Alberi Monumentali Libro Parte 2
Alberi Monumentali Libro Parte 2
Alberi Monumentali Libro Parte 2
122
Toscana
La quercia di Villa Carrara a Capannori
La roverella che vegeta nei pressi di San Martino in
Colle, nel parco di Villa Carrara, si caratterizza e si
distingue dalle numerose querce presenti in Tosca-
na, oltre che per l’età stimata in 600 anni, sopratutto
per la conformazione del primo palco di rami, i quali,
bassi, lunghi e tortuosi si sviluppano ad andamen-
to sub-orizzontale, conferendo all’intera chioma
Numero scheda un’estensione notevole. Tale particolare struttura ha
01/B648/LU/09 evocato nel passato numerose leggende, e tra queste
Specie quella più suggestiva è legata al popolo delle streghe.
Quercus pubescens Willd. Si riteneva che queste usassero radunarsi per le loro
Provincia - Comune - Località feste notturne sui rami della pianta e che, per effetto
Lucca – Capannori del peso eccessivo e delle varie diavolerie che usavano
Gragnano, Villa Carrara fare, questi si appiattissero e si contorcessero.
Coordinate in gradi sessagesimali La quercia delle Streghe è nota anche come la
43°52’05,02” Lat. 10°38’54,04’’Long. “Quercia di Pinocchio”, in quanto si dice che Collodi
Altitudine abbia tratto spunto dall’albero per descrivere l’im-
110 m piccagione del burattino. L’importanza antropologi-
Area protetta/vincolata ca della quercia non si esaurisce con le credenze po-
No polari: è documentato che durante la seconda guer-
Proprietà ra mondiale un comando tedesco si sia insediato nei
Privata pressi della vicina villa e che abbia utilizzato l’albero
Circonferenza tronco a 1,30 m per nascondere i propri “panzer” in modo da non farli
400 cm individuare dai raid aerei degli alleati.
Altezza dendrometrica Negli anni ‘60 l’albero è stato colpito da un ful-
15 m mine che ha causato importanti danni, mentre negli
Criteri di monumentalità ultimi anni il forte calpestio dei visitatori ha determi-
a) età e/o dimensioni nato una evidente sofferenza a livello radicale.
b) forma e portamento
124
Toscana
I cipressi di Triboli a San Quirico d’Orcia
Celebrato dai pittori della Scuola Senese come esempio
di buon governo del territorio e di armonica interazione
tra uomo e natura, il paesaggio della Val d’Orcia, pro-
clamato nel 2004 Patrimonio mondiale dell’Umanità
dall’UNESCO, è sicuramente tra i più noti al mondo.
Molte le immagini che lo ritraggono nelle diverse
stagioni e nelle sue molteplici forme: accidentati e ava-
Numero scheda ri i calanchi, le crete e le biancane; morbide, invece, le
01/I135/SI/09 colline tufacee, dove la macchia mediterranea, i vigne-
Specie ti, gli uliveti e i campi si interrompono e si intersecano
Cupressus sempervirens L. l’uno con l’altro, scoprendo borghi e architetture di no-
Provincia - Comune - Località tevole bellezza.
Siena – San Quirico d’Orcia Un elemento fondamentale del paesaggio di questa
Triboli - SS Cassia km 189 parte di Toscana è il cipresso, che troviamo sia in for-
Podere Casaltina
ma isolata o in gruppo, a coronare le alture, sia in file
Coordinate in gradi sessagesimali
ordinate, a seguire l’andamento delle strade e i profili
43°03’45,55” Lat. 11°33’31,95’’Long.
ondulati dei colli. Il gruppo di cipressi di Triboli, vera e
Altitudine
propria icona del paesaggio toscano, vegeta isolato su
261 m
un’altura facente parte di un gruppo collinare posto tra
Area protetta/vincolata la Val d’Orcia e la valle dell’Ombrone.
No Esso è composto da 136 elementi di variabili e non
Proprietà elevate dimensioni, anche per la presenza di circa 60
Privata esemplari di minore età messi a dimora tempo fa in so-
Circonferenza tronco a 1,30 m stituzione. Pur presentando sintomi da attacco di Se-
64 cm (med) – 110 cm (max) ridum cardinale e di Cynara cupressi, il leggiadro ma si-
Altezza dendrometrica gnificativo gruppo mostra nel suo complesso un buon
12 m (med) – 15 (max) vigore vegetativo.
Criteri di monumentalità
f) pregio paesaggistico
126
Umbria
La roverella di Villa San Donino a Città di Castello
Situata a 5 km da Città di Castello, al confine con la To-
scana, si trova Villa San Donino, edificio costruito nei
primi dell’800 dal vescovo di Acquapendente, Mon-
signor Florido Pierleoni, su terreno di proprietà della
nobile famiglia. Restaurata dopo decenni di abbandono
dalla famiglia Giorgi che l’ha acquisita nel 1968 e che
ne è l’attuale proprietaria, oggi è una struttura recet-
Numero scheda tiva di lusso, punto di riferimento per soste in città o
08/C745/PG/10 per visitare i tanti bei borghi medievali vicini. Il luogo
Specie è legato alla permanenza di San Donino, santo guari-
Quercus pubescens Willd. tore e patrono di Città di Castello, il quale dopo anni di
Provincia - Comune - Località battaglie per salvare la propria città dai nemici, scelse
Perugia – Città di Castello di praticare l’eremitaggio, prima a Rubbiano, e poi qui,
Villa San Donino, Vocabolo Pecorella dove morì nel 610. La cappella dedicata al santo ne con-
Coordinate in gradi sessagesimali serva le reliquie.
43°25’21,15” Lat. 12°16’27,26” Long. Il parco che circonda la villa, molto ben curato, è ca-
Altitudine ratterizzato dalla presenza di un’imponente roverella
420 m che vegeta al confine della strada. Il suo fusto, dirit-
Area protetta/vincolata to, porta grosse branche a formare una chioma che si è
No sviluppata ampiamente per mancanza di concorrenza
Proprietà ma con un sensibile sbilanciamento per effetto di pota-
Privata ture e schianti. Evidenti sono i monconi cariati e i rami
Circonferenza tronco a 1,30 m secchi soprattutto nelle parti più basse mentre a livel-
400 cm lo del fusto sono osservabili protuberanze ed essuda-
Altezza dendrometrica ti. Per la sua vicinanza alla strada, l’albero necessita di
22 m costanti verifiche di stabilità soprattutto nei confronti
Criteri di monumentalità delle branche.
a) età e/o dimensioni
128
Umbria
Il leccio della Romita di Cesi a Terni
Tra la Valle Umbra e la Val Tiberina si erige un con-
vento francescano dell’Ordine dei Minori, la Romi-
ta di Cesi, costruito nel luogo della piccola cappella
benedettina che ospitò San Francesco. Nei boschi
di leccio che ricoprono il Monte Torre Maggiore, il
santo camminava e dal contatto con la natura tra-
eva ispirazione per l’Exhortatio ad laudem dei. Nar-
Numero scheda ra la leggenda, che le prime creature ad accoglierlo
27/L117/TR/10 quando nel 1213 salì sull’eremo per la prima volta
Specie furono proprio gli alberi scuri e tenebrosi di leccio,
Quercus ilex L. che al suo passaggio si inchinarono.
Provincia - Comune - Località Il bosco che circonda il convento è parte di una
Terni – Terni più estesa foresta meso-xerofila a dominanza di
Romita di Cesi leccio: essa costituisce l’habitat 9340 “foreste di
Coordinate in gradi sessagesimali Quercus ilex e Quercus rotundifolia” del SIC di Monte
42°38’22,00” Lat. 12°34’36,00” Long. Torre Maggiore, la cui superficie si estende per cir-
Altitudine ca 1.450 ettari.
781 m L’esemplare, ubicato su terreno fortemente roc-
Area protetta/vincolata cioso non lontano dal più famoso “leccio santo”,
SIC IT5220013 Monte Torre Maggiore mostra evidenti segni di deperimento. Il fusto, in-
Proprietà clinato, presenta necrosi corticali, rigonfiamenti,
Privata segni di carie e una lunga cavità longitudinale che
Circonferenza tronco a 1,30 m prende inizio da un moncone di ramo; la chioma
350 cm mostra segni di sofferenza.
Altezza dendrometrica Vero e proprio habitat per animali, deve la pro-
16 m pria monumentalità anche al valore ecologico che
Criteri di monumentalità esprime.
c) valore ecologico Bellezza, senso del sacro, natura: la Romita di
g) valore storico, culturale, religioso Cesi e i suoi lecci sono un tesoro nascosto che vale
la pena conoscere.
130
Umbria
Il platano occidentale di Villa Centurini a Terni
Lungo la strada della Valnerina, non lontano dal cen-
tro di Terni e dalle Acciaierie, sorge Villa Centurini.
Realizzata nel 1904 da Alessandro Centurini, l’indu-
striale genovese che nel 1886 aveva impiantato a Terni
l’omonimo jutificio, essa rappresenta un tipico esem-
pio di “villa industriale”, come in molti luoghi italiani
possiamo ancora trovare. Posta proprio all’interno di
Numero scheda un sito produttivo, essa testimonia, con la contigui-
11/L117/TR/10 tà di fabbrica delle abitazioni operaie e della casa pa-
Specie dronale che l’ha contraddistinta, quel rapporto diretto
Platanus occidentalis L. che tra fine ‘800 e inizio ‘900 legava i proprietari alle
Provincia - Comune - Località loro aziende. Adibita ad abitazione del direttore sino
Terni – Terni alla chiusura dello stabilimento nel 1970, la villa oggi
Villa Centurini viene utilizzata come struttura ricettiva.
Coordinate in gradi sessagesimali Nel parco che circonda la villa, oltre all’ampia pi-
42°33’42,00” Lat. 12°39’33,00” Long. neta a pino domestico e pino d’Aleppo posta nel re-
Altitudine tro, troviamo magnolie, pioppi, tigli, palme e proprio
140 m di fronte all’entrata dell’edificio, un bell’esemplare di
Area protetta/vincolata platano occidentale. L’albero, in piacevole comple-
Art. 10 D. Lgs. n. 42/2004. mentarietà con il manufatto architettonico, presenta
Proprietà un fusto diritto e una chioma che, posta a 6 m d’altez-
Privata za da terra, si è potuta strutturare in modo bilanciato
Circonferenza tronco a 1,30 m e simmetrico.
342 cm Tra i difetti si osservano radici affioranti, alcune
Altezza dendrometrica delle quali necrotizzate, forte azzampatura del colletto,
25 m rigonfiamenti al fusto, un leggero sollevamento della
Criteri di monumentalità ceppaia. All’esemplare è stato attribuito il carattere di
f) pregio paesaggistico monumentalità soprattutto per l’impatto estetico che
produce sul contesto.
132
Marche
La roverella di Acquasanta a San Marcello
Se si percorre la strada provinciale che da Jesi porta a
Belvedere Ostrense, vale la pena fermarsi ad Acqua-
santa di San Marcello: a circa un chilometro dal gruppo
di case che costituiscono la piccola frazione vegeta un
bell’esemplare di roverella, il cui nome locale è da sem-
pre “Cerquabella”.
Risparmiata dal taglio che ha interessato altri alberi
Numero scheda a lei vicini nonostante la sua presenza sottraesse ai se-
01/G157/AN/11 minativi una superficie di almeno 600 mq, essa ha ve-
Specie getato in forma isolata e libera di espandersi per molto
Quercus pubescens Willd. tempo, assumendo a tutt’oggi un portamento omoge-
Provincia - Comune - Località neo, armonioso e maestoso. La chioma, mai potata in
Ancona – San Marcello modo intensivo, è stata grande produttrice di ghiande,
Acquasanta utilizzate per alimentare il bestiame. Si dice che duran-
Coordinate in gradi sessagesimali te la seconda guerra mondiale, pur non essendo coin-
43°32’57,10” Lat. 13°10’27,88” Long. volta da operazione belliche, essa fosse segnalata come
Altitudine punto di riferimento mentre sotto le sue fronde è testi-
100 m moniato che siano passati prima i tedeschi in ritirata,
Area protetta/vincolta poi gli alleati all’inseguimento.
Art. 142 D. Lgs. n. 42/2004 L’esemplare è stato colpito nel novembre 1998 da
Proprietà una forte nevicata, che ha provocato la rottura di tre
Privata rami di grandi dimensioni, dei quali si osservano a
Circonferenza tronco a 1,30 m tutt’oggi i monconi. La presenza di una cavità basale,
513 cm nella quale parrebbe avrebbe ricavato la tana un tasso,
Altezza dendrometrica e lo sviluppo di un carpoforo poco al di sopra del collet-
17 m to, sono sintomi da tenere in osservazione ai fini della
Criteri di monumentalità conservazione dell’esemplare.
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
134
Marche
Il faggio di Forca Canapine ad Arquata del Tronto
Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, accanto alle pi-
ste della località sciistica di Forca Canapine, radica, in
forma isolata, un bell’esemplare di faggio. E’ tra i po-
chi alberi scampati alle attività di esteso disboscamen-
to che hanno interessato nel passato molte montagne
dell’Appennino e che erano finalizzate a far spazio
all’allevamento di grandi greggi e mandrie.
Numero scheda Esposto per molto tempo alle bufere di vento e neve
02/A437/AP/11 dell’inverno, il faggio di Forca Canapine ha offerto la
Specie sua ombra al bestiame al pascolo e fornito alla popola-
Fagus sylvatica L. zione locale il suo legname, soprattutto per scaldare e
Provincia - Comune - Località cuocere.
Ascoli Piceno - Arquata del Tronto Esempio di forte tenacia e di vigore, il nostro fag-
Colle Le Cese gio, ormai bicentenario, si caratterizza, oltre che per la
Coordinate in gradi sessagesimali grandezza del suo fusto, per il portamento armonioso
42°45’37,37” Lat. 13°12’43,49” Long. e la chioma ben modellata, espansa e rotondeggiante,
Altitudine anche se mutilata per perdita di una branca principale.
1495 m Abbiamo accolto il faggio di Forca Canapine in que-
Area protetta/vincolata sto libro soprattutto per il suo legame con i luoghi assai
Parco Nazionale Monti Sibillini vicini, distrutti dalla sequenza sismica del 2016.
SIC IT5210052 Piani di Castelluccio di Norcia Si intende in questo modo non solo commemorare i
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004
molti montanari della zona che hanno perso la vita nel
Proprietà
drammatico evento, ma anche testimoniare la tenacia
Privata
e lo spirito che accomunano gli abitanti di questi monti
Circonferenza tronco a 1,30 m
con i maestosi faggi isolati da meriggio.
510 cm
Altezza dendrometrica
14,5 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
136
Marche
La roverella del Teatro romano di Falerone
All’interno del Parco archeologico di Falerio Picenus,
non lontano dal paese di Falerone e sulla sinistra
del fiume Tenna, si trova a radicare una quercia
caducifoglia dalle notevoli dimensioni e dal bel-
lissimo portamento, la cui età si aggira intorno ai
300 anni. Si tratta di una roverella, specie che nelle
Marche spesso troviamo in forma isolata, nelle vi-
Numero scheda cinanze degli abitati agricoli, lungo le strade e tra
02/D477/FM/11 i campi, a caratterizzare il meraviglioso paesaggio
Specie collinare e a testimoniare l’amore delle popolazio-
Quercus pubescens Willd. ni rurali per i grandi alberi.
Provincia - Comune - Località Il “Cerquò” (accrescitivo del dialettale “cer-
Fermo – Falerone qua”), vegeta accanto al teatro romano, manufatto
Piane di Falerone, Teatro romano magnificamente conservato che occupa, insieme
Coordinate in gradi sessagesimali all’anfiteatro, la parte nord-est del parco; si tratta
43°06’08,56” Lat. 13°29’59,37” Long. di una porzione scampata all’edificazione massic-
Altitudine cia iniziata a partire dagli anni ’60 e che ha inte-
200 m ressato la gran parte dell’antica colonia romana.
