore v nella direzione di u definita
dal commutatore, cioè
In coordinate locali si ha
Lu = wj ∂j , w j = u i ∂ i v j − v i ∂ i uj .
v = v k ∂k = v µ eµ .
ρ ρ ρ
[eµ , eν ] = Cµν eρ , Cµν = −Cνµ .
ρ
Le grandezze Cµν sono detti coefficienti di struttura e sono funzioni che dipendono dalla
base scelta. Nella base naurale sono nulli.
Vettori covarianti: i vettori finora introdotti, appartenenti allo spazio tangente TP sono
detti vettori controvarianti. I vettori covarianti sono gli elementi dello spazio TP∗ duale a
TP , vale a dire i funzionali lineari su TP . TP∗ è detto spazio cotangente e l’insieme degli
spazi contangenti è detto fibrato cotangente e indicato con T ∗ . I vettori covarianti sono
detti anche 1-forme differenziali.
Le basi olonome ed anolonome in TP∗ sono le basi duali a quelle in TP e dunque
σ = σk dxk = σµ θµ .
Tensori covarianti: lo spazio dei funzionali p-lineari (funzionali lineari sul prodotto
diretto TP ⊗ TP ⊗ TP ...) si indicherà con (⊗)p TP∗ ed i suoi elementi si diranno tensori
covarianti di ordine p. Lo spazio duale a (⊗)p TP∗ si indicherà con (⊗)p TP ed i suoi elementi
si diranno tensori controvarianti di ordine p. I tensori misti di ordine (p, q) sono gli
elementi di (⊗)p TP∗ ⊗ (⊗)q TP .
2
Marius Sophus Lie, Nordfjordeide (Norvegia) 1842, Kristiania (Norvegia) 1899.
3
Le componenti dei tensori si ottengono facendo le proiezioni sulla base θµ ⊗ θν ⊗ ... ⊗ eα ⊗
eβ ⊗ .... Quindi
A = Aµν... θµ ⊗ θν ⊗ ... ,
B = B αβ... eα ⊗ eβ ⊗ ... ,
µν... µ
T = Tαβ... θ ⊗ θν ⊗ ... ⊗ eα ⊗ eβ ⊗ ... (1.2)
Si ha anche
Proprietà di trasformazione: per come sono stati definiti, i tensori di ordine qualsiasi
sulla varietà sono grandezze intriseche e quindi non dipendono dalla scelta della base.
Questo significa che se si effettua un cambiamento di base nello spazio tangente mediante
la matrice b, allora le componenti del tensore T si trasformeranno di conseguenza in
maniera che il tensore stesso sia invariante. Posto
ẽµ = bνµ eν , θ̃µ = aµν θν , aρα bβρ = δβα aµρ bρν = δνµ ,
si avrà
µν... ′ ′ ′
= aµµ′ aνν ′ ... bαα bββ ... Tαµ′ βν′ ...
...
′
T̃αβ... (1.3)
Una trasformazione di coordinate locali x̃k = x̃k (x) induce un cambiamento di base nello
spazio tangente TP . Dalla base naturale iniziale ∂/∂xk si passa alla nuova base naturale
∂/∂ x̃k (e viceversa) mediante le matrici
∂ x̃i ∂xi
aij = , bij = .
∂xj ∂ x̃j
Le componenti dei tensori si trasformano nel modo noto, che è un caso particolare di
quello precedente, eq. (1.3). L’equazione (1.3) contempla anche il passaggio dalla base
olonoma a quella anolonoma o viceversa. In tal caso le matrici di trasformazione hanno
un indice olonomo ed uno anolonomo. Si ha
Le grandezze precedenti che connettono la base olonoma con quella anolonoma sono dette
N -bein (vier-bein o tetradi in 4-dimensioni).
E’ immediato verificare che
4
1.3 Forme differenziali
α ∧ β = −β ∧ α ,
α ∧ (β + γ) = α ∧ β + α ∧ γ ,
f (α ∧ β) = f α ∧ β + α ∧ f β .
1
σ= 2
σαβ θα ∧ θβ , σαβ = −σβα .
1
σ= p!
σα1 α2 ...αp θα1 ∧ θα2 ∧ ... ∧ θαp , σα1 ...αi ...αj ...αp = −σα1 ...αj ...αi ...αp
e il prodotto fra una p forma σ e una q-forma ω è una (p + q)-forma con la proprietà
σ ∧ ω = (−1)pq ω ∧ σ .
