Prospetto Tempi Verbali in Latino PDF
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GENERALITÀ
Nota:
I temi della I, della II, della IV coniugazione e della coniugazione dei verbi in -ĭo terminano con una
vocale caratterizzante, rispettivamente ā, ē, ī, ĭ.
I temi della III coniugazione terminano in consonante, e di norma interpongono tra il tema e le
desinenze o tra il tema e le caratteristiche temporali una vocale di raccordo detta vocale tematica.
I verbi che presentano diversa vocale caratterizzante (come il verbo do, che ha tema in ă) o che non
interpongono con regolarità la vocale tematica sono detti anomali, e non rispettano i modelli qui
proposti.
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MODO INDICATIVO
Note:
1a coniugazione: La vocale caratterizzante ā si contrae con la desinenza nella I persona singolare sia all'attivo che al
passivo. Si abbrevia in ă per regola fonetica generale nella III persona singolare perché seguita da t
finale, e nella III persona plurale sia all'attivo che al passivo perché seguita dal gruppo nt.
2a coniugazione: La vocale caratterizzante ē si abbrevia nella I persona singolare sia all'attivo che al passivo per regola
fonetica generale perché seguita da vocale; si abbrevia in ĕ per regola fonetica generale nella III
persona singolare attiva perché seguita da t finale, e nella III persona plurale sia all'attivo che al
passivo perché seguita dal gruppo nt.
3a coniugazione: È interposta una vocale di raccordo fra tema e desinenza, detta vocale tematica: si tratta di ĕ nella II e
III persona singolare e nella II persona plurale, sia all'attivo sia al passivo; questa vocale muta in ĭ a
causa del forte accento intensivo del latino preletterario, tranne nel caso della II persona singolare
passiva quando, per un fenomeno detto di frangimento, è protetta dalla consonante r che la segue.
Nella III persona plurale, sia attiva che passiva, la vocale tematica è ŏ, che muta in ŭ a causa del forte
accento intensivo del latino preletterario. Nella I persona plurale, sia attiva che passiva, la vocale
tematica originaria è ŏ, poi ŭ a causa dell'accento intensivo, infine passata a ĭ per un fenomeno di
analogia con il resto della coniugazione.
4a coniugazione: La vocale caratterizzante ī si abbrevia nella I persona singolare sia all'attivo che al passivo per regola
fonetica generale perché seguita da vocale; si abbrevia in ĭ per regola fonetica generale nella III
persona singolare attiva perché seguita da t finale. Nella III persona plurale, sia all'attivo sia al
passivo, è interposta fra tema e desinenza una vocale tematica ŏ (poi ŭ a causa del forte accento
intensivo del latino preletterario) per analogia con la III coniugazione. Ciò determina l'abbreviamento
della vocale caratterizzante ī che viene ad essere seguita da vocale.
Verbi in -ĭo: La vocale caratterizzante ĭ si risolve in ĕ nella II persona singolare del passivo perché seguita dalla
consonante r (fenomeno di frangimento). Nella III persona plurale, sia all'attivo sia al passivo, è
interposta fra tema e desinenza una vocale tematica ŏ (poi ŭ a causa del forte accento intensivo del
latino preletterario) per analogia con la III coniugazione.
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MODO INDICATIVO
Note:
1a coniugazione: L'imperfetto è formato con la caratteristica temporale bā, che in alcuni casi si risolve in bă per legge
fonetica generale: una vocale si abbrevia quando è seguita da m, r, t finali o dai gruppi nt, nd. Ciò
spiega gli abbreviamenti della I persona singolare attiva e passiva, della III persona singolare attiva, e
della III persona plurale attiva e passiva.
3a coniugazione: Vale quanto detto per la I coniugazione. Inoltre, fra tema e caratteristica temporale è interposta una
vocale tematica ĕ, poi sostituita da ē.
4a coniugazione: Vale quanto detto per la I coniugazione. Inoltre, fra tema e caratteristica temporale è interposta una
vocale tematica ĕ, poi sostituita da ē, per analogia con la III coniugazione. Ciò determina peraltro
l'abbreviamento della vocale caratterizzante ī che viene ad essere seguita da vocale.