Area protetta/vincolata Libero di espandersi, ma in posizione protetta
Art. 10 D. Lgs. n. 42/2004 dai venti, oltre a presentare valori dimensionali di
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004 rilievo, tra cui uno sviluppo diametrale della chio-
Proprietà ma di 32 m, l’albero si caratterizza per unacrescita
Privata simpodiale perfetta. Le condizioni fitosanitarie, a
Circonferenza tronco a 1,30 m parte qualche seccume dei rami di ordine inferiore,
510 cm sono complessivamente buone.
Altezza dendrometrica Il Cerquò di Falerone gode nelle Marche della
35 m stessa fama delle roverelle di Passo del Treja e di
Criteri di monumentalità Monsampietro Morico.
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
138
Marche
La roverella di San Marco Vecchio a Treia
Sempre presente nella produzione editoriale di settore,
la roverella del passo di Treia non può certo mancare
in questo volume, sia perché è da considerarsi la più
imponente della regione sia perché essa rappresenta
formidabilmente la componente arborea che mag-
giormente caratterizza il paesaggio delle Marche, pa-
esaggio intimamente legato alla vita della popolazio-
Numero scheda ne locale e che la cosiddetta “legge salva querce” ha
01/L366/MC/11 voluto tutelare nei suoi elementi identificativi. Per la
Specie sua maestosità e l’alto valore paesaggistico, l’albero è
Quercus pubescens Willd. stato dichiarato con D.M. 26 ottobre 2002 bene di no-
Provincia - Comune - Località tevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs.
Macerata - Treia n. 490/1999.
San Marco Vecchio Utilizzata in passato per la produzione di ghiande,
Coordinate in gradi sessagesimali essa ombreggia la corte di una casa colonica in con-
43°17’21,47”Lat. 13°20’17,14”Long. trada San Marco Vecchio, luogo, questo, ormai inten-
Altitudine samente edificato.
138 m Colpito nel 2010 da un fulmine, che ha causato lo
Area protetta/vincolata schianto di una branca e la riduzione della chioma di
D.M. del 26 ottobre 2002 ai sensi dell’art. 2 almeno del 25%, l’esemplare presenta uno sbilan-
D. Lgs. n. 490/1999
ciamento dell’apparato epigeo assai evidente. Nono-
Proprietà
stante la manifestata vitalità, molti sono i segnali di
Privata
senescenza: la lunga cicatrice sul fusto, i molti fori
Circonferenza tronco a 1,30 m
da cerambice e altri insetti xilofagi, la cavità con ca-
646 cm
rie all’interno del tronco, sono elementi di danno che
Altezza dendrometrica
purtroppo fanno presagire per il patriarca una fine
30 m
non troppo lontana nel tempo.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
f) pregio paesaggistico
140
Marche
Il tasso di Fonte Avellana a Serra Sant’Abbondio
Anche se la tradizione vuole che sia stato piantato cir-
ca 1000 anni fa dagli eremiti benedettini camaldole-
si, l’età attribuita a questo esemplare di tasso, che è
da considerarsi l’albero più vecchio della regione, è di
circa 600 anni.
Inserito nell’orto botanico dell’Eremo di Fonte
Avellana, edificato da San Romualdo nel 970 ai piedi
Numero scheda del Monte Catria, esso vegeta al margine di un folto
01/I654/PU/11 bosco di aceri, frassini e cerri, in un avvallamento dal
Specie suolo fertile ed elevata umidità atmosferica. La zona,
Taxus baccata L. luogo di riproduzione dell’avifauna, è attualmente
Provincia - Comune - località inclusa nella Rete Natura 2000 e costituisce anche
Pesaro Urbino - Serra Sant’Abbondio “area floristica protetta” ai sensi della L.R. n. 52/1974.
Eremo di Fonte Avellana, Orto botanico Simbolo della perfetta convivenza tra monaci e
Coordinate in gradi sessagesimali bosco, con la sua chioma scura e misteriosa che si
43°28’13,93”Lat. 12°43’36,82”Long. differenzia dalle vicine latifoglie, con le quali però è
Altitudine in stretta concorrenza, il grande fusto rastremato, i
660 m grossi rami che tendono verso la luce, questo esem-
Area protetta plare è considerato tra i più grandi tassi d’Italia.
SIC IT5310019 Monti Catria e Acuto L’eccezionale nevicata del febbraio 2012, che ha
ZPS IT5310031 Monte Catria, Monte Acuto, procurato danni ingentissimi al patrimonio arboreo
Monte della Strega
L.R. n. 52/1974 marchigiano, ha determinato purtroppo il cedimen-
Proprietà to di alcuni suoi rami. Tra gli interventi da ponderare
Privata per il prossimo futuro, quello di stabilire il migliore
Circonferenza tronco a 1,30 m rapporto di convivenza con gli altri individui arborei
520 cm a contatto assume, ai fini della sua conservazione e
Altezza dendrometrica valorizzazione, un’importanza notevole.
22 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
142
Lazio
La fitolacca del Campidoglio a Roma
Specie originaria del Brasile e dell’Argentina, dove è
chiamata rispettivamente “ombra” e “bela sombra”,
la fitolacca (detta anche cremesina arborea) è un al-
bero sempreverde e dall’accrescimento veloce. Aman-
te del clima mite, in Italia si trova in forma coltivata
e subspontanea specialmente nel centro-sud. Caratte-
ristiche sono le sue radici, nodose e affioranti e le fo-
Numero scheda glie acuminate e lucide, come anche particolare è il suo
02/H501/RM/12 tronco, generalmente tozzo e dal legno spugnoso. Oltre
Specie ad essere tossica e quindi poco appetibile per i parassi-
Phytolacca dioica L. ti animali, la pianta mostra una notevole resistenza al
Provincia - Comune - Località fuoco, essendo i suoi tessuti particolarmente ricchi di
Roma - Roma acqua.
Salita del Campidoglio Il termine generico deriva dal greco ‘phytón’ = pian-
Coordinate in gradi sessagesimali ta e dalla radice araba ‘lakk’ = lacca, in riferimento al
41°53’37,67” Lat. 12°28’57,12” Long. succo rosso dei frutti. Il termine specifico, invece, si
Altitudine riferisce al fatto che i fiori maschili e femminili sono
38 m portati da piante diverse.
Area protetta/vincolata La fitolacca è entrata a far parte del paesaggio ro-
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004 mano nel 1911 quando alcuni italiani immigrati in Ar-
Proprietà gentina vollero portare in omaggio alla capitale alcuni
Pubblica esemplari della specie. Uno di questi fu messo a dimo-
Circonferenza tronco a 1,30 m ra, in occasione dei cinquanta anni dell’Unità d’Italia,
330, 110, 700, 100, 100 cm proprio sul colle capitolino, a fianco della scalinata che
Altezza dendrometrica conduce alla Piazza del Campidoglio e ai piedi dell’Ara
20 m Coeli. Colpita fortemente dalla gelata del 1985, la fito-
Criteri di monumentalità lacca ha subitamente recuperato la sua vegetazione, ri-
a) età e/o dimensioni formando, dai suoi molteplici fusti, la folta ed espansa
b) forma e portamento chioma, tanto amata dai romani.
d) rarità botanica
f) pregio paesaggistico
144
Lazio
Il tiglio di Piazza dei Preti a Settefrati
Da più di cento anni il grande tiglio presidia il paese di
Settefrati, un piccolo comune della provincia di Frosi-
none che si trova a ridosso del Parco Nazionale d’A-
bruzzo, Lazio e Molise, nel punto d’incontro dei tre
confini regionali.
Nel punto più alto del borgo, al termine di una sca-
linata, la sua chioma, larga sui due lati 8 e 16 metri, ri-
Numero scheda empie totalmente lo spazio compreso tra la torre me-
01/I697/FR/12 dievale, la chiesa di Santo Stefano e le abitazioni circo-
Specie stanti, dominando la piazza quasi in competizione con
Tilia cordata Mill. l’antico torrione, recentemente restaurato.
Provincia - Comune - Località Nel 2009 un violentissimo vento si è abbattuto sul
Frosinone - Settefrati paese e sull’ intera Valle di Comino provocando la rot-
Piazza dei Preti tura di una branca esposta a nord-ovest: l’ingente dan-
Coordinate in gradi sessagesimali no ha purtroppo alterato la forma della chioma.
41°40’13,10” Lat. 13°51’00,49” Long. Da anni la pianta secolare, simbolo del paese, pre-
Altitudine sentava evidenze di malessere che potevano far presa-
796 m gire quanto avvenuto, ma lo sconforto causato alla co-
Area protetta/vincolata munità, che ha assistito attonita alla caduta dei grossi
No rami, è stato ugualmente dolorosissimo.
Proprietà Presenza amata, il vecchio tiglio ferito è ancora al
Pubblica suo posto e continua a vegliare su Settefrati, proteg-
Circonferenza tronco a 1,30 m gendo dall’afa estiva gli abitanti del paese che usano
420 cm sedersi sotto la sua chioma ristoratrice e godere della
Altezza dendrometrica pace e della spettacolare vista del paesaggio naturale
18,5 m circostante.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
f) pregio paesaggistico
g) valore storico, culturale, religioso
146
Lazio
Il leccio-sughera di San Vito a Monte San Biagio
L’esemplare di leccio-sughera, scelto per rappresentare
i molti ibridi di quercia presenti in Italia, vegeta all’in-
terno della sughereta di San Vito, posta nell’omonima
valle ai piedi delle ultimi propaggini dei Monti Ausoni. Il
popolamento, uno dei più estesi dell’Italia peninsulare,
ricopre circa 300 ettari e si presenta come un bosco ad
alto fusto in cui, tra gli esemplari più giovani, ancora
Numero scheda oggi sottoposti a decortica, si ergono maestosi alberi
01/F616/LT/12 centenari.Nelle aree dove la luce riesce a filtrare fra le
Specie chiome di queste querce sempreverdi, si sviluppa un
Quercus × morisii Borzí ricco e eterogeneo sottobosco, costituito da specie tipi-
Provincia - Comune - Località che degli ambienti mediterranei, quali lentisco, fillirea,
Latina - Monte San Biagio mirto, biancospino e erica arborea. Grazie all’alternarsi
San Vito di aree ombrose e di radure assolate e alla elevata bio-
Coordinate in gradi sessagesimali diversità, la sughereta ospita una ricca comunità di ani-
41°22’14,88’’ Lat. 13°19’28,56’’ Long. mali. Sulle pendici delle montagne che fanno da cornice
Altitudine alla Valle di San Vito, la sughereta viene gradualmente
62 m sostituita dal bosco di leccio e, nelle aree più asciutte e
Area protetta/vincolata assolate, dalla macchia.
Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Il bosco è attraversato da numerosi sentieri facil-
Lago di Fondi mente percorribili: uno di questi termina proprio in
SIC IT6040005 Sugherete di San Vito e
Valle Marina corrispondenza del nostro esemplare, assurto per le
ZPS IT6040043 Monti Ausoni e Aurunci sue notevoli dimensioni e rarità di specie, a simbolo
Proprietà della sughereta di San Vito. L’albero, dal bel portamen-
Pubblica to e la cui caratteristica è quella di avere le foglie tipiche
Circonferenza tronco a 1,30 m del leccio e la corteccia propria della sughera, vegeta
427 cm discretamente ma evidenzia un apparato radicale in al-
Altezza dendrometrica cune porzioni scoperto, da salvaguardare con opportu-
26 m ne misure di protezione.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
d) rarità botanica
f) pregio paesaggistico
Percorrendo la SS 7 Appia in direzione
Napoli, svoltare all’altezza di Monte
San Biagio in direzione Sughereta di
San Vito; tenersi sulla propria sinistra
e prendere la strada vicinale Dupante,
per poi percorrerla per 1,5 km.
148
Lazio
Il cerro di Sant’Angelo ad Amatrice
Alle falde dei Monti della Laga, la catena appenninica
che, assieme al Gran Sasso, costituisce uno dei più sel-
vaggi territori naturali d’Italia, poco a valle del paese
di Amatrice, vegeta un imponente esemplare di cerro.
L’albero, assai noto e amato dalla comunità amatricia-
na, è ciò che rimane dell’abitato di Sant’Angelo in cui,
da circa 500 anni, radica. Muto testimone del sisma che
Numero scheda ha distrutto oltre che il cimitero anche la Chiesa della
01/A258/RI/12 Madonna di Galloro ad esso vicini, il vecchio patriarca
Specie arboreo sembra non aver subìto danni. La sua altez-
Quercus cerris L. za è modesta ma fra i grandi cerri italiani è quello che
Provincia - Comune - Località presenta le maggiori dimensioni in circonferenza del
Rieti - Amatrice tronco, anche perchè il suo più diretto rivale, il cerro
Sant’Angelo - Cimitero di Montelibretti, è morto alcuni anni fa. Nonostante la
Coordinate in gradi sessagesimali veneranda età e uno stato sanitario non buono per pre-
42°39’03,33’’ Lat. 13°18’30,80” Long. senza di marciume, negli ultimi decenni l’albero è stato
Altitudine caratterizzato da un sensibile accrescimento annuale:
1037 m dal censimento del Corpo forestale dello Stato (1982) ad
Area protetta/vincolata oggi la circonferenza del tronco risulta essere superiore
Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della di oltre 40 cm.
Laga Tra gli interventi che si reputano necessari al fine di
ZPS IT7110128 Parco Nazionale Gran Sasso
– Monti della Laga una sua quanto più lunga conservazione, l’integrale ri-
Proprietà mozione della copertura in asfalto intorno alla pianta,
Privata un’adeguata protezione dal pascolo e la potatura del-
Circonferenza tronco a 1,30 m le branche secche, sono i più urgenti. L’albero, per il
707 cm significato identitario che riveste, è annoverato tra “i
Altezza dendrometrica luoghi del cuore del FAI”.
23 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
f) pregio paesaggistico
g) valore storico, culturale, religioso
150
Lazio
Il roccolo del Parco Cozza Nardelli ad Acquapendente
Situata sul tracciato dell’antica via Francigena, al con-
fine tra Umbria e Toscana, Acquapendente è cittadina
assai ricca di storia e tradizioni religiose, e, sin dai tem-
pi antichi, luogo di passaggio per i pellegrini. Famosa
e ancora viva la festa della Madonna del Fiore che ivi
si celebra alla metà di maggio. Il territorio che circon-
da le sue mura è percorso da una serie di viali alberati,
Numero scheda realizzati durante il XIX secolo per il ‘passeggio’: il via-
03/A040/VT/12 le della Madonnina lungo l’asse della Cassia con i suoi
Specie centenari platani, quello che conduce al cimitero e infi-
Quercus cerris L. ne un’alberata di cipressi che porta alla tenuta nobiliare
Provincia - Comune - Località del Conte Alessandro Cozza, oggi di proprietà comunale
Viterbo - Acquapendente e ormai inserita in contesto urbano.
Madonnina All’interno di quella che è sempre stata chiamata
Coordinate in gradi sessagesimali “la piantata”, possiamo ancora ammirare uno dei rari
42°44’21,50” Lat. 11°52’36,95” Long. esempi di roccolo rimasti in Italia, per quanto relativa-
Altitudine mente recente. Si tratta di una struttura circolare com-
428 m posta da alberi e siepi, realizzata nel 1875 per l’uccella-
Area protetta/vincolata gione dell’avifauna migratoria a mezzo di reti. A diffe-
No renza dei roccoli ad abete, faggio e carpino realizzati nel
Proprietà bergamasco e nella provincia di Trento, il roccolo della
Privata piantata è composto, internamente, da viburni e lec-
Circonferenza tronco a 1,30 m ci disposti a cerchio e, perimetralmente, da un colon-
240 cm (med) - 280 cm (max) nato di sette grandi cerri. L’architettura vegetale, lar-
Altezza dendrometrica ga 23 metri, presenta centralmente una siepe di bosso,
20 m (med) - 25 m (max) un tempo “posatoio”, e un “casello” da dove venivano
Criteri di monumentalità tese le reti e da cui si arava. Oggi i cerri mostrano ampie
e) architettura vegetale chiome ad ombrello e rappresentano un insieme di no-
f) pregio paesaggistico tevole effetto paesaggistico.
g) valore storico, culturale, religioso
152
Abruzzo
Il faggio di Monte Rotondo a Barrea
Il grande faggio di Monte Rotondo è conosciuto con il
nome di “matusalemme” al pari di quello attribuito
all’albero forse più antico della terra, un esemplare di
Pinus longaeva, datato circa 4850 anni, che vive nelle
White Mountains della California.