σ= 1
σ
N ! α1 α2 ...αN
θα1 ∧ θα2 ∧ ... ∧ θαN = f θ1 ∧ θ2 ∧ ... ∧ θN .
Differenziale esterno: [d : (∧)p TP∗ → (∧)p+1 TP∗ ] è una applicazione che ad ogni p-forma
associa una (p + 1)-forma con le seguenti proprietà (che lo definiscono univocamente):
5
In coordinate locali si ha
h i
1 1
ω = dσ = d σ dxi ∧ dxj ∧
p! ij...
... = ∂ σ dxk
p! k ij...
∧ dxi ∧ dxj ∧ ...
1
= ω
(p+1)! kij...
dxk ∧ dxi ∧ dxj ∧ ...
(p + 1)!
ωkij... = ∂k σij... .
p!
dθρ = − 21 Cµν
ρ
θµ ∧ θν , (1.5)
ρ
dove Cµν sono i coefficienti di struttura definiti precedentemente. Prendendo infine il
differenziale esterno dell’equazione di Maurer-Cartan si ottiene l’importante relazione
ρ ρ ρ η ρ η ρ η ρ
∂α Cβγ + ∂β Cγα + ∂γ Cαβ = Cαβ Cηγ + Cβγ Cηα + Cγα Cηβ . (1.6)
Le grandezze ∂α = ekα ∂k sono dette derivate di Pfaff4 e sono le proiezioni del differenziale
esterno della funzione sulla base anolonoma, vale a dire df = ∂k f dxk = ∂α f θα . Si osservi
che la (1.6) segue anche dall’identità di Jacobi (1.1) applicata a tre arbitrari vettori di
base.
Prodotto interno: data una p-forma σ e un campo vettoriale v, si definisce una
applicazione iv , detta prodotto interno, che alla p-forma associa la (p − 1)-forma
h i
1 1
iv σ = iv p!
σαβγ... θα ∧ θβ ∧ θγ ∧ ... = (p−1)!
v α σαβγ... θβ ∧ θγ ∧ ...
6
1.4 Connessione
E’ una struttura supplementare di cui si deve munire una varietà differenziabile allo scopo
di confrontare tra loro vettori tangenti alla varietà in punti differenti.
Connessione lineare: è un’applicazione su MN che ad ogni vettore v associa un tensore
misto ∇v detto differenziale covariante o assoluto di v. L’operatore ∇ : TP → TP ⊗ TP∗
gode delle proprietà seguenti:
∇(u + v) = ∇u + ∇v , ∇(f v) = df ⊗ v + f ∇v ,
∇v = ∇(v µ eµ ) = dv µ ⊗ eµ + v µ ⊗ ∇eµ ,
da cui si vede che è sufficiente definire l’azione dell’operatore ∇ sui vettori di base per
conoscerla su vettori arbitrari. Poiché il differenziale assoluto di un vettore è un tensore
misto di ordine 2, si deve avere
∇µ v ν = ∂µ v ν + Γνµρ v ρ , ∇i v j = ∂i v j + Γjik v k .
Di qui segue
ω̃βα = aαµ bνβ ωνµ − bγβ daαγ = aαµ bνβ ωνµ + aαγ dbγβ .
Per ricavare la legge di trasformazione dei coefficienti di connessione basta osservare che
il primo indice in basso di Γαρβ è contratto con con la 1-forma di base per dare la 1-forma
7
di connessione ω. Tale indice si comporta quindi come un “indice vettoriale”. Si ottiene
cosı̀
Parallelismo: sia dato un vettore v arbitrario, una curva sulla varietà x(t) e il vettore
tangente alla curva u. Si dice che il vettore v è trasportato per parallelismo lungo l’arco
di curva x(t), se la sua derivata covariante nella direzione u è nulla, vale a dire
∇u v = 0 .
Questa è definita in analogia con quanto si ha per le funzioni. La derivata di una funzione
f nella direzione u è il valore di df applicato al vettore u. In coordinate locali
df (u) = uk ∂k f .
∇u v = (∇v)(u) = [uµ ∇µ v ν ] eν .
