120 Arpeggi
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120 Arpeggi
MAURO GIULIANI
IN APPENDICE
48 ARPEGGI A DITA SCIOLTE
2
INDICE
Prefazione...................................................................................... 4
APPENDICE...................................................................................... 22
PREFAZIONE
L’idea che l’esercizio degli arpeggi come quelli dell’Op.1 di Mauro Giuliani sia di fondamentale importanza
per un primo approccio allo studio della chitarra trova una sua indubbia giustificazione sul piano storico-
musicologico ma alla luce delle esigenze di un repertorio contrappuntistico moderno presenta dei seri limiti
che una pratica giornaliera, per quanto assidua, non può superare.
Innanzitutto va osservato che chiunque si applichi giornalmente alla pratica di tali arpeggi non può non
rendersi conto che l’insistenza esclusiva e protratta sul solo tocco libero conduce infallibilmente all’assunzione
di un’accentuata curvatura delle dita che ne limita di molto l’efficienza sul piano dinamico-timbrico1, creando
inoltre un grave intralcio quando si debba effettuare un repentino passaggio da un tratto armonico arpeggiato
ad un tratto melodico da eseguire con le dita più distese in tocco appoggiato.
Si deve pertanto convenire che se la pratica dei 120 arpeggi di Giuliani può essere utile limitatamente alla
fase di primo approccio allo studio della chitarra, può non di meno risultare dannosa qualora venga protratta
lungamente. Per acquisire una tecnica della mano destra di livello superiore è necessario andare oltre la
pratica delle semplici formule armoniche in tocco libero per passare quanto prima ad una seconda fase con
la pratica di formule melodico-armoniche in tocco misto, comprendenti almeno un tocco appoggiato, come
quelle qui di seguito rappresentate2.
^a a^ ^a ^ m^ m^ ^i ^i ^i
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‰ œi
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p p p
Quando poi si ponga mente al libero gioco delle dita svincolato da una qualunque rigidità strutturale
prestabilita, risulta di indubbia utilità prendere atto di un’ulteriore e peculiare configurazione arpeggiata “a
dita sciolte”. Mettendo a confronto il gioco digitale richiesto per effettuare una concatenazione di arpeggi
armonici con quello richiesto per effettuare una concatenazione di arpeggi a dita sciolte (Fig. 2 e 3) si deve
rilevare quanto la diteggiatura del primo risulti ordinata, uniforme e costante a fronte della seconda che, per
il suo andamento estemporaneo, è tale da non consentire alcuna preordinata formulazione3.
1. Non va dimenticato che con il tocco libero, di trazione latero-frontale, il livello dinamico non può superare il mf se si vuole evitare un suono
“strappato”, mentre con i tocchi di spinta frontale, teso o appoggiato, il livello dinamico può giungere fino al ff e la gamma timbrica può venire
agevolmente arricchita con l’impiego di diverse angolazioni di attacco e di svincolo. V. M.Storti, Trattato di chitarra, Volontè & Co., Cap.78 a 85.
2. Per la pratica degli arpeggi in tocco misto vedasi M. Storti, Arpeggi e modulazioni in prima posizione, Volontè & Co.
3. Per rendersi pienamente conto della complessità del gioco contrappuntistico della mano destra basta osservarla durante l’esecuzione della
trascrizione di un brano di Bach o di Scarlatti.
5
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1 1 4 1
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œ 1œ œ 1œ œ 1œ œ 1œ œ œ œ 3 ˙ 2œ œ 1 œ
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i i i i i i i
& 4 2œ 2œ 2œ 2œ œ œ œ œ
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˙ ˙ 3 ˙
4
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p p p
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1 1
1 4 4 1 2 4 4 4
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2 4 1 2 2
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3 . 3w ˙ ˙. ˙.
p p ˙ œ 2 œ
a b c d e f g
In tal caso, data l’evidente impossibilità di adottare una qualsiasi delle consuete formule armoniche,
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœ œ œ
lo studente si vede costretto a passare ad una terza fase di studio per ricercare una propria diteggiatura
2
(qualora 1non figuri già sullo spartito) 4
alla quale
4 dovrà poi 1attenersi con la massima attenzione per evitare il œ œ œ œ Œ
&4
1 4
0 4 1
rischio di mancare i vari e numerosi attacchi (Fig.4). In definitiva una tale ultima soluzione,4 apparentemente
1
rassicurante, finisce per generare ulteriori e più numerose complicazioni.
CVii CVii
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a a
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1œ
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3œ 3œ
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ii i ii i
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1 1 2 1 2 1 1 1 1
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2 2 2 32 4 2
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2
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4 p p p
5 5
0 0
0 0
Fig.4 - M.Llobet, Estudio capricho (frammento): diteggiatura a stampa della mano destra.
La sola alternativa di gran lunga più valida per giungere ad una disinvolta e totale libertà della mano
destra nell’esecuzione di arpeggi a dita sciolte passa per la pratica propedeutica di esercizi da eseguire con
particolari formule circolari risultanti dall’accostamento delle coppie digitali im e ia e consistenti nel modulo
quaternario imia assunto come fondamentale e i relativi rivolti miai, iaim, aimi.
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Come si può notare, in tali formule il dito medio interviene una sola volta su quattro e sempre inserito fra
la coppia indice/anulare di uguale lunghezza e pertanto, con una pratica protratta adeguatamente, finisce per
assumere stabilmente una lieve curvatura che “accorciandolo” consente un perfetto allineamento basilare di
tutti e tre i poli e una conseguente totale libertà nei passaggi rovesci da corda a corda4.
Infine, un ulteriore vantaggio di straordinaria utilità deriva dalla percorribilità della formula sia in senso
orario che in senso antiorario (Fig.5) per cui, quale che sia il dito del primo attacco, il moto continuativo delle
dita si sviluppa sempre e solo secondo la medesima scansione quaternaria (Fig.6).
a i m i .......................................................................
i a i m .......................................................
m i a i ...............................................
i m i a . ......................................
i m i a i m i m i a i m i m i a i m i m i a i m
4. Per un’efficace pratica giornaliera di arpeggi a dita sciolte si veda M.Storti, 120 Arpeggi Melodici, Volontè & Co., varianti contrappuntistiche
XI e XII.