Ben più giovane del suo omonimo americano, ma
senz’altro fiero della sua età stimata in 1000 anni, esso
Numero scheda vegeta all’interno del perimetro del Parco Naziona-
01/A678/AQ/13 le d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è tra i primi patriarchi
Specie ad essere stati censiti negli ormai lontani anni ‘70. Si
Fagus sylvatica L. raggiunge attraverso un sentiero che sale dal paese di
Provincia - Comune - Località Barrea fino ai grandi “massi erratici” e devia, in dire-
L’Aquila - Barrea zione nord-ovest, fino al limite della faggeta del Monte
Monte Rotondo Rotondo.
Coordinate in gradi sessagesimali Il suo portamento, differente da quello colonnare
41°46’19,50” Lat. 14°00’30,02” Long. dei faggi ad alto fusto che popolano tutto l’Appennino
Altitudine e che nelle “difese” d’Abruzzo generalmente supera-
1475 m no i 3 metri di diametro e i 30 metri di altezza, è assai
Area protetta/vincolata irregolare ed è proprio questa irregolarità a conferire il
No carattere fiabesco che gli si riconosce. Dalla tormentata
Proprietà ceppaia, larga 8 m di circonferenza, grossi polloni ri-
Pubblica torti e rigonfi alla base a causa di grosse iperplasie, si
Circonferenza tronco a 1,30 m dipartono e si sviluppano verso l’alto, conservando un
410 cm andamento sinuoso fino in cima. La chioma aperta è
Altezza dendrometrica abbastanza espansa e tutto sommato in buone condi-
10 m zioni di vegetazione. Il governo a ceduo della pianta fa
Criteri di monumentalità ritenere che essa sin dalla nascita sia stata utilizzata dal
a) età e/o dimensioni bestiame in pascolo per alimentazione.
L’albero, per la sua longevità e particolarità morfo-
logica, è diventato l’emblema degli alberi di Abruzzo.
154
Abruzzo
Il cipresso di Sant’Antonio della Pace a Lanciano
Esemplare dalle dimensioni e dal portamento non co-
muni, il cipresso monumentale è ubicato all’interno
della proprietà del convento fondato nel 1427 da San
Giovanni da Capestrano, il quale giunse a Lanciano per
dirimere le controversie del paese con la città di Ortona.
Il Santo, che era un giurista, emise un documento de-
finito il “lodo di San Giovanni” con il quale istituiva il
Numero scheda convento di San Antonio della Pace in Lanciano e quel-
01/E435/CH/13 lo di Santa Maria delle Grazie in Ortona (quest’ultimo
Specie andato distrutto). Racconti non documentati, riferi-
Cupressus sempervirens L. scono che in occasione della fondazione del convento
Provincia - Comune - Località di Lanciano, furono piantati tre esemplari di cipresso.
Chieti - Lanciano Attualmente, all’interno dell’area adibita ad orto, oltre
Convento di Sant’ Antonio della Pace all’esemplare censito è presente a pochi metri un altro
Coordinate in gradi sessagesimali della stessa specie ma di dimensioni minori.
42°13’38,00’’ Lat. 14°24’03,46’’ Long. L’albero si sviluppa per un’altezza di quasi 30 m. Il
Altitudine fusto presenta un colletto allargato con contrafforti
260 m di reazione significativi anche se lievemente lesionati,
Area protetta/vincolata delle costolature e una ferita longitudinale accentua-
No ta che lo percorre per gran parte. Sono presenti cavità
Proprietà esposte e caratteristiche “ferite da guerra”, vale a dire
Privata fori scuri provocati dalle scheggie delle bombe nella se-
Circonferenza tronco a 1,30 m conda guerra mondiale, ferite che la pianta non ancora
431 cm cicatrizza. La chioma, ridotta al terzo superiore, è filata,
Altezza dendrometrica significativamente asimmetrica e non presenta un ci-
29 m male.
Criteri di monumentalità Il cipresso di Sant’Antonio della Pace rappresenta
a) età e/o dimensioni l’esemplare di Cupressus sempervirens con le maggiori
b) forma e portamento dimensioni in Abruzzo .
g) valore storico, culturale, religioso
156
Abruzzo
La roverella di Bauglione a Civitaquana
La solitaria roverella di Bauglione radica in un terreno
agricolo pianeggiante, ai margini di una strada tratto-
rabile alla quale si giunge dalla SS n. 602 che dal paese
di Catignano porta a quello di Civitaquana. Essa risulta
essere tra le più spettacolari roverelle della provincia di
Pescara grazie alle cure del defunto proprietario, Don
Rocco, da cui prende il nome. E’ lui, infatti, che, pur di
Numero scheda preservarla e di godere della sua grande ombra, ha ri-
01/C771/PE/13 nunciato a parte della sua produzione viticola e non l’ha
Specie mai potata se non per motivi fitosanitari.
Quercus pubescens Willd. La chioma, posta in condizioni di espandersi libera-
Provincia - Comune - Località mente, si presenta oggi non molto densa, emisferica,
Pescara - Civitaquana depressa all’apice, già strutturata a “globi di fronda”,
Bauglione come accade per le piante vetuste che raccolgono le fo-
Coordinate in gradi sessagesimali glie all’estremità dei giovani rametti.
42°20’41,03’’ Lat. 13°55’21,46’’ Long. Osservabili sono alcune forme di iperplasia all’attac-
Altitudine catura dei rami primari che testimoniano gli effetti di
415 m antiche potature completamente cicatrizzate. L’impo-
Area protetta/vincolata nente e tozzo fusto, alto circa un metro e mezzo e qua-
No si interamente ricoperto dal fogliame, è caratterizzato
Proprietà da una corteccia rugosa, grigio–bruna, profondamente
Privata fessurata da solchi longitudinali e trasversali che for-
Circonferenza tronco a 1,30 m mano placche più alte che larghe, molto dure.
455 cm L’ampiezza della chioma consente di annoverare
Altezza dendrometrica tale roverella tra quelle a maggiore area di copertura del
15 m suolo, in Abruzzo per fortuna ancora presenti.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
158
Abruzzo
L’acero di Lama Bianca a Isola del Gran Sasso
All’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei
Monti della Laga, territorio di estremo interesse natu-
ralistico, vegeta, a 1.450 m di quota, un acero montano
le cui dimensioni hanno consentito alla popolazione
locale di appellarlo con il nome di “Acerone”. Esso ra-
dica ai piedi del Vado di Corno, proprio nel ghiaione
di Lama Bianca che si forma tra il Monte Aquila e il
Numero scheda Monte Brancastello, e si raggiunge per mezzo di un
01/E343/TE/13 sentiero che da Casale San Nicola sale nel bosco co-
Specie steggiando il ghiaione stesso.
Acer pseudoplatanus L. Circondato dal novellame di molti altri aceri mon-
Provincia - Comune - Località tani e da piccoli alberi di altre specie mesofile, quali
Teramo - Isola del Gran Sasso il sorbo degli uccellatori, il maggiociondolo, il carpi-
Lama Bianca no nero, il sambuco, l’albero, che radica su terreno in
Coordinate in gradi sessagesimali pendenza, si distingue dalla compagine arborea per la
42°27’38,03’’ Lat. 13°36’38,00’’ Long. notevole altezza e maestosità.
Altitudine Il suo fusto cilindrico e dritto, alto circa 4 metri, si
1450 m mostra completamente cavo per tutta l’altezza. Da
Area protetta/vincolata esso dipartono pochi, grossi rami principali, ascen-
Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della denti, che formano una chioma densa e globosa. I bo-
Laga scaioli locali raccontano che la cavità del fusto veniva
SIC IT7110202 Gran Sasso
ZPS IT7110128 Parco Nazionale Gran Sasso utilizzata come luogo di rifugio e che all’interno della
– Monti della Laga stessa si accendeva spesso il fuoco.
Proprietà Sia per i valori dell’altezza che per le dimensioni del
Pubblica fusto, questo esemplare rappresenta uno dei più gran-
Circonferenza tronco a 1,30 m di aceri d’Abruzzo.
645 cm
Altezza dendrometrica
36 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
c) valore ecologico
160
Molise
La sequoia gigante dell’Istituto Pagano di Campobasso
Fiore all’occhiello della città di Campobasso e vanto del
Convitto Nazionale “Mario Pagano” presso il quale è
ubicato, l’esemplare di sequoia gigante domina il cen-
tro cittadino, stagliandosi proprio alla confluenza di
Corso Mazzini e Via Vittorio Emanuele.
Le prime notizie dell’albero si trovano in un annua-
rio del Convitto, laddove si menziona che nel 1900, a
Numero scheda coronamento dell’opera di edificazione dell’istituto, il
01/B519/CB/14 piazzale esterno fu trasformato in un magnifico giar-
Specie dino alberato che, cinto da artistica cancellata, col suo
Sequoiadendron giganteum bel verde, non solo avrebbe messo in rilievo la severa
(Lindl.) J. Buchholz linea architettonica dell’edificio, ma avrebbe costituito
Provincia - Comune - Località motivo di ornamento per la città.
Campobasso – Campobasso L’esemplare, ben adattatosi al clima continentale
Istituto Mario Pagano
del capoluogo molisano, si caratterizza per il porta-
Coordinate in gradi sessagesimali
mento equilibrato, il fusto diritto, la chioma innalzata
41°33’36,34’ Lat. 14°39’41,80’’ Long.
e compatta, un’importante altezza di 30 metri e uno
Altitudine
sviluppo diametrale del tronco di ben 2 metri. A parte
734 m
qualche seccume localizzato e alcuni essudati, si può
Area protetta/vincolata
affermare che le condizioni fitosanitarie dell’esempla-
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004
re sono abbastanza buone.
Proprietà A fare compagnia all’imponente sequoia di questo
Privata storico luogo di istruzione vi sono altri due pregia-
Circonferenza tronco a 1,30 m ti alberi: il Ginkgo biloba dalle foglie dorate e il cedro
650 cm del Libano, anche essi considerati monumentali della
Altezza dendrometrica L. n. 10/2013.
30 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
162
Molise
Il cerro di Campo Lungo a Carovilli
Il territorio di Carovilli si trova nel Sannio ed è ca-
ratterizzato da una grande ricchezza di boschi, ac-
que, tratturi ed emergenze archeologiche. Grazie
alla presenza di ben 7 siti di importanza comuni-
taria, esso rientra, come area buffer, nel perimetro
della Riserva MAB Collemeluccio-Montedimezzo
Alto Molise, riconosciuta dall’UNESCO.
Numero scheda In questi luoghi molte sono le grandi querce, il
01/B810/IS/14 cui nome dialettale “r’ cier” rimanda alla specie
Specie del cerro. Tra queste ve n’è una, la più conosciuta,
Quercus cerris L. che potrebbe raccontare le storie di molti uomini
Provincia - Comune - Località e animali passati nelle sue vicinanze. Come anche
Isernia - Carovilli dimostrato da alcuni segni, sotto la sua chioma si
Campo Lungo fermavano le greggi al pascolo mentre i pastori si
Coordinate in gradi sessagesimali riposavano nelle taverne, vecchie dimore rurali,
41°43’49,30” Lat. 14°16’07,03” Long. oggi abbandonate.
Altitudine Visti dalla strada provinciale, il fusto e la chioma
900 m sembrano più esigui di quanto siano in realtà; solo
Area protetta/vincolata avvicinandosi e facendo un giro attorno all’albero
Riserva MAB Collemeluccio - Montedimezzo ci si accorge della sua imponenza ma anche della
- Alto Molise sua forza e vitalità. L’esemplare si distingue per il
Proprietà buon stato di salute, per l’aspetto armonico e sim-
Privata metrico della sua chioma e per lo slancio con cui si
Circonferenza tronco a 1,30 m protende verso il cielo. L’albero, che cresce in for-
512 cm ma isolata, riveste anche un’importanza ecologica
Altezza dendrometrica per la presenza di una cavità al castello, nella quale
24,5 m sono ospitate alcune specie animali.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
c) valore ecologico
164
Molise
L’acero montano della Metuccia a Pizzone
Questo maestoso esemplare di acero montano vege-
ta all’interno di una faggeta microterma d’alta quota
sulle pendici del Monte La Metuccia, caratterizzata da
scarsità floristica e suolo sottile con rocciosità affio-
rante.
Siamo a circa 1650 m di altitudine e oltre alle tem-
perature molto basse, costituisce fattore limitante
Numero scheda alla potenziale crescita degli alberi anche il vento che,
02/G727/IS/14 nel caso specifico del nostro esemplare, ha determi-
Specie nato un leggero avvitamento del fusto nel punto di
Acer pseudoplatanus L. inserzione della chioma.
Provincia - Comune - Località L’albero, appartenente ad una specie particolar-
Isernia - Pizzone mente appetita per l’ottima qualità del suo legno,
La Metuccia utilizzato per interni di pregio, mobili, oggetti inta-
Coordinate in gradi sessagesimali gliati, è stato fortunatamente risparmiato dai tagli di
41°41'03,41" Lat. 13°58'19,13" Long. utilizzazione del passato, raggiungendo così un’età
Altitudine ragguardevole.
1640 m Per ammirare questo esemplare si deve partire
Area protetta/vincolata dalla località “Valle Fiorita” e avventurarsi nel bosco,
Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise non essendoci purtroppo dei sentieri che conducono
SIC IT 7212121 Gruppo della Meta-Catena fino a esso. Nel periodo invernale, quando tutti i faggi
delle Mainarde
dal fusto sciabolato sono ormai spogli, è facile rico-
Proprietà
noscerlo: le grosse dimensioni del tronco, la sua incli-
Pubblica
nazione rispetto alla verticale e la corteccia inconfon-
Circonferenza tronco a 1,30 m
dibile, caratterizzata da vistose placche e perciò simi-
448 cm
le a quella del platano, lo differenziano dal contesto
Altezza dendrometrica
arboreo assai omogeneo.
25 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
c) valore ecologico
166
Molise
Il pioppo nero di Colle Tufo a Sesto Campano
Il pioppo nero si trova a radicare non lontano dall’a-
bitato di Sesto Campano, paese che, incluso nella pro-
vincia della Terra di Lavoro fino al 1861, passò dappri-
ma alla provincia di Molise e infine nel 1970 a quella di
Isernia. Grosso centro agricolo della Valle del Volturno,
già dal periodo longobardo, Sesto fu capoluogo di una
delle Contee del Ducato di Benevento. La vastità del
Numero scheda suo territorio pianeggiante, bonificato, ha consentito
01/I682/IS/14 l’affermazione di un’agricoltura competitiva (cereali,
Specie tabacco, pomodori) che può sfruttare anche il grande
Populus nigra L. contributo idrico fornito dal fiumi Volturno e San Bar-
Provincia - Comune - Località tolomeo.
Isernia - Sesto Campano Inserito in un contesto agricolo caratterizzato da
Colle Tufo suolo profondo e fertile, con falda freatica sub-af-
Coordinate in gradi sessagesimali fiorante, il nostro pioppo, che cresce isolato nel bel
41°26’23,60” Lat. 14°04’47,39” Long. mezzo di un seminativo, presenta dimensioni con-
Altitudine siderevoli: oltre al fusto, il cui diametro si aggira sui
160 m due metri, notevoli sono i valori in altezza e ampiezza
Area protetta/vincolata della chioma, che si espande con una certa regolarità.