∇eρ v ≡ ∇ρ v = ∇ρ v ν eν
e infine
∇eρ eµ ≡ ∇ρ eµ = Γνρµ eν .
d2 xk i
k dx dx
j
∇ u u i = ui ∇ i uk = + Γij =0.
ds2 ds ds
8
associa un tensore covariante del secondo ordine ∇∗ w, introducendo una 1-forma di con-
nessione ω ∗ . Data la connessione si può definire la derivata covariante di w nella direzione
individuata da u (vettore controvariante) esattamente come si è fatto sopra per il vettore
controvariante. Si richiede quindi che per ogni scelta dei vettori controvarianti u, v e del
vettore covariante w, per il prodotto scalare v ⊗ w si abbia
∇u (v ⊗ w) = ∇u v ⊗ w + v ⊗ ∇∗u w .
∇µ wν = ∂µ wν − Γρµν wρ .
∇u (A + B) = ∇u A + ∇u B , ∇u (A ⊗ C) = ∇u A ⊗ C + A ⊗ ∇u C) ,
dove A, B, C sono tensori arbitrari (A e B ovviamente dello stesso ordine). Queste pro-
prietà definiscono ∇u T in maniera univoca e, data l’arbitrarietà di u, anche il differenziale
assoluto ∇T per un generico tensore T . In coordinate locali si ha
αβ··· αβ···
∇ρ Tµν··· = ∂ρ Tµν··· + Γαρη Tµν···
ηβ···
+ ... − Γηρµ Tην···
ηβ···
+ ...
1 µ
Θµ = dθµ + ωρµ ∧ θρ = S θα ∧ θβ ,
2 αβ
µ
Ωµν = dωνµ + ωρµ ∧ ωνρ = 12 Rναβ θα ∧ θβ , (1.10)
dove θρ sono le 1-forme di base e ωνµ la 2-forma di connessione. Segue direttamente dalla
µ µ
definizione che la torsione Sαβ e la curvatura Rναβ sono antisimmetrici nella coppia di
indici αβ. Inoltre, usando le equazioni di Maurer-Cartan (1.5) si ricava
µ
Sαβ = Γµαβ − Γµβα − Cαβ
µ
,
Rναβ = ∂α Γβν − ∂β Γαν + Γµαρ Γρβν − Γµβρ Γραν − Γµρν Cαβ
µ µ µ ρ
.
9
Nella base naturale i coefficienti di struttura sono nulli e si ottengono cosı̀ le epressioni
già note.
Identità algebriche e differenziali di curvatura e torsione. Prendendo il differen-
ziale esterno della forma di torsione si ottiene
L’equazione precedente, scritta in una base locale (conviene usare la base naturale) e
tenendo conto delle simmetrie porta direttamente all’identità
n o n o
l l
Rijk = ∇i Sjk − Sijm Skm
l
, (1.11)
(ijk) (ijk)
l
che ovviamente vale in qualunque base (con la notazione {Tijk }(ijk) si intende la somma
ciclica delle componenti del tensore T sugli indici in parentesi). Prendendo invece il
differenziale della forma di curvatura
Sulle varietà riemanniane esiste ed è unica una connessione canonica detta connessione
riemanniana. Essa è determinata dalla richiesta che la torsione e il differenziale assolu-
to del tensore metrico siano nulli (quest’ultima condizione assicura che il trasporto per
parallelismo nello spazio tangente conservi il prodotto scalare). Dalle condizioni
Con il solito metodo, (si faccia attenzione al fatto che nella base anolonoma Γµαβ non è
simmetrico in αβ) è possibile ricavare la forma dei coefficienti della connessione in funzione
della metrica. Si ricava
Γµαβ = 1
2
ρ
g µν [∂α gβν + ∂β gαν − ∂ν gαβ ] + 21 g µν [gαρ Cβν ρ
+ gβρ Cαν ρ
− gνρ Cαβ ].
10
I coefficienti di connessione assumono la forma nota nella base naturale dove i coefficienti di
struttura sono nulli. Essi assumono una forma semplificata anche in una base anolonoma
“ortonormale”. I vettori della base anolonoma si possono scegliere ortonormali fra loro.