Verbi in -ĭo: Vale quanto detto per la I coniugazione. Inoltre, fra tema e caratteristica temporale è interposta una
vocale tematica ĕ, poi sostituita da ē, per analogia con la III coniugazione.
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MODO INDICATIVO
Note:
1a coniugazione: Il futuro semplice è formato con la caratteristica temporale b, seguita (tranne nel caso della I persona
singolare attiva e passiva) da una vocale di raccordo ĕ, ŏ che segue lo stesso comportamento della
vocale tematica. La vocale di raccordo ĕ si oscura in ĭ a causa del forte accento intensivo del latino
preletterario, tranne quando (II persona singolare passiva) è protetta dall'approssimante r. La vocale di
raccordo ŏ si oscura in ŭ per lo stesso motivo.
3a coniugazione: Il futuro semplice è formato con la caratteristica ē, che si abbrevia per legge fonetica generale quando
è seguita da t finale (III persona singolare attiva) o dal gruppo nt (III persona plurale attiva e passiva).
La I persona singolare attiva e passiva è desunta dal congiuntivo presente.
4a coniugazione: Vale quanto detto per la III coniugazione. Poiché la vocale caratterizzante ī viene ad essere seguita da
vocale, si abbrevia in tutte le persone attive e passive.
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MODO INDICATIVO
Note:
Diatesi attiva: Nella formazione del perfetto è visibile, sebbene non sempre perspicua, la caratteristica ĭs del sistema
del perfectum. Le desinenze sono specifiche di questo tempo.
Diatesi passiva: La formazione è perifrastica, con l'utilizzo delle forme dell'indicativo presente del verbo sum.
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MODO INDICATIVO
Note:
Diatesi attiva: Nella formazione del piuccheperfetto attivo si utilizza una caratteristica ĭs (comune al sistema del
perfectum) seguita da una caratteristica temporale del passato ā. Successivi fenomeni di rotacismo e
frangimento portano all'evoluzione -ĭs-ā > -ĕr-ā. Per le note regole fonetiche generali la ā
caratteristica temporale si abbrevia nella I e nella III persona singolare e nella III persona plurale.
Diatesi passiva: La formazione è perifrastica, con l'utilizzo delle forme dell'indicativo imperfetto del verbo sum.
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MODO INDICATIVO
Note:
Diatesi attiva: Nella formazione del futuro perfetto attivo si utilizza una caratteristica ĭs (comune al sistema del
perfectum) seguita da una caratteristica temporale del futuro ĭ. Successivi fenomeni di rotacismo e
frangimento portano all'evoluzione -ĭs-ĭ > -ĕr-ĭ.
Diatesi passiva: La formazione è perifrastica, con l'utilizzo delle forme dell'indicativo futuro semplice del verbo sum.
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MODO CONGIUNTIVO
Note:
1a coniugazione: La caratteristica utilizzata in questa coniugazione per la formazione del congiuntivo presente è ĭē. Si
ha contrazione con la vocale caratterizzante della coniugazione, sicché: amā-ĭē-m > amē-m e così via.
Abbreviamenti della ē: nella I persona singolare attiva (perché segue m finale) e passiva (perché segue
r finale), nella III persona singolare attiva (perché segue t finale) e nella III persona plurale attiva e
passiva (perché segue il gruppo nt).
2a coniugazione: La caratteristica utilizzata per la formazione del congiuntivo è ā, davanti alla quale la vocale
caratterizzante della coniugazione si abbrevia. Abbreviamenti della caratteristica: nella I persona
singolare attiva (perché segue m finale) e passiva (perché segue r finale), nella III persona singolare
attiva (perché segue t finale) e nella III persona plurale attiva e passiva (perché segue il gruppo nt).
3a coniugazione: La caratteristica utilizzata per la formazione del congiuntivo è ā, che si abbrevia nella I persona
singolare attiva (perché segue m finale) e passiva (perché segue r finale), nella III persona singolare
attiva (perché segue t finale) e nella III persona plurale attiva e passiva (perché segue il gruppo nt).
