Atto Di Precetto
Atto Di Precetto
Atto Di Precetto
Intima e fa precetto
a ___________ residente in ___________ via ___________ di pagare, entro e non oltre giorni 10
dalla notifica del presente, atto e con l’avvertimento che in difetto si procederà ad esecuzione
forzata, le seguenti somme:
A) Sorte Titolo esecutivo
-
B) Spese legali liquidate e successive
(indicare qui eventuaali spese legali liquidate e successive
ad esempio nel caso di atto di precetto su decreto ingiuntivo)
e quindi in totale la somma di Euro ___________ (A + B + C), oltre CPA 2% e IVA 20% su diriti e
onorari. Oltre agli interessi legali maturati e maturandi sulla sorte sino al saldo effettivo, il costo
della notifica risultante a margine e salve le eventuali spese successive.
___________, ___________
Avv. ___________
L'atto di precetto può essere utilizzato immediatamente da chi sia in possesso di prova del credito
particolarmente qualificata come cambiale o assegno protestato oppure costituisce il passaggio successivo
per il creditore che si trova già in possesso di un decreto dichiarato esecutivo come sopra.
In entrambi i casi l’atto di precetto deve essere notificato al debitore, il quale normalmente ha dieci giorni
di tempo decorrente dalla ricezione dell'atto per pagare le somme intimate.
In caso di mancato pagamento, decorso detto termine, il creditore ha la facoltà di richiedere all'ufficiale
giudiziario il pignoramento di tutti i beni del debitore fino all'integrale soddisfacimento del proprio credito
per sorte capitale, interessi, spese e competenze legali.
Possono essere pignorati a titolo esemplificativo beni mobili, mobili registrati, beni immobili, stipendi,
emolumenti di ogni genere, conti correnti e quant'altro di proprietà del debitore.
Prima di procedere ad esecuzione forzata e al pignoramento dei beni mobili, immobili, stipendi,
pensioni e crediti del debitore, il creditore deve sempre procedere alla notifica di una intimazione
di pagamento, che viene chiamata “atto di precetto”.
Il cosiddetto precetto è un atto che il creditore deve notificare al proprio debitore prima di iniziare
un’esecuzione forzata. Sia che egli intenda, dunque, procedere ad espropriare i beni mobili del
debitore (pignoramento mobiliare), sia gli immobili (pignoramento immobiliare) o a pignorare il
conto in banca o il quinto dello stipendio o della pensione (pignoramento presso terzi), il creditore
deve sempre provvedere prima a far pervenire, alla residenza dell’intimato, tale atto di precetto.
Solo nel caso di esecuzione forzata da parte dell’Esattore (uno su tutti è Equitalia) non c’è bisogno
di notificare il precetto prima dell’esecuzione forzata.
Benché notificato attraverso il servizio degli ufficiali giudiziari del tribunale, il contenuto del
precetto è una normale diffida scritta normalmente dall’avvocato del creditore e consiste in una
intimazione al debitore ad adempiere entro 10 giorni dal suo ricevimento.
Solo dopo che siano trascorsi 10 giorni dalla notifica del precetto, il creditore può procedere in via
esecutiva.
La scelta, che alcune volte viene fatta dal debitore, di non ritirare l’atto alla posta si rivela una
pessima strategia: per la legge, infatti, l’atto non ritirato si considera comunque notificato una volta
decorsa la “giacenza”, ossia dopo 10 giorni dall’invio, al debitore, di una seconda raccomandata, in
cui lo si avvisa del primo tentativo di notifica non andato a buon fine. Con la conseguenza che il
debitore che non ha ritirato il precetto non è neanche nella condizione di verificarne il contenuto ed,
eventualmente, contestarlo.
Il precetto ha una validità di 90 giorni: pertanto se entro tale termine il creditore non effettua il
pignoramento, ogni esecuzione forzata è invalida. Tuttavia, ben può il creditore procedere alla
notifica di un nuovo atto di precetto e far decorrere da capo i 90 giorni.
