Veglia Immacolata 2020
Veglia Immacolata 2020
Veglia Immacolata 2020
La vita e la fede del popolo credente rivelano che il privilegio dell’Immacolata Concezione
fatto a Maria non è una grazia solo personale, ma per tutti, una grazia fatta all’intero
Popolo di Dio.
In Maria, la Chiesa può già contemplare ciò che essa è chiamata a divenire.
In lei ogni credente può fin d’ora vedere il compimento perfetto della sua personale
vocazione.
….. dall’alto della Croce, ci è rivelato dalla bocca stessa di Gesù che Sua Madre è nostra
Madre. In quanto figli e figlie di Maria, possiamo trarre profitto di tutte le grazie che sono
state fatte a lei, e la dignità incomparabile che le procura il privilegio dell’Immacolata
Concezione ricade su di noi, suoi figli.
CANTO
Il tempo è compiuto , si è fatto pieno. Anche Dio ha la sua clessidra, il suo cronometro.
Egli misura dei tempi, li stabilisce. Il tempo venendo si fa pieno, e dunque gravido: una
singolare «gravidanza», una stupefacente germinazione interiore. E quella promessa che
si compie è la risposta al grido del profeta : “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”
Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto
la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a
figli.
CANTO
Nel mistero di Maria si rivela in pienezza il mistero della salvezza come dialogo tra Dio
e l'umanità, dove la grazia precede e dove la libertà umana, acconsentendo liberamente,
collabora attivamente alla piena realizzazione del dono di Dio.
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di
grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso
avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà
per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse
all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo
scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà
sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga
di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
(portiamo il Vangelo)
Era probabilmente notte inoltrata, e Maria se ne stava sola nella sua camera:
pregava, il suo cuore rivolto verso il suo Dio.
All’ improvviso una grande luce in quella piccola stanza. All’ improvviso un angelo.
Un lieto annuncio: Rallegrati, o Maria, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte
le donne.
A quelle parole c’è silenzio. Paura. Smarrimento.
Si crede indegna Maria. Così piccola. Troppo grande quel saluto! Troppo grande la
promessa! Quasi impossibile! Ma non per Dio.
Attende! E quel silenzio diviene generante e accogliente.
PREGHIERA
CANTO
MARIA DONNA DEL SERVIZIO
Incontrare veramente una persona ci “obbliga” ad uscire dalla nostra casa, dai nostri
schemi che sono a volte rigidi e spessi come le pareti di un fortino. Per incontrare devo
uscire e salire, superando le montagne di pregiudizi che io o altri mettiamo in mezzo.
A volte la montagna da salire è quella del perdono e della comprensione .
Se accettiamo di metterci in cammino verso l’altro non possiamo non accettare la fatica
che può esser anche imprevista.
(portiamo un grembiule)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed
esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A
che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto
è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che
ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Entrando in casa, Maria saluta Elisabetta: una donna gravida di fronte a un’altra
donna gravida, entrambe in questa condizione in virtù della grazia e della potenza di
Dio che ha reso fecondo il loro grembo, uno vergine, l’altro sterile; entrambe
portatrici di un figlio voluto da Dio.
Due donne e due promesse. E non appena il saluto di Maria raggiunge Elisabetta, il
bambino nel suo grembo si mette a danzare, esulta, scalcia di gioia, come solo le
madri sanno riconoscere.
Elisabetta riempita di Spirito santo profetico, è resa capace di interpretare la danza
del suo bambino nel grembo e così esclama: “Tu, Maria, sei benedetta tra tutte le
donne, sei beata perché hai creduto alla parola del Signore, sei la madre del mio
Signore .
Maria, proprio in quanto madre del Signore, è la benedetta tra tutte, è colei che tutte
le generazioni acclameranno “beata”
PREGHIERA
Santa Maria,
serva della Parola, serva a tal punto che, oltre ad ascoltarla e custodirla, l’hai accolta
incarnata nel Cristo, aiutaci a mettere Gesù al centro della nostra vita.
Fa’ che ne sperimentiamo le suggestioni segrete.
Dacci una mano perché sappiamo essergli fedeli fino in fondo.
Donaci la beatitudine di quei servi che egli, tornando nel cuore della notte, troverà ancora
svegli, e che, dopo essersi cinte le vesti, lui stesso farà mettere a tavola e passerà a
servire.
Rendici capaci di obbedienze gaudiose.
E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio
missionario dell’ annuncio, fino agli estremi confini della terra.
MARIA DONNA DEL SILENZIO
Il cuore della persona non è solo quel muscolo che conduce la nostra vita. In
esso sono custodite le cose più intime della persona.
“E’ il luogo delle decisioni.
L’atteggiamento di Maria ci fa capire come è importante custodire e meditare
ciò che ha valore, che è importante per la propria vita, qualcosa da proteggere,
penetrandone il senso per capire il significato, per farne memoria nella propria
giornata, nella propria vita.
Maria ci insegna che bisogna imparare a portare sotto gli occhi di Dio gli
avvenimenti che ogni giorno siamo chiamati a fare, siano esse gioie o dolori, misteri
che non riusciamo a spiegarci o verità rivelate.