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MODO CONGIUNTIVO
Note:
1a coniugazione: La caratteristica del congiuntivo imperfetto è sē, che sembra riportare a una forma di antico aoristo
sigmatico congiuntivo. Con il rotacismo, la caratteristica di trasforma in rē. Abbreviamenti della
caratteristica: nella I persona singolare attiva (perché segue m finale) e passiva (perché segue r finale),
nella III persona singolare attiva (perché segue t finale) e nella III persona plurale attiva e passiva
(perché segue il gruppo nt).
3a coniugazione: Vale quanto detto per la I coniugazione. Fra il tema e la caratteristica sē è inoltre interposta la vocale
tematica ĕ, che è preservata da oscuramenti in quanto protetta dalla consonante r che segue (fenomeno
di frangimento).
Verbi in -ĭo: Vale quanto detto per la I coniugazione. Inoltre la vocale caratterizzante ĭ si frange in ĕ perché seguita
dalla consonante r.
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MODO CONGIUNTIVO
Note:
Diatesi attiva: Nella formazione del congiuntivo perfetto attivo si utilizza una caratteristica ĭs (comune al sistema del
perfectum) seguita da una caratteristica ī, in origine formante dell'ottativo, poi passato al congiuntivo.
Successivi fenomeni di rotacismo e frangimento portano all'evoluzione -ĭs-ī > -ĕr-ī. Si ha regolare
abbreviamento della caratteristica ī nella I persona singolare (perché segue m finale), nella III persona
singolare (perché segue t finale) e nella III persona plurale (perché segue il gruppo nt). Inoltre, per un
fenomeno di analogia con il futuro perfetto si riscontrano anche abbreviamenti nella II persona
singolare, nella I persona plurale e nella II persona plurale, per cui risultano attestate in età classiche
anche le forme ămāvĕrĭs, ămāvĕrĭmŭs, ămāvĕrĭtĭs accanto alle regolari ămāvĕrīs, ămāvĕrīmŭs,
ămāvĕrītĭs.
Diatesi passiva: La formazione è perifrastica, con l'utilizzo delle forme del congiuntivo presente del verbo sum.
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MODO CONGIUNTIVO
Note:
Diatesi attiva: Nella formazione del congiuntivo piuccheperfetto attivo si utilizza una caratteristica ĭs (comune al
sistema del perfectum) seguita da una caratteristica sē, che troviamo anche nel congiuntivo imperfetto.
Si ha regolare abbreviamento della ē nella I persona singolare (perché segue m finale), nella III
persona singolare (perché segue t finale) e nella III persona plurale (perché segue il gruppo nt).
Diatesi passiva: La formazione è perifrastica, con l'utilizzo delle forme del congiuntivo imperfetto del verbo sum.
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MODO IMPERATIVO
Tempo Presente
pers. 1a coniugazione 2a coniugazione 3a coniugazione 4a coniugazione Verbi in -ĭo
2s ămā vĭdē tĕr-ĕ audī cŭpĕ
2p ămā-tĕ vĭdē-tĕ tĕr-ĭ-tĕ audī-tĕ cŭpĭ-tĕ
Tempo Futuro
pers. 1a coniugazione 2a coniugazione 3a coniugazione 4a coniugazione Verbi in -ĭo
2s ămā-tō vĭdē-tō tĕr-ĭ-tō audī-tō cŭpĭ-tō
3s ămā-tō vĭdē-tō tĕr-ĭ-tō audī-tō cŭpĭ-tō
2p ămā-tōtĕ vĭdē-tōtĕ tĕr-ĭ-tōtĕ audī-tōtĕ cŭpĭ-tōtĕ
3p ămă-ntō vĭdĕ-ntō tĕr-ŭ-ntō audĭ-ŭ-ntō cŭpĭ-ŭ-ntō
Note:
1a coniugazione: La II persona singolare del presente ha desinenza Ø. In tutte le altre persone le desinenze sono
specifiche dell'imperativo. Per quanto riguarda la III persona plurale del futuro, si ha abbreviamento
della vocale caratterizzante della coniugazione perché segue il gruppo nt.
