Lorenzo de Medici

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Università degli Studi di Spalato

Facoltà di Lettere e Filosofia

LORENZO DE' MEDICI

Relatore: izv. prof. dr. sc. Srećko Jurišić

Candidate: Sara Stipčević


Filipa Tolić

Spalato 2020.
Indice

1. Introduzione..................................................................................................................2
2. Vita.................................................................................................................................2
2.1 Lorenzo mecenate..................................................................................................2
2.2 Potere politico.........................................................................................................3
2.3 Lorenzo come poeta...............................................................................................4
3. Opere..............................................................................................................................5
4. Conslusione....................................................................................................................8
5. Letteratura.....................................................................................................................9

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1. Introduzione

In questo semminario si parla di Lorenzo de' Medici, signore di Firenze e uno tra i più
importanti mecenati del Rinascimento. Primo, si parla della sua vita in aspetto privato,
politico, mecenante e letterario. Alla fine, c'è una panoramica delle suoe opere letterarie.

2. Vita

Lorenzo de' Medici, conosciuto come Lorenzo il Magnifico era un signore di Firenze e il
de facto governante allo Stato di Firenze inizialmente insieme al fratello Giuliano, dal
1478 da solo, sostanzialmente consolidando quel potere personale, tirannico ma informale,
le cui basi erano state poste dal nonno Cosimo (detto il vecchio) e confermate dal padre
Piero. Lui era il più conosciuto dalla famiglia Medici. I suoi genitori erano Piero e
Lucrezia Tornabuoni. Con la sua moglie Clarice Orisini aveva sette figli. . Morì nel 1492 a
soli 43 anni per via di complicazioni dovute alla gotta. 

2.1 Lorenzo mecenate


Come Mecenate, Lorenzo protesse alcuni tra i più importanti letterati, architetti e artisti del
suo tempo, sempre con l’intento di rendere Firenze la capitale culturale d’Italia.

Lorenzo il Magnifico puntava a fare di Firenze una vera e propria capitale culturale d’Italia, e
per questo si adoperò molto nel coltivare nella sua città un’intensa vita intellettuale e artistica.
Se suo nonno Cosimo aveva abbellito Firenze con molte chiese e palazzi, Lorenzo dovette
fare i conti con una disponibilità finanziaria ridotta: tra le poche opere architettoniche di
rilievo si ricorda la villa medicea di Poggio a Caiano dal 1485, anche chiamata Ambra.

Pur senza finanziare grandi opere architettoniche, Lorenzo fu riconosciuto dai suoi
contemporanei come un patrono di architetti e pittori: non soltanto li protesse e li ospitò
presso la sua corte, ma favorì presso le corti di tutta Italia architetti come Giuliano da
Sangallo, ed artisti come il Ghirlandaio, Boticelli ed il Perugino, diffondendo e in tutta Italia
l’eccellenza dell’arte di Firenze. 

Ancora più significativa fu la protezione accordata da Lorenzo a scrittori di ogni tipo. Sulla
sua protezione non erano soltanto poeti e letterati, ma erano anche umanisti e filosofi. Angelo
Poliziano, sulla protezione del Magnifico collezionò centinaia di manoscritti greci di
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inestimabile valore, con l’obiettivo di rendere Firenze una nuova Atene, e Pico della
Mirandola, che dedicò a Lorenzo il suo Heptaplus.   

2.2 Potere politico


A giovane età di Lorenzo (20 anni) e di suo fratello Giuliano (16 anni) hanno ereditato suo
padre. Firenze era una città di mercanti e banchieri, in cui il potere politico era necessario
a salvaguardare la propria fortuna economica - e i Medici intendevano conservare la
propria posizione dominante. 

Il potere di Lorenzo sarebbe stato un potere informale: in pratica sarebbe rimasto un


semplice cittadino, che giurò solennemente di rispettare le istituzioni repubblicane di
Firenze, dove i governi venivano eletti. In realtà, il potere personale di Lorenzo dipendeva
dall’appoggio non soltanto di amici e clienti dei Medici, ma anche di potenze esterne
come Milano e la Francia.
 
Già nei primi anni, Lorenzo riuscì a consolidare ulteriormente il potere dei Medici su
Firenze, che non era garantito da nessun titolo nobiliare. Il suo regime avrebbe portato a
Firenze la “somma pace”, anche perché lui era talmente potente che nessuno “si ardiva
contradirlo”. 

2.3 Lorenzo come poeta

Lorenzo de’ Medici non era soltanto un politico ma anche un uomo di lettere: a quindici anni
scrisse il suo primo componimento, un’operetta pastorale intitolata il Corinto, nonché vari
sonetti e canzoni di tema amoroso che si svilupperanno in seguito nel Canzoniere.  

L’opera letteraria di Lorenzo è variegata e di alta qualità tecnica. Tra i temi a lui più cari
spicca quello della posizione predominante della lingua toscana in Italia.

3. Le opere

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Il suo primo componimetno è un'operetta pastorale intitolata Il Corinto. Comprende inoltre
canzoni e canzi, poemetti satirici e filosofici. Di grande importanza è la Raccoltra aragonese.
Quest' opera raccoglie alcune tra le più importanti composizioni poetiche in lingua toscana sin
dal XIII secolo. L'intento era di rivendicare il toscano un ruolo di modello linguistico
dominante. Lorenzo l'ho aprrezzato molto il tema dell'egemonia della lingua toscana nella
cultura italiana. Ho scritto opere di carattere religioso come la rappresentazione di san
Giovanni e Paolo. Compone per il popolo delle Sacre Rappresentazioni (teatro popolare molto
in voga tra il ‘300 e il ‘400, deriva dalla lauda che è una rappresentazione fatta da duo o tre
attori in volgare sul sagrato della Chiesa e parla della madre di Gesù.Nella Sacra
Rappresentazione si parla anche della vita dei santi e dei personaggi biblici), i Canti
Carnascialeschi (composti per gli intellettuali in occasione del Carnevale), il Canzoniere
d’Amore (ispirato da Dante stilnovista e da Petrarca). Era anche un autore dell'Ardosia,una
commedia e di Apologia, un'opera filosofica a difesa del proprio gesto.