La notifica del precetto deve essere stata preceduta da quella del titolo, ossia del documento che
riporta le ragioni di credito del creditore. Tuttavia, spesso, il titolo e il precetto possono essere
notificati con un solo atto (si troveranno cioè spillati l’uno con l’altro). È questo il caso delle
sentenze: in tale ipotesi, infatti, il creditore preferisce – e può farlo – notificare una sola volta il
titolo insieme al precetto.
Nel caso invece di decreto ingiuntivo, quest’ultimo viene notificato sempre prima del precetto (a
meno che non sia provvisoriamente esecutivo).
Nel caso invece di assegni e cambiali, il loro contenuto viene normalmente “trascritto” (ossia
copiato) nell’atto di precetto. Per cui, in tal caso, il precetto non è mai anticipato dalla notifica del
titolo poiché il titolo è incluso nel precetto stesso.
Ogni volta che il precetto sia irregolare o contenga delle somme non dovute, il debitore può
opporsi attraverso un atto di ricorso (si parla di due tipi diversi di opposizione: l’opposizione
all’esecuzione e l’opposizione agli atti dell’esecuzione). In questo modo si inizia una vera e
propria causa.
Se intende contestare la regolarità formale del precetto, il debitore deve agire entro 20 giorni dalla
notifica dello stesso; diversamente, se intende contestare l’inesistenza del proprio debito e ogni altra
questione attinente alla sostanza del precetto, non ha termini entro cui agire (a meno che
l’esecuzione non sia già terminata).
In pratica
Con l’atto di precetto, il debitore viene messo a conoscenza che il creditore, non prima di 10 giorni,
ma non oltre 90, inizierà un’esecuzione forzata (mobiliare, immobiliare o presso terzi). Il debitore
può sempre opporsi contro il precetto. Tuttavia, è necessario che l’opposizione venga avviata entro
20 giorni dalla notifica se essa concerne vizi formali del precetto
Opposizione al Precetto:
L’opposizione al precetto – opposizione agli atti esecutivi – è la seconda delle due opposizioni (la
prima è l’opposizione all’esecuzione) riconducibili all’iniziativa del debitore, o comunque del terzo
assoggettato all’esecuzione.
Mediante detto strumento si contesta la regolarità formale del titolo esecutivo o del precetto art.
617, comma 1 , c.p.c.
L’opposizione al precetto, poiché si propone ad esecuzione non ancora iniziata –c.d. opposizione
preventiva – deve essere proposta mediante atto di citazione supportato da adeguata relazione
tecnico – contabile (chiedila) comprovante che il credito intimato dalla banca non corrisponde al
vero davanti al giudice designato ai sensi dell’art. 480 comma 3, c.p.c., entro il termine di venti
giorni dalla notifica dell’atto che si assume essere viziato o irregolare.
A seguito dell’opposizione al precetto il giudizio si svolge con le regole proprie del giudizio di
cognizione.
Il precetto è un atto tipicamente recettizio, vale a dire che produce i suoi effetti poiché è portato a
conoscenza del suo destinatario (il debitore), al quale deve essere notificato personalmente.
L’efficacia del precetto è limitata a novanta giorni dalla sua notificazione, quindi se l’esecuzione
forzata non viene iniziata entro tale temine, l’avvenuta notificazione non è più utilizzabile.
Il precetto normalmente contiene o è pedissequo al titolo esecutivo, infatti quando il titolo esecutivo
è costituito da titolo di credito opera il disposto dell’art. 480, comma 2, c.p.c. , che richiede la
trascrizione del titolo nel contesto del precetto quando ciò è richiesto dalla legge.
CHE COS'È
Il precetto deve essere preceduto dalla notifica del titolo esecutivo (munito di apposita formula
esecutiva) ovvero può essere notificato unitamente ad esso e indirizzato al debitore personalmente
ai sensi dell'art. 137 c.p.c..
Tuttavia, ci sono dei casi particolari in cui la notificazione del precetto deve avvenire
necessariamente in epoca successiva alla notifica del titolo in forma esecutiva (ad esempio quando
l'esecuzione è diretta nei confronti delle le pubbliche amministrazioni il creditore non
potrà procedere ad inoltrare il precetto prima del decorso di almeno 120 gg dalla notifica del titolo
esecutivo).