3a coniugazione: La II persona singolare del presente ha desinenza Ø, ma riceve la vocale tematica ĕ che si preserva
dall'oscuramento. In tutte le altre persone le desinenze sono quelle specifiche dell'imperativo, con
interposizione della vocale tematica ĕ che si oscura in ĭ a causa del forte accento intensivo del latino
preletterario nella II persona plurale del presente, nella II e nella III persona singolare del futuro, e
nella II persona plurale del futuro; e della vocale tematica ŏ, che muta in ŭ a causa del forte accento
intensivo del latino preletterario nella III persona plurale.
4a coniugazione: La II persona singolare del presente ha desinenza Ø. In tutte le altre persone le desinenze sono quelle
specifiche dell'imperativo. Per quanto riguarda la III persona plurale del futuro, si ha, per analogia con
la III coniugazione, l'interposizione della vocale tematica ŏ, che muta in ŭ a causa del forte accento
intensivo del latino preletterario. La vocale caratterizzante della coniugazione si abbrevia perché viene
ad essere seguita dalla vocale ŭ.
Verbi in -ĭo: La II persona singolare del presente ha desinenza Ø; la vocale caratterizzante della coniugazione muta
in ĕ per un fenomeno di analogia con la III coniugazione. In tutte le altre persone le desinenze sono
quelle specifiche dell'imperativo. Per quanto riguarda la III persona plurale del futuro, si ha, per
analogia con la III coniugazione, l'interposizione della vocale tematica ŏ, che muta in ŭ a causa del
forte accento intensivo del latino preletterario.
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MODO PARTICIPIO
Note:
Tempo presente: La caratteristica del participio presente è nt. Esso si flette come un aggettivo della II classe a una
uscita (salvo per il fatto che presenta un doppio ablativo, a seconda che assuma valore verbale o di
aggettivo). La III coniugazione interpone fra il tema e la caratteristica del participio una vocale
tematica ĕ (anticamente ŏ poi passata a ŭ: forme con la vocale tematica ŭ sono attestate anche in età
classica). Per analogia, anche la IV coniugazione e la coniugazione dei verbi in -ĭo interpongono la
vocale tematica. Ciò causa, nella IV coniugazione, l'abbreviamento della vocale caratterizzante ī che
viene ad essere seguita da vocale. Al nominativo allungamento della vocale tematica nella III e nella
IV coniugazione e nella coniugazione dei verbi in -ĭo. Al contrario, il gruppo nt determina
l'abbreviamento della vocale caratterizzante nella I e nella II coniugazione.
Tempo perfetto: Il participio perfetto si forma dal cosiddetto tema del supino, e si flette come un aggettivo della I
classe.
Tempo futuro: Il participio futuro si forma dal cosiddetto tema del supino, con interposizione della caratteristica
temporale ūr, e si flette come un aggettivo della I classe.
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MODO GERUNDIVO
Note:
La caratteristica del gerundivo, che a tutti gli effetti è un vero participio, è nd. Esso si flette come un aggettivo della I classe.
La III coniugazione interpone fra il tema e la caratteristica del gerundivo una vocale tematica ĕ (anticamente ŏ poi passata a
ŭ: forme con la vocale tematica ŭ sono attestate anche in età classica). Per analogia, anche la IV coniugazione e la
coniugazione dei verbi in -ĭo interpongono la vocale tematica. Ciò causa, nella IV coniugazione, l'abbreviamento della
vocale caratterizzante ī che viene ad essere seguita da vocale. Il gruppo nd determina l'abbreviamento della vocale
caratterizzante nella I e nella II coniugazione.
MODO GERUNDIO
Note:
Il gerundio costituisce una sorta di declinazione dell'infinito del verbo. Per quanto riguarda i fenomeni di fonetica storica,
vale quanto detto per il modo gerundivo.
