La Corona D'italia PDF

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 1

La corona d'Italia

di Rossini Gioacchino

Dettagli opera
Fanfara il cui organico prevede i saxofoni soprano in si bemolle, contralto in mi bemolle, tenore in Do, baritono in mi
bemolle e basso in si bemolle. Per le Edizioni Eufonia ne esiste una trascrizione adattata all’organico moderno per Banda
di Michele Mangani.

Rossini scrisse la Fanfara per la Corona d’Italia in occasione della nomina a Cavaliere di Gran Croce della Corona d’Italia:
il brano (che associa il tipico virtuosismo strumentale rossiniano al gusto per un suono “chiaro” caratteristico della
strumentazione ottocentesca per banda) venne eseguito in presenza dell’autore e del Re da numerose bande militari,
per un totale di oltre 100 esecutori.

Dopo una sua significativa esecuzione, a Roma, nella piazza del Quirinale, il 25.11.1878, in occasione del ritorno delle
LL. M. M. Umberto I e Margherita di Savoia, dalle due bande Municipali, da quella dei Vigili, e del 31°, 32°, 51°, e 52°
Reggimento Fanteria, e da 30 tamburi, formanti un complesso di oltre 300 esecutori, sotto la direzione del M° E. Terziani,
dell’opera si perse traccia.

Fu riscoperta nel 1978 nella biblioteca del British Museum da William A. Schaefer (uno dei più autorevoli studiosi della
musica per fiati), che ne ha curato l’edizione moderna col titolo di “Scherzo for band”.

Commento all'opera
Al collega Francesco Salime (concertista, già docente presso il Conservatorio di Cosenza e dal 1993 presso il
Conservatorio di Napoli), si deve una preziosa testimonianza tratta dall’incontro con il Prof. Sergio Ragni, persona
estremamente gentile e profondo conoscitore di Gioacchino Rossini, e ne riferisce che: «tre mesi prima di morire, Rossini
scrisse anche per il Sassofono e nella sua immensa biblioteca personale mi fece vedere una lettera manoscritta
indirizzata al Ministro dell'Istruzione Pubblica dell'epoca, C.re Emilio Broglio, con la quale ringrazia il Re Vittorio
Emanuele per l'Onorificenza attribuitagli e che accompagna la partitura di una Fanfara "La Corona d'Italia" nella quale
Rossini utilizza ben cinque Sassofoni (1 sax soprano in sib, 1 sax alto in mib, 1 sax tenore in do, 1 sax baritono in mib e 1
sax basso in sib) e ne esalta le qualità:

"…istrumentando io questo pezzetto di musica, da eseguirsi ben inteso a Piedi fermi, mi valsi non solo degli antichi
istrumenti delle Bande Italiane, ma eziandio dei nuovi Eccelentissimi dovuti al Cellebre suo Inventore e Fabbricante Sax,
non posso supporre che i Capo Banda della Musica Militare Italiana non abbian (come fu praticato per ovunque) adotati
detti Istrumenti, Se per fatalità questo solo Progresso dei giorni nostri non fosse stato abbracciato da loro (cio’ che
infinitamente mi dorrebbe) Supplico V.E. voler affidare la mia Partizione ad un valente Compositore di Musica Militare
(cio’ che sovvente si rinviene nei Capo Banda!) affine di adattarla ai loro mezzi ordinari conservando con senno e
Pazienza gli effetti Melodici e armonici della originale fanfara..." Passy 10 Sett.e 1868.»

Commento di Fulvio Creux


Tra i numerosi brani strumentali composti da Rossini dopo che, dal 1829, aveva smesso di scrivere opere, La Corona
d'Italia riveste un'importanza particolare: nei cataloghi rossiniani risulta essere l'ultima composizione; non ci sarebbe
nulla di strano in questo (ogni compositore ha una sua ultima composizione) se non fosse questo brano fu scritto proprio
per Banda Militare!

Esso fu realizzato nel 1868 quale ringraziamento ed omaggio al Re Vittorio Emanuele II, che aveva nominato il
compositore pesarese Cavaliere dell'Ordine della "Corona d'Italia" (ordine cavalleresco nato proprio nel 1868, che oggi
ha come equivalente l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana).

Si tratta di un brano non lungo, frizzante e brioso, il cui carattere oscilla tra il Valzer ed il Galop, dando luogo talvolta ad
interpretazioni diametralmente opposte.

Questa pagina rossiniana presenta una particolarità molto curiosa: è la prima Partitura conosciuta che contiene, inseriti
nell'organico di una Banda, i Saxofoni (strumenti che erano nati a Parigi da pochi anni, nel 1840); nell'inviare la musica
del suo lavoro al Re, Rossini l'aveva accompagnata da una lettera, nella quale gli consigliava di far istituire l'impiego di
questo strumento nell'organico delle Bande Militari Italiane.

Potrebbero piacerti anche