Canti carnascialeschi

I Canti carnascialeschi sono stati un genere musciale a Firenze nel Quattrocento ai tempi di
Lorenzo di Magnifico, a cui viene attribuita pure la loro paternità. I Canti carnascialeschi
assomigliano ai Carri e ai Trionfi, dato che tutti questi generi seguono una forma metrica
popolare (come la barzelleta o la ballatta) intervallata da ritornello, talvolta dalla simulazione
della caccia e della fratola. Questi canti abitualmente venivano eseguiti durante le feste di
carnevale da un gruppo di maschere sulla strada. Quando quelle mascherate rappresentavano
divinità mitologiche e personificazioni di virtù, sono chiamati Trionfi,quando impersonavano
mestieri o l'umanità Carri.

Le maschere rappresentavano i mestieri e lo scopo della rappresentazione era di descrivere sia


i gesti e l'abitudini della categoria sia di alludere e riferirsi grazie a doppi sensi alla tematica
della pratica dell'amore. Tra i mestieri erano immancabili quello del tessitore, del dipintore,
dello spazzacamino... I canti venivano anche musicati. I canti più noti sono : Il Canto del
berniquola, su testo di Lorenzo e musica di Henrich Isaac, i Canto dei farcitori d'olio, il Canto
del cialdonai di anonimo, il Canto delle rivenditore di anonimo, il Canto dei poveri che

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accettano la carità di anonimo su testo di Lorenzo. Il canto più rinomato di Lorenzo il
Magnifico è intitolato Il trionfo di Bacco e Arianna,nel quale si ritrova lo spirito della sua
epoca.

Il trionfo di Bacco e Arianna

È componimento poetico scritto 1490. Ha vari aspetti di tipo popolaresco con la presenza di
figure mitologichi come Bacco, divintà dell'ebbrazza e del vino, Arianna ed anche satiri e
ninfe. La canzone discrive e accompagna lo sfilare di cari mascherati di argomento
mitologico. È composta di 60 versi ottonari, riuniti in sette strofe di otto versi con rime
ABABBCCD. Le strofe precedute dal ritorello con rime DCCD. Il testo presenta quindi una
musicalità facile e ripetitiva, adatta all'esecuzione corale. Il componimento è un'eslatazione
del carpe diem oraziano.

Il Corinto

Il Corinto è un poemetti bucolico composto intorno al 1464 quando Lorenzo ho avuto 15 anni.
È un opera di imitazione virgiliana in terzine dantesche. Canta l'amore non corrisposto del
pastore Corinto per la ninfa Galatea. Galatea è Lucrezia Donati, gentildonna fiorentina amata
da Lorenzo. La campagna è rappresentata secondo le linee dell'idillio classico, popolata da
ninfe e da pastori innamorati, in cui si proietta il sogno di una vita piena e gioioisa, lontanata
della vita quotidiana. Come in tutta la poesia idilliaca di questo periodo, questa tematica
esprime la concezione edonistica, centrale nelle civiltà rinascimentale.

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La Nencia da Barberione

È un poemetto in ottave scritto tra il 1469 e il 1473. Nel poemetto il contadino Vallera canta
le lodi della pasotrella Nencia di cui è innamorata e che dà il nome all'opera. La campagna è
rappresentata con il volto bonariamente familiare e il sapore concreto di quotidiana operosità.
Il lessico è popolare ed è presente una nota di ironia e comicità. Il componimento costituisce
una parodia della lirica colta. La parodia si esercita sugli stereotipi della poesia lirica, sulla
riproduzione insensata di modelli depositati dalla tradizione. Mentre diverte i lettori colti,
Lorenzo sembra mettere in guardia dai rischi di un classicismo acritico e un'applicazione fine
a se stessa del principio di imitazione.

Raccolta aragonese

È una nota celebre antologia di rime toscane composta a Firenze nel 1476-1477 per volontà di
Lorenzo de Medici. La raccolta è preceduta da una epistola accompagnatorica, attribuita ad
Angelo Poliziano, nella qualle si espongona la finalità culturali dell'operazione attraverso una
vasta scelta di rime, la nobiltà e la continuità della tradizione poetica toscana e la ricchezza e
la piena dignità letteraria della lingua volgare.

Canzoniere d'Amore

Le rime che compogono il Canzoniere d'Amore di Lorenzo smebrano narrare una storia
interrotta d'amore. Se unica è la figura della „dama“ ispiratrice, Lucrezia Donati, il cui nome
costantemente ricorre in simboli e giochi verbali. Le canzone eravano scritte lungo l'arco di
un vintennio.

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4. Conclusione

Lorenzo de' Medici, detto il Magnfico, viene da una dinastia delle più importanti del
Rinascimento. Lui era attivo in molte zone di vita. Si rilevò di più come governante,
poeta e mecenante. Sul su a protezione erano molti artisti del Rinascimento.
Aprezzava molto il tema dell'egemonia della lingua toscana nella cultura italiana.
Scriveva la commedia, opere filosofice, canzone, operette e canti.

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5. Letteratura
https://www.studenti.it/lorenzo-de-medici-biografia-opere-e-poesie.html#s-34787
https://www.enciklopedija.hr/natuknica.aspx?id=39740
https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Opere_di_Lorenzo_il_Magnifico

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