No Esso rappresenta un elemento ecologico importante,
Proprietà costituendo l’unico rifugio per i molti uccelli che po-
Privata polano i campi. La presenza di una grande cavità nel
Circonferenza tronco a 1,30 m fusto lunga circa 180 cm permette di ospitare anche
649 cm mammiferi. Sull’apparato radicale sono presenti, in
Altezza dendrometrica modo diffuso e a densità omogenea, riscoppi di pro-
23 m babile origine antropica.
Criteri di monumentalità In questi ultimi anni molte sono le scolaresche che
a) età e/o dimensioni si recano presso l’albero semplicemente per un sem-
c) valore ecologico plice girotondo attorno alla sua ampia chioma.
f) pregio paesaggistico
170
Campania
La roverella della Badia di San Vito ad Aquilonia
La “roverella di San Vito” si erge nell’area antistante
l’omonima badia, edificio trecentesco caratterizzato da
una facciata a capanna, possenti contrafforti laterali e
un’imponente torre campanaria.
Il suo carattere di monumentalità, motivato dalla
ragguardevole età e dalle dimensioni sia del tronco che
della chioma, a cupola larga 30 metri di diametro, è da
Numero scheda ricercarsi soprattutto nel significato che per la popola-
01/A347/AV/15 zione locale, una volta dedita alla produzione del car-
Specie bone, ha rivestito nel tempo.
Quercus pubescens Will. Molte sono le storie che la riguardano, per di più
Provincia - Comune - Località collegate al santo adorato: si racconta, ad esempio, che,
Avellino - Aquilonia quando qualcuno tentava di tagliare l’albero per fare
Badia di San Vito legna, al primo colpo l’ascia rimanesse incastrata nel
Coordinate in gradi sessagesimali tronco senza possibilità di essere estratta e che i rami
40°59’35,06” Lat. 15°28’16,04” Long. piangessero lacrime di sangue. Solo quando si rinun-
Altitudine ciava al taglio la quercia restituiva l’accetta e i rami
662 m smettevano di gemere: era così che il Santo induceva la
Area protetta/vincolata popolazione al suo rispetto.
No Il valore sacrale dell’albero è riconosciuto ogni mese
Proprietà di giugno, quando la comunità di Aquilonia si racco-
Pubblica glie sotto la sua ombra per i festeggiamenti in onore del
Circonferenza tronco a 1,30 m Santo protettore.
520 cm La bellezza della sua chioma, con i rami che quasi
Altezza dendrometrica toccano il suolo, e la sua posizione di sentinella della
17 m graziosa badia rendono il luogo particolarmente sug-
Criteri di monumentalità gestivo.
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
c) valore ecologico
e) architettura vegetale
f) pregio paesaggistico
g) valore storico, culturale, religioso
172
Campania
Il tiglio di Piazza De Vito a Summonte
Adagiato in posizione amena, alle falde orientali
del Partenio, il paese di Summonte, uno dei borghi
più belli d’Italia, ha origini antichissime, attesta-
te dai ruderi millenari della fortificazione romana,
residenza dei Malerba, e dalla particolare torre ci-
lindrica risalente al 1300. Ad accogliere chi giunge
dalla strada statale n. 374 alla piazza principale del
Numero scheda paese, intitolata ad Alessio De Vito, vi è un ma-
01/L004/AV/15 estoso albero di tiglio, che per la sua longevità è
Specie considerato simbolo del paese irpino. L’albero, co-
Tilia x europaea L. nosciuto come “tiglio di Summonte”, sfiora i 240
Provincia - Comune - Località anni, è alto circa 34 metri e presenta una circonfe-
Avellino - Summonte renza del tronco di circa 6 metri.
Coordinate in gradi sessagesimali Fusto diritto, colletto armoniosamente azzam-
40°56’56,08” Lat. 14°44’42,84’’ Long. pato, chioma leggermente asimmetrica, grandi
Altitudine rami che dalla prima impalcatura si protendeno
738 m incurvandosi fino a modesta distanza da terra sono
Area protetta/vincolata
le caratteristiche morfologiche di rilievo di questo
Parco Naturale Regionale Partenio
esemplare dal portamento maestoso e dall’elevato
SIC IT8040006 Dorsale dei Monti del pregio paesaggistico, che ben si è adattato ai climi
Partenio rigidi dell’area.
Proprietà L’albero è punto di riferimento per la popolazio-
Pubblica ne locale, che ogni anno a Natale si riunisce sotto
Circonferenza tronco a 1,30 m le sue festose luci, e per molti amanti del trekking,
600 cm i quali a partire dalla sua ombra iniziano il percor-
Altezza dendrometrica so panoramico alla scoperta delle incredibili bel-
34 m lezze di questa parte di territorio irpino.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
f) pregio paesaggistico
174
Campania
Il frassino di Fonte Gabriele a San Bartolomeo in Galdo
Il grande frassino maggiore, che illustriamo in rap-
presentanza del territorio beneventano, radica in
contrada Solfatara, in un’area sorgiva nei pressi della
strada che conduce a Volturara. Il contesto più ampio
in cui è inserito l’albero è quello della valle del fiume
Fortore, territorio ad elevato valore paesaggistico-
ambientale e a scarsa presenza di insediamenti, ca-
Numero scheda ratterizzato da pianure contornate da colline minori
05/H764/BN/15 poco modellate, alcune delle quali ad elevata natura-
Specie lità. I boschi, tra i quali spiccano quelli del Montauro
Insieme omogeneo di Fraxinus excelsior L. e di Caporosso, sono formazioni miste di lecci, rove-
Provincia - Comune - Località relle, aceri, e si alternano ad ampie radure e praterie.
Benevento - San Bartolomeo in Galdo Esemplare dal buon vigore vegetativo e dalle di-
Contrada Solfatara mensioni ragguardevoli sia per quello che riguarda
Coordinate in gradi sessagesimali il suo sviluppo verticale che per la circonferenza del
41°25’41,66” Lat. 15°04’18,99” Long. fusto tricormico, il frassino conta anche su una chio-
Altitudine ma assai ampia, visibile in lontananza.
643 m Nei pressi del sito di radicazione, in questo lem-
Area protetta/vincolata bo di terra umida e fertile popolata da molte specie
No di uccelli, oltre alla fontana Gabriele, utilizzata nel
Proprietà tempo dai contadini della zona e ora trasformata in
Pubblica pozzo, vi è anche un filare di gelsi centenari, testi-
Circonferenza tronco a 1,30 m mone dell’antica coltivazione del baco da seta, un
516 cm (med) - 632 cm (max) grande alloro e piccole porzioni di muretto a secco.
Altezza dendrometrica
19 m (med) - 28 m (max)
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
c) valore ecologico
f) pregio paesaggistico
176
Campania
Il platano di San Leucio a Caserta
Amo il tuo perseverare nella vita. Amo la tua solitudine che
non si è concessa alla tristezza lasciata dallo sterminio dei
tuoi fratelli. Buon compleanno, patriarca! Buon comple-
anno, amico mio! Così si conclude la dedica scritta da
un cittadino di San Leucio, emigrato all’estero, al pla-
tano centenario che radica in Piazza della Seta.
Sito nei pressi di un antico setificio dell’industrioso
Numero scheda centro casertano, oggi riconosciuto come Patrimonio
01/B963/CE/15 dell’Umanità dall’UNESCO per il significato architet-
Specie tonico e antropologico che rappresenta, il platano ha
Platanus acerifolia (Aiton) Willd. un’età di circa 180 anni. È riconosciuto come “Il gran-
Provincia - Comune - Località de vecchio” ed è uno dei pochissimi esemplari rima-
Caserta - Caserta sti in vita tra quelli che Ferdinando II di Borbone fece
San Leucio piantare nel tenimento di San Leucio, nell’anno 1841,
Coordinate in gradi sessagesimali lungo alcune strade dell’attuale comune di Caserta.
41°05’54,38” Lat. 14°18’56,00” Long. Insieme a quello di Sala, è, infatti, l’unico super-
Altitudine stite del filare che abbelliva, fino alla grande guerra,
145 m il tratto della strada sannitica chiamato per l’appunto
Area protetta/vincolata “viale degli antichi platani”. Molti alberi furono, in-
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004 fatti, abbattuti dalle truppe tedesche in ritirata per
Proprietà rallentare l’avanzata degli inseguitori, mentre alcuni
Pubblica altri in tempi recenti sono stati eliminati a seguito di
Circonferenza tronco a 1,30 m infestazione di cancro colorato. Anche se si è rileva-
480 cm ta la presenza di Ganoderma lucidum al colletto e una
Altezza dendrometrica certa incuria nel mantenimento dell’aiuola in cui ve-
18 m geta, l’albero evidenzia discrete condizioni vegetative.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
g) valore storico,culturale e religioso
178
Puglia
La roverella della Foresta Mercadante ad Altamura
La roverella di Mercadante è il patriarca dell’omonima
foresta e rappresenta un “ricordo”, ormai cinquecen-
tenario, di quella che doveva essere la vegetazione ori-
ginaria del territorio della Murge, trasformato nel corso
dei secoli dalle attività antropiche, e in particolare dalla
pastorizia e dall’agricoltura.
Siamo in area di proprietà del demanio regionale,
Numero scheda estesa su circa 1000 ettari e occupata per la maggior
03/A225/BA/16 parte da piantagioni di pino d’Aleppo e cipresso, alle
Specie quali tuttavia si aggiungono le specie tipiche sia della
Quercus pubescens Willd. vegetazione a sclerofille che del querceto caducifoglio.
Provincia - Comune - Località La vetusta roverella vegeta in una vallecola adia-
Bari - Altamura cente ad una pista forestale e in prossimità di un altro
Mercadante esemplare della stessa specie, sicuramente centenario:
Coordinate in gradi sessagesimali entrambe le piante sono, infatti, identificate da un ap-
40°53’10,53’’Lat. 16°40’46,20’’ Long. posito cartello come “querce secolari”.
Altitudine Non solo maestoso e dalle discrete condizioni vege-
400 m tative, l’albero è anche interessante dal punto di vista
Area protetta/vincolata morfologico: il portamento deve la sua particolarità
Parco Nazionale Alta Murgia soprattutto ad una grande branca che a livello basale
SIC IT9120007 Murgia Alta si sviluppa orizzontale al terreno. L’albero è inoltre di
ZPS IT9120007 Murgia Alta
grande interesse ecologico perché proprio all’altez-
Proprietà
za del primo palco, in corrispondenza dell’inserzione
Pubblica
della branca sul tronco, possiamo osservare una grande
Circonferenza tronco a 1,30 m
cavità a forma di coppa, vera nicchia ecologica per ani-
400 cm
mali.
Altezza dendrometrica
18 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
c) valore ecologico
180
Puglia
Il carrubo di La Grave a Polignano a Mare
Il carrubo che radica a La Grave, nelle vicinanze di
Polignano a Mare, con molta probabilità, rappre-
senta il patriarca dei carrubi italiani: le dimensio-
ni e la conformazione del fusto, infatti, lasciano
intendere che l’albero ha già vissuto per diverse
centinaia di anni.
L’albero, il cui tronco si presenta ricco di co-
Numero scheda stolature, gibbosità e fessurazioni, si caratterizza
02/G787/BA/16 anche per il particolare portamento dovuto alla
Specie rottura, circa 20 anni fa, di una branca principale,
Ceratonia siliqua L. la quale, ancora adagiata al suolo continua a ve-
Provincia - Comune - Località getare.
Bari - Polignano a Mare La coltivazione del carrubo era diffusa nella
La Grave fascia costiera pugliese sino alla prima metà del
Coordinate in gradi sessagesimali ‘900: le silique erano usate sia per l’alimentazione
40°59’10,80’’Lat. 17°12’29,05’’Long. del bestiame sia per l’alimentazione umana, so-
Altitudine prattutto dalle fasce più povere della popolazio-
60 m ne. I pochi esemplari sopravvissuti all’abbandono
Area protetta/vincolata della coltivazione rappresentano oggi un tipico
No elemento del paesaggio collinare e della macchia
Proprietà mediterranea del sud-est barese.
Privata Oggi questo magnifico albero, insieme a un pic-
Circonferenza tronco a 1,30 m colo gruppo di altri carrubi ugualmente interes-
820 cm santi, è conservato con cura dal proprietario del
Altezza dendrometrica fondo in cui vegeta. Grazie al suo impegno le futu-
9,5 m re generazioni potranno ammirare questo albero
Criteri di monumentalità maestoso, si spera, per molto tempo ancora.
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
182
Puglia
Il faggio della Foresta Umbra a Monte Sant’Angelo
Con il suo aspetto imponente, il faggio de I Barac-
coni ben rappresenta le faggete vetuste del Garga-
no, recentemente riconosciute dall’UNESCO quale
Patrimonio dell’Umanità. Esso si trova a radicare nel
cuore della Foresta Umbra, nell’ambito protetto del-
la Riserva naturale biogenetica dello Stato, proprio
a testimoniare la gestione oculata dei suoi ammini-
Numero scheda stratori che nel corso del tempo anni sono riusciti a
04/F631/FG/16 preservare esemplari arborei centenari.
Specie È un albero dalle dimensioni ragguardevoli, con
Fagus sylvatica L. un portamento maestoso dovuto alla considerevole
Provincia - Comune - Località età ormai raggiunta. I contrassegni apposti sul tron-
Foggia - Monte Sant’Angelo co e il termine lapideo di confine posto ai suoi piedi
Foresta Umbra, I Baracconi testimoniano che la pianta è stata da sempre consi-
Coordinate in gradi sessagesimali derata importante riferimento per la gestione asse-
41°49’14,19’’ Lat 15°59’57,22’’Long. stamentale della foresta. Anche la vicinanza ad uno
Altitudine dei sentieri più noti di questo magnifico complesso
810 m forestale ha reso l’esemplare un indubbio riferimen-
Area protetta/vincolata to per i numerosi visitatori che ogni anno popolano i
Parco Nazionale Gargano suoi boschi.
SIC IT9110004 Foresta Umbra È un esemplare da ammirare in ogni stagione
ZPS IT9110039 Promontorio del Gargano
dell’anno: d’estate godendo della frescura offer-
Proprietà
ta dalla sua grande ombra, d’inverno perdendosi
Pubblica
nell’intricata struttura dei suoi rami, spesso coperti
Circonferenza tronco a 1,30 m
da una coltre di neve, d’autunno lasciandosi riscal-
584 cm
dare dalle molte sfumature di giallo, arancio e rosso
Altezza dendrometrica
che ci regala il suo generoso foliage. Un vero spetta-
21 m
colo della natura!
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
184
Puglia
La quercia di Macrì a Supersano
Per l’elevato numero di specie quercine presenti
nella sua stretta e lunga estensione che guarda ad
est, la Puglia è stata più volte indicata quale “la ter-
ra delle 10 querce”. Sul suo territorio, infatti, è pos-
sibile osservare una rappresentanza di tutte le quer-
ce sempreverdi e caducifoglie presenti in Italia, pure
e ibride che siano.
Numero scheda A quest’ultimo gruppo appartiene la quercia di
01/L008/LE/16 Macrì, la cui identificazione è stata per molto tem-
Specie po motivo di dibattimento tra i botanici. Più volte
Quercus virgiliana x Quercus amplifolia indicata come Quercus dalechampii, da un’ultima
Provincia - Comune - Località analisi della sezione pugliese della Società Botanica
Lecce - Supersano Italiana, essa risulterebbe, invece, essere il frutto di
Masseria Macrì un’ibridazione tra la Quercus virgiliana e la Quercus
Coordinate in gradi sessagesimali amplifolia.
40°03’14,11” Lat. 18°13’05,96” Long. La quercia di Macrì si trova a radicare in agro del
Altitudine comune di Supersano, paese il cui nome, derivante
105 m dal latino super sanum (più che sano), indicherebbe
Area protetta/vincolata la salubrità di un ambiente che fino a qualche tempo
No fa era caratterizzato dal vastissimo Bosco Belvedere,
Proprietà di cui sono rimasti solo pochi esemplari di querce.