Ella custodiva ogni cosa nel proprio cuore, nel silenzio e nella preghiera,
guardandoli con lo sguardo di Dio, con la luce dello Spirito, nella fede, per
trasformare ciò che si custodisce, in un modo concreto di vita, un
comportamento mosso e plasmato da quel tesoro custodito nel cuore.”
PREGHIERA
Santa Maria,
donna del silenzio,
riportaci alle sorgenti della pace.
Liberaci dall'assedio delle parole.
Da quelle nostre, prima di tutto.
Ma anche da quelle degli altri.
Figli del rumore,
noi pensiamo di mascherare l'insicurezza
che ci tormenta
affidandoci al vaniloquio del nostro interminabile dire:
facci comprendere che,
solo quando avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare.
Riportaci, ti preghiamo,
al trasognato stupore del primo presepe,
e ridestaci nel cuore la nostalgia di quella "tacita notte".
CANTO
MARIA DONNA DEL DOLORE
Dovremmo riflettere a lungo sulla sofferenza della Vergine Maria, dal momento che non ha
sofferto soltanto durante la sua esistenza terrena, bensì soffre ancora, continua a soffrire.
Oggi, adesso, si addolora per le colpe dell’umanità, ha compassione delle mie debolezze,
delle mie fragilità, delle mie paure. E’ un mistero profondissimo questo perché, in qualche
modo, ci permette di intuire la sofferenza di Dio per il male che noi compiamo.
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li
benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in
Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te
una spada trafiggerà l’anima”.
Abbiamo tutti una Madre che sa compatire le nostre infermità, essendo stata
provata, lei stessa, in ogni cosa, a somiglianza nostra, eccetto il peccato. Ora che è
glorificata in cielo accanto al Figlio, Maria può stendere a noi la sua mano materna e
condurre anche noi dietro di sé, dicendo, ben più a ragione dell’Apostolo: “Fatevi
miei imitatori, come io lo sono di Cristo”
PREGHIERA
Ave Maria,
Donna del dolore,
Madre dei viventi!
Vergine sposa presso la Croce, Eva novella,
sii nostra guida sulle strade del mondo,
insegnaci a vivere e a diffondere l’amore di Cristo,
a portare con umiltà la nostra croce
e stare con te presso la croce di Cristo
presso i deboli, i sofferenti, gli emarginati, i poveri
ed a conoscere nel loro volto il volto di Cristo.
MARIA MADRE DELLA CHIESA
Nell’origine, nella missione e nel destino della Santa Madre Chiesa non possiamo trovare
modello ed esempio migliore di Maria. Anche ora in Cielo, la Madre di Dio aspetta la
venuta dell’intera Chiesa per unirsi a lei nella comunione dei santi e nella gloria della
Santissima Trinità. Per noi ancora qui nel nostro pellegrinaggio terreno, Maria è per noi un
segno della speranza certa e del conforto del Paradiso.
Maria stava;
è la cosa più difficile per una madre. Stare è il contrario di fuggire, di sottrarsi, ma
anche di intromettersi.
Ma questo figlio è solo per le strade della sua terra. E lo accusano di essere dalla
parte del demonio; hanno le pietre in mano. E lui è solo, sempre più solo:
E lei, la madre, non si alza a difenderlo, non dice: Lui ha ragione, Lui è il figlio
dell’Altissimo, non si butta a difenderlo,non si intromette. Ha fiducia in Lui . Ha
fiducia in Dio. Stava.
E il fallimento si delinea sempre di più come via della croce. Forse lei sperava in
quelli che lui aveva beneficato, sperava nei suoi amici: prenderanno le sue parti, lo
difenderanno. E invece scappano, lo abbandonano. Sono più interessati a salvarsi
la pelle.
E lei sta sotto la Croce. E’ il momento in cui non può più fare niente per Lui. E’
assolutamente impotente, inutile. Per una madre essere inutile mentre il figlio soffre
è la più grande delle prove. Eppure non dice: ”Non c’è niente da fare”. Non se ne va.
Sta.
E in quella prova, la più grande.. si sente regalare un figlio : “Donna, ecco tuo
figlio!”. Questo Figlio è così “spogliato” di tutto che regala persino sua Madre.
E lei sta con questo figlio. Di nuovo, non fugge, non si rinchiude nel suo
innominabile dolore, nel fatto che ha diritto di piangere perché le è stato rubato il
Figlio Annunciato.
E infine sta con i nuovi figli, nella Pentecoste. Non rinfaccia nulla, non li rimprovera
perché sono fuggiti, non l’hanno difeso, non l’hanno capito. C’è posto anche per
loro nella sua maternità. Anzi, è a questa chiesa nascente che lei regala il mistero
dell’Annunciazione.
…e così Maria ci insegna che il compito primario della maternità è lo stare.
Non intromettersi, proclamare le proprie priorità;
e neppure sottrarsi, allontanarsi.
Ogni figlio ha bisogno di una madre che sta ,non fugge, non critica, non lo difende a
modo suo.
Una madre che sta è un capolavoro.
Come Maria.
E noi …non siamo più soli!
CANTO