MODO SUPINO
Note:
Il supino è una forma nominale del verbo, della quale sono rimasti due casi: un accusativo in ŭm utilizzato per costruire
proposizioni finali in dipendenza da verbi di movimento, e un ablativo in ū utilizzato per costruire proposizioni limitative. Si
parla impropriamente di supino attivo e supino passivo, risulta invece più opportuno classificare più semplicemente le due
forme come supino in ŭm e supino in ū.
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MODO INFINITO
Note:
Diatesi attiva: La caratteristica dell'infinito è sĕ, poi rotacizzata in rĕ. Si osservi il fenomeno di frangimento nella
coniugazione dei verbi in -ĭo.
Diatesi passiva: Caratteristica dell'infinito passivo è sei, con monottongazione: sī e successivo rotacismo: rī. La III
coniugazione presenta una caratteristica alternativa: ei, con successiva monottongazione. La
coniugazione dei verbi in -ĭo assume probabilmente il comportamento della III coniugazione per
analogia, ovvero utilizza la caratteristica alternativa ei con successiva contrazione:cupĭei > cupī.
Note:
Diatesi attiva: Troviamo qui la caratteristica ĭs del sistema del perfectum, seguita dalla caratteristica dell'infinito sĕ.
Diatesi passiva: Abbiamo una formazione perifrastica, con l'utilizzo dell'accusativo del participio perfetto seguito
dall'infinito presente del verbo sum.
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MODO INFINITO
Note:
Diatesi attiva: Abbiamo una formazione perifrastica, con l'utilizzo dell'accusativo del participio futuro seguito
dall'infinito presente del verbo sum.
Diatesi passiva: Abbiamo una formazione perifrastica, con l'utilizzo del supino in ŭm seguito dall'infinito passivo īrī.
Si ravvisa in questa formazione uno scambio di elementi: la marca grammaticale del passivo, che non
può essere espressa dal supino, viene ceduta all'infinito del verbo ĕō, mentre il supino mantiene il suo
valore originario di fine, destinazione.
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CONIUGAZIONE PERIFRASTICA ATTIVA
Usiamo come modello il verbo ămō, il cui participio futuro è ămātūrŭs
Infinito presente
ămātūr-ŭm, -ăm, -ŭm ĕssĕ
ămāt-ūr-ōs, -ās, -ă esse
Infinito perfetto
ămātūr-ŭm, -ăm, -ŭm fŭĭssĕ
ămāt-ūr-ōs, -ās, -ă fŭĭssĕ
Nota: Tutti i verbi che dispongono del participio futuro formano la coniugazione perifrastica attiva secondo questo modello.
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CONIUGAZIONE PERIFRASTICA PASSIVA
Usiamo come modello il verbo ămō, il cui gerundivo è ămăndŭs
Infinito presente
ămănd-ŭm, -ăm, -ŭm ĕssĕ
ămănd- ōs, -ās, -ă ĕssĕ
Infinito perfetto
ămănd-ŭm, -ăm, -ŭm fŭĭssĕ
ămănd- ōs, -ās, -ă fŭĭssĕ
Nota: Tutti i verbi che dispongono del gerundivo formano la coniugazione perifrastica passiva secondo questo modello.
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INDICE
Generalità pag. 2
Indicativo presente pag. 3
Indicativo imperfetto pag. 4
Indicativo futuro semplice pag. 5
Indicativo perfetto pag. 6
Indicativo piuccheperfetto pag. 7
Indicativo futuro perfetto pag. 8
Congiuntivo presente pag. 9
Congiuntivo imperfetto pag. 10
Congiuntivo perfetto pag. 11
Congiuntivo piuccheperfetto pag. 12
Imperativo presente pag. 13
Imperativo futuro pag. 13
Participio presente pag. 14
Participio perfetto pag. 14
Participio futuro pag. 14
Gerundivo pag. 15
Gerundio pag. 15
Supino pag. 15
Infinito presente pag. 16
Infinito perfetto pag. 16
Infinito futuro pag. 17
Coniugazione perifrastica attiva pag. 18
Coniugazione perifrastica passiva pag. 19
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sintesi realizzata da Martino Sanna, il 12 novembre 2006
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