Privata Al centro di un terreno coltivato, la sua chioma,
Circonferenza tronco a 1,30 m ampia e ricca di contorte ramificazioni, si erge tra gli
423 cm olivi: bellissima soprattutto quando si spoglia, non
Altezza dendrometrica può non ricordarci “l’albero magico” che abbiamo
19 m immaginato ascoltando le nostre favole da bambini.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
d) rarità botanica
186
Puglia
Il fragno di Signorella a Martina Franca
L’esemplare di fragno che vi presentiamo e il cui nome
locale è “U’ fragne”, si trova a radicare all’interno del-
la Riserva Statale Murge Orientali - Sezione Signorella.
Il suo rimarchevole sviluppo, raro per una specie dalla
crescita molta lenta, è legato alla vicinanza di una ri-
serva di acqua che alimenta l’abbeveratoio in pietra ai
suoi piedi. La sua conservazione è, invece, certamente
Numero scheda motivata dalla funzione che nel tempo ha svolto la sua
02/E986/TA/16 preziosa ombra nei confronti del bestiame.
Specie Il fragno è un albero che ben rappresenta la pecu-
Quercus trojana Webb. liarità della composizione forestale pugliese. E’ infatti,
Provincia - Comune - Località una specie trans-adriatica, presente in Italia soltanto
Taranto - Martina Franca nella zona delle Murge pugliesi e del materano. La sua
Riserva Naturale Murge Orientali presenza testimonia il collegamento della terraferma
Sez. Signorella
tra la Puglia e la penisola balcanica avvenuto nel pe-
Coordinate in gradi sessagesimali
riodo miocenico, quando, a seguito della regressione
40° 40’ 9.95’’ Lat 17° 10’ 48.75’’ Long
marina, si ebbe quasi la scomparsa dell’attuale mare
Altitudine
Adriatico. I suoi nomi scientifici di Quercus trojana o
457 m
Quercus macedonica derivano proprio da questo legame
Area protetta/vincolata con le regioni balcaniche.
Riserva Naturale Murge Orientali Il fragno è un albero ben riconoscibile soprattutto in
SIC IT9130005 Murgia di Sud Est
autunno, quando le foglie, pur essendo secche, persi-
Proprietà
stono sui rami e conferiscono alla chioma un particola-
Pubblica
re aspetto bruno. Il suo legno localmente è molto ricer-
Circonferenza tronco a 1,30 m
cato soprattutto per alimentare i forni dei tanti panifici
365 cm
della zona.
Altezza dendrometrica
16 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
d) rarità botanica
188
Basilicata
Il cipresso di Villa Santa Maria a Potenza
Il cipresso si inserisce all’interno della villa comunale
di Santa Maria, già pertinenza dell’antico monastero
dei Riformati fondato nel 1488, sotto il titolo di Santa
Maria del Sepolcro. Esso domina l’area centrale della
villa, costituendo una sorta di unicum architettonico
con la fontana. Caratterizzato da una certa imponen-
za, presenta un fusto colonnare e una chioma com-
Numero scheda patta e innalzata, anche se evidentemente asimme-
01/G942/PZ17 trica. Tali peculiarità hanno consentito all’esemplare
Specie di divenire l’icona distintiva della Villa di Santa Maria.
Cupressus sempervirens L. Interessante è anche il contesto in cui l’albero si
Provincia - Comune - Località inserisce. Nel 1823 il Comune di Potenza cedette alla
Potenza – Potenza Società Economica Provinciale il suolo denomina-
Villa Comunale di Santa Maria to Piano di Santa Maria, comprensivo della villa, ai
Coordinate in gradi sessagesimali fini dell’istituzione di un orto agrario che, nell’annata
40°38’39,10’’ Lat. 15°48’15,20” Long. 1840 del Giornale Economico Letterario della Basi-
Altitudine licata, veniva così citato: “Potenza ha un orto agrario,
750 m sperimentale, e la sua destinazione risponde all’ istitu-
Area protetta/vincolata zione dell’organico della Società Economica provinciale.
No Molte piante esotiche e nostre vi germogliano prospera-
Proprietà mente non ostante la rigidezza del clima”. In un succes-
Pubblica sivo numero del Giornale (1846) si rinviene un detta-
Circonferenza tronco a 1,30 m gliato Catalogus Plantarum Horti Agrarii Lucani, com-
315 cm prendente tutti gli esemplari vegetali ivi presenti, i
Altezza dendrometrica cui semi e plantule venivano utilizzati per scambi e
26 m vendite. L’importanza scientifica dell’orto agrario è
Criteri di monumentalità confermata dalle visite effettuate da parte del famoso
a) età e/o dimensioni botanico, Giovanni Gussone.
190
Basilicata
Il pino loricato della Grande Porta a Terranova di Pollino
192
Basilicata
Il fragno di Masseria Malvezzi a Matera
Il prezioso esemplare di Quercus trojana censito nel co-
mune di Matera è uno dei pochi rappresentanti rimasti
di un popolamento che un tempo era molto più con-
sistente e che si è andato riducendo a causa di ripetuti
incendi.
Il fragno è una specie di origine balcanica, presente
solo in una parte della Puglia e nel territorio di Matera.
Numero scheda La sua presenza in Italia testimonia il collegamento tra
01/F052/MT/17 la Puglia e la penisola balcanica, avvenuto, nel periodo
Specie miocenico, quando, in un periodo di regressione mari-
Quercus trojana Webb. na, si ebbe quasi la scomparsa dell’attuale mare Adria-
Provincia - Comune - Località tico. L’attuale areale di diffusione del fragno è quindi
Matera – Matera assai ridotto, anche in relazione alle peculiari esigenze
Masseria Malvezzi edafiche e climatiche tipiche della specie.
Coordinate in gradi sessagesimali La pianta si rinviene in prossimità di una masseria
40°36’38,00” Lat. 16°42’07,00” Long. fortificata di elevato valore storico-architettonico, la
Altitudine Masseria Malvezzi (XV-XVIII secolo), annoverata tra
366 m i Beni Architettonici della Regione Basilicata. La sua
Area protetta/vincolata originaria struttura semi-rupestre è stata trasforma-
Parco Archeologico Storico Naturale ta in masseria mista di natura produttiva (allevamento
Chiese rupestri del Materano bovino in particolare) e residenziale e si è arricchita di
SIC IT9220135 Gravine di Matera
ZPS IT9220135 Gravine di Matera una cappella di famiglia, accessibile solo dall’interno
Proprietà della struttura abitativa.
Privata La presenza del popolamento di fragno nei pressi
Circonferenza tronco a 1,30 m della Masseria Malvezzi è una testimonianza di quello
210 cm che doveva essere l’assetto paesaggistico dominante
Altezza dendrometrica intorno al XV secolo, prima che la maggior parte dei
15 m
complessi boscati fossero trasformati in colture agri-
Criteri di monumentalità
cole.
c) valore ecologico
d) rarità botanica
194
Calabria
Il castagno di Melitani a Cerva
Meta di passeggiate naturalistiche da parte dei tu-
risti che dalle spiagge calabresi si spostano per co-
noscere e vivere i territori interni e le loro tipicità,
il “castagno del cielo” è un vero e proprio monu-
mento della natura.
Il suo nome deriva probabilmente dal suo aspet-
to maestoso e dalla tipica struttura della ramifica-
Numero scheda
zione che, una volta apertasi all’altezza del castello,
01/C542/CZ/18
si dirige imponente e con numerose branche verso
Specie
l’alto.
Castanea sativa Mill.
Il vetusto esemplare è testimonianza vivente
Provincia - Comune - Località
della cultura castanicola di quei luoghi della Cala-
Catanzaro - Cerva
Melitani bria che si affacciano sul mar Jonio, in cui la se-
Coordinate in gradi sessagesimali colare coltivazione del castagno ha consentito la
39°02’26,88’’ Lat. 16°43’22,44’’ Long. sopravvivenza di intere generazioni nei lunghi in-
Altitudine verni montani e durante le ricorrenti carestie.
1200 m
La diffusione antropica del castagno, presente
Area protetta/vincolata
in Europa come pianta autoctona, costituisce un
caso unico nella storia forestale italiana:si tratta
Parco Nazionale Sila
di un’opera di colonizzazione dei terreni avvenu-
Proprietà
ta grazie all’impegno di generazioni e generazioni
Pubblica
di montanari. Con la tipica loro tenacia, essi hanno
Circonferenza tronco a 1,30 m
ricoperto versanti e vallate, dorsali ed altipiani, con
930 cm
decine di milioni di castagni riuniti in formazioni
Altezza dendrometrica
vegetali pure, modificando in maniera permanente
25 m
il paesaggio agrario e quello forestale in particolare,
Criteri di monumentalità
oggi da tutelare e far conoscere.
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
c) valore ecologico
e) architettura vegetale
f) pregio paesaggistico
g) valore storico, culturale, religioso
196
Calabria
Il platano dell’Eremo di Sant’Elia a Curinga
A sud di Lamezia, nel comune di Curinga, vegeta un
platano orientale di maestosa bellezza, conosciuto
come “Il gigante buono”.. Albero tra i più antichi
e imponenti d’Italia, esso si inserisce all’interno di
un bosco di pino nero e probabilmente fu piantato
dai monaci basiliani, che più di mille anni fa, non
lontano, edificarono l’eremo di Sant’Elia, di cui
Numero scheda
oggi si possono ammirare solo i resti. Fortemen-
01/D218/CZ/18
te abbarbicato su di una prominenza del terreno,
Specie
probabilmente formatasi a seguito di erosione del
Platanus orientalis L.
pendio circostante, l’albero presenta valori di cir-
Provincia - Comune - Località
conferenza in assoluto notevoli e costituisce, in-
Catanzaro - Curinga
sieme ad altri esemplari della stessa specie a lui
Sant’Elia, Vrisi
Coordinate in gradi sessagesimali
vicini, una formazione assai rara dal punto di vista
botanico.
39°49’23,07’’ Lat. 16°19’57,07’’ Long.
La caratteristica e articolata cavità del suo tron-
Altitudine
co, alta circa 3 metri e così ampia da poter ospi-
460 m
tare parecchie persone al suo interno, nel passa-
Area protetta/vincolata
to è stata interessata dal fuoco e da interventi di
Parco Nazionale Sila
Art. 142 D. Lgs n. 42/2004 slupatura assai approssimativi. La carie da cui ha
Proprietà avuto origine si è estesa dal colletto fino all’inter-
Privata no delle branche principali. Molti i segni del tempo
Circonferenza tronco a 1,30 m su questo esemplare millenario che, tuttavia, non
1200 cm inficiano troppo negativamente le sue condizioni
Altezza dendrometrica
vegetative, ancora discrete, e che contribuiscono
21 m
a renderlo affascinante e utile per molti animali:
oltre alla cavità, si osservano danni da xilofagi, fori
Criteri di monumentalità
da picchio, evidenti fuoriuscite di linfa, iperplasie
a) età e/o dimensioni
c) valore ecologico sui rami e sul fusto, radici scalzate e affioranti.
d) rarità botanica
198
Calabria
Il pioppo nero di Piazza Vittorio Veneto a Serra Pedace
In piazza Vittorio Veneto, cuore del centro storico
del paese ove si svolgono i più importanti eventi
e fatti di vita quotidiana, si erge il secolare piop-
po nero, che molti cittadini considerano “nonno
pioppo”.
Nel corso dei suoi due secoli di vita, esso è sta-
to il silenzioso testimone del succedersi di vicende
Numero scheda
storiche, del progredire della vita economica e so-
01/I650/CS/18
ciale della popolazione, del tramandarsi delle tra-
Specie
dizioni, di un territorio in lenta trasformazione.
Populus nigra L.
Purtroppo vittima, negli anni passati, di pota-
Provincia - Comune - Località
ture poco rispettose e tali da avere provocato non
Cosenza - Serra Pedace
pochi danni alla sua bella chioma, ma anche l’in-
Piazza Vittorio Veneto
Coordinate in gradi sessagesimali
sorgere di alcuni funghi e parassiti, il nostro piop-
po deve comunque il suo fascino, senza dubbio al
39°16’38,89’’ Lat. 16°20’45,50’’ Long.
suo aspetto, diciamo, molto vissuto anche se a dire
Altitudine
il vero, assai rassicurante.
738 m
Molte sono le persone che nei decenni hanno
Area protetta/vincolata
cercato riposo accanto al suo tronco contorto, no-
No
doso e cavo, godendosi la frescura della sua ampia
Proprietà
chioma e dando tributo a quello che per la popo-
Pubblica
lazione stessa rappresenta una testimonianza viva
Circonferenza tronco a 1,30 m
del passato, un tesoro inestimabile della memoria
420 cm
popolare oltre che un elemento estetico di note-
Altezza dendrometrica
vole impatto nell’ampia piazza quadrangolare di
12 m
Serra Pedace.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
200
Calabria
Il faggio delle Macchie a Pedace
Nel Parco Nazionale della Sila, in provincia di Co-
senza, tra San Giovanni in Fiore e Pedace, all’in-
terno di un lembo di bosco caratterizzato da bassa
densità, si trova una ceppaia di faggio costituita da
cinque polloni caratterizzati da circonferenze no-
tevoli e da un’altezza media di 19 metri.
La proprietà è privata e tale evenienza rappre-
Numero scheda
senta certamente un esempio di come la tutela di
01/G400/CS/18
esemplari particolarmente significativi travalichi
Specie
il mero interesse economico.
Fagus sylvatica L.
Il contesto in cui si inserisce questo notevole
Provincia - Comune - Località
albero è in prevalenza silvo-pastorale, costituito
Cosenza - Pedace
da pascoli frammisti a bosco e caratterizzato dalla
Le Macchie
Coordinate in gradi sessagesimali
presenza di aree pianeggianti sulle quali da secoli
si esercita la transumanza.
39°16’10,54’’ Lat. 16°32’08,67’’ Long.
Tra le piante del bosco troviamo il faggio (Fagus
Altitudine
sylvatica L.), il pino laricio (Pinus nigra subsp. laricio
1500 m
Maire), il pino loricato (Pinus heldreichii Christ syn
Area protetta/vincolata
Pinus leucodermis Antoine).
Parco Nazionale Sila
La persistenza plurisecolare del pascolo e la
Proprietà
scarsa pressione antropica sono le principali con-
Privata
dizioni che hanno consentito a questo paesaggio
Circonferenza tronco a 1,30 m
di arrivare fino a noi, mantenendo caratteristiche
352,350,255,220,180 cm
assai simili a quelle originali.
Altezza dendrometrica
19 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
202
Calabria
L’olmo di Piazza Regina Margherita a San Lorenzo
La leggenda racconta che nel 1498 il condottiero Lu-
dovico Abenavoli, tornato vittorioso dalla famosa di-
sfida di Barletta, mise a dimora un rampollo di olmo
che ancora oggi, dopo oltre cinquecento anni, ve-
geta maestoso nella piazza centrale di San Lorenzo.
Un’altra versione della memoria popolare, traman-
data nei secoli, riferisce invece che l’albero fu pian-
Numero scheda
tato dai monaci basiliani attorno al 1250.
01/H959/RC/18
Oltre ad essere emblema di quel che fu un tem-
Specie
po il più importante paese tra Locri e Reggio Calabria
Ulmus minor Mill.
ed aver con la sua folta chioma ispirato poeti locali,
Provincia - Comune - Località
questo vecchio esemplare di olmo campestre rappre-
Reggio Calabria – San Lorenzo
senta dal punto di vista botanico una vera rarità per
Piazza Regina Margherita
Coordinate in gradi sessagesimali
le sue notevoli dimensioni: non si conoscono infatti
esemplari che raggiungono la sua stessa circonfe-
38°00’39,24” Lat. 15°49’59,19”Long.
renza, di oltre 5 metri, in tutta l’Italia meridionale.