COME SI FA
Il precetto, ai sensi dell'art. 480 c.p.c., consiste nella formale "intimazione ad adempiere
l'obbligo risultante dal titolo esecutivo" entro il termine massimo indicato dal creditore (non
inferiore ai 10 giorni). In caso di mancato adempimento oltre il predetto termine, il creditore potrà
procedere all'esecuzione forzata.
Qualora vi sia pericolo nel ritardo (ad esempio nel caso in cui a carico del debitore risultino già
pendenti altri procedimenti esecutivi) il Presidente del Tribunale, su richiesta del creditore, potrà
autorizzare l'esecuzione "immediata", dispensando l'interessato dal rispettare il termine minimo di
10 giorni.
2. la data di notificazione del titolo esecutivo qualora questa sia avvenuta separatamente;
3. in caso di titoli per cui non è prescritta la notifica (scritture private autenticate, assegno bancario
e postale e cambiale), sul precetto deve risultare la certificazione della trascrizione di tali titoli da
parte dell'ufficiale giudiziario, dietro esibizione del titolo stesso da parte del creditore.
Dal precetto inoltre deve risultare la residenza o l'elezione di domicilio da parte del creditore
procedemente oltrechè la sottoscrizione sua personale o di difensore munito di procura.
CHI
Possono procedere alla notificazione dell'atto di precetto nei confronti del debitore, tutti i
creditori muniti di un titolo esecutivo, la cui obbligazione non è stata estinta.
4. gli atti ricevuti da notaio o altro pubblico ufficiale autorizzato dalla legge a riceverli
ATTO DI PRECETTO
Per il Sig. … (C.F.: …), rappresentato e difeso dall’Avv. … (C.F.: …) presso il quale è
elettivamente domiciliato in … (…), via …, n. …, giusta procura a margine del presente atto
PREMESSO
che in seguito a sentenza n. …, emessa dal Tribunale di …, sez. …, il …, depositata in Cancelleria
il …, munita di formula esecutiva del … (che si notifica unitamente al presente), emessa nel
giudizio tra il Sig. … e la società …, l’istante è divenuto creditore di …, con sede in … (…), via …,
n. …, della somma di € … a titolo di …;
- che il valore del presente procedimento ai fini del D.M. 140/2012 è pari ad Euro ..., e dunque,
ricompreso nello scaglione da Euro ... a Euro ...
INTIMA E FA PRECETTO
alla società …, …, con sede in … (…), via …, n. …, in persona del suo legale rappresentante pro
tempore, di pagare all’istante nel domicilio eletto entro e non oltre 10 giorni dalla notifica del
presente atto, la somma di Euro … a titolo di …, oltre interessi e rivalutazione monetaria dal dì del
maturato al saldo, così come di seguito specificato:
A) Sorte Capitale
rivalutazione monetaria
interessi legali
Totale A
CPA 4% su euro
Totale B
Riepilogo
Totale A +
Totale B =
Totale generale dovuto
Oltre le ulteriori somme maturande fino al soddisfo. Con avvertimento ad esso intimato che, in
difetto di pagamento entro dieci giorni dalla notifica del presente atto, si procederà in suo danno ad
esecuzione forzata ai sensi di legge.
Luogo e data Avv. …
_____
Tabella A - Avvocati
PRECETTO
Scaglione da euro 0 a euro 5.000: da 20 a 100 euro
Scaglione da euro 5.001 a euro 500.000: da 150 a 350 euro
Scaglione da euro 500.001 a euro 1.500.000: da 400 a 600 euro
Scaglione oltre euro 1.500.000: da 700 a 900
PREMESSO
- che con sentenza n. …….del Giudice di Pace di…….., Dott…….., pubblicata in data 00/00/0000,
la ……..con sede legale in…….. (P.Iva:………) veniva condannata a pagare in favore del
sig…………, a titolo di risarcimento del danno la somma di € ………..# (Euro……….), oltre agli
interessi legali dalla data del sinistro, nonché a pagare il rimborso delle spese processuali, liquidate
in € ……….., oltre Iva e Cpa come per legge;
tale menzionata sentenza viene notificata, con formula esecutiva, unitamente al presente atto di
precetto;
intima e fa precetto
alla………– con sede legale ………..in persona del suo legale rapp.te.p.t. di pagare, nel termine
di giorni 10 (dieci), dalla notifica del presente atto, le seguenti somme:
A) Sorte Capitale
rivalutazione monetaria
interessi legali
Spese liquidate in Sentenza
Totale A
B) Competenze precetto ex D.M. 140/2012
Spese per richiesta copie esecutive
Richiesta notifica precetto
Spese per corrispondenza informativa
Costo registrazione sentenza
CPA 4% su euro
IVA 21% su euro
Totale B
Riepilogo
Totale A +
Totale B =
Totale generale dovuto
Oltre le ulteriori somme maturande fino al soddisfo.