In tal caso le componenti anolonome della metrica sono costanti e coincidono con δµν , in
valore assoluto (in uno spazio lorentziano una o più componenti sono uguali a -1). Quindi
1
Γkij = 2
g kl [∂i gjl + ∂j gil − ∂l gij ] , base naturale , (1.13)
Γµαβ = 1
2
µν ρ ρ
g [gαρ Cβν + gβρ Cαν − gνρ Cαβ ] , ρ
base olonoma “ortonormale”.(1.14)
(1.15)
Si osservi inoltre che in una base in cui la metrica è costante valgono le identità
d2 xk i
k dx dx
j
+ Γij =0,
ds2 ds ds
dove (dϑ, dϕ) e (θ̂1 , θ̂2 ) sono rispettivamente la base naturale e la base anolonoma nello
spazio cotangente. Si ha
(
θ̂1 = dϑ , 1 0
{hρk } = .
θ̂2 = sin ϑ dϕ , 0 sin ϑ
11
Per ricavare esplicitamente la forma di connessione imponiamo anche che la torsione sia
nulla, vale a dire
La prima equazione è soddisfatta da una 1-forma del tipo ω̂12 = f θ̂2 con f arbitraria. Per
soddisfare anche la seconda si deve scegliere f = − cot ϑ. Dunque
Anche per la 2-forma di curvatura la sola componente indipendente è Ω̂12 = −Ω̂21 e questa
si ricava dalla seconda equazione di struttura. Si ottiene
Ω̂12 = dω̂21 + ω̂21 ∧ ω̂12 = −d[cos ϑ dϕ] = sin ϑ dϑ ∧ dϕ = θ̂1 ∧ θ̂2 = R212
1
θ1 ∧ θ2 .
Di qui segue banalmente (la metrica anolonoma è δµν ) R1212 = 1, R11 = R22 = 1, R12 = 0
e R = 2.
2 Applicazioni
Ricaviamo alcune soluzioni esatte delle equazioni di Einstein usando il linguaggio della
geometria differenziale.
2.1 Schwartzschild
dove θ̂a (a, b, c, . . . = 2, 3) sono le 1-forme di base della sfera S 2 , già introdotte nell’esempio
1.6. Quindi
dσ 2 = δab θ̂a ⊗ θ̂b , dθ̂a = −ω̂ba ∧ θ̂b , Ω̂ab = dω̂ba + ω̂ca ∧ ω̂bc .
12
dove l’apice e il punto sono la derivata rispetto a r e a t rispettivamente. Da queste
equazioni segue
α′ 0 β̇ 1 α′ β̇
ω10 = ω01 = θ + θ = dt + dr ,
αβ αβ β α
ωa0 a
= ω0 = 0 ,
1 1
ωa1 = −ω1a = − θa = − θ̂a ,
rβ β
ωba b
= −ωa = ω̂ba
(2.1)
e differenziando ulteriormente
" ! !#
1 d α′ d β̇
dω10 = dω01
= − + θ0 ∧ θ1 ,
αβ dr β dt α
dωa0 a
= dω0 = 0 ,
β̇ β′ 1 1 a
dωa1 = −dω1a = θ 0
∧ θ a
+ θ ∧ θa + ω̂ ∧ θb ,
rαβ 2 rβ 3 rβ b
dωba = −dωab = dω̂ba .
1 µ
iµ Ωµν = iµ R θα ∧ θβ = Rνβ θβ .
2 ναβ
Le equazioni di Einstein nel vuoto hanno perciò la forma iµ Ωµν = 0. Eseguendo i calcoli
si ricava
" ! !#
1 d α′ 2α′ d β̇ 2β̇ 1
iµ Ωµ0 = 0= + − θ0 + θ ,
αβ dr β rβ dt α rαβ 2
" ! !#
2β̇ 0 1 d α′ 2αβ ′ d β̇
iµ Ωµ1 = 0= 2
θ + − + 2
+ θ1 ,
rαβ αβ dr β rβ dt α
" !#
α′ β′ 1 1
iµ Ωµb = 0= − 2
+ 3
+ 2 1− 2 θb . (2.2)
rαβ rβ r β
13
Tutte le componenti delle forme precedenti devono essere nulle e si ricava quindi un sistema
di 5 equazioni differenziali (non tutte indipendenti). Dalle prime due equazioni sopra si
ha
β̇ =
0′ , α′ β′ d
d α 2α′
dr
+ =0, =⇒ =− =⇒ log(αβ) = 0 . (2.3)
β′ rβ
α β dr
2αβ ′
d α
− =0,
dr β rβ 2
Si ha quindi che αβ = f (t) è una funzione della sola variabile t. Con una opportuna scelta
della coordinata temporale si può porre αβ = 1 (basta effettuare una trasformazione di
coordinate t → g(t) con ġ(t) = f −1 (g(t)). In tal modo αβ → 1. Questa trasformazione
ovviamente non cambia la parte spaziale e la metrica rimane nella sua forma standard.