Altitudine
Il fusto, cavo al suo interno con aperture chiuse
770 m
da pannelli in legno e mastice, presenta dei rigon-
Area protetta/vincolata
fiamenti mentre alcune branche anch’esse cave sono
Parco Nazionale Aspromonte
state nel passato poste in condizioni di maggiore si-
Proprietà
curezza per mezzo di tiranti in acciaio. Nonostante la
Pubblica
coltre cementizia che ricopre il suo apparato radicale
Circonferenza tronco a 1,30 m
e la presenza di evidenti segni di attacchi fungini che
510 cm
hanno colpito la pianta nel tempo, il vecchio olmo
Altezza dendrometrica
con la sua straordinaria forza vitale continua a vege-
10 m
tare rigoglioso di fronte alla bizantina Chiesa Madre,
Criteri di monumentalità costituendo un vero e proprio monumento naturale
a) età e/o dimensioni su piedistallo di pietra locale.
b) forma e portamento
g) valore storico, culturale, religioso
204
Calabria
L’eucalitto rosso di Torrenova a Cirò Marina
L’eucalitto rosso è un albero originario dell’Australia,
presente in Italia dal 1803. Il suo nome volgare deri-
va dalle caratteristiche della sua corteccia che negli
esemplari giovani è rossastra, e che col tempo diven-
ta grigia chiazzata di rosso, bianco e verde, lasciando
trasudare dalle fessure una linfa di colore rossastro.
Il suo legno può variare dal rosa chiaro a una tonali-
Numero scheda
tà molto scura, a seconda dell’età e delle condizioni
02/C726/KR/18
ambientali.
Specie
Grazie alla rapidità di accrescimento e alla capacità
Eucalyptus camaldulensis Dehnh.
di tollerare la siccità, questa specie di eucalitto, così
Provincia - Comune - Località
come altre quali Eucalyptus x trabutii Vilm., E. occiden-
Crotone - Cirò Marina
talis Endl. E. globulus Lab., E. botryoides Smith, è sta-
Torrenova
Coordinate in gradi sessagesimali
to ampiamente utilizzato a partire dagli anni ‘50 per
il rimboschimento delle coste calabresi, soprattutto
39°21’27,98” Lat. 17°07’30,32” Long.
nella provincia di Crotone. Considerato che le pianta-
Altitudine
gioni dovevano adempiere alla funzione produttiva -
6m
- in alcuni casi primaria rispetto a quella di protezio-
Area protetta/vincolata
ne - e destinare il materiale legnoso all’industria di
No
trasformazione per la produzione di carta, il governo
Proprietà
ritenuto più adatto fu quello a ceduo semplice.
Privata
L’esemplare di Cirò Marina, tra i pochi di origine
Circonferenza tronco a 1,30 m
gamica, dal bel portamento colonnare e dalla ricca
535 cm
chioma, si erge isolato nell’ambito di un contesto
Altezza dendrometrica
agricolo a fianco di un piccolo nucleo di edifici; la sua
22 m
gradevole ombra e il suo inconfondibile profumo of-
Criteri di monumentalità frono ristoro soprattutto nelle calde ore estive.
a) età e/o dimensioni
206
Sicilia
La iucca di Villa Malfitano a Palermo
La villa Malfitano fu voluta nel 1886 da Joseph Whi-
taker, abile imprenditore, archeologo e studioso della
natura. Con il suo ricco patrimonio, essa rispecchia in
pieno l’atmosfera vitale e cosmopolita che ha caratte-
rizzato la cosiddetta “stagione d’oro della Palermo di
fine ‘800”, quando la città era crocevia di grandi inte-
ressi commerciali tra l’Europa e l’Africa mediterranea.
Numero scheda Il parco, progettato da Emilio Kunzmann in stile
12/G273/PA/19 “gardenesque”, un misto cioè di elementi formali da
Specie una parte e pittoreschi dall’altra, si estende per circa 7
Yucca gigantea Lem. ettari e, tra i diversi vialetti da cui è attraversato nella
Provincia - Comune - località porzione più lontana dall’edificio, ospita una collezio-
Palermo – Palermo ne di piante rare provenienti da tutto il mondo.
Villa Malfitano Whitaker Tra queste vi è una Yucca gigantea, specie originaria
Coordinate in gradi sessagesimali dell’America centrale e del Messico, sempreverde, ad
38°07’19,50” Lat. 13°20’30,71” Long. accrescimento molto lento e a portamento arboreo a
Altitudine forma largamente colonnare. Diffusa per il suo valo-
37 m re ornamentale, essa presenta foglie riunite in piccoli
Area protetta gruppi, strette e lanceolate, dall’aspetto coriaceo, lun-
Art. 10 D. Lgs. n. 42/2004 ghe fino ad un metro e fiori bianco-crema riuniti in
Proprietà infiorescenze.
Privata L’esemplare, situato proprio all’ingresso di Via
Circonferenza tronco a 1,30 m Dante, è davvero spettacolare: con una circonferenza
560 cm alla base di 11 metri e un fusto che si erge per 12 metri,
Altezza dendrometrica la iucca di villa Malfitano è certamente la più grande
12 m che si possa trovare in Italia.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
d) rarità botanica
208
Sicilia
La sughera di Molara a Caltagirone
La sughera di Molara vegeta all’interno del bosco di
Santo Pietro, piccolo borgo 20 chilometri a sud di Cal-
tagirone. Il bosco fa parte di un’antichissimo e vastis-
simo possedimento della famiglia normanna d’Alta-
villa, concesso nel XI secolo ai caltagironesi per il so-
stegno ricevuto nel contrasto contro i saraceni.
Ambiente di notevole interesse naturalistico e ric-
Numero scheda co in biodiversità sia animale che vegetale, nei secoli
01/B428/CT/19 ha dovuto vedersela con minacce di diverso tipo, dal
Specie pascolo abusivo ai ripetuti incendi, dall’abbandono
Quercus suber L. colturale alla caccia di frodo, ed è per evitare il suo
Provincia - Comune - Località più completo degrado che dal 1999 è Riserva Naturale
Catania – Caltagirone Orientata.
Molara Estesa su 6.560 ha di superficie, la riserva com-
Coordinate in gradi sessagesimali prende ambienti e paesaggi molto diversi fra loro: la
37°05’53,97” Lat. 14°28’06,96” Long. lecceta, la sughereta, il bosco misto, la gariga ma an-
Altitudine che alcuni rimboschimenti a eucalitto e pini.
220 m L’area attorno alla contrada Molara si caratterizza
Area protetta/vincolata per la presenza di un residuo di quella che nel 1900 si
Riserva Naturale Orientata Bosco di San considerava la più estesa sughereta d’Italia. Sono solo
Pietro una cinquantina gli esemplari rimasti e molti presen-
SIC ITA070005 Bosco di San Pietro
tano una circonferenza del tronco di oltre 3 metri.
Proprietà
A rappresentarla, la nostra sughera che, con il suo
Pubblica
tronco cavo e contorto e i suoi grandi rami dà il ben-
Circonferenza tronco a 1,30 m
venuto in un luogo veramente suggestivo.
650 cm
Altezza dendrometrica
11 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
b) forma e portamento
f) pregio paesaggistico
210
Sicilia
La tipuana di Villa Moncada a Paternò
Tipuana tipu è un grande albero originario del Sud
America, coltivato per l’elevato valore ornamen-
tale. Dotato di un folto fogliame e di piccoli fiori
arancioni, esso può superare i 20 metri di altezza
e contare su una chioma assai ampia. Pur viven-
do allo stato spontaneo in un clima subtropicale,
esso tollera abbastanza la siccità, il gelo e anche
Numero scheda una certa salinità nel suolo. Il suo legno, chiama-
01/G371/CT/19 to commercialmente “palissandro brasiliano” per
Specie distinguerlo dal vero palissandro che si ricava da
Tipuana tipu (Benth.) Kuntze specie del genere Dalbergia, è utilizzato per oggetti
Provincia - Comune - località di ebanisteria.
Catania – Paternò L’esemplare siciliano, si trova a radicare nel
Villa Moncada giardino pubblico di Villa Moncada, alle porte del
Coordinate in gradi sessagesimali paese. Realizzato negli anni ’50 dal Comune di Pa-
37°34’10,87” Lat. 14°54’34,96” Long. ternò, una volta acquisitane la proprietà dal dona-
Altitudine tore Carmelo Moncada, ricco possidente paterne-
225 m se e importante esponente della politica cittadina
Area protetta a cavallo tra l’800 e il ‘900, il giardino è il luogo
Art. 10 D. Lgs. n. 42/2004 di ritrovo e di passeggio delle famiglie paternesi.
Proprietà Molte sono le piante afferenti a specie esotiche che
Pubblica troviamo al suo interno, ma la più interessante dal
Circonferenza tronco a 1,30 m punto di vista botanico è la tipuana. Conosciuta
400 cm anche come “orgoglio di Bolivia”, di essa possia-
Altezza dendrometrica mo ammirare la chioma espansa di un bel verde
25 m brillante e i bei fiori color arancio che a fine giugno
Criteri di monumentalità si posano sul suolo coprendolo integralmente.
a) età e/o dimensioni
d) rarità botanica
f) pregio paesaggistico
212
Sicilia
Il carrubo di Cammaratini a Modica
Pur essendo diffuso in tutta la Sicilia, il carrubo co-
stituisce nelle provincie di Ragusa e Siracusa veri e
propri popolamenti che, alternati o frammisti a olivi,
esprimono uno dei più caratteristici paesaggi coltu-
rali dell’isola: infinite colline dagli intensi toni di co-
lore, specialmente nella tarda estate, si susseguono
cosparse di pascoli e seminativi, segnate dai muretti
Numero scheda a secco e punteggiate di alberi, spesso abbarbicati alle
04/F258/RG/19 rocce.
Specie Alcuni di questi carrubi, ancora produttivi, pur non
Ceratonia siliqua L. avendo un notevole sviluppo in altezza, raggiungo-
Provincia - Comune - Località no dimensioni del tronco veramente ragguardevoli.
Ragusa – Modica Sotto le loro ampie chiome, addensate ed emisferiche,
Cammaratini trovano riparo gli animali pascolanti, che brucano
Coordinate in gradi sessagesimali avidamente il fogliame finché possono raggiungerlo.
36°53’06,15” Lat. 14°53’22,04” Long. Nella provincia di Ragusa, i carrubi monumentali
Altitudine più espressivi ricadono nel territorio di Modica, dove
340 m sono stati censiti diversi individui, soprattutto nelle
Area protetta/ contrade di Favarottella, Miglifulo e Cammaratini.
No Proprio in quest’ultima, in un fondo privato a bor-
Proprietà do strada, radica un esemplare tra i più grandi. La
Privata chioma, più contenuta rispetto ad altri esemplari, è
Circonferenza tronco a 1,30 m rotondeggiante, molto folta, rigogliosa e compatta e
930 cm si inserisce sul fusto ad un’altezza da terra di 1,5 me-
Altezza dendrometrica tri. Il tronco, caratterizzato da diffuse costolature e da
13 m numerose cavità e lesioni, rende conto di quella che
Criteri di monumentalità è la veneranda età ormai raggiunta dall’albero, che si
a) età e/o dimensioni stima si aggiri sui 600 anni.
c) valore ecologico
214
Sicilia
Il fico magnolioide di Donnafugata a Ragusa
Sulla strada che da Ragusa scende verso il mare si in-
contra, su di un poggio, il castello di Donnafugata, una
delle più belle residenze di campagna della Sicilia, fat-
ta costruire nel tardo ‘800 dal barone Corrado Arezzo.
Personaggio politico di spicco, il barone era anche ap-
passionato di botanica: fu lui stesso a progettare il par-
co di 8 ettari, per gran parte all’inglese, che circonda il
Numero scheda neogotico castello, con l’idea che lo stesso dovesse rap-
01/H163/RG/19 presentare un luogo di delizia in cui rilassarsi nelle cal-
Specie de estati e intrattenere gli ospiti con “scherzi”, giochi
Ficus macrophylla Desf. Ex Pers d’acqua, invenzioni grottesche, labirinti ed angoli sug-
Provincia - Comune - Località gestivi. Dopo alcuni decenni di abbandono, il giardino,
Ragusa – Ragusa insieme al castello, è stato acquisito dal comune di Ra-
Castello di Donnafugata gusa e pur riprendendo progressivamente la forma ori-
Coordinate in gradi sessagesimali ginaria, non annovera più le oltre 1500 specie di albe-
36°52’55,08” Lat. 14°33’52,71” Long. ri ed arbusti introdotte dal barone bensì ne conta appe-
Altitudine na un centinaio.
314 m Tra esse Ficus macrophylla, specie originaria dell’Au-
Area protetta/vincolata stralia, qui rappresentata da esemplari di circa 170 anni,
Art. 10 D. Lgs. n. 42/2004 che a differenza di quelli assai famosi di Palermo, non
Proprietà presentano le tipiche radici aeree. L’albero illustra-
Pubblica to, dall’ampia chioma che si sviluppa da tre branche
Circonferenza tronco a 1,30 m principali, il massiccio fusto policormico e il caratte-
950 cm ristico intrico di radici affioranti, è posto lateralmen-
Altezza dendrometrica te all’entrata principale del castello e vegeta insieme ad
25 m altri due esemplari di analoga maestosità ed espressi-
Criteri di monumentalità vità. Curioso l’antico privilegio della baronia di Donna-
a) età e/o dimensioni fugata, che per regio ottenuto dal barone nel 1880, con-
c) valore ecologico sentiva di utilizzare le foglie dei ficus come cartoline.
d) rarità botanica
e) architettura vegetale
216
Sicilia
La tamerice di San Nicola a Noto
Il genere Tamarix, originario di India, Cina ed Europa
meridionale, deve il suo nome al fiume galiziano Tam-
bre, anticamente chiamato “Tamaris”. Esso comprende
circa 60 specie a portamento sia arboreo che arbustivo,
sia sempreverdi che a foglie decidue. Le più comuni in
Italia sono la Tamarix gallica e la T. africana, piante che
con la loro leggiadria hanno ispirato molti poeti e scrit-
Numero scheda tori sin dall’antichità.
03/F943/SR/19 Dal portamento spesso arbustivo con chioma di co-
Specie lore grigio azzurro, la tamerice africana, anche detta
Tamarix africana Poir. “tamerice maggiore”, presenta foglie a squame sovrap-
Provincia - Comune - Località poste molto piccole, che ricordano quelle dei cipressi e
Siracusa – Noto – SP 51 San Nicola- ginepri, e infiorescenze a racemo lunghe fino a 6 cm e
Belludia con fiori bianchi o rosa pallido che si schiudono in tar-
Coordinate in gradi sessagesimali da primavera. É specie tipicamente costiera, utilizzata
36°50’50,49” Lat. 15°04’34,10” Long. nel Mediterraneo a scopi di rimboschimento sia nelle
Altitudine ampie aree sabbiose dunali e retrodunali che nelle zone
10 m umide: resiste bene, quindi, alla siccità, al vento e alla
Area protetta/vincolata salinità.
No L’interessante albero che vegeta su bordo strada in
Proprietà contrada San Nicola, nel fertile territorio agricolo di
Privata Noto, è un esemplare raro per dimensioni e la cui età si
Circonferenza tronco a 1,30 m presume sia maggiore di 200 anni. Presenta una chio-
370 cm ma ampia e ben strutturata, un fusto con una cavità
Altezza dendrometrica estesa, e ogni primavera adorna con la sua fioritura il
7,5 m paesaggio circostante.
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
218
Sardegna
Il pino d’Aleppo di San Pantaleo a Dolianova
Nel centro storico di Dolianova, piccola cittadina dell’ex
provincia di Cagliari, oggi provincia del Sud Sardegna,
si erge una delle chiese medievali più importanti dell’i-
sola, sede parrocchiale e concattedrale dell’Arcidiocesi
di Cagliari.
Edificata in pietra arenaria, in stile romanico con al-
cune concessioni al gotico, la parrocchiale presenta una
Numero scheda facciata, fianchi, abside e campanile ornati da lesene e
01 /D323/CA/20 archetti pensili, lavorati con una grande varietà di de-
Specie cori scultorei.