Con espresso avvertimento e diffida che non pagando tutto quanto sopra intimato nel termine
perentorio indicato, si procederà immediatamente ad esecuzione forzata nei loro confronti nei
modi di legge, anche presso terzi.
Avv. Avv.
Relazione di notifica
Ad istanza di come in atti Io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto all’Intestato Ufficio, copia
conforme della su estesa sentenza del Giudice di Pace di n. 000/00 in forma esecutiva e pedissequo
atto di precetto ho notificato alla
L’assegno, costituisce un titolo di credito, ed è una delle forme più comuni utilizzate per il
pagamento di una somma di denaro.
Chi possiede un titolo di credito, ai sensi dell’art. 1992 del codice civile “ha diritto alla prestazione
in esso indicata verso presentazione del titolo, purché sia legittimato nelle forme prescritte dalla
legge”.
Pertanto, una volta che un soggetto sia in possesso dell’assegno, quale titolo di credito, ha diritto
alla riscossione delle somme in esso indicate. Statuisce l’art. 31, del R.D. n.1736 del 1933, che
“l’assegno bancario è pagabile a vista”. Deve essere presentato nel termine di otto giorni, se è
pagabile nello stesso Comune in cui è stato emesso, quindici giorni se pagabile in un altro Comune
dello Stato italiano, altrimenti entro 30 o 60 giorni, come previsto dall’art. 32 del medesimo datato
decreto. Prima che sia scaduto il termine per la presentazione, se l’assegno non viene pagato, perché
la Banca constata che non vi siano sostanze atte a coprire la cifra che deve essere riscossa, si può
levare il protesto. Tra l’altro ai sensi dell’art. 2 della L.386/1990, “chiunque emette un assegno
bancario o postale che, presentato in tempo utile, non viene pagato in tutto o in parte per difetto di
provvista è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 516 ad Euro 3.098”.
Protesto o meno (il protesto non è necessario se non ci sono girate e si agisce contro il traente), chi
ha in mano un assegno non pagato, spesso non sa di essere in possesso di un titolo esecutivo, che
permette di recuperare il credito, inizialmente con poche spese e senza passare dalle aule
giudiziarie, riducendo così anche i tempi per il recupero.
L’inadempimento di un’ obbligazione comporta che il creditore possa utilizzare forme coattive per
la realizzazione del proprio credito, dando avvio all’esecuzione forzata.
L’esecuzione forzata può avere luogo in virtù di un titolo esecutivo per un diritto certo, liquido ed
esigibile (art. 474 c.p.c.). L’assegno è un titolo esecutivo valevole per iniziare l’esecuzione.
Come fare?
L’esecuzione forzata inizia con la notificazione del titolo esecutivo e del precetto.
Questa procedura può essere effettuata se non siano trascorsi più di sei mesi dal giorno in cui è stato
presentato l’assegno per l’incasso della somma. Altrimenti, una volta prescritta l’azione cartolare, si
può ancora far valere il proprio diritto, ma si deve avviare un procedimento per ingiunzione (per
ottenere un decreto ingiuntivo), che purtroppo ha maggiori costi e tempi più lunghi e coinvolge
direttamente il Giudice. La prescrizione dell’azione cartolare può essere interrotta o con una messa
in mora, ovvero con l’atto di precetto stesso.
