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LA SAGGEZZA

DEGLI SCIAMANI

Potenti insegnamenti
di trasformazione
sull'amore e sulla vita

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La divinità e il discernimento
Un principio dello sciamanismo è che il Divino esiste in
tutti noi. Il discernimento è uno strumento vitale quando si
tratta di interagire con gli altri. Usando il discernimento non
facciamo altro che prendere in esame i fatti reali per poi
prendere una decisione basata soltanto su di essi. Il
discernimento non implica la moralità.

Il mito dell’importanza personale


L’attuale Sogno del Pianeta promuove l’idea che qualcuno
sia più importante di qualcun altro per fama, potere o
status economico. Nella tradizione sciamanica, invece,
siamo tutti uguali, importanti e divini. Il Divino vive
nell’adesso, non si trova nel passato o nel futuro. Ecco
perché è importante onorare e ascoltare coloro che sono
con noi, anche quelli con cui non andiamo d’accordo, quelli
con cui abbiamo un conflitto o che in un primo momento
abbiamo respinto. Anche loro sono esseri divini e il modo
con cui trattiamo la divinità in loro è il modo in cui trattiamo
la divinità in noi stessi.

1
Il Giorno dei Morti
Nella tradizione sciamanica, rendere omaggio ai propri avi
è molto importante. In Messico, si celebra Il Giorno dei
Morti, una festa nazionale in cui la gente si riunisce attorno
alle tombe di propri cari per poterli celebrare. Il giorno dei
morti, nella tradizione tolteca, è un invito a tornare alla vita
e risorgere. È un’occasione per rinnovare l’impegno a
eliminare la nostra dipendenza mentale dalla sofferenza e
vivere attraverso il nagual, la forza vitale dentro di noi.
Quando vediamo con assoluta chiarezza che nella nostra
mente stiamo generando sofferenza, iniziamo a vivere in
modo diverso: abbandoniamo colui che fingiamo di essere,
iniziamo a essere chi siamo davvero e impariamo ad
accogliere ciò che ci arriva invece di lottarlo.

Quando comprendiamo che siamo dei morti viventi


perché la nostra dipendenza dalla sofferenza ci impedisce
di essere vivi, allora siamo in grado di vivere davvero, non
solo attraverso il nostro corpo fisico ma con tutto l’amore
che abbiamo nel nostro cuore.

Questo significa risorgere. Non significa reincarnare un


nuovo corpo, ma che lasciamo andare il vecchio modo di
vivere e ci colleghiamo alla vita e al nagual che è attorno e
dentro di noi. Allora, in questo caso, risorgiamo dal Mondo
dei Morti e torniamo a vivere ancora una volta.

2
Celebrare la vita
Nello sciamanismo, celebrare la vita significa avere un
cuore aperto e grato per tutto ciò che la vita ci porta.
Questo cuore aperto ci permette di vedere oltre ciò che la
mente etichetta come buono o cattivo, abbastanza o non
abbastanza, felice o triste.

Celebrare la vita inizia con il divertimento. Gioire della vita


e fare cose per nessun’altra ragione che non sia divertirsi
è un elemento per mantenere l’equilibrio. Non bisogna
celebrare l'esistenza solo per i momenti buoni ma anche
per quelli cattivi: quando riusciamo a vedere tutto ciò che
ci accade come un regalo invece che come una tragedia,
possiamo iniziare a festeggiare non solo le cose che
normalmente ci inducono a farlo ma anche ciò che di
solito viene visto come un ostacolo.

Celebrare la vita non significa non sperimentare le


normali emozioni umane di tristezza e dolore. Una delle
cose belle di noi individui è che possiamo avere allo
stesso tempo molteplici emozioni, positive e negative. Ma
significa sentire quelle emozioni senza combatterle,
senza farle diventare il veleno della rabbia, del desiderio
di vendetta e dell’odio.

3
Celebrare la propria perfezione
Per celebrare la nostra perfezione dobbiamo liberarci
dall’idea che siamo un progetto in attesa di essere definito
o un obiettivo che deve essere raggiunto. Siamo perfetti
così come siamo! La dipendenza dalla sofferenza è
insidiosa e cercare di essere “perfetti” è proprio un modo
per restare intrappolati nella dipendenza.

Celebrare i propri avi


Nella tradizione tolteca si onora i propri avi con la gioia e la
gratitudine piuttosto che con la tristezza. Il Giorno dei Morti
rappresenta, per questo motivo, un giorno di festa. Per
molti di noi, il fatto che il corpo debba morire viene vissuto
con tristezza o con negatività. Invece, per gli sciamani,
questo presupposto rende ancora più bella la vita: sapere
che il corpo un giorno se ne andrà consente allo sciamano
di apprezzare e a gioire per la vita presente.

Noi siamo energia e siamo fatti dello stesso amore e della


stessa energia vitale di tutto ciò che ci circonda, il nagual. Il
nagual non finisce mai. Non ha una data di morte. La morte
può essere bella tanto quanto la nascita perché, proprio
come quest'ultima, è solo l’ingresso in un nuovo stato
dell’essere. Noi non siamo la materia fisica del nostro
corpo, ma l’energia. E l’energia non può essere creata né
distrutta.

4
La saggezza dello sciamano
Tu sarai sciamano quando saprai che la verità che cerchi è
dentro di te: non c’è nessuno da seguire perché tu sei
l’artista della tua vita. Il potere di cercare il vostro
capolavoro è nelle tue mani. In quanto artista, puoi creare
tutto ciò che vuoi. In quanto sciamano, sai che l’avversario
principale per creare il paradiso perfetto è la dipendenza
della mente dalla sofferenza.

È questa la saggezza dello sciamano.

Potenti insegnamenti di trasformazione sull'amore e


sulla vita: ecco cosa ci sta rivelando Don José Ruiz, co-
autore del best seller Il Quinto Accordo e protagonista
del seminario che si terrà Sabato 23 Maggio 2020, a
Milano (cliccando qui trovi il programma dell'evento). È
con lui che abbiamo scelto di camminare questo
percorso, iniziato con i precedenti e-book e frutto della
sua condivisione degli insegnamenti degli antichi
Toltechi.

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