Pinus halepensis Mill. Accanto alla chiesa, proprio nei pressi dell’ingresso
Provincia - Comune - Località in piazza dall’arco di Via Vescovado, si staglia un ele-
Cagliari - Dolianova gantissimo esemplare di pino d’Aleppo. Esso appar-
Chiesa di San Pantaleo tiene ad una specie presente nell’areale più meridio-
Coordinate in gradi sessagesimali nale dei tre pini mediterranei (Pinus halepensis, Pinus
39°22’53,79” Lat. 9°10’26,93” Long. pinea, Pinus pinaster) ed è diffusa in Italia dalla Ligu-
Altitudine ria alla Sicilia. Albero dalla crescita piuttosto rapida
208 m e dalle modeste esigenze edafiche, in passato e stato
Area protetta/vincolata utilizzato per rimboschimenti di aree difficili o come
Art. 10 D. Lgs. n.42/2004 essenza da resina.
Proprietà Il carattere di monumentalità attribuito a questo
Privata esemplare dalle dimensioni discrete è motivato dalla
Circonferenza tronco a 1,30 m particolarità del suo portamento ma anche dalla sua
340 cm ubicazione. La sinuosità del suo fusto, la chioma così
Altezza dendrometrica asimmetrica e armoniosamente ricadente verso il bas-
19 m so sono aspetti morfologici di indubbio valore esteti-
Criteri di monumentalità co che, unendosi alla perfetta architettura dell’edificio
a) età e/o dimensioni religioso posto a lato, arricchiscono la scenografia del
d) forma e portamento luogo.
e) architettura vegetale
f) pregio paesaggistico
220
Sardegna
L’olivo di S’Ortu Mannu a Villa Massargia
Vero e proprio monumento della natura per imponen-
za, antichità e importanza storica, il millenario olivo si
trova a radicare a circa 4 km dall’abitato di Villamas-
sargia, piccolo paese del Sulcis-Iglesiente.
Ubicato all’interno di un oliveto di 13 ettari, alle
pendici del colle su cui si ergono i ruderi del Castel-
lo di Gioiosa Guardia, l’esemplare, conosciuto con il
Numero scheda nome di “Sa Reina de S’ Ortu Mannu” (la regina del
01/L968/CI/20 grande orto), con il suo tronco scultoreo, rappresenta
Specie quello che rimane dell’antico nucleo di olivi selvatici
Olea europaea L. impiantato dai monaci benedettini in epoca medievale,
Provincia - Comune - Località poi innestato con materiale riproduttivo proveniente
Sud Sardegna - Villamassargia dalla Toscana. La tradizione racconta, infatti, che i Pi-
S’ Ortu Mannu sani esortarono la popolazione locale ad innestare gli
Coordinate in gradi sessagesimali olivastri in cambio della concessione della proprietà.
39°15’56,40” Lat. 8°40’54,45” Long. Rimasti di proprietà collettiva fino a quando il fondo
Altitudine non è passato all’Amministrazione comunale che li ha
100 m gestiti direttamente, oggi i settecento ulivi che com-
Area protetta/vincolata pongono il parco naturalistico di S’Ortu Mannu sono
Monumento naturale ex L.R. n. 31/1989 concessi in affidamento per 99 anni ai proprietari di
Proprietà origine. Quasi ogni famiglia custodisce un esemplare
Pubblica dell’oasi, identificato con le lettere iniziali del capo-
Circonferenza tronco a 1,30 m famiglia.
1000 cm L’ultima domenica di ottobre nel bell’oliveto si tie-
Altezza dendrometrica ne l’ormai tradizionale sagra delle olive.
8m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
222
Sardegna
Il ginepro di Lathoracesas a Villagrande Strisaili
Nel territorio di Villagrande Strisaili, comune dell’Alta
Ogliastra ai confini con la Barbagia, posto alle pendi-
ci del massiccio del Gennargentu, vegeta un vetusto
esemplare di ginepro comune, che, in piena coerenza
con la nota longevità degli abitanti del paese, ha rag-
giunto l’età di circa 200 anni.
Siamo all’interno del Sito di Importanza Comuni-
Numero scheda
taria “Monti del Gennargentu”, a circa 900 metri di
02 /L953/OG/20
altitudine, e la vegetazione, rada e principalmente ar-
Specie bustiva, annovera pochi grandi alberi. Sono principal-
Juniperus communis L. mente lecci e querce caducifoglie, limitati a quei siti
Provincia - Comune - Località meno esposti all’azione dei venti.
Ogliastra – Villagrande Strisaili L’intera area è importante soprattutto dal punto
Lathoracesas
di vista archeologico, essendo ricca di testimonianze
Coordinate in gradi sessagesimali
delle civiltà prenuragiche e nuragiche. A circa 500 me-
40°00’25,80” Lat. 9°24’05,29” Long.
tri dall’albero, infatti, si trova l’interessante villaggio-
Altitudine
santuario di S’Arcu e is Forros, antico centro metal-
857 m
lurgico risalente all’età del bronzo e luogo di scambi
Area protetta
commerciali con l’Etruria e il mediterraneo orientale.
SIC ITB021103 Monti del Gennargentu
Proprietà
Il ginepro di Lathoracesas, in lingua sarda “Ziu
Pubblica
Penneru”, si contraddistingue per il portamento con-
Circonferenza tronco a 1,30 m
torto, per i suoi fusti costoluti e intrecciati e per le no-
480 cm
tevoli dimensioni del tronco, assai rare per la specie
Altezza dendrometrica
che difficilmente raggiunge lo stato di albero.
8m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
224
Sardegna
Il cedro del Libano del Parco Aymerich a Laconi
All’interno del parco Aymerich, posto tra l’abitato
di Laconi e la foresta demaniale di Funtanamela del
Sarcidano, si trova a radicare un maestoso cedro del
Libano, posto a dimora nel 1834. É tra i sei esemplari
originatisi da materiale di propagazione proveniente
dallo Stabilimento orticolo Burdin di Torino e perve-
nuto sotto il nome di Larix cedrus.
Numero scheda Alto circa 30 metri, esso è inserito in una compa-
02 /E400/OR/20 gine di fitta lecceta, dalla quale spicca con tutta la sua
Specie verticalità. L’esemplare mostra uno stato vegetativo
Cedrus libani A. Richard abbastanza discreto ed è caratterizzato, a livello della
Provincia - Comune - Località chioma, da spessi e lunghi monconi di rami primari,
Oristano - Laconi residuo di non corrette potature effettuate nel passa-
Parco Aymerich to. Presente anche un diffuso seccume nel lato com-
Coordinate in gradi sessagesimali presso della chioma.
39°51’15,06”Lat. 9°03’21,16”Long. Esteso su una superficie di circa 22 ettari, il parco
Altitudine in cui radica il cedro è stato progettato dal marchese
540 m Don Ignazio Aymerich, Senatore del Regno nel nuovo
Area protetta/VINCOLATA Parlamento Subalpino a Torino, il quale oltre a colle-
Art. 136 D. Lgs. n. 42/2004 zionare specie esotiche è riuscito a valorizzare la fitta
Proprietà lecceta con manufatti di pregio. Cavità, ruscelli, pic-
Privata cole cascate e laghetti si alternano alla vegetazione,
Circonferenza tronco a 1,30 m creando un’atmosfera di grande fascino. Dal 1990 il
440 cm parco è diventato di proprietà regionale ed è attual-
Altezza dendrometrica mente gestito dall’Agenzia Forestas.
29 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
f) pregio paesaggistico
226
Sardegna
La sughera di Su Pittixi a Usellus
Alle falde orientali del Monte Arci, appena sotto l’al-
topiano basaltico di Santa Lucia, proprio all’interno
del cantiere forestale gestito dall’Agenzia Regionale
Forestas – sezione Usellus, radica un maestoso esem-
plare di sughera che contende il primato in grandezza
solo con un altro presente nelle campagne del comune
di Orune (NU).
Numero scheda L’esemplare usellese, non sottoposto a decortica da
01/L508/OR/20 oltre venti anni, oltre a presentare una circonferenza
Specie del tronco di 5,25 metri, copre con la sua gigantesca
Quercus suber L. chioma, rotondeggiante anche se un po’ asimmetrica,
Provincia - Comune - Località una superficie di circa 500 m2.
Oristano - Usellus La presenza di molti rami inferiori che, contorti,
Pittixi ricadono verso il suolo, la consistenza della corteccia
Coordinate in gradi sessagesimali che si presenta molto spessa e corrugata, la coltre di
39°50’51,89” Lat. 8°49’41,40” Long. muschio a ricoprire tronco e rami conferiscono al ve-
Altitudine tusto esemplare un aspetto quasi fiabesco.
200 m In posizione solitaria rispetto alla copertura bo-
Area protetta/vincolata schiva che vegeta alle sue spalle, l’albero è circondato
Parco Naturale Regionale Monte Arci da una vasta piattaforma circolare in cemento, resi-
Art. 142 D. Lgs. n.42/2004 duo della struttura che in passato ospitava le stalle in
Proprietà legno di proprietà della Produzione Legna e Derivati
Pubblica S.p.A. Si ritiene che grazie alla copertura artificiale del
Circonferenza tronco a 1,30 m suolo il bell’esemplare sia stato risparmiato dal deva-
525 cm stante incendio del 1986 che ha distrutto gran parte
Altezza dendrometrica del bosco.
16 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
228
Sardegna
Gli olivastri di Budò a Padru
Specie spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo,
l’olivastro è un albero longevo e a lenta crescita. Il suo
tronco è spesso contorto, la corteccia grigio chiara, la
chioma espansa e le foglie coriacee verdi e glabre nella
pagina superiore, argentate con piccole scaglie in quella
inferiore.
Specie termofila e eliofila, capace di vegetare su
Numero scheda qualsiasi substrato, in Sardegna è diffuso nelle zone li-
01/M301/OT/20 toranee fino ai 400-500 metri, anche se è possibile tro-
Specie varlo fino 600-800 metri in alcune aree interne dove le
Olea europaea subsp. oleaster condizioni sono favorevoli.
(Hoffmanns. & Link) Esso forma tipiche macchie in consociazione con
Provincia - Comune - località altre specie termofile, quali lentisco, fillirea, carrubo.
Sassari - Padru Il suo legno, compatto e duro è molto apprezzato e si
Budò
presta all’impiego in falegnameria e a piccoli lavori di
Coordinate in gradi sessagesimali
artigianato.
40°47’02,78” Lat. 9°33’57,23” Long.
Il gruppo di olivastri, che abbiamo scelto per rappre-
Altitudine
sentare una specie assai comune in Sardegna ma che
159 m
ha stretti legami con la storia di tutte le popolazioni del
Area protetta
Mediterraneo, radica in comune di Padru, piccolo co-
Art. 142 D. Lgs. n.42/2004
mune della Gallura interna, a 20 km da Olbia. Esso si
Proprietà trova all’interno di uno stazzo, adibito attualmente a
Privata fattoria didattica. Il gruppo è composto da sei esemplari
Circonferenza tronco a 1,30 m aventi tutti carattere di monumentalità sia per quel che
700 cm concerne le dimensioni e il particolare portamento sia
Altezza dendrometrica per l’età plurisecolare.
10 m
Criteri di monumentalità
a) età e/o dimensioni
230
Cosa fare per segnalare un albero monumentale Regione Campania
Direzione Generale per le politiche agricole, alimentari e forestali
Unità Operativa Dirigenziale Ufficio Centrale Foreste e Caccia
Il censimento degli alberi monumentali è realizzato dai comuni, sotto il coordinamento delle regioni, (Dott.ssa Flora Della Valle – Dott. Salvatore Apuzzo)
PEC: [email protected]; [email protected]
sia mediante ricognizione territoriale con rilevazione diretta e schedatura del patrimonio vegetale sia a E-mail: [email protected]
seguito di recepimento, verifica specialistica e conseguente schedatura delle segnalazioni provenienti da
Regione Emilia Romagna
cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti territoriali, ecc. Le regioni, sulla base delle proposte prove- Servizio Aree protette, Foreste e Sviluppo della Montagna
nienti dai comuni, provvedono a redigere gli elenchi regionali, previa verifica del rispetto dei criteri per (Dott. Paolo Ferrecchi – Dott. Enzo Valbonesi – Dott.ssa Monica Palazzini – Dott.ssa Elena Chiavegato)
PEC: [email protected]
l’attribuzione del carattere di monumentalità degli esemplari censiti. Tali elenchi, una volta approvati E-mail: [email protected] - [email protected]
con delibera regionale, vengono inviati dalla singola regione al Mipaaft - DIPEISR - Direzione generale
Regione Friuli Venezia Giulia
delle foreste, che provvede alla redazione e alla gestione di un elenco nazionale degli alberi monumentali, Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche
da tenersi costantemente aggiornato. Servizio biodiversità
(Dott. Luciano Sulli - Dott.ssa Tiziana D’Este)
La segnalazione finalizzata all’iscrizione in elenco di un albero ritenuto rispondente ai criteri di mo-
PEC: [email protected]
numentalità è effettuata attraverso la compilazione di un’apposita scheda di segnalazione, disponibile E-mail: [email protected] - [email protected]
Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche
sul sito istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo www.politi-
Servizio foreste e Corpo forestale
cheagricole.it, seguendo il percorso politiche nazionali-foreste-alberi monumentali. (Dott. Augusto Viola – Dott. Gabriele Cragnolini)
Essa, corredata di foto e ogni documentazione ritenuta utile, deve essere inviata al Comune nel cui E-mail: [email protected] – [email protected]
territorio radica l’esemplare e all’ufficio competente della Regione di appartenenza. Regione Lazio
Qui di seguito si elencano gli uffici regionali competenti e i referenti: Direzione capitale naturale, parchi e aree protette
Area Foreste e Servizi Ecosistemici
(Dott.ssa Filippa De Martino)
Uffici regionali e provinciali competenti PEC: [email protected]
E-mail: [email protected]
Regione Abruzzo Regione Liguria
Dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e Lavoro
Servizio Tutela degli Ecosistemi Agroambientali e Forestali Settore Politiche della Montagna e della Fauna Selvatica
Ufficio Politiche della prevenzione dei danni alle foreste da incendi e calamità, forestazione, (Dott. Valerio Vassallo – Dott.ssa Paola Du Jardin)
imboschimento ed investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli PEC: [email protected]
ecosistemi forestali E-mail: [email protected]
(Ing. Pasquale di Meo – Dott. Francesco Contu)
PEC: [email protected] Regione Lombardia
E-mail: [email protected] Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile
U.O. Parchi Tutela della Biodiversità
Regione Basilicata Struttura Valorizzazione delle Aree protette e Biodiversità
Dipartimento Ambiente ed Energia (Dott. Silvio Landonio – Dott.ssa Rossana Tonesi – Dott. Fabrizio Scelsi)
Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura PEC: [email protected]
(Avv. Maria Carmela Santoro– Dott.ssa Maria Pompili – Geom. Marco Laguardia) E-mail: [email protected] - [email protected]
PEC: [email protected]
E-mail: [email protected] - [email protected] Regione Marche
Servizio Politiche agroalimentari
Provincia Autonoma Bolzano P.F. Interventi nel settore forestale e dell’irrigazione e SDA di Ancona
Ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio (Dott. Giulio Ciccalè - Dott.ssa Francesca Damiani)
(Arch. Frank Weber) PEC: [email protected]
PEC: [email protected] E-mail: [email protected] - [email protected]
E-Mail: [email protected]
Ufficio Ecologia del paesaggio Regione Molise
(Dott. Peter Kasal) IV - Dipartimento governo del territorio, mobilità e risorse naturali
PEC: [email protected] Servizio fitosanitario regionale tutela e valorizzazione della montagna e delle foreste
E-mail: [email protected] biodiversità e sviluppo sostenibile
(Dott.ssa Nicolina Del Bianco – Dott. Andrea Di Girolamo)
Regione Calabria PEC: [email protected]
Dipartimento Ambiente e Territorio E-mail: [email protected]
Settore Parchi ed Aree Naturali Protette
(Dott. Giovanni Aramini – Dott.ssa Annamaria Corea) Regione Piemonte
PEC: [email protected] Direzione Opere pubbliche, Difesa suolo, Montagna, Foreste, Protezione Civile, Trasporti, Logistica
E-mail: [email protected] - [email protected] Settore Foreste
232 233
(Dott. Luigi Robino – Dott. Lorenzo Camoriano) Bibliografia
PEC: [email protected]
E-mail: [email protected] - [email protected]
Abrami A., 2013 - La recente disciplina giuridica del verde urbano. L’Italia Forestale e Montana, 68 (4).