Sostituendo questo risultato nella terza delle equazioni sopra si ha finalmente
2αα′ 1 d rS
− 2 (1 − α2 ) = 0 =⇒ (rα2 ) = 1 =⇒ α2 = 1 − ,
r r dr r
dove −rS è una costante di integrazione che deve essere determinata dalle condizioni al
contorno.
Una particella di prova si muove lungo una geodetica xk (λ) dello spazio-tempo, definita
dall’equazione
duk dxk
∇ u uk = + Γkij ui uj = 0 uk = ,
dλ dλ
con α = α(r) e β = β(r). Per maggiore generalità non imporremo che siano soddisfatte
le equazioni di Einstein. – si veda più avanti l’approssimazione post-newtoniana).
Nella base anolonoma ponendo la quadrivelocità è wµ = hµk uk e
dwµ
iw ∇w = iw (dw + µ
ωβµ β
w ) ⊗ eµ = 0 =⇒ = −wα iw ωαµ .
dλ
h00 =α, ′
α 0
ω10 = ω01 = αβ θ ,
h11 =β, 1 a 1
ωa = −ω1 = − rβ θa ,
h22 =r,
h33 = r sin ϑ , ω32 = −ω23 = − cotr ϑ θ3 ,
14
per cui
dw0 ′
α
w0 = α u0 ,
dλ
= − αβ w0 w1 ,
dw1 α′ 1
(w0 )2 + rβ [(w2 )2 + (w3 )2 ] ,
w1 = β u1 , = − αβ
dλ
w2 = r u2 ,
dw2
dλ
1
= − rβ w1 w2 + cotr ϑ (w3 )2 ,
w3 = r sin ϑ u3
dw3
1
= − rβ w1 w3 − cotr ϑ w2 w3 .
dλ
Data la simmetria assiale del sistema (nelle coordinate scelte), ci si aspetta che il moto
avvenga in un piano, come succede nella teoria newtoniana. Poniamo quindi ϑ = π/2 e
quindi u2 = dϑ/dλ = 0, w2 = 0. In tal modo si ottiene il sistema semplificato
d log w0 α′
w1 ,
dλ
= − αβ d log αu0
= −u1 d log = − d log
α α
(
,
dw1 1
= −α′ αβ (w0 )2 + 3 2
(w ) , =⇒ dλ
3
d log(ru ) 1
dλ dλ
dλ
d log w3 1
rβ
= − ur = d log r
.
= − rβ w1 . dλ dλ
dλ
d log α2 u0 0
( (
dλ
=0, u0 = dx = costante
α2
,
d log(r 2 u3 ) =⇒ 2 3
dλ
2 dϕ
dλ
=0, r u = r dλ = costante = J .
2.3 FLRW
θ0 = dt , θa = θ̂a , a = 1, 2, 3 ,
dove θ̂a è una base di 1-forme sull’ipersfera 3-dimensionale. Non è necessario sceglierla
esplicitamente in quanto la curvatura dell’ipersfera è già nota. Si ha
ȧ 0
dθ0 = 0 , dθa = θ ∧ θa − ω̂na ∧ θ̂b
a
15
e usando le equazioni di struttura (1.10)
ȧ a
ω0a = ωa0 = θ = ȧ θ̂a , ωba = −ωab = ω̂ba ,
a
2
ȧ
Ωa0 = Ω0a = ä θ0 ∧ θa , Ωab = −Ωba = Ω̂ab + θa ∧ θb .
a
3ä 0
iµ Ωµ0 = − θ = Rµ0 θµ ,
a
2
ä b ȧ
iµ Ωµa = θ +2 θb + ia Ω̂ab
a a
" 2 #
ä ȧ 2k b
= +2 + 2 θ = Rµb θµ ,
a a a
da cui
2
3ä ä ȧ 2k
R00 =− , R11 = R22 = R33 = +2 +
a a a a2
Per ricavare l’equazione (??) dalla legge di conservazione usando il linguaggio della geo-
metria differenziale prima si osserva che ek0 = δk0 e
ȧ a ȧ a
ω0a = ωa0 = θ = θµ Γaµ0 =⇒ Γab0 = Γ0ba = δ .
a a b
16
Allora
17