Che cosa significa ai sensi dell’art. 479 c.p.c., notificare precetto e titolo esecutivo? Cosa si deve
fare in pratica?
Il precetto è l’intimazione di adempiere entro un termine non inferiore a dieci giorni. In sostanza è
un atto scritto, in cui deve essere inserito, a pena di nullità[1]: a) l’indicazione delle parti (e quindi
tutti i dati anagrafici concernenti il debitore ed il creditore); b)data di notificazione del titolo
esecutivo o la trascrizione integrale del titolo stesso (in sostanza si deve inserire che è stato
emesso un assegno in una data certa, si indica la banca trattaria, e si ricopiano tutti gli estremi
dell’assegno); c) va inoltre indicato un domicilio (luogo in cui si riceveranno le comunicazioni)
nello stesso Comune in cui ha sede il Giudice competente per l’esecuzione ( per le regole di
competenza territoriale si vedano gli artt. 18 e ss. del c.p.c.). Qualora non vi sia tale elezione di
domicilio, le comunicazioni verranno effettuate nella cancelleria del giudice; d) sottoscrizione del
precetto.
Il precetto può essere redatto dalla parte personalmente. All’atto va allegato il certificato di
conformità dell’assegno, infatti nello stesso si inserisce la sua copia, e tutti gli estremi, quindi ci si
deve rivolgere all’Ufficiale Giudiziario, affinché attesti che ciò che è inserito, corrisponda al titolo
esecutivo originale. Apposta la conformità, il precetto è pronto per essere notificato.
L’atto, come detto, può essere redatto di seguito al titolo esecutivo ed essere notificato insieme (per
ragioni di comodità), ma può anche essere notificato prima il titolo esecutivo e successivamente il
precetto.
La notifica è molto importante, interrompe i termini della prescrizione dell’ azione cartolare per il
creditore, dal momento che consegna l’atto all’Ufficiale Giudiziario (per la notifica a mani) o lo
spedisce (per via postale, recandosi sempre dall’Ufficiale Giudiziario), e fa decorrere i termini per
un’eventuale opposizione del debitore dal momento che lo riceve. Il debitore, infatti, una volta che
riceve il precetto ed il titolo esecutivo, può opporsi, entro venti giorni dalla sua notifica. Trascorso
questo tempo, se il debitore non si oppone, il creditore può dare inizio all’esecuzione, che deve
essere iniziata entro 90 giorni dalla notificazione del precetto (dies a quo-termine iniziale della
decorrenza del termine, notifica al debitore). Se il precetto viene notificato per posta, i termini
cominciano a decorrere dalla data in cui il soggetto viene a conoscenza dell’atto (data riportata
nell’avviso di ricevimento che tornerà al mittente), ovvero una volta che siano trascorsi i dieci
giorni di compiuta giacenza.
Trascorsi i dieci giorni, ed entro novanta giorni, dalla notifica, se il debitore non paga la somma
precettata, il creditore può iniziare l’esecuzione, che generalmente s’identifica con il pignoramento,
che merita una trattazione a parte.
Costi.
Stabilire un costo certo e complessivo della procedura summenzionata non è possibile. In linea di
massima però, non si tratta di costi alti. La redazione del precetto se fatta dalla parte personalmente
non ha altri costi che quelli della stampa dell’atto redatto con un personal computer e delle
fotocopie dello stesso che devono essere notificate (es. se il debitore è uno, servono due copie
dell’atto, una rimane al debitore e una viene rimessa al creditore con le ricevute della notifica). Se ci
si rivolge ad un legale, invece si devono contemplare anche le spese per la redazione del precetto,
che tuttavia non sono da considerarsi alte (vedi tariffe forensi). Per il certificato di conformità
dell’assegno non vi sono costi, che si esauriscono quindi nelle sole spese di notifica, che tuttavia
variano, a seconda di dove questa venga effettuata (il precetto infatti essendo un atto stra-giudiziale
può essere notificato da qualsiasi UNEP), e in base alle modalità (a mani o per mezzo del postale).
In linea di massima, la cifra non supera i 20 – 25 Euro, a voler esagerare.[2]