Regione Puglia
Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali Alessandrini A., Bortolotti L., Fazzuoli F., Mitchell A., Nievo S., Rigoni Stern M., 1990 – Gli alberi monu-
Servizio Risorse Forestali
P.O. Pianificazione e programmazione forestale mentali d’Italia. Vol. I e II, Edizioni Abete, Roma.
(Dott. Luigi Trotta – Dott.ssa Rosabella Milano)
PEC: [email protected] Bottacci A. et al, 2007 - Gli alberi monumentali delle riserve naturali statali casentinesi. Quaderno di Studi
E-mail: [email protected] e Notizie di Storia Naturale della Romagna, 25.
Regione Autonoma Sardegna Cagnoni C., 2005 - Grandi alberi d’Italia. Scoperta dei monumenti naturali del nostro Paese. De Agostini
Direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale
Servizio vigilanza e coordinamento tecnico editore, Novara.
(Dott. Gavino Diana – Dott.ssa Giovanna Lampreu)
PEC: [email protected] Camarda I., 2013 - Gli alberi monumentali: multifunzionalità ecologica e culturale. IV Simposio: Gli alberi
E-mail: [email protected] monumentali in Italia. Atti 108° Congresso della Società Botanica Italiana, Baselga di Piné (Trento),
Regione Autonoma Sicilia 18-20 settembre 2013.
Comando del Corpo Forestale della Regione Sicilia
Servizio 5 Unità Operativa 15 Capodarca V., 1986 - Emilia Romagna, ottanta alberi da salvare. Vallecchi, Firenze.
(Ing. Renato Saverino – Dott.ssa Valeria Michelucci)
PEC: [email protected] Caramalli P., 2008 - Nuovo status normativo per gli alberi monumentali. L’Italia Forestale e Montana,
E-mail: [email protected] - [email protected] 63 (3).
Regione Toscana Caramiello R., Grossoni P., 2005 – Alberi monumentali e significato di monumentalità. Sherwood, 111.
Direzione Ambiente e Energia
Settore Tutela della natura e del mare Ceccarelli E., 2009 – Aspetti metodologici e applicative per la definizione, l’individuazione e la conser-
(Dott.ssa Gilda Ruberti – Dott. Franco Dinardo)
PEC: [email protected] vazione degli alberi vetusti e monumentali. Il caso studio del Parco Nazionale Foreste Casentinesi
E-mail: [email protected] Monte Falterona e Campigna. Tesi di dottorato in Economia, pianificazione forestale e scienze del
Provincia Autonoma Trento legno, XXII ciclo, Università degli Studi di Firenze.
Servizio Foreste e fauna
Ufficio amministrazione e lavori forestali Ciancio O., 2013 - Alberi monumentali, boschi vetusti e selvicoltura. IV Simposio: Gli alberi monumentali
(Dott. Maurizio Zanin – Dott. Mauro Confalonieri) in Italia. Atti 108° Congresso della Società Botanica Italiana, Baselga di Piné (Trento), 18- 20 set-
PEC: [email protected]
E-mail: [email protected] tembre 2013.
Regione Umbria Farina A., 2015 - Alberi in posa. Edizioni GB, Roma.
Direzione regionale Agricoltura, Ambiente, Energia, Cultura, Beni Culturali e Spettacolo
Servizio Foreste, montagna, sistemi naturalistici, faunistica Farina A., 2015 - Il censimento degli alberi monumentali. Acer, 2.
(Dott. Francesco Grohmann – Dott.ssa Elena Giovagnotti)
Tel.: 075 5045053 – 075 5045102 Farina A., 2018 - Patriarchi verdi on line. #Natura, anno XIX, 103.
PEC: [email protected]
E-mail: [email protected] Fratus T., 2013 - Il manuale del perfetto cercatore di alberi. Kowalsky, Milano.
Regione Autonoma Valle d’Aosta Giordano N., 2003 – Patriarchi verdi testimoni muti della storia. Gli strumenti normativi regionali e le
Assessorato agricoltura e risorse naturali leggi dello Stato per la tutela degli alberi monumentali. Il forestale, anno IV, 19.
Dipartimento Corpo forestale della Valle d’Aosta e risorse naturali
Flora, fauna, caccia e pesca Kraus D. et al, 2016 - Catalogo dei microhabitat degli alberi. Elenco di riferimento da campo. European
Ufficio verde pubblico, vivai, piante monumentali e giardini
(Dott. Paolo Oreiller – Dott. Giorgio Cuaz) Forest Intitute, Freiburg.
PEC: [email protected]
E-mail: [email protected] Lisa C., 2005 - Considerazioni sul significato degli alberi e delle foreste monumentali e princìpi della loro
gestione e conservazione. Elaborato finale del Corso di laurea in Tecniche Forestali e Tecnologie del
Regione Veneto
Direzione Turismo Legno. Relatore prof. B. Schirone, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo.
Unità Organizzativa Economia e Sviluppo Montano
(Dott. Claudio De Donatis – Dott. Maurizio Minuzzo – Dott.ssa Luisa Marchiori) Lisa C., 2011 - Gli alberi monumentali: normative, conoscenza e tutela. L’Italia Forestale e Montana, 66
PEC: [email protected] (6).
E-mail: [email protected] - [email protected]
Lisa C., Nocentini S., 2013 - Alberi monumentali: normativa e tutela in Italia. IV Simposio: Gli alberi mo-
234 235
numentali in Italia. Atti 108° Congresso della Società Botanica Italiana, Baselga di Piné (Trento), Un ringraziamento ai referenti delle regioni, delle province autonome, del Corpo forestale dello Stato e
18-20 settembre 2013. dell’Arma dei Carabinieri:
Nalin G., 2013 – Gli apparati radicali nella salvaguardia e nel recupero degli alberi monumentali. Elabora-
Saverio Allegretti, Salvatore Apuzzo, Giovanni Aramini, Tiziano Bacarozza, Chiara Bertolini, Walter Bo-
to finale del Corso di laurea magistrale in Scienze forestali e ambientali. Relatore prof. Sergio Mutto
nalume, Anna Giuseppe Bortone, Rita Bramerini, Emilio Brandimarte, Achille Bucci, Danilo Bucini, Vin-
Accordi, Università degli Studi di Padova, Padova.
cenzo Buonfiglio, Lorenzo Camoriano, Domenico Campanile, Roberto Cannone, Paolo Caramalli, Gordon
Russo D., Corona P., Merlini P., Agrimi M., 2015 - Alberi monumentali: beni culturali e ambientali da so- Cavalloni, Daniele Cecca, Cristiana Ciarimboli, Giulio Ciccalè, Elena Chiavegato, Cristiana Cocciufa, Giu-
stenere nel tempo e nello spazio. L’Italia Forestale e Montana, 70 (6). liano Colombo, Mauro Confalonieri, Carlo Console, Vito Consoli, Francesco Contu, Annamaria Corea, Ga-
Schicchi R., 2013 - Censimento degli alberi monumentali in Italia. IV Simposio: Gli alberi monumentali briele Cragnolini, Giorgio Cuaz, Cristoforo Cugnod, Francesca Damiani, Claudio De Donatis, Nicolina Del
in Italia. Atti 108° Congresso della Società Botanica Italiana, Baselga di Piné (Trento), 18-20 set- Bianco, Flora Della Valle, Tiziana D’Este, Filippa De Martino, Gavino Diana, Fabio Paolo Di Dio, Andrea
tembre 2013. Di Girolamo, Domenico Di Martino, Pasquale Di Meo, Pasquale Mauro Di Mirco, Franco Dinardo, Paola
Du Jardin, Luca Fontana, Paolo Ferrecchi, Roberto Fratini, Nicolò Giordano, Elena Giovagnotti, Fran-
Sereni E., 1976 - Storia del paesaggio agrario italiano. Universale Laterza, Roma.
cesco Grohmann, Gianluca Grossi, Gabriele Guidi, Gaetano Gullo, Peter Kasal, Franco La Civita, Marco
Siitonen J., 2012 - Microhabitats, in: Stokland J.N., Siitonen J., Jonsson B.G. (Eds.), Biodiversity in Dead Laguardia, Giovanna Lampreu, Silvio Landonio, Mauro Lasagna, Fabio Maistrelli, Linda Malzone, Luisa
Wood. Cambridge University Press, Cambridge. Marchiori, Andrea Maroè, Franco Mason, Luca Masiello, Giorgio Messina, Valeria Michelucci, Rosabella
Siitonen, J., Ranius T., 2015 - The importance of veteran trees for saproxylic insects, in: Kirby, K., Watkins, Milano, Ernesto Migliori, Maurizio Minuzzo, Francesco Natalini, Diego Noveri, Paolo Oreiller, Monica
C. (Eds.), Europe’s Changing Woods and Forests: From Wildwood to Managed Landscapes. Wal- Palazzini, Domenico Pallaria, Rocco Pelle, Annino Petrella, Sara Piloni, Roberto Pinto, Mario Pompei,
lingford. Maria Pompili, Giovanni Pordon, Paul Profanter, Orsola Reillo, Francesco Repetto, Luigi Robino, Valter
Rossi, Gilda Ruberti, Michele Salvatore, Maria Carmela Santoro, Giuliano Savelli, Renato Saverino, Fabri-
Speight M.C.D., 1989 - Saproxylic invertebrates and their conservation. Strasbourg, Council of Europe,
zio Scelsi, Alessandro Serafini Sauli, Stefano Sisto, Angelo Sgroi, Massimo Stroppa, Aldo Terzi, Rossana
Strasbourg.
Tonesi, Antonella Triches, Luigi Trotta, Guenther Unterthiner, Enzo Valbonesi, Valerio Vassallo, Stefania
Stokland J.N., Siitonen, J., Jonsson, B.G., 2012 - Biodiversity in Dead Wood. Cambridge University Press, Vecchio, Frank Weber, Maurizio Zanin, Luca Zuccoli Bergami.
Cambridge.
Tomè A., Piutti E., 2004 - Alberi monumentali, serve un protocollo di gestione. Alberi e Territorio, 3. Un pensiero a Elena Tironi.
Vera F., 2000 - Grazing ecology and forest history. CABI Publishing, Wallingford.
Un ringraziamento anche al personale del CREA - DC di Firenze: Edoardo Antonio Costantini, Giu-
Zapponi L., Mazza G., Farina A., Fedrigoli L., Mazzocchi F., Roversi P.F., Sabbatini Peverieri G., Mason F., seppe Mazza, Pio Federico Roversi, Giuseppino Sabbatini Peverieri, Livia Zapponi; ai docenti dei corsi
2017 - The role of monumental trees for the preservation of saproxylic biodiversity: re-thinking di formazione: Gian Pietro Cantiani, Luca Fantini, Carmelo Fruscione; al referente di Almaviva: Amato
their management in cultural landscapes. Nature Conservation, 19. Patrone; a Caterina Artese e a Roberto Bianchini.
Zapponi L., Mazza G., Farina A., Roversi P.F., Sabbatini Peverieri G., Mason F., 2016 - Censimento degli
Al personale dei comuni impegnato nel progetto e a tutti coloro che hanno svolto il lavoro di censi-
alberi monumentali: guida al rilievo del valore ecologico. Centro Nazionale per lo Studio e la Con-
mento in campo, di inserimento dei dati nel sistema informativo e hanno contribuito alle iniziative di
servazione della Biodiversità Forestale “Bosco Fontana” – Consiglio per la ricerca in agricoltura e
formazione e pubblicizzazione, un sentito grazie.
l’analisi dell’economia agraria. Cierre Grafica, Caselle di Sommacampagna (VR).
Immagini © Google Maps Infine, sentitamente ringraziamo tutto il personale dell’Ufficio Difor IV della Direzione generale delle
foreste per l’impegno profuso nel coordinamento delle attività di catalogazione: Flavia Caruso, Deborah
Cecconi, Massimiliano Galassetti, Immacolata Librandi, Michela Lucchini, Cristina Modesti, Antonella
I riferimenti normativi e ulteriori informazioni sono disponbili nel sito istituzionale del Mipaaft
Riccardi, Giampaolo Turco.
www.politicheagricole.it, seguendo il percorso politiche nazionali-foreste-alberi monumentali.
236 237
Referenze fotografiche
Giorgio Cuaz (31), Comune di Treia (140, 141),
Corpo Forestale della Valle d’Aosta (33, 35), Catena Emiliano (143),
Tiziano Salerno (36, 37), Angela Farina (144, 145),
Lorenzo Camoriano (38, 39), Riccardo Frattaroli (146, 147),
Enrico Formica (40–47), Aldo Filippi (148, 149),
Luca Rimoldi (49), Massimo Paoletti (150),
Carlo Milesi (51), Gabriele Paoletti (151),
Giacomo M. Uboldi (53), Matteo Faggi (152, 153),
Fabio Mazzocchi - Liana Fedrigoli (54, 55), Roberto Monasterio Photoeditor (155, 157-161),
Comune di Ponte in Valtellina (56, 57), Iolanda Di Paolo - Carabinieri Forestale (162, 163),
Alberto Ambrosetti (58, 59), Grossi Gianluca - Carabinieri Forestale (164-169),
Othmar Seehauser (60, 61, 64, 65), Regina Annarumma (170, 171),
Archivio Ufficio Ecologia del paesaggio (62, 63), Comune di Aquilonia (172, 173),
Nicola Angeli (66-71, 74, 75), Comune di Summonte (174, 175),
Marco Simonini (72), Marco Monari (176, 177),
Maurizio Minuzzo (77–81, 83-89), Agnese Rinaldi (178, 179),
Zanini Stefano (90, 91), Francesco Rega - Regione Puglia (180, 181, 186, 187),
Maroè Andrea (93), Rosabella Milano - Regione Puglia (182, 183),
Roberto Valenti (95), Rosabella Milano - Regione Puglia (184, 185),
Dario Di Gallo (96, 97, 99), Giuseppe Geronimo - Carabinieri Forestale (188, 189),
A.S.Ter. Genova (100, 101), Vito Orlando (190, 191),
F. Carassale (102), Aldo Schettino (193),
Museo Bricknell (103), Vito Santarcangelo (194),
Giovanni Vetrone (104, 105), Eustachio Danilo Viventi (195),
Enrico Amici (106), Antonio Scalise – Arsac (196, 197),
Sandro Stefanelli (107), Anna Maria Corea – Arsac (198, 199),
Carabinieri Forestale (108-110), Salvatore Pace – Arsac (201),
Pietro Zanardi (111), Luigi Sprovieri - Carabinieri Forestale (202, 203) ,
Gigi Montali (112, 113), Giovanni Saraceno - Carabinieri Forestale (204),
Flavio Bianchedi - Roberto Fabbri (114, 115), Giuseppe Mercurio - Comune San Lorenzo (205),
Rosella Ghedini (116, 117), Donato Mingrone - Carabinieri Forestale (207),
Franco Dinardo - Roberto Fratini (118–121, 123-127), Valeria Michelucci - Comando Corpo Forestale della
Regione Siciliana (208-211, 219),
Luca Tittarelli Rubboli - Regione Umbria (128, 129, 132,
133), Bartolotta Gaetano - IRF Catania (212, 213),
Rotoloni Carla (135), Francesco Alongi - Ispettorato Ripartimentale Foreste
Ragusa (214-217),
Comune di Arquata del Tronto (136),
Corpo forestale e di vigilanza ambientale Sardegna (220-
Carabinieri Forestale (137, 138),
231).
Giorgio Tassi (139),
238
Prodotto da Rodorigo Editore
Finito di stampare a Roma